Questo è quanto ho scritto sul Blog di Raffaella che riporta la lettura veramente dura e di totale chiusura di Cantuale Antonianum della Dichiarazione della FSSPX, redatta in occasione del 25° anniversario delle ordinazioni da parte di Mons. Lefebvre. Mi verrebbe da confutare punto per punto la stroncatura di Cantuale; ma, credetemi, in questo momento prevale l'estenuazione per la totale inutilità delle parole spese finora e da nessuno ascoltate e la sofferenza per questa dicotomia che rischia di divenire, Dio non voglia, incolmabile. E dunque, anche qui, mi limito a queste poche righe essenziali, perché la vicenda e la situazione è quanto mai dolorosa e anche pregiudizievole per la Tradizione e per la Chiesa tutta. Penso che non ci resti che la preghiera e l'attesa. Da rilevare, che dai comunicati sia della Fraternità che della S. Sede la questione non è stata considerata comunque chiusa.
Io non aderisco alla FSSPX, ma amo la Tradizione "evolutiva"(1), che è "viva" - oltretutto non preconciliare soltanto, ma con tutti gli ineludibili 'distinguo' - e non "vivente" in senso storicistico : cioè mutevole secondo i tempi; cosa che Cantuale non coglie affatto nella sua 'lettura' preconcetta della dolorosa vicenda.Oltretutto, chi ha seguito da vicino l'evolversi della situazione, conosce che non c'è stato nessuno "schiaffo" al Papa, ma che la regolarizzazione canonica è mancata all'ultimo minuto, proprio il giorno della firma, per una inattesa stretta di freni del Card. Levada (leggi Curia ostica tanto nei confronti della FSSPX quanto di Benedetto) che ha posto un nuova inedita condizione inaccettabile.A me spiace che la Fraternità non abbia potuto cogliere quella opportunità perché oggi il fossato sembra ancora più grande, soprattutto se si leggono le varie sottolineature di Cantuale che si capisce come colgano le sfumature più ostiche e da un punto di vista davvero preconcetto.Soffro, come tanti, soprattutto per la dicotomia che si è creata nella Chiesa anche e purtroppo a prescindere dalla FSSPX e non mi resta che la preghiera e una fiduciosa (nel Signore) attesa.__________________
1. "Evolutiva", nel senso di autentico aggiornamento, che riguarda le contingenze e non certo le essenze. Mons. Gherardini parla, più propriamente, di sana “ermeneutica teologica evolutiva”.
I lefevriani sono stati molto prudenti fino ad oggi. Forse un comunicato più essenziale non avrebbe prestato il fianco a irrigidimenti come quello del cantuale
RispondiEliminaNemmeno da Raffaella ci vanno teneri: "il capostazione ha fischiato, il treno è partito...".
RispondiEliminaDa una prima e frettolosa lettura della Dichiarazione della Fraternità SPX, ho avuto finalmente l'impressione positiva di una chiara e sobria analisi di quanto è avvenuto nella Chiesa in questi ultimi 50 anni. Non ho letto il Cantuale per ora, ma credo che le deboli contestazioni siano le solite, ormai trite, ritrite e preconcette. Bene ha fatto Mic a replicare. Soltanto non capisco e non approvo l'uso del termine "traduzione evolutiva", che, a mio parere , è perfino peggiore e ambiguo di quello, già rigettato, di "tradizione vivente".
RispondiEliminaQuanto alla mancata firma dell'accordo con la Roma modernista, la penso diversamente. Proprio perché Roma rimane e finché rimane modernista, giudico senz'altro una singolare grazia della Beata Vergine la mancata firma, ottenuta dalla recita di migliaia di rosari, a dispetto di Mons. Fellay, ma in accordo con la volontà di Dio. Evidentemente i segni dei tempi non hanno lettura univoca...
Macano totalmente gli argomenti. Willimson sarebbe "mentalmente instabile", il Concilio immune da errori, il papa Francesco "costretto" a riscomunicare i vescovi, etc. Un micidiale impasto di inconsistenza teoretica e ipocrisia mascherata da obbedienza. Secondo me bisogna ignorarli. Il cattolicesimo di questi figuri non è neppure più l'ombra di una religione, ma una farsa.
RispondiEliminaPer Michele
RispondiEliminaIl termine "evolutiva", è usato da mons. Gherardini per contestare il 'fissismo' attribuito alla tradizione, e dunque per sottolinearne l'autentico aggiornamento, che riguarda le contingenze e non certo le essenze.
Rispetto naturalmente Mons. Gherardini e ne accolgo l'insegnamento. Resto del parere che avrebbe potuto inventare un aggettivo più felice.
RispondiEliminaRingrazio Michele, perché mi fa meglio chiarire.
RispondiEliminaMons. Gherardini propriamente parla, nei confronti della tradizione di evolutiva in senso veritativo, come ho specificato sopra, o di
sana “ermeneutica teologica evolutiva”.
VOGLIONO che i vescovi della FSSPX emulino le gesta del vescovo spagnolo di cui si parla al seguente link:
RispondiEliminahttp://radiospada.org/2013/06/17/mons-pildain-y-zapiain-o-della-realta-di-una-contraddizione/
emulino le gesta del vescovo spagnolo di cui si parla al seguente link:
RispondiEliminaL'articolo rispecchia la situazione tuttora drammatica, ai limiti del sopportabile, se non per Fede...
Sembra tuttavia che lo faccia da un'angolazione sedevacantista che non posso certamente condividere.
Scusatemi per l'OT ma desidero segnalare a tutti le belle foto delle ordinazioni sacerdotali avvenute sabato scorso alla Trinità dei Pellegrini nonchè quelle scattate il giorno successivo in occasione della prima messa di uno dei tre sacerdoti novelli.
RispondiEliminahttp://papastronsay.blogspot.it/
Concedeteci, o Signore, dei sacerdoti.
