Nell'ultimo tratto di questo difficile percorso, all'interno di una Chiesa destrutturata e snaturata delle sue funzioni più primaziali oltre che primigenie, sperimento l'aggravarsi delle difficoltà, partendo da quella mia personale di donna (creatura di Dio di sesso femminile) di fede alle prese con una realtà sempre più 'virtuale' e sempre più problematica. Ciò è anche effetto della preponderanza mediatica che non è affatto neutra, perché credo ci sia chi se ne serve consapevolmente, nella quale dal versante tradizionale sono quasi totalmente assenti le voci che accompagnino autorevolmente la mia dura e per molti versi scomoda presa di coscienza e conseguente presa di posizione. E questa è una ragione non da poco all'origine delle mie difficoltà, dato che non mi rifugio né nelle derive millenariste né negli affrettati "allineamenti" senza discernimento e però, in questo momento, con l'incalzare degli eventi, nemmeno riesco sempre a raggiungere quel 'distacco' che consente di non rimanere invischiati in meccanismi (ad esempio un possibile zelo amaro. Non mi pare, ma è un rischio da cui non mi ritengo esente) che impediscono uno sguardo più ampio che sappia uscire dal contingente con gli strumenti della ragione oltre che della Fede.
Noto che questa presa di coscienza è sempre più fatta di frammenti che vado da tempo raccapezzando, oltre che dai documenti del concilio paragonati con la Tradizione perenne, da parole e atti del nuovo Papa (e predecessori) e dei suoi/loro collaboratori; quelli attuali sempre più 'gasati' (per dirla alla romana) e prodighi di interviste e pareri sbandierati dalla Stampa e persino dalla TV. Si tratta di frammenti che diventano significativi a causa della loro portata dirompente perché agiscono direttamente attraverso una prassi non codificata su una forma mirabile, giunta intatta fino a noi, col rischio di intaccare la sostanza. Così com'è frammentata se non in corso di dissoluzione - sotto la spinta di quelle forze che stanno eliminando persino le differenze di "genere" e che non possono non essere all'erta e presto agiranno allo scoperto anche nel nostro Paese - la realtà sociale e politica del nostro tempo.
Ora, che la frammentazione - pur se mai arrivata ai livelli attuali - faccia parte del 'mondo', non desta nessuna meraviglia; ma che essa sia entrata a far parte anche della nostra Chiesa sempre più irriconoscibile non può non destare preoccupazioni, a partire dalle nostre 'periferie esistenziali e spirituali' delle quali nessuno sembra preoccuparsi né farsi carico. Nella consapevolezza dell'ab intra ad extra che ne consegue a partire dal piano metafisico sempre più ignorato.
Ho la sensazione, molto sgradevole, che siano in molti, tra gli studiosi sia ecclesiatici che laici (creature di Dio di prevalente sesso maschile) - che diventano facitori di opinioni (non voglio usare l'espressione inglese che è più gettonata) o meglio di correnti di pensiero che edificano la cultura e la persona perché estraggono nutrimento dalla retta Fede - che mai come in questo momento tacciono per ragioni prudenziali. Queste sono quanto mai opportune e necessarie. Diventano però stucchevoli quando sono in corso d'opera azioni e mutazioni che si intravedono problematiche e che qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità di sottolineare con la dovuta autorevolezza finché si è in tempo. Mi rendo perfettamente conto che non è altro che il copione ormai usurato che si va dipanando dalla chiusura del mitico Concilio, del quale stiamo assistendo al trionfo ormai non solo mediatico e persino privo di ogni 'maschera' che ci aveva tenuti in una sorta di illusione su una possibile soluzione di ripareggiamento della verità da parte del Trono più alto. Con la differenza che siamo giunti ad un'accelerazione che parrebbe inarrestabile e potrebbe diventare un punto di non ritorno, oltre il quale potrebbe metterci le mani solo il Signore. Qui si affaccia una ventata di millenarismo, ma è solo un'ipotesi, ovviamente.
