Articolo apparso su Riscossa cristiana. Un'analisi che privilegia l'aspetto dell'abbandono e della defezione da parte dei collaboratori, passando sotto silenzio altre concause, anch'esse frutto del Concilio. Del resto, a parte la Curia, sono ben noti i diffusi venti di fronda nel clero e nei vescovi del Nord Europa, a partire dall'Austria dalla quale vanno facendosi sempre più consistenti e minacciose le voci di scisma, che non mancano su altri fronti, più subdolamente mimetizzati...
Gli studiosi di storia della Chiesa hanno notato come dai tempi dell’immediato postconcilio, ossia del pontificato di Paolo VI, il papato abbia cominciato a indebolire la sua autorità nei confronti dell’episcopato e ciò con tutta probabilità a causa di alcuni difetti insiti nelle direttive pastorali del Concilio, concernenti il rapporto del Papa con in vescovi. Mi riferisco soprattutto alla figura di vescovo che emerge dai decreti conciliari sull’argomento, alla dottrina della collegialità episcopale e della Chiesa locale, dalla quale sono sorte poi le conferenze episcopali nazionali e l’istituto del sinodo mondiale dei vescovi.
Le direttive del Concilio in merito contengono certamente alcuni elementi validi, come per esempio la responsabilizzazione del vescovo e degli episcopati nazionali come deputati a una creatività pastorale che tenga conto delle situazioni concrete del loro gregge, senza quindi limitarsi ad essere dei semplici interpreti e trasmettitori delle direttive provenienti da Roma, e come dotati di una santa libertà e capacità di iniziativa nei confronti di Roma stessa nel suggerire proposte e addirittura modifiche nella condotta pastorale della Sede Apostolica, nonché nel correggere abusi ed errori per conto proprio senza aspettare l’imbeccata da Roma.
Senonchè però nei medesimi documenti sull’argomento viene delineato un modello di vescovo che, se da una parte brilla per la sua caritatevole vicinanza al gregge, misericordioso e comprensivo, aperto al dialogo con tutti, credenti e non credenti, dall’altra risulta deplorevolmente assente l’altro tradizionale ed essenziale aspetto del ministero episcopale di collaborazione con la Sede Romana nella vigilanza (episkopos = sorvegliante) nei confronti delle idee false che possono diffondersi nel popolo di Dio in materia di fede e di buoni costumi, e quindi riguardo la suo sacro dovere di correggere gli erranti sia in materia di fede che di morale.
In tal modo, a causa di questa mancata vigilanza o ingenuità o negligenza o eccessiva indulgenza che dir si voglia, come chiunque non schiavo di pregiudizi oggi può constatare, da cinquant’anni a questa parte ha cominciato a sorgere con uno spaventoso crescendo una crisi di fede o ribellione o disobbedienza a Roma nell’ambito della fede a tutti i livelli e in tutti gli ambienti della compagine ecclesiale: fedeli, sacerdoti, religiosi, teologi e moralisti, non esclusi membri dello stesso episcopato e del collegio cardinalizio, senza che Roma sia stata in grado di opporre una valida difesa e di correggere efficacemente i devianti, i quali viceversa, vedendo il successo ottenuto e l’assenza di ostacoli opposti dall’autorità, sono diventati sempre più arroganti e prepotenti, acquistandosi nella Chiesa con l’inganno, l’adulazione e l’astuzia, molti posti di potere, persino negli stessi ambienti romani, da dove adesso hanno la possibilità di contrastare maggiormente il Magistero del Papa e soffocare quelle poche voci rimaste fedeli al detto Magistero, sostenendo o tollerando invece eretici e ribelli sempre più spavaldi e sicuri di se stessi.
Mi riferisco soprattutto a quel nefasto neomodernismo, subito denunciato ma ahimè invano da spiriti acuti come il Maritain, il Siri, il Fabro, il Parente, il Piolanti, il von Hildebrand, il Perini, l’Ottaviani, il Lakebrink, i teologi domenicani Enrico Rossetti, Guido Casali, Alberto Galli, Tomas Tyn ed altri, neomodernismo che, latente nei lavori stessi del Concilio ma lì ovviamente represso, ha fatto capolino con temeraria audacia sin dall’immediato postconcilio ed approfittando appunto del mancato intervento dei vescovi, alcuni dei quali conniventi a tanto scempio, col pretesto ingannevole di realizzare quel Concilio che essi invece falsificavano, si è talmente rafforzato da metter oggi il Sommo Pontefice nelle tristissime e drammatiche condizioni, quasi inaudite, di non sentirsi più in grado di governare la Chiesa. Da qui le dimissioni.
Noi potremmo dire a tutta prima: debolezza personale? Che avrebbe fatto un Papa Wojtyla? E gli altri Papi come hanno fatto a resistere? Ma il fatto è che la situazione sta precipitando per eventi gravissimi ed inauditi accaduti proprio in questi ultimi anni e tempi recentissimi: basti pensare allo scandalo della pedofilia coperto da vescovi, alcuni dei quali addirittura implicati, l’inaudito e sacrilego tradimento perpetrato all’interno della stessa Segreteria di Stato dove i mandanti sono riusciti per ora a celarsi dietro il povero Paolo Gabriele, la resistenza episcopale scandalosa al decreto pontificio di liberalizzazione della Messa Tridentina, il recente colpevole silenzio in occasione della blasfemo spettacolo di Romeo Castellucci, senza contare il diffondersi impunito di atti sacrileghi e vilipendi contro la religione, la pure recente penosa controversia sui “castighi divini”, nella quale fu ingiustamente accusato l’illustre storico Roberto De Mattei, che non aveva fatto altro che ricordare la dottrina tradizionale della Chiesa, la generale disobbedienza episcopale che tollera dappertutto teologi, liturgisti ed insegnanti disobbedienti al Magistero della Chiesa in materia di fede e di morale, vescovi e cardinali favorevoli al pensiero ereticale di Karl Rahner, la lunga sconsiderata ed ingannevole attività ecumenica del card. Kasper, interventi recentissimi di Cardinali come Martini o Ravasi del tutto dissonanti non dico dalla linea della S.Sede, ma dalla stessa dottrina della fede, insieme con attacchi vergognosi contro degnissimi prelati come Mons. Crepaldi o Mons. Negri.
