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venerdì 6 aprile 2012

Il "nomadismo" liturgico di molti cattolici

Il solito neocatecumenale, lasciato a briglia sciolta su Messa in Latino con le sue lenzuolate deliranti contro la Liturgia Romana persino il Venerdì Santo, ha indotto Giampaolo a vergare questo intervento, che faccio nostro e merita di essere messo in evidenza perché è il resoconto fedele e limpido della nostra situazione e nel contempo risponde a tuttora diffusi pregiudizi. Nella speranza che si possa presto uscire dall'emergenza e da quella sorta di riserva indiana nella quale risultiamo confinati in quella che è pur sempre la nostra Chiesa.
(L'immagine a lato è stata scattata durante la Santa Messa celebrata ogni sabato pomeriggio alle 18.30 nella Cappella di S. Nicola in Carcere in Via Teatro di Marcello, 76, Roma).

Raramente ho potuto leggere una summa così dettagliata e meticolosa di luoghi comuni sulla liturgia di sempre. Pare anche chiaro che chi l’ha vergata, rigorosamente da anonimo, non vi abbia mai preso parte, e quindi parli senza aver la minima cognizione di causa del proprio oggetto. Vale comunque la pena di smentire le falsità ivi presenti a vantaggio non certo di chi le ha scritte, la cui malafede è palpabile e contro cui nessun ragionamento può nulla, quanto piuttosto pensando a chi potesse imbattervisi, e restarne confuso.

In primis nessuno forma gruppetti Messa, si chiama coetus fidelium il novero di coloro i quali si adoperano per poter frequentare la liturgia di sempre. Che questi poi spariscano è un’altra falsità, sono ormai anni che questi fedeli s’incontrano e hanno un sacerdote che li segue, e che pertanto vivono una comunione di preghiera e spiritualità che ha già portato e porta molti frutti. Questi fedeli già non si identificavano prima con le rispettive comunità parrocchiali e diocesane, ma le subivano obtorto collo, non è detto che sia la norma ma per lo più è così, sicuramente lo fu nel mio caso e in quello degli amici che ho incontrato alle funzioni vetus ordo, quindi ora si è radicati laddove prima non lo si era, ammesso che il “radicamento” sia poi questo valore supremo. Vero che quello che conta è il Sacrificio di N.S.G.C. e non la comunità, forse che per lei questo non valga? L’Eucarestia è tutt’altro che quello che lei dice sulla comunione, ma è la Transustanziazione di Cristo, punto; come tale, perché Lui stesso ce l’ha detto, è sì discrimine tra coloro che Vi credono, e chi no, il resto è aria fritta, mi scusi la franchezza. Si fanno con fatica centinaia di km per parteciparVi proprio perché sotto casa questa verità è sempre più scolorita e non sopportiamo più la banalizzazione del sacro.

Questo nomadismo dei fedeli è salutare alla Chiesa tutta, e a quelle locali nel particolare, perché rende evidente un grave problema della Chiesa nella sua interezza, che è quanto detto sopra, la sciatteria delle celebrazioni odierne, tutte orizzontali in cui il Sacro non viene più celebrato.

Sfugge in che modo i coetus fidelium sfuggano dall’autorità; è per l’autorità del S. Padre che questi esistono, o non è Questi sufficientemente autorevole? Nelle Diocesi comincia ad emergere l’evidenza che non si è condannati all’insignificanza di tante, troppe, celebrazioni attuali, ma vi è un’alternativa forte, reale, e soprattutto conforme all’ortodossia cattolica, non potrei vedere frutti migliori.

Tengo poi a precisare che questo non è uno pseudo-movimento, non è un movimento affatto, come invece amano definirsi i gruppetti, non importa quanto numerosi, di ultimo conio. I movimenti infatti si contentano di loro stessi; la liturgia antica, invece, nasce e cresce per la Chiesa al cui servizio è votata, e la Cui natura rispetta. È questione di poco tempo e piano piano passerà la sbornia novista e, se non nella stessa forma (ma speriamo di sì), vedrà come il rito antico feconderà la liturgia della Chiesa intera. I giovani delle novità per le novità si stancano dopo poco, oramai siamo a 5 anni di distanza e i giovani sono in crescente aumento alle liturgie antiche, il mantra del fiato corto ha esso stesso finito il carburante, ci si rassegni, il tempo è galantuomo, la Verità vince sempre, e ciò che Vi si conforma ne giova, gli altri…

Che una liturgia, mai abrogata (e come avrebbe potuto esserlo?), possa essere definita superata è una corbelleria che lascia il tempo che trova; che la curia remi contro al suo ripristino è altro punto che non dimostra la veridicità delle sue tesi, ma l’opposto, come cioè si abbia paura di qualcosa che trascende i calcoli umani, come di fatto sta avvenendo.