La conseguenza è che essi (gli studiosi laici ed ecclesiastici, compresi i pastori) non si sporcano le mani (per non bruciarsi?) magari saggiamente pensando alla salvaguardia di una loro attività accademica o pastorale che sia. Bene, oggi come oggi salvaguardare attività del genere è più che mai necessario. Però un'attività accademica, ad esempio, non è destinata al grande pubblico e la sua efficacia agisce nel lungo periodo mentre, con gli strumenti informativi che abbiamo oggi - che possono diventare anche formativi se ben usati - essa potrebbe raggiungere molte persone attualmente abbeverate a cisterne screpolate o direttamente a fonti inquinate. La conseguenza di una inerzia nell'uso di questi strumenti lasciati quasi completamente in mano ai 'nemici', mi pare facilmente intuibile: il drammatico iato generazionale già esistente andrà allargandosi e la restaurazione sarà sempre più lunga e impegnativa. Altrettanto nefasta è l'inerzia da altre Agorà, quali altre cattedre e pulpiti non mediatici... per non parlare di quelli Curiali dai quali forse è già diventato totalmente impossibile uscire dal coro. Ovvio che questa è una considerazione di logica solo umana, ma è da qui che dobbiamo partire perché il Soprannaturale possa innestarvisi, con gli effetti che tutti speriamo. O no?
Vi chiederete, ma insomma che vuoi? Voglio qualcuno che dica qualcosa di cattolico e lo faccia con efficace autorevolezza.
Chi non denuncia un male o l'errore attuali non avrà alcuna autorità dopo.
RispondiEliminaE, oltre a perdere autorità, diventa anche complice.
C'è piuttosto da chiedersi cosa sarà il "dopo".
RispondiEliminaIneludibile poi l'accento sulla "complicità", fatte salve effettive ragioni autenticamente 'prudenziali'.
Qualcosa di Cattolico? Recitiamo il Santo Rosario completo ogni giorno, i 3 misteri e facciamoci imporre lo Scapolare del Carmelo.
RispondiEliminaqualcuno che dica qualcosa di cattolico
RispondiEliminace ne sono molti che dicono, anzio nella preghiera e nelle azioni quotidiane, ma sono nascosti, NOTI SOLO A DIO, umili e piccoli. Cioè non hanno voce in capitolo, non fanno parte "dei circoli del potere", non stanno fra le autorità, specie le somme.
Perciò ha ragione mons. Williamson che dice, riguardo alla FSSPX:
"i combattenti che tengono l’ultima fortezza della Fede che sia organizzata in tutto il mondo, comprendono quello sta pensando il loro Comandante? Si rendono conto che la sua solenne dichiarazione della dottrina della FSSPX dimostra che egli pensa come un capo nemico? Sono felici di essere condotti a pensare come i nemici della Fede? Tutte le idee devono essere cattoliche, quindi le idee non cattoliche devono essere “interpretate” come fossero cattoliche. Sveglia, camerati! Il pensiero dei nemici è nel Quartier Generale."
Ciò che avviene nella Chiesa ufficiale, avviene anche nella FSSPX.
Il piccolo Gregge, sempre più piccolo, e composto di "piccoli", che spesso non hanno neanche la voce per parlare.
e poi. che significa "qualcosa di cattolico"?
RispondiEliminail cattolico è chiunque rinnega se stesso, e segue Gesù sulla via Crucis, fino al Calvario, testimoniando la Verità fino a dare la vita, non fare compromessi col potere, non essere accomodanti col mondo.
Ma oggi tanti cattolici, increduli che siamo in via Crucis, di Calvario non vogliono sentir parlare.
Vogliono il trionfo su questa terra.
Ma Gesù ha promesso la gloria in cielo, non in terra:
Chi ama la sua vita la perderà, e chi la perde per amore mio la ritroverà.
Il destino della Chiesa NON E' il trionfo in questo mondo, ma la sconfitta: per crucem ad Lucem.