Concedeteci, o Signore, dei santi sacerdoti.
Concedeteci, o Signore, molti santi sacerdoti.
Concedeteci, o Signore, molti santi sacerdoti.
"...I modernisti di Roma non mi hanno spogliato della mia appartenenza alla Chiesa cattolica, mi hanno semplicemente dato la gioia di ricevere una delle beatitudini rivelate da Nostro Signore, quella di soffrire la persecuzione a causa della giustizia! ...
RispondiEliminaQuello che ha convertito i pagani nei primi secoli della Chiesa, non furono i cristiani che cercavano di essere “percepiti” bene; ma la costanza di quelli che furono pronti a dare la loro vita per la fedeltà alle loro convinzioni.
RispondiEliminaQuello che ha convertito i pagani nei primi secoli della Chiesa, non furono i cristiani che cercavano di essere “percepiti” bene; ma la costanza di quelli che furono pronti a dare la loro vita per la fedeltà alle loro convinzioni.
RispondiElimina...più che alle loro convinzioni, direi al Signore! Ma sono sicura che il sacerdote ne è convinto.
Per lo meno sul blog di Raffaella i nostri interventi (parlo anche di Luisa e pochi altri) sono serviti a rintuzzare le solite spruzzate di veleno dei soliti 'visceralmente' avversi alla Fraternità così come sono visceralmente avversi a tutta la Tradizione.
RispondiEliminaE comunque la prudente moderazione di Raffaella impedisce che la discussione diventi da "fossa dei serpenti", come accadeva su MiL per questo argomento in particolare.
Credo che state dando troppa importanza a quella che solo una opinione di Cantuale.
RispondiEliminaIl treno i lefebvriani non l'hanno perso. Si sono solo presi la libertà di dire come la pensano su alcune questioni : la stessa libertà che dovrebbero avere come ce l'hanno in tanti nella Chiesa.
Anonimo 15:10,
RispondiEliminaLa penso esattamente come lei.
Se ho citato Cantuale è perché all'articolo, circostanziato e pieno di chiose preconcette, è stato dato rilievo ed è affiancato da altri sullo stesso standard.
Credo sia giusto non lasciar senza replica i molti e diffusi pregiudizi che vengono espressi sulla FSSPX, come su tutta la tradizione.
Non sembra si riesca ad essere sufficientemente incisivi, ma abbiamo a che fare con orecchie sorde o piene di altri "suoni" diversi.
Sono sempre stato - e sono tuttora - a favore di un accordo FSSPX-Santa Sede, ma non a prezzo della Verità.
RispondiEliminaGli ambienti 'conservatori' come 'Cantuale Antonianum' sono sempre stati penosi nella loro incapacità di individuare le radici della crisi, cosa che invece hanno fatto ottimamente i Vescovi della FSSPX in questa dichiarazione, e pertanto in genere considero una perdita di tempo consultarli.
"Il capostazione ha fischiato, il treno è partito...":
sì, ma con il macchinista Bergoglio, che oggi ha detto agli scismatici di Costantinopoli che i cattolici hanno molto da imparare dalla loro 'sinodalità' e 'collegialità' (come volevasi dimostrare). Buon viaggio...
Ho letto, Amicus: un papa che dice di dover imparare-insieme a degli scismatici autentici, anziché insegnare, mi dà molto da pensare.
RispondiEliminaHa detto anche altro, che non sto lì a sottolineare.
Dialogo e rispetto reciproco mi stanno bene, ma non a questo prezzo.
Sarà dura...
Sembra ci sia stata una chiara minaccia di mons. Muller verso la FSSPX. Non ho tempo per tradurre, posto qui l'articolo preso da "Radio-silence" e citato da Tradinews:
RispondiEliminahttp://www.radio-silence.tv/index.php?menug=9&menuh=1&idRu=967
SITUATION GRAVE A ROME (ru, 25 juin 2013). – Mgr Fellay a déclaré le 20 juin à Paris que le cardinal Müller, préfet de la Congrégation de la Foi au Vatican, a fait savoir à la Fraternité Saint Pie X qu’elle devrait renoncer aux ordinations annuelles prévues pour le 29 juin 2013 à Ecône. Selon Mgr Fellay il s’agit d’un casus belli. Puisque Mgr Müller se rend bien compte que la Fraternité ne peut en aucun cas arrêter les ordinations de nouveaux prêtres, à moins de vouloir se suicider, il se pourrait que Mgr Müller vise un nouveau ban (excommunication ?), en prétextant cette insoumission ou désobéissance. Ce qui se passera après cela, personne ne peut le dire à l’heure actuelle, tout étant entre les mains de la Providence. Déjà dans les années précédentes, quand il fut l’évêque de Regensburg, Mgr Müller avait déclaré, lors des ordinations à Zaitzkofen dans son diocèse où se trouve le séminaire allemand de la FSSPX, que ces sacres seraient invalides, jugement qu’aucun pape n’a jamais prononcé. Pourquoi Benoît XVI l’a-t-il nommé à un tel poste à Rome ? Mystère.
Du pape François Mgr Fellay disait qu’on entend de lui beaucoup de choses, tous les jours, comme d’un très bon curé ; mais qu’est-ce qu’il ferait en tant que pape ? Est-ce qu’il s’occupe des problèmes de l’Eglise universelle ? Est-on en train de dissoudre la fonction pontificale de Saint Pierre en la sacrifiant sur l’autel de l’œcuménisme? Autre mystère.
