Di seguito, è riportato l'allegato di una lettera che vien detto indirizzata il 23 marzo 2012 dal Segretario della commissione Ecclesia Dei al Superiore dell'IBP. Una musica piuttosto dissonante per orecchie di chi ama la Tradizione. Molte cose è possibile dedurre non soltanto leggendo tra le righe... L'integrazione diocesana e un approfondimento anche del presente sono molto realistici e anche normalmente auspicabili; ma è l'ottica in cui si pongono che forse non tiene conto dell'autentico carìsma dell'Istituto e tende a piegarlo alla mentalità corrente.
Allegato
Nota sulle conclusioni della visita canonica
all'Istituto del Buon Pastore
all'Istituto del Buon Pastore
In termini generali è necessario approfondire il carisma che fonda li'Istituto pensando più al futuro che al passato.
Per preparare il prossimo Capitolo Generale, sarà utile riflettere sulla pastoralità di Cristo.
Ognuno avrà cura di approfondire le caratteristiche di una società di vita apostolica, che evita ogni forma di individualismo.
Per questo, sarà utile contattare altre società di vita apostolica adatte ad aiutare questa riflessione sulla vita comunitaria.
La questione della pratica della forma extraordinaria, così com'è formulata negli Statuti, va precisata nello spirito del Summorum pontificum. Converrebbe semplicemente definire questa forma come il « rito proprio » dell'Istituto, senza parlare di « esclusività ».
Per quanto riguarda il seminario di Courtalain, la valutazione è positiva, ma converrebbe integrare lo studio del Magistero attuale dei Papi e del Vaticano II. La formazione pastorale dovrebbe essere fatta alla luce di Pastores dabo vobis e la formazione dottrinale inserire uno studio approfondito del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Per risolvere la questione dell'installazione del seminario, a meno che non si parli proprio di Courtalain, sarebbe possibile interpellare la Conferenza Episcopale francese, perché sugggerisca essa stessa nomi di diocesi nelle quali impiantarlo.
Più che su una critica, sia pure « seria e costruttiva », del Concilio Vaticano II, gli sforzi dei formatori dovranno condurre all'integralità del patrimonio ecclesiale, insistendo sull'ermeneutica del rinnovo nella continuità prendendo a supporto l'integrità della dottrina cattolica esposta dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
Per migliorare il funzionamento del Consiglio e preparare il Capitolo generale,
converrebbe chiedere il parere di un canonista.
Si suggeriscono i nomi dei RR.PP. Pocquet del Haut-Jussé, s.j.m. e Le Bot, o.p.. Si ravvisa l'opportunità dii una riunione mensile del Consiglio.
E' necessario augurarsi che sia fatto un buon discernimento per le vocazioni di provenienza brasiliana, come pure sull'accoglienza di sacerdoti dell'Istituto nelle diverse diocesi. E' importante che il vescovo accolga e valorizzi il carisma specifico dell'Istituto per il bene di tutta la diocesi e, nello stesso tempo, che i sacerdoti dell'Istituto s'inseriscano realmente con uno spirito di comunione nell'insieme della vita ecclesiale della diocesi.
La realizzazione di un consiglio economico aiuterà la parrocchia Saint-Éloi a conformarsi giuridicamente alle altre Parrocchie de l'arcidiocesi di Bordeaux.
La Scuola dell’Angélus, nell'arcidiocesi di Bourges, deve esser meglio seguita dal superiore generale.
Si incoraggia la ricerca di un riconoscimento diocesano.
[Fonte: Fecit forum]
Pare impossibile che mons. Pozzo chieda all'IBP di farsi harakiri mentre sembrerebbe imminente l'accordo con la FSSPX.
RispondiEliminaLa fonte è attendibile ma il mittente? Suona quasi come una beffa proprio adesso...
Andrebbe verificato.
Perché non pensare ad una riunificazione con la FSSPX? So che han mantenuto ottimi rapporti!
RispondiEliminaIo mi sono basata sull'attendibilità della fonte.
RispondiEliminaNon è da escludere che si possa trattare di qualcosa di tendenzioso messo in circolazione proprio in questo frangente.