Gentile Mic nel thread precedente lei ha fatto il seguente ragionamento:
RispondiElimina"Un altro aspetto del problema è che viene invitata ad "uscire da sé" una Chiesa che, insieme alla sua identità,sta perdendo la sua funzione primigenia.Ora, è lapalissiano che non può uscire efficacemente da sé,chi non ha prima maturato una congrua consapevolezza della sua identità".
Faccio fatica a capire questo suo ragionamento,vorrei mi spiegasse.
In che senso non si può uscire da se se non si ha maturato una congrua consapevolezza della sua identità?Ma il cristianesimo non è un riconoscersi in un identità.Non è appartenere ad una cerchia.La Chiesa non è un partito,un movimento.Il cristianesimo è incontrare Gesù.Se aspettiamo di avere la consapevolezza che lei auspica Gesù Cristo non sarà mai annunciato nè sarebbe mai stato annunciato.Quando si annuncia il Vangelo non si porta se stessi,non si proprone una appartenenza identitaria ma di incontrare una persona che è Gesù.Non crede che vivere il cattolicesimo in maniera identitaria sia sbagliato?
In ogni modo vorrei mi spiegasse cosa ha voluto dire,grazie!
Scrisse Mic:
RispondiEliminaVoglio che qualcuno dica qualcosa di cattolico e lo faccia con efficace autorevolezza."
Un minicatalogo di pubblicazioni annunciate, presenti in rete, od altre di cui mi sono occupata recentemente; ad opera di chi e' efficacemente autorevole e di chi, come le mosche e la sottoscritta, tira i calci che puo':
(1) 'Contrappunto conciliare', di Mons. Brunero Gherardini, annunciato da Lindau per il maggio 2013.
(2) Articoli di don Curzio Nitoglia su www.unavox.it
(3) Quin tamen in animo habeat completam de Maria proponere doctrinam: note sulla mariologia mancata di Lumen Gentium VIII/54, della sottoscritta, pubblicato su www.conciliovaticanosecondo.it; solo che nel titolo c'e' 'Lumen Gentium VII/54' per un refuso.
(4) Prof. Giorgio Leone, 'Cassiodoro Senatore: alla ricerca di una immagine per un culto', di prossima pubblicazione negli Atti del Convegno su Cassiodoro voluto da Mons. Vincenza Bertolone il novembre scorso.
(5) 'Domenico Lentini evangelizzatore del Sud Italia', di Roberto Corapi; una recensione verra' pubblicata su Divinitas 2013/2.
(6) 'Fama sanctitatis e culto ab immemorabili di Cassiodoro dalla morte ad oggi', della sottoscritta, di prossima pubblicazione negli Atti del Convegno su Cassiodoro di cui sopra.
Luciana Cuppo
Se non sono consapevole della mia identità di cattolica, annuncio chi?
RispondiEliminaTestimonio chi?
Si vuol buttare alle ortiche i pilastri della Fede cattolica?
Vogliamo confonderci con gli altri gruppi, sette, comunità che dicono annunciare Cristo e il Vangelo?
Sa l`anonimo che cosa è l`identità di un cattolico?
Sa che esiste?
Sa come si forma la coscienza cattolica?
Perchè crede che Papa Benedetto ha dovuto fin dall`inizio del suo Pontificato riprendere i fondamenti della nostra Fede?
Completo la mia reazione all`anonimo riprendendo questo mio commento scritto in un theead precedente, mi scuso per le ripetizioni.
RispondiEliminaPapa Bergoglio ci dice di uscire da noi stessi, che la Chiesa deve uscire da se stessa, è vero che dobbiamo andare verso l`altro, portare all`altro la gioia di essere discepoli di Cristo (quante volte ce lo ha ricordato papa Benedetto!), ma prima di uscire da sé stessi dobbiamo sapere chi siamo, da dove partiamo , che cosa e Chi portiamo all`altro, dobbiamo avere coscienza della nostra identità, conoscerla, se non lo facciamo chi portiamo all`altro, chi e che cosa arriva all`altro?
Arriva il Cristo della Chiesa cattolica, arriva la fede che la Chiesa ci ha trasmesso ancorata nella Tradizione, la Sacra Scrittura e il suo Magistero , o arriva il Cristo forgiato da insegnamenti alternativi, disegnato da cattivi maestri e pastori, ribelli all`insegnamento della Chiesa?
