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giovedì 6 dicembre 2012

Un sacerdote francese scrive per i sacerdoti e per tutti gli appassionati di Cristo

Riporto dall'Introduzione e, di seguito, pubblico uno stralcio in italiano del libro, per ora disponibile solo in Francese:

A Marsiglia, sulla Canebière, una delle arterie principali della città, la chiesa dei frati Riformati doveva essere abbattuta. L’arcivescovo fa un ultimo tentativo e l’assegna a padre Zanotti- Sorkine. Siamo nel 2004. Sette anni dopo, in questo quartiere in cui i cattolici sono una minoranza, ogni domenica mattina la chiesa è strapiena. A Pasqua sono stati battezzati 162 adulti. Un miracolo? No, ma per la Francia è un’eccezione che ha i suoi motivi. La chiesa è aperta quasi tutto il giorno, la Messa si celebra tutti i giorni all’altare principale. La liturgia è molto curata, secondo la tradizione: processioni solenni, chierichetti e ministranti, incenso, organo, canti, lunga omelia, rosario recitato pubblicamente, due turni al giorno per le confessioni. Il parroco riceve tutti i giorni dopo le 20, senza appuntamento. Che cosa predica? I grandi precetti della Chiesa, il dono di sé, la carità verso il prossimo, la fiducia in Dio, la pratica religiosa. I parrocchiani dicono: “Vengo qui perché scopro quello che altrove non ho trovato”.

Nato nel 1959, padre Michel-Marie è stato un cantante-compositore-interprete nei cabaret di Parigi. A 28 anni abbandona tutto e fa una esperienza con i frati francescani. Poi si reca a Marsiglia, dove a 40 anni è ordinato prete diocesano. Il libro Au diable la tiédeur si divide in due parti. La prima è rivolta ai sacerdoti: 50 pagine di pensieri, consigli, sentenze semplici e forti per ridefinire il loro sacerdozio. La seconda è destinata ai fedeli per ricordare le basi della religione cattolica, e far luce su comportamenti e virtù che aiutano a vivere. Sta avendo grande successo. Uscito nell’ottobre scorso, ha già superato le 15.000 copie vendute.

I TIEPIDI LI VOMITERÒ DALLA MIA BOCCA

“Il buon Dio non ha scritto che noi
fossimo il miele della terra, ma il sale”.
Georges Bernanos

“A capo della mia città metterò dei preti e dei poeti:
faranno dischiudere il cuore degli uomini”.
Antoine de Saint-Exupéry

Mi sembra già di sentire il ticchettio delle armi, il ronzio delle parole, il nervosismo degli animi contro di me ‒ destino inevitabile ‒ perché non è lecito che un proprio simile osi aprire una via, anche se su di essa può essersi posata la luce. «Ma chi crede di essere questo povero parroco di città? Vuole riformare la Chiesa (di Francia), spezzando la coesione interna che da cinquant’anni a questa parte costruiamo e rivediamo a suon di assemblee? Ma come può tenersi fuori dal nostro credo, dalle nostre vedute, dai nostri piani definiti nelle tavole rotonde? Ma chi crede di essere?».
Chi? Un uomo, e un uomo libero.

Senza forzare l’apertura mentale di certi preti con gli ingranaggi arrugginiti a forza di restare chiusi, di certi cristiani avviluppati nei loro canoni, infagottati in principi fabbricati da mano d’uomo, fate uno sforzo: la carità, per piacere, voi che dite che la differenza è una ricchezza, concedetemi il diritto di scrivere quello che penso, e di dire quello che credo. Come ogni uomo sono capace delle peggiori cose e delle migliori, di tiepidezza e di ardore, ma datemi una possibilità e lasciate che vi confessi il mio tormento!

Sacerdote della Chiesa cattolica, sono preoccupato del futuro di Dio nelle anime, sia in porto che in mare aperto, cioè sia come pastore sia come apostolo; mi salva il fatto che non potrei allontanarmi dalla barca di Pietro, dei vari Leone, Pio, Paolo, Giovanni, dei due Giovanni Paolo e di Benedetto. Può darsi che questo ultimo punto non sia troppo rassicurante... In ogni caso, nell’ordine stabilito dai vostri piani che pensano a noi tutti i giorni, sembrerebbe che un bambino non possa mai spuntarla con il padre, l’agnello con il lupo, il servo con il padrone, il prete con il vescovo, il singolo con la collettività, tranne, se permettete, nel Vangelo, in cui Cristo porta maliziosamente sul capo la triplice corona di essere illogico, bastian contrario e paradossale.

