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giovedì 10 maggio 2012

Mons. Brunero Gherardini. Il suo nuovo libro: Il Vaticano II. Alle radici di un equivoco

Finalmente vede la luce la più recente fatica di Mons. Gherardini, che completa -al momento- un percorso di molti anni, ricco di esperienza e sapienza, a completamento di una lunga e fruttuosa carriera di docente e studioso a servizio dell’Intelligenza della Fede, la cui rara e raffinata competenza ci è di grande aiuto e sostegno in questo momento difficile per la nostra Chiesa.

«Il Vaticano II insegna veramente e soltanto ciò che fu rivelato e trasmesso?» E «il senso oggettivo delle parole usate dal Vaticano II corrisponde a quello del precedente Magistero ed in ultima analisi a quello della divina Rivelazione?» Due domande, “a bruciapelo”, che vengono rivolte da Monsignor Brunero Gherardini a tutti coloro che avranno la fortuna di leggere il suo ultimo libro, che brilla per chiarezza linguistica e teologica, dal titolo Il Vaticano II alle radici d’un equivoco (Lindau, pp. 410, € 26.00).

Sono trascorsi cinquant’anni (1962-2012) dall’apertura di un Concilio che sempre più diventa protagonista di un vero e proprio processo. Finalmente il tribunale si è aperto, grazie, in particolare, allo stesso teologo Gherardini (con il suo ormai celebre Concilio Vaticano II un discorso da fare) e allo storico Roberto de Mattei (con il suo Concilio Vaticano II, una storia mai scritta) per far entrare l’imputato, il Concilio Vaticano II.

Pur essendo i contenuti di questo scrupoloso volume assai profondi e complessi, il suo autore, com’è nel suo “gherardiniano” stile, rende la disamina fresca, vivace e vincente. Quest’opera nasce da un’ispirazione polemica, ovvero per rispondere alla malafede di alcuni studiosi e giornalisti nei confronti degli approfondimenti che il teologo da alcuni anni realizza con rigore. Alcune pennellate qua e là ironiche ricordano l’humor graffiante utilizzato dal beato John Henri Newman nel suo capolavoro Apologia pro vita sua, dove, anch’egli, come Gherardini, rispondeva a coloro che lo accusavano, con il coraggio proprio di chi sa, come direbbe san Tommaso d’Aquino, di essere posseduto dalla verità.

Gherardini non si è accodato alla vulgata, ovvero a tutti coloro che continuano ad osannare il Vaticano II in senso aprioristico e senza accettare un’analisi nel merito, ma è andato a fondo del problema, osservando da vicino il radicale cambiamento di rotta della Chiesa postconciliare ed individuando la causa di quel cambiamento negli atti dell’Assise. Ed ecco il grande “equivoco”, «dai più quasi mai preso in esame», matrice dei tanti equivoci e dei tanti errori che sono emersi a cascata: l’antropocentrismo. «L’uomo moderno, verso il quale si protende l’antropocentrismo conciliare, ne assorbe le idee che sovvertono i rapporti naturali e rivelati fra la creatura e il Creatore, diventa di codest’idee il portabandiera e l’araldo, e dalle medesime vien per così dir inchiodato in uno stato d’inconciliabilità con le verità della dottrina e della Tradizione». Ed ecco le derive della Nouvelle Théologie e della Teologia della liberazione.

L’equivoco antropocentrico trova per Gherardini le sue radici nella dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa (Dignitatis humanae), nella dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane (Nostra aetate) e nel decreto sul dialogo ecumenico (Unitatis redintegratio). L’antropocentrismo ha contaminato tutta la cultura moderna e il pensiero maggioritario conciliare, e nulla «nel modernismo e nella sua assatanata reviviscenza neomodernista è risparmiato del tesoro di verità ricevute e trasmesse», ovvero la Sacra Scrittura, i dogmi, la Liturgia, la morale. Oggi quel tarlo modernista che erodeva dal di dentro è emerso con spavalderia, ma l’aula conciliare ne fu già testimone quando si trattarono tematiche nodali, che si distanziavano, nella loro elaborazione, dalla Tradizione.

Gherardini, dato il suo porsi in maniera critica di fronte al Concilio, è stato accusato di essere un “lefebvriano”, dando al termine, come sempre, un’accezione meramente negativa. Egli, a questo riguardo, afferma che pur non appartenendo alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, ne condivide le linee di costruttiva critica al Vaticano II.

