Aggiornamento: Sono molto meravigliata e sgradevolmente toccata da questo modo indiretto di comunicazione della quale alcuni punti non essenziali, quali il riferimento al libro del Papa, potevano essere oltrepassati. Secondo me potrebbe esistere la possibilità di convivere dissentendo nei punti controversi. Questo sembrerebbe un irrigidimento senza ritorno perché non è realisticamente pensabile che Roma cambi ex abrupto. I tempi sono duri e dolorosi. Continuiamo ad informare e ad attendere pregando. Intanto la realtà sta assumendo questi aspetti poco confortanti.
Mi suona strano che sulla rete ci siano due comunicazioni che, essendo pubbliche, diventano ufficiali: questa e quella di Mons. Williamson, mentre - accanto ad esse - risulta assordante e tuttavia comprensibile il silenzio e la discrezione di Mons. Fellay, al quale credo di poter attribuire, pur nella trasparenza, toni e comportamenti più prudenziali. Solo nei prossimi giorni, vedremo sciogliersi questi interrogativi e queste riserve, perché in ogni caso ciò che farà fede sarà la sua risposta ufficiale alla Santa Sede.
Ritengo anche necessario specificare che la comunicazione segnalata, essendo semplicemente un articolo del 2011, ripreso dal sito italiano della FSSPX, non può essere considerata neppure lontanamente una risposta a Mons. Bux. Questo, intanto per fugare ogni possibilità di lettura 'scorretta' o forzosa delle cose, fermo restando quanto ho già osservato.
Maria Guarini
Maria Guarini
I giorni corrono veloci, la Pasqua si avvicina e la Fraternità Sacerdotale San Pio X nel suo Sito Ufficiale inserisce uno studio che sa tanto di una risposta indiretta alla lettera di Mons. Bux. Oramai sembra proprio chiara la posizione di Sua Ecc. Mons. Fellay. Salvo sorprese, la FSSPX resisterà all'invito di Benedetto XVI di sottoscrivere «il Preambolo», ma è evidente che desidera restare al suo fianco.
Questo è un giorno di convergenza di eventi luminosi per la Chiesa Cattolica: giorno dell'Annunciazione del Signore e della Sua Santissima Incarnazione, Domenica di Passione e XXI anniversario del pio transito (possiamo ben dirlo) dell'Arcivescovo Mons. Marcel François Lefebvre. Ai piedi della Croce velata continuiamo a pregare fiduciosi, il Padrone della Vigna perchè illumini i suoi Operai.
Don Pierre Berrère, Priore del Priorato San Francesco Regis, Francia, della Fraternità San Pio X. L'articolo è stato pubblicato sul n° 226, febbraio 2011, del giornale “Sainte Anne”.
(Testo diffuso da La Porte Latine, sito della Fraternità in Francia e tradotto da Unavox)
Riporto le parti a mio giudizio più significative del lungo articolo, invitando a leggere tutto l'articolo nel Sito della Fraternità.
Don Pierre Berrère, Priore del Priorato San Francesco Regis, Francia, della Fraternità San Pio X. L'articolo è stato pubblicato sul n° 226, febbraio 2011, del giornale “Sainte Anne”.
(Testo diffuso da La Porte Latine, sito della Fraternità in Francia e tradotto da Unavox)
Gli ultimi avvenimenti sopraggiunti ad iniziativa del Papa Benedetto XVI, non fanno che confermare ancora oggi la giustezza dei comportamenti adottati a suo tempo da Mons. Lefebvre di fronte alle autorità ufficiali allora in carica.
Poiché spesso il magistero oggi non si esercita più in maniera normale e coerente, è impossibile sottomettersi assolutamente alle sue direttive, come se niente fosse.
Poiché spesso il magistero oggi non si esercita più in maniera normale e coerente, è impossibile sottomettersi assolutamente alle sue direttive, come se niente fosse.
Ci troviamo quindi obbligati a seguire il consiglio di San Paolo: «Non disprezzate le profezie, esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.» (I Ts 5, 20-22). Ricordiamoci che l’obbedienza cieca – quella che non guarda ai motivi per sottomettersi – esiste nella Chiesa solo molto raramente. Infatti, ci si deve sottomettere senza condizioni quando l’autorità papale impegna la sua infallibilità, come nelle definizioni dogmatiche ex cathedra. L’ultima definizione di questo tipo data del 1950, quando il Papa Pio XII dichiarò ciò che bisogna credere dell’Assunzione della Santissima Vergine Maria. Da allora non s’è prodotto niente di simile. È del tutto evidente, però, che questo non significa che si debbano passare sistematicamente al vaglio del pensiero personale tutti gli atti del Papa. Il libero esame non è un criterio cattolico per raggiungere la verità, quindi non si tratta di trarre il buono dal cattivo a proprio piacimento, facendo riferimento alle proprie intuizioni o alle proprie idee personali, significherebbe adottare la mentalità protestante. Non è questo che bisogna fare e non è questo che facciamo.
