Questa notizia mi rimbalza da Le Forum Catholique, ma di fatto la Fonte originaria è l'Osservatore Romano del 3 agosto.
Di seguito riporto la traduzione dell'incipit della versione francese dell'ASCA, che riporta la notizia e che sostanzialmente riproduce quasi integralmente quanto è possibile leggere dall'immagine sotto riportata.
Mi pare che il refrain, che rischia di diventare l'intera sinfonia, sia lo stesso di mons. Müller e di molti, troppi altri. È una beffa oltre che un dramma epocale: una Chiesa, che potremmo definire neo-protestante indicandone numerosi connotati di affinità con la Riforma luterana a partire dalla liturgia, accusa di protestantesimo degli autentici cattolici. E la questione non riguarda certamente solo la Fraternità di San Pio X...
Il concetto che partecipare alle celebrazioni in onore di un eresiarca possa anche essere doveroso, avrebbe fatto senz'altro piacere al medesimo Martin Lutero. E solo tenendo conto di questo, il Bacillo di Koch e gli altri suoi compari conciliari dovrebbero domandarsi dove si pongono. Quanto al Concilio di Trento, il Bacillo dimentica che è strapieno di canoni con tanto di 'anathema sit' conclusivo. Ignoranza o malafede? Che poi l'Osservatore Romano pubblichi gli sproloqui del Bacillo, non fa altro che dimostrare per l'ennesima volta l'infimo livello a cui è giunto il quotidiano ufficioso della Santa Sede.
Di seguito riporto la traduzione dell'incipit della versione francese dell'ASCA, che riporta la notizia e che sostanzialmente riproduce quasi integralmente quanto è possibile leggere dall'immagine sotto riportata.
Mi pare che il refrain, che rischia di diventare l'intera sinfonia, sia lo stesso di mons. Müller e di molti, troppi altri. È una beffa oltre che un dramma epocale: una Chiesa, che potremmo definire neo-protestante indicandone numerosi connotati di affinità con la Riforma luterana a partire dalla liturgia, accusa di protestantesimo degli autentici cattolici. E la questione non riguarda certamente solo la Fraternità di San Pio X...
Il concetto che partecipare alle celebrazioni in onore di un eresiarca possa anche essere doveroso, avrebbe fatto senz'altro piacere al medesimo Martin Lutero. E solo tenendo conto di questo, il Bacillo di Koch e gli altri suoi compari conciliari dovrebbero domandarsi dove si pongono. Quanto al Concilio di Trento, il Bacillo dimentica che è strapieno di canoni con tanto di 'anathema sit' conclusivo. Ignoranza o malafede? Che poi l'Osservatore Romano pubblichi gli sproloqui del Bacillo, non fa altro che dimostrare per l'ennesima volta l'infimo livello a cui è giunto il quotidiano ufficioso della Santa Sede.
Il concetto che partecipare alle celebrazioni in onore di un eresiarca possa anche essere doveroso, avrebbe fatto senz'altro piacere al medesimo Martin Lutero. E solo tenendo conto di questo, il Bacillo di Koch e gli altri suoi compari conciliari dovrebbero domandarsi dove si pongono.
RispondiEliminaQuanto al Concilio di Trento, il Bacillo dimentica che è strapieno di canoni con tanto di 'anathema sit' conclusivo.
Ignoranza o malafede?
Che poi l'Osservatore Romano pubblichi gli sproloqui del Bacillo, non fa altro che dimostrare per l'ennesima volta l'infimo livello a cui è giunto il quotidiano ufficioso della Santa Sede.
Caro Amicus,
RispondiEliminastavo per scrivere un commento sulla malafede... ma tutto sommato non c'è neanche da escludere l'ignoranza: la generazione post-conciliare ha molti deficit formativi... e, insieme una 'conciliarite' acuta che rischia di divenire inguaribile!
Un coro assordante di interviste (non è la sede più appropriata per una comunicazione seria) e la paradossale alleanza sempre più consolidata tra neomodernisti e conservatoristi conciliari tenta di ridurre nuovamente al silenzio la Tradizione, quella viva e non "vivente"!
RispondiEliminaMa si tratta solo di dichiarazioni apodittiche. Dimostrazioni teologiche zero!
Ha preso un colpo di sole....
RispondiEliminaL'intervista è evidenziata anche dalla Redazione di Vatican Insider:
RispondiEliminahttp://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/lefebvriani-lefebvrianos-lefebvrians-lutero-koch-17263/
Proprio recentemente un altro cardinale (Brandmüller) ha detto cose esattamente opposte.
RispondiEliminaHo scritto altrove che questi cardinali chiacchieran troppo mentre farebbero meglio a pregar di più, ed anche a studiar di più.
RispondiEliminaIl fatto che il concilio di Trento non abbia pubblicato costituzioni ma solo decreti - che nell'ultimo concilio si differenziano per valore dalle costituzioni - non significa proprio niente: questi decreti sono poi sono stati sintetizzati in canoni in cui si afferma la retta dottrina e si condanna l'errore. Ed è ciò che manca al Vaticano II: la sicurezza circa l'infallibilità dei documenti, in tutto o in parte che i canoni garantiscono.
Il paragone tra protestanti e la S.Pio X è frutto o d'ignoranza (sarebbe scusabile quella invincibile ch'è però inammissibile in un cardinale) o di malafede. E qui son si tratta chiaramente d'ignoranza.
Il protestantesimo in tutte le sue forme ha distrutto la base sacramentaria della Chiesa, ha negato la sua divina costituzione gerarchica, ha negato Verità definite a cui Trento ha risposto puntualmente e puntigliosamente.
Ha allontanato dalla Chiesa un numero enorme di stati e popoli e posto nella condizione di possibile dannazione milioni e milioni di persone.
Si posson riscontrar nella S. Pio X questi orrori, questi disastri, questi delitti contro la Chiesa? contro Dio?
Quali Verità definite nega la Fraternità? La critica ad alcuni documenti conciliari, su cui oltretutto c'è ancora un dialogo in corso, è sia pur lontanissimamente paragonabile al massacro della Verità compiuto da Lutero, Calvino e compagni d'eresia?
Inoltre, un futuro cardinale improvvidamente chiamato da Benedetto XVI a capo della CdF, che spero venga nell'esercizio della sua funzione delicatissima illuminato dallo Spirito Santo, ha affermato con faciloneria e contro la dottrina cattolica che fan parte della Chiesa-Corpo mistico tutti i battezzati benché eretici e scismatici. E allora, chiederei a queso signore vestito di rosso, se la Fraternità è, come lui pensa, scismatica e magari eretica, perché non dovrebbe far parte del Corpo Mistico insieme a tutti gli altri eretici e scismatici? A maggior ragione ne deve far parte perché scismatica ed eretica, come illustri porporati in passato han dichiarato, non lo è.
