Riprendo questa notizia data dal Blog Opportune Importune e lo faccio per evidenziare la dicotomia errata presente nella definizione di Veronesi, rintracciabile tra molti flash dell'ANSA,che riproduco di seguito, per affermare più correttamente: la Chiesa non ha due facce, ne ha una sola. Essa non è una imago mundi (peraltro vista solo nella sua veste esteriore) cui si contrappone l'imago coeli (peraltro vista come proiezione terrena e non come irruzione del Soprannaturale), ma è la Presenza del Cielo nel mondo, grazie all'Azione teandrica del Signore Gesù, Vero Dio e Vero Uomo, di cui la Chiesa è portatrice, annunziatrice e dispensatrice.
Ecco un altro 'cattivo maestro', voce molto risuonante in termini esclusivamente materialisti soprattutto nell'ambito della bioetica, voce tenuta in grande considerazione.
Ecco dunque un'altra errata affermazione mediatica, che lascia passare un messaggio che nessuno corregge!!!
Vediamo se un sacerdote, un vescovo o uno dei papabili o al limite uno studioso cattolico fa sentire la sua voce su questa scottante deriva sulla diminutio del primato petrino, leggibile nel cosiddetto paradigma esterno costruito dal conciliabolo mediatico sul gesto del Santo Padre, che abbiamo analizzato anche qui e che rischia di divenire un nefasto paradigma interno.
Ecco dunque un'altra errata affermazione mediatica, che lascia passare un messaggio che nessuno corregge!!!
Vediamo se un sacerdote, un vescovo o uno dei papabili o al limite uno studioso cattolico fa sentire la sua voce su questa scottante deriva sulla diminutio del primato petrino, leggibile nel cosiddetto paradigma esterno costruito dal conciliabolo mediatico sul gesto del Santo Padre, che abbiamo analizzato anche qui e che rischia di divenire un nefasto paradigma interno.
"Pur con grande stima per Benedetto XVI, trovo la sua decisione inopportuna e non sono d'accordo sull'opinione di maggioranza che ne fa un gesto moderno". Lo afferma l'oncologo Umberto Veronesi che, in un intervento pubblicato sul quotidiano online The Huffington Post, afferma di non "applaudire alla rinuncia di Benedetto XVI: la considero l'inizio di una 'secolarizzazione' che forse porterà la Chiesa più vicina alla gente, ma anche più vicina al pericolo di perdere la propria identità". [perderla agli occhi del mondo, non significa che la perda nella sostanza, se viene riaffermata e vissuta] I Papi, rileva Veronesi, "non possono abdicare e non possono nemmeno presentare le dimissioni. Infatti le dimissioni si presentano a qualcuno, e l'iter prevede che vengano accettate o respinte. Invece il codice canonico, nel prendere in esame la possibilità di una rinuncia, precisa che non se ne contempla un'accettazione.La 'rinuncia' di un Papa resta un fatto in sé, insindacabile e intangibile". E' stato detto che le dimissioni del Papa sono un "evento storico", ed infatti, commenta, "lo sono. Ma non è di questo che ha bisogno la Chiesa, perché la storicizzazione della religione la trasforma da un grande 'valore' ad una serie di 'fatti'". Dunque, il gesto del Papa, secondo l'oncologo, "rafforza la secolarizzazione della fede che, come laico, vedo con piacere, ma non è un buon servizio per chi vede nella religione la grande forza metafisica della trascendenza". Ci sono, conclude, "due modi di vedere la Chiesa cattolica: il primo è quello di una comunità ecclesiale che permane nei secoli, con i suoi riti e i suoi Pontefici. E' una imago mundi. Il secondo è invece la Chiesa come imago coeli, un'immagine del Cielo che è mistica proiezione terrena della Fede" e "in questa visione, soltanto Dio può 'dimettere' il suo servo".