L’autore, inoltre, punta la sua attenzione sul linguaggio conciliare e postconciliare, del tutto diverso dalla patristica e dalla Tradizione in genere; fa, inoltre, nome e cognome dei protagonisti delle moderne filosofie e teologie e non li interpreta, ma ne fa la radiografia delle idee; idee che hanno avvelenato lo spirito dell’Assise e «se la sacra gerarchia non blocca questa deriva antropocentrica, il domani della Chiesa non sarà più quello della Chiesa una santa cattolica apostolica nella sua gloriosa ed universalistica configurazione romana».
Cristina Siccardi

36 commenti:

  1. "Quando qualcuno dice la verità,
    non importa con chi contesta:
    non può essere vinto".
    San Tommaso d'Aquino, Commento al libro di Giobbe, 13,19

    Mons. Gherardini è bravissimo!

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  2. "fa, inoltre, nome e cognome dei protagonisti delle moderne filosofie e teologie".
    Non proprio tutti i nomi e cognomi. Nel Suo "Discorso mancato", ad esempio, allude all'attuale pontefice, ma non ne fa il nome. Non credo --e sarò felice di essere smentito-- lo faccia neppure in questo libro. Eppure Ratzinger non solo fu uno dei protagonisti del VII, ma a tuttoggi non lo mette in discussione (cfr. le superbe nalisi di don Gleize). Un'altra nota, fuor di polemica: questa Siccardi avrà scritto trenta libri negli ultimi 4-5 anni. Come fa? Sarà, ma io per scriverne uno ci metto 5-6 anni. Inoltre, mi pare che ora le fatiche di Gherardini sul Concilio, pubblicate dai Francescani dell'Immacolata e da Lindau (!?!), ammontino a 4-5. Ora, è evidente che Gherardini non può aver scritto tutto ciò negli ultimi 4 anni. Si tratterebbe quindi, almeno in parte, di materiale già scritto, ma che --casualmente, ci mancherebbe!-- viene fuori oggi, quando l'esimio teologo è in pensione. Mi fa ridere --e francamente, mi pare anche ipocrita-- chi loda il Nostro e critica Mons. Williamson, che al confronto mi pare un leone.
    Saluti

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  3. Caro Marco,
    è vero che gli ultimi scritti di Mons. Gherardini sono anche frutto dell'assemblaggio di materiale da lui elaborato nel corso della sua lunga carriera anche di docente.
    Ad esempio, La Cattolica è il condensato di 40 anni di lezioni alla Lateranense.
    Inoltre sull'ecumenismo e su Barth ha già dato contributi notevoli da anni. E la sua opera di studioso è ricca di contributi innumerevoli e di grande spessore.
    Ultimamente (ma son già più di cinque anni) ha espresso con acribìa le sue posizioni sul Concilio che, evidentemente, sono andate chiarendosi e maturandosi nel tempo.

    Devo riconoscere che la sua competenza certamente gli ha fatto riconoscere le ambiguità e gli errori in nuce fin da subito. Lui stesso dichiara come, nelle sue lezioni, abbia sempre fatto una lettura 'in contintuità', a volte -è una sua espressione- facendo i salti mortali...

    Non starei a disquisire sul coraggio o meno. Sono molti anni che non insegna e quindi non aveva nessuna carriera da salvaguardare. Evidentemente ha maturato nel tempo la decisione di intervenire con la fermezza e la chiarezza che lo contraddistingue e che, ora, ci sono di grande supporto.

    Sarebbe molto bello cominciare a puntare lo sguardo sul positivo, invece di mettersi sempre sulla difensiva a lanciare accuse...

    Recentemente, parlando con uno dei miei docenti per confrontarmi sugli esiti del concilio, mi sono ricordata quanto in quegli anni (70-80) certe idee siano passate troppo acriticamente a causa dell'entusiasmo che accompagnava le 'novità'. Lui pure, ora, è critico sugli esiti dei quali ragionavamo e sulle loro cause e ha riconosciuto che "ci siamo lasciati trascinare"...
    Io stessa ho maturato alcune mie posizioni (un po' per esperienza sul campo, essendo impegnata nel dialogo ecumenico e in quello ebraico-cristiano) e, poi, quando sono stata in qualche modo 'costretta' per grazia di Dio -coinvolta mio malgrado in un percorso che mi ha portata fin qui - ad approfondire i documenti del Magistero e, quindi, a coglierne le 'perle' e purtroppo, in quelli conciliari e post, anche le pecche...
    A giorni uscirà anche un mio piccolo contributo di sintesi al riguardo.