No, MIC, in questi casi, come ho sostenuto in un mio precedente commento che non voleva partire e non so se ti sia pervenuto, in questi casi non può esister l'ignoranza. E, ove in un eccesso di generosità gliela vuoi concedere, sarebbe comunque ignoranza gravemente colpevole.
RispondiEliminaWalter ha detto...
RispondiEliminaHa preso un colpo di sole...
-----------------
Forse da bambino. Allora sarebbe scusabile. Ma non è così. C'è ben dell'altro.
Se si vuole essere educati si può dire ignoranza, ma in realtà questa gente sa bene quel che fa e quello che dice...al pubblico, quello si purtroppo ignorante, che si beve tutto...
RispondiEliminaVisto che il card. in questione è il responsabile del "Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani" non è questo un maldestro tentativo di inglobare anche la FSSPX insieme ai suoi interlocutori protestanti e di far passare al suo ufficio la delicata questione del rapporto tra la FSSPX e Santa Sede?
RispondiEliminaMa uno bono proprio no eh ?!?!?
RispondiEliminaNon ci lasceremo incantare dalla nuova religione dell'uomo.
RispondiEliminaSono Svizzera e come Svizzera se avessi di fronte a me il card. Koch, e potessi parlargli, gli direi: ma come può dire un`enormità simile?
RispondiEliminaLei che è Svizzero, lei che sa in che condizioni versa la nostra Chiesa, lei che sa in che stato ha lasciato la sua Diocesi, lei che sa come da noi fioriscono le eresie, le iniziative che nulla hanno da che vedere con la nostra Fede, lei che sa che tutti quei ribelli che hanno seminato distruzione si son sempre reclamati del mitico "Concilio", lei che sa a che limiti estremi siamo arrivati nella religione fai da te, nell`ecumensimo fai da te, lei che sa tutto ciò, osa dire che i fedeli della FSSPX fanno come Lutero?
Mi permetto di riportare qui il mio commento messo nel thread precedente:
Mons. Müller ha trovato già un alleato, tutti contro la FSSPX, non che sia una sorpresa, ci sono le implicazioni dogmatiche di Müller e c`è il card. Koch che si accoda e vorrebbe farci credere che dei documenti conciliari per niente dogmatici sono comunque costringenti perchè traggono i loro principi da costituzioni dogmatiche, perchè interpretano e spiegano i documenti dogmatici.. e, ciliegina sulla torta, non potevano mancare le relazioni con l`ebraismo...pure loro dogmatiche?
Ah se il card. Koch si occupasse di che cosa succede nella sua ex-diocesi, e nella mia Svizzera devastata dai vari novatores ribelli ostili al Papa, al Magistero della Chiesa, ad ogni costrizione.
Quanto sono poco credibii e paradossali quei prelati che vogliono imporci un Concilio tutto infallibile ma non dicono una parola, eppure di parole ne spendono tantissime, su chi ha portato la Chiesa nel caos applicando quei documenti che oggi ci vien detto hanno "implicazioni dottrinali!
Caro Marco,
RispondiEliminase la volessero inglobare dovrebbero accettarla così com'è senza niente chieder in cambio.
Invece tra preamboli e trattative per la struttura canonica la conciliazione sembra allontanarsi.
E questi prelati non dovrebbero porre tante pregiudiziali e parlare come troppo spesso stanno parlando.
Mi pare che il porporato dimentichi le condizioni necessarie perché un documento conciliare sia da considerare de fide, tale da esigere un assenso assoluto da parte di tutti. Le elencò un autorevole prelato in veste ufficiale, non uno svizzero in vena di esternazioni cardinalizie estive, intendo il segretario del Concilio stesso mons. Pericle Felici. Parlando della sua pastoralità, richiamò:
RispondiEliminai limiti imposti al Concilio da Giovanni XXIII, in apertura del medesimo:
1. non la condanna degli errori né la formulazione di nuovi dogmi, ma l'adeguamento della verità rivelata "al mondo contemporaneo";
2. l'ermeneutica teologica, vale a dire l'analisi dei problemi emergenti, alla luce del dato rivelato e della Tradizione ecclesiastica;
3. il tenore delle espressioni usate.
Le prime due condizioni sono abbastanza intuibili; la terza si riferisce a moduli letterari dai quali si evidenzia l'intento o di dogmatizzare o più semplicemente d'esortare. È da notare che un dogma insorge - come spiega mons. Gherardini in un intervento su "Disputationes theologicæ"- non perché un Concilio ricorre a moduli come questi: "Hæc Sancta Synodus docet...Nos docemus et declaramus...definimus", o simili, ma perché il contenuto dottrinale d'un intero capitolo o dei suoi articoli vien sintetizzato in un "canone" che affermi il dogma e condanni l'errore contrario. Il tenore dell'espressione verbale è dunque formalmente decisivo. Si può serenamente asserire che un Concilio è o no dogmatico soprattutto in base alla sua "voluntas definiendi", chiaramente manifestata attraverso il suddetto tenore.
Evidentemente oggi la confusione è tale che un card. può impunemente negare dei dogmi assoluti come la storicità della risurrezione o la transustanziazione, mentre un altro pretende di dogmatizzare affermazioni di un concilio pastorale, che esplicitamente non aveva la volontà di definire niente di nuovo. Non vorrei essere al posto del Papa.
Le parole di questo cardinal Koch sono parole che si commentano da sole. L'insipienza, la leggerezza, il pressappochismo di queste dichiarazioni false e ipocrite non fanno che screditare quelli che le pronunciano.
RispondiEliminaMi dispiace sinceramente che abbiamo a che fare con questi prelati da operetta tutti allineati a difendere l'indifendibile. Hanno trasformato il cristianesimo nella ideologia vaticanosecondista, una ideologia a cui ormai non credono neppure loro..... che squallore!
Arriverà l'ora della Verità, arriverà l'ora del giudizio.....
don Bernardo
concordo con Pastorelli. Meno male che nella babele crescente a dismisura, si vedono rari nantes che continuano a ragionare, mantenendo acceso il ben dell'Intelletto o meglio...persistono nell'usare vera Fede e retta ragione.