Tuttavia credo che - a prescindere da qualunque voce attendibile o meno che sia - gli accordi con la FSSPX siano in una botte di ferro, perché se non sbaglio gli interlocutori diretti sono Mons. Fellay e il Santo Padre.
La regolarizzazione canonica dovrebbe essere tale da eliminare rischi simili a quello qui riportato.
Comunque sia, continuiamo a sperare e pregare. Poi, sia fatta la volontà del Signore!
Ho grande stima della Buon Pastore soprattutto dopo aver avuto riprova della loro simpatia verso il messale del 52.
RispondiEliminaSenza vescovi questi istituti sono tutti destinati alla NORMALIZZAZIONE.
RispondiEliminaLa fonte primaria era Forum Catholique, che ora ha cancellato il messaggio senza spiegazioni di sorta.
RispondiEliminaC'è solo da aspettare.
Io, nel dubbio, non elimino il post perché non credo che possa influenzare le trattative in corso o forse addirittura già concluse con la FSSPX...
Piuttosto c'è da augurarsi che da parte degli interessati intervengano smentite o conferme.
In ogni caso il tenore della nota non meraviglia, conoscendo bene la mentalità dell'ala modernista della Curia che è molto potente e sapendo anche come Mons. Pozzo in fondo si barcameni...
Per me non c'è niente di cui meravigliarsi. In fondo la nota non conferma quello che già sappiamo?
RispondiEliminaFecit conferma l'autenticità della nota
RispondiEliminaSenza dubbio chi non vuole entrare cercherà di influire e chi ha reso nota quella lettera è uno dei "duri e puri" della Fraternità.
RispondiEliminaFino all'ultimo assisteremo a questo stillicidio. Ma io starò più attenta, da parte mia, a non fare da cassa di risonanza ad altre voci...
In ogni caso la situazione degli Istituti Ecclesia Dei è bene diversa da quella che avrà la Fraternità se si arriva alla soluzione canonica desiderata...
Torniamo a sperare e a pregare dicendo: sia fatta la Tua volontà!
Sul web le notizie corrono in tempo reale... a volte è un bene, a volte potrebbe venirne un danno. Vedremo!
RispondiEliminaNel frattempo il Blog Rorate Ceali riprende questo nuovo articolo di Tornielli che, invece di inserire come aggiornamento e non fare quindi da moltiplicatore a tutte le voci, rendo disponibile qui
Rien de définitif: ni accord ni rupture
RispondiEliminaRome; 16 avril 2012 (Apic) Dans une lettre rédigée le 14 avril 2012 à l’intention des évêques et des prêtres de la Fraternité sacerdotale Saint-Pie-X (FSSPX), leur supérieur général, Mr Bernard Fellay, aurait rappelé qu’un accord avec Rome serait possible uniquement s’il n’était pas demandé aux Lefebvristes des concessions qui concernent la foi et si une réelle liberté leur était garantie.
In modo riservato mi è giunta notizia da fonti più che autorevoli che non è giunta alcuna lettera di Mons. Fellay al proprio clero, che la responsabilità nel dare percentuali del 25% è tutta del Dott. Tornielli perchè la Fraternità "è sempre stata coesa e ora più che mai attorno al proprio Vescovo". I sacerdoti e la Fraternità serenamente continua a pregare continuando a dare piena fiducia e a Mons. Fellay!
RispondiEliminaPrudenza, dovrebbe essere la parola chiave in questi giorni delicatissimi, MOLTI sono i nemici di un "rientro" della FSSPX, molti sono i nemici della Fraternità tout court,le notizie che circolano sono tutte basate su fonti di cui non conosciamo l`attendibilità, il condizionale è di rigore, Tornielli non fa eccezione.
RispondiEliminaStiamo correndo dietro a condizionali e niente di certo.
s-kit.com/blob/qp_3tfKUDpjUsNAWBSA_aP.jpg
RispondiEliminaTrovato su MiL.
...o meglio, qui:
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2012/04/escusivo-senza-parole.html#comment-form
Praticamente il link trascritto da Luisa alle 20:33 porta a questa immagine, da qui più direttamente raggiungibile, che dimostra l'autenticità della visita pastorale e del relativo dossier.
RispondiEliminaDunque l`annexe, di cui è fatto menzione, sarebbe quello messo in rete.