Cattivo maestro? E’ solo un medico, ‘di orientamento laico’, come si definisce egli stesso, cioè non credente; sarà maestro, ma solo dei suoi simili. Serve la fede per guardare alla Chiesa e capirla e viverla con ‘onestà intellettuale’. Ma se anche il mondo cattolico è diviso, spaccato, nel considerare la rinuncia di papa Benedetto, cosa ci si può aspettare da chi il Cielo lo guarda solo per capire se pioverà? Quale rilevanza può avere la sua opinione sulla Chiesa, e sul suo futuro, che è di Dio e non del mondo, né degli uomini del mondo? Proprio nessuna.
RispondiEliminaPurtroppo la rilevanza ce l'ha in quanto espressione di idee veicolata da fonti mediatiche molto frequentate, che acquista autorevolezza nei confronti di un pubblico variegato che ne assimila acriticamente il messaggio. Tant'è che poi lo si vede riflesso e riportato in tante altre tribune mediatiche similari anche da persone che si dicono cattoliche. Il che di certo è un controsenso; ma lo è per noi che siamo abituati ad approfondire non per chi se la beve così com'è.
RispondiElimina"Vediamo se un sacerdote, un vescovo o uno dei papabili o al limite uno studioso cattolico fa sentire la sua voce su questa scottante deriva sulla diminutio del primato petrino, leggibile nel cosiddetto paradigma esterno costruito dal conciliabolo mediatico sul gesto del Santo Padre, che abbiamo analizzato anche qui e che rischia di divenire un nefasto paradigma interno"
RispondiEliminaDifficile, sia con l'aria che tira che per formazione modernista, che un vescovo si pronunci in termini cattolici sul primato petrino.
Quanto ai cardinali, chissà? Ognuno sarà attento a non giocarsi l'elezione...
Mi spiace ma non sono d'accordo. La Chiesa è imago coeli, in quanto addita una realtà celeste al mondo ed è essa stessa celeste; è imago mundi, in quanto composta da uomini, e in quanto in ogni epoca essa è maestra (o dovrebbe esserlo) calata nel tempo, sollecita verso le necessità dei suoi figli che peregrinano in questa valle di lacrime.
RispondiEliminaIl fatto che un laico sia sensibile alla gravità dell'abdicazione non è inficiato minimamente dalla sua lontananza dalla Chiesa Cattolica: vi sono molti laici e liberali che si aspettano dalla Chiesa che essa sia e rimanga una leale avversaria che non cessa di essere monito per le coscienze dei singoli; essi hanno già molti alleati nel mondo, ed è certamente più onesto l'atteggiamento di costoro che non quello di chi vorrebbe pervertire e snaturare la Chiesa inglobandola nel Pantheon ecumenico e rivoluzionario.
Simile atteggiamento da parte dei laici si ebbe quando Paolo VI abolì la Messa antica: essi si appellarono al patrimonio culturale che la Liturgia tridentina custodiva attraverso i secoli, la cui perdita veniva percepita come una sciagura per tutta l'umanità; anche in quel caso la Gerarchia fu sorda all'appello degli intellettuali del mondo, così come fu sorda alle suppliche dei fedeli cattolici.
Veronesi dice che il gesto del Papa "non è un buon servizio per chi vede nella religione la grande forza metafisica della trascendenza". Cosa c'è di sbagliato in queste parole? E' vero o no che proprio in virtù della "grande forza metafisica della trascendenza" tutti i Papi hanno portato la croce della loro missione apostolica fino all'ultimo soffio di vita, confidando nell'aiuto divino?
Ricordiamo le parole del Salvatore a San Pietro: Amen, amen dico tibi: cum esses junior, cingebas te, et ambulabas ubi volebas: cum autem senueris, extendes manus tuas, et alius te cinget, et ducet quo tu non vis. (In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi).
Forse Cristo ha detto che in quel caso il munus del Principe degli Apostoli sarebbe venuto meno? Che avrebbe dovuto "rinunciare" al proprio mandato?