RispondiEliminaLa vera Fede è basata sui dogmi, non su sentimenti poetici e leziosaggini volatili, ma sulla Verità che non muta mai, nè si aggiorna ai tempi e ai concili (errabondi avventuristi) pastorali.
Ora qui mica se ne uscirà qualcuno col dire che la santa ragione usata da Pastorelli sarebbe "puramente umana e quindi da scartare" ?
o che per caso dobbiamo "dare fiducia a Koch" come a Muller, perchè ci dobbiamo fidare della Provvidenza, accettando per BUONE le aberrazioni di tanti pastori confusi, che confondono senza posa le anime aggravando gli errori dominanti?
non mi pare che mai Dio si contraddica nè che gradisca il rovesciamento in atto da mezzo secolo (per egalité...) di Verità e menzogna, come Koch sta facendo, in omaggio venerazione al gran concilio e al suo perverso ecumenismo, che conduce i suoi idolatri a scambiare per protestanti proprio coloro che son rimasti fedelissimi alla Roccia eterna, cioè al Pietro di sempre !
questa palesata dalle parole di Koch è la potenza dell'aberrazione che ha offuscato le menti di tanti dotti prelati, papi compresi, da mezzo secolo in qua, per aver scelto l'abbraccio del mondo con tutti i suoi inganni.
ib
per "etiam...":
RispondiEliminaChi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere
(1,Cor 10)
nessuno sarà esentato da durissime prove di Fede, subendo assalti di inganni molteplici.
Se guardando la storia recente che sfocia nell'attuale momento caotico, vediamo che sono ingannati e accecati tanti dotti pastori e prelati, chi può presumere di non cadere nel grande inganno ?
nessuno è tanto forte quando le potenze delle tenebre tentano le anime come "leoni ruggenti" in cerca di prede.
La forza di resistere non è in noi, non viene dalla natura e dalla carne, (o ragione superba) ma è solo da invocare continuamente dall'alto, con umile supplica.
Spesso vedremo accadere attorno a noi quello che S. Gregorio Magno disse:
Corruptio otpimi pessima
Mic... tu sai che faccio solitamente il bastian contrario ^__^ o l'avvocato del diavolo ^__^ ma concedimi un paio di riflessioni brevi:
RispondiElimina1) non soffermiamoci sempre sulle ESTRAPOLAZIONI delle frasi dal contesto, sappiamo bene che la tecnica mediatica è proprio quella di prelevare una sola frase e su questa costruirci castelli in aria...
Non è infatti assurdo dire che Lutero contestò il concilio, ma i termini non furono neppure quelli della contestazione al Concilio in quanto Lutero morì prima senza potervi partecipare ^__^ mi appare impossibile che Koch non abbia tenuto conto di questo particolare....
2) Benedetto XVI al Clero di Bressanone porta l'esempio, invece, di un grande padre della Chiesa a cui NON PIACEVANO I CONCILI e NON vi andò neppure in quello dove venne convocato... ^__^
3) il Papa nel 2005 alla Curia diceva e chiedeva: Qual è stato il risultato del Concilio? È stato recepito nel modo giusto? Che cosa, nella recezione del Concilio, è stato buono, che cosa insufficiente o sbagliato? Che cosa resta ancora da fare?
se il Papa chiede se ci sia stato qualcosa di buono, è segno evidente che c'è stato anche qualcosa di non buono, altrimenti perchè fare la domanda? ^__^ dice infatti il Papa:
Da una parte esiste un'interpretazione che vorrei chiamare "ermeneutica della discontinuità e della rottura"; essa non di rado si è potuta avvalere della simpatia dei mass-media, e anche di una parte della teologia moderna.
Possibile che Koch ignori queste domande e queste affermazioni del Pontefice?
4) infine, vi segnalo di san Gregorio Magno sul vero concetto di LIBERTA' RELIGIOSA, ECUMENISMO E DIALOGO INTERRELIGIOSO ^__^ la sua Lettera "Qui sincera"
Alcuni giudei appunto, che abitano a Napoli, si sono lamentati presso di Noi, asserendo che qualcuno si sforza irrazionalmente di impedire loro la celebrazione di alcune loro feste, che ad essi (cioè) non sia permesso di celebrare le loro feste come finora a loro e in tempo lontano addietro ai loro antenati era lecito osservare e celebrare.
Se la verità sta in questo modo, evidentemente prestano opera per una causa totalmente inutile. Infatti che cosa porta di utilità impedire un'antica usanza, se ciò a loro non giova nulla per la fede e la conversione? O perché stabilire per i giudei regole come debbano celebrare le loro festività, se con ciò non possiamo guadagnarli (alla fede)? Si deve perciò piuttosto agire in modo che, provocati dalla ragione e dalla mansuetudine, vogliano seguirci, non fuggire, affinché, mostrando loro dai loro Scritti ciò che noi affermiamo, li possiamo con l'aiuto di Dio convertire (portandoli) nel grembo della madre chiesa.
se questi sono i sentimenti di Koch, allora i "tradizionalisti" Cattolici chiedono solo questa chiarezza, nient'altro...
^__^
Il problema è che i sentimenti di Koch non sono proprio questi.
RispondiEliminaE quanto ad affermazioni estrapolate, chi ritenga che l'estrapolazione dia ad esse un significato diverso, ci dica quale sia il vero significato nel loro contesto. Insomma ci presenti il contesto.
Cara Caterina,
RispondiEliminasai benissimo che condivido questa esigenza di contesualizzazione; ma mi pare che in queste espressioni, non ci sia bisogno di contestualizzare. Sono quelle, chiare e nette, riferite a situazioni ben precise: il nostro sa bene di cosa sta parlando e tutte le implicazioni che comporta... sa cosa bolle in pentola e cosa quel che lui dice può provocare.
Per questo trovo molto scorretta questa "comunicazione indiretta" - che tale diventa - attraverso interviste, comunicati mediatici e quant'altro.
Questi signori, se si sedessero intorno ad un tavolo a confrontarsi, dovrebbero usare un vocabolario per decifrare le differenti categorie a supporto dei loro pensieri. Ormai non sono più in grado nemmeno di condividere lo stesso altare: chiediamoci cosa significhi QUESTO! E forse il nocciolo del problema è lì...
