Se rivedete bene la cronologia, il fallimento del processo che sembrava portare ad una regolarizzazione non è intervenuto in occasione del Capitolo generale, ma un mese prima. Ciò dunque non ha modificato il dato.
Senza che si possa rivelare alcunché del contenuto, i sostenitori di mons. Fellay erano molto soddisfatti del Capitolo generale. Come è stato scritto un po' dappertutto, il vero cambiamento è avvenuto a Roma il 13 giugno. Alcuni giorni prima, Mons. Pozzo diceva a chiunque che l'accordo era suggellato. E d'altronde non era un segreto perché gli stessi giornali titolavano sul fatto che il testo di Mons. Fellay era stato approvato e che ormai era solo questione di giorni.
Ma il 13 giugno, avviene un totale rovesciamento della situazione : alla fine le condizioni portavano alla constatazione che non era più possibile proseguire per la FSSPX. A chi la colpa ? Sembra il frutto di un'autentica guerra d'influenze che da anni agita il Vaticano e che questo famoso mercoledì romano l'ala progressista si sia armata per battere il pugno sul tavolo e imporre le sue vedute attraverso qualche intimidazione che solo essa conosce, al fine di far fallire la regolarizzazione. Le condizioni aggiunte non servivano altro che da pretesto. Ricordiamoci che Benedetto XVI stesso diceva che per lui e per noi sarebbe più facile rimanere per ora nello statu quo. Un movente (quale ? la storia lo dirà) l'ha dunque costretto a questa facilità. Ricordiamoci che al momento della rimozione delle scomuniche, i nemici erano stati molto ingegnosi - montando il caso Williamson - per cercar di fare pressione sul Papa. E all'epoca, non immaginando forse lo tsunami che ciò avrebbe provocato, egli non aveva ceduto. Ed aveva confermato il suo atto.
Non si può nemmeno andare avanti col fatto che noi rimaniamo in una situazione crudelmente anomala quando vescovi come Nourrichard e Zollitsch sono considerati in piena comunione mentre i membri della FSSPX non beneficerebbero di questa etichetta.
Tutto bene. Ma anche tutto nel segreto. E col segreto non si va avanti nella comprensione dei fatti. E, dunque, non si sa chi effettivamente abbia fatto marcia indietro o rifiutato di far passi avanti e per quali motivi.
RispondiEliminaNon mi meravigliano le presunte presssioni sul papa, ma queste pressioni, se sono state così forti da indurlo a render impossibile la riconciliazione, devon esser veri e propri ricatti. E qui la fantasia ha spazi per volare, magari anche immaginando ciò che non è. Minacce di scisma? Minacce di rivelazioni pericolose?
I dubbi imprigionano, la verità rende liberi.
I dubbi sono fondati
RispondiEliminaVoglio dare la mia testimonianza:
RispondiEliminaHo avuto modo il giorno 12 giugno di conoscere Mons Fellay che si trovava ad Albano e ho ascoltato una sua conferenza in cui ha ricostruito tutta la vicenda dei rapporti con il Vaticano.
Da come ha parlato e da come esponeva le cose sembrava veramente tutto fatto.
Poi ho avuto modo di ammirare lo spirito veramente cattolico di Mons. Fellay. Ad un certo punto ha detto: il Santo Padre ci ha chiamati non possiamo ignorare il suo appello....
Mons. Fellay era anche disposto a mettere nel conto qualche incomprensione e resistenza all'interno della Fraternità.....
Perciò dopo aver toccato con mano lo status questionis mi pare che Mons. Fellay si sia spinto anche fin troppo oltre e mi rammarica la durezza e l'intransigenza di Roma che a mio modesto parere non può pretendere che (soprattutto dopo 50anni di fallimenti) si accetti a scatola chiusa un concilio che non ha canoni dogmatici, ma si è definito pastorale. Certo personalmente lo accetto come concilio, ma tra i canoni di Trento e il sillabo (che hanno maggiore valore dogmatico) secondo me è chiara la posizione che deve mantenere ogni autentico cattolico.....
in pace
All`interno della FSSPX c`erano sì delle opposizioni all`accordo ma è più che probabile che, a accordo avvenuto, a parte gli irriducibili, l`unità si sarebbe ricomposta, quel che è certo è che mons. Fellay non avrebbe manifestato la sua fiducia nell`accordo se non avesse avuto fondate ragioni per farlo, senza dimenticare gli articoli di Tornielli, il cui informatore in Curia potrebbe essere (altri direbbero "è") Mons. Pozzo che davano il "sì" e l`accordo certi.