RispondiEliminaInteressante, su Mil c'è anche questo commento:
RispondiEliminaGli istituti Ecclesia Dei han voluto fare un accordo pratico unicamente al propio orticello, autoimponendosi di tacere sulle questioni vere. Ma i problemi non sono i pizzi o un po di latinorum. La FSSPX lo ha sempre detto. L'accordo che si prospetta ora con Roma non causerà nessuna autocensura. Purtroppo ci sarà un doppio tradizionalismo: da una parte quello portato avanti dalla FSSPX, poco incline ai pizzi e molto propenso a criticare ciò che non va; dall'altra parte ci saranno tutti gli istituti "Ecclesia Dei" molto propensi ai pizzi al punto di anteporli alla difesa pubblica della verità. La FSSPX avrà libertà di parola, garantita non solo dagli accordi che verranno sottoscritti, ma dall'essere autonoma episcopalmente. Gli istotuti "Ecclesia Dei" continueranno a vivere pensando le stesse cose della FSSPX.....ma non dicendolo. Insomma, ci potrebbe essere un ttradizionalismo battagliero e tosto, e uno sonnlento e timido. Ci sarà comunque sempre una soluzione: lasciare l'Ecclesia Dei e rientrare nella FSSPX, da cui, tra l'altro, uscirono i fondatori dei maggiori istituti Ecclesia Dei, come la FSSP e l'IBP. Anche Campos s'è un po appiattita perdendo la forza delle origini. tutto dimostra che la FSSPX aveva ragione: gli accordi pratici a lungo andare non servono e sono anzi più dannosi. Bisogna comunque dire che a Roma, sono ancora in molti a pensare che il tradizionalismo sia una magnanima concessione per gruppuscoli un po dandy. Mica han capito che il futuro della Chiesa è nel ritorno alla tradizione così come la vive la FSSPX. Essa si che può ben dire d'avere una "tradizione vivente", o, meglio ancora di "vivere la tradizione". Perchè Roma e l'intera Chiesa capiscano tutto questo ci vorranno molti decenni....forse qualche secolo Il Papa infatti è decenni avanti (se non un secolo) rispetto alla Curia e rispetto agli Episcopati.
Posso dire il fondo del mio pensiero?
RispondiEliminaIo non so chi ha messo in rete quell`annesso, ma non credo di sbagliarmi se dico che è in ogni caso una persona che non sta facendo salti di gioia all`idea di un accordo fra Santa Sede e FSSPX,che sia un modernista della Curia, un tradi che non vede di buon occhio l`arrivo della Fraternità o un membro della FSSPX che spara le ultime cartuccie perchè non vuole saperne di seguire mons. Fellay.
In ogni caso un`iniziativa che non è gratuita e sprovvista di secondi fini, fini non di pacificazione ma di divisione.
Non credo che sbagli, Luisa.
RispondiEliminaMa sono convinta che siano dispiegate ben altre forze che questi che potremmo definire mezzucci, elementi di disturbo, in fondo. Ma la partita, a questo punto, dovrebbe giocarsi tra Fellay e il Papa. Almeno oso sperarlo!
Però ci sono altre cose gravissime in ballo e la situazione è davvero delicata. Forse come non mai!
Deve salire, incessante, la nostra preghiera.
La PdV è un documento lungo ed è talmente lungo che risulta indigeribile e quindi sostanzialmente inutile.
RispondiEliminaÈ un documento antiTradizionale non solo perché quando cita il lemma Tradizione la fa seguire SEMPRE dall'aggettivo VIVA, ma anche perché il sacerdote per la PdV non è "scelto tra gli uomini per il culto a Dio solo" ma scelto sostanzialmente per il servizio al Popolo di Dio.
Il conteggio delle parole è indice di quel che dico:
di "servizio" orizzontale immanentista più di 80 volte
di Parola (di Dio) 70 volte
di Eucaristia 17 volte
MA
di ascesi, si parla 3 volte
di sacrificio, 3 volte
di servizio a Dio, 1 volta.
di culto, 1 volta
Che vi devo dire è il manifesto del prete conciliare (modello più che fallimentare) consigliato ad una fraternità sacerdotale tradizionale mi sa tanto di provocazione e di desiderio di piegare e "normalizzare".
Ovviamente la parola Concilio si ripete "solo" 40 volte.