Consapevole che i cattolici hanno perso il senso della propria identità, che ignorano anche i concetti fondamentali della nostra Fede con pazienza, chiarezza e quella capacità di saper rendere comprensibili anche i concetti più complicati, dall`inizio del suo Pontificato Bendetto XVI ci ha istruiti, ci ha riportati ai fondamenti della nostra Fede, è essenziale continuare se vogliamo che ad essere portata al mondo è la Fede in Nostro Signore Gesù Cristo , è il Suo insegnamento, il Suo messaggio, così come la Chiesa lo ha ricevuto, conservato e trasmesso da più di 2000 anni, ciò che la Chiesa ha sempre, dovunque ed universalmente insegnato in materia di fede.
"Vi chiederete, ma insomma che vuoi? Voglio qualcuno che dica qualcosa di cattolico e lo faccia con efficace autorevolezza."
RispondiEliminaEcco qualcuno che, grazie a Dio, lo fa, in modo chiaro ed inequivocabile: Mons. Fellay, nella Lettera ai benefattori pubblicata oggi su DICI (per ora solo in francese, inglese e spagnolo): http://www.dici.org/documents/lettre-aux-amis-et-bienfaiteurs-mars-2013/
... Ma il cristianesimo non è un riconoscersi in un identità.Non è appartenere ad una cerchia.La Chiesa non è un partito,un movimento.Il cristianesimo è incontrare Gesù.Se aspettiamo di avere la consapevolezza che lei auspica Gesù Cristo non sarà mai annunciato nè sarebbe mai stato annunciato.Quando si annuncia il Vangelo non si porta se stessi,non si proprone una appartenenza identitaria ...
RispondiEliminaIn ogni modo vorrei mi spiegasse cosa ha voluto dire,grazie!
Intendo semplicemente dire che bisogna innanzitutto essere se stessi prima di poter uscire da se stessi. E per identità intendo la "configurazione" a Cristo.
E questo non mi pare significhi appartenenza ad una cerchia, ma ad una Persona: il Signore! E comporta, individualmente prima che comunitariamente, conoscere se stessi sotto lo sguardo di Dio e, camminando in Lui e con Lui, accoglierne la grazia che libera guarisce trasforma e svela l'immagine che ognuno di noi reca impressa nel profondo del proprio essere.
Così la Chiesa, se perde la sua identità e la sua funzione e non resta quella che è, cosa o chi porta agli altri? Essa deve innanzitutto restare se stessa per dar senso all'uscire da se stessa perché si può trasmettere ad extra nella misura in cui si custodisce ad intra. Perciò, se la Chiesa perde alcuni punti saldi che non sono soltanto comunitari, identitari, ma anche spirituali dottrinari liturgici pastorali, che hanno una loro intrinseca fecondità, cosa può pensare o sperare di diffondere alle cosiddette periferie esterne?
Essere cristiani non è così facile come può apparire da frasi che diventano slogan e nemmeno dipende dal consenso. E' una grazia, ma anche un impegno e una risposta continua e di TUTTA la persona non sull'onda del sentimento, ma della ragione coniugata con la Fede che genera conoscenza, non sentimentalismo. Possiamo amare solo Chi conosciamo perché ci viene mostrato e noi stessi, a nostra volta, possiamo lasciarlo trasparire solo da quello che siamo "rimanendo" in Lui.
i due santi patroni delle missioni sono S.Francsco Saverio (che ha convertito da solo quasi un continente percorrendo migliaia di km) e S.Teresa del Bambin Gesu' che ha vissuto tutta la sua vocazione in un convento di clausura.
RispondiEliminaNon dico che "bisogna innanzitutto essere se stessi prima di poter uscire da se stessi" sia completamente sbagliato ma non é indispensabile!
Infatti la Chiesa ha già mostrato che puo' essere missionaria (e tanto) con esercizi sur place.