1 - La più alta autorità, può venir meno?
Se il Papa è infallibile a certe condizioni, sicuramente non è impeccabile in tutti i suoi atti. È possibile quindi che vi siano delle iniziative cattive e molto perniciose dei papi, cosa che è certa ed è facile da dimostrare. Anche resistere all’autorità non è in sé una cosa normale, e tuttavia neanche questa è una cosa inedita. Nella Lettera ai Galati, 2, 11-14, leggiamo che l’Apostolo Paolo ha resistito nei confronti di Pietro, per tre ragioni: «1- perché evidentemente aveva torto… 2- gli altri Giudei lo imitarono… al punto che Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia… 3 - non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo». Eppure Pietro era il capo incontestato tra gli Apostoli, ma grazie al rimprovero pubblico del giovane convertito egli ha riconosciuto umilmente il suo errore ed ha rettificato il suo atteggiamento, cessando di «costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei». Se Paolo avesse taciuto, tutta la Chiesa nascente sarebbe stata gravemente sovvertita dalle ambiguità di Pietro.
Non andiamo oltre.
Riteniamo che la più alta autorità della Chiesa possa assumere delle decisioni molto nocive: si è verificato qualche volta nel lontano passato della Chiesa, ma molto più frequentemente a partire dal 1960.
Gli avvertimenti profetici di Fatima ci hanno predetto che in quegli anni sarebbe sopraggiunta una grande crisi della fede: sta a noi comprendere e saper giudicare l’albero dai suoi frutti.
Se il Papa è infallibile a certe condizioni, sicuramente non è impeccabile in tutti i suoi atti. È possibile quindi che vi siano delle iniziative cattive e molto perniciose dei papi, cosa che è certa ed è facile da dimostrare. Anche resistere all’autorità non è in sé una cosa normale, e tuttavia neanche questa è una cosa inedita. Nella Lettera ai Galati, 2, 11-14, leggiamo che l’Apostolo Paolo ha resistito nei confronti di Pietro, per tre ragioni: «1- perché evidentemente aveva torto… 2- gli altri Giudei lo imitarono… al punto che Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia… 3 - non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo». Eppure Pietro era il capo incontestato tra gli Apostoli, ma grazie al rimprovero pubblico del giovane convertito egli ha riconosciuto umilmente il suo errore ed ha rettificato il suo atteggiamento, cessando di «costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei». Se Paolo avesse taciuto, tutta la Chiesa nascente sarebbe stata gravemente sovvertita dalle ambiguità di Pietro.
Non andiamo oltre.
Riteniamo che la più alta autorità della Chiesa possa assumere delle decisioni molto nocive: si è verificato qualche volta nel lontano passato della Chiesa, ma molto più frequentemente a partire dal 1960.
Gli avvertimenti profetici di Fatima ci hanno predetto che in quegli anni sarebbe sopraggiunta una grande crisi della fede: sta a noi comprendere e saper giudicare l’albero dai suoi frutti.
2 - Che succede al Papa attuale?
Per quanto riguarda il Papa Benedetto XVI, egli ha appena compiuto, uno dopo l’altro, almeno tre atti che hanno già una risonanza importante e nefasta.
Per quanto riguarda il Papa Benedetto XVI, egli ha appena compiuto, uno dopo l’altro, almeno tre atti che hanno già una risonanza importante e nefasta.
Il primo è costituito dalla pubblicazione del suo libro Luce del mondo. Si tratta di un’intervista rilasciata al giornalista Peter Seewald. Le dichiarazioni che Benedetto XVI fa a modo di conversazione, contengono in effetti molte approssimazioni e falsità, non solo sulla dottrina e la storia, ma anche sulla morale e su altri argomenti.
Non mi soffermerò su questo, ma questo scritto è molto ingannevole dal punto di vista della forma e del contenuto. Gli errori e le approssimazioni che vi si trovano non sono degne di uno studioso e del capo della cattolicità.
Se San Paolo ha usato nei confronti di Pietro il termine ipocrisia, il libro intitolato Luce del mondo si colloca esattamente sulla stessa linea, poiché è pieno di tenebre e troppo conforme allo spirito del mondo: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo», dice San Paolo (Rm 12, 2).