Rispondendo a Dante e a Mic rammento che le mie provocazioni, forse qualche volta apparentemente prive di senso, vogliono aiutare a quanti poi leggono titoli come questo:
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/06/il-cardinal-koch-sul-v-centenario-della.html
Il Cardinal Koch sul V Centenario della Riforma: «non possiamo celebrare un peccato»
Noi ne avevamo già parlato qui. Ora, da Infocatolica, apprendiamo recenti sviluppi, peraltro sorprendenti nel clima attuale; ma certamente in senso positivo!
-----------------
Si avvicina il 2017, le confessioni sorte dalla autodichiarata Riforma vogliono celebrare il Quinto Centenario. È caduto già da tempo il mito secondo il quale Lutero ha affisso le tesi alla porta della Chiesa del castello di Wittenberg, ed è indubbio che i primi di novembre del 1517 lasciarono il segno nella storia dell'umanità. La segnarono con ferite.
La Chiesa è stata invitata agli eventi. In questo contesto sono rimasto gradevolmente sorpreso dalle dichiarazioni del Presidente del Pontificio Consiglio per la Unità dei Cristiani sul sito della diocesi di Münster. Il Cardinal Koch è stato estremamente chiaro: «non possiamo celebrare un peccato». Così, senza anestesia.
«Gli eventi che dividono la Chiesa non possono esser chiamati un giorno di festa», l'unica cosa a cui è stato disposto ad accedere il cardinale è classificare l'anniversario come un giorno da ricordare ma non da festeggiare. Non si è trattato di dichiarazioni imprudenti, ha riconosciuto che sarà considerato «anti-ecumenico», il che per essere il responsabile della cosa non è niente male, no? Preferirebbe assistere piuttosto a una riunione nella quale le confessioni riformate, seguendo l'esempio di Giovanni Paolo II nel 2000, chiedessero scusa e riconoscessero i loro errori, e allo stesso tempo condannassero come ha fatto il Papa beato lo scisma nella Cristianità.
^^^
^__^
è in questo senso che mi chiedevo (partendo appunto da me stessa e dalle mie opinioni) la prudenza dell'estrapolare... qui sopra abbiamo un Koch coerente e dottrinale, in questo nuovo articolo invece i conti non tornano...
quale dei due è Koch? oppure a causa del conciliarismo e del politicamente corretto questi cardinali ora dicono una cosa e poi un'altra volendo la botte piena e la moglie ubriaca?
o peggio... l'arrivo di Muller sta forse ricambiando la strategia di comando?
Generalmente sono una ottimista per natura, ma con l'arrivo di Muller alcune sue affermazioni ho paura che si stanno preparando a fare un corpo unico in vista di un nuovo Papa....
Da notare anche la celerità con cui l`OR riprende un`intervista data ad un`agenzia stampa svizzera!
RispondiEliminaParagonare chi difende, insegna, pratica e crede ciò che la Chiesa ha insegnato e creduto fino al Vaticano II con chi ha provocato il dramma lacerante dell`eresia luteriana, a parte essere inqualificabile, e in effetti evito di farlo per non usare parole troppo forti, è anche quanto di più rivelatore possa essere per quel che riguarda i pensieri e sentimenti del card. Koch verso la FSSPX.
Oggi su Zenit ho letto questo:
RispondiElimina"IL BENE DELLA PERSONA UMANA, AL DI SOPRA DELLA DIVERSITÀ DI RELIGIONE
Il messaggio di Benedetto XVI in occasione del XXV anniversario dell'Incontro Interreligioso di preghiera di Hieizan in Giappone
Ebbene in questo corto messaggio trovo ben quattro volte le parole "leader religiosi", forse che il Papa è un leader religioso come un altro?
Leggo anche che il Papa parla di una "prospettiva cristiana...."
Certo aggiunge che "secondo questa prospettiva cristiana, l'amore dato a coloro che soffrono è un riflesso della divina carità di Dio che ha tanto amato il mondo da inviare il suo unico Figlio Gesù Cristo."
Ma mi sbaglio se penso che chi legge quel messaggio, che sia cattolico o no, capirà che la religione cattolica è una fra le tante religioni?
Non la sola via di salvezza, una religione con certe specifità come le altre religioni hanno le loro, e tutte sono valide.
Scrive Caterina: "quale dei due è Koch?"
RispondiElimina-----------------
Non lo sai tu, e forse non lo sa neppur lui.
Ma lo sapeva S. Pio X: in una pagina leggi la verità, giri pagina e trovi l'errore. Modernista.
Alle ottime confutazioni dottrinarie delle parole di Mueller, qui già riportate, aggiungo solo una confutazione storica. Ci furono concili riconosciuti come ecumenici che produssero dichiarazioni erronee, se non eretiche, come il Concilio di Costanza del 1415 che, con il decreto Haec Sancta, proclamava la superiorità del concilio sul Papa. Il documento venne successivamente ripudiato. Scrive Roberto de Mattei (Apologia della Tradizione, Lindau,2011, pag. 131): "Non si può trasformare un Concilio ecumenico in un dogma di fede. Il dono divino dell'infallibilità, per un Concilio come per un Papa, riguarda solo l'insegnamento dottrinale presentato in forma autoritativa e definitoria. Il Magistero autentico di un Concilio, anche se non infallibile, esige certo un religioso assenso dell'intelligenza e della volontà, ma questo assenso non è né irrevocabile nè incondizionato".
RispondiEliminae tutte sono valide.....
RispondiEliminacerto, di che cosa stupirsi ?
ricordate sempre che questo è il seguito -coerentissimo- con ciò che ha proclamato ad Assisi nell'ottobre 2011, quando ha detto che "TUTTE le religioni sono diverse vie alla Verità" e quindi alla salvezza.
Più continuità di così.....
concilium imperat
E' vero che Koch ha dichiarato, Deo gratias, che non si può
RispondiEliminacelebrar un peccato. Ma il problema non è questo. E' l'equivalenza S.Poo X-Riforma protestante che è assolutamente inaccettabile sul piano teologico e storico. E quest'equivalenza non è estrapolata dal suo contesto, per cui non si può invocar questo famoso contesto, un "apriti sesamo" che tutto giustifica per render meno indigeste le malate fantasie dottrinali di Muller.
Relativamente al quale, chi può contestualizzare mi fornisca il contesto tradotto in italiano, perché non mastico il tedesco.
Caro Silente,
RispondiEliminaci fu anche il successivo decreto "Frequens", in quel concilio, che ribadiva l'"Haec Sancta" e rendeva ancor più perentoria la superiorità del concilio sul Papa: stabiliva che i concili dovevano riunirsi con una certa frequenza proprio per esercitare il supremo magistero, e dovevan esser convocati dal Papa (o dallo stesso concilio, in assenza del Pontefice) in una sede stabilita dal concilio stesso e non altra.
