Ecco la sintesi e le conclusioni - che chiedo ad Andrea, di pubblicare anche su Mil - scaturite dal precedente thread, partendo da quel che scrive Andrea Carradori: "Quello che era stato provvisoriamente prefigurato è stato spazzato via dalle stesse scope vaticane : il messaggio bertoniano, l'assenza di tanti, troppi cardinali e prelati solitamente vicini a noi ecc ecc ecc. No! Dobbiamo ricominciare tutto ex novo senza fare il passo più lungo della gamba, senza stravolgere le indicazioni del MP e basando il nostro fare solo su cose pratiche come l'aiuto vincendole in sacris".
Quello che era stato prefigurato aveva un che di machiavellico e non partiva dalla 'base', da una base responsabile che si fosse scelta anche le guide capaci di metterci la faccia e il cuore.
Non mi convince il discorso dell'esclusivo scambio di aiuti pratici, mi sa tanto di 'palliativo' e non tiene conto di quel che è più importante: promuovere, far conoscere. Questo lo si può fare solo creando eventi, incontri, non necessariamente di grande profilo. Non serve mobilitare le folle, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno. Dobbiamo, però, intraprendere quanto è più efficace col massimo equilibrio e determinazione.
Si può pensare intanto ad un evento a livello nazionale: Convegno, o altro, dedicato specificamente alla Liturgia antiquior, ma soprattutto alla sua dottrina oltre che alla sua diffusione, nello spirito di quella missionarietà che, se siamo inseriti nella "nuova evangelizzazione", non può esserci estranea. Però questo sarà realisticamente da prendere in considerazione tra un anno magari in concomitanza col VI anniversario del Summorum; ma occorre già cominciare a pensarci. Alla fine basterebbe interpellare Padre Vincenzo Nuara, perché organizzi per il 2013 (tra l'altro in Giovani e Tradizione ha degli ottimi collaudati collaboratori e noi lo affiancheremmo come possiamo lasciandolo stabilire a lui) il solito Convegno Summorum Pontificum che quest'anno purtroppo è saltato non so se per suoi impegni o per ragioni di spesa. È sempre opportuno partire dalle risorse già presenti cercando di incrementarle piuttosto che crearne di nuove che potrebbe essere velleitario.
Almeno, insieme alla grancassa mediatica ed al peana laudatorio conciliarista, si alzerà anche qualche voce amica capace di rigenerare e nutrire le nostra anima e le nostre attese!
E potrebbe essere questo l'evento cui partecipare in massa cominciando a parlarne con dovizia di particolari - prima durante e dopo per "spezzare il pane" dei contenuti anche agli assenti - intanto sui nostri blog, ma interpellando la stampa amica (non è molta, ma potrebbe bastare per una diffusione più allargata e per nulla banale).
Anzi, potremmo preparare noi le informazioni ufficiali ed esatte per i Vaticanisti, in modo che non diano le solite versioni distorte ed ideologizzate, sperando che essi siano disponibili e non del tutto refrattari alle nostre proposte.
L'orizzonte internazionale, potrebbe essere allargato a partire dai blog amici che già ci seguono... Del resto ci sono anche altre piattaforme, come Catholica, che potrebbero essere validi partner di diffusione oltralpe, ad esempio. E magari fare da moltiplicatore promuovendo, intanto, eventi paralleli in Francia.
Accantonato per il momento l'evento nazionale, nell'immediato bisognerebbe iniziare ognuno nel proprio contesto, ad organizzare incontri formativo informativi sulla nostra Santa Messa preferibilmente a livello diocesano, ove possibile, scegliendo uno o più relatori. Ove non possibile, partire dalla propria Chiesa o sede, facendo inviti anche al di fuori del proprio gruppo per parlare del Rito Antiquior e della sua dottrina, dal cuore dall'esperienza e dalle proprie conoscenze - interpellando un sacerdote o altri relatori disponibili al'interno o al di fuori dei gruppi e penso che alcuni già lo stiano facendo - per far conoscere a molti o pochi che siano (intanto è importante iniziare) il nostro tesoro, che è per noi, ma non nostro e quindi per noi, cioè in questo caso attraverso di noi, deve essere testimoniato e trasmesso ad altri: è l'unico tipo di "tradizione vivente" che mi convince.
