Pagine fisse in evidenza

venerdì 5 aprile 2013

Un film profetico?

vlcsnap2013040121h16m59

Segnalo questo video del film The Conflict (1973). (N.B 04/2021- Il video non è più disponibile! Ho trovato questo link a Youtube)

Trama: In un futuro vicino a noi, la Chiesa cattolica si è adeguata completamente al mondo moderno. Sono stati eliminati tutti i segni esteriori e, con essi, il cristianesimo stesso è stato rimpiazzato con una nuova religione ecumenica. Rimane invece intatto l'apparato burocratico che deve imporre conformità alle direttive centrali. Un gruppo di monaci su una remota isola irlandese decide di tornare indietro e riprende a celebrare la vecchia Messa in latino, attirando folle di fedeli tradizionalisti e l'attenzione dei media. Il padre generale dell'ordine incarica il giovane padre Kinsella di rinormalizzare la situazione sull'isola.

 Sono inclusi sottotitoli in italiano, oltre a quelli in inglese.

14 commenti:

  1. Credo che la forza del Cristianesimo (della Verità) stia nel "descrivere", sublimata, la vita umana: passione, morte e resurrezione. In tal modo, la Verità si "presta" a confusioni: l'uomo la intende a sua misura, e la adatta ai suoi sentimenti. Si pensi al senso che oggi si dà alla parola "amore". Come diceva Voegelin, la Verità, come la Bellezza, è fragile, e gli uomini la corrompono nel momento stesso in cui se ne appropriano.

    RispondiElimina
  2. E' un film da noi, del nord europa, molto conosciuto e questo film fecce capire a tanti cattolici quello che il Vaticano II provoco da noi cattolici in territori protestanti.

    I vecchi cattolici di qui dicevano: "Quello che i protestanti non sono riuscito a destruggere, il concilio Vaticano II lo ha fatto"

    Quello che si vede in questo film è esattamente quello che è successo oltre Alpi ma che non è ancora ben arrivato nei paesi latini del sud Europa per mancanza di presenza protestante. Qui è stato fatto e come ... Da tanti non è rimasto altro che di aderire a comunità traditionaliste lefebvriane e questo a costo umano alto tanto le tensioni in famiglia e in paese sono state e rimangono alte.

    Saluti da Oltre Alpi !

    RispondiElimina
  3. sandro pasquino05 aprile, 2013 09:48

    Da godersi la scena in cui Don Kinsella cerca di salire sulla barca ma viene respinto in malo modo perche' vestito come un motociclista degli anni 70, in giacca di pelle e capelli alla J. Dean...poi la mattina appena alzato fa' la meditazione yoga..... dopo decenni possiamo dire che la realta supera la fantasia del film!
    A presto questo film sara' on line su gloria.tv

    RispondiElimina
  4. Il film è tratto da un romanzo:

    http://en.wikipedia.org/wiki/Catholics_(novel)

    RispondiElimina
  5. E' un film bellissimo e struggente che avevo visto qualche anno fa. E a proposito dell'importanza dei segni esteriori proprio ieri ho letto sul sito spagnolo "la ciguena de la torre" un racconto di vita vissuta di un sacerdote che si reca quotidianamente in ospedale, sempre vestito con l'abito talare. Ad un certo punto passando per un corridoio una mano gli afferra il braccio e un ferito grave gli chiede di confessarlo prima di essere sottoposto ad un’operazione di urgenza.
    Durante la confessione il sacerdote si accorge che anche il malato è un sacerdote vestito con abiti borghesi.
    Alla fine, dopo l’assoluzione, il confessore ricorda al malato quanto sia importante vestirsi "da prete" perchè se lui non avesse indossato la tonaca l’infermo non lo avrebbe riconosciuto e non avrebbe potuto chiedere la confessione.
    Per chi volesse leggere il racconto il spagnolo (superando questa mia brutta sintesi) qui di seguito riporto il link

    http://www.intereconomia.com/blog/cigueena-torre/mas-sobre-traje-sacerdotal-20130404

    RispondiElimina
  6. Comunque il film ha, a mio avviso, una conclusione subdola, diretta soprattutto a minare la strenua resistenza della FSSPX di quegli anni. I monaci infatti alla fine, sotto la guida del loro Superiore in piena crisi di Fede, si arrendono al neomodernismo e agli ordini di 'Roma', rinunciano alla S. Messa tradizionale e si rifugiano nella preghiera, in nome - naturalmente - di un'assurda, anticattolica presunta "santa obbedienza"...
    Personalmente, vedo questo film come un tentativo di lavaggio del cervello diretto a smantellare la resistenza dei cattolici tradizionali. E che, grazie a Dio, con Mons. Lefebvre e la FSSPX non ha funzionato.

    RispondiElimina
  7. Rafminimi@infinito.it05 aprile, 2013 14:10

    Comunque il film ha, a mio avviso, una conclusione subdola, diretta soprattutto a minare la strenua resistenza della FSSPX di quegli anni. I monaci infatti alla fine, sotto la guida del loro Superiore in piena crisi di Fede, si arrendono al neomodernismo e agli ordini di 'Roma', rinunciano alla S. Messa tradizionale e si rifugiano nella preghiera, in nome - naturalmente - di un'assurda, anticattolica presunta "santa obbedienza"...
    Personalmente, vedo questo film come un tentativo di lavaggio del cervello diretto a smantellare la resistenza dei cattolici tradizionali. E che, grazie a Dio, con Mons. Lefebvre e la FSSPX non ha funzionato.
    @per Amicus:
    giudizio condivisibile. Solo che, nel 1973, la FSSPX era un fenomeno ultra-minoritario, poco o punto conoscuto e, soprattutto, inserito nella realtà ecclesiale. Pertatanto, l'attacco era diretto, più che altro, ai focolai di resistenza che si stavano coagulando qua e la.