Cio' che conta é la sana dottrina e che questa poi dia la santità. L'uscire fuori viene dopo...
L'aspetto missionario e evangelizzatore ha sempre fatto parte dell'essenza della Chiesa, non è stato scoperto né oggi né dal concilio, ma è il mandato del Signore ai "Suoi". E essa non può né deve nascondere o perdere il suo aspetto fontale di essere anche custode del Deposito della Fede trasmesso da Cristo e dagli Apostoli. Non può uscire da se stessa aprendosi al mondo al prezzo di svuotarsi della sua essenza e della sua specificità. E' un rischio che sta diventando molto serio.
RispondiElimina"Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Santificali nella verità: la tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo." Gv 17, 16-18
Siamo qui a chiederci se la Chiesa possa più pretendere di essere depositaria della pienezza della Rivelazione perché altrimenti sarebbe "autoreferenziale". Ma chi può prenderla sul serio se non è più consapevole e sicura di ciò che essa è e dei suoi insegnamenti dottrinali e morali? Benedetto XVI non ha fatto altro che ricordare che insegnare la verità è una forma eccelsa di carità.
La parresìa non è trionfalismo e 'conoscere' davvero il Signore non permette di annacquare o rinnegare ciò che ha affidato alla Sua Chiesa.
Non è paradossale che si continui a dire che anglicani ortodossi protestanti, musulmani ebrei ecc. hanno il diritto di restare se stessi, quello che sono, mentre solo la Chiesa cattolica ha il dovere innanzitutto di "uscire da se stessa" fino al punto di non essere più se stessa nella sua radicale specificità, che le deriva da Colui che è chiamata ad annunciare a proclamare ma anche a custodire rimanendoGli radicata?
Intendo semplicemente dire che bisogna innanzitutto essere se stessi prima di poter uscire da se stessi. E per identità intendo la "configurazione" a Cristo.
RispondiEliminaE questo non mi pare significhi appartenenza ad una cerchia, ma ad una Persona: il Signore! E comporta, individualmente prima che comunitariamente, conoscere se stessi sotto lo sguardo di Dio e, camminando in Lui e con Lui, accoglierne la grazia che libera guarisce trasforma e svela l'immagine che ognuno di noi reca impressa nel profondo del proprio essere.
---------------------------------
Mi perdoni ma il suo parlare continua ad essermi oscuro.Non attribuisco la colpa a lei magari è un mio limite.Cosa significa essere se stessi?Se stessi in che senso?Lei parla di configurarsi a Cristo ma il Signore è uscito da se stesso per farsi uomo e stare in mezzo a noi?Configurarsi a Cristo allora in che senso?Per il battesimo siamo già innestati in Cristo e siamo alter Christus cioè siamo già configurati al Signore.
Se aspettiamo la perfezione allora non annunceremo mai il Vangelo.Il cristianesimo si sarebbe estinto da secoli se avessimo atteso quello che lei si auspica.In realtà l'Apostolo delle genti era un persecutore dei cristiani.Il Principe degli Apostoli,Pietro,
aveva rinnegato il Signore per ben tre volte.E allora?In realtà l'annuncio del Vangelo è opera dello Sirito Santo non è opera umana e non dipende dalle qualità umane.Gli uomini sono solo degli strumenti,spesso inefficaci,ma è il Signore a compiere tutto.
Continuo a non capire può spiegarsi meglio.Grazie
Essere cristiani non è così facile come può apparire da frasi che diventano slogan e nemmeno dipende dal consenso. E' una grazia, ma anche un impegno e una risposta continua e di TUTTA la persona non sull'onda del sentimento, ma della ragione coniugata con la Fede che genera conoscenza,non sentimentalismo. Possiamo amare solo Chi conosciamo perché ci viene mostrato e noi stessi, a nostra volta, possiamo lasciarlo trasparire solo da quello che siamo "rimanendo" in Lui.