    Certo nella mia situazione posso accampare maggiori scuse rispetto ad uno studioso come il mio professore, ad esempio... Ma a che serve?

    E' da qui che dobbiamo partire. E, allora, guardiamo avanti e lasciamo stare le polemiche. Ognuno ha i suoi percorsi e la sua sensibilità e anche diversa responsabilità. Quindi lasciamo stare anche i confronti.

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  4. Sono molti anni che non insegna e quindi non aveva nessuna carriera da salvaguardare.

    Già, l'avevo capito.


    Sarebbe molto bello cominciare a puntare lo sguardo sul positivo, invece di mettersi sempre sulla difensiva a lanciare accuse...
    E' da qui che dobbiamo partire. E, allora, guardiamo avanti e lasciamo stare le polemiche.

    Questi mi sembrano slogan, con tutto il rispetto. Secondo Lei, Mic, Gherardini è meno intelligente di Lefebvre o Ricossa o Guérard des Lauriers o di un fedele medio della SPX? Io credo di no. L'unica cosa che distingue gli ultimi citati dal teologo toscano, appunto, è il coraggio. Dall'etimologia della parola si può scoprire, come al solito, molto. Inoltre , se ammetto di fare i salti mortali, sto implicitamente dicendo di difendere una posizione di per sè indifendibile. Nel frattempo, però, continuo a insegnare alla Lateranense, a dirigere "Divinitas", e chissà cos'altro. Non è un caso che abbia quasi novant'anni --gliene auguro, di cuore, altrettanti!-- e gira ancora per conferenze, oltre che per raduni Rotary. E allora, evviva papa Benedetto, la "riforma della riforma", il Nuovo Ordine con canti e balli, tutto il Concilio, Martini, la TFP, Introvigne e Bagnasco (che per non pagare l'ICI fa il lacché di Monti)! Evviva! E' questa, ahimé, la Chiesa di oggi. Altro che "lanciare accuse"! Saluti

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  5. Leggere anche questo:

    http://www.casasanpiox.it/visualizza_docs.asp?id=83

    Di particolare interesse due passaggi:

    Una prova generale sarà una manifestazione “pro-life”, dove i lefebvriani si troveranno insieme agli istituti sacerdotali dell’Ecclesia Dei, a una congregazione Novus Ordo di frati conservatori, ai gruppi dell’area Timone-Bussola, alla TFP e alla Fondazione Lepanto e persino all’Opus Dei e ai Legionari di Cristo! Tra l’altro sarebbe interessante chiedere ai lepantini e ai “timonieri” cosa ne pensano, a proposito della vita, della condizione in cui è costretta a vivere - e a morire - l’infanzia palestinese.

    Si possono estrapolare sistematicamente le frasi “cattoliche” dai testi modernistici di Ratzinger, si può tentare di arrampicarsi sugli specchi per giustificare l’ingiustificabile e tentare delle acrobazie da mozzafiato per conciliare l’inconciliabile, si può mentire agli altri e a se stesi, si può preferire la carriera, gli spazi giornalistici, i successi editoriali alla testimonianza della fede, ma non si può cambiare la realtà oggettiva della cose.

    E che nessuno dica che è un "sedevacantista", senza neppure sapere di cosa si tratta. A mio modo di vedere, è un uomo onesto e (quasi certamente, visto che non lo conosco) un ottimo sacerdote.

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  6. Marco, dettro francamente, abbiamo tutto da imparare alla scuola di Gherardini, io tu e lefebvriani compresi. Anche perchè a giudicare da quel poco che è apparso dagli "esperti" della Fraternità dei famosi colloqui, c'è da rimanere molto perplessi se siano realmente esperti... ma questa è solo una mia impressione, quando tutto sarà pubblicato, anzi ascoltato e visto, perchè tutto è stato ripreso da telecamere, potremo dare un giudizio teologico più sereno e completo.

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  7. perchè a giudicare da quel poco che è apparso dagli "esperti" della Fraternità dei famosi colloqui, c'è da rimanere molto perplessi se siano realmente esperti...

    Invece Ocariz si è dimostrato della statura di S. Tommaso.

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  8. perchè a giudicare da quel poco che è apparso dagli "esperti" della Fraternità dei famosi colloqui, c'è da rimanere molto perplessi se siano realmente esperti...