RispondiEliminaConsidero una grande idiozia il giudizio sugli istituti Ecclesia Dei o comunque non legati alla Fraternità S. Pio X che monomaniacalmente si basa sui pizzi ecc. Ma è possibile che non si veda l'opera che svolgono anche nelle parrocchie loro affidate con la formazione dei giovani, con il recupero degli adulti? I ragazzi che coltivano saranno anche i sacerdoti di domani che saranno formati, come quelli odierni, nella retta dottrina.
RispondiEliminaQueste astiose divisioni sono il cancro dell'ambiente tradizionale: servono soltanto a chi vuole soffocare la nostra voce. Insomma roba da utili idioti a cui mai mi unirò.
Non conosco l'autorevolezza delle fonti di Tornielli. Certo è che in ogni caso la S. Pio X subirà emorragie.
RispondiEliminaSursum corda e auguri vivissimi al Santo Padre.
RispondiEliminaCi sono notizie di Golias, noto sito ultramodernista, che lasciano ben sperare. Mi sembra che Golias, la Cigona e Tornielli, che forse hanno fonti indipendenti (e comunque non della parte tradizionaleggiante della Curia), stiano giungendo alla stessa conclusione.
http://golias-news.fr/article5402.htmlf
Dante,
RispondiEliminaso che tu parli per esperienza diretta.
Sono d'accordo che il discorso dei 'pizzi' non ha senso. Così come spiacciono anche a me le astiose divisioni dell'ambiente tradizionale.
L'esperienza che ho io (parlo della FSSP e di qualche incontro con Mons. Pozzo) è di un quasi totale "ingessamento"...
Quanto alle possibili divisioni nell'ambito della Fraternità penso che purtroppo saranno da mettere dolorosamente in bilancio, a prescindere dall'autorevolezza delle fonti di Tornielli.
Confido tuttavia che la Fraternità, in caso di accordo, sappia e possa mantenere, pur nell'obbedienza e nel rispetto, la libertà pastorale e quella di parola, che vorremmo potesse maggiormente emergere per tutta la Tradizione, anche oltre la provvidenziale frontiera di libertà rappresentata dalla Rete.
La mia opinione personale è che coloro che hanno bisogno di un institudo Ecclesia Dei, è il Cammino Neocatecumenale, Focolari, il movimento carismatico e tutti nuovi movimenti. I movimenti tradizionaliste, non hanno bisogno di avere un precettore, capiscono molto bene la dottrina e anche celebrano bene la liturgia. Sembra che i tradizionaliste sono bambini nella fede e i nuovi movimenti suoni adulti.
RispondiEliminaEsiste divisioni nella tradizione, ma purtroppo esiste divisione in tutta chiesa, che è attualmente divisa in carismi, dove gli intituti tradizionalisti sarebbero solo un carisma in più. Quindi, questo è per me il problema principale degli Istituti Ecclesia Dei: ad accettare che la tradizione, la fonte della rivelazione, come un carisma in più. Si può anche sviluppare una certa bella opera in una parrocchia, ma il posto che compete per la tradizione non dovrebbe essere limitato ad alcune parrocchie, ma tutta la Chiesa, cioè il luogo della tradizione è in Roma, dove dovrebbe diffondersi a tutta la Chiesa .
Inoltre, il testo di mons. Pozzo mi sembra una risposta negativa all'invito di don Bux, di andare a Roma con fiducia. Purtroppo questo non è possibile. Come se vede nel testo di Mons. Pozzo, quelo che si desidera è l'accetazione del concilio per instituti tradizionalisti. Adesso arriviamo al punto di guardare il possibile accordo tra Roma e FSSPX, e una possibile rottura tra IBP e Roma.
Complemento:
RispondiEliminaMe scusi e con tutto il rispetto, accettare la tradizione solo come un carisma più, equivale all'accettazione di una formula simile a quella di Camille Cavour, cioè, se lui ha sostenuto il "stato libero nella chiesa libera", l'accettare della tradizione come un carisma in più, equivale alla formula: "Libera tradizione e libera Chiesa"...
Un saluto dal Brasile
Ho sempre scritto anch'io che gl'Istituti Ecclesia Dei, salvo rarissimi casi, non amano polemizzar in pubblico.