O sacra tiara, che ci salvi dalla sudditanza alle leggi del tempo e del mondo, che tutti i preti e i loro fedeli ti possano portare: ecco il mio primo appello. Così non lascerò il lago di Tiberiade, mosso dalle onde del Verbo; né il monte Tabor, dove Dio si fece Bellezza; né, quasi in sordina, la casa di Elisabetta dove Maria con il suo Magnificat diede il via alla rivoluzione, quella vera, che consiste nel chiamare in causa se stessi e gli altri, e i sistemi costruiti da poveri esseri umani sempre tentati di render immortali i loro piani.

Sacerdoti, e tutti voi che siete innamorati di Cristo e volete rivelarLo, ho da dirvi due parole, non prendetevela. E le ridico anche a me stesso, perché in tutta verità sono di gran lunga più grandi di me.

In questo libro sono raccolti pensieri apparentemente staccati che sparano a zero su ogni forma di tiepidezza, di mollezza, di leggerezza, di paralisi in materia di fede. Sono per tutti, perché tutti, un giorno o l’altro, ci troviamo a far parte del numero dei fedeli infedeli. Segue la constatazione della mancanza, nell’uomo e nella società, di quello che alcuni chiamano i valori, ma che in fondo sono la vita, quando è retta. In questo piccolo trattato dell’essenziale venti luci hanno la pretesa di rischiarare la strada dell’uomo. In questo momento, secondo me, sono tremolanti: mi auguro che possano non estinguersi.

*
È strano: il 60% dei francesi si dichiara ancora cattolico, tuttavia solo il 4% si accosta alla sorgente dell’Eucaristia, e per citare un solo esempio, nella città di Marsiglia, dove abito attualmente, solo l’1% degli abitanti ricorda l’indirizzo della sua parrocchia.

Cristo che ha promesso di essere con noi fino alla fine del mondo! Ne sono convinto anch’io, come voi, state tranquilli. Tuttavia, per pietà verso Dio che piange nel vedere i suoi figli battezzati star lontani dalla Chiesa e ritenere inutile la sua mediazione, accidenti, apriamo gli occhi! La maggior parte delle nostre parrocchie è infeconda, la Messa non cattura il cuore; in molti casi fa dormire, annoia, delude, allontana anche quelli che hanno fede; i battesimi diminuiscono, la partecipazione al catechismo si assottiglia, la confessione è agonizzante, le vocazioni non sbocciano o si perdono per strada, e per completare il disastro che avanza, il prete spesso non è altro che una pedina incatenata in mezzo a consigli pseudo democratici, e così quando non è più considerato nella sua necessità e nella sua bellezza soprannaturale ‒ e il momento attuale lo sta già denunciando ‒ il Cielo non scende più sulla terra. Ne è prova il fatto che il numero dei credenti non praticanti si trova sempre più a sguazzare in uno stato d’indifferenza e di tranquilla neutralità, mentre non credenti e agnostici di ogni sorta pullulano e si moltiplicano allegramente. E per minimizzare la realtà non dite che non è il numero che conta, che l’importante è la qualità; e per consolarvi di questa misera visione non tirate fuori dal cappello gli immancabili segni di speranza, piccole luci che brillano nell’oscurità del mondo!