Adottare uno stile mediaticamente corretto non impegna certo l’infallibilità del magistero, ma unicamente la persona di Ratzinger. Cosa che non impedisce che la maggioranza dei lettori non faccia la differenza e prenda il tutto come l’insegnamento ufficiale della Santa Chiesa.
Non mi soffermerò su questo, ma questo scritto è molto ingannevole dal punto di vista della forma e del contenuto. Gli errori e le approssimazioni che vi si trovano non sono degne di uno studioso e del capo della cattolicità.
Se San Paolo ha usato nei confronti di Pietro il termine ipocrisia, il libro intitolato Luce del mondo si colloca esattamente sulla stessa linea, poiché è pieno di tenebre e troppo conforme allo spirito del mondo: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo», dice San Paolo (Rm 12, 2).
Adottare uno stile mediaticamente corretto non impegna certo l’infallibilità del magistero, ma unicamente la persona di Ratzinger. Cosa che non impedisce che la maggioranza dei lettori non faccia la differenza e prenda il tutto come l’insegnamento ufficiale della Santa Chiesa.
Il secondo è costituito dal suo desiderio di realizzare a ottobre un’Assisi III, una riunione di tutte le religioni per pregare per la pace al fine di celebrare il 25° anniversario di quel primo incontro voluto da Giovanni Paolo II.
Le due prime riunioni di Assisi sono, checché se ne dica, dei peccati molto gravi contro il primo comandamento: Non avrai altri dei di fronte a me (Es 20, 3), e molto scandalose in se stesse, cioè indipendentemente dalle intenzioni generose che animano gli autori.
A questo proposito, ricordiamo due piccole cose.
In occasione di Assisi I (1986), delle chiese furono messe a disposizione delle false religioni, per il loro culto, e un simulacro di Budda venne posto sull’altare di una di esse.
In occasione di Assisi II (2002), per evitare le distorsioni scioccanti del 1986, vennero approntate delle sale per i partigiani delle false religioni, ma preventivamente ci si preoccupò di togliere i crocifissi per non mettere in imbarazzo i non cristiani.
Questi due atti (profanazione delle chiese con i falsi culti e rimozione delle croci), ai quali se ne potrebbero aggiungere molti altri, non sono insignificanti. Potrebbe Dio benedire tali cose? Gesù, che ha scacciato i mercanti dal Tempio, potrebbe gradire che i falsi dei vengano onorati nelle sue chiese e che i loro adoratori vi si installino come i briganti nella caverna? Rimuovere le croci è davvero il modo per richiamare l’apprezzamento di Colui che ha voluto salvarci con la Sua Croce? E allora, si deve pensare che è insensato che la Chiesa ci faccia cantare «O Crux ave, spes unica», «Salve, o Croce, speranza unica»?
Per di più, tali iniziative comportano delle conseguenze insidiose e perverse per l’animo dei battezzati, i quali finiscono per adottare gli stessi principi dei massoni: l’unione degli uomini al di là delle religioni.
Le due prime riunioni di Assisi sono, checché se ne dica, dei peccati molto gravi contro il primo comandamento: Non avrai altri dei di fronte a me (Es 20, 3), e molto scandalose in se stesse, cioè indipendentemente dalle intenzioni generose che animano gli autori.
A questo proposito, ricordiamo due piccole cose.
In occasione di Assisi I (1986), delle chiese furono messe a disposizione delle false religioni, per il loro culto, e un simulacro di Budda venne posto sull’altare di una di esse.
In occasione di Assisi II (2002), per evitare le distorsioni scioccanti del 1986, vennero approntate delle sale per i partigiani delle false religioni, ma preventivamente ci si preoccupò di togliere i crocifissi per non mettere in imbarazzo i non cristiani.
Questi due atti (profanazione delle chiese con i falsi culti e rimozione delle croci), ai quali se ne potrebbero aggiungere molti altri, non sono insignificanti. Potrebbe Dio benedire tali cose? Gesù, che ha scacciato i mercanti dal Tempio, potrebbe gradire che i falsi dei vengano onorati nelle sue chiese e che i loro adoratori vi si installino come i briganti nella caverna? Rimuovere le croci è davvero il modo per richiamare l’apprezzamento di Colui che ha voluto salvarci con la Sua Croce? E allora, si deve pensare che è insensato che la Chiesa ci faccia cantare «O Crux ave, spes unica», «Salve, o Croce, speranza unica»?