Mgr Fellay a cité un diocèse où, selon un sondage, 78% des prêtres catholiques ne croiraient plus en la présence réelle du Christ sous les saintes espèces. Cette perte de foi du clergé serait universelle dans l’Eglise. Voilà un sujet sur lequel le Saint Père devrait se pencher, non pas comme curé mais comme pape. Pourquoi cette perte de foi des prêtres? Benoît XVI aurait déclaré que cette catastrophe, avec toutes les autres, ne provient pas du Concile lui-même, mais de « l’esprit du Concile » propagé par les média. Pour Mgr Fellay c’est une fuite devant la vérité, permettant de ne rien faire. Car ce ne seraient pas les média qui auraient créé la nouvelle messe qui a chassé les fidèles, mais bien les évêques ! La situation à Rome serait donc très grave, tant qu’une prise de conscience réelle ne se ferait pas jour. Il faut beaucoup prier pour le pape et l’Eglise universelle, le pire n’étant pas sûr, mais possible. Tout est entre les mains de Dieu. A noter aussi que la FSSPX n’a plus assez d’évêques pour répondre aux demandes des pays frappant à sa porte, comme récemment 3 pays en Amérique Latine. - ru
Esatto Mic, non a questo prezzo!
RispondiEliminaE lo stesso ragionamento vale anche per la diatriba sugli accordi tra Santa Sede e FSSPX.
Chi segue la vicenda non può non accorgersi di come Mons. Fellay abbia deviato (e non di poco) da quella che sarebbe dovuto essere la direzione decisa dai vari capitoli. Accordo a tutti i costi, dichiarazioni modificate a seconda dei destinatari, sacerdoti censurati, ecc. L'impressione è che il cornuto ci stia davvero mettendo lo zampino!
Non è la prima volta che vietano le ordinazioni. Figuriamoci, Muller poi!
RispondiEliminaSolo che prima c'era Papa Benedetto, oggi è un'incognita.
Preghiamo.
Ora non sono alla mia postazione. Appena riesco a decifrare quanto è detto su, ne riparliamo.
I commenti di Cantuale sono assai superficiali ed io vi scorgo anche una certa malizia. Per prima cosa noto che i vescovi ci metton la faccia: l'articolo di Cantuale non porta firma. Chi è questo grande teologo che discetta su tutto?
RispondiEliminaParla di scisma dopo che grandi cardinali in passato ed anche Castrillon a nome di Benedetto XVI andava per il mondo a dir che non c'era scisma alcuno. Parla di rifiuto totale del Vaticano II il che non è vero. Parla d'impossibilità di errori nei testi del concilio che non essendo stato proclamato dogmatico nella sua indizione e via via nel suo percorso - il card. Ratzinger parlava di livello più modesto rispetto ai concili dogmatici - può contener errori o almeno ambiguità, equivoci, linguaggio stiracchiabile a destra e a sinistra.
All'anonimo di Cantuale consiglierei di leggere senza preconcetti i libri illuminanti di mons. Gherardini. Anche a proposito della Tradizione vivente, espressione che tradisce il vero significato di Tradizione ch'è viva, in quanto immutata e immutabile.
Si chiede carità, dialogo on tutti ma coi vicini che vivono un dramma ci si erge a inquisitori da quattro soldi.
Magistrale insegnamento di Papa Francesco sulla Tradizione che non è tradizionalismo!
RispondiEliminaBen lontanto dall'ottusità degli econiani!
Dove? Come? Quando?
RispondiEliminaQuesto ho detto da Raffaella:
RispondiEliminaPer fortuna che cantuale antonianum si è premurato di dire "a mio parere", parole che avrebbe dovuto mettere in grassetto come altre.
Cantuale che, come tutti noi, NON conosce il contenuto del Preambolo, non sa i motivi per i quali ci son state esigenze dell`ultimo momento, quando l`accordo era quasi certo,
tace il ruolo ostile dei membri della Commissione, ignora la dichiarazione dottrinale di Mons. Fellay che molti sedicenti cattolici, clero e laici, difficilmente vorrebbero sottoscrivere tanto è cattolica,
E spero che sempre lo stesso, che si inventa un concetto personale di eresia ( altro termine ormai a geometria variabile) e invoca sanzioni e la scomunica, farà prova della stessa violenza e intransigenza nei confronti di chi è veramente eretico, di chi nega i dogmi, calpesta i fondamenti della Fede, devasta la Liturgia, non crede più nella Presenza reale, disonora l`abito ( si fa per dire) che porta, è già in uno stato di scisma formale.
Il "no" della FSSPX mi rattrista e fa male, ma rifiuto di sottoscrivere la violenza di taluni, così disserti e intransigenti quando si tratta della FSSPX e così distratti, muti e codardi nei confronti di chi sta lavorando per distruggere la Fede in seno alla Chiesa, di chi è eretico, ribelle e già scismatico pur essendo formalmente nella Chiesa.
E ho aggiunto:
È senza dubbio vero che il no della FSSPX ha molto addolorato Benedetto XVI che, ancor prima di diventare Papa, ha sempre mantenuto i contatti con la Fraternità, il ricucire quello strappo è sempre stata una delle sue priorità. Vorrei però che non si dimenticasse il brutto e subdolo ruolo che ha giocato, a discussioni finite, la Commissione ad hoc istituita in merito, composta nella sua stragrande maggioranza da persone ostili in modo viscerale alla FSSPX. La loro avversione, a parte nelle singole dichiarazioni o esternazioni, la si è vista già quando hanno sfruttato in modo vergognoso un atto moralmente reprensibile come quello della fuoriuscita di una corrispondenza interna alla FSSPX, con tanto di comunicato stampa, e poi quando hanno senza alcun dubbio fatto pressione su Benedetto XVI, con il risultato che quando il 13 giugno Mons.Fellay è arrivato a Roma, fiducioso nell`accordo, lo ha detto ai suoi sacerdoti ad Albano la vigilia, si è trovato di fronte un aut aut imprevisto con nuove esigenze. Quel che è successo, perchè è arrivata quella svolta drastica che contraddiceva i messaggi pieni di speranza in un accordo che arrivavano da Roma, lo sanno solo i diretti interessati, il triste risultato lo conosciamo. Ecco, volevo solo che non si dimenticasse il ruolo pesante e ostile di coloro che hanno remato contro il Santo Padre anche in questo terreno delicato e sensibile nemici della FSSPX che da sempre rifiutavano il suo "ritorno" in piena comunione.