Anche su questi decreti c'è diverso giudizio: dogmatici (e quindi eretici) per qualcuno, puramente disciplinari e riferentisi alla situazione del momento per altri. Mah, chissà cosa ne pensa Nostro Signore.
IL BENE DELLA PERSONA UMANA, AL DI SOPRA DELLA DIVERSITÀ DI RELIGIONE
RispondiEliminaquesta dichiarazione, a pensarci bene, fa rabbrividire...
qui senza mezzi termini si afferma che esiste il "bene" indefinito, vago, ma certamente supremo della persona umana, che, non dovendo badare alle differenze di religione, è al di sopra delle religioni -messe alla pari (come ad Assisi)- e quindi anche superiore al vero Dio che una persona magari ha conosciuto in quanto cattolica: è spaventoso ma non ne ha l'aria, sembra un'idea innocua, una frase simile a tante altre dette da personaggi illustri del mondo, o leader religiosi e politici, a pari merito e funzione !
(ricordo quando da bambini il Catechismo di S. Pio X ci diceva che Dio è Sommo Bene, in sè ed anche per noi, che siamo stati da Lui creati e fatti figli nel Figlio Gesù.....) ma sulle prime uno leggendo non se ne accorge, sembra una cosa giusta, perchè da molti anni ci siamo abituati a sentir dire e proclamare "DIRITTI UMANI" come un valore che sta in cima alla scala dei valori universali, e quindi al di soopra di Dio, quasi un bene nel quale Dio può anche NON esser compreso, come se la persona umana potesse star bene CON O SENZA Dio, e anche senza il Vero Dio che è Nostro Signore.
Si è arrivati a questo punto da quando, in nome dei diritti umani, si sono bypassati (o negati) i diritti di Dio, messi in second'ordine, con quella "immensa simpatia per il mondo moderno" proclamata da un papa quasi 50 anni fa, quando rivendicò: "Noi, noi più d'ogni altro, abbiamo il culto dell'uomo"....
ed ecco qui l'approdo di quel nuovo "culto"
(prenda nota il blogger "etiam", di questa storica affermazione, che rischia di contagiarci tutti realmente, da oltre 40 anni, nelle messe-show moderne dove l'uomo-assemblea è intento alla celebrazione di sè, credendo di adorare Dio; in gran parte i cattolici hanno già aderito al culto dell'uomo, senza neanche accorgersene, grazie alla Messa riformata).
Scrive S. Paolo nella Lettera ai Colossesi: "Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo".
RispondiEliminaIn queste parole non è da individuare un invito a trascurar le cose del mondo, e quindi è implicito anche il dovere d'adoprarsi per il bene terreno della "persona umana". Gesù, infatti, ha sfamato la folla che aveva fame. Ma il vero bene terreno è un riflesso del bene che si trova lassù. Non ci può esser bene in terra se non si ottiene tramite il Sommo Bene.
Dunque i cristiani a questo devono richiamar i "leaders" delle altre religioni. Anche e soprattutto ove si tratti di pace. "Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo".
Qusto vorrei sentir dopo mezzo secolo sulle labbra di un Pontefice.
Sull'accostamento della FSSPX o il mondo tradizionalista, il Concilio nelle parole di Koch, gli rammento quanto segue:
RispondiEliminaBenedetto XVI al Clero di Lorenzago luglio 2007
I tempi di un post-Concilio sono quasi sempre molto difficili. Dopo il grande Concilio di Nicea - che per noi è realmente il fondamento della nostra fede, di fatto noi confessiamo la fede formulata a Nicea – non è nata una situazione di riconciliazione e di unità come aveva sperato Costantino, promotore di tale grande Concilio, ma una situazione realmente caotica di lite di tutti contro tutti. San Basilio nel suo libro sullo Spirito Santo paragona la situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea ad una battaglia navale di notte dove nessuno più conosce l’altro, ma tutti sono contro tutti. Era realmente una situazione di caos totale: così descrive con colori forti il dramma del dopo Concilio, del dopo Nicea, San Basilio. Poi 50 anni dopo, per il Concilio primo di Costantinopoli, l’imperatore invita San Gregorio Nazianzeno a partecipare al Concilio e San Gregorio Nazianzeno risponde: No, non vengo, perché io conosco queste cose, so che da tutti i Concili nasce solo confusione e battaglia, quindi non vengo. E non è andato. Quindi non è adesso, in retrospettiva, una sorpresa così grande come era nel primo momento per noi tutti digerire il Concilio......
***
^__^ certo, la posizione di san Gregorio è ben diversa da quella della FSSPX ma.... ma come mai Benedetto XVI ha portato questo esempio che in quei giorni NESSUN GIORNALISTA riportò come approfondimento?
Perchè tanta tolleranza con i modernisti, tanto tacere sui cattolici progressisti (ah! piuttosto, la Rosy Bindi HA FIRMATO il programma del PD: RICONOSCIMENTO AI MATRIMONI GAY... famiglia s-cristiana continua a sponsorizzarla con il silenzio di Roma), e tanto CHIASSO sulla FSSPX e tanta intransigenza? due pesi e due misure? cattolici di serie a e di serie b?
Quindi se da domani divento luterana e continuo a frequentare la Chiesa cattolica, andrà tutto bene?
^__^
Eminenza Reverendissima, cardinale Koch....
RispondiEliminain tre brevi interventi, non miei, ma di Pontefici, le rivolgerò alla fine di ognuno alcune domande innocenti ma che ritengo importanti...
1) - "Rimasi sbigottito per il divieto del messale antico, dal momento che una cosa simile non si era mai verificata in tutta la storia della liturgia"
Joseph Ratzinger da: "La mia vita: ricordi, 1927-1977", Edizioni San Paolo, 1997.
****
Benedetto XVI al Clero di Lorenzago luglio 2007
I tempi di un post-Concilio sono quasi sempre molto difficili. Dopo il grande Concilio di Nicea - che per noi è realmente il fondamento della nostra fede, di fatto noi confessiamo la fede formulata a Nicea – non è nata una situazione di riconciliazione e di unità come aveva sperato Costantino, promotore di tale grande Concilio, ma una situazione realmente caotica di lite di tutti contro tutti. San Basilio nel suo libro sullo Spirito Santo paragona la situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea ad una battaglia navale di notte dove nessuno più conosce l’altro, ma tutti sono contro tutti. Era realmente una situazione di caos totale: così descrive con colori forti il dramma del dopo Concilio, del dopo Nicea, San Basilio. Poi 50 anni dopo, per il Concilio primo di Costantinopoli, l’imperatore invita San Gregorio Nazianzeno a partecipare al Concilio e San Gregorio Nazianzeno risponde: No, non vengo, perché io conosco queste cose, so che da tutti i Concili nasce solo confusione e battaglia, quindi non vengo. E non è andato. Quindi non è adesso, in retrospettiva, una sorpresa così grande come era nel primo momento per noi tutti digerire il Concilio......