    Don Camillo, ma come ragioni? Stai dimenticando la ben argomentata confutazione di Don Gleize ad un Ocariz, che più che tomista (l'ironia era d'obbligo!), si può dire "allineato arrampicandosi sugli specchi" di un assunto indimostrato e indimostrabile... (la sua trattazione, come pure quella di Don Gleize, sono raggiungibili dai link presenti sugli articoli cui rimando per alcuni commenti)

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  9. Questi mi sembrano slogan, con tutto il rispetto. Secondo Lei, Mic, Gherardini è meno intelligente di Lefebvre o Ricossa o Guérard des Lauriers o di un fedele medio della SPX? Io credo di no.

    Marco qui non abbiamo da tifare per nessuno. Abbiamo solo da rimboccarci le maniche e andare avanti nel Signore.

    Non è solo questione di intelligenza e/o di coraggio: ognuna di queste persone ha il suo percorso, la sua diversa sensibilità ed aveva anche responsabilità diverse.

    Non facciamo l'errore dei modernisti di leggere ciò che è passato con la visuale odierna!

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  10. sono andata al link proposto e riproduco questi passaggio:
    Invece, possiamo e dobbiamo constatare quello che è ormai davanti gli occhi di tutti: la frequentazione sempre più assidua, da parte della FSSPX, dell’area dei conciliari conservatori, composta, non lo dimentichiamo, da coloro che sono le “sentinelle” del Concilio, i difensori delle giornata ecumeniche di Assisi, i sostenitori della legittimità e della validità dei nuovi riti, ecc., tutti in comunione con Benedetto XVI.

    Stigmatizzare la "frequentazione", che è la irrinunciabile premessa per stabilire un dialogo che oltre ad essere necessario è ineludibile se non si vuol diventare una Chiesa parallela, mi pare davvero una posizione di una intransigenza che è solo "chiusura".

    Rileggere, per cortesia le parole di Don Simoulin. Possibile che la ragionevolezza non faccia breccia in nessun modo?

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  11. Rileggere il passaggio sulla Palestina, please. Se ho capito bene, è meglio essere chiusi che incoerenti (per non dire altro: TFP e litanie, aborto, Bagnasco, Monti, "finanza etica" etc.).
    Quindi anche Lei, Mic, è a favore del "dialogo", costi quel che costi: anche la Verità. Ma sì, dialoghiamo e poi magari recitiamo le litaie per la madre di Plinio. In alternativa, potremmo andare con Fini a Londra a sostenere una delle tante guerre scatenate dall'Occidente, per poi diventare vice del CNR. Ciao

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  12. Guardi Marco che quando sento parlare di TFP e Oliveira, Monti e Bagnasco a me personalmente viene l'orticaria.

    Io non sono per il dialogo a tutti i costi. Ma se esiste una "Roma eterna" nella quale agire, bisogna passare per quella visibile anche se non convince del tutto, a meno di non essere sedevacantisti (per quello invitavo a leggere le parole di Don Simoulin). E lo si PUO' fare, nella misura in cui essa non ha perso, perché dogmaticamente è IMPOSSIBILE, ma ha solo spareggiato, la verità.

    E, perché la verità venga ripareggiata non basta predicare e fare una sia pur giusta apologia. E' arrivato il momento di riimboccarsi le maniche e continuare ad essere quello che si è (e lo credo possibile, altrimenti sono convinta che Mons. Fellay non avrebbe aderito ad un accordo che non lo consentisse) PASTORALMENTE, come sto dicendo e ripetendo fino allo sfinimento...

    Poi posso anche sbagliare; ma è questa la mia convinzione con gli elementi che ho in questo momento.

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  13. Chiudo la discussione qui, con queste brevi riflessioni fondate su fatti noti a tutti. Il mio non è amor di critica, ma ricerca di una posizione onesta e coerente. Forse anche la Santissima Vergine è sedevacantista ("eclissi della Chiesa"), ma non credo che ami, come molti altri, tenere il piede in due staffe (questa è una critica anche a un settore della SPX). Se, Mic, Lei non ama il dialogo a tutti i costi, dovrebbe consentire che è impossibile --di più: nocivo-- dialogare con De Mattei e compagnia cantante. E' questo che l'articolo di Don Carandino critica. I sedeprivazionisti che conosco non hanno alcuna intenzione di fondare una "Chiesa parallela": questa, semmai, è una critica che si può fare alla Fraternità. Amerio era bravo: ma non è infallibile, e quanto Lei ne cita mi sembra un "escamotage" da intellettuali stanchi. Non è neanche un caso che la congrega di Lepanto, come molte altre (CL, Timone, etc.) sia divenuta sionista, e sia a favore della vita, ma non di quella dei palestinesi. Vanno dove va il potere: nel caso di CL, per fare soldi (cf. lo spregevole "Denaro e potere" di Cammilleri, che non è ciellino, ma amico di CL e del coautore, santo presidente dello IOR), nel caso di Lepanto, per occupare poltrone (i soldi già ce li hanno: sono quasi tutti nobili, anche se decaduti, soprattutto moralmente).
    Saluti