D'altronde, come già detto, il richiamo anche alla "nuova evangelizzazione" cosa significa se non questo? Anzi - senza alcuna etichetta, perché siamo cattolici-e-basta -, dovremmo sentirci spinti e impegnati a far conoscere la dottrina, perché non c'è Liturgia senza la dottrina e la teologia (e anche l'anagogia) che la sottende!
Del resto, se facciamo un discorso realistico equilibrato e disinteressato, ma motivato quanto basta, difficilmente corriamo il rischio di prendere cantonate e, soprattutto le creiamo concretamente le sinergie di cui non facciamo che parlare ma che stentano a realizzarsi. Possiamo farlo individuando nei vari gruppi sacerdoti o anche laici impegnati disposti a spendersi anche al di fuori del proprio gruppo. E che siano davvero nel Signore, queste sinergie, non in una etichetta o in una bandiera da sventolare come specchio per le allodole... E per il momento siamo soli, perché la FSSPX sembra tuttora e non sappiamo per quanto inesorabilmente "al palo" mentre la situazione è gravida di incognite.
Il tutto ovviamente senza badare ai risultati - che comunque non ci appartengono e non dipendono da noi, ché siamo servi inutili - e senza grancasse di visibilità tranne la giusta informazione allargata per richiamare persone desiderose di ascoltare e conoscere.
A chi realisticamente non si trova nella situazione di promuovere incontri che favoriscano la conoscenza e la diffusione della nostra Santa Messa e soprattutto di ciò che essa è davvero, non resta che la preghiera e l'offerta della passio che tutti viviamo in questo senso nella nostra Chiesa...
Del resto ho già scritto da tempo anche all'ED, che permettere la Messa senza promuoverla è come non averla permessa, anche se ha una sua intrinseca vis diffusiva. Ma non basta. La stessa Universae non è stata risolutiva ed efficace come ci si attendeva. E dunque la promuoviamo noi la nostra Messa Tradizionale... l'enorme iato generazionale che si è creato, va colmato. E, se non lo facciamo noi, chi lo fa?
Per quanto mi riguarda sto organizzando, d'intesa col mio sacerdote, Don Giuseppe Vallauri, un incontro durante l'Avvento. Stiamo scegliendo il luogo ed ho già pronto un testo-base da distribuire. Il resto, affidiamolo al Signore, qualche strada ci si aprirà...
Tornando al Pellegrinaggio Summorum che ha mosso la nostra ulteriore riflessione, mi pare che l'evento intendesse fare un'azione capace di smuovere certi poteri e, se l'intento era questo, dobbiamo ammettere che la motivazione 'politica' è prevalsa su quella spirituale: è per questo che mi è venuto in mente il termine machiavellico...
Però, per effetto dell'eterogeneità dei fini, quanto è accaduto se da un lato ha portato allo scoperto la cruda chiusa gelida realtà delle potenti ramazze curiali, dall'altro ha mostrato che il fenomeno ha una portata molto superiore a qualunque aspettativa e che il cuore dei fedeli - di molti fedeli consapevoli e per nulla tiepidi sparsi in tutto il mondo - batte per l'antico Rito e per ciò che è e che rappresenta.
E di certo non si tratta di nostalgie da tollerare, né tanto meno da ghettizzare, come biecamente tentano di fare, ma di esigenze concrete di ordine spirituale, che disattendere sarebbe non tanto riprovevole, quanto un vero e proprio peccato di omissione. Forse è proprio questo che bisogna cominciare a dire forte e chiaro!
Infatti, tutte le proposte, mie o di altri, che partono dalla base e che con impegno e buona volontà molti attiveranno, per opportune ed efficaci che possano essere, non bastano! Quella che urge e che non c'è è una pastorale ecclesiale dedicata specificamente all'Antico Rito, che non è riesumato, ma ha pieno diritto di cittadinanza. E dunque occorre un vescovo che se ne occupi specificamente, non per altro, ma perché la maggioranza dei vescovi lo avversano. Perché non potrebbe essere Mons. Athanasius Schneider? L'autore di Dominus est! C'è un cardinale persino per il Cortile dei Gentili e proprio noi dobbiamo rimaner fuori persino dal cortile?