RispondiEliminaNon credo che dobbiamo aver molti dubbi su chi ha fatto tutto il suo possibile, e aveva il potere per farlo, per far saltare l`accordo, la composizione della Commissione vaticana parla da sè, le dichiarazioni di molti suoi membri non lasciavano "planer"nessun dubbio sulle loro intenzioni.
Quello che mi rattrista è che il Papa abbia seguito quei prelati ostili alla FSSPX, il fatto che aveva avocato a sè l`ultima parola, ci aveva fatto sperare che, consapevole dei pensieri e dei sentimenti dei membri della Commissione,avrebbe fatto prova di autorità e preso su di sè la responsabilità di quella decisione che ci aveva fatto capire gli stava particolarmente a cuore.
Conosciamo la Dichiarazione dottrinale di Mons. Fellay, leggendola ci eravamo detti che eravamo veramente ad un passo dell`accordo (quanti chierici formalmente uniti a Pietro potrebbero sottoscriverla?), invece continuiamo a non conoscere i vari Preamboli, e in particolare l`ultimo, un segreto, un`opacità che non contribuiscono a dar fiducia a noi piccoli.
Avete fatto un bilancio difficilmente smontabile e mi trovo d'accordo con le vostre conclusioni.
RispondiEliminaGrazie ad Areki che ha testimoniato la sua diretta esperienza, molto indicativa e sotto certi aspetti confortante rispetto agli atteggiamenti futuri della FSSPX.
Dobbiamo aspettarci maggiore cautela e di sicuro la diffidenza non è vinta. Ma almeno l'atteggiamento di fondo non è intransigente. Certe frange che fanno molto rumore non penso possano dettar legge ad un superiore che sa il fatto suo e a tre vescovi ricompattati: ho letto una recente conferenza di de Galarreta che lancia messaggi positivi.
"Un movente (quale ? la storia lo dirà)"....
RispondiElimina. . . . . . . . . .
la storia ? e perchè non si può sapere ORA ?
la storia parlerà, tra quanti anni ?
e giusto diciamolo, dove si vuol andare con un tal segreto? di solito con certi gravi ricatti e segreti funzionano solo le sètte, le peggiori: e da quando in qua la Chiesa cattolica usa i procedimenti delle sette ?
poi: se è vero che il Papa è ricattato e CEDE ai ricatti di chiunque, mini-potente o superpotente che sia, da quando in qua un papa in 2000 anni era stato ricattabile ? se Leone X non si è piegato a Lutero, ma ha detto, a Nome di Dio, per Suo sacro incarico e dovere, e non per propria gloria :
"Exsurge Domine et judica causam tuam", perchè oggi questo nessun papa non lo può fare ?
non è più "di moda" ?
ah già.....da quando la collegialità schiaccia e minimizza Pietro, (cioè da 50 anni) comanda il superconcilio, usato dai potenti occulti e perversi che lo usano come instrumentum di dittatura, piegando il Papa ai loro voleri, e quindi tutti noi, sia fuori sia dentro la FSSPX battendo i pugni sul tavolo, i grandi nemici della Tradizione; chi non si piega al concilio senza fiatare, e chi non accetta la grande comunione coi protestanti e vari semi-luterani (NC) non è considerato "cattolico", questo il succo della questione; dunque sono loro che comandano la Chiesa, sono loro che tengono saldo il timone,....e per quali fini ?
non certo per la salus animarum.
Per fini di conservazione del Potere, quello che già acquisirono con inganno e violenza 50 anni orsono, col pretesto di un'assise rinnovatrice.
E non ci si venga ora a dire che "è Pietro che ci porta in tal direzione" "è lui che vuole portarci alla "grande unione fraterna" (unione di chi, di che segno esattamente?) o robe simili: di quale Pietro si sta parlando, di quale indirizzo pastorale di Vicario, provvido, EQUANIME, fermo, incoercibile dai poteri occulti, e -soprattutto- trasparente ?
ct
Di ricatti i papi ne han subiti nella storia. Leone X non era ricattabile sui costumi semplicemente perché eran ben noti. Reagì in ritardi avendo preso tempo a dichiarar ch'eran beghe tra frati. Eran ricatti le faide familiari, le lotte tra cardinali, i veti di alcuni potenze.
RispondiEliminaIo mi auguro che la cautela del papa regnante sia dovuta a motivi ben diversi che noi non conosciamo, ma supponiamo si tratti di minacce di ribellione di episcopati, quindi di scima: ma se esiston di fatto situazione di scisma tanto vale far scoppiare i bubboni e guarir la Chiesa.
Ma di supposizioni non si può campare e con esse non si fa né storia né cronaca.