RispondiElimina----------------------------------
Certamente essere cristiani non è cosa facile ma non è nemmeno impossibile altrimenti diciamo che è una religione per super uomini
persone eccezionali.Sono d'accordo che il cristianesimo non è solo sentimentalismo ma anche ragione e volontà ma chi dice che queste cose non possono coesistere?I sentimenti non vanno disprezzati mai specie se sono buoni.Da soli non bastano come non basta la sola conoscenza.L'uomo è un tuttuno è fatto di sentimenti,ragione e volontà.Ma il compito di annunciare il Vangelo è doveroso per la Chiesa non è un opzione e il Signore sa agire con mezzi insufficienti.Mi sembra che lei veda la Chiesa solo dal punto di vista umano dimenticando che essa è anche divina.
Configurarsi a Cristo allora in che senso?
RispondiEliminaHa mai letto S. Paolo?
L'anonimo che insiste a dire "non capisco" dimostra due cose:
RispondiElimina1) la potenza invasiva del regime modernista che insediato da 40 anni ha potuto riplasmare le coscienze cattoliche con insegnamenti devianti (anche purtroppo mediante la Messa NO, annacquatrice della Fede cattolica) facendo credere a questi sventurati -milioni ahimè di allattati al cv2, senza neanche saperlo!- che essere cristiani significhi "fare ESPERIENZA" DI GESù, in mille modi del tutto SOGGETTIVI, e spesso AUTOILLUSORI, basati sulla GRATIFICAZIONE della psiche e dei sentimenti, ispirati quasi sempre dal movimentismo, ANCHE SE dette persone non sono inserite nei vari gruppi ecclesiali : è un "gas pentecostale" che purtroppo circola nell'ARIA DA 45 ANNI e impregna i polmoni dell'anima (v. "nuova pentecoste" et similia, tante belle chimere di vari improvvisati evangelizzatori);
2) quanto sia grande la potenza d'inganno di cui parla S. Paolo e quanto essa possa accecare le menti, sia di piccoli che di grandi, e nell'accecamento dei pastori sta la facies più impressionante del mysterium iniquitatis: basti rivedere le foto di quei 100+ vescovi che ascoltano Kiko in Galilea, letteralmente INEBETITI DALLA SUA "PREDICAZIONE": il "neo-verbo" di un eretico !
... ..
... .>
RispondiEliminapurtroppo è A CAUSA di tale idea sciagurata, diffusa dall'alto, da 45 anni tenacemente, che assisto nella mia città -in modo trionfale dall'avvento di questo "papa pauperista dell'USCITE nelle periferie ecc.- all'INVASIONE senza più freni, della piazza centrale, OGNI SANTA DOMENICA, di un gruppo di COMIZIANTI KIKIANI (che mai l'avrebbero fatto fino al 13-03-13) e che irretiscono con le loro parole da DEMAGOGHI un bel numero di ascoltatori, promettendo "il vero vangelo" come Kiko lo rivela al popolo di Dio, non più memore della Dottrina perenne, che è quella di Gesù Cristo stesso, ma regalato a mo' di MARKETING di un prodotto concorrenziale, promettendo "esperienze forti e sensazionali" circa Gesù ...
(proprio come il loro microfono da piazza-mercato!)
Non si accorgono, questi poveretti conciliarizzati, che stanno costruendo un "Cristo a misura d'uomo del 3. millennio", anzichè ri-convertire l'uomo a misura di Cristo Signore, come Gesù stesso ha detto, ad es.:
SIATE PERFETTI, com'è Perfetto il Padre Vostro Celeste.
Invece la moda pastorale della Chiesa moderna è quella di insinuare nelle anime la seg. illusione:
"Dio ti ama COSì COME SEI....dunque ama e fa' quel che vuoi....va' dove ti porta il cuore....parla come ti senti meglio di dire ecc.", (spontaneismo= Spirito Santo, colossale equivoco dei movimenti)
senza ricordare che il nostro cuore è SEMPRE inquinato-accecato dal peccato e dall'errore/ignoranza, come i Santi ben sapevano, essendo centrato sull'IO, ed essi perciò con costanza umile=rinnegamento di sè, ricominciavano ogni giorno a camminare sulle spine della MORTIFICAZIONE della carne e dell'Ego, che non è mai sazio delle proprie idee e soddisfazioni di SENSI, pronto a voler sempre superare-oscurare la Persona di Gesù e dei Santi che ci insegnano SEMPRE dalla Chiesa Trionfante, al di là dello spazio-tempo (MA oggi considerati appunto SUPERATI, grazie al concilio "modernizzante").