RispondiEliminaResta però l'aspetto più importante, la loro ragion d'essere: liturgia antica; formazione rigorosa in campo teologico, spirituale, morale; apostolato in ogni parte del mondo e "nuova evangelizzazione" di giovani e adulti in chiese ed in parrocchie, oratori e pre-seminari.
Questo apostolato dà i suoi copiosi frutti a volte più numerosi e costanti che una posizione di continua polemica.
Ancora mi sembra d'aver in continuazione affermato che nessuno di questi istituti ha mai intavolato, a meno che non si sia trattato segretamente, discussioni dottrinali con la S. Sede su punti delle dottrine conciliari e post -conciliari che cozzano contro la loro stessa formazione.
Anch'io vorrei che in tutte le chiese si celebrasse l'antica liturgia e s'insegnasse la sana dottrina.
accettare della tradizione come un carisma in più, equivale alla formula: "Libera tradizione e libera Chiesa"...
RispondiEliminagrazie Gederson, di aver ben espresso il pensiero e timore di molti.
Io mi chiedo: La FSSPX accetterà di entrare nel gran MIX dell'amore universale indifferenziato=religione mondiale sincretica ?
questo apparirà come il grande rischio per tutti i cattolici tradizionali, visto che si va profilando a ll'orizzonte, sempre più nitida, la grande religione universale indifferenziata, quella grande chiesa fraterno massonica in cui l'essere cattolici veri (cioè tradizionali) conterà poco o nulla, nel senso della PARITA' di tutte le credenze, come da Assisi 1986 abbiamo iniziato a imparare: liberté egalité fraternité; nessuno creda di possedere l'Unica Verità, o vera religione che sia superiore alle altre !
(la rivoluzione tipo francese dunque continua nella Chiesa, iniziata nel 1962; in modo silente erode le fondamenta della Chiesa, ma la chiameranno forse "larghe intese", come nella politica, si sa....bisogna trovare compromessi per andar d'accordo: un punto medio tra Verità ed errori di ogni specie....)
un esempio vale 1000 parole, prendiamo quallo di questa settimana.
RispondiEliminaGli istituti ED formano laici e sacerdoti in modo teologicamente rigoroso bla bla bla... poi pero' succede che il papa all'Angelus afferma (come domenica scorsa )senza remore che "il culto cristiano é ESSENZIALMENTE un incontro con il Signore risorto"
http://it.gloria.tv/?media=279413
Tuti gli spettri del mistero pasquale, della chiesa mistero-sacramento, del cristianesimo secondo l'Io-Tu di Martin Buber... ribaditi da una semplice frase.
Cosa devono fare allora questi poveri cristiani ben formati dall'ED? schiacciati tra la chiesa progressista e delle autorità (anche alte) che si contraddicono ogni tre per due???
Secondo Edward Pentin, corrispondante a Rome del National Catholic Register, il Vaticano spera di poter rilasciare una dichiarazione sui « chiarimenti » attesi dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X, ma, aggiunge il giornalista nel suo articolo, questi « chiarimenti » non sarebbero stati ricevuti da Roma. Edward Pentin si è intrattenuto, la mattina del 14 aprile con Mons. Guido Pozzo, segretario della commissione pontificia Ecclesia Dei – ormai inserita nella Congregazione per la Dottrina della Fede. Il prelato gli avrebbe dichiarato « non abbiamo ancora ricevuto risposta » dalla FSSPX, aggiungendo che quest'ultima « aveva preannunciato che stava per arrivare ad una dichiarazione finale, e conseguentemente ho speranza che all'inizio della settimana prossima [la settimana comincia la domenica per i cattolici…] potremo conoscere la sua posizione e prendere le nostre che ne deriveranno ». Alla richiesta se pensava che la risposta della FSSPX fosse positiva, Mons. Pozzo ha risposto: « alcuni commenti di stampa, alcune informazioni sono incoraggianti, ma non possiamo tanto dire della sua risposta quanto che non ce l'ha comunicata ».
RispondiEliminahttp://www.riposte-catholique.fr/americatho/fsspx-une-declaration-imminente-de-rome#.T40ozLMZdB4
Tuti gli spettri del mistero pasquale, della chiesa mistero-sacramento, del cristianesimo secondo l'Io-Tu di Martin Buber... ribaditi da una semplice frase.