    RispondiElimina
  8. La conclusione riflette la vicenda dell'autore del romanzo da cui è tratto il libro, il quale autore perse purtroppo la fede.

    RispondiElimina
  9. @Rafmimi e Amicus
    Secondo me il finale invece lascia intendere che i monaci resistono.
    Il superiore del convento che aveva perso la fede e continuava la gestione "burocratica" del monastero alla fine non riesce più a gestire i suoi sottoposti, quindi assieme a loro va a pregare in chiesa. E proprio la scena finale credo voglia spiegare la sua "riconversione", il suo ritorno alla fede.
    Almeno rivedendolo mi ha dato questa impressione. La prima volta invece pareva anche a me si arrendessero. Però, ripeto, anche riflettendo sul resto del film l'unico finale logico è questo. Il libro non l'ho letto ma credo vada a finire così anche quello.
    Liberissimi di contraddirmi comunque.

    RispondiElimina
  10. Per gli interessati

    http://www.lindau.it/schedaLibro.asp?idLibro=1327

    RispondiElimina
  11. Non ho ancora visto il film. Ma sullo stesso genere ricordo il bellissimo romanzo di Morselli "Roma senza Papa"...

    RispondiElimina
  12. "giudizio condivisibile. Solo che, nel 1973, la FSSPX era un fenomeno ultra-minoritario, poco o punto conoscuto e, soprattutto, inserito nella realtà ecclesiale. Pertatanto, l'attacco era diretto, più che altro, ai focolai di resistenza che si stavano coagulando qua e la."
    Hai ragione, a livello mediatico il Seminario di Econe era allora quasi sconosciuto. Anche se comunque era ben noto ai vescovi francesi, che già dall'anno precedente gli avevano lanciato l'accusa di "seminario selvaggio", denunciando a Roma Mons. Lefebvre e dando così inizio alla persecuzione nei suoi confronti.

    RispondiElimina
  13. "Secondo me il finale invece lascia intendere che i monaci resistono."
    Ho visto il film un paio d'anni fa, e forse non ricordo perfettamente (purtroppo non ho il tempo ora di rivederlo): ma mi sembra che alla fine il visitatore p. Kinsella fa firmare al Superiore del monastero una lettera in cui dichiara di rinunciare definitivamente alla celebrazione in V.O.

    RispondiElimina
  14. Rafminimi@infinito.it05 aprile, 2013 23:33

    E' reperibile, tale mio testo, al link che vedete più sotto:

    http://www.fmboschetto.it/Utopiaucronia/ucronie_vaticane.htm

    Tale testo, prima puntata di un lavoro organico di cui, purtroppo, non ho ancora avuto, dal 2005, la grazia (pregate per tale intenzione!) di poter disporre del tempo e della testa necessari per continuarlo, si conclude con le seguenti righe:

    Pio XIV e Pio XV. Mons. Giuseppe Pace Salesiano (13-XII-1911 / 02-XI-2000), con lo pseudonimo di Walter Martin, è stato l'autore di un bellissimo romanzo: "PIO XIV" (Edizioni Sancti Michaelis, 1979). Con questa Ucronia assistiamo ad un salto di qualità rispetto alle precedenti. Tale romanzo (che nel 1983 ebbe una nuova edizione riveduta ed ampliata, al punto che
    comprende due volumi, con il nuovo titolo "Dopo Paolo VI") conferma l'immensa erudizione, le capacità divulgative, e l'arguta "verve" umoristica, dell'Autore.

    La seconda puntata, doveva, in gran parte, narrare di tale opera. Pertanto, è con piacere che posso darne la notizia dell'avvenuta ristampa (con il titolo di "Habemus Papam"). Le prime sedici pagine, le potete leggere gratis al link seguente:

    http://fedecultura.com/Documents/Habemus%20Papam%201-16x.pdf .

    Si tratta di un'opera che, per me,è di un valore fondamentale. Non solo perchè il leggerla, mi è stata fonte di sano divertimento, ma, soprattutto, poichè, con un linguaggio comprensibile anche da chi sa appena leggere e scrivere, espone tutte le ragioni del Cattolicesimo in generale e, più in particolare, di ciò che, un po' approssimativamente e, giusto per capirci,
    si è soliti definire : "Tradizionalismo cattolico". Ringrazio il Professor Piero Vassallo, che mi informato di detta pubblicazione.

    Tale libro è stato importantissimo, per la "conversione" della mia famiglia.
    Il testo lo consiglio quindi un po' a tutti. A coloro che sono interessati a conoscere i punti essenziali del Cattolicesimo. Agli appassionati di SF & (/o) Fantasy ed in particolare del genere Ucronico. Ed a tutti coloro che non disdegnano una lettura che, riesca a compiere il miracolo di divertire, distendere e, nel contempo, informare e far crescere culturalmente.

    Buona lettura dal vostro

    UomochenonfuMAI

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.