Infatti, tutte le proposte, mie o di altri, che partono dalla base e che con impegno e buona volontà molti attiveranno, per opportune ed efficaci che possano essere, non bastano! Quella che urge e che non c'è è una pastorale ecclesiale dedicata specificamente all'Antico Rito, che non è riesumato, ma ha pieno diritto di cittadinanza. E dunque occorre un vescovo che se ne occupi specificamente, non per altro, ma perché la maggioranza dei vescovi lo avversano. Perché non potrebbe essere Mons. Athanasius Schneider? L'autore di Dominus est! C'è un cardinale persino per il Cortile dei Gentili e proprio noi dobbiamo rimaner fuori persino dal cortile?
Maria Guarini
Maria, ma perché perdere tempo ( e anche altro) per organizzare incontri, convegni etc. quando già ci sono iniziative del genere, e pure di alto profilo, organizzate dalla FSSPX? Antonello
RispondiElimina"E di certo non si tratta di nostalgie da tollerare, né tanto meno da ghettizzare, come biecamente tentano di fare, ma di esigenze concrete di ordine spirituale, che disattendere sarebbe non tanto riprovevole, quanto un vero e proprio peccato di omissione. Forse è proprio questo che bisogna cominciare a dire forte e chiaro!"
RispondiElimina"peccato di omissione" ? Non è eccessivo, soprattutto se riferito al Papa?
Non ho chiamato in causa il Santo Padre, ho fatto una considerazione generica che merita attenzione.
RispondiEliminaE' vero, la promozione deve venire dall'alto.
RispondiEliminaPerò, visto il messaggio di Bertone, non sembra il momento.
^__^ bè veramente, a fare i pignoli, a capo del "cortile dei gentili" c'è un cardinale ^__^
RispondiEliminaCara Maria le tue riflessioni sono importanti ma non dovremmo leggerle noi.... dovrennero essere lette da qualche Vescovo e da qualche cardinale che abbia in cuore almeno un briciolo di sano e santo timor di Dio....
Al nostro livello e dopo l'evento Nazionale non potremmo fare altro che continuare ad alimentare il "gruppo stabile" come si sta facendo, cercando al contempo di seminare anche delle ottime catechesi in giro....
Ma poi in definitiva a che servono troppi convegni quando per altro ci andrebbe sempre la solita gente? ;-)
piuttosto, invece di convegni perchè non cominciare a coinvolgere i Vescovi diocesani per promuovere INCONTRI CATECHETICI sulla autentica Tradizione che includa naturalmente la conoscenza della Messa nella forma Straordinaria VOLUTA DAL PAPA mediante il MP?
^__^
Io credo che i tempi siano maturi per cominciare a lavorare su questi coinvolgimenti, cercando l'aiuto dei Vescovi, cominciando da quelli "timorati di Dio"....
ma senza mai contrapporsi alle novità scaturite dal Concilio ;-)
Non decollerà nulla fino a quando si continuerà a vivere la Messa antica come una sorta di SOLUZIONE alla riforma liturgica montiniana ;-)
dobbiamo superare questo ostacolo, che ci piaccia o no.... ma piuttosto dedicarci esclusivamente al MP cercando di farlo entrare non nei convegni MA NELLE CATECHESI DIOCESANE, NELLE PASTORALI DIOCESANE....
e il resto lo farà il Buon Dio ;-)
Tutti i gruppi legati alla Tradizione devono fare uno sforzo per TESTIMONIARE che di quanto essi vengono accusati è falso ;-)
essi non portano divisione e rotture, non sono affatto contro il Papa nè contro i vescovi.... essi vogliono solo vivere lealmente il MP.....
Lo dico con tutta onestà: basta agire come delle vittime, qui l'unica Vittima è l'Agnello ;-)
San Carlo Borromeo difese il rito ambrosiano, esso avrebbe potuto essere anche risucchiato all'interno di un unico rito ;-)
ovviamente ciò non è accaduto e san Carlo Borromeo ringraziò il Papa per aver preservato quel rito.... ma.... se il Papa avesse inglobato quel rito in un unico rito latino, come avrebbe reagito, secondo voi san Borromeo?