Il Santo Padre - si è detto - ha fatto un gesto di umiltà. E’ verissimo. Ha fatto anche un gesto di coraggio. E’ vero anche questo, nel senso che, compiendo questo gesto, certamente ha preveduto che sarebbe stato accusato di mancanza di coraggio e di “fuggire davanti ai lupi”, per ricordare una sua famosa frase, e ciononostante lo ha compiuto lo stesso. Altri hanno parlato di “libertà spirituale”. E’ vero anche questo. Infatti il compiere ponderatamente e coscientemente un gesto di tale portata e così insolito, è certamente segno di uno spirito sanamente indipendente che si fa guidare solo da Dio. Ed è stato anche un distacco da se stessi per il bene della Chiesa.
Ma secondo me tutti questi pareri non colgono il motivo di fondo che si può delineare in questi termini: una mossa strategica di prudentissima e coraggiosissima sapienza pastorale. In che senso? Col programma, - così io ritengo - una volta che Ratzinger avrà la possibilità di tornare a fare il semplice teologo, di mettere a frutto le sue straordinarie doti intellettuali, la sua lunga esperienza di pastore, la sua profonda conoscenza della situazione attuale e passata della Chiesa, con i suoi aspetti positivi, le sue speranze e i suoi mali morali e dottrinali, da correggere e da togliere.
Il gesto di Papa Ratzinger ci fa ulteriormente capire, se ancora ce ne fosse bisogno, il cambiamento che col Concilio Vaticano II si è verificato nella condotta del papato: se fino a Pio XII abbiamo avuto un papato potente ed impositivo, nella secolare tradizione che partita dal medioevo era stata confermata dalla riforma tridentina, col Vaticano II inizia, di fatto, non perché voluta dal Concilio, una nuova figura di Papa, che potremmo denominare “Papa crocifisso e abbandonato”, sull’esempio di Cristo in croce, per usare un’espressione indovinata dei Focolarini, che essi usano per la comune vita cristiana. Non esiste più l’esercito pontificio; ci sono solo le guardie svizzere. Ma che ci fa il Papa con esse?
D’altra parte, per il Papa, in linea di principio, è sufficiente imitare la testimonianza di Nostro Signore: che prenda un aspetto o ne prenda un altro, è cosa secondaria. Se fino a Pio XII abbiamo l’imitazione di Gesù che dà ordini, disciplina ed è obbedito, a iniziare da Paolo VI appare il Gesù in croce, inascoltato ed abbandonato da tutti, anche se con a fianco la Madonna e S.Giovanni. Del resto, se ci facciamo caso, Gesù stesso nel corso della sua vita terrena, ha bensì insegnato, ma non ha mai avuto a disposizione, anzi li ha rifiutati, dei seguaci che potessero far rispettare se occorreva con la forza i suoi comandi e i suoi precetti. Non ha mai dimesso dalla sua carica qualche scriba o qualche dottore della legge.
Ciò vuol dire in linea di principio che il munus del Papa è duplice: l’insegnamento - munus dottrinale - e una forza a sua disposizione, - munus pastorale - che dovrebbero essere la Curia romana e l’episcopato, incaricati di farlo rispettare. Ora invece, a partire da Paolo VI con impressionante progresso sino ad oggi, questa forza è quasi del tutto venuta a mancare. Che cosa resta al Papa? La voce di Cristo, quasi vox clamantis in deserto, che può certo consigliare, esortare, scongiurare, ma può anche, come ha fatto Cristo, comandare e minacciare, s’intende sempre per il bene della Chiesa. Questo è quindi quel “bene della Chiesa”, al quale secondo me il Papa si riferisce nella sua dichiarazione di dimissioni.
La Chiesa si trova oggi in una situazione angosciosa che mai finora le era capitata. Essa, come già ebbe a dire Paolo VI , che parlò di un processo di “autodemolizione”, si sta distruggendo dall’interno. Tanti termini del linguaggio cattolico sono rimasti, ma con un significato anticattolico. Lo stesso termine “cattolico” non si capisce più che cosa significhi. Ma i modernisti, che Chiesa vogliono? E’ in fondo molto semplice: vogliono trasformare la Chiesa in un’associazione semplicemente umana sulla quale poter comandare secondo le loro idee modernistiche.
Il papato in questi cinquant’anni, si è indebolito non per viltà degli stessi pontefici, e neppure per motivi di immoralità, come successe al papato rinascimentale. Invece nel papato moderno abbiamo, come è ben noto, anche dei santi. Si è invece indebolito per causa di forza maggiore, per motivi oggettivi indipendenti dalle forze dei singoli Pontefici, a causa dell’isolamento nel quale sono stati messi da alcuni dei loro stessi collaboratori, finti amici ma in realtà nemici.
Pensiamo per esempio soltanto all’Ordine Domenicano e ai Gesuiti, istituiti per essere il braccio destro del Papa ed ora - cosa che non toglie assolutamente le loro preziose forze sane - ridotti a conservare in sé veleni di morte: i seguaci di Schillebeeckx tra i Domenicani e i rahneriani tra i Gesuiti.
Il modello del Papa di oggi sta diventano quello del profeta e del martire, simili ai Papi sotto l’Impero Romano, con la differenza che se a quei tempi il nemico era esterno, oggi purtroppo i nemici li abbiamo in casa. Quando lavoravo in Segreteria di Stato, negli anni ’80, in ufficio sentii esprimere un orribile sospetto circa la morte improvvisa, inaspettata ed inspiegata di quel sant’uomo di Papa Luciani. E del resto il Beato Giovanni Paolo II non ha forse subìto un attentato alla sua vita? E non ci ricordiamo che ciò accadde già a Paolo VI?
Penso che il nuovo Papa sarà pieno di energia e al contempo pronto a soffrire e ad accettare di non essere obbedito, ma alzerà la voce con tono terribile, sull’esempio di Cristo che minaccia farisei e dottori della legge. Occorre infatti, a mio avviso, che il papato riacquisti il suo prestigio e la sua autorevolezza dottrinale, anche se non dispone delle forze necessarie per far applicare gli insegnamenti dottrinali e morali.