Infatti, qua e là, è evidente che ci siano parrocchie vive, comunità che issano le vele al vento dello Spirito Santo, movimenti attivi, associazioni cristiane che lavorano con zelo, sacerdoti e fratelli, molti dei quali giovani, veri araldi della fede che si donano e operano senza misura, e ce ne rallegriamo. Ma questo qua e là ‒ Dio mi perdoni ‒ è ben lungi dal costellare la nazione! In verità, in verità diciamocelo: la situazione è gravissima. Ma chi se ne preoccupa? Chi perde il sonno al pensiero della moltitudine che corre a capofitto in direzione di un nulla impiastricciato di immediato senza colore, senza contorno, scialbo, che sovente si riduce alla sola ricerca del profitto? Chi vede ancora i volti tristi per una vita vuota? Davvero, l’assurdità di un’esistenza senza scopo non si misura in spiccioli. Quanto al peso dell’infelicità che grava sugli innocenti, mi dispiace, ma la mano dell’uomo c’entra, eccome. Al processo intentato da alcuni contro Dio, siamo noi a dover comparire. A forza di otturare la Sorgente accusandola di non esistere o, non si sa mai, di essere sorda e insensibile verso l’uomo, addirittura onnipotente per crudeltà, l’essere umano si trova a vivere e morire per niente. Non riesco a rassegnarmi a questo dramma che tocca la maggioranza delle persone, per lo più ben pasciute, perché è qui, nella vecchia Europa un tempo cristiana, vero feudo di speranza, che i morti non risuscitano più. È mai possibile che ci sia un bambino che non desideri quello che Cristo ha promesso: la vita senza fine, la morte solo un passaggio, e l’amore che riempie l’anima fino all’orlo per l’eternità dell’eternità? Che non lo si creda, passi, ma infischiarsene con un sorriso di disgusto è cosa strana, inaspettata quanto il desiderio di non vivere, ormai diffuso come i poveri per le nostre strade. Niente di cui stupirsi, in fondo. E del resto, non c’è più fondo.

Visto dal basso, sembra dunque tutto compromesso: la terra in orbita, e l’uomo ripiegato su se stesso, peggio ancora, sulla materia, non ha mezzo di venirne fuori. Di orizzonti, ne vedete? Una linea più o meno umanitaria, ma non illudiamoci, sembra occupare la visione dei migliori, tracciando i contorni di una certa sollecitudine per gli altri, ma niente di straordinario, appena il minimo ‒ qualunque animale farebbe lo stesso per i suoi piccoli in pericolo; la misura rimane bassa, con le pattumiere che scoppiano e i paesi che muoiono di inedia, per mancanza di sostanza. Senza offendere quelli che ce l’hanno con la nostalgia, che del resto non oserebbero mai pensare ‒ crimine orrendo! ‒ che il passato possa essere per certi versi più degno del presente, nel 1950 o anche nel 1970 che non è poi così lontano, al vecchietto del secondo piano che aveva perso la moglie quelli del terzo portavano la minestra. Adesso il pover’uomo muore dimenticato nella bella cameretta della casa di riposo dove l’hanno parcheggiato i parenti, che vengono a trovarlo sempre più raramente ‒ ma c’è da capirli, per carità, con la loro vita frenetica! ‒ aspettando la famosa telefonata molto umana, sembra, in cui con tono sereno si annuncia che se n’è andato. E, detto tra noi, ha fatto bene. Andato dove? Nessuno lo sa. E se un amico di Cristo provasse a socchiudere la porta della vita eterna sotto lo sguardo indifferente e freddo dei parenti in lutto, ma solo per poco, e avanzasse a passi felpati sul terreno dell’immortalità dell’anima, troverebbe ancora, vibrante e determinata, nonostante la notizia sbalorditiva della vita che non finisce, l’incrostazione del nulla sulla pelle delle anime distrutte. Eppure sarebbe così semplice entrare, o almeno sperare come un poeta e un eroe, in un aldilà finalmente giusto dove, dopo averli a lungo inseguiti, saranno appagati il nostro infinito desiderio d’amore, la nostra sete d’assoluto e le nostre più alte aspirazioni.

Ma riconosciamolo pure, anche queste ultime non sono più molto incoraggiate nel contesto attuale in cui ognuno, imbottito di slogan da due soldi, è arbitro di se stesso. Cosicché le cause, le grandi cause, vanno lentamente verso la morte trascinando nel loro franare il dono di sé per pura bontà. Un tempo, al soffio del cristianesimo, il povero amore umano si univa alla persona di Dio fatto uomo, Lui che da Padrone qual era volle abbracciare l’universo in tutte le sue miserie.

