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sabato 21 aprile 2012

Mariti preti VS preti sposati. E i diaconi permanenti?

Chi segue blog tradizionali sa bene che l'ultimo baluardo che il modernismo si prefisse di abbattere è il celibato ecclesiastico con l'Ordinazione al sacerdozio di uomini sposati, nonostante tante prediche sulla bontà del celibato ecclesiastico. Ultima tappa di un'azione demolitrice dell'Ordine sacro latino. Le tappe sono state precise e inesorabili: 

1. l'indebolimento dell'identità, del carattere e della dignità sacerdotale dal Alter Christus a "anzitutto ministro della Parola di Dio", [PdV n°26
2. la creazione dell'Ordine del diaconato permanente, fiore all'occhiello della Chiesa del post-Concilio,
3. l'Ordinazione di uomini sposati provenienti dall'Anglicanesimo "latino".
4. E ora, siccome NON ci sono più vocazioni "celibi" (ma guarda un po'!!), si DEVE procedere per forza all'Ordinazione sacerdotale degli sposati.

Era solo questione di tempo!

di Marco Tosatti: "Ordinare uomini sposati"

Il vescovo di Anversa, Johan Bonny, ha dichiarato in un'intervista al quotidiano De Standard di essere pronto a ordinare uomini sposati, dal momento che pensa che sacerdoti non celibi potrebbero contribuire alle necessità pastorali della Chiesa.

5. (c'è un quinto punto!) ALLORA, perchè non ordinare i diaconi permanenti (già stanno nelle parrocchie latine in servizio) oppure ancora "meglio" riabilitare all'ufficio sacerdotale quei preti che dopo l'Ordinazione e con la dispensa dal celibato han dovuto "subire" l'allontanamento da ogni incarico ecclesiastico e pastorale: 100.000 preti latini con qualche vescovo a seguito? 

E' solo questione di tempo?!

16 commenti:

  1. Mic, se tu credi lo spostiamo più in la.

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  2. Come la sorelle Bandiera: fatti più in là àà

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  3. Reverendo metterei più che "creazione" ripristino di un archeologismo ministeriale avulso dal tempo e dalla storia. Il diaconato permanente è solo un pasticcio pasticciato che ha portato solo più problemi nelle parrocchie.

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  4. Non riesco a capire come abbia potuto minimamente consigliare alla Buon Pastore di leggere e applicare la Pastore dabo vobis a suo istituto. Mi domando: ma Mons. Pozzo l'ha mai letta?

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  5. Penso di sì, e il problema è proprio questo.

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  6. ^__^ ma non c'erano UN MILIONE DI PRETI kikiani? ^__^

    ao! ho ancora la voce di Kiko nelle orecchie mentre lo annuncia: ABBIAMO TIRATO FUORI un milione di preti!!

    Vabbè... fra i due non so se preferire i preti sposati ai castrati di Kiko... c'è poco da ridere, lo confesso e mi scuso per le battute!

    Io credo che tutta la situazione va letta, dolorosamente, anche alla luce di certe recenti IMPOSIZIONI... all'Ist Buon Pastore le cose si stanno mettendo maluccio...

    "preti SV" ma SV che vuol dì? ^__^

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  7. Scusate l'ignoranza, ma cosa c'è scritto nella "Pastores dabo vobis" di inaccettabile? Ammetto che neanche io l'ho letta.

    Marco Marchesini

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  8. La questione non è del cose c'è scritto, ma del cosa non c'è scritto, per esempio.

    L'esempio dell'Alter Christus, è il più significativo. Il sacerdote è chiamato non solo a conformarsi, ad agire nella Persona di Gesù, ma è esso stesso un altro Cristo, da cui poi deriva tutta la spiritualità del prete: sacerdote e vittima. Insomma un mondo spirituale che ha veramente forgiato legioni di santi preti, penso solo ai preti delle Missioni di Francia, dove già prima di essere Ordinati sapevano che sarebbero morti in terra di missione, e volentieri si consegnavano a questa "gloriosa" conformazione.

    La PdV è un documento molto lungo, e quando le brode sono lunghe delle volte sono senza sapore. Mi chiesero di leggero prima di entrare in seminario, non arrivai a metà. Avevo un'idea di sacerdote molto diversa, la mia idea fu forgiata dall'esempio dei santi sacerdoti romani, non avevo bisogno di altro.