Quanto a Ratzinger sono convinto che il suo gesto di abilissima “ritirata strategica”, gli consentirà di mettere a frutto le sue straordinarie doti di cultura e di saggezza per aiutare il nuovo Papa e la Chiesa a risorgere e a camminare sulle vie del Signore.
Ratzinger era sostanzialmente un intellettuale, come lo era Paolo VI. Ora difficilmente un intellettuale messo in funzioni di governo, possiede il polso necessario per fare stare al loro posto gli indisciplinati e correggere i disobbedienti. D’altra parte si può essere santi lo stesso, come lo dimostra il caso famoso di S. Celestino V.
Possiamo invece pensare che Ratzinger condurrà una lotta efficace sul piano delle idee dove ha dimostrato una potenza straordinaria ed un intuito folgorante, come del resto è la qualità dei grandi teologi tedeschi, i quali possono essere grandi nel male, ma quando sono fedeli a Pietro sono senza dubbio grandi nel bene. Sono certo che Joseph Ratzinger, che già da Papa ci ha dato ricchi insegnamenti, nel suo posto più modesto al servizio di Pietro, potrà continuare a darci un aiuto importantissimo sul cammino della vera fede e della pacificazione della Chiesa.
Bologna, 14 febbraio 2013
Questo articolo è illeggibile. Ad ogni modo, qualche nota: umiltà, coraggio, libertà spirituale. Tutto vero, per Cavalcoli, che ha il carisma della cardiognosi. Non si capisce poi il riferimento a de Mattei: una tempesta in un bicchier d'acqua, rispetto a quanto sta accadendo (mi fermo qui, per carità di patria).
RispondiEliminaCito:
"scandalo della pedofilia coperto da vescovi"
solo da vescovi (a meno che Cavalcoli non intenda con questo termine anche il precedente vescovo di Roma, in linea con la vulgata conciliare)?
La caduta della cordata bertoniana e dei suoi accoliti e' gia' cominciata. Il siluramento di Marco Simeon, responsabile di Rai vaticano sotto l'ala protrettrice del Segretario di Stato, e' il primo segnale di una resa dei conti che le dimissioni del Papa hanno messo in moto. Possa essere l'inizio di una vera pulizia interna alla Santa Sede e la fine di una indegna commistione di interessi .
RispondiEliminaNon c'è un "scandalo della pedofilia ". C'è invece un scandalo della efebofilia. Bisogna nominare correttamente i problemi.
RispondiEliminasolo da vescovi (a meno che Cavalcoli non intenda con questo termine anche il precedente vescovo di Roma, in linea con la vulgata conciliare)?
RispondiEliminaIl precedente pontefice poteva anche non essere al corrente degli scandali. Non posso pensare che li avrebbe coperti, pur senza sorvolare su molti aspetti critici del suo pontificato e del suo stesso magistero.
Era ed è Sodano uno dei principali responsabili di questo abominio, ormai è chiaro.
e se il papa si fosse fatto da parte proprio per evitare uno scisma confidando in un pontefice moderato e gradito a destra e a sinistra?
RispondiEliminaNon dimentichiamo che papa Benedetto ha avuto la fissazione dell'unità della Chiesa e ha concepito il suo ministero petrino in questa direzione.
Il precedente pontefice poteva anche non essere al corrente degli scandali.
RispondiEliminaLeggi Pinotti, M. Martin. Che vuol dire "non posso pensare"? Ci furono centinaia di segnalazioni, ma GPII se ne disinteressò. Questo è risaputo. Se fosse vero quel che dici, il papa sarebbe un fesso ignaro di cose che sapevamo al tempo pure giornalisti da strapazzo. Ciò non solo non è realistico, ma non risponde alla realtà dei fatti. Padre Maciel? Boston? Irlanda? Non sapeva nulla? E perchè? Era troppo impegnato a viaggiare? Se sì, anche questa p una colpa, forse ancor più grave (non moralmente, ma nel governo della Chiesa).
Innazitutto, penso sia chiaro a tutti noi che Papa Benedetto si rinchiuderà nel silenzio, aiuterà la Chiesa con la preghiera e solo con quella, ci resterà comunque tutto il suo Magistero.
RispondiEliminaQuando leggo:
"Occorre infatti, a mio avviso, che il papato riacquisti il suo prestigio e la sua autorevolezza dottrinale, anche se non dispone delle forze necessarie per far applicare gli insegnamenti dottrinali e morali. "
domando: forse che secondo Padre Cavalcoli il Papato di Benedetto XVI non aveva prestigio e autorevolezza dottrinali ?
Ma per favore!
Se da quando è stato eletto Papa Benedetto ha DOVUTO riprendere i FONDAMENTALI della nostra fede,
se senza stancarsi, anzi perdendoci salute e vigore, remando contro l`opposizione dei ribelli ormai padroni a casa loro, occupati a coltivare il loro orticello e a fare la loro cucina con i loro ingredienti, non ha mai smesso di riportare il nostro sguardo a Cristo, anche scuotendo le nostre coscienze assopite!
"Ora difficilmente un intellettuale messo in funzioni di governo, possiede il polso necessario per fare stare al loro posto gli indisciplinati e correggere i disobbedienti."
A parte che non sottoscrivo per niente l`affermazione che un intellettuale sia incapace di governare, come considera Padre Cavalcoli Giovanni Paolo II?
Forse che ha governato?
O ha lasciato il governo nelle mani di chi ha devastato la Chiesa al suo interno, con le nomine, con il rifiuto di intervenire e sanzionare abusi dottrinali e liturgici, troppo occupati a realizzare progetti "altri", a alimentare e stendere il proprio potere al servizio di lobby e gruppi di pressione?
Papa Benedetto ha ereditato quel marciume, ha dovuto affrontarlo, per carattere, e non pechè è un intellettuale, non è uomo di governo autoritario ma un uomo di dialogo che privilegia la conciliazione, la moderazione, che ascolta e fa fiducia.
Come è stato ripagato lo sappiamo.