E, infine ,ricordo che:
Mons. Fellay, che effettivamente il 13 giugno è andato a Roma per firmare, ha più di una volta detto che da Roma gli arrivavano messaggi contradditori fra di loro, attraverso due vie, una vicina al Papa che gli dava delle solide speranze e lo rendeva fiducioso nell`accordo, l`altra via essendo quella di chi quell`accordo non lo voleva e ha fatto di tutto per farlo capotare. Che cosa sia successo, come e con quali argomenti i nemici della FSSPX siano intervenuti presso Benedetto XVI, solo i diretti interessati lo sanno, noi, purtroppo, ( dico purtroppo per me altri se ne son rallegrati), il risultato lo conosciamo.
Che la Tradizione non sia tradizionalismo lo sanno tutti, gli "econiani" per primi.
RispondiEliminaNon raccolgo la sciocca provocazione dell'anonimo, ma chiederei cortesemente a Mic di non fare passere certe espressioni. Almeno per rispetto alla memoria di Monsignore, senza il sacrificio del quale oggi non saremmo qui a parlare di queste cose.
Scusa Mic, non voglio sostituirmi a te, ma si tratta di un'offesa alla giustizia e alla carità.
Magistrale insegnamento di Papa Francesco sulla Tradizione che non è tradizionalismo!
RispondiEliminaBen lontanto dall'ottusità degli econiani!
Ma di cosa sta parlando?
Ci dia la fonte, almeno.
Eccomi di nuovo qui, Amicus.
RispondiEliminaHo letto ed effettivamente la situazione appare grave, in ragione dell'attuale funzione di Mons. Muller e può rappresentare un'incognita.
Per ora, così a caldo, non faccio altro che esprimere alcuni pensieri al volo. Poi approfondiremo.
Mi faccio una domanda. Perché questa esposizione mediatica dei fatti? Lo capirei se ci fossero stati tentativi irrisolti di contatto con il Papa e, in questo caso, ovviamente esporrei la situazione in tutta la sua gravità.
Sinceramente, pur con tutte le perplessità che personalmente ho manifestato sul comportamento e su molte parole di questo Papa, penso che dovrebbero essere stati attivati canali di comunicazione diretti. In fondo, passatemi la battuta, ha ricevuto e riceve cani e porci, dialoga con tutti, perché non avrebbe dovuto ricevere rappresentanti della Fraternità? Ovvio che si tratta di un contatto particolare che va preceduto dall'illustrazione al Papa della situazione da parte di persone influenti che abbiano sia la sua fiducia che la stima nei confronti della Fraternità. Il problema è questo: ce ne sono? chi sono?
O forse la battuta sulla conta dei rosari tutte le altre che ci hanno colpito come staffilate già possono esaurire un argomento così delicato e anche complesso? Non lo credo possibile...
Forse la dichiarazione pubblica di Fellay e quella della Fraternità stanno a significare che manca un canale di comunicazione (è una mia ipotesi e spero sia sballata!) e allora non resta che sparare nel mucchio, succeda quel che succeda...
Comunque sia, ho l'impressione che siamo messi proprio male e che forse l'opportunità-Benedetto fosse l'unica da non lasciar cadere.
E' una situazione davvero paradossale e dolorosa: una Chiesa che si mostra sempre più 'inclusiva', accoglie tutti e non accoglie né comprende la sua Tradizione... Da non credere!
Accoglie tutti e non la Fraternita', perche' la Fraternita non pensa che la Chiesa Cattolica non sia un'opzione tra le tante, ma ritiene che che la Chiesa Cattolica sia l'unica strada percorribile per giungere alla verita', pensa insomma quello che la Chiesa Cattolica ha insegnato per quasi due millenni. Ma questo non e' piu' accettabile nella nostra societa' dominata da un pensiero massonico e protestante in cui ciascuno e' libero di dire quello che vuole purche' non pretenda che esista una verita' oggettiva a cui questo pensiero deva adeguarsi. Felice
RispondiEliminaPenso che l`anonimo, che non sarà ottuso( come gli econiani:)) ma distratto, ha letto troppo in fretta il titolo di un post da Raffaella e ha confuso papa Bergoglio con Benedetto XVI!
RispondiEliminahttp://paparatzinger6blograffaella.blogspot.it/2013/06/benedetto-xvi-ireneo-non-si-limita.html
Purtroppo davvero quelli di 'Cantuale Antonianum' non hanno capito niente della attuale crisi della Chiesa. La dichiarazione dei tre Vescovi della FSSPX invece inquadra bene il problema.
RispondiEliminaQuesti attacchi lasciano il tempo che trovano. Solo un Papa veramente tradizionale potrebbe potrebbe portarli sulla giusta strada.
La presa di posizione di "dura e totale chiusura", opportunamente stigmatizzata da Mic, del fraticello del "Cantuale" contro la Fraternità mi addolora, ma non mi stupisce. Così come non mi stupiscono gli insulti del suddetto nei confronti della Fraternità e dei suoi vescovi ("mentalmente instabile", "eretici" e altro). Una confutazione dottrinaria e canonica delle superficialità e dei luoghi comuni riportati sarebbe oltremodo facile, ma rappresenterebbe una immeritata attenzione.
RispondiEliminaRimane un'amara riflessione: quante volte noi "tradizionalisti", lefebvriani e no, abbiamo dato spazio, fiducia, voce, supporto ed eco a questi "conservatori" che, per usare improprie categorie politiche, rappresentano soltanto la destra della rivoluzione conciliare e modernista e non il contrario della rivoluzione? Pur nella sua modestia intellettuale e mediatica, l'articoletto del fraticello è emblematico di quanto mal riposte siano le nostre speranze se contiamo su costoro, anche solo tatticamente.