Per di più, tali iniziative comportano delle conseguenze insidiose e perverse per l’animo dei battezzati, i quali finiscono per adottare gli stessi principi dei massoni: l’unione degli uomini al di là delle religioni.
Il terzo è costituito dalla volontà di beatificare Giovanni Paolo II, il Papa che ha lasciato scomunicare la Tradizione mentre si diffondevano dappertutto le peggiori aberrazioni dottrinali e liturgiche. Lo stesso Giovanni Paolo II che ha baciato il Corano e perpetrato innumerevoli scandali di cui Assisi è senza dubbio il più penoso e disastroso per le anime (si veda il libro di Don Leroux, Pietro, mi ami tu? - [disponibile presso i Priorati della FSSPX]).
(....)
7 – Vi saranno, al di fuori della Fraternità San Pio X, degli imitatori di San Paolo per resistere di fronte a Pietro a proposito di Assisi?
È poco probabile.
Oggi i vescovi, non cercano più, come ha fatto San Paolo, di discernere se un atto del Papa è conforme o meno al Vangelo. Essi sono diventati per lo più degli esecutori preoccupati unicamente di rispettare le regole del governo, che sono fondate sui falsi principi della libertà religiosa, dell’ecumenismo o della collegialità, e non guardano al di là.
Se una qualche categoria di cattolici (i tradizionalisti) non rientra negli schemi attuali della legalità, i vescovi, senza esaminare ciò che dicono, come dei funzionari senz’anima, si dimostreranno intrattabili nei suoi confronti. Questi buoni amministratori che hanno in continuazione il dialogo sulle labbra, in questo caso diventano sordi agli argomenti di coloro che sono legati alla fede. Hanno un solo principio da far valere: non siete nella struttura legale della Chiesa conciliare. A quel punto la loro coscienza è perfettamente tranquilla e i loro atti più inumani non li turbano più. Essi fanno ciò che comanda loro la disciplina in vigore e non si sentono responsabili davanti a Dio delle più evidenti ingiustizie. Domani cambieranno, forse.
Non assomigliano pressappoco a quei medici che praticano l’aborto a tutta forza con la coscienza del tutto tranquilla? Se questi ultimi uccidono senza scrupolo è perché la legge del momento lo permette e perfino l’incoraggia: quindi non può essere un male. Ma quando la legge dirà loro: «fermatevi, è male!», si fermeranno e forse si porranno il problema. Che ricordino, i vescovi: come vi è nella società civile un legalismo che si oppone alla legge naturale e che cerca di distruggerla, così vi è nella società religiosa uscita dal Concilio un legalismo che si oppone alla legge del Vangelo e che con le sue novità principali distrugge insidiosamente la fede naturale dei fedeli.
Per coloro che hanno capito questo, vi è una sola attitudine coerente: non fidarsi di questa legalità illegittima e difendere coraggiosamente la fede.
È poco probabile.
Oggi i vescovi, non cercano più, come ha fatto San Paolo, di discernere se un atto del Papa è conforme o meno al Vangelo. Essi sono diventati per lo più degli esecutori preoccupati unicamente di rispettare le regole del governo, che sono fondate sui falsi principi della libertà religiosa, dell’ecumenismo o della collegialità, e non guardano al di là.
Se una qualche categoria di cattolici (i tradizionalisti) non rientra negli schemi attuali della legalità, i vescovi, senza esaminare ciò che dicono, come dei funzionari senz’anima, si dimostreranno intrattabili nei suoi confronti. Questi buoni amministratori che hanno in continuazione il dialogo sulle labbra, in questo caso diventano sordi agli argomenti di coloro che sono legati alla fede. Hanno un solo principio da far valere: non siete nella struttura legale della Chiesa conciliare. A quel punto la loro coscienza è perfettamente tranquilla e i loro atti più inumani non li turbano più. Essi fanno ciò che comanda loro la disciplina in vigore e non si sentono responsabili davanti a Dio delle più evidenti ingiustizie. Domani cambieranno, forse.
Non assomigliano pressappoco a quei medici che praticano l’aborto a tutta forza con la coscienza del tutto tranquilla? Se questi ultimi uccidono senza scrupolo è perché la legge del momento lo permette e perfino l’incoraggia: quindi non può essere un male. Ma quando la legge dirà loro: «fermatevi, è male!», si fermeranno e forse si porranno il problema. Che ricordino, i vescovi: come vi è nella società civile un legalismo che si oppone alla legge naturale e che cerca di distruggerla, così vi è nella società religiosa uscita dal Concilio un legalismo che si oppone alla legge del Vangelo e che con le sue novità principali distrugge insidiosamente la fede naturale dei fedeli.