Il fatto che un laico sia sensibile alla gravità dell'abdicazione non è inficiato minimamente dalla sua lontananza dalla Chiesa Cattolica: vi sono molti laici e liberali che si aspettano dalla Chiesa che essa sia e rimanga una leale avversaria che non cessa di essere monito per le coscienze dei singoli; essi hanno già molti alleati nel mondo, ed è certamente più onesto l'atteggiamento di costoro che non quello di chi vorrebbe pervertire e snaturare la Chiesa inglobandola nel Pantheon ecumenico e rivoluzionario.
RispondiEliminaLa valutazione del gesto da parte di Veronesi coincide con i timori di molti cattolici, avvalorati dal fatto che il "paradigma esterno" continui a rafforzare il 'vulnus' al primato che si determinerà solo se non lo si riafferma autorevolmente e se si percorre fino in fondo (cosa che temiamo ma non ci auguriamo) questa china mediatica coincidente purtroppo con gran parte del "paradigma interno" dominante.
Inoltre le immagini dicotomiche di Chiesa imago mundi e delineate da Veronesi non coincidono di certo con quelle della sua interpretazione, perché l'imago mundi non è vista solo nella composizione umana e dunque storica della Chiesa (comunità), ma anche nell'insieme dei suoi riti e dei Pontefici: degli elementi cioè che rappresentano un "Ordo" diverso da quello del mondo e tutto orientato a Dio; mentre l'imago coeli vede il cielo come "proiezione terrena" e non come 'luogo' da cui irrompe il Sprannaturale.
Se legge il mio commento con più attenzione è proprio questo che ho contestato sia pure in termini essenziali.
Il fatto che un laico sia sensibile alla gravità dell'abdicazione non è inficiato minimamente dalla sua lontananza dalla Chiesa Cattolica: vi sono molti laici e liberali che si aspettano dalla Chiesa che essa sia e rimanga una leale avversaria che non cessa di essere monito per le coscienze dei singoli; essi hanno già molti alleati nel mondo, ed è certamente più onesto l'atteggiamento di costoro che non quello di chi vorrebbe pervertire e snaturare la Chiesa inglobandola nel Pantheon ecumenico e rivoluzionario.
RispondiEliminaLa valutazione del gesto da parte di Veronesi coincide con i timori di molti cattolici, avvalorati dal fatto che il "paradigma esterno" continua a rafforzare il 'vulnus' al primato che si determinerà solo se non lo si riafferma autorevolmente e se si percorre fino in fondo (cosa che temiamo ma non ci auguriamo) questa china mediatica coincidente purtroppo con gran parte del "paradigma interno" dominante.
Inoltre le immagini dicotomiche di Chiesa imago mundi e imago coeli delineate da Veronesi non coincidono di certo con quelle della sua interpretazione, perché l'imago mundi non è vista solo nella composizione umana e dunque storica della Chiesa (comunità), ma anche nell'insieme dei suoi riti e dei Pontefici: degli elementi cioè che rappresentano un "Ordo" diverso da quello del mondo e tutto orientato a Dio; mentre l'imago coeli vede il cielo come "proiezione terrena" e non come 'luogo' da cui irrompe il Sprannaturale.
Se legge il mio commento con più attenzione è proprio questo che ho contestato sia pure in termini essenziali.
http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=886:considerazioni-su-un-abdicazione&catid=93&Itemid=149
RispondiEliminaincorniciare
A me sembra che Veronesi dica esattamente questo.
RispondiElimina"Ci sono due modi di vedere la Chiesa cattolica: il primo è quello di una comunità ecclesiale che permane nei secoli, con i suoi riti e i suoi Pontefici. E' una imago mundi. Il secondo è invece la Chiesa come imago coeli, un'immagine del Cielo che è mistica proiezione terrena della Fede".