Cerchiamo di fare valutazioni piu' equilibrate. Giovanni Paolo II non avra' azzeccato molte nomine, ma Benedetto quante ne ha indovinate? Bertone e' il suo braccio destro ab immemorabili, Filoni ha in mano la gestione della Curia, Muller e' il custode della fede. E Koch? e Paglia? Sappiamo bene che si potrebbe continuare a lungo. Un medico che non sa tagliare sara' un ottimo clinico ma non puo' fare il chirurgo....
EliminaQuello che dice Luisa su GPII è sacrosanto: ma chi lo ha beatificato?
RispondiEliminaStupisce che, in tutti i commenti più o meno condivisibili sinora apparsi in vari blog, non si sia mai fatta menzione, nemmeno en passant, di un elemento essenziale al Papato: la grazia di stato.
RispondiEliminaLa grazia di stato, che ha il padre nell'esercizio della propria paternità verso i figli, il superiore nel comandare i sudditi, il docente nell'insegnamento, il generale nel combattimento, il sacerdote nel ministero, il religioso nel seguire la Regola, esiste anche per il Pontefice Romano, ed è in virtù di questa che egli, ancorché anziano, malato o addirittura prigioniero può reggere e governare con speciale aiuto divino la Santa Chiesa.
Ovviamente la grazia di stato implica una visione soprannaturale e gerarchica che pare scomparsa dall'orizzonte piatto e umano della chiesa conciliare. Ma lascia allibiti che il Supremo Pastore abbia così scarsa considerazione del soccorso della Divina Provvidenza, da doversi ritenere autorizzato ad esimersi motu proprio da un incarico sacro che lo Spirito Santo gli ha conferito e che egli ha liberamente accettato.
In altri tempi, quando il senso dell'onore era radicato nella morale, il capitano affondava con la propria nave. Giustamente Francesco Colafemmina ha ricordato, con similitudine non lontana dal vero, l'esclamazione scandalizzata dell'ufficiale della Marina nei confronti del comandante Schettino, che aveva abbandonato la nave senza prima mettere in salvo i passeggeri.
Ma se sotto un profilo meramente umano si può rimanere sconcertati dal gesto del Papa che ricorda l'abbandono del campo di battaglia e la diserzione del massimo generale, sotto il profilo soprannaturale si ha la prova che Benedetto XVI è la prima vittima di quel Concilio che pure cercava di rendere presentabile raddrizzandone le storture più evidenti: egli ha compiuto un gesto umano che ripugna alla funzione divina che gli era stata affidata: funzione divina - lo ripetiamo - e non umana: divina la finalità (la salvezza delle anime), divini i mezzi (la santificazione operata attraverso i Sacramenti), divino il Fondatore, divino il Suo Vicario, che è sì uomo, ma rivestito della più alta carica che possa darsi in terra.
In sostanza, quanti hanno creduto di vedere in questo Papa un paladino dell'ortodossia o un difensore della Verità cattolica dopo decenni di indecorosa prostituzione della Chiesa alla mentalità del secolo, ora si trovano sconfessati da Benedetto XVI stesso, che si accomiata dal proprio incarico apostolico come un funzionario, dando addirittura il preavviso contrattuale.
Un altro paradosso sta nel credere che il futuro Cardinal Ratzinger possa sentirsi più libero di esprimere le proprie critiche al malgoverno della Curia Romana solo dopo essersi spogliato delle vesti pontificali e aver deposto l'Anello Piscatorio: nulla di più inaudito e di più scandaloso. Infatti, se davvero Benedetto XVI avesse avuto qualcosa da dire (e da fare), avrebbe dovuto dirla o farla in quanto Sommo Pontefice, e grazie all'autorità suprema che il suo ruolo comporta. Eventuali interventi o azioni degne di una eminenza grigia dovrebbero essere giudicati, al di là della loro eventuale ragione, come un argomento di ulteriore condanna per l'abdicazione, poiché confermerebbero la gravità della situazione presente e l'assoluta inopportunità della decisione assunta.
Elogiare il Papa per aver abbandonato il Gregge del Signore, cercando pretesti o inventando ragioni plausibili, è irragionevole e vergognoso.
Baronio
Stupisce che, in tutti i commenti più o meno condivisibili sinora apparsi in vari blog, non si sia mai fatta menzione, nemmeno en passant, di un elemento essenziale al Papato: la grazia di stato.
RispondiEliminaL'ho certamente detto, neppure tanto implicitamente, nel cogliere la razionalità delle motivazioni senza riferimento al Soprannaturale.
Elogiare il Papa per aver abbandonato il Gregge del Signore, cercando pretesti o inventando ragioni plausibili, è irragionevole e vergognoso.
E' un evento eccezionale, è vero. E non auspicabile per tanti motivi. Ma è pur sempre previsto dal Diritto Canonico. Mentre la situazione che stiamo vivendo, al di là delle ripercussioni prevedibili o meno, è davvero di terribile ingovernabilità.
Non si tratta tanto di elogiare quanto di trovare il senso dell'accaduto.
RispondiEliminaE hop, piroetta romana, si riparte per un giro! Usquequo?
Il mio commento completo è qui:
RispondiEliminahttp://opportuneimportune.blogspot.gr/2013/02/qualcuno-crede-ancora-nella-grazia-di.html
@ Cesare Baronio
RispondiEliminaCondivido in pieno le sue parole: "Elogiare il Papa...cercando pretesti o inventando ragioni plausibili" Ecco un florilegio di tali bestialità:
-una mossa tattica
-una mossa intelligente
-un atto epocale
-un atto di grande umiltà
-un atto di profonda Fede(?)
-un gesto rivoluzionario
-un passo in più nel rinnovamento
(!?!)
Sono, poi, d'accordo con Andrea nella sua risposta a Luisa alle 11,59
Per Cesare Baronio
RispondiEliminaNon condivido la sua lettura unilaterale e da un'unica angolazione.
Sono una cattolica perplessa e sconcertata da tante parole e gesti degli ultimi papi a con alcune aspettative deluse da Papa Benedetto; ma non trovo giusto infierire sulla persona.
Per lister
Si è sollevato un vespaio e, ovviamente ognuno dice la sua. Io ho notato un particolare: le ultime foto del Papa mettono i risalto un volto trasformato, dai tratti sereni ma scavati, sofferenti pur nella serenità. Non è un paradosso, penso sia molto cristiano.