Per coloro che hanno capito questo, vi è una sola attitudine coerente: non fidarsi di questa legalità illegittima e difendere coraggiosamente la fede.
In tal modo, conservare una posizione «canonicamente corretta» che restringe la confessione di fede significa fare più o meno del modernismo.
Non si può nascondere o negare che talvolta vi è un grave dovere di opposizione contro gli scandali perpetrati della Gerarchia.
Sono molto meravigliata e sgradevolmente toccata da questo modo indiretto di comunicazione della quale alcuni punti non essenziali, quali il riferimento al libro del Papa, potevano essere oltrepassati.
RispondiEliminaSecondo me potrebbe esistere la possibilità di convivere dissentendo nei punti controversi. Questo sembrerebbe un irrigidimento senza ritorno perché non è realisticamente pensabile che Roma cambi ex abrupto.
Mi suona strano che sulla rete ci siano due comunicazioni che diventano ufficiali questa e quella di Mons. Williamson, mentre risulta assordante il silenzio di Mons. Fellay, al quale credo di poter attribuire, pur nella trasparenza, toni e comportamenti più prudenziali.
Solo nei prossimi giorni, vredremo sciogliersi questi interrogativi e queste riserve.
Infatti non capisco cosa c'entri il libro del Papa, mica è stato dichiarato quello vincolante nel preambolo.
RispondiEliminaAnzì, il Papa stesso ha detto praticamente: criticatemi pure. Lo stesso dicasi per la beatificazione di Giovanni Paolo II e per lo scandalo di Assisi. Per Assisi, per il bacio al Corano, per quello che è successo nella foresta del Togo nessuno ha mai provato a darne una giustificazione credibile fra l'altro.
Il problema è il Magistero non infallibile di questi ultimi 50 anni.
E' vero che non è stato proclamato nessun dogma dal 1950 ad oggi, ma ci sono stati atti infallibili di Magistero. Basti pensare ai vari pronunciamenti in fatto di bioetica, contraccezione, aborto, eutanasia, il Sacramento dell'Ordine riservato solo agli uomini, il Credo di Paolo VI, la riaffermazione della Transustanziazione, della Presenza Reale nella Mysterium Fidei e nella Ecclesia de Eucharistia. Su questi punti è ovvio che la FSSPX concorda.
Marco Marchesini
Concordo con le perplessità poste da Mic e Marco, ovviamente l'inserimento di questo articolo nel sito della Fraternità la dice lunga sulla situazione attuale chiara da un verso poco chiara dall'altro. L'immagine suggestiva di questa domenica con "la Croce velata" credo sia una istantanea più che esauriente della situazione attuale.
RispondiEliminaDell'intervento però Maria è molto bella e condivisibile la parte in cui si afferma che non ogni cambiamento è nocivo.
RispondiEliminaPerché c'è anche chi sostiene che l'insegnamento della Chiesa cattolica nel secondo millennio va contro quello del primo. Pongono la data della "defezione" papale verso la fine del primo millennio, invece che dopo il post-concilio come la FSSPX.
Sono coloro che dopo lo sconquasso dottrinale e liturgico degli anni successivi al Concilio sono andati a finire nelle Chiese orientali separate formando gruppi che sono in contrasto persino con i patriarcati "ufficiali". Qui a Pistoia c'è un gruppo simile, rifiutano l'ecumenismo praticato dai patriarcati "ufficiali" esattamente come la FSSPX.
In tutti i buoni libri di apologetica pre-conciliari vengono confutate le loro eresie e mostrata la perfetta continuità dell'insegnamento della Chiesa cattolica nell'approfondimento della Fede e della Tradizione tra il primo ed il secondo millennio.
Lo stesso non si può dire tra il pre-concilio e post-concilio purtroppo, basta anche guardare i frutti.
Marco Marchesini
Caro Marco , condivido le tue perplessità ed il tuo ragionamento. Ma se ti sentono i tuoi amici di alleanza cattolica (dopo l'ultimo libro di don Cantoni) ti scomunicano!
RispondiEliminaCaro Marco,
RispondiEliminasono perfettamente d'accordo con te.
In ogni cosa occorre cercare l'equilibrio.
Non si può mai tornare indietro. Nessuno di noi può sostenere che nella Chiesa non fosse necessario "aggiornamento": termine usato da Giovanni XXIII.