E a contatto con questa grandezza civilizzatrice la pochezza congenita del cuore acquistava tutta la sua ampiezza e la sua nobiltà. Non è come dire che la scristianizzazione dell’anima porta alla disumanizzazione della vita? Io ne sono convinto. Di chi è la colpa? Prima di tutto nostra, sacerdoti di Gesù Cristo, che suoi non lo siamo abbastanza. Suvvia, siamo onesti e non tiriamo in ballo la società nuova, con i suoi sconvolgimenti, i suoi cambiamenti, lo scontro delle culture e quant’altro venga a galla per giustificare l’inaridirsi dello spirito cristiano nel nostro paese. Non cerchiamo scuse, sarebbe indegno della santa Chiesa che si è sempre diffusa sopra il paganesimo e i falsi dei, arrivando a considerare la croce dell’opposizione, dell’odio e del rifiuto una carta vincente nella proclamazione del Nome nel quale ogni uomo è salvato. Pensiamo solo a san Paolo! Ha goduto di circostanze più favorevoli per annunciare ed edificare il Regno? Cerchiamo di essere veri, e la verità è questa: abbiamo perso il sacro ardore. L’immagine che diamo del sacerdozio è fin troppo insignificante. Non tocca più il cuore. Siamo troppo in basso per aspettarci un’esplosione. Eppure non mancano i modelli, nel calendario degli ultimi secoli: in testa il Curato d’Ars e subito dopo di lui, sulla linea d’arrivo altri tre tirati a sorte dalla mia memoria abbagliata dalla luce: Vincenzo de’Paoli, Giovanni Bosco, Massimiliano Kolbe, tutti uomini soprannaturali, impastati di fede, grandi oranti e pescatori d’anime senza eguali. Confesso che guardando la loro vita divento livido. Perciò mi rivolgo prima di tutto a me stesso, ma anche a te, fratello sacerdote, e giacché ci sono anche a tutti voi, amici di Cristo, sperando ‒ lo dico di nuovo ‒ in un nostro radicale esame di coscienza e in un coraggioso ribaltamento delle nostre organizzazioni e dei nostri piani i cui frutti sono stati e sono spesso assai magri e secchi.

E ora, se credi che tutto stia andando per il meglio, che la fede cattolica si estenda nei cuori, che la Chiesa in Francia goda di buona salute, che facciamo tutto quello che possiamo, che diamo il meglio, che non ci sia nulla da rivedere nelle nostre idee e nei nostri metodi, chiudi il libro e vai per la tua strada, e prega per me che sto farneticando.