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  14. Caro Marco,

    anch'io guardo con atteggiamento critico certe posizioni di ambiti tradizionalisti, che non mi sono congeniali.
    Ma quando si tratta di scelte politiche, mi parli di sionismo e compagnia, non puoi vedermici allineata.

    E' per questo che mi sento un elettrone libero: non ho orticelli da coltivare. Non riesco a 'sposare' completamente nessun contesto. Ho, però dei maestri e dei punti di riferimento ben precisi, la mia Santa Messa, il mio ambito umano e cristiano di impegno e di esperienza e questa finestra sul mondo da cui attingere, scambiare e dare i contributi che so e posso...
    Ed è, penso, lo stesso motivo per il quale, sia come donna che come persona non "allineata" né "supportata" da potentati di turno, risulto, a seconda dei casi, o scomoda o forse anche poco rispettata...

    Ma il Signore, spero, possa trarre anche dal mio piccolo e credo infaticabile e anche appassionato contributo, quel che può essere utile a quanti e nel modo che Lui solo sa...

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  15. ah ma allora non é "Roma perderà la fede e sarà la sede dell'Anticristo" E' solo "Roma spareggerà la fede...

    Per fortuna la madonna si é sbagliata, tiro un sospiro di sollievo...

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  16. Amerio era bravo: ma non è infallibile, e quanto Lei ne cita mi sembra un "escamotage" da intellettuali stanchi.

    peccato che hai detto di chiudere qui il tuo contributo, perché preferirei approfondire questo discorso, perché quel che ho affermato, più che un escamotage è una cosa ben precisa, che dovremmo dedurre anche per fede.

    D'altronde è vero che Amerio non è infallibile. E' solo uno dei miei punti di riferimento.
    Ma ti ricordo che non sono infallibili neppure i tuoi punti di riferimento.

    Io ho elaborato una mia personale sintesi, di certo non definitiva ed in evoluzione finché il Signore vorrà, di tutto quello che ho incontrato e imparato fin qui... mi sarebbe piaciuto che tu argomentassi con la tua personale sintesi la tua affermazione. Potrebbe essere per me un utile motivo di riflessione.

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  17. Mons. Fellay risponde con una belle lettera alla "letterina" dei suoi confratelli.

    "L'ala dura" a quanto sembra di capire o si adegua o .....

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  18. ah ma allora non é "Roma perderà la fede e sarà la sede dell'Anticristo" E' solo "Roma spareggerà la fede...

    Hpoirot, si tratta di una profezia che riguarda la fine dei tempi e non abbiamo nessun motivo di pensare che siano questi, anche se la deriva terribile che il mondo vive certamente ci si dirige. Che la fede non sia persa, ma inquinata lo vivo tutti i giorni. Da Amerio ho tratta la considerazione -che risponde ad un pensiero sia logico che di fede - che mi orienta per andare avanti in questo ginepraio rimanendo salda sulla barca, forse solo nel tentativo maldestro di tappare qualche falla.

    Per fortuna la madonna si é sbagliata, tiro un sospiro di sollievo...

    Di certo la Madonna non si sbagliava; ma io non sono propensa ad affidare le mie scelte né a prospettive millenariste e alle rivelazioni che vi si riferiscono. Non ho motivi per pensare che da qualche parte ci sia già l'Anticristo, anche se di forze anticristiche purtroppo ce ne sono in giro fin troppe.

    Ma sai anche quali sono le nostre armi...

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  19. Argomento su Sua gentile richiesta, Mic, con una banalissima domanda (avrei un libro da scrivere su questi temi): come fa un non cattolico ad essere papa? Inutile che Le citi tutti pronunciamenti (come dottore privato, certo) di Ratzinger in contrasto con la dottrina cattolica: li conosce già. Forse è la domanda più banale; certamente, è una delle più stringenti.
    Saluti

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  20. Ma quanto son coraggiosi questi blogger dietro la maschera dell'anonimato! E tu MIC, ti ci perdi dietro. Anche le rane gracidano contro il sole.