***
domande innocenti:
- alla luce di ciò, se persino il futuro Papa rimase "sbigottito" per il divieto del Messale antico, dal momento che ciò non era mai accaduto, come non ringraziare la FSSPX pubblicamente per aver difeso ciò che poi legittimamente il Papa "sbigottito" potè rilegittimare?
- ed alla luce dell'esempio che il Papa ha portato al Clero di Lorenzago, come si fa ad accusare un Gregorio Naziaznieno di protestantesimo? dove sta la differenza perchè anche lui non incorra nella sua accusa ? e perchè il Papa ha portato quell'esempio?
- continua -
- continua da sopra -
RispondiElimina2) - da Avvenire del 2004 -
...nella "Pastores Dabo Vobis" al n. 11, a proposito della crisi d’identità del sacerdote, afferma che essa è nata proprio da una errata comprensione del magistero conciliare:
"Questa crisi - dicevo nel discorso al termine del Sinodo - era nata negli anni immediatamente successivi al Concilio.
Si fondava su un errata comprensione, talvolta persino volutamente tendenziosa, della dottrina del magistero conciliare. Qui indubbiamente sta una delle cause del gran numero di perdite subite allora dalla chiesa, perdite che hanno gravemente colpito il servizio pastorale e le vocazioni al sacerdozio, in particolare le vocazioni missionarie. /.../ Per questo il Sinodo ha ritenuto necessario richiamare, in modo sintetico e fondamentale, la natura e la missione del sacerdozio ministeriale, così come la fede della Chiesa le ha riconosciute lungo i secoli della sua storia e come il Concilio Vaticano II le ha ri-presentate agli uomini del nostro tempo".
"Il Papa Giovanni Paolo II, nella Plenaria della Congregazione per la Dottrina della fede, tenutasi il 28 gennaio 2000, ha affermato: "In questi ultimi anni, in ambienti teologici ed ecclesiali è emersa una mentalità tendente a relativizzare la rivelazione di Cristo e la sua mediazione unica ed universale in ordine alla salvezza, nonché a ridimensionare la necessità della Chiesa di Cristo come sacramento universale della salvezza". /.../ In effetti il rilievo del Papa è dovuto al fatto che il relativismo "relativizza" la rivelazione cristiana, giudicando eccessiva la rivelazione di Gesù Cristo di essere l’unico Salvatore del mondo.
"La ragione di fondo di questa asserzione — ha detto Giovanni Paolo II — pretende di fondarsi sul fatto che la verità di Dio non potrebbe essere colta e manifestata nella sua globalità e completezza da nessuna religione storica, quindi neppure dal cristianesimo e nemmeno da Gesù Cristo". /.../ "È dunque errato considerare la Chiesa come una via di salvezza accanto a quelle costituite da altre religioni, le quali sarebbero complementari alla Chiesa, pur se convergenti con questa verso il Regno di Dio escatologico — aggiunge sempre Giovanni Paolo II — perché questa equiparazione toglierebbe senso al mandato del Signore (cfr. Mt 28,19-20: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato"), mandato del Signore che invita i suoi fedeli ad annunciare che Gesù Cristo è "la Via, la Verità e la Vita" (Gv 14,6)"
***
domandina semplice:
- Eminenza, le denuncie del Papa sono chiarissime, alla luce di ciò come vorrete IMPORCI la comunione con Lutero nel 2017?
- continua -
- continua da sopra -
RispondiElimina3) - Il cardinale Joseph Ratzinger, incontrando nel 1988 a Santiago i vescovi cileni, ha parlato di “un isolamento oscuro del Vaticano II” e ha detto:
" Alcune descrizioni suscitano l'impressione che dopo il Vaticano II tutto sia diventato diverso e che tutto ciò che è venuto prima non potesse essere più considerato o potesse esserlo soltanto alla luce del Vaticano II. Il Vaticano II non viene trattato come una parte della complessiva tradizione vivente della Chiesa, ma come un inizio totalmente nuovo. Sebbene non abbia emanato alcun dogma e abbia voluto considerarsi più modestamente al rango di Concilio pastorale, alcuni lo rappresentano come se fosse per così dire il superdogma, che rende tutto il resto irrilevante, mentre possiamo rendere davvero degno di fede il Vaticano II se lo rappresentiamo molto chiaramente così com'è: un pezzo della tradizione unica e totale della Chiesa e della sua fede”.
In effetti, negli anni postconciliari era di moda paragonare la Chiesa a un cantiere, in cui si facevano demolizioni e nuove costruzioni o ricostruzioni. Molto spesso nelle prediche l'ordine di Dio ad Abramo di andarsene dal suo paese era interpretato come un'esortazione alla Chiesa ad abbandonare il suo passato e la sua tradizione.
Al contrario, bisogna ribadire con nettezza che un'interpretazione del Vaticano II al di fuori della tradizione contrasterebbe con l'essenza della fede: la tradizione, non lo spirito del tempo, è l’elemento costitutivo del suo orizzonte interpretativo.
Certo non può mancare lo sguardo sull’oggi. Sono i problemi attuali che richiedono risposte. Ma queste non possono venire se non dalla rivelazione divina, che la Chiesa tramanda. Questa tradizione rappresenta anche il criterio a cui ogni nuova risposta deve attenersi, se vuole essere vera e valida.
Su questo sfondo anche la distinzione così in voga tra “preconciliare” e “postconciliare” è molto dubbia sul piano teologico e su quello storico.
Un Concilio non è mai un punto di arrivo o di partenza sul quale possa essere scandita la storia della Chiesa o addirittura la storia della salvezza. Un concilio è piuttosto un anello di una catena la cui fine nessuno conosce al di fuori del Signore della Chiesa e della storia. Non può mai introdurre una frattura nella continuità dell’azione dello Spirito"....