;-)
Siamo un pò in quella situazione dal momento che il rito nella forma detta ORDINARIA nasce dal Concilio Vaticano II e quello già millenario che fu salvaguardato dal Concilio di Trento è diventato oggi PARADOSSALMENTE straordinario (=secondario) ;-)
azzardando l'esempio di trovarci come dei tanti piccolissimi san Borromeo, come dovremmo reagire guardando ed imitando il grande santo? ^__^
Basta convegni se non ci portano ALLE TRINCEE diocesane con programmi catechetici e gruppi di persone che si prenderanno a cuore di aiutare in parrocchia a dare vita alla forma straordinaria della Messa....
è su questo che dobbiamo convincere i Vescovi, non sulla storia della tradizione e della liturgia ;-)
Maria Guarini si chiede perché nonc'è una pastorale ecclesiale specificatamente dedicata al rito antico! La domanda è pertinente. Maria Guarini però ragiona in anticipo sui tempi.....nella Chiesa ( e Dio solo sa ancora per quanto) si ragione considerando e trattando i tradizionalisti come persone in libertà vigilata..... e il rito antico come una parentesi da chiudere quanto prima....... FEDELE
RispondiEliminaBasta convegni se non ci portano ALLE TRINCEE diocesane con programmi catechetici e gruppi di persone che si prenderanno a cuore di aiutare in parrocchia a dare vita alla forma straordinaria della Messa....
RispondiEliminaè su questo che dobbiamo convincere i Vescovi, non sulla storia della tradizione e della liturgia ;-)
Guarda che ho detto migliaia di volte che è ora che le discussioni escano dal piano accademico e entrino in quello pragmatico, sul campo.
Però non sottovalutiamo neanche i convegni, a condizione che non si moltiplichino a diventino fine a se stessi.
Il convegno (un convegno annuale importante come quello Summorum che ho richiamato ad esempio, non "I convegni") è un po' come il momento della sistole, quando tutte le forze si radunano, mettono insieme le loro idee i risultati delle loro fatiche per contribuire all'elaborazione comune di qualcosa che aiuti a edificare e portar aventi ciò in cui si crede. Poi c'è il momento della diastole quando le idee e le proposte vanno portate all'esterno e tradotte in realtà e nel proprio contesto e ad ambiti più allargati della realtà in cui ci si muove e alla quale si appartiene.
L'importante è non rimanere nel ghetto.
Riconosco l'importanza di coinvolgere i vescovi; ma leggevo ed è da verificare) che su 2000, solo 300 hanno aperto le porte al Rito antico...
Anzi sai che ti dico? A stretto rigore non dovrebbe esserci nemmeno bisogno di un vescovo, perché il motu proprio del Papa abilita qualunque sacerdote a celebrare il rito.... La mia soluzione è semplicemente commisurata alla situazione in cui ci troviamo.
Un vescovo - meglio ancora un cardinale hai ragione Ravasi lo è ;) - potrebbe aprire spazi essere guida autorevole in tante iniziative valide.
Certo l'ideale è coinvolgere il proprio vescovo ma, a parte il fatto che il mio è Vallini e quello di settore non muoverebbe una paglia che gli dispiacesse e considerato anche che dovrebbe essere il vescovo a coinvolgere noi, possiamo fare tutte le proposte che vogliamo, ma urtiamo contro il muro del disprezzo e del pregiudizio. E questo purtroppo avviene nella maggior parte dei casi, tolte alcune eccezioni...
Io ho lanciato le mie valutazioni, poi è normale che ognuno abbia le sue e le traduca in pratica come meglio crede.
essi non portano divisione e rotture, non sono affatto contro il Papa nè contro i vescovi.... essi vogliono solo vivere lealmente il MP.....
RispondiEliminaE che significa, che proporre una pastorale tradizionale e riconoscere che nessuno l'ha promossa, è essere contro il Papa e i vescovi? o significhi non vivere lealmente il MP?