    Fare un'analisi della PdV, mi richiederebbe molto tempo, c'è la rottura ovviamente con l'impostazione pedagogica passata, quell'"anzitutto" la dice lunga sul contenuto del Documento. Circa poi della questione postami di Mons. Pozzo, sì anche io sono stupito, se non è ignoranza è malizia.

    Si possono chiedere tante cose alla Fraternità (SPX & Buon Pastore) ma non certo un consiglio (che sa più di imposizione) su come impostare una pastorale vocazionale e formativa. E' semplicemente una vergona! Non solo perchè le statistiche lo confermano, sulle percentuali di sacerdoti formati (e sulla loro perseveranza dopo l'ordinazione) alla "Alter Christus" rispetto ai sacerdoti formati alla "soprattuttoministridellaparola", ma anche e principalmente perchè Mons. Pozzo & co. si sono dimenticati che l'opera dell'Arcivescovo Mons. Lefebvre nacque proprio per formare i sacerdoti secondo l'uso comune devoto e tradizionale.
    Il povero Mons. già vedeva la devastazione dei seminari e la pessima formazione, per fortuna non vide la PdV, uscita tra l'altro esattamente un anno dopo la sua morte, che cristallizzò (e canonizzò) già l'andazzo corrente.

    Veramente come Carradori (su MiL) sono rimasto senza parole! Spero solo che quel sant'uomo di Don Philippe Laguérie, con fermezza si faccia sentire per il bene del suo istituto. Accettare la pedagogia di rottura (ma di molto) della PdV (nonostante le belle parole ma che tali rimangono) significherà in pratica chiudere i seminari molto presto! Ma io credo a giudicare dal tono della sua recente lettera, che lo sappia molto bene.

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  9. Bella Caterì! grazie ho corretto! VS=(versus, contro). Quando ci vediamo a giugno te offro un cornetto al bare!
    Saluta chi sai tu! sopratutto l'amico mio!

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  10. La mia era solo una battuta, ma non del tutto lontana dalla realtà. Così posso dire che il testo è lunghissimo, come giustamente afferma don Camillo, molto farraginoso per cui alla fine si perde l'orientamento, il filo conduttore, ed anche le osservazioni e le puntualizzazioni precise e sagge si smarriscono in un mare magnum di parole. La sintesi non caratterizza i documenti conciliari e postconciliari (si pensi al CCC) e per questo in essi si posson trovare contraddizioni e magari qua e là spunta anche una perla di verità.
    Molto spazio nel documento sinodale è dedicato al "sociale", tuttavia non manca neppure l'impegno spirituale del sacerdote.
    La chiarezza icastica d'un tempo è inutile cercarla.
    Trascrivo, incollandolo un passaggio che m'appar positivo e che m'ero messo da parte:

    "I presbiteri sono, nella Chiesa e per la Chiesa, una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo Capo e Pastore, ne proclamano autorevolmente la parola, ne ripetono i gesti di perdono e di offerta della salvezza, soprattutto col Battesimo, la Penitenza e l'Eucaristia, ne esercitano l'amorevole sollecitudine, fino al dono totale di sé per il gregge, che raccolgono nell'unità e conducono al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito. In una parola, i presbiteri esistono ed agiscono per l'annuncio del Vangelo al mondo e per l'edificazione della Chiesa in nome e in persona di Cristo Capo e Pastore."

    Un fascio di luce in un insieme ridondante e pedante che non invita alla lettura, alla riflessione, all'interiorizzazione del tema.
    Questa fu la mia impressione, ma oggi, dopo tanti anni, l'impressione potrebbe mutare ma forse non in meglio, e per questo almeno per ora non ho voglia di risfogliar quel malloppo.

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  11. Il Vaticano secondo ha eliminato anche l'aggettivo MEDIATORE. Con queste due mutilazioni la differenza tra il prima e il dopo, è abissale. Parlare di "continuità" con questi documenti è impossibile. Che qualcuno lo dica a Pozzo.

