Apprendiamo da Vatican Insider che Benedetto XVI pubblicherà tra breve un motu proprio per istituire la «Pontificia Academia Latinitatis». Scrive Tornielli:
«Foveatur lingua latina». Papa Ratzinger vuole far crescere la conoscenza della lingua di Cicerone, di Agostino e di Erasmo da Rotterdam, nell’ambito della Chiesa ma anche della società civile e della scuola e sta per pubblicare un motu proprio che istituisce la nuova «Pontificia Academia Latinitatis». Fino ad oggi Oltretevere ad occuparsi di mantenere in vita l’antico idioma era stata una fondazione, «Latinitas», rimasta sotto l’egida della Segreteria di Stato e ora destinata a scomparire: oltre a pubblicare l’omonima rivista e a organizzare il concorso internazionale «Certamen Vaticanum» di poesia e prosa latina negli anni si è occupata di tradurre in latino parole moderne.L’imminente istituzione della nuova accademia pontificia che si affianca alle undici già esistenti – tra le quali ci sono le più note dedicate alle scienze e alla vita – è confermata in una lettera che il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, ha inviato a don Romano Nicolini, un sacerdote riminese grande propugnatore del ritorno dell’ora di latino nella scuola media inferiore. Ravasi ha ricordato che l’iniziativa dell’Accademia è «voluta dal Santo Padre» ed è promossa dal dicastero vaticano della cultura: vi faranno parte «eminenti studiosi di varie nazionalità, con finalità di promuovere l’uso e la conoscenza della lingua latina sia in ambito ecclesiale sia in ambito civile e quindi scolastico». Un modo per rispondere, conclude il cardinale nella lettera, «a numerose sollecitazioni che ci giungono da diverse parti del mondo».Sono passati cinquant’anni da quando Giovanni XXIII, ormai alla vigilia del Concilio, promulgò la costituzione apostolica «Veterum sapientia» per definire il latino come lingua immutabile della Chiesa e ribadirne l’importanza, chiedendo alle scuole e università cattoliche di ripristinarlo nel caso fosse stato abbandonato o ridotto. Il Vaticano II stabilirà di mantenere il latino in alcune parti della messa, ma la riforma liturgica post-conciliare ne avrebbe abolito ogni traccia nell’uso comune. Così, mentre mezzo secolo fa prelati di ogni parte del mondo riuscivano a capirsi parlando l’idioma di Cesare e i fedeli mantenevano un contatto settimanale con esso, oggi nella Chiesa il latino non gode di buona salute. E sono altri ambiti, laici, interessati a promuoverla.[...]
In questo thread sulla pubblicazione congiunta dei messali delle due forme del rito latino avevamo sentito parlare del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, la scuola per latinisti alle dirette dipendenze del Papa. Ma certamente l'Accademia costituisce un passo avanti.
Ad Maiora!
Vivant Ecclesia et latinitas !
RispondiEliminaOptimus quidem nuntius!
RispondiEliminaFuturo anno, venite omnes ad cenaculum Familiae Sancti Hieronymi ut Latine oremus, allocutiones audiamus et inter nos colloquamur.
http://www.hieronymus.us.com/
Sodales autem Familiae oboedientes sunt erga Ecclesiae ac Summi Pontificis magisterium, profectum spiritualem sectantes, latinitatem vivam colentes.
Quod hoc etiam mirabilius debet videri!
RispondiEliminaDio benedica il Papa! Sta facendo tutto quello che può.
RispondiElimina... anche se sono troppi, soprattutto vescovi e preti a pensare che il latino sia stato abolito o che non sia permesso usarlo!
RispondiEliminae allora perchè non renderlo obbligatorio in tutti i seminari?
RispondiEliminaSacramentum Caritatis (2007) 62:
RispondiElimina“Richiedo che i futuri sacerdoti, a partire dalla loro formazione nei seminari, ricevano la preparazione necessaria per capire e celebrare la Messa in latino, ed anche per utilizzare i testi latini e il canto gregoriano; non dovremmo poi dimenticare che si può insegnare ai fedeli la recitazione delle preghiere più comuni in latino e il canto di alcune parti del gregoriano”
e anche: Optatam totius 13, a proposito dei seminaristi,
RispondiElimina“E inoltre devono acquisire una conoscenza del latino che consenta loro di capire e fare uso delle fonti di tante scienze e dei documenti della Chiesa. Lo studio del linguaggio liturgico proprio di ogni rito dovrebbe essere considerato necessario, un’utile conoscenza delle lingue della Bibbia e della Tradizione dovrebbe essere fortemente incoraggiata”.
Gride manzoniane...
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