La imago mundi "coi suoi riti e i suoi Pontefici" non ripugna alla visioen cattolica: ogni Papa è calato nel mondo, nella contingenza storica, e guida il Gregge del Signore in quel determinato periodo, predicando secondo le esigenze di quel momento, e condannando gli errori di quell'epoca. Anche i riti sono in un certo modo calati nel secolo, perché devono nutrire e santificare le anime, e quello che nei primi secoli non era sentito come necessario lo divenne poi con l'avvicendarsi delle eresie, contro le quali la stessa liturgia, espressione orante della fede, doveva essere un baluardo.
E la Chiesa è anche imago coeli, "mistica proiezione terrena della Fede". Non dice "mistica proiezione della Fede terrena". Sicut in coelo et in terra: quello che nella Chiesa Trionfante è realtà immediata in Dio, sulla terra è visibile per speculum in aenigmate, secondo le parole di San Paolo.
Certo, quelli di Veronesi non sono termini strettamente teologici, ma il concetto è chiarissimo.
E non ci trovo nulla di eretico, al contrario.
Baronio, il concetto diventa chiarissimo se lo si esplicita come ho fatto io prima (per sommi capi perché sono di fretta) e come ha fatto lei ora.
RispondiEliminaE non sono tuttora d'accordo sulla "mistica proiezione della fede terrena" perché questo significa che le realtà celesti sono una proiezione dell'uomo ("terrena") e non Realtà in sé che l'uomo conosce per Rivelazione e assimila per Fede.
Se non c'è chi lo esplicita, come di fatto non c'è, è un linguaggio inesatto oltre che ambiguo.
Cara amica,
RispondiEliminadiciamo pure che Veronesi non eccelle in precisione tomistica; ma non perdiamo di vista l'elemento fondamentale, e cioè la perplessità di un laico (forse anche ateo) dinanzi a un gesto che egli vede più come espressione di una società umana che non come norma di una società divina quale è invece la Chiesa.
E' come se egli dicesse: a noi laici questo gesto di autodemolizione, di secolarizzazione non può che far piacere; ma non diteci che è una cosa normale per la Chiesa, visto che anche noi laici sappiamo bene che la Chiesa è un'istituzione che, in quanto umana e divina al tempo stesso, non dovrebbe comportarsi come una società per azioni, il cui amministratore delegato può presentare le dimissioni al consiglio d'amministrazione.
Questo è il succo del discorso, e mi trova perfettamente d'accordo in quanto indica un comportamento umano e terreno da parte del Supremo Pastore della Chiesa.
Baronio,
RispondiEliminanulla da dire sulla sua considerazione. Ma quanto questo e altri laici sono voci autorevoli che creano confusione, mentre i veri cattolici non hanno voce?
A lei premeva e preme mettere l'accento sulla sottolineatura del comportamento umano del pontefice come succo del discorso.
A me premeva e preme mettere l'accento sulle verità cattoliche.
A me sembra che Il primato petrino sia stato già ampiamente diminuito dalla disobbedienza, implicita o esplicita, di molti nella gerarchia e fra i laici. Disobbedienza che oggi lascia il posto comodamente allo stracciamento di vesti da un lato e a lodi sperticate dall’altro, ma la sostanza non cambia: anarchia, anomia, individualismo, appunto, divisioni.
RispondiEliminaL’azione di governo di papa Benedetto è stata forse troppo mite e prudente, troppo rispetto alla diffusa esigenza di giustizia e di chiarezza univoca. Tante volte, anche da qui, si è auspicato un polso forte, un’azione più decisa e decisiva. Azione che però non era e non è mai stata nell’animo di Ratzinger. La rinuncia mostra che un uomo resta un uomo, anche se investito di immani responsabilità, anche se chiamato ad essere Vicario di Cristo, anche se condotto dalla mano di Dio. Che male c’è in questo? Confidare nell'aiuto divino non esime dal quel sano realismo cui tante volte ci si è appellati. Come dire: io ho seminato, ho dato in coscienza quel che dovevo, adesso tocca ad altri. Il munus petrino resta immune dalle fragilità e dai limiti umani, come sempre è stato, perché ci sarà un altro uomo, con la sua fede e le sue debolezze, a pascere il gregge. Nella certezza che il Pastore è Cristo, e qui sta tutta la ‘forza metafisica della trascendenza’ a cui papa Benedetto rimanda con la sua rinuncia, e che un non credente non sa riconoscere.