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  12. Sì, ben detto Dante e ben detto agli anonimi! Oggi il Sacerdote è l'uomo cristiano che si adopera del sociale, non è più il mediatore privilegiato "un uomo “preso di mezzo agli uomini”, ma “costituito a vantaggio degli uomini per i loro rapporti con Dio”. (cfr. Pio XI, lettera enciclica «Ad Catholici Sacerdotii», 20-12-1935).
    Oggi il prete è "un" ministro, non più l'Alter Christus, un altro Cristo con tutta la responsabilità che questo comporta.
    E se dovessimo elencare un'altro aspetto che nella pastorale formativa moderna post-conciliare è stato debellato è l'INDELEBILITA' che discende dalle due principali caratteristiche sopra mostrate. "Tu es sacerdos in aeternum!". Infatti non pochi teologi anzi praticamente tutti, oggi asseriscono (non so con quale certezza) che il carattere sacerdotale si estingue con la morte, contraddicendo una prassi assolutamente consolidata nella Chiesa. Al riguardo memorabili sono le pagine del padre Paolo Segneri in Il cristiano istruito nella sua legge, Venezia 1687, pp. 232-233.

    http://lepaginedidoncamillo.blogspot.it/p/lindelebilita-del-sacramento-dellordine.html

    Insomma togliere illecitamente certi attributi non ha solo impoverimento dell'identità del sacerdote ma ha fatto ammalare il sacerdozio stesso. L'esempio più lampante è tutto il movimento femminista suoresco sedicente cattolico che con IL Concilio alla mano, ha preteso l'ordinazione proprio perchè a dir di loro il Concilio avrebbe TOLTO al sacerdote maschio la sua caratteristica predominante proprio di Alter Christus.

    Si dice giustamente che il Papa più citato nel Concilio fu Pio XII, ma evidentemente non tutte le sue parole furono considerate degne per IL Concilio. Di seguito riporto parte di discorso che la morte impedì a Pio XII di pronunciare, ripreso paro paro da Giovanni XXIII in Sacerdotii Nostri Primordia.

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  13. "Il carattere sacramentale dell'Ordine - vi è scritto - sigilla da parte di Dio un patto eterno del suo amore di predilezione, che esige dalla creatura prescelta il contraccambio della santificazione... il chierico sarà un prescelto tra il popolo, un privilegiato dei carismi divini, un depositario del potere divino, in una parola un alter Christus... Egli non si appartiene, come non appartiene a parenti, amici, neppure ad una determinata patria: la carità universale sarà il suo respiro. Gli stessi pensieri, volontà, sentimenti non sono suoi; ma di Cristo, sua vita".

    Osservatore Romano 17 ottobre 1958

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  14. PRIMA:
    "un uomo “preso di mezzo agli uomini”, ma “costituito a vantaggio degli uomini per i loro rapporti con Dio”. Pio XI
    DOPO:
    “Scelto da Dio per gli uomini”: titolo della Regola di vita che ha dato Benedetto XVI al suo clero qualche settimana fa.

    Mi potete spiegare la differenza? sembrano uguali?!

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  15. Scelto per gli uomini: non credo che Benedetto XVI abbia voluto dire per i loro comodi. Via...
    Inoltre è bene fornir sempre gli opportuni riferimenti per il controllo. due parole estrapolate posson dir tutto e il contrario di tutto.

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  16. Messainlatino, Vi leggo spesso e volentieri, Vi ritenete la vera Chiesa o quella Chiesa che “ritiene” di rispettare e vivere la tradizione.
    Non vi vergognate di scrivere: i diaconi rimessi al loro posto; Conc. Vat. II creazione dell’ordine del diaconato permanente. "creazione" ripristino di un archeologismo ministeriale avulso dal tempo e dalla storia. Il diaconato permanente è solo un pasticcio pasticciato che ha portato solo più problemi nelle parrocchie (anonimo nel vostro blog).
    Vi ripeto, Voi che vi ritenete la vera Chiesa come mai non intervenite?
    Giusto il celibato guai se venisse tolto, però non deve essere imposto! Il diacono è stato istituito dagli Apostoli e non “creato” dal Vat. II. La firma dell’anonimo conferma che: l’anonimo non soltanto non ha idea che cose sia l’archeologia; ma neanche che cosa sia l’Ordine Sacro.
    I problemi nelle parrocchie non li creano i diaconi, bensì gli “anonimi”, forse “preti”.
    Il Vat. II non ha creato proprio niente; ha soltanto ripristinato il Ministero permanente del Diacono così come hanno voluto gli Apostoli, in primis, e Papa Fabiano nelle prime 7 Chiese di Roma.
    Non si capisce perché un prete non deve essere anche chiamato permanente, soltanto per il diacono si afferma che il “suo” status terreno sarà cosi fino al ritorno al Padre.

    Beniamino – diacono che esercita il proprio Ministero permanente -10 settembre 2012

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