Disastro Müller: «...Questo è l’uomo che è stato scelto per sovrintendere al processo di “regolarizzazione” della Fraternità San Pio X. In realtà sembra che cercherà di distruggerla!»
Disastro Ravasi: «...Ma, purtroppo, non è questo l’aspetto più inquietante della vicenda. Il problema è un altro, ed è che ad Assisi ci si appresta a mettere in scena una nuova versione riveduta e aggiornata di quella teologia del dubbio che tanto aveva avuto fortuna grazie al cardinale Martini con la Cattedra dei non credenti. E non è un caso che, alla regia, ora vi sia un cardinale cresciuto alla scuola del martinismo come Gianfranco Ravasi. La matrice è evidentissima sin dalla pagina del sito del Cortile dei Gentili in cui si presenta l’iniziativa: “In occasione dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI, il Cortile dei Gentili vuole raccogliere e dare forma al grido spesso silenzioso e spezzato dell’uomo contemporaneo verso un Dio che per un numero crescente di persone rimane un ‘Dio sconosciuto’...".
Una sublime versione 2.0 dell’invenzione martiniana che, una volta innescata, porta il cattolicesimo all’autodissoluzione».
Una sublime versione 2.0 dell’invenzione martiniana che, una volta innescata, porta il cattolicesimo all’autodissoluzione».
Aggiungo questa segnalazione di un lettore di uno stralcio del messaggio del Papa per una circostanza analoga:
«... Spetta a voi, cari giovani, far sì che, nel vostro Paese e in Europa, credenti e non credenti ritrovino la via del dialogo. Le religioni non possono aver paura di una laicità giusta, di una laicità aperta che permette a ciascuno di vivere ciò che crede, secondo la propria coscienza. Se si tratta di costruire un mondo di libertà, di uguaglianza e di fraternità, credenti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria restando fedeli alla proprie convinzioni, e devono essere fratelli tra loro. Una delle ragion d’essere di questo Cortile dei Gentili è quella di operare a favore di questa fraternità al di là delle convinzioni, ma senza negarne le differenze. E, ancor più profondamente, riconoscendo che solo Dio, in Cristo, ci libera interiormente e ci dona la possibilità di incontrarci davvero come fratelli (VIDEO-MESSAGGIO del Santo Padre nella serata conclusiva del "Cortile dei Gentili" a Parigi (24-25 MARZO 2011), 25.03.2011)».Mi son trovata a commentare che la citazione non creerebbe alcun problema guardando alla conclusione che si richiama al Signore, se non la trovassi in patente contraddizione con l'affermazione che precede e se, nello stesso tempo, non mi risuonasse un campanello d'allarme alle parole libertà, uguaglianza, fraternità: lo spirito dei lumi.... la "fratellanza universale"... Non è per questo che è venuto il Signore!
Ai sacerdoti (e fedeli) che non riescono ancora a scegliere esclusivamente la messa di sempre le uniche parole appropriate mi sembrano quelle del monito evangelico: Uomini di poca fede!
RispondiEliminaForse che per S.E. mons.Lefebvre fu facile la scelta esclusiva che lo porto' a morire scomunicato?
Eppure PaoloVI glielo disse apertamente: "dica una sola volta la nuova messa e tutto andrà a posto"
Monsignore rispose picche al papa e la Provvidenza permise che la sua opera fosse la sola a crescere in numero (anche contro una scomunica e i garage che hanno frenato migliaia di fedeli potenziali) mentre tutto andava a rotoli!
Ci sono grazie inaspettate che aspettano da anni i più coraggiosi...
Sursum corda!!!
Be', è inutile parlare di più coraggiosi e meno coraggiosi... Cioè, bisogna poi vedere le ragioni di ognuno... Se si vive in una famiglia modernista, che non accetta certe idee, per esempio, è ifficile fare una scelta radicale, netta, a solo favore della Messa Antica, perchè chi ti circonda difficilmente capirebbe... e allora magari si preferisce cercare una soluzione morbida, perchè magari andando anche a quella moderna, si possono convincere i propri genitori di non essere degli estremisti, o altro, ed ottenere così il permesso di andare qualche volta alla Vera Messa (cioè quella di sempre), cosa che altrimenti se non si mostrasse un minimo di apertura non si otterrebbe mai... Insomma ci possono essere tante situazioni diverse, da valutare caso per caso... Magari ci sono persone che hanno capito benissimo cosa è giusto e cosa sbagliato...e prendere una posizione nettamente tradizionale (ma non possono).
RispondiEliminasi possono convincere i propri genitori di non essere degli estremisti, o altro, ed ottenere così il permesso di andare qualche volta alla Vera Messa (cioè quella di sempre), cosa che altrimenti se non si mostrasse un minimo di apertura non si otterrebbe mai...
RispondiEliminaQuesto è un atteggiamento da popolo Summorum. Non ci appartiene.
Magari ci sono persone che hanno capito benissimo cosa è giusto e cosa sbagliato...e prendere una posizione nettamente tradizionale (ma non possono).
O si è nettamente tradizionali o non lo si è per nulla.
Ci sono cose che non possiamo ottenere con la forza, le dobbiamo guadagnare con l'impegno e la fedeltà. Ed è una purificazione dalla quale non possiamo sottrarci, perché tale credo che sia questo terribile disorientamento costellato di insidie di ogni genere: la prima, quella della nostra superbia.
Mentre difendiamo e diffondiamo la nostra fede dobbiamo saper rimanere al nostro posto: vigili sentinelle, compagni di cammino... per quanto mi riguarda, mi sono completamente estranee vocazioni alla Savonarola o alla Torquemada.
Anche in una famiglia modernista alla fine uno può dire che il Papa stesso ha autorizzato la celabrazione di Sante Messe secondo il rito straordinario.
RispondiEliminaPersonalmente vado anche volentieri al rito ordinario celebrato degnamente e senza abusi o all'estero o in Cattedrale.
Solo se non ho altra scelta per il precetto vado al rito ordinario dove so che ci sono degli abusi. Purtroppo mi è capitato di assistere a cose raccapriccianti. In quei casi mi domando sempre se davvero avrei fatto meglio a non andare la domenica a Messa, ma c'è l'obbligo del precetto.
Caro Marco,
RispondiEliminapenso sia il comportamento più giusto.
Anch'io mi regolo così. Quando posso la Messa Bella e Santa; quando non riesco, non mi restano che le parrocchie limitrofe, ma è una sofferenza!