Il card Ratzinger aveva detto in un'intervista di B. Vespa, Porta a Porta:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=cxo9C4PLRKE
"Solo Dio può licenziare il Papa"
Mic lo dimentica ?
"Solo Dio può licenziare il Papa"
RispondiEliminaMic lo dimentica ?
No, non lo dimentica. Tant'è che lo ha pubblicato qui.
Il munus petrino resta immune dalle fragilità e dai limiti umani, come sempre è stato, perché ci sarà un altro uomo, con la sua fede e le sue debolezze, a pascere il gregge.
RispondiEliminaVerissimo. A Dio piacendo, la Chiesa è indefettibile, proprio in quanto imago coeli. Ma rimane comunque quel senso di abbandono, di smarrimento, che è tutto umano, proprio in quanto imago mundi.
Nessun Papa, nemmeno il più immorale o il più progressista, potrà mai far venir meno la realtà metafisica della Chiesa e del Papato. Ma sotto un profilo terreno sarebbe sciocco - se non irresponsabile - mettere sullo stesso piano l'eroismo di un Pio IX con il gesto discutibile del suo successore.
D'altra parte, lo stesso Benedetto XVI ha parlato del Concilio mediatico e di quello reale, ed è evidente la potenza devastatrice del primo (ammesso che questa distinzione sia condivisibile) nell'opinione pubblica e nella coscienza del Clero e dei fedeli. Parimenti, anche l'abdicazione mediatica sta avendo un impatto terribile sul mondo, al di là dell'abdicazione reale e delle sue presunte intenzioni.
Ma Veronesi e' un mangiapreti: ci aspettiamo la precisione teolofica di San Tommaso o l'ardore del Montfort? Quello che colpisce e' che anche da chi la pensa cosi' ci sia preoccupazione, come ai tempi dei manifesti dei laici contro la riforma liturgica. Capiscono che sta succedendo qualcosa di veramente grave molto piu' di quanto facciano tanti cattolici
RispondiEliminaGrazie, Giovanna, per il suo commento che sottoscrivo in toto!
RispondiEliminaSu Corrispondenza Romana:
RispondiEliminaPio XII, Mystici corporis:
«La Chiesa, la quale deve ritenersi una società perfetta nel suo genere, non consta soltanto di elementi ed argomenti sociali e giuridici. Essa è certamente molto più eccellente di qualunque altra società umana e le supera come la grazia supera la natura e come le cose immortali trascendono tutte le cose caduche».
«Cristo ha bisogno delle Sue membra. Anzitutto perché la persona di Gesù Cristo è rappresentata dal Sommo Pontefice, il quale per non essere aggravato dal peso dell’ufficio pastorale, deve rendere anche altri in molte cose partecipi della sua sollecitudine, e deve essere ogni giorno alleggerito dall’aiuto di tutta la Chiesa supplicante». Vien da chiedersi allora se a Benedetto XVI sia mancato chi condividesse con lui il peso dell’ufficio pastorale. Lo scenario del Collegio cardinalizio e della Curia romana che è sotto i nostri occhi sembra esser tutt’altro che rassicurante in questo senso. Ci si chiede altresì se l’ «aiuto della Chiesa supplicante» sia stato sufficientemente efficace. La lex orandi, che ha la sua massima espressione nella Sacra Liturgia, da 50 anni a questa parte ha pesantemente decurtato le preghiere che quasi “ogni giorno” il Messale Romano voleva si elevassero da tutto l’orbe cattolico per il Romano Pontefice.
http://www.corrispondenzaromana.it/riflessioni-sulla-santita-della-chiesa-e-sulla-scelta-di-un-papa/