Quel che mi delude è la sua fissazione sul concilio e le tante pecche che comporta. Mi spiace per lui (e per la Chiesa tutta) perché è un uomo di fede e di pace, pur da angolazioni che mi lasciano appunto delusa. Solo il Signore può conoscere il suo cuore e giudicare.
Chissà se la colomba e il gabbiano erano una allegoria di ciò che accadrà...
RispondiEliminaCredo sia giusto valutare e discutere la decisione del papa di dimettersi. Questo per molte ragioni.
RispondiEliminaPer ribadire che la croce é comunque l'essenza del cattolicesimo e lo strumento della nostra salvezza.
Per sottolineare che questa croce noi la possiamo sopportare solo se sorretti dalla Grazia di Dio, che é data ad ognuno nella misura approppriata e adeguata al suo stato (ed il papa naturalmente può godere di una particolare forma di infallibilità, quando la invoca).
Per capire che la vita naturale é importante nella misura in cui su questa si innesta la nostra vita soprannaturale.
Per capire che é la vita soprannaturale che sorregge i pastori della Chiesa, e che questa si deve avvalere, più che di pastori fisicamente in forma, di pastori in Grazia di Dio e che sappiano trasmettere a loro volta questa Grazia a tutti noi fedeli tramite i sacramenti.
È importante discutere la funzione del papa per sottolineare nuovamente che a lui specificatamente é stato affidato il compito di confermare noi fedeli nella fede.
Naturalmente può essere utile indagarne anche le cause come cerca di fare Cavalcoli con questo articolo.
Personalmente però mi sono ripromesso di non voler analizzare i motivi che possono aver portato papa Benedetto XVI alle dimissioni perché ciò mi porterebbe troppo pericolosamente a dover giudicare non solo gli atti ma anche le intenzioni e i possibili intendimenti del papa. E non mi sembra il modo migliore per aiutare la Chiesa nemmeno quello di fare come il padre Cavalcoli, che sembra sempre e solo voler difendere quanto fatto dal pontefice.
Quindi, in questa Quaresima preferisco tacere su questo aspetto e pensare ad altro o pregare.
Prendo però atto delle sue dimissioni e cerco di leggerle ad un altro livello. Cerco di capire cosa voglia indicarci con questo gesto la divina Provvidenza. Si, perché al di là della legittimità o meno di questo gesto, al di là della consapevolezza che lo stesso papa può avere di queste sue dimissioni, nessuno sa quale sia il disegno di Dio su questo nostro momento storico. È comunque Cristo il Re della storia e dell'Universo.
Penso che sia l'aspetto più importante di tutti: cosa ci vuole dire Iddio in questo momento storico, con una Chiesa lacerata e sofferente, con dei pastori spesso assenti dalla cura delle anime e con fedeli allo sbando?
Non lo so. Umilmente ci penso e ci medito sopra. Queste dimissioni poi cadono provvidenzialmente proprio all'inizio della Quaresima, tempo di penitenza e di conversione per eccellenza e sono quindi un motivo in più per chiedere misericordia e perdono a Dio per le mie mancanze. Per questo non mi interessa ciò che accade in Vaticano, se non nella misura in cui ciò può essere utile all'anima mia e all'anima di tutti i fedeli.
Più utile chiedere a Dio di non abbandonare la sua vera Chiesa ed i suoi santi. Come? Lascio a Lui ogni decisione, noi uomini, ultimamente, abbiamo già voluto far troppo e forse a volte abbiamo anche voluto forzargli la mano.
E ciò nonostante mi fa riflettere anche quella profezia, in cui si dice che il papato farà la fine del re di Francia...
La mia sola, unica e umile conclusione é che se prima era importante essere vigilanti come le vergini in attesa dello sposo, credo lo sia ancor di più oggi.
Non condivido l'analisi che ne ha fatto Cavalcoli, oltre ad essere viziata politicamente corretto è anche sotto l'aspetto storico, molto deludente, non ha citato Mons. Lefebvre e questo declassa ogni altra sua analisi. La Storia non va ricostruita ma indagata e se si tralascia anche un solo particolare, la storia è già inquinata.
RispondiEliminaLa storia vera, ci fa sapere che, ogniqualvolta un Re abdica al suo trono, i sudditi sono destinati a dure persecuzioni, fisiche, morali e psicologiche.
Non posso dar torto all’analisi di Cesare Baronio, che come sempre espone i suoi pensieri con rigore e logica, come non posso non condividere ciò che ha risposto Mic.
Ci troviamo di fronte ad un Regno che è stato conquistato, dai suoi peggior nemici, massoni, satanisti, modernisti, eretici di ogni risma, un Regno dove sia dentro che fuori, dirigono ogni mossa.
Per questo se noi tentenniamo dal denunciarli, con nomi e cognomi, gesta mosse e fatti, noi faremmo il loro gioco e non avremmo difeso Dio, la nostra Fede, la nostra Libertà di figli di Dio.
In questi momenti è bene dar voce anche ai più severi nelle analisi, purchè non si calunni il prossimo.
Nessuno deve tentennare per un malinteso senso di rispetto umano, perché ripeto noi daremo vittoria ai nemici di Dio.
In 50 anni hanno avuto tutto il tempo e i canali per occupare ogni sede in tutta libertà e questo non è da imputare solo a Benedetto XVI, (anche se egli stesso ha contribuito in modo attivo) ma a quelli che vi erano prima di lui, a cominciare da G.XXIII, per finire a GPII.
E’ mia convinzione che, se Benedetto XVI si fosse ribellato lo avrebbero ucciso la notte stessa, non di morte violenta ovviamente, ma al mondo sarebbe pervenuta la notizia di morte naturale, legata all’età o a qualche malattia.
Quante voci in questo senso si sarebbero rincorse se il suo portavoce non lo avesse messo subito in chiaro….
Se così fosse avvenuto, noi tutti ora aspetteremo il “nuovo” e beatamente non ci saremmo accorti di nulla, avremmo pensato che lo Spirito Santo ha eletto un nuovo successore di Pietro, invece la storia vera non quella ufficiale di regime ci fa sapere, che in questi casi forse il “nuovo” e quelli da lui nominati, bisognerà guardarli e osservarli sotto la lente di ingrandimento.