Vedo poi che si continua ad usare il verbo superare, che è spia di profonda ignoranza teologica. Nella Chiesa non si supera niente, tanto meno una liturgia, che è culto reso a Dio. Questa continua enfasi sul superamento, l’aggiornamento, la novità è un cascame dello storicismo, che è eresia vecchia e stantìa come vecchi e sclerotici sono i cliché che ne derivano. Lei crede di trovarsi dalla parte vincente, aggiornata della storia, quando è invece abbarbicato ad una sua interpretazione hegeliana, questa sì del tutto superata e falsa, e soprattutto non-cattolica.

Che gli abusi ci siano sempre stati è vero, ed è proprio per questo che non si capisce come mai, per correggere gli abusi, si sia buttato il bambino con l’acqua sporca. Se il NO doveva essere una risposta agli abusi liturgici, non si vede come possa esserlo stato, visto che ha cambiato completamente il rito, peggiorandolo e rendendolo ancor più peggiorabile.

9 commenti:

  1. Ottimo come sempre, suasivo ma utile ad altri ma non all'esaltato neocat che copiaincolla da Augè e da altri e spaccia per farina del proprio sacco le più viete bischerate sulla S. Messa che ha santificato per 2000 anni le anime e creato legioni di santi e martiri che cui, come su Cristo, si fonda la Chiesa.
    La liturgia antica non solo è nata per la Chiesa, ma è nata nella Chiesa e con essa si è sviluppata. Non credo che questo possa dirsi per altri riti inventati da pseudoprofeti che da un offuscato vertice ecclesiastico vengon approvati ed imposti.
    Come Cristo risrto vince le tenebre della morte, così vincerà le tenebre della liturgia odierna, ai vertici non ignote.

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  2. Giampaolo è sempre bravissimo e competente. E' una grazia poter leggere quel che scrive.

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  3. la storia del nomadismo é singolare:ho avuto modo di far presente ad alcuni sacerdoti che per la liturgia antica il nomadismo é quasi sempre un'esigenza che nasce dalla difficoltà di ottenere spazi nelle singole diocesi. Invece esiste un nomadismo per la messa riformata questa sì piuttosto grave:perché dimostra come sia la soggettività del singolo prete a farla da padrone rispetto alla liturgia,o piuttosto la presenza di rumorose e accattivanti"comunità".

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  4. C'è infatti anche il nomadismo di segno opposto: quello delle comunità neocatecumenali che invadono le parrocchie con persone estranee al territorio e fagocitano ogni altra realtà.

    Giampaolo ha ben sottolineato la differenza: Tengo poi a precisare che questo non è uno pseudo-movimento, non è un movimento affatto, come invece amano definirsi i gruppetti, non importa quanto numerosi, di ultimo conio. I movimenti infatti si contentano di loro stessi; la liturgia antica, invece, nasce e cresce per la Chiesa al cui servizio è votata, e la Cui natura rispetta.

    Nel loro caso, tuttavia, non passiamo parlare di "riserva indiana"; ma di ponti d'oro!
    Complici il modernismo e l'inclusivismo post-conciliari.

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  5. Grande precisazione di Giampaolo.

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  6. MiL farà la fine del sito Cattolici Romani. Incominció cattolico poi è diventato un'isola infelice dei NC, spocchiosi modernisti legalisti eretici MA approvati. Contenti loro.

    Poi Giampaolo avevo piacere a conoscere un suo parere sul post dedicato alle questioni bioetiche sull'espianto degli organi. Se può. Grazie.

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  7. Esiste nelle parocchie il nomadismo, eccome: nelle parrocchie vicine alla mia abitazione v'è un esodo verso altre chiese dove la Messa è più cattolica e il prete non dice eresie oltre che stupidaggini. In una delle chiese di cui parlo la gente apprezza solo il cappellano, che è effettivamente bravo, e predica in modo ortodosso.
    Persino qualche accolito o diacono perbene ha abbandonato il campo per andare ad arare altrove.

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  8. Troppo gentili tutti, al solito.

    E' stata solo una reazione, abbastanza affrettata peraltro, ad un refrain cui sono purtroppo abituato, e a cui non avrei reagito, se non appunto per la possibilità che vi si possa imbattere qualcuno in buona fede.

    Caro don Camillo, come ho già avuto modo di dire in coda ai commenti di quel post, sono contrario alla pratica dell'espianto di organi vitali per diversi ordini ragioni che vanno dalla convenzionalità interessata della definizione di morte, a quello del progressivo degrado delle spoglie mortali, e quello dell'inadeguatezza terapeutica. Ma ce ne sono altri che non rassegno ora perché richiederebbero parecchio spazio.

    Rinnovo a voi tutti i miei migliori auguri per una Santa Pasqua.

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