RispondiEliminaCosa devono fare allora questi poveri cristiani ben formati dall'ED? schiacciati tra la chiesa progressista e delle autorità (anche alte) che si contraddicono ogni tre per due???
Caro Poirot,
se dell'Angelus del Papa leggi solo quella frase, che di per sé non è affatto errata, e lì ti fermi, non ti accorgi che più avanti si parla
«Pace a voi!» (Gv 20,19.21.26). Il saluto tradizionale, con cui ci si augura lo shalom, la pace, diventa qui una cosa nuova: diventa il dono di quella pace che solo Gesù può dare, perché è il frutto della sua vittoria radicale sul male. La «pace» che Gesù offre ai suoi amici è il frutto dell’amore di Dio che lo ha portato a morire sulla croce, a versare tutto il suo sangue, come Agnello mite e umile, «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14). Ecco perché il beato Giovanni Paolo II ha voluto intitolare questa Domenica dopo la Pasqua alla Divina Misericordia, con un’icona ben precisa: quella del costato trafitto di Cristo, da cui escono sangue ed acqua, secondo la testimonianza oculare dell’apostolo Giovanni (cfr Gv 19,34-37)...."
Come vedi nel Mistero Pasquale non entra solo la Resurrezione, ma anche la Passione e la Morte del Signore.
Purtroppo non parla esplicitamente di espiazione; ma questa è storia vecchia ed è proprio per questo che c'è bisogno della sana dottrina in una Chiesa che in larga parte l'ha abbandonata!
e allora è necessario rimboccarsi le maniche e darsi da fare per ri-evangelizzare dall'interno come si può, senza prendere il toro (concilio) per le corna, ma sfiancandolo fino a ripareggiare la verità, intanto, nello stesso modo in cui l'anno oscurata: con la Pastorale, nell'attesa che un Papa lo faccia autorevolmente e dogmaticamente, chiudendo tutte le falle...
RispondiEliminaIo mi chiedo: La FSSPX accetterà di entrare nel gran MIX dell'amore universale indifferenziato=religione mondiale sincretica ?
RispondiEliminaNoi ci siamo dentro in questo MIX, e c'è anche la Fraternità perché non si può dire che la mancata regolarizzazione canonica la renda 'fuori' spiritualmente.
Starci dentro non significa lasciarsene contagiare, ovviamente col sostegno della Grazia e della preghiera e di Sacramenti come Cristo comanda.
Tuttavia continuare a rimanere ai margini, per una sorta di timore di infettarsi, comporta, come ha ben riconosciuto anche don Schmidberger, l'indebolimento dell'intera Tradizione (che non è solo la FSSPX, che ne costituisce la punta di diamante) nonché un danno per la Chiesa tutta e per la salus animarum.
Papa Benedetto XVI e mond. Fellay hanno bisogno delle nostre preghiere ora più che mai. Il bombardamento verrà da tutti i lati: dai modernisti, dai liberali, dai massoni, dai talmudisti e neocon, soprattutto attraverso i media.
RispondiEliminaBene il proposito di non fare da cassa di risonanza di ogni "rumore".
Il bombardamento verrà da tutti i lati: dai modernisti, dai liberali, dai massoni, dai talmudisti e neocon, soprattutto attraverso i media.
RispondiEliminaAttraverso i media conosciamo quel che ci è dato vedere; ma chissà quante trame, alcune che escono allo scoperto, altre sotterranee ed oscure...
Il Papa non ha parlato esplicitamente di espiazione. Ma cosa sta a significare l'Agnello che si immola per amore, per vincere il male?
RispondiEliminaLo spostaemento tipico di certo mistero pasquale sulla resurrezione non mi sembra che qui possa esser rimproverato.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCaro Mixer,
RispondiEliminaMi sembra, che abbiamo anche un "libero protestantismo nella libera Chiesa" da parte di carismatici e una miriade di altre movimenti liberi (senza la dottrina della Chiesa) nella libera Chiesa. Roma con il Vaticano II, funziona come uno stato liberale, dove non c'è legge, ma solo la legalità.