****
alla luce di ciò come si può IMPORRE un Concilio quando anche san Gregorio Nazianzieno non volle andarci, al suo tempo, ed oggi definendolo un PUNTO DI ADESIONE INDISPENSABILE ALLA SALVEZZA a tal punto da tagliare fuori chi oggi non si sente ancora convinto dei suoi contenuti perchè malamente interpretato?
Eminenza, la Madre Chiesa in nome proprio di questo Concilio che ha chiesto tolleranza, non dovrebbe invece assai più amorevolmente CORREGGERE PRIMA GLI ERRORI scaturiti dalle false interpretazioni in modo tale da convincere i fedeli dell'ortodossia del Concilio stesso?
QUI TUTTI DENUNCIANO GLI ERRORI, MA NON SI VEDONO ANCORA LE CONDANNE... questo è il danno maggiore, non la posizione della FSSPX che rispetto alle migliaia di cattolici, preti e catechisti che viaggiano ancora in questi ERRORI, sono un nulla al confronto: errori denunciati, sì, ma ancora non condannati... e quindi ancora attivi nella Chiesa specialmente in campo ecumenico...
Grazie!
Luisa su MIL ha fatto due domande troppo gustose e troppo invitanti per non rispondere.... in fondo i Santi insegnano che un pò di umorismo non guasta, vero Luisa?
RispondiElimina^__^
Vorrei che qualcuno mi spiegasse che cosa c`è da celebrare in quel che sarà un tragico anniversario.
Che cosa si celebra? La Riforma? Lutero?
******
^__^ ebbè, ma è il linguaggio CONCILIARISTA del politicamente corretto che fa la differenza... in sostanza la Chiesa NON può FESTEGGIARE, non c'è nulla da festeggiare perchè avvenne una separazione, ma, ed ecco la DIABOLICA diplomazia "possiamo partecipare all'ANNIVERSARIO" di quel tragico momento facendo un ulteriore passo verso l'unità....
e come? ma è ovvio, a che serve continuare a tenere condannato Lutero visto che è morto? ergo, RIABILITIAMOLO! Lutero non è più scomunicato, perchè morendo ogni scomunica decade... un conto è il Diritto Canonico, altra cosa è spiegarlo ai fedeli, useremo questo ANNIVERSARIO per spiegare che Lutero non voleva una chiesa separata da Roma, ma voleva semplicemente cambiare la Chiesa... e poichè quello che non riuscì a lui ci siamo riusciti noi oggi in nome del concilio, non esiste più il nocciolo del problema ^__^
SIAMO TUTTI FRATELLI, UGUALMENTE CRISTIANI... abbiamo idee differenti, ma santo cielo CREDIAMO TUTTI NEL CONCILIO... i separati sono i tradizionalisti, quella è gentaglia da forca, da scomunica....
Cosa dobbiamo dunque celebrare? ma è ovvio: che siamo tutti cristiani e tutti sullo stesso piano, siamo tutti CONCILIARISTI, la nuova Chiesa del terzo millennio.... e dove qui c'è posto per tutti, mica solo per i cattolici.... e qui siamo tutti uguali, tranne per la gerarchia si intende... un cardinale è pur sempre un cardinale.... e tutti devono obbedire.... ^__^
E cosa festeggiamo? ma è ovvio, la fraternità ritrovata.... ma in cosa? ecche ne sò ^__^, l'importante è la fraternità, una fraternità che si opponga all'odiosa fraternità tradizionalista.....dobbiamo fare un fronte unico contro chi si oppone a queste fratellanze... dobbiamo festeggiare la parità.... tranne nella gerarchia si intende, il popolo resta popolo, un gregge con troppi pastori che dicono quello che vogliono.... in un ovile che non abbia più steccati, un gregge finalmente LIBERO....
^__^
un gregge finalmente LIBERO....
RispondiEliminainfatti ! e allora mettiamo a fuoco : qui libero significa senza recinti, senza guida, senza LEGGI, OBBLIGHI E DIVIETI, senza SEGNALI di pericolo e senza sentieri tracciati, ce ne rendiamo conto ? e anche senza alcuna protezione dai lupi ovviamente, appunto perchè tanti falsi pastori -lupi in veste di agnelli, ciechi guide di ciechi- dicono quel che vogliono, portando il gregge fuori strada, in nome della religione conciliar-ecumenista del "tutto va bene dentro la Chiesa fuorchè la Dottrina eterna e immutabile" (perchè essa è ESCLUSIVA dell'errore, non inclusiva), e su strade PERICOLOSE per la fede e per l'anima, attuando ciò che aveva in animo Lutero (come Pastorelli ha ben evidenziato, la perdita possibile di milioni di anime), dall'interno stesso della Chiesa, disegno diabolico programmato da secoli! qui è visibile la perversa piena realizzazione del vietato vietare, che tutto vuole permettere, però vieta categoricamente di dire la Verità chiara e semplice, non correct o contestualizzata storicista-evolutiva (e come voi stessi constatate su tanti blog che bannano coloro che se ne fanno portatori); solo la Verità è bandita da questo mondo di liberi-uguali !
e tutti coloro che la seguono e testimoniano, in primis la FSSPX, finchè però rimane fedele alla Verità e non vorrà aderire essa stessa alla religione conciliare (questo è il senso dei timori espressi da mons. Williamson, ma Caterina non se ne è resa conto, pur in mezzo a tante intuizioni centrate).
Se l'intuizione della blogger è fondata, in queste ultime righe del commento si vede l'approdo di quella chimera inseguita dal vaticano II:
liberté egalité fraternité, quelle rivoluzionarie e massoniche, capite ora dove ci ha condotti il mito della falsa primavera pentecostale, praticamente a un passo dall'anticristo, perchè si sta preparando da decenni la religione che adora l'uomo e il suo bene terreno, al posto del vero Dio e del Bene eterno che Egli ha preparato per gli uomini.
Chiedo ai bloggers di non usar i termini conciliarismo e conciliarista in contesti che non posson comportarli.
RispondiEliminaCon conciliarismo di deve sempre e soltanto intender l'eresia che proclama il concilio superiore al Papa.
Un conto è parlar di Chiesa conciliare, già di per sé definizione equivoca, nel senso di Chiesa che risente ed anche ossessivamente delle conclusioni del Vaticano II, un conto è definir la Chiesa conciliarista, una Chiesa, cioè, in cui il Papa avrebbe abdicato a favore di un concilio permanente alla sua funzione di Pastore supremo della Chiesa, di Cristo in terra, alle note condizioni.
Oggi non v'è conciliarismo. Il Papa è compos sui ed è nel pieno delle sue funzioni. Che poi le svolga bene o male è un altro discorso.