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  22. Caro Marco,
    ho la risposta. Te la darò poi. Ora traduco la lettera di Mons. Fellay ai vescovi.

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  23. Caro Dante,
    mi ci perdo dietro perché Marco è una persona anche dietro al suo nick e, poi, è una voce che rispecchia il 'sentire' di molti.

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  24. C'é anche la lettera dei 3 Vescovi (7 Aprile 2012) a Mons.Fellay con la quale lo implorano di non firmare nessun accordo pratico perché Benedetto XVI non è minimamente interessato alla restaurazione della Tradizione.

    http://www.facebook.com/notes/stephen-abraham/three-bishops-of-the-sspx-write-to-bishop-fellay-we-entreat-you-do-not-engage-th/359177077474689

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  25. Così adesso abbiamo anche la versione dei tre vescovi...

    Peccato questo confronto mediatico.
    Io non l'avrei mai voluto e tutto sommato mi ci sto prestando anch'io, perché ormai ci sono dentro.

    Spero solo, nell'aiuto del Signore e di riuscire a farlo con delicatezza e che non ne venga fuori un danno per la Fraternità.

    Però era logico che, se c'erano dei nodi, venissero al pettine.
    Questo varrà anche per tutto il resto della Chiesa...

    Abbiamo tutti bisogno di grande luce e discernimento; ma soprattutto loro, sia a Roma che ad Econe, che hanno così grandi responsabilità...

    Mater Boni Consilii
    Mater Divinae Gratiae
    Mater Ecclesiae
    Ausilium Christianorum

    Ora pro nobis!

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  26. Cari fratelli e amici del blog, vi ringrazio per le ultime belle notizie: il libro di Mons. Gherardini, la lettera di Mons. Fellay, La richiesta di preghiere del Santo Padre.

    Mi dispiace sinceramente che alcuni si mettano a fare le pulci a Mons. Gherardini, o a Ratzingher quando era al Concilio, o a Mons. Lefebre, o a Mons. Williamson.....

    Mi spiego è inutile accapigliarci tra noi a vedere la paglizza nell'occhio dei fratelli, e a fare distinguo su distinguo. E' ovvio che nessuno è perfetto, nessuno è impeccabile: solo l'Immacolata. Anche i santi canonizzati quando erano in vita hanno potuto compiere errori di valutazione o sono intervenuti troppo tardi a condannare certe eresie, o si sono fidati ingenuamente di lupi travestiti da pecore....
    Il fatto è che ogni uomo è imperfetto. Ringraziamo il Signore per il tantissimo bene che ha fatto Mons. Lefebvre, che fa Mons. Gherardini, e anche Mons. Williamson....
    Se poi c'è qualcosa che non ci sembra perfetta preghiamo per loro lo Spirito Santo.
    La Chiesa è fatta sì da uomini, ma è guidata dallo Spirito.....

    Cerchiamo di essere meno polemici, meno litigiosi, più sereni nei giudizie, soprattutto non andiamo a cercare sempre il pelo nell'uovo: nessuno quando scrive o parla può essere preciso come il Denzinger o con la precisione di San Tommaso d'Aquino.....

    Preghiamo per la riuscita di questa faccenda e smettiamola di fare come i capponi di Renzo.

    don Bernardo

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  27. Sono più che d'accordo con Dante. Basta gracidare al sole. I sedevacantisti cercano solo il loro quarto d'ora di celebrità come la serva dell'Innominato. Alessandro M.

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  28. Vedo che alle mie analisi si risponde senza argomenti, ma con omelie in perfetto stile ecumenista-conciliare. Vorrà dire che da domani o dopodomani sarete in comunione con Bianchi, Martini, Mancuso, mentre continuerete a dire che Tissier de Mallerais, Williamson e de Galarreta sono fuori. Bravi!

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  29. Per Marco delle 16,30.

    Innanzitutto la mia stima e rispetto sul piano personale. Avessi nella mia parrocchia cattolici come Marco o hpoirot!

    I mali della Chiesa non possono risolversi in cinque minuti, o rinchiudendosi nella cittadella dei puri e duri.