S. Paolo invece dice:
"Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me".
Non vogliono capire le pecore FATTIVE, accecate, che il Signore si incontra nell'aridità, nell'assenza di "sensazioni", nel totale silenzio interiore ed esteriore: solo così il Divino Maestro parlerà all'anima.
oggi Benedetto XVI compie 86 anni.
RispondiEliminaIo non riesco ancora ad abituarmi al fatto che la Chiesa abbia due papi, di cui uno "emerito" !
ce lo hanno imposto come un fatto "normale", ma non lo è affatto.
Certamente essere cristiani non è cosa facile ma non è nemmeno impossibile altrimenti diciamo che è una religione per super uomini
RispondiEliminapersone eccezionali.
Dove ho detto che è impossibile?
da dove emerge che è una religione di superuomini, se ho detto che oltre alla grazia, che ci precede e ci accompagna sempre, è necessario anche il nostro impegno e la nostra responsabilità, che è la personale risposta di ognuno alla chiamata del Signore?
Sono d'accordo che il cristianesimo non è solo sentimentalismo ma anche ragione e volontà ma chi dice che queste cose non possono coesistere?
Dove ho detto che non coesistono o non possono coesistere?
I sentimenti non vanno disprezzati mai specie se sono buoni.Da soli non bastano come non basta la sola conoscenza.
Dove ho detto questo? E ricordo che ho parlato di sentimentalismo non di sentimento.
L'uomo è un tuttuno è fatto di sentimenti,ragione e volontà.Ma il compito di annunciare il Vangelo è doveroso per la Chiesa non è un opzione e il Signore sa agire con mezzi insufficienti.
Ho detto che la fede "E' una grazia, ma anche un impegno e una risposta continua e di TUTTA la persona non sull'onda del sentimento, ma della ragione coniugata con la Fede che genera conoscenza." E dunque se parlo di TUTTA la persona, forse lascio fuori il sentimento? Ma il sentimento, da solo, può essere la porta d'accesso, ma richiede poi l'impiego della ragione per conoscere e la volontà per decidere. E, semmai è il sentimento che segue la conoscenza e ne è conseguenza; il viceversa è una possibilità, non è scontato.
Mi sembra che lei veda la Chiesa solo dal punto di vista umano dimenticando che essa è anche divina.
Da dove lo arguisce, se ho parlato di "configurazione" a Cristo? Come avviene e chi è che la opera?
Gesù ha detto:
RispondiEliminaRimanete IN ME ed Io in voi.
Solo così si può portare frutto (di Vita eterna per sè ed altri).
Questa novità di "uscire da sè" va in senso contrario alla Parola di Gesù, che è fonte di Vita Vera, quella dell'anima prima che del corpo e del cuore.
per l'anonimo:
RispondiEliminauomo è un tuttuno è fatto di sentimenti,ragione e volontà....
ciò è vero, però ricordi che S. Agostino dice:
In interiore homine habitat Veritas.
Invece oggi ci vogliono spingere ad uscire da noi stessi: il contrario di ciò che Gesù insegna e raccomanda, e dietro di Lui i Santi di tutti tempi.
Circa i sentimenti, essi attengono alla "carne" e Gesù dice:
Lo Spirito dà la vita, la carne non giova a nulla.
L'ANIMA che è SOPRANNATURALE deve governare sia i sentimenti che la ragione, essendo essa a somiglianza di Dio: lo Spirito crea e governa la materia.
L'anima deve controllare la natura e rivolgere tutta la persona in primis a Dio, poi agli uomini, per indirizzarli a Dio: Dio è inizio e fine di tutto, della Fede e dell'apostolato eventuale.