Purtroppo le forze moderniste che promuovevano cambiamenti radicali e anche velleitari perché sovvertitori dei principi non negoziabili, di fatto hanno prevalso grazie al concilio, che ha permesso loro di imporsi de facto attraverso il grimaldello della 'pastorale'. Il de iure è stato innegabilmente intaccato (si tratta dei punti nodali controversi non solo per la FSSPX) ma non definitivamente compromesso.
Solo un Papa (ormai questo sembra non propenso) potrà operare il ripareggiamento della verità, come dice Amerio e come pensiamo anche noi.
Nel frattempo, credo che occorrerebbe mettere da parte ogni atteggiamento di fronda e continuare e rimanere saldi, custodendo, pregando e attendendo con fiducia, perché si può criticare quanto necessario, col dovuto rispetto, con la necessaria competenza e passione per la Chiesa, ma non ci si può sostituire al Papa né assumere atteggiamenti di contrapposizione.
Mi pare che sia quello che sta facendo mons. Fellay, che in questo momento è investito di una responsabilità immane. Il suo è un dissenso chiaro, ma rispettoso e costruttivo.
Ma se ti sentono i tuoi amici di alleanza cattolica (dopo l'ultimo libro di don Cantoni) ti scomunicano!
RispondiEliminaMi pare che il mondo tradizionalista sia piuttosto variegato e solcato da "correnti", che costituiscono altrettanti centri di potere.
Tra questi, ho l'impressione che "Alleanza cattolica" abbia subìto - se non sbaglio - una involuzione nel senso conservatorista conciliare "allineato", che alla fine non risulta fedele alla Tradizione ma allo status quo.
Lo dico dal mio punto di osservazione di "elettrone libero" che non coltiva nessun orticello particolare e non riesce a irreggimentarsi in contesti che alla fine in un modo o nell'altro "ingabbiano".
Quanto al libro di don Cantoni, che ha avuto un atteggiamento a dir poco scorretto nei confronti di un suo maestro, non mi meraviglia che, nella temperie attuale, - molto "allineato" com'è - abbia potuto anche raccogliere dei consensi.
Quelli di allenza cattolica non sono i miei amici e me ne infischio altamente delle loro "scomuniche".
RispondiEliminaFacevo soltanto notare come con le tristi vicende di questi giorni Roma abbia sposato in parte le loro posizioni, ma spero di sbagliarmi.
Marco Marchesini
Maria,
RispondiEliminaeffettivamente la bellezza, la devozione delle loro Liturgie, il loro richiamarsi ai Padri e alla Tradizione del primo millennio costituiscono una tentazione per i fedeli cattolici tradizionali in shock per le riforme post-conciliari e per lo sbandamento dottrinale del post-concilio. E' una tentazione nella quale alcuni purtroppo sono caduti.
Non è oro quello che luccica, la loro fedeltà alla Tradizione del primo millennio è affermata da loro, ma non provata. Per non parlare della mancanza di precisione e logica concettuale delle loro dottrine.
Marco Marchesini
Marco caro, sei un alleanzino? Povero te :)
RispondiEliminaSì, dopo queste supposte novità i vari Morselli e Cantoni e istituti approvati simili, staranno ad affilare i coltelli pronti ad utilizzarli dopo il declino ufficiale.
Non capisco l`utilità e l`interesse per il distretto italiano della FSSPX di riprendere un articolo del febbraio del 2011!
RispondiEliminaChe senso ha andare a ripescare un articolo di un anno fa?
E di farlo ora, in questo momento delicato in cui aspettiamo la parola di Mons. Fellay.
Io difendo la FSSPX, desidero il suo "rientro, son consapevole che nel suo interno ci sono diverse "correnti" e che quelle ostili alla riunione sono forti, ma che il distretto italiano si mettesse pure lui a mettere olio sul fuoco non me l`aspettavo!
Ma non potrebbero rispettare il silenzio e aspettare come tutti noi la decisione finale che ci verrà comunicata dal Superiore della Fraternità?
Mi permetto anche di dire che non vedo nemmeno l`utilità di dar visibilità a certe iniziative.
don Camillo,
RispondiEliminadove ho scritto di essere un alleanzino?
Evidentemente non era chiaro, ma nel mio messaggio precedente mi stavo riferendo ai cattolici che purtroppo dopo le riforme post-conciliari sono andati a finire gruppi di orientali separati (i cosiddetti "ortodossi").
Marco Marchesini
Luisa, comprendo il tuo stato d'animo, ma al distretto italiano ti posso assicurare che non sono degli sprovveduti.