Finora credevo di essere assai ostile alla FSSPX... e perciò sono andato a leggermi avidamente l'articolo di Cantuale: e cosa ci ho trovato?
RispondiEliminaCi ho trovato quel trionfalismo rabbioso e acido, da zitella isterica, tipico di chi vuole scagliare il proprio certificato di cattolicità come un'arma contro chi gli risulta antipatico. A costo di diventare in poche righe caricatura di sé stesso.
In particolare mi colpiscono due punti:
- l'affermazione secondo cui chi "rifiuta" il Concilio sarebbe scismatico (ma come? non era un concilio pastorale? dunque si può essere "scismatici" per aver rifiutato una "pastorale"?)
- il solito stantìo tormentone sulla "recezione" del Concilio (ma come? non era un concilio pastorale? da quando in qua la "pastorale" è dogma di fede da "recepire"?)
Vorrei ringraziare pubblicamente Cantuale per aver contribuito a ridicolizzare i Credenti nel Superdogma del Concilio.
Il suo accanimento ideologico, quando non è autoreferenziale, quando non è fondato su slogan che lui stesso può dimostrare falsi, poggia sul fatto che il disagio è difficile da spiegare proprio a causa della fumosità del linguaggio conciliare.
Cantuale è come un oculista che disprezza i pazienti che penosamente gli dicono: "dottore, non ci vedo bene", mentre vorrebbe sentirli dire gagliardi: "ho una leggera discromatopsia al sinistro".
Contro Cantuale ha già parlato Benedetto XVI (Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica riguardo alla remissione della scomunica ai lefebvriani):
«...A volte si ha l'impressione che la nostra società [Cantuale incluso] abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio...»
In merito al rapporto tra l'attuale Chiesa "conciliare" e la tradizione, Bergoglio potrebbe stupire tutti...magari in occasione del pellegrinaggio "summorum pontificum" in programma ad ottobre. Le premesse non sono buone, ma la provvidenza e la grazia potrebbero stupirci. Speriamo!
RispondiEliminaA me sembra che, prima di Cantuale, sia la dichiarazione della FSSPX ad essere durissima e in sostanza azzera tutto quanto è stato fatto e detto sotto il pontificato di Benedetto. Anni di parole e di speranze per un nulla di fatto. Sembra non sia più vero che fuori dalla Chiesa non c’è salvezza. Anzi, sarebbe vero proprio il contrario. La Tradizione certificherebbe questo paradosso…La reazione di Cantuale, per quanto possa risultare discutibile e approssimativa, è però, a me sembra, legittimata da quella dichiarazione.
RispondiEliminaPer precisione.
RispondiEliminaUna (presunta!) irregolarità canonica non equivale ad essere fuori dalla Chiesa.
Extra ecclesia sono gli scomunicati. Le scomuniche ai vescovi della FSSPX sono state rimesse, se mai fossero state comminate validamente.
La FSSPX è perfettamente cattolica, professando interamente la fede della Chiesa cattolica, anche se il suo statuto giuridico è considerato da Roma come irregolare (ricordiamo tuttavia che la sua istituzione è avvenuta del tutto regolarmente).
Don Gallo era perfettamente regolare ma del tutto eretico.
Chi dei due può dirsi "fuori dalla Chiesa"?
La riflessione di Giovanna mi induce ad esprimere la stessa perplessità che ho avuto io, che non ho dato esplicito assenso ai dubbi espressi dal primo anonimo, ma li ho condivisi.
RispondiEliminaPoi, dalla segnalazione di Amicus, è arrivata la possibile spiegazione. La mancanza di un canale di dialogo diretto e l'inopinata ingiuzione del prefetto della Dottrina della Fede, possono spiegare le ragioni.
D'altronde, in quella dichiarazione, sono espressi con chiarezza i motivi di quello stato di 'necessità' (congiunto alle manovre curiali dietro le quinte, ben note a chi conosce la storia) che, solo, poteva indurre un uomo di Chiesa come mons. Lefebvre a compiere un gesto grave, drammatico, ma anche sofferto, come quello che tutti ora conosciamo.
E non si può negare che questo sia servito a preservare il Rito (che non è stato interrotto del tutto, ma si è continuato a celebrare solo in sparuti e pressoché sconosciuti contesti), ma soprattutto il Sacerdozio, che era la ragion d'essere della sua opera.
sono espressi con chiarezza i motivi di quello stato di 'necessità' (congiunto alle manovre curiali dietro le quinte, ben note a chi conosce la storia)
RispondiEliminaRisulta che oggi sia cambiato qualcosa: necessità e manovre curiali o la situazione non è ancora più grave?
E' per questo che, forse, andava colta l'occasione di regolarizzazione canonica, che ha la sua importanza per operare con maggiore incisività all'interno.
Certo poteva prestare il fianco a opposizioni di vescovi analoghe a quella attuale di Muller, ma la ragion d'essere della Fraternità avrebbe dato pieno titolo alla 'resistenza' - dando anche una maggior consistenza alla Tradizione tutta che non poteva non confluire in massa - e la fiducia nel Soprannaturale invocata da Mons. Fellay poteva fare il resto.
Ovviamente questo è il mio sentire personale che può mancare del giusto discernimento in una visuale più ampia e completa.
D'altronde se gli Anglicani son potuti rientrare con tutte le loro "ricchezze liturgiche e spirituali" (il loro sì era una vero 'rientro' dal momento che non avevano neppure la successione Apostolica), perché la stessa situazione intra-ecclesiale, sotto l'aspetto canonico, non dovrebbe esser consentita alla FSSPX ?