Da parte mia, pensando ad Adamo ed Eva, nudi come vermi, imbrogliati fino al midollo,
pensando alla pena del Creatore e al suo amore sbeffeggiato da certi angeli,
pensando allo scorrere dei secoli senza un vero Dio né veri maestri,
pensando ai profeti resi muti dal taglio della spada,
pensando a Maria bambina, graziata da parte a parte, singolarmente umile e morta a sé
pensando al Verbo di Dio divenuto embrione per poter morire e così dare la Vita,
pensando al piccolo villaggio, alle assi di legno, ai gesti di un Dio ripetuti cento volte nel suo lavoro di falegname,
pensando a Giovanni Battista, giustiziere degli idoli, la testa insanguinata su un vassoio in mezzo a una festa,
pensando ai mille e mille versetti di Vangelo distribuiti in tre anni per illuminare la terra,
pensando alle centinaia di miracoli concessi per convincere le menti a cedere il passo alla fede,
pensando alla pecorella smarrita che, ritrovata, fa piangere di gioia il Pastore,
pensando al figlio prodigo tutto felice nella casa paterna con il suo vestito d’oro, i calzari e l’anello,
pensando a Maria Maddalena, apostolo degli apostoli, perla di Cristo, gioiello di misericordia,
pensando all’opera della Croce, capo incoronato, torace lacerato, amore smisurato a pagare il riscatto di abietti esseri umani,
pensando al buon ladrone che, con un’unica parola piena di pentimento, di rispetto e d’amore per Cristo si siede la sera stessa alla tavola dei beati in Paradiso,
pensando all’ultima consegna: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho
comandato»,
pensando a san Paolo che si è fatto tutto a tutti per salvare tutti,
pensando alle quaranta frustate meno una che ricevette e alle pietre che gli ferirono il capo,
pensando ai pericoli affrontati, alle fatiche, alle veglie e ai digiuni che sopportò,
pensando alla padronanza degli apostoli, con il volto sereno, la voce grave e pronta di fronte ai giudici,
pensando alle fauci delle belve spalancate sulla pace dei martiri,
pensando alle torture inflitte, seni tagliati, carne strappata con le tenaglie, bruciature coi carboni ardenti, ossa frantumate a colpi di mazza,
pensando alla moltitudine dei santi e delle sante che consumarono la loro vita fino all’osso a forza d’amare,
pensando all’universo dei monasteri, folle di preghiera e di penitenza, che intercede giorno e notte per anime che lo scherniscono,
pensando ai sacerdoti canonizzati che celebrarono quotidianamente il Sacrificio della Messa, rispettando i sacri riti della santa Chiesa, vivendoli intensamente, avvolgendoli di bellezza,
pensando alla loro vita interiore fondata sulla preghiera intima, la fedeltà al breviario e al santo rosario,
pensando alla loro ostinazione nel rimanere ore e ore nel confessionale, lavando le anime con l’acqua viva della Grazia,
pensando ai milioni di persone che muoiono senza prete e senza neppure una preghiera,
pensando ai milioni di battezzati che hanno perso l’indirizzo della Salvezza,
pensando ai milioni di bambini che non ricevono più il battesimo,
pensando all’invisibilità dei preti per le strade del nostro paese,
pensando agli uomini di buona volontà che non sentono mai parlare del Cielo, di Cristo e di sua Madre,
pensando alle povere anime abbandonate a una visione solo orizzontale dell’universo terrestre,
pensando al disinteresse della maggior parte dei battezzati per la Messa della domenica,
pensando alle dispute e alle divisioni interne alla Chiesa che rallentano l’azione dello Spirito Santo nelle anime,
pensando alla disperazione che si estende disperatamente su una moltitudine di cuori,
pensando alla domanda sulla fine posta da Gesù stesso: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»,
come posso dormire tranquillo, soddisfatto del mio ministero, senza cercare di lavorare con più ardore alla Salvezza del genere umano? E voi, cattolici del mio cuore, mi seguirete?

Il pastore che sonnecchia sotto l’albero mentre il gregge mastica l’erba è tutto, tranne la Chiesa.
*
Il prete è un apostolo: è questa la prima certezza che ogni mattina deve rinascere nel tuo spirito come una volontà di Cristo, che non può sopportare che tu non ne sia convinto.
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Sogna di portare il mondo intero nei cieli. La salvezza delle anime è la tua ragion d’essere. Non credere che tutti siano salvi; anche se lo fossero, non ti riguarda. Tu, fai il tuo lavoro di salvatore.
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Ambasciatore di Cristo, cammina in mezzo alla strada, non rasente i muri, il tuo colore non sia grigio cemento. Che ti piaccia o no, scegli il rosso, il colore dell’amore e del sangue.
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Il rinchiudersi dei sacerdoti nell’ambiente cristiano è anacronistico quanto il credente che si dichiara non praticante.
*
Passare tutto il tempo con persone che hanno una fede salda è amputare il sacerdozio della sua spinta congenita, è strappargli le radici e spezzargli le gambe, e fare tutto questo a Cristo, che non può più andare ai lati delle strade ad aspettare il figlio prodigo.
*
Non essere piccolo, lento, stretto, corto e nemmeno giusto nelle tue misure. Pensa ai tre anni di Gesù, sfibranti, intensi, fiammeggianti. Finché il cuore è attivo, fai il piromane con Lui: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!».
*
Un prete freddo e distante è inutile qui in terra; con la sua sola presenza, è il più dannoso degli uomini.
*
Rallegrati se le persone che incontri non sono a posto sul piano religioso, e se Cristo ti fa la grazia di avere il pubblico di san Paolo che non sapeva niente del Dio vero! Eccoti nel cuore della tua principale missione.
*
Credi mica che Dio ti dia le anime su un vassoio, ben disposte, sottomesse e tutte ascolto? Ma come fai a essere tanto immaturo? Dio ti manda gli storpi, i pazzi furiosi, le anime dannate, gli stupidi, i balordi, le menti ottuse, ma sono tutti figli amati da Dio. Su, faGli piacere, salvali!
*
Il tuo carattere è il volto di Dio per quelli che ti avvicinano. È così che Egli vince o perde.
*
Se ogni giorno, prendendo il crocifisso, puoi baciare il Corpo di Colui che servi e che stai stringendo nelle mani dicendogli: “Amore mio”, puoi dirti che stai bene. Altrimenti, mettiti a cercare l’intruso.
*
E non dimenticare che dentro di te la Vergine sente tutto, capisce tutto, accoglie tutto e ‒ soprattutto ‒ ripara tutto. Allora approfittane, e vivi con Maria come si vive un amore. Non è semplice? E talmente appagante!