    Stai pur certo che per me Bianchi, Martini e Mancuso sono molto, ma molto meno cattolici di Mons. Tissier, Williamson e Galareta.....

    Prego perchè la Fraternità sia il lievito che fermenta la Chiesa tutta.
    Il sale non può rimanere da solo, ma deve salare cio che è scipito (la chiesa conciliare)....
    Il lievito deve fermentare la pasta.....
    Comunque non ho la pretesa di essere l'oracolo della verità e di convincere nessuno.
    Se anche qualche membro della fraternità volesse rimanere fuori e non accettare gli accordi avrebbe ugualmente la mia stima, e il mio rispetto.....
    Domandiamoci però: è questo quello che vuole il Signore o non piùttosto la conversione e il ravvedimento dei modernisti.....
    Preghiamo e manteniamo la pace.
    Quello che mi preoccupa un poco sono anche i toni di chi non ne vuole sapere degli accordi....

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  31. Ho già ordinato il libro dalla cartoleria vicino casa. Non vedo l'ora che arrivi.

    Sinceramente non vedo il problema se mons. Gherardini è riuscito a pubblicare tutto negli ultimi 4-5 anni.
    Di fatto è stato il primo teologo, senza alcun problema disciplinare con Roma ed erede della scuola romana, che ha affrontato i problemi dei documenti del Concilio e che ha dimostrato la loro non vincolanza per la Fede.

    Dato che non è stato oggetto di nessuna sanzione diretta o indiretta, la Santa Sede riconosce che le sue posizioni sono del tutto accettabili.


    Marco Marchesini

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  32. "L’equivoco antropocentrico trova per Gherardini le sue radici nella dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa (Dignitatis humanae)...".

    Prima di entrare nelle miei vacanze delle questione conciliare, Roma e Fraternità San Pio X, non poteva lasciare di dire che sono pienamente d'accordo con mons. Gherardini, in quello che si riferisce alla libertà religiosa. La dichiarazione di libertà religiosa, esprime una comprensione errata del rapporto tra le due potere. Dante Alighieri nel "De Monarchia", ha difeso la tesi che il potere dell'imperatore è venuto direttamente da Dio, senza la mediazione del Papa e della Chiesa. Nel corso dei secoli, con la caduta delle monarchie - che comincia con la Rivoluzione Francesa - i sostenitori di questa tesi, non poteva più difendere il potere temporale è dato direttamente al re, ma egli stesso proviene direttamente da Dio e dà a qualcuno che vuole (sia il re o il popolo). In questo senso, essi cominciano a vedere la sua rivoluzione francese, una rivelazione, qualcosa come una rivelazione. Quindi, da questo equivoco che pervade la Chiesa attraverso il modernismo e la nuova teologia, non resta alla Chiesa solo un accordo con il mondo, come rivelato da "dio" nella rivoluzione francese?

    Ciò è implicito in quello che dici Padre Matteo Liberatore nel libro "La Chiesa e lo Stato" (2a ed.) Napoli 1872, cap. I, pag. 7-21, come si può leggere:

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  33. "Assurdità del concetto, nel senso del liberalismo moderato.

    Il liberalismo moderato non pretende, almeno a parole, la supremazia dello Stato, ma la sua piena indipendenza dalla Chiesa. Non nega l'ordine soprannaturale, ma ne prescinde e lo esclude dall'ordinamento politico della società. Nondimeno, benchè meno orrido, tuttavia non è meno assurdo del liberalismo assoluto. Imperocchè dove quello fondavasi nell'ateismo, esso fondasi nel dualismo; esso nega l'unità di Dio, benchè non ne neghi l'esistenza. Ciò fu sapientemente notato da Papa Bonifazio VIII nella sua celebre bolla Unam Sanctam Ecclesiam, là dove egli rimprovera ai fautori dell'assoluta autonomia dello Stato, il supporre che due sieno i supremi Principii del mondo. Il perchè siffatta genia di liberali potrebbe acconciamente designarsi col nome di novelli Manichei.