Ovvio che gli Anglicani, avuto riguardo da dove rientrano non hanno avuto difficoltà ad accettare il concilio così com'è senza i 'distinguo' che la Tradizione non può ignorare; ma il discorso avrebbe potuto far parte della dialettica interna, da proseguire.
Di fatto è stata l'ultima condizione-capestro di Levada (peraltro avallata da Benedetto, che in linea di principio non poteva rinnegare la sua visione moderata ma pur sempre conciliare) a vanificare un grande impegno e molte speranze.
Leggo adesso Louis Martin,
RispondiEliminasono d'accordo con lui.
Il problema è che c'è il rischio di ulteriori irrigidimenti da parte di una gerarchia come quella attuale, che sembra orientata in modo tirannicamente (è il caso di usare questo termine) convergente sulle innovazioni conciliari...
Grande Papa Francesco!
RispondiEliminaAlla base di una fede sincera e semplice compare la carita', ma proprio non la vedo da certi sedicenti tradizionalisti, avvezzi al piglio del censore, dell'esegeta e del custode della fede.
Saluti a tutti gli Shammai del blog.
Non riesco a dimenticare che fu lo stesso Benedetto XVI a promuovere la fondazione della Fraternità San Pietro, che mi è sempre apparsa come un'alternativa alla San Pio X, nello spirito del concilio.
RispondiEliminaGià questo, forse, può far sorgere qualche legittima perplessità sulla sua effettiva disponibilità a 'riaccogliere' la FSSPX senza una 'normalizzazione' tale da pregiudicarne l'identità.
Ed è l'ennesima riprova di una sua sostanziale ambiguità. Molte sue parole e atti possono avere una chiave di lettura non univoca: da ultimo proprio le stesse sue 'dimissioni' che, pur canonicamente ammissibili, una scossa al papato l'hanno data. E vediamo anche come si sta evolvendo, con una divaricazione sempre più ampia e drammatica nei confronti della Tradizione... Dio voglia che io stia drammatizzando e che possa avere qualche smentita.
Qualcuno più su, ha riposto speranze nel Pellegrinaggio Summorum. Ma non dimentichiamo che il Summorum lo hanno voluto identificare con un cosiddetto "Coetus" di "allineati" acritici, che si dicono "in pena comunione", come se le sacrosante critiche fossero indice di 'discomunione' o di "comunione non perfetta" che è una categoria che non esiste se non nelle menti dei contorsionisti post-conciliari.
E i credenti non riescono più a capire chi è davvero in comunione con nostro Signore. Nel Magistero perenne la risposta si trova; ma noi abbiamo anche bisogno di una "chiesa visibile" e della sua azione "docente", "confermante" e "santificatrice". Questo è il vero dramma!
Faccio un po' di pseudo-piscoanalisi da baraccone.
RispondiEliminaE se l'articolo dell'ignoto fraticello dI Cantuale fosse indirizzato a se stesso?!?
E se l'ignoto fraticello dI Cantuale sentisse, magari solo inconsciamente, magari solo in foro interno, attrazione per le posizioni tipo Fraternità?
L'ignoto fraticello dI Cantuale o che se se renda conto, che rifiuti di rendersene conto, cerca di esorcizzare una sua tensione interna?
In altri termini, non che questo articolo è, sotto sotto, un sorta di "Dichiarazione d'AMORE"? E che, pertanto affastella tanti luoghi comuni a suo proprio uso e consumo, appunto per cercare di dire a se stesso "NON CONSENTIRE"?
Per il "poveraccio" che cita Shammai:
RispondiEliminaSuppongo si riferisca al rivale di Hillel: si tratta di due rabbini noti per le loro dispute e per le loro diverse visuali: più conciliante l'uno, più conservatore l'altro...
Nessuno di noi, né chi ama la Tradizione né la FSSPX, ha fondato una "scuola di pensiero".
Si stanno esaminando con dolente e preoccupata consapevolezza i problemi che la nostra Chiesa ci pone nel vivere e condividere con la nostra generazione, custodendola per quelle che verranno, la fede cattolica che abbiamo ricevuto proprio nella Chiesa.
Qui non si fanno dispute: si formulano interrogativi, si interroga il Magistero confrontandolo con ciò che ogni giorno è sotto i nostri occhi e soprattutto nelle orecchie del nostro cuore e si esprimono le perplessità che ne derivano, cercando di trarne qualche conclusione com'è normale che sia tra credenti senza paraocchi né steccati di nessun tipo; non chiusi al nuovo, ma neppure ai 'fondamentali' del passato senza i quali qualunque 'nuovo' porta inesorabilmente fuori strada.
Se è vero che alla base della fede sincera compare la carità, innanzitutto la carità non può esistere senza la verità e, poi, la carità non basta proclamarla, occorre dimostrarla accogliendo, formando e/o correggendo senza tagliare con l'accetta categorie secondo una visuale personale. Se c'è da correggere si corregga, ma si parli senza pregiudizi e senza approssimazioni, motivando e spiegando senza slogan che toccano il sentimento ma non nutrono la ragione.
Di questi ne abbiamo già abbastanza.
Anch'io noto che ci sono dei cattoliconi che hanno sempre impellente bisogno di condannare in ogni modo la FSSPX in modo da sentirsi...equilibrati.
RispondiEliminaFaccio un po' di pseudo-piscoanalisi da baraccone.
RispondiEliminaEcco, appunto, a che serve?
in modo da sentirsi...equilibrati.
RispondiEliminaCaro "Urgentissimo!",
capisco la tua osservazione. E credo sia centrata.
Ricordo che nella nostra fede l'approdo non è l'equilibrio, ma la Pace, quella che il Signore chiama "la mia pace", che Egli dona e lascia ai "Suoi"...
Un "approdo", che poi diventa un punto di ripartenza-con-Lui...