12 commenti:

  1. Mi hanno colpito gli articoli apparsi sulla stampa e sul web, e questo "assaggio"di traduzione, e come mi duole di non conoscere il francese! Posso sperare in una rapida pubblicazione anche in Italia del libro?

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  2. Riporto una segnalazione dall'altro thread

    Per chi parla il francese

    Un video interessantissimo

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  3. sì, c'è un grande talento di pastore, passione per il proprio ministero sacro, e sincero disinteressato amore soprannaturale per Cristo, la Chiesa e le anime, però.....

    su questo passaggio:
    Vangelo, in cui Cristo porta maliziosamente sul capo la triplice corona di essere illogico, bastian contrario e paradossale.

    non sono per niente d'accordo. Basta rifletterci un po' per capire che è una forzatura di tipo "letterario" o filosofico.
    tutto il resto si può condividere, ma esprime uno sforzo titanico, quello di "restaurare dal basso " la Chiesa disastrata.
    Purtroppo, come diceva mons. Lefebvre, "sono i superiori che fanno gli inferiori, e non viceversa"!

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  4. ma esprime uno sforzo titanico, quello di "restaurare dal basso " la Chiesa disastrata.

    Non si esprimerebbe così se lo avesse sentito parlare dell'Eucaristia e della Confessione.

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  5. ma sì, Mic, credo che davvero la sua Fede è grande, la fiducia che egli ripone nella potenza del Signore che con la Grazia Santificante "risuscita" le anime a Vita nuova, la Vita soprannaturale....
    Tutti questi suoi pensieri appassionati meriterebbero di essere commentati uno per uno e messi a raffronto con la superficialità di tanti preti odierni, che ci sembrano uguali a certi impiegati svogliati o abitudinari.....
    quando dice:
    "è colpa nostra [della scristianizzazione]....sacerdoti di Gesù Cristo, che suoi non lo siamo abbastanza", ha una santa ragione di parlare così, e mi ricorda molto quella famosa lettera di Enrico Medi:
    Sacerdoti siate santi !
    Ogni giorno avete il Figlio di Dio nelle vostre mani, ogni giorno avete una potenza che san Michele Arcangelo non ha.
    Con la vostra bocca voi trasformate la sostanza del pane in quella del Corpo di Cristo.
    Voi obbligate il Figlio di Dio a scendere sull'altare.
    Siete grandi, siete creature immense, le più potenti che possano esistere.
    Sacerdoti, ve ne scongiuriamo siate santi!
    Se siete santi, noi siamo salvi; se non siete santi voi, noi siamo perduti.
    Sacerdoti: noi vi vogliamo ai piedi dell'altare.
    A costruire opere, fabbricati, giornali, lavoro, a correre di qua e di là siamo capaci noi, ma a pregare siete capaci voi.
    State accanto all'altare: andate a tener compagnia al Signore.
    Preghiera e tabernacolo, tabernacolo e preghiera.
    Abbiamo bisogno di quella.
    Nostro Signore è solo, è abbandonato.
    Le chiese si riempiono soltanto per la Messa. Cosa stupenda!
    Ma Gesù ci sta 24 ore su 24 e chiama le anime.....
    "Tienimi compagnia
    dimmi una parola,
    dammi un sorriso,
    ricordati che ti amo."
    --------------------
    Enrico Medi, grande uomo di Fede degli anni '60, sarebbe contento di vedere che nel marasma generale di indifferenza e freddezza verso Gesù Eucaristico, di allontanamento pauroso dalla Carità dei Santi di 2000 anni, esistesse ancora un solo sacerdote come questo.