Forse che il M.P. ha fatto una riesumazione e basta contentarsi di partecipare alla celebrazione senza curarsi (questo lo dovrebbero fare i cosiddetti pastori) che il rito, a parte la sua vis diffusiva, non abbia anche bisogno di essere conosciuto e che ne venga approfondita la ricchezza dottrinale e teologica (e quant'altro) che veicola?
Secondo te cosa intendevo nel dire: il richiamo anche alla "nuova evangelizzazione" cosa significa se non questo? Anzi - senza alcuna etichetta, perché siamo cattolici-e-basta -, dovremmo sentirci spinti e impegnati a far conoscere la dottrina, perché non c'è Liturgia senza la dottrina e la teologia (e anche l'anagogia) che la sottende! ?
A questo serve la pastorale tradizionale che non c'è. E io ho solo cercato, nel mio piccolo, di dare un input a qualcuno di buona volontà che potesse raccoglierlo. Certo il NO non l'ho proprio nominato. Ma è la forma ordinaria (cioè usuale) e non ha bisogno di essere promosso... semmai di essere purificato da abusi di ogni genere...
Cara Maria, concordo su molte cose. Come tu dici le esperienze e le informazioni accumulatee in questi ultimi anni dicono che é necessario essere molto pratici e vigilanti.
RispondiEliminaTuttavia lasciamo perdere la questione del Vescovo ad hoc legato alla Tradizione! Non é la figura adatta che manca. Il problema é chi lo deve nominare, cioé un protagonista del Concilio, che con tutta la sua buona volontà ed il rispetto che gli si può concedere, ultimamente ha proceduto a nomine perlomeno discutibili, in posti fondamentali.
Se poi allarghiamo il discorso vediamo i tira e molla di Roma con la FSSPX, ma anche le non troppo innocue ingerenze nella FSSP, vediamo chi é il suo vicario nella sua stessa diocesi (e quali sono le sue opinioni riguardo la Messa di sempre). E si potrebbe continuare.
Spero arrivino tempi migliori, ma questi li dobbiamo invocare incessantemente nella preghiera. La traversata del deserto può essere ancora lunga.
Credo invece che hai profondamente regione quando dici che se si vuole ottenere qualcosa, per ora, si devono cercare sinergie con altre realtà legate alla Tradizione e che hanno la Tradizione nel sangue. D'altronde sappiamo chi é l'angelo decaduto che fomenta le divisioni. Non si restaurerà la Chiesa ma l'agire sarà più efficace.
È necessario imparare a concordarsi sugli obiettivi prioritari prima di procedere a specificare i dettagli propri di ognuno.
Dalle diocesi ora come ora non credo si possa ottenere molto, a parte qualche lodevole eccezione.
Già ci sono difficoltà per ottenere i luoghi di culto, figuriamoci se ci si mette a impostare una pastorale che ponga l'accento sulla dottrina tradizionale.
Eppure è proprio da lì che si deve iniziare, con blog come il tuo, con divulgazioni come quelle di De Mattei e di altre sentinelle, come giustamente le definisci nel tuo bel libro.
Si deve tornare a parlare di dottrina e di fede, ben sapendo che il terreno é ostile.
Ce n'è però un immenso bisogno perché sono moltissime le persone che ignorano nel modo più assoluto le problematiche di cui discutiamo (ne parlavo con mia figlia delle medie-superiori: l'ignoranza é abbissale e non sempre per colpa del giovane o del fedele).
Poi l'intelligenza delle persone in buona fede potrà (con l'aiuto di Dio) fare il resto.
Per chi non cerca invece la Verità, il padrone di questo mondo é sempre pronto ad assumere personale!
Interessante, ponderato e equilibrato post della Prof.Guarini che si conclude in un modo condivisibile : "Infatti, tutte le proposte, mie o di altri, che partono dalla base e che con impegno e buona volontà molti attiveranno, per opportune ed efficaci che possano essere, non bastano! Quella che urge e che non c'è è una pastorale ecclesiale dedicata specificamente all'Antico Rito, che non è riesumato, ma ha pieno diritto di cittadinanza. E dunque occorre un vescovo che se ne occupi specificamente, non per altro, ma perché la maggioranza dei vescovi lo avversano".