E questo non è certo imputabile a BenedettoXVI, ma a Dio stesso che è intervenuto per darci dei segnali...
Non bisogna scordare che in fondo, mai come in questi 5 giorni Dio ci ha dato da vedere parecchie cose, il fulmine sopra S. Pietro, le carte di credito e i bancomat funzionanti il giorno dopo l’abdicazione, lo strano gioco delle 3 carte sui colloqui con la FSSPX, le voci di corridoio di una prossima “riscomunica” gli elogi e i commenti “umani e comprensivi” dei modernisti, dei laicisti dei politici di sinistra e di centro, storici come Cardini e altri personaggi che ritengono plausibile un CV3…i capi dei movimenti postconciliari (un cancro pericoloso dentro la Chiesa di Cristo) che dimostrano “comprensione e solidarietà”.
I segnali i preavvisi ci sono Dio ce li ha dati, chiediamo a Lui e alla S. Vergine di saperli leggere.
Condivido toto corde il commento di Viandante ed anche questo ultimo, consapevole della eterogenesi dei fini, che sono in mano alla Provvidenza, e della necessità di questa vigilanza orante.
RispondiEliminaChiediamo al Signore, per intercessione della Santa Vergine Auxilium christianorum, di poter aver sempre una 'lettura' illuminata e fedele e una risposta secondo la Sua volontà.
Mi pare che molti commenti che si sentono in questi giorni dimentichino una condizione indispensabile per giudicare il gravissimo passo indietro del Papa: la cognizione di causa. Pur riconoscendo le preoccupazioni espresse anche in questo post, nessuno può conoscere la gravità dei fatti che hanno portato il S.Padre a una tale decisione. Dunque certi giudizi duri e inappellabili mi sembrano molto, ma molto temerari. E il giudizio temerario non è una bella cosa né nei confronti del Papa né di alcun altro.
RispondiElimina"Ratzinger era sostanzialmente un intellettuale, come lo era Paolo VI. Ora difficilmente un intellettuale messo in funzioni di governo, possiede il polso necessario per fare stare al loro posto gli indisciplinati e correggere i disobbedienti. D’altra parte si può essere santi lo stesso, come lo dimostra il caso famoso di S. Celestino V. "
RispondiEliminaIncommentabile questo accostamento tra B16 e P6. Esilarante l'equazione: se teologo = inabile al governo.
Rimango convinto della mia prima impressione a caldo dopo il fervorino di B16 sul Concilio, peccato che Mic non l'ha pubblicato, politicamente scorretto!?!
Perfettamente d'accordo con Baronio che ringrazio per l'equilibrio e la lucidissima considerazione.
ritengo che sia necessario oltre che doveroso dare un giudizio sui fatti in sè a prescindere dalle motivazioni che possono aver avuto i soggetti che li hanno posti in essere.
RispondiEliminaLa rinuncia del Papa quale predente non scevro di conseguenze future sull'autorità del Papato è un fatto in sè negativo.-
Questo non toglie che il Signore possa scrivere anche sulle righe storte della storia.
Un altra osservazione. Visto che tanto si è voluto parlare di ermeneutica della continuità, quale continuità si può riscontrare in un gesto tanto anomalo e così alieno ai Papi fino a Pio XII? Non suona invece come un gesto tipicamente conciliare, come hanno confermato tanti modernisti?
RispondiEliminaA meno che... conoscendo la Profezia di Fatima e avendo sotto gli occhi altri dati che sono stati tenuti segreti, Benedetto XVI non si sia terrorizzato veramente, vedendo concretizzato ciò che Nostra Signora ha detto alla Salette...
M anche in questo caso - anzi: a fortiori - non sarebbe stato opportuno e doveroso mettere in guardia il Gregge?
M anche in questo caso - anzi: a fortiori - non sarebbe stato opportuno e doveroso mettere in guardia il Gregge?
RispondiEliminaevidentemente non è questo il caso...
Quanto al gesto tipicamente conciliare potrebbe anche essere. Senza escludere altri elementi di forza maggiore che ci stanno tutti e non sono pochi: dalla salute (nel senso del timore del rischio di un ripetersi dell'interregno nefasto guidato dai lupi ai tempi del predecessore) alle fronde di ogni genere. E forse son più le cose che non conosciamo... rispetto ad alcune purtroppo ormai evidenti per chi ha occhi per vedere!
La giusta valutazione (ed esercizio) del primato petrino dipenderà dal nuovo Papa.
Acciderba, Mic! Se il commento di don Camillo sul discorso di Papa Benedetto XVI e' impubblicabile, potrei averlo privatamente?
RispondiEliminadcsaki@yahoo.com
Grazie, Luciana Cuppo
Rimango convinto della mia prima impressione a caldo dopo il fervorino di B16 sul Concilio, peccato che Mic non l'ha pubblicato, politicamente scorretto!?!
RispondiEliminaNon lo ricordo; ma ricordo solo di non aver pubblicato (anzi di aver cancellato perché visto a posteriori) perché si parlava di viltà e questo non l'ho tollerato.
RispondiEliminaLa giusta valutazione (ed esercizio) del primato petrino dipenderà dal nuovo Papa
Bene! tutto lasciato alla soggettiva interpretazione.
Si possono nutrire diversi sentimenti e pensieri sulla decisione di Papa Benedetto, capisco che lo choc è violento, ma inorridisco leggendo certe parole usate da chi critica non solo la scelta del Papa ma la sua persona.
RispondiEliminaIncommentabile questo accostamento tra B16 e P6. Esilarante l'equazione: se teologo = inabile al governo.
RispondiEliminaL'equazione è tra "intellettuale" (non "teologo") e capacità di governo... che poi è tutta da dimostrare; ma non è nemmeno un'equazione perché l'affermazione è attenuata da un "difficilmente".
per gabri che risponde
RispondiElimina"La giusta valutazione (ed esercizio) del primato petrino dipenderà dal nuovo Papa"
Bene! tutto lasciato alla soggettiva interpretazione.
