Si è messa in moto la macchina diplomatica ad un livello curiale più alto (che non è l'Ecclesia Dei) per trovare una soluzione all'incresciosa oltre che dolorosa situazione creata dagli Agostiniani che hanno sfrattato dalla loro chiesa l'Antico Rito per far posto al NO in lingua portoghese.
Preghiamo per l'esito di un dibattito, previsto per oggi pomeriggio, che potrebbe essere risolutivo!
Speriamo che questo dibattito tra clero sia proficuo e porti abbondanti frutti nella diocesi del Papa, la messa nell'antico Rito è una sorgente di acqua viva per tutta la chiesa nel mondo intero Mater Ecclesiae ora pro nobis
RispondiEliminaInvito alla massima calma sulla questione Gesù e Maria al Corso. Non v'è alcuna conferma che la decisione dei PP. Agostiniani (certamente ispirata o comunque sostenuta dal Parroco di San Giacomo), la quale comunque - pur moralmente intollerabile - rimane formalmente legittima, sia stata in qualche modo appoggiata dal Vicariato. Attaccare a priori il Vescovo ausiliare non mi pare il modo migliore di affrontare la delicata questione.
RispondiEliminaSe un parroco si comporta come quello di Gesù e Maria, sa che il Vicariato non gli è di certo contrario. Non c'è bisogno di un appoggio esplicito conoscendo l'andazzo di Roma. E una critica motivata e sacrosanta, fatta col dovuto rispetto, non ama questo "ecclesialese" untuoso. La mitezza non è mancanza di dignità e umiltà non è calamento di braghe.
Se un vescovo si offende perché qualcuno ha potuto dire che non interviene, beh, che intervenga tutelando un diritto sancito dal Papa!
"E allora annamo, famo, menamo..." (cit.).
RispondiEliminaSe un invito alla prudenza (che non esclude poi ogni tentativo, anche giurisdizionale) e' "ecclesialese untuoso", immagino lei abbia altre soluzioni da proporre: intende occupare Gesu' e Maria al Corso, come Saint Nicolas? Ci faccia sapere quando convoca le truppe, che immagino guiderà di persona.
Non intendo niente del genere e può anche risparmiarsi l'ironia. Mi ha colpito l'affermazione del "formalmente legittima", quando occorrerebbe anche pensare alla vis della consuetudine...
RispondiEliminaIl problema, penso, è che purtroppo dobbiamo dare per scontato che nella diocesi del Papa il cardinal Vicario farebbe ostruzionismo per qualunque altra soluzione alternativa, dal momento che è solito dichiarare che se ci fosse stato lui Roma non avrebbe nemmeno la parrocchia personale e forse i Romani - ripeto nella diocesi del Papa - dovranno tenersi stretti gli altari "in prestito" che hanno, se vogliono vivere la loro Santa Messa. Anche perché c'è purtroppo da dare altrettanto per scontato che ogni vescovo di settore si asterrà dal compiere atti che divergano dalla volontà del cardinal vicario...
Ma l'Ecclesia Dei dov'è?
Ovviamente nel "tenersi stretti", penso ad azioni equilibrate, non a dispiegamenti di truppe o piazzate di altro genere.
Ma almeno la denuncia e qualunque altra lecita azione, potrà essere consentita!
Calma non agitiamoci preghiamo e attendiamo come si evolverà la triste vicenda,non cadete nella trappola dell'ira evitiamo di dividerci tra noi, se resistiamo saldi nelle nostre posizioni nessuno ci può più fare del male,Recitiamo ogni giorno il santo Rosario per questa nobile causa e assistiamo alla Santa Messa numerosi a Gesù e Maria, in più potete raccogliere delle firme e sottoscrivere una petizione una per conoscenza al Santo Padre l'altra al vice presidente mons.di Noia commissione ecclesia Dei e l'altra a mons. Zuppi vescovo del settore centro.