    Però, quando giustamente padre Zanotti dice:
    "Il Cielo non scende più sulla terra", io mi chiedo: lui nella sua parrocchia celebra la Messa NO o quella antica ?
    .....ed ecco che per un attimo tocca la dolorosa Verità -la Piaga- dell'intera situazione di degrado ben descritta con lucidità impietosa, quando dice:
    A forza di otturare la Sorgente accusandola di non esistere o, non si sa mai, di essere sorda e insensibile verso l’uomo, ecc.
    (ovvero: fuocherello, fuocherello, in quell'"otturare la Sorgente" è la Causa prima di tutti i guai che la Chiesa vive da 50 anni, ma non so se lui la nomini, chi ha letto il libro forse lo saprà dire...)

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  6. anche nella chiesa conciliare qualche frutto buono....pochi rispetto alla massa marcia

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  7. Il video sopra linkato testimonia uno zelo apostolico sincero e appassionato

    Senza tuonare contro il Concilio, che avrebbe vuotato la sala, di solito piena di un pubblico che normalmente accorre per le opere del card. Martini et similia....

    Tuttavia, in questo video i punti controversi del vaticano II - senza neppure sottolineare da dove derivano - sono presentati come rimedi alla crisi della Chiesa: necessità della salvezza, unicità della salvezza in Gesù Cristo unicità di salvezza attraverso la Chiesa sono le idee-chiave che passano all'uditorio quando via via presenta le sue tre soluzioni che sono riassumibili:
    1. Restaurazione del sacerdozio.
    2. Restaurazione della Liturgia.
    3. Restaurazione dei sacramenti, in particolare la confessione.
    Si potrebbe aggiungere un'altra restaurazione che egli manifesta senza citarla : quella di un linguaggio chiaro. Non parla di cerimonie, di cammino, di riconciliazione. Parla di messa, di conversione, di confessione e anche di Nostro Signore Gesù Cristo. E, tra l'altro, difende la talare come "segno di riconoscimento", "abito di lavoro" (il Sacerdote è in questo mondo e deve mescolarsi alla gente [adattabilità] ma non è di questo mondo: egli vi porta il Soprannaturale) sottolinea la falsità e il pericolo delle altre religioni, non nasconde le carenze dell'episcopato.

    Pur non utilizzando gli stessi mezzi dei tradizionalisti apre alla restaurazione della Chiesa. Egli non ha forzato il giudizio dei suoi interlocutori ma li ha delicatamente condotti a formularlo.

    La chicca finale: il suo richiamarsi a Maria, con accenti intensi e commossi, fortemente compenetrati di una realtà che si sente vive profondamente e conclude il suo discorso pregando insieme al pubblico un'Ave Maria e dando la benedizione...
    Aveva esordito col dire: "quando stamattina ho celebrato la messa nella cappella della Visitazione, ho pensato a voi e ho invocato una goccia del Sangue prezioso di Cristo su ognuno di voi...

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  8. E se la gente riempie la Chiesa per via del prete e del fascino della sua personalità?

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  9. La domanda è legittima; ma dall'idea che mi son fatta da ciò che dice e da come lo dice, credo che è importante Colui che trovano attraverso lui: cioè il Signore.

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  10. "Pur non utilizzando gli stessi mezzi dei tradizionalisti apre alla restaurazione della Chiesa. Egli non ha forzato il giudizio dei suoi interlocutori ma li ha delicatamente condotti a formularlo."

    Non si può guardare solo al positivo senza denunciare l'errore.

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  11. Per l'ultimo Anonimo:
    Non è questione di guardare solo al positivo senza denunciare l'errore.

    Se si è abili nel denunciare l'errore mostrando e vivendo il suo contrario, senza sparare cannonate e senza mettersi in servizio permanente effettivo di accusatori, forse si ottengono risultati migliori.

    Ed è quello che sembra stia facendo molto bene questo sacerdote.

    Mentre andiamo cercando - ed è giusto farlo - le origini della crisi, corriamo il rischio di fermarci lì, quando la priorità è nel vivere innanzitutto noi la fedeltà e difendere e diffondere ciò che abbiano ricevuto.

    E' per questo che au diable la tiédeur riguarda innanzitutto ognuno di noi e, poi, possiamo dirlo agli altri, come dice e fa molto bene Padre Michel.

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