Perché "soggettiva interpretazione"? Ovvio che il primato petrino è quello che è e non si discute. Altrettanto ovvio che mi riferivo al fatto che il nuovo Papa con una sua puntualizzazione precisa e definitoria potrebbe porre un argine alle interpretazioni moderniste e col suo pieno esercizio porre fine alla cinquantennale desistenza.
Lo dico ovviamente ancora come speranza, perché se dovessi basarmi sulla rosa dei papabili... Tuttavia potremmo sempre avere una sorpresa, perché è vero che siamo nei 'tempi ultimi' nel senso di quelli inaugurati dal Signore, ma non ci sono ancora segni così eclatanti per poter dire che siamo alla "fine dei tempi"...
A breve termine in ogni caso, qualche segnale in più arriverà.
A meno che... conoscendo la Profezia di Fatima e avendo sotto gli occhi altri dati che sono stati tenuti segreti, Benedetto XVI non si sia terrorizzato veramente, vedendo concretizzato ciò che Nostra Signora ha detto alla Salette.
RispondiEliminaCertamente gentile Cesare Baronio, La Profezia di Fatima e La Salette!
Il drammatico gesto di Benedetto XVI, è da leggere proprio a partire da quì!
Il Segreto di Fatima di cui tanto si è parlato, doveva essere svelato per intierezza prima del CVII, purtroppo colui che doveva farlo G.XXIII non lo ha tenuto in considerazione, anzi lo ha ridicolizzato, ed etichettato come uno dei tanti messaggi di profeti di sventura.
Le ineludibili conseguenze,le pagheremo tutti e l'abdicazione di Papa Benedetto è l'inizio rumoroso. Finora hanno lavorato in silenzio e sotto copertura.
Che la S. Vergine ci sostenga, perchè nella storia dell'umanità, nulla sarà paragonabile.
A completare il quadro l'attacco infernale alla Madre di Dio con le false apparizioni, mariane di questi ultimi decenni, che distolgono le menti dalla realtà dell'Avvertimento di Fatima.
Anche in questo caso, come i nemici che sono all'interno della Chiesa indossano i panni del prelato, così le false apparizioni mariane dicono di essere la continuazione di Fatima.....satana si traveste e noi non abbiamo abbastanza umiltà per vedere dove si nasconde.
Il terribile gesto di Papa Benedetto è un preciso messaggio da parte di Dio, che fu inascoltato a Fatima.
Si è servito dell'umana condizione di debolezza e paura di Benedetto XVI, per farci aprire gli occhi, non sprechiamo anche questo aiuto, altrimenti daremo forza ai nemici della Nostra Amata Santa Madre Chiesa.
Ricordo con perfetta lucidità le angherie subite da P. Nicholas Gruner, da parte della Gerarchia Vaticana, fanno parte della storia e tutto deve essere indagato.
Ad ogni modo, per chi fosse interessato ad indagare le vicende=storia, che riguardano tutti, rimando a:
http://old.fatima.org/it/index.html
http://old.fatima.org/it/cr77thirdital.htm
"Acciderba, Mic! Se il commento di don Camillo sul discorso di Papa Benedetto XVI e' impubblicabile, potrei averlo privatamente?"
RispondiElimina"Non lo ricordo; ma ricordo solo di non aver pubblicato (anzi di aver cancellato perché visto a posteriori) perché si parlava di viltà e questo non l'ho tollerato".
Non lo ricordi semplicemente perchè non l'hai manco letto. E non ho parlato di viltà, ma ho fatto solo una piccola introduzione a due passaggi del discorso del Papa sul Concilio. Ecco!
Comunque Luciana ti ho mandato per email la mia introduzione, per quello che può valere.
È sparito questo mio commento, perchè?
RispondiEliminaSul suo profilo Baronio indica di essere "Cardinale di Santa Romana Chiesa", domanda ovvia la mia: entrerà in Conclave?
A meno che abbia più di 80 anni.
avviso per il/la blogger
RispondiElimina"Historia ecc..."
il link non si apre.
Quello funzionante è semplicemente:
http://fatima.org/
inoltre, vorrebbe gentilmente chiarire se il suo nick è italiano o latino ?
se latino, vuole dire forse "dal sommo capo" ?
allora dovrà scrivere
"...a summo capite" (abl.)
oppure vuole essere un plurale ?
vorrebbe dire "per sommi capi" ?
o che altro senso?
Concordo con l'Em.mo Baronio.
RispondiEliminasi stanno avverando tutte le profezie antiche e moderne riguardanti il crollo della Chiesa, la sua eclissi e Passione, prima dell'avvento dell'anticristo.
Non dimentichiamo che GPII disse esplicitamente che STIAMO VIVENDO (quindi già dal 2000, anno in cui svelò, in modo falsato e parziale il 3. segreto, come riferito a lui, mentre il papa della visione, che viene ucciso, in mezzo a cadaveri di sacerdoti e consacrati, dai nemici deve ANCORA manifestarsi), stiamo ora vivendo il Libro XII dell'Apocalisse, laddove si parla della Donna -figura della Chiesa- che fugge nel deserto per non essere divorata dal dragone (satana o anticristo) e per poter DARE ALLA LUCE i suoi figli, cioè i figli di Dio della Chiesa di Cristo, rinnovata in una grande purificazione/tribolazione.
La grande tribolazione è proprio quella predetta da S. Paolo e S. giovanni nell'Ap.
Quale segno più grave dell'evento attuale potrebbe essere la rimozione del KATECHON ?
APPUNTO, (si) è tolto di mezzo colui che trattiene il manifestarsi dell'anticristo: il papa in quanto vicario di Cristo, l'intera sua autorità è tolta di mezzo.
C'è da rabbrividire al pensiero di chi potrà essere eletto. Nel 3. segreto tutte queste cose sono dette chiare e nette, per questo i papi si spaventarono e non vollero mai svelarlo al Gregge, cullandolo nelle illusioni di pentecoste conciliare. E continuano a cantarci la ninna-nanna, mentre il nemico di Cristo è già dentro la Chiesa, quello che s. Pio X aveva egregiamente respinto, e i suoi successori fino a Pio XII:
Grazie, rev.mo Baronio, per la chiarezza e fermezza delle parole. Che Dio aiuti la sua Chiesa, e protegga Papa Benedetto, che, forse (forse, pensando al sogno di S. Pio X), cadrà vittima della rivoluzione conciliare. Preghiamo che Joseph Ratzinger custodisca almeno la sua fede, se non quella del Gregge.