Chi lo sa?
RispondiEliminaE se, ripto, in un superiore "gioco di scacchi" L'Angelo Custode ha ispirato tale articolo proprio allo scopo di OTTENERE che venisse confutato?
E se il fraticello in questione, nonostante tutto, avesse l'onestà intellettuale, per far si che, il giorno in cui dovesse leggere una confutazione ben fatta, piantare baracca e burattini e scapparsene dai Cappuccini tradizinalisti di Morgon?
Non che il fatto che abbia disattivato gli ulteriori commenti sia un indizio di tale combattimento interiore? A leggere tra le righe delle risposte che ha dato agli intelocutori, si nota addirittura del "sedevacantismo" involontario. Il Nostro fraticello, vuoi vedere che ha un animo "naturaliter" sedevacantista? Un sedevacantista "anonimo"?
Il Vangelo di oggi, 29 giugno 2013, Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, ci viene in aiuto (Mt 16,13-19):
RispondiEliminaDopo che Pietro fa la sua confessione di fede nella Divinità di Gesù: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente", Gesù fa una solenne promessa:
"Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa".
Ebbene, questo significa che:
- là dove c'è un Papa che confessa la Divinità di Gesù, vero Dio e vero Uomo, là c'è la Chiesa di Cristo
- là dove è riconosciuta la potestà e l'autorità suprema del Papato, là c'è la Chiesa di Cristo.
- là dove questa suprema autorità viene negata, là dove c'è un Papa che si autoridimensiona a semplice "Vescovo di Roma", là dove si vuole mettere la Chiesa Cattolica sullo stesso piano delle chiese separate, scismatiche ed eretiche, o addirittura sullo stesso piano delle false religioni, là non c'è più la Chiesa di Cristo!
Questo secondo la dottrina di tutti i tempi, e di tutti i cattolici.
Nel momento in cui Papa Bergoglio istituzionalizzerà la distruzione del Papato (tutti le sue parole e i suoi atti portano in questa direzione...), riformando la Chiesa sulla "sinodalità" e sulla "collegialità", lasciando tutto il potere in mano alle Conferenze Episcopali e ai Movimenti Laicali, là non ci sarà più la Chiesa di Cristo!
Sarà il pieno compimento del piano di distruzione massonica della Chiesa la cui realizzazione ha iniziato ad attuarsi dopo il Concilio Vaticano II.
Ma Cristo ci ha promesso che "le porte degli inferi non prevarranno contro la Chiesa", quindi confidiamo in un suo potente intervento nel fermare questa escalation di apostasia distruttrice, che ha preso ancora più forza con le dimissioni (evidentemente forzate) di Papa Benedetto XVI.
Affidiamo il nostro Sommo Pontefice, Benedetto XVI, al Signore, e ringraziamo Dio per avercelo donato, oggi Festa dei Santi Pietro e Paolo, nel giorno del suo 62° anniversario di Ordinazione Sacerdotale (29 giugno 1951).
Finché Roma non torna a Cristo e alla tradizione non vi può essere nessuna tradizione "evolutiva" perché l'unica cosa che può approfondire la tradizione è l'autentico magistero Papale. Uso approfondire perché la parola evolutiva si espone a troppi pericoli. Parlo di magistero autentico e intendo insegnamenti papali non contraddittori, né ambigui (quindi non penso a Benedetto XVI), ma volti a confermare nella fede tutti i credenti. Dato che questo tipo di Magistero non può esprimersi in continuità con il CV2 per ora la tradizione non può che rimanere altro che quello che ci è stato tramandato fino a prima del Conciliabolo V2.
RispondiEliminaJuan de San Mattia
Mossa da "A che serve", sono andata a vedere.
RispondiEliminaRiporto la conclusione di un intervento e la risposta di Cantuale:
... D'altra parte anche io (che sono prete "novus ordo") ho gravissime perplessità di coscienza di fronte a siffatte questioni. Non entro nel merito perché la letteratura in tal senso si spreca.
Voglio però notare con forza un'inesattezza. Chi afferma che nel magistero non infallibile possa esservi l'errore non è affatto eretico come voi sostenete; questa è un'affermazione grave e inaccettabile.
A.R. di Cantuale risponde:
""Gentile confratello: o io mi sono spiegato male, o è lei che non ha capito. Il problema non sta più nei contenuti del Vaticano II, come devo dirlo. Sta nel rifiuto ostinato della suprema giurisdizione del Romano Pontefice e nel considerare lui in errore (perché questa è l'unica spiegazione per rifiutargli obbedienza su questioni di fede o morale. Ma se il Papa erra in fede o morale è ancora Papa secondo la dottrina tradizionale?). La Fraternità dice e smentisce contemporaneamente senza logica ormai da tempo. L'atteggiamento sedevacantista, secondo lei, è qualcosa di diverso da questo? Il fatto che la Fraternità non voglia essere giudicata sedevacantista non toglie che lo sia de facto. Ripeto: la logica è semplice. Se si crede al primato di giurisdizione (è un dogma di fede del Vat. I) si agisce di conseguenza, se lo si rigetta con dichiarazioni formali (attenzione: qui è la differenza con tanti altri che errano, ma non fanno dichiarazioni formali in cui sostengono il proprio rifiuto dell'autorità) non si può allo stesso tempo dire "siamo perfettamente cattolici, è il Papa che non lo è, e perciò non possiamo obbedire alle sue richieste per rimanere cattolici". Il corto circuito logico è evidente. ""
Il nostro fraticello ha chiuso i commenti perché non ha approfondito questo problema, che è quello scottante del nostro tempo, al quale evidentemente non ha risposta. Non conosce "La certezza del Papa e dei sacramenti" che si può leggere qui.
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/03/certezza-del-papa-e-dei-sacramenti-o.html
Peccato che abbia chiuso i commenti, almeno questa ulteriore riflessione avrebbe potuto giovargli.