In ogni caso non mi nascondo il pericolo che prima o poi non si pervenga ad un neo-conciliarismo che potrebbe venir alla luce per l'eccessiva debolezza dei Sommi Pontefici. Che Dio ce ne scampi e liberi! Ci basta già la fanatica esaltazione del Vaticano II, summa di tutta la Rivelazione, di tutta la Tradizione, di tutto il Magistero infallibile.
TUTTE le religioni sono diverse vie alla Verità
RispondiElimina----------------
Ma chi l'ha pronunciate, queste parole, s'è lasciato la porta aperta alla smentita della logica interpretazione. Sì, sono vie alla Verità, per merito dei famosi "semi" - che nelle religioni false non esistono, noi sappiamo - ma possono anche non pervenirvi se non fanno fruttificar pienamente quei semi. Il modernismo, neo e vetero, è double face.
Scrive Dante:
RispondiElimina"Ci basta già la fanatica esaltazione del Vaticano II, summa di tutta la Rivelazione, di tutta la Tradizione, di tutto il Magistero infallibile."
Sintesi perfetta che, ahinoi, troverà conferma, ove ve ne fosse ancora bisogno, nell`anno della Fede che si preannuncia come un`esaltazione acritica e assordante del "meraviglioso evento conciliare"( mons. Müller dixit), un coro monocorde che raccoglierà gli applausi interminabili di chi è al potere nella Chiesa e di chi ha approffittato, usato e abusato del permissivismo, della libertà di bricoler a piacimento Liturgia e Dottrina.
E chi non si unirà al coro, chi non applaudirà, sarà stigmatizzato con le solite etichette che vanno tanto di moda.
E noi dobbiam far leva sulla face positiva, e attender che Dio ci ascolti.
RispondiElimina"Il cardinale Joseph Ratzinger, incontrando nel 1988 a Santiago i vescovi cileni, ha parlato di “un isolamento oscuro del Vaticano II” e ha detto".
RispondiEliminaCara Caterina,
L'isolamento oscuro che seguì il Concilio Vaticano II, è solo un effetto dell'isolamento che si è verificato nello stesso Magistero. Di Paolo VI a Benedetto XVI, quello che fa il Magistero, è solo quello di difendere i testi del Concilio, se chiediamo cerca il suo significato, abbiamo davanti a noi un vuoto, un divario che trova nei "cantieri" un tentativo attraverso le demolizioni o nuova costruzione di riempire questo vuoto. Vediamo in questo che quello che manca, non è solo un discorso, ma anche la propria interpretazione del Concilio da parte del magistero. Questo nessuno vaticanisti o autorità, può spiegare, perchè è una completa rottura con Pio XII, che ha insegnato nella Humani Generis:
" E il divin Redentore non ha mai dato questo deposito, per l'autentica interpretazione, né ai singoli fedeli, né agli stessi teologi, ma solo al Magistero della Chiesa. Se poi la Chiesa esercita questo suo officio (come nel corso dei secoli è spesso avvenuto) con l'esercizio sia ordinario che straordinario di questo medesimo officio, è evidente che è del tutto falso il metodo con cui si vorrebbe spiegare le cose chiare con quelle oscure; anzi è necessario che tutti seguano l'ordine inverso". Humani Generis
Nel Vaticano II, il magistero ci dà i testi del Concilio, ma non ci dà il senso/significato dei loro testi. Così, per la prima volta nella storia della Chiesa, il magistero propone ai fedeli un Concilio direttamente attraverso la lettura dei documenti Conciliare e no attraverso l'insegmanto orale dato per lo stesso Magistero, come nei precedenti Concili. Non c'è nella storia della Chiesa, un Concilio interpretato alla luce della tradizione, ma la sua accettazione alla luce del Magistero. In caso contrario, la Chiesa rischierebbe di separare il concilio del magistero, come oggi, quando accettare il concilio non è propriamente accettare il magistero. Inoltre, se il magistero fa solo la difesa dei testi conciliare, è impossibile accettare al Concili, in quanto il magistero non dice assolutamente nulla su ciò che significano i testi e anche se accetta il Concilio, non è possibile accettare il magistero post-conciliare una volta che non dice niente o quase nulla cerca il significato dei testi Conciliare. É troppo strano che se chieda al magistero quello che significa il Concilio e lui risponde: nei suoi testi, non ce sono degli errori...
Un paragone più preciso con il Concilio, è quella di un insegnante che dà ai sui studenti un testo da interpretare e permettere a chiunque arrivare alla loro interpretazione, senza spiegare il vero significato del testo. Dal momento che la mancanza di una difesa del significato dei testi da parte del magistero, tutte le interpretazioni sono valide e quello che troviamo in questo, è solo il libero-luterana, applicato ad un Concilio Ecumenico...
Un saluto dal Brasile
Ora, considerando quello che ha detto il cardinale Kurt Koch, dobbiamo ricordare che fino a poco tempo fa, era disposto a celebrare il 500º anni della Riforma luterana, e grazie a Dio, ha cambiato idea. Ma comunque, l'ulivo per commemorare questo anniversario è stato piantato nei giardini della Basilica di S. Paolo fuori delle mura. Se chiediamo come questo sia possibile, trovare una risposta nelle parole di Benedetto XVI ai luterani, durante la sua visita a Erfurt, dove dice:
RispondiElimina"Il dono è questo, ricordare che le cose che ci uniscono sono più di quelle che dividono, che il periodo “confessionale” è finito, che i cristiani devono saper essere missionari, che non bisogna mai dimenticare che il male c’è, esiste e minimizzarlo, «non è un’inezia», porta l’uomo inevitabilmente alla perdita di se stesso e della sua vita". Il Papa nella terra di Lutero - http://www.tempi.it/il-papa-nella-terra-di-lutero-la-fede-non-la-escogitiamo-noi#.UCECu6Mxg20
Davanti queste parole di Papa Benedetto XVI, non se può dire che l'infalibilità dei Concili Ecumenici aveva una validità solo per l'era confessionale? Che non possiamo più vedere queste "infalibilità" perchè sarebbe vedere solo quello che fa divisione?
Non dobbiamo dimenticare che Papa Benedetto XVI ha parlato in Germania che Lutero è un esempio per tutta la Chiesa e che il suo pensiero è cristocentrico...
Altra osservazione, è quela di chiedere: se l'era confessionale è finita, quale il senso di imporre alla FSSPX, un preambolo dottrinale?