Prima di leggere questa lettera da Mons Pozzo, mi chiedevo se non c'era tempo per essere rimosso dalle sanzioni dei tradizionalisti, come ha detto Malach Martin nel libro "Keys of this Blood" (http://tradizionalistacattolico.blogspot.com.br/2011/12/malachi-martin-il-concistoro.html). Ma dopo aver letto questa lettera IBP, ho pensato che mio pensiero era una totale assurdità, perché stanno ancora bruciando incenso al Consiglio, che è in gran parte responsabile della crisi.
In ogni caso, l'autorità dice che dobbiamo interpretare il Concilio alla luce della tradizione. Se l'intera Chiesa di obbedire arriverà alla conclusione che il concilio ha rotto con gli insegnamenti del Magistero che l'ha preceduto. Quindi dovranno chiarire il concetto di tradizione viva, che è strano. Se il concilio può essere interpretato alla luce della tradizione, è perché la tradizione è un retaggio di tutta la Chiesa, è stato un dato rivelato trasmesso continuamente. Ma questo è valido fino a raggiungere il punto in cui il Concilio contraddice ciò che è stato in precedenza dal magistero. Quando si raggiunge questo punto, la tradizione diventa una proprietà assoluta del magistero, dove diventa uno con lui e l'magistero piuttosto che interprete, diventa lui stesso una fonte di rivelazione.
Un altro problema è che come si può vedere nella lettera di Mons Pozzo, è che l'autorità si fonda sull'ermeneutica della continuità, che è indimostrabile e assurda. Per accettarla equivarrebbe ad ammettere che 2500 Vescovi si recò a Roma, solo per firmare i testi del Concilio, senza aver imparato nulla nelle sessioni conciliare. Poi chiedetevi, dove è andato i resultati di quelo che hanno fatto per via orale? I Vescovi non hanno imparato nulla in queste sessioni?
L'ermeneutica della continuità mi ricorda Nietzsche, che ha detto: "Non ci sono fatti, ci sono interpretazioni", e questo è ciò che accade con il Concilio, assumendo che il problema è solo ermeneutica: essa cessa di esistere come un fatto.
Un saluto dal Brasile
Caro Dante,
RispondiEliminaCapisco che tu desidera la tradizione per tutta la Chiesa. Mi sembra che abbiamo raggiunto un punto in cui le azioni di Roma è diventato incomprensibile. La lettera di Mons Pozzo al IBP rivela una profonda incomprensione del problema quando dice cose come:
"Per questo, sarà utile contattare altre società di vita apostolica adatte ad aiutare questa riflessione sulla vita comunitaria".
Problemi a parte, il IBP è superiore dottrinalmente a tutte le altre società di vita apostolica. Potrai imparare sulla vita comunitaria con il Cammino Neocatecumenale o i carismatici così come Vescovo Rifan? Sembra che l'Ecclesia Dei è una sorta di Sodalitium Pianum per controllare i tradizionalisti.
Semprwe qui, su queste pagine, ho scritto che uno dei pericoli maggiori per la nostra battaglia è la presenza di mons.Pozzo.
RispondiEliminaPenso anch'io, Dante. Un amico che circola nei corridoi vaticani m'ha riferito che le riunioni dell'Ecclesia Dei erano abbastanza vivaci e che si sentivano le urla di Pozzo che rifiutava ogni revisione del preambolo. Sarà vero?
RispondiElimina'
Aridateci monsignore Camillo Perl
RispondiEliminaPurtroppo Perl non è proprio così forte (l'ho conosciuto di persona).
RispondiEliminaIl ragliare contenuto in questo "allegato" conferma che:
1) la "normalizzazione" dei tradizionalisti consiste nel creare spiragli per far entrare il fumo nel tempio
2) la "valorizzazione" dei tradizionalisti consiste nel metterli in condizione di "tappar buchi" nelle parrocchie
3) la "visita canonica" ai tradizionalisti consiste nel cercare il pelo nell'uovo.
Queste cose le dico senza essere tradizionalista e restando comunque cosciente che l'IBP non è affatto il paradiso (tanto meno lo è la FSSPX).
Se anziché la realtà fosse una storia a fumetti, si potrebbe gridare ai vescovi: date all'IBP lo stesso spazio [e le stesse punizioni] che avete dato ai neocatecumenali...