È sparito questo mio commento, perchè?
RispondiEliminaSul suo profilo Baronio indica di essere "Cardinale di Santa Romana Chiesa"
Un Anonimo che non 'passa' dalla moderazione è un collaboratore ;)
Di anni ne ha certo molti più di 80. Ho cancellato perché il nick è di evidente derivazione storica...
Stiamo a vedere le mosse del papa prima del 28...potrebbe far rivelare tutto il segreto di Fatima... Ma acome potrà? Lo permetteranno?
RispondiEliminaX anonimo 16 febbraio 2013 19:43
RispondiElimina" Historia a Sommi Capi"
latino + italiano.
A e non PER, semplicemente perchè non ho esposto alcuna relazione storica, che richiederebbe tempo e spazio.
A Sommi Capi, inteso come dialogo e riflessione.
Comunque come vede, il nick è stato da me virgolettato.
Ho controllato i link e funzionano, tuttavia da quello principale potrà accedere anche agli altri, basta che lei clicchi sui titoli.
Don Camillo,
RispondiEliminavisto che tu non passi dalla moderazione, mi spieghi quale tuo commento non avrei pubblicato?
Ricordo di averne cancellati due (identici in due discussioni diversi) che sostenevano che Papa Benedetto era un vile (ricordo solo questo termine e tanto mi basta) e li ho eliminati per questo motivo.
Parlo del thread che ho scritto sull'incontro del clero con il Papa.
RispondiEliminaMi spiace per questa incresciosa piccola scempiata (tipo il nick di Baronio)
RispondiEliminaParli della tua breve introduzione al discorso del Papa che era ferma nelle bozze per il semplice motivo che mi pare ci fossero altre cose più pressanti. Anche perché su quel discorso (per la verità ci vuole un po' a digerirlo...) non ce la possiamo cavare con poche parole.
Però non significa che intanto non lo avrei pubblicato.
Invece di lamentarti in pubblico, non facevi prima e meglio e telefonarmi o a scrivermi una mail?
Curioso e bizzarro che Cavalcoli, apologeta ad oltranza del cvii, aduso ad attacchi furibondi ai tradizionalisti, seguace di Mueller nel definire "eretici" coloro che, doverosamente, sono obbedienti alla Tradizione, adesso invochi un Papa che "alzi la voce".
RispondiEliminaDistonia cognitiva? Resipiscenza? Nuova strategia dei "conservatori" conciliatoristi alla luce degli eventi?
Ti avevo mandato un messaggio su FB.
RispondiEliminaNotizie di anticipazione del conclave.
RispondiEliminaPadre Lombardi in conferenza stampa:
Tornando ai temi del Conclave è stato spiegato che potrebbe iniziare, se tutti i cardinali saranno giunti in Vaticano, prima del 15-20 marzo; termine questo successivo all’inizio della "Sede Vacante", stabilito nel caso di morte di un Pontefice:
"Nella Costituzione si dice tra i 15 e i 20 giorni: però, il termine è 'per attendere', cioè per dare a coloro che avessero bisogno il tempo necessario per arrivare in Vaticano. Nell’eventualità che i cardinali fossero già tutti qui, si potrebbe interpretare la Costituzione in un modo differente".
La questione delle "guerre intestine" è risibile. A parte il fatto che ce ne sono sempre state, moltissimi "cattivi" sono stati messi nei posti di comando dal papa. Come ha detto un sacerdote, Ratzinger è l'ennesimo rivoluzionario vittima della rivoluzione (collegialità). Chi non vuol ammettere questo, si arrampica sugli specchi.
RispondiEliminaL'articolo del Cavalcoli è condivisbile in alcuni aspetti, meno in altri.
RispondiEliminaIn linea di massima, però, delinea la realtà di una situazione innegabile e visibile. L'apostasia DI FATTO di gran parte della gerarchia, che si traduce nella sua sovversione pratica.
Siccome la situazione è questa, e siccome il Papa non ha "abbandonato la nave", ma ha Abdicato proprio perché si sta per ripetere l' "interregno" dei FALCHI e delle IENE, credo non sia affatto giusto ignorare questi elementi! Molti non li stanno ignorando, anche qui. Ma tanti, e sono i più visibili, li stanno ignorando. Continuando ad attaccare il Papa, cosa che non solo non giova alla Chiesa, ma nemmeno a chi lo attacca!
Credo ci sia una differenza importante tra la "franchezza" e il disprezzo (come chiamarlo altrimenti?). Tra "Apologia" e squalificazione di un presunto "avversario".
Forse ho fatto una domanda troppo imbarazzante. Mi spiace. Vedo che pubblichi commenti sgrammaticati e assurdi, ma non quelli che colgono la sostanza dei fatti. Non vorrei che questo blog, che per tanti versi ha motivi di orgoglio, facesse la fine di MiL.
RispondiEliminaAndrea,
RispondiEliminavedo che continui con le provocazioni. Tra questo blog e MiL non ci sono paragoni possibili per cui ti prego di astenerti da certe allusioni.
Del resto mi pare che cogli quello che ti pare e il resto lo ignori. Il confronto e anche il resto dell'impegno è talmente serrato che non sempre tutte le domande possono trovare immediata risposta.
Faresti bene ad andarti a leggere l'ultimo articolo che ho inserito sul "concilio virtuale" e sul primato petrino.
Andrea anche a me Mic non posta tutto, ma non ne faccio una questione di stato. So perché lo fa, e mi sta bene.
RispondiEliminaAndrea, sarebbe così gentile da indicare quali siano, i commenti sgrammaticati ed assurdi?
RispondiEliminaGrazie.
Cara Gemma, a parte che la grammatica mi pare un problema minore, comunque ce n'era in particolare uno di qualche giorno fa illeggibile. Le consiglio di evtiare di andare al Novus Ordo, anche in mancanza d'altro. E' un cerimoniale massonico, come avrà già capito: dopo le parole, i fatti.
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