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  35. Certamente se altri è il creatore della Chiesa, altri il creator dello Stato, e l'uomo dall'un Principio riceve l'ordinamento alla vita civile, dall'altro alla vita religiosa; niente di più naturale che i due fini siano disparati tra loro, e conseguentemente disparati i due poteri, che ad essi dirigono. Soltanto, poichè anche in tale ipotesi identico sarebbe il subbietto sottoposto all'una e all'altra direzione; per evitare il contrasto di due opposti impulsi, che rendessero impossibile il movimento, potrebbe introdursi un accordo, liberamente fatto, tra i due motori, per via di scambievoli concessioni; presso a poco in quel modo, che nel Manicheismo alcuni opinarono essere intervenuto tra il Principio buono ed il Principio cattivo una specie di trattato, acciocchè gli effetti dell'uno non distruggessero interamente gli effetti dell'altro. All'opposto se uno è il Principio di tutto il creato, come c'insegna la ragione e la fede, Unus est altissimus Creator omnipotens [4], la posizione liberalesca, comechè moderata, non può sussistere. Se uno è Dio, uno è l'ordinamento dell'universo, uno il fine supremo della creazione. Questo fine non può essere altro che il più sublime, rispetto all'ordinante, il più benefico, rispetto agli ordinati; il che non può essere altro se non la glorificazione di Dio, e la beatitudine eterna delle razionali creature. Questo appunto è il fine, a cui guida la Chiesa. La Chiesa dunque non solamente è società perfetta (non potendo non essere perfetta quella società che guida al perfettissimo dei beni); ma ancora è società tra tutte suprema, perchè il suo fine è supremo. Al detto fine convien che sia subordinato ogni altro fine inferiore; se è vero che i beni secondarii, rispetto al sommo, han ragione di mezzi, e che i mezzi son subordinati al fine. Da ciò segue con irrepugnabile evidenza che ogni altra società, quale che sia, dee sottostare alla Chiesa, e da lei ricevere norma ed indirizzo. Per quanto dunque voglia magnificarsi lo Stato, per quanto se ne esageri l'eccellenza; la sua subordinazione alla Chiesa non può schivarsi: se pur non vogliasi trasformare esso Stato in Chiesa, ed elevare a Pontefice il governante politico. Ma per fare ciò, bisognerebbe accettare la storpiatura dell'eresia anglicana o dello scisma russo, e mostrare che nel Vangelo non a Pietro ma a Tiberio furon dirette quelle parole di Cristo: Pasci le mie pecorelle; Te costituisco fondamento della mia Chiesa.

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  36. "per evitare il contrasto di due opposti impulsi, che rendessero impossibile il movimento, potrebbe introdursi un accordo....

    Mi sembra che questa è la migliore spiegazione che ho trovato finora per l '"aggiornamento" chiamato Vaticano II, che è esattamente il tentativo di accordo tra il principio supremo buono (Chiesa), con il principio supremo male (mondo) attraverso la comprensione manichea (o liberalismo moderato) del rapporto delle due potere. Quindi, sembra che la richiesta della dichiarizione DH, che dice che lo Stato non può imporre una religione, è nulla. Perché se lo Stato non riconosce un principio superiore a se stesso, lei se fa il principio supremo e anche se si impone come una religione (che è il motivo per cui la Roma pagana, ha richiesto il culto degli imperatori). Sono Parole chiare: siamo sotto due potere che legiferano in modo indipendente sul fine ultimo della nostra vita, da un lato lo Stato ha la libertà come fine ultimo e per altro, la chiesa che ha come fine ultimo, Dio. Gli esempi sono sempre buono per illustrare cosa si voglie dire, in questo senso, l'esempio più chiaro di questo, sono i politici moderni che si definiscono cattolici. Personalmente si dicono contro l'aborto, contro il matrimonio gay, contro la ricerca sulle cellule staminali, ecc e questo per motivi cattolici, ma ... ma ... ma ... dicono che come capi (o politici) di stato non vedono altra alternativa che approvare queste cose per il bene dello stato e della società. In questo caso, si dimostra anche l'effeto del manicheismo che è, la falsa dottrina manichea delle due anime (Sant'Agostino ha confutato "Le due anime" manichea nel libro omonimo. ). Una conseguenza logica di se affermare l'esistenza di due principi supremi: Dio e Cesare.

    Ero alla ricerca di una scritta sul rapporto dei due poteri in termini manicheo e la sua confutazione per S. Agostino, il più che ho trovato è stato il "Trattato di correzione dei donatisti" (http://pascendidominicigregis.blogspot.com.br/2012/04/trattato-sulla-correzione-dei-donatisti.html) Ricordo che San Tommaso da pranzo con il re San Luigi IX, ha trovato un argomento contro il manicheismo (dando un pugno sul tavolo ... :)) ma non riesco a ricordare l'argomento. Bene, da oggi sono in vacanza ...

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