RispondiEliminaOgni lecita azione e' stata e sara' posta in essere. Esiste un diritto canonico, nessuna strada resterà intentata. Bisogna tuttavia muoversi con cautela e rispetto dei ruoli e delle gerarchie, proprio per i motivi che lei ha rilevato. Non e' stata finora riscontrata preconcetta ostilità negli interlocutori di più alto livello: mi sembrava opportuno, pertanto, evitare un attacco pregiudiziale.
RispondiEliminaNon e' stata finora riscontrata preconcetta ostilità negli interlocutori di più alto livello: mi sembrava opportuno, pertanto, evitare un attacco pregiudiziale.
RispondiEliminaCapisco e me ne compiaccio.
Accompagneremo gli eventi con la preghiera.
perché agitarsi tanto?
RispondiEliminaGli agostiniani hanno semplicemente sfrattato la messa antica e fedeli che la seguivano da anni. Hanno agito contro il diritto? Non mi sembra. Tutto avviene nella legalità e non c'è norma, se non la cortesia l'opportunità la carità, che imponga qualcosa al rettore della chiesa.
Il problema è più in alto.
Episodi del genere che, Dio non voglia!, si ripeteranno anche altrove...sono indice di un'aria tradizionale che non piace, che dal 2007 sta prendendo piede ma che si cerca di smorzare. Lo sappiamo.
Perché non chiedere aiuto ai cardd. che in pompa magna pontificano nella forma straordinaria? Potranno fare qualcosa? dubito
Infine: hanno per caso sfrattato anche i fedeli della cappella S. Cateria da Siena...? No.
Ci sono novità sull'incontro di ieri pomeriggio?? Grazie
RispondiEliminaLa questione è ancora affidata alla "macchina diplomatica".
RispondiEliminaNon c'è niente di definitivo tranne l'avviso in bacheca degli Agostiniani che ufficializza lo sfratto; ma se sono ragionevoli potrebbe rientrare.
Vedremo... e preghiamo.
Episodi del genere che, Dio non voglia!, si ripeteranno anche altrove...sono indice di un'aria tradizionale che non piace, che dal 2007 sta prendendo piede ma che si cerca di smorzare. Lo sappiamo.
RispondiEliminaQuesta è la cruda realtà. Ci sono però degli strumenti (Universae Ecclesiae e il corrispondente ruolo e potere assegnato alla ED), che vorremmo veder usati.
Guardando con più attenzione l'Universae trovo queste disposizioni:
RispondiElimina....
""9. Il Sommo Pontefice ha conferito alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei potestà ordinaria vicaria per la materia di sua competenza, in modo particolare vigilando sull’osservanza e sull’applicazione delle disposizioni del Motu Proprio Summorum Pontificum (cf. art. 12).
10. § 1. La Pontificia Commissione esercita tale potestà, oltre che attraverso le facoltà precedentemente concesse dal Papa Giovanni Paolo II e confermate da Papa Benedetto XVI (cf. Motu Proprio Summorum Pontificum, artt. 11-12), anche attraverso il potere di decidere dei ricorsi ad essa legittimamente inoltrati, quale Superiore gerarchico, avverso un eventuale provvedimento amministrativo singolare dell’Ordinario che sembri contrario al Motu Proprio.
§ 2. I decreti con i quali la Pontificia Commissione decide i ricorsi, potranno essere impugnati ad normam iuris presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. ""
Ne devo concludere che esiste una procedura buorcratica che esige un ricorso, il quale a sua volta esige un provvedimento dell'Ordinario. Ora l'ordinario dovrebbe essere il vescovo di settore oppure il cardinal vicario, i quali dovrebbero metter per iscritto le loro motivazioni; cosa che vedo estremamente difficile. La conseguenza è che siamo in una situazione di paralisi voluta, in cui ognuno esprime sue ragioni ma nessuno attua ciò che di risolutivo ed equo si dovrebbe attuare.
Mi auguro che chi sta portando avanti il discorso, insieme alla buona volontà che di certo non manca, abbia grandi doti di mediazione e l'aiuto del Signore!