Finché Roma non torna a Cristo e alla tradizione non vi può essere nessuna tradizione "evolutiva" perché l'unica cosa che può approfondire la tradizione è l'autentico magistero Papale.
RispondiEliminaCaro Juan, sono d'accordo sull'uso affrettato del termine "evolutiva", di cui ho chiarito il senso anche nel testo dell'articolo per evitare equivoci.
Però una osservazione mi viene spontanea: non possiamo rimanere fermi al pre-concilio soltanto, perché la storia va avanti e noi, in essa, incarniamo quel che del Signore abbiamo conosciuto e ricevuto nella Chiesa.
Ciò comprende anche gli aggiornamenti (uso il termine nel suo senso proprio e non in quello che voleva mascherare una "rifondazione") che riconosciamo commestibili: tipo anche la traduzione in volgare nelle letture nella Santa Messa; un maggiore coinvolgimento cum grano salis dei laici comprese le donne (con attenzione ai due eccessi del femminismo e della misoginia, aiutando la donna - e l'uomo vir non homo - a riscoprire il loro ruolo autentico e complementare); attenzione e cura della "formazione permanente" dei sacerdoti e dei laici che implichi anche l'apporto oculato di una interdisciplinarietà, pur tornando ad una filosofia non modernista (psicologia, sociologia, etc.), nella consapevolezza che sono pur sempre "ancelle" delle teologia. E così via... sempre con discernimento e in autentica e non proclamata 'continuità' col passato.
Al momento ho detto le prime cose che mi vengono in mente, senza escluderne altre...
... ovvio che quando parlo di "formazione permanente", mi riferisco alla disponibilità e corrispondente possibilità di nutrire la ricerca in ogni direzione, ma che la preminenza sia del costante riferimento ai "fondamentali" della fede, della vita sacramentale, della preghiera e dell'adorazione, lo dò per scontato.
RispondiEliminaContraddittoria è la stessa ermeneutica della continuità.
RispondiEliminaO il CVII è conforme a Tradizione, o non lo è.
Nessun atto di magistero può negare un'evidenza su questioni non di fede.
L'ermeneutica della continuità è una sorta di nuovo caso Galilei: con il "cannocchiale" di due millenni di Magistero vediamo un deposito di fede e un concilio più un post-concilio che lo smentiscono, ma l'autorità continua ad affermare che non vale ciò che vediamo ma ciò che essa afferma che si debba vedere.
Ripeto, non essendo in materia di fede (il CVII non è dogmatico), l'ermeneutica della continuità si riduce nella negazione di un'evidenza di fatto: appunto come nel caso Galilei.
Se poi il CVII non fosse in rottura con tutto il Magistero precedente, allora mi domando dov'è il problema per coloro che decidono di attenersi in toto a quest'ultimo. Se nulla è cambiato, perché imporre per autorità un "nihil novi"? Se il CVII non apporta nessuna novità, e allora possibile semplicemente ignorarlo e attenersi al magistero precedente.
Ma è evidente che è proprio ciò che non vogliono ...
Se poi il CVII non fosse in rottura con tutto il Magistero precedente, allora mi domando dov'è il problema per coloro che decidono di attenersi in toto a quest'ultimo. Se nulla è cambiato, perché imporre per autorità un "nihil novi"?
RispondiEliminaForse è quello che si voleva; ma in realtà ci sono elementi di rottura che purtroppo sono stati applicati, altri che non sono di rottura.
Se il CVII non apporta nessuna novità, e allora possibile semplicemente ignorarlo e attenersi al magistero precedente.
Ma è evidente che è proprio ciò che non vogliono ...
Assodato che il concilio delle novità le contiene, è stato considerato anche che non è un monolite e non va preso nel suo insieme, ma è composto di vari documenti.
Dunque, se il Concilio non è un evento intoccabile e insostituibile - cioè l'unicum a cui i suoi cultori vorrebbero farlo assurgere -, non può essere nemmeno fatto diventare un unicum da parte dei suoi giustamente critici detrattori.
E, se il concilio è l'insieme dei suoi documenti, i quali - come dice Mons. Gherardini - presentano anche diversi livelli di lettura e di assenso, è a questo che occorre porre attenzione realisticamente e non al suo rigetto in blocco.
Anche perché se non si fa così, come si fa a correggere quello che le applicazioni erronee hanno già corrotto? Non lo si può fare di certo portando avanti una "Chiesa parallela" che non tenga conto della realtà così com'è in un atteggiamento davvero 'fissista'.
Mi rendo conto che è un discorso da ponderare bene e da approfondire, ma forse nemmeno da sottovalutare.
Il concilio contiene proposizione accettabili in quanto non innovative e proposizioni non accettabili in quanto innovative.
RispondiEliminaCioè: o non dice niente o dice cose non accettabili. Se a questo aggiungiamo che ha valore "pastorale", mi domando che cosa rimanga, se non il mito del "concilio evento" ... ma questa è un'altra storia ...
Ahahah, mi son divertita andando a leggere i commenti da cantuale, chi ho trovato?
RispondiEliminaIl cireneo svizzero.
Normale, si parla della FSSPX, e se ne parla male, avrebbe potuto mancare il suo contributo?
Ha dovuto ricopiare uno dei suoi innumerevoli commenti su Mil!
Faccio seguito alle perplessità riguardo l'opportunità e il metodo del comunicato della SPX. Ineccepibile nella analisi e nella sostanza. Anche se radicale e monolitico nell'interpretazione del VII (cosa preoccupante, visto che anche il fondatore della SPX concepiva il concilio in modo NON MONOLITICO) . Questo comunicato mostra la realtà di una radicalizzazione. E mostra il travaglio interno alla SPX, efficacemente e immediatamente strumentalizzato. Come da Cantuale