RispondiElimina"I giorni corrono veloci, la Pasqua si avvicina e la Fraternità Sacerdotale San Pio X nel suo Sito Ufficiale inserisce uno studio che sa tanto di una risposta indiretta alla lettera di Mons. Bux. Oramai sembra proprio chiara la posizione di Sua Ecc. Mons. Fellay. Salvo sorprese, la FSSPX resisterà all'invito di Benedetto XVI di sottoscrivere «il Preambolo», ma è evidente che desidera restare al suo fianco."
RispondiEliminaNon so se è don Camillo ad aver scritto queste parole ma NON vedo come un articolo del 2011(!) possa essere una risposta indiretta alla lettera di don Bux e NON vedo come ci si possa servire di quell`articolo per dire che la posizione di Mons. Fellay è chiara!!
Ma per favore, che si aspetti la parola di Mons.Fellay, si vorrebbe far pressione si di lui che non si agirebbe altrimenti.
Io non sono dentro la FSSPX, non conosco le sue dinamiche interne, posso solo dire che non apprezzo questo genere di iniziativa.
Luisa, le parole sono mie, ovviamente. Ho monitorato il Sito è ho notato questo articolo che è stato inserito mi pare ieri o ieri l'altro comunque in concomitanza con la lettera di S.E. Mons. Williamson. Dopo la svista del caso Corsica, non credo che il sito venga gestito a casaccio. È stato inserito perché doveva essere letto. E dall'articolo (duro ma nei contenuti abbastanza condivisibile) è chiara la linea che si evince dal semplice titolo (che ho preferito non riportare) che è un "messaggio" a se stante mi pare più che evidente. E poi meglio parlarne qui con una moderazione equilibrata che in altri siti dove certamente non ci sarebbe una medesima attenzione.
RispondiEliminaComunque l'ultima parola è di S.E.Mons. Fellay, questo è assodato.
Grazie don Camillo per le precisazioni.
RispondiEliminaContinuo a dire che il ripescaggio di quell`articolo che un sacerdote di un priorato del distretto francese ha scritto più di un anno fa, NON aiuta l`attesa che dovrebbe farsi nella preghiera, se possibile nel silenzio.
Se alcuni elementi di quell`articolo son condivisibili, non ne condivido il tono, non sottoscrivo, anzi rigetto, le inutili e offensive parole contro Papa Benedetto, e poi perchè mettere un articolo che non tiene conto degli ultimi sviluppi?
Sconcertante e molto deludente iniziativa per chi aspetta in preghiera e conserva la speranza e la fiducia nel "rientro" della FSSP.
Penso a Mons. Fellay e prego per che il Signore e la Sua Madre Santissima lo proteggano, lo illuminino e gli diano la forza e il coraggio di resistere anche alle pressioni che sta subendo all`interno della Fraternità.
Mi è saltato un "X", mi correggo:
RispondiEliminaSconcertante e molto deludente iniziativa per chi aspetta in preghiera e conserva la speranza e la fiducia nel "rientro" della FSSPX.
L'articolo è chiarificatore, anche se non nella direzione sperata. E' importante l'invito, forse non voluto, ma che c'é, all'esercizio normale e coerente del magistero.
RispondiEliminaA questo punto non si può ignorare che la tesi che si potrebbe formulare così:
"Il papa ammorbato dall'eresia modernisto continua, coerente col concilio che ha impugnato la Tradizione e insegnato dottrine erronee, a propalare eresie, pure in mezzo a qualcosa di buono"
questa tesi dunque è formalmente eretica.
Si tratta di un'evidenza lapalissiana. Che accolgano l'invito e provvedano di conseguenza, salva ritrattazione nella risposta ufficiale.
Concordo l`articolo e` stato scritto in un momento molto doloroso per tutti noi non solo per la FSSPX! Avrei scelto altro materiale, altri articoli.
RispondiEliminaCosa dedurne!?
Da una parte si mostrano "le ferite" aperte e sanguinanti dall`altra si brandiscono in modo trionfale quegli "strumenti": le armi che han causato questo massacro di anime ben evidenziato nel post di Maria, sul trionfalismo acritico de: "IL concilio"
E un Papa prigioniero! di se stesso?
Non so veramente cosa pensare.
Una strada umanamente senza uscita!
Una strada umanamente senza uscita!
RispondiEliminaUmanamente così sembrerebbe, ma io voglio confidare fino all'ultimo. E, in ogni caso, sia fatta la volontà del Signore.
Articolo chiarificatore?
RispondiEliminaMa per favore!
Articolo scritto UN ANNO FA, da un sacerdote e NON da chi ha l`autorità per parlare a nome della FSSPX.