I richiamati articoli del Summorum
RispondiEliminaArt. 11. La Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, eretta da Giovanni Paolo II nel 1988, continua ad esercitare il suo compito. Tale Commissione abbia la forma, i compiti e le norme, che il Romano Pontefice le vorrà attribuire.
Art. 12. La stessa Commissione, oltre alle facoltà di cui già gode, eserciterà l’autorità della Santa Sede vigilando sulla osservanza e l’applicazione di queste disposizioni.
Sono estremamente generici. Dicono tutto e non dicono nulla. L'unica cosa chiara è la burocratizzazione sancita dai ricorsi. Ma il ricorso necessita di provvedimenti amministrativi singolari che credo non agevole promuovere...
E, dunque, paralisi totale. Ovvio che non è altro che il gioco della potente egemonia contraria alla Tradizione.
Questo caso sarà emblematico per saggiare una qualche possibilità di uscire da questa impasse abbastanza perversa, direi...
mi dispiace, il coltello dalla parte del manico lo hanno sempre loro... Fino a quando?
RispondiEliminaVien da dire; voi avete le chiese, noi abbiamo LA FEDE!
Spero che questo problema potrà essere definitivamente risolto.
RispondiEliminaMic,
RispondiEliminaQuesto accade qui in Brasile?
Il problema è cornuto... in tutti i sensi.
RispondiEliminaa)Un corno è stato ben evidenziato in qualche intervento che ho letto qua sopra: la Tradizione lentamente ma con la sicurezza implacabile della coerenza e della superiore dignità che può vantare in materia dottrinale e quindi liturgica sta avanzando e il nemico si accorge che nonostante tutto il suo agire e tutte le sue convinzioni, non è un fuoco di paglia, non è la pittoresca sfilata di una corte dei miracoli(anche se alcuni tra noi hanno modi "eccentrici"). La Messa di sempre dunque dà realmente noia perché ha successo, perché attrae gli strati più onesti e più consapevoli dei cattolici. Dunque si devono rinforzare gli argini e ogni mezzo viene adoperato.
b)l'altro corno: questa ondata va, a loro avviso, per lo meno irregimentata, circoscritta in poche e determinate celebrazioni affidate a persone manovrate o manovrabili in via politica.
Bene: con queste corna... pardon, con questi corni davanti anche le prospettive di rientro della FSSPX che direzione potranno mai prendere? se i nostri fratelli in cd. "non piena comunione" non si son bevuti il cervello se ne staranno ben alla larga da un inquadramento canonico che soltanto formalmente permetterebbe loro di santamente esercitare il ministero sacerdotale. La questione Gesù e Maria quindi -a mio avviso- non ha un significato meramente locale né circoscritto ai soli fedeli di Roma, ma è il polso del malato, è la temperatura che sale. Una excalation indice di una corsa al riarmo che fa prevedere una guerra globale. Armiamoci dunque pure noi, in mano il Santo Rosario per sostenere chi ha il compito di affrontare il nemico!
La procedura dei ricorsi canonicii è meno macchinosa di quanto non sembri.
RispondiEliminaAnzitutto, ex can. 37, l'atto amministrativo dato per il foro esterno va provato per iscritto: ma la prova c'è, consiste nell'avviso in bacheca.
A questo punto si ricorre al Vicario, cosa peraltro già fatta. C'è il problema dei termini perentori (occhio), che qui non si sa da che data computare: dalla prima intimazione verbale dello sfratto, forse?
Ma soprattutto, in assenza di formale risposta entro tre mesi, vale il can. 57: la risposta si presume negativa, per quanto attiene alla proposizione di un ulteriore ricorso. Quindi, se il Vicario seguita a tacere, potete adire l'Ecclesia Dei. Dove vale lo stesso discorso: altri tre mesi, e potete adire la Segnatura.
In quest'ultimo caso, cercatevi un avvocato della Curia Romana - NON BASTA UN AVVOCATO ROTALE - e mettete da parte i soldi per la cauzione. A me han chiesto 1550 euro. Senza il cui versamento, il ricorso è dichiarato perento.