Invece oggi l'uomo è il centro e il fine di tutti i pensieri dei tanti moderni cattolici.
Dio è riveduto e corretto secondo il mondo moderno.
Mi perdoni ma il suo parlare continua ad essermi oscuro.Non attribuisco la colpa a lei magari è un mio limite.Cosa significa essere se stessi?Se stessi in che senso?
RispondiEliminaSignifica che non bisogna portare all'ammasso la nostra coscienza e la nostra ragione e non lasciarsi manipolare da cose del genere
o simili
Lei parla di configurarsi a Cristo ma il Signore è uscito da se stesso per farsi uomo e stare in mezzo a noi?Configurarsi a Cristo allora in che senso?
Non siamo noi che ci configuriamo a Cristo è Cristo che ci configura a Sé, per mezzo della vita sacramentale (e della preghiera) che alimenta e irrobustisce e purifica la nostra fede e rende possibile la risposta con la vita secondo il disegno di Dio.
Dire Cristo è uscito da sé è vero perché si è spogliato della sua natura divina per assumere la nostra natura umana e ricondurla al Padre attraverso l'espiazione sulla Croce del nostro peccato, la restaurazione nella Resurrezione e il ricongiungimento al Padre nell'Ascensione.
Noi dobbiamo "uscire" solo dal nostro egoismo, ma non da noi stessi, perché “Gratia non tollit naturam, sed perficit”
Per il battesimo siamo già innestati in Cristo e siamo alter Christus cioè siamo già configurati al Signore.
Nel Battesimo siamo liberati dal peccato originale e inseriti tra i "Suoi", ma la configurazione è un processo che dura tutta la vita.
Se aspettiamo la perfezione allora non annunceremo mai il Vangelo.Il cristianesimo si sarebbe estinto da secoli se avessimo atteso quello che lei si auspica.
Dove ho detto che per annunciare il vangelo dobbiamo essere perfetti?
Ho detto solo che dobbiamo sapere chi siamo e Chi annunciamo e cosa ha fatto e fa continuamente per noi...
...In realtà l'annuncio del Vangelo è opera dello Sirito Santo non è opera umana e non dipende dalle qualità umane.Gli uomini sono solo degli strumenti,spesso inefficaci,ma è il Signore a compiere tutto.
Da dove arguisce che l'annuncio è opera umana? Solo perché ho detto che non si improvvisa e aggiungo che non si impara attraverso "tecniche" e "metodi", ma deve nascere da una risposta consapevole nutrita dalla fedeltà? E' proprio chi si serve di tecniche e metodi da marketing che parla a sproposito dello Spirito Santo e magari pensa anche di averne il monopolio...
Il fatto che dinnanzi a Dio non esistono giustificazioni valide per esimersi dal fare il proprio dovere. Troppi oggi per evitare rogne, tacciono, ma tacendo fanno i propri interessi e non quelli di Dio che pretende da noi sempre la lealtà, pretende che facciamo il nostro dovere qui ed ora, perchè è così che si dimostra il nostro amore e la nostra fede. Forse non è il Buon Dio che ci da ciò di cui abbiamo bisogno? Non è il Buon Dio che ci tiene in un certo stato, che si cura di noi, fin nelle più piccole cose? Dunque chi tace per non perdere una poltrona, o anche chi tace perchè crede che tacendo può continuare a fare del bene di nascosto, beh, a mio parere manca di fiducia in Chi può tutto e a noi chiede solo di fidarci e di fare il nostro dovere, sempre, anche quando è rischioso. La verità va difesa per rispetto a Dio e per il bene delle anime, c'è chi si è fatto scomunicare per servire Dio fino al martirio e per continuare a nutrire le anime.
RispondiEliminaMa alter Christus
RispondiEliminanon è il sacerdote quando celebra la S. Messa ?
Che c'entra con il battesimo ?
Con il battesimo viene cancellato il peccato originale, ma poi la strada è tutta in salita (vedi il Calvario).
Un conto è (cercare di) conformarsi a Lui e (cercare di) imitare Cristo un conto è essere alter Christus.