Passiamo ad altro e aspettiamo, sempre con fiducia, la parola di chi è investito dell`autorità in seno alla FSSPX e cioè aspettiamo che mons. Fellay si pronunci.
@ mic
RispondiEliminaNessuno di noi può sostenere che nella Chiesa non fosse necessario un aggiornamento, termine usato da GXXIII
Se "aggiornamento" significa inventare la "Giornata di Assisi" con la statua di Budda sugli altari dopo aver tolto il Crocifisso; se significa baciare il Corano; se significa condividere riti pagani in Togo; se significa invocare la benedizione di S.Giovanni Battista sull'Islam che bolla come infedele da uccidere chiunque non professi tale fede; se significa beatificare in quattro e quattro'otto GPII sulla base di 1 solo (dubbio) miracolo, ecc. ecc. ebbene io, nel mio piccolo, non sono d'accordo. Rimango ancorato alla Tradizione sancita in 1960 anni. Ma, se significa mettere in chiaro tutte le posizioni dei vari "attori" della Chiesa, dal Papa, come fa Don Camillo, all'ultimo prete o "priore", allora sono perfettamente d'accordo.
E, se aggiornamento deve essere, allora ci si aggiorni facendo pulizia della cancrena catto-comunista-massonica presente nella Chiesa. Altro che dare la colpa a Satana come fece PVI!
Santità, batta un colpo!
Articolo scritto UN ANNO FA, da un sacerdote e NON da chi ha l`autorità per parlare a nome della FSSPX.
RispondiEliminaSu questo non ci piove.
Speriamo che ora prevalga il giusto discernimento da entrambe le parti...
Ed ecco invece che cosa è stato letto OGGI in Germania in tutte le cappelle della FSSPX, una lettera del Superiore del Distretto della Germania, padre Franz Schmidberger, nella quale fra l`altro dice che una soluzione soddisfacente può essere trovata.
RispondiEliminahttp://www.riposte-catholique.fr/summorum-pontificum-blog/informations/labbe-schmidberger-appelle-a-prier-pour-la-fin-de-la-crise-de-leglise#.T29Z5o4SmZg
Mi rivolgo a Livio Sterlicchio che ha fatto l'estratto concentrato di quanto ci può essere di criticabile nel post-concilio.
RispondiEliminaUn atteggiamento del genere non serve altro che ad allontanare qualsiasi possibilità di soluzione.
Roma non può tornare indietro e neanche la Fraternità, come pure nessuno di noi.
Dobbiamo andare avanti, facendo OGGI, TUTTO quello che è possibile per ripareggiare la verità. Le accuse e le denunce servono quando contemporaneamente si suggerisce la soluzione che in questo caso, realisticamente non può essere l'abolizione del concilio o l'annichilimento dello "spirito del concilio" ex abrupto.
La soluzione è quella evangelica del "lievito nella pasta". E' il Signore che può fare tutto il resto...
padre Franz Schmidberger, nella quale fra l`altro dice che una soluzione soddisfacente può essere trovata.
RispondiEliminaGrazie, Luisa, sei la miglior "pescatrice di perle" e anche di qualche altra cosa ;) che conosco!
E, davvero, per quanto riguarda noi, quel che dobbiamo fare è pregare e, ogni tanto, cercare di spegnere qualche miccia...
Io non sono una fedele della Fraternità di San Pio X ma con tutto il cuore prego affinchè una soluzione positiva e costruttiva sia trovata con una collocazione canonica che dia alla Fraternità tutta l`autonomia sufficiente e necessaria per non dipendere dai vescovi che sappiamo quanto le siano ostili.
RispondiEliminaVedo le divisioni interne alla Fraternità e non me ne stupisco, non ci sono forse divisioni nella Chiesa e fra i tradizionalisti stessi?
Dopo così tanti anni passati a lottare, ad affrontare l`ostilità e anche l`odio, a difendere con forza e coraggio la propria Fede che non è altro che quella professata della Chiesa fino al Vaticano II, posso capire le inquietudini e anche certe iniziali resistenze, sono invece sconcertata quando leggo certe posizioni intransigenti e "estremiste".
Non mi riesce difficile, purtroppo, immaginare l`eventualità che una parte dei fedeli della FSSPX non seguino Mons. Fellay se la risposta sarà quel "sì" che spero, ma se è il "no" ad arrivare altri rischiano di andarsene perchè quel "no" sembrerà loro inaccettabile e insopportabile, perchè sanno che QUESTO è il momento, QUESTO è il Papa, QUESTA È la Chiesa di Cristo.