RispondiEliminaNon credo che la coordinazione di un Vescovo, per di più straniero, possa giovare alla buona causa... la Cei è sempre gelosa di tutto e di tutti ... Dovremmo, pur con l'aiuto iniziale di sacerdoti degli Istituti ED o di religiosi bi-rito, far nascere delle figure sacerdotali diocesane e contagiarle con il virus del nostro entuasiamo ( che gli organizzatori del Pellegrinaggio non sono stati in grado di trasmettere agli inquilini dei piani alti ... come invece hanno saputo fare ieri e oggi i responsabili dell'Associazione Italiana Santa Cecilia ...).
La domanda di verticalità del clero, specie quello giovane, è più alta di quanto si possa pensare. Diversi di essi vengono mandati dalle Curie a Bose dove trovano un soddisfacimento del tutto superficiale alla loro fame e sete di spiritualità.
Non dimentichiamoci che fino a poco tempo fa nei seminari si poteva parlare dell'antica liturgia o male oppure con sfacciata ironia ... Eppure, grazie allo Spirito Santo, alcuni degli allora ex seminaristi sono approdati all'antica liturgia della Chiesa e conseguentemente alla spiritualità ad essa legata.
Possibile che in una Diocesi non si riesca a trovare un Sacerdote disposto a studiare la liturgia antica ?
Alcuni dei nomi a noi cari di Sacerdoti che leggiamo spesso sui blog tradizionalisti hanno fatto lo stesso iter : hanno studiato l'antica liturgia, spesso dagli stessi laici ..., e poi l'hanno celebrata regolarmente.
I tempi sono tali da far prefigurare che la rinnovata e preconcetta opposizione alla messa antica è solo un tassello, sia pur importantissimo agli occhi di Dio, dell'enorme valanga taggata modernismo/modernità che si sta per abbattere sulla chiesa, che in questi 50 anni ha divelto le mura già issate a protezione dai Santi e dai padri della fede.
Per grazia di Dio abbiamo uno vero tesoro : una schiera di giovani e giovanissimi assai preparati liturgicamente che sapranno sorreggere le stanche braccia dei Sacerdoti che, prima o poi, DOVRANNO accostarsi alla fresca e rigenerante santità della liturgia antica !
Ho avuto modo di dire in alcuni post credo su non possumus ,ma l'ho detto anche ad un èrelato della FFSPX di stare attenti al trappolone... riguardo ai colloqui dottrinali con Roma, e mi sembra di averci azzeccato...ora vi avverto, riguardo l'evento summorum pontificum...di stare attenti alla scatola di sabbia.A buon intenditor poche parole...!
RispondiEliminami scuso, volevo dire prelato della fsspx
RispondiEliminaLa domanda di verticalità del clero, specie quello giovane, è più alta di quanto si possa pensare. Diversi di essi vengono mandati dalle Curie a Bose dove trovano un soddisfacimento del tutto superficiale alla loro fame e sete di spiritualità.
RispondiEliminaQuesta affermazione è contradditoria con la grande positività successiva.
attenzione a questo sig. Dubia: pone pone finti dubbi, ma in realtà è un mediocre sofista, carico delle sue pseudo-certezze di relativista-modernista, che vuole (vorrebbe) trasmettere ai blogger più o meno convinti tradizionalisti, distogliendoli dal seguire la Veritas che "stat" (cioè estirpando in loro anche le poche certezze di vera Fede che avessero in cuore).
RispondiEliminaE' interessante apprendere come ci sia stato un maldestro tentativo di strumentalizzazione dei gruppi stabili . Per fortuna il pellegrinaggio ha svelato tante cose che difficilmente si sarebbero potute credere dai siti.
RispondiEliminaLa cosa essenziale è che ci si possa ravvedere al momento giusto ...
Una cosa semplice che si potrebbe fare subito, anche per creare e mettere alla prova meccanismi di collaborazione, è la creazione di un sito con l'orario delle messe in latino in tutta Italia. Ma un vero sito con database, che mi possa dire, anche sul cellulare, le messe oggi e, se sono localizzabile, quelle vicine.
RispondiEliminaUnico, per tutti.
attenzione a questo sig. Dubia: pone pone finti dubbi, ma in realtà è un mediocre sofista, carico delle sue pseudo-certezze di relativista-modernista,
RispondiElimina@nb
Il mio non è affatto un dubbio sofista, ho semplicemente riscontrato divergente l'affermazione citata con le conclusioni successive, che danno per scontato uno sviluppo positivo sperato ma non scontato, soprattutto se messo in relazione al potere egemone che va in tutt'altro senso.
Caro Andrea, lascia stare la Prof e i convenevoli.
RispondiEliminaTi ringrazio per il riscontro, ma comprendo anche dallo snocciolarsi delle tue riflessioni, come in MiL e in contesti fortemente "allineati", non ci sia spazio se non per l'acquiescente acritico ossequio.
Ora, sia chiaro, io non elimino l'ossequio, ma mi viene l'orticaria per tutto ciò che è acquiescentemente acritico. E, con questo, intendo semplicemente sposare la posizione di una critica rispettosa e costruttiva, senza la quale non arriveremo mai al ripareggiamento della verità.
Vedo che riusciamo ad incontrarci in alcune cose, ma che poi ci sono degli steccati per voi insormontabili... e questo, purtroppo, è emblematico dell'intero mondo tradizionale, che per certi versi ha assorbito un conservatorismo tutto conciliare.
Io non sono "conservatorista", sono per conservare nel senso di custodire, e non sono contro il cambiamento, che fa parte di ogni processo vitale; ma un cambiamento che introduca nove e non nova.
Il significato ed esempi di questi due termini li ho ampiamente illustrati quindi so che tu sai cosa intendo.
OK andiamo avanti e vedremo, uniti se non altro dalla preghiera e dal desiderio di bene e Verità per noi stessi e per la Chiesa tutta.
Se qualche modalità diverge, pazienza. Anche questo va accettato nel rispetto reciproco.
Andrea,
RispondiEliminati ringrazio per la pubblicazione su MiL.
Non so se dire peccato o per fortuna che non c'è l'attivazione dei commenti ;)
Però magari ti arriverà qualche osservazione. Fammi sapere!
@ Dubia
RispondiEliminad'accordo; porrò maggiore attenzione a tutti i dubbi da lei esposti, e se sono dettati da sincere perplessità, (come oggi capita a tanti fedeli incerti) li aggiungerò ai miei e cercherò di dare qualche risposta, se ne sarò in grado, o le leggerò dagli altri.
@ Mic : Carissima , buona giornata ! Io non sono affatto un conservatore, Dio me ne scampi ! Ogni azione della mia vita è stato un andare avanti sia pur nel solco della tradizione ! I tempi sono tali che non ci possiamo più neppure permettere il limitato lusso di disquisire su alcuni particolari ... Ora urge la necessità di preservare intatto il deposito della fede ( so che quando è nominato un nuovo Vescovo alcuni prelati, amici , in Vaticano fanno una scommessa fra di loro : avrà fede oppure no ? Ci crede o no ?
RispondiEliminaTi rendi conto ??? Ci crede o no ???
Con questa angosciante domanda, che gli amici prelati si rivolgono, ti saluto con affetto.
Con questa angosciante domanda, che gli amici prelati si rivolgono, ti saluto con affetto.
RispondiEliminaE' un segnale allarmante, ma che non sorprende, avuto riguardo solo al panorama che ci è noto. Figuriamoci il sommerso!
Mi spieghi da che cosa deduci "che non ci possiamo più permettere il lusso di disquisire su alcuni particolari?
Dato che in genere più che di particolari di occupiamo di "macigni" e cose fondamentali, chi e con quali motivazioni ci impedirebbe addirittura di disquisire nei particolari? In fondo non è che noi siamo 'cani sciolti' o appartenenti a qualche consorteria; ma apparteniamo alla Chiesa a pieno titolo in quanto battezzati, cresimati e una cum Petro, soprattutto nel Signore!
@ Mic che ha citato " Mi spieghi da che cosa deduci "che non ci possiamo più permettere il lusso di disquisire su alcuni particolari? "
RispondiEliminaPerchè la situazione è talmente grave che i particolari ( la Messa antica è solo un ( importantissimo e fondamentale) tassello) dimostrano che l'edificio ecclesiale si trova in stato di grande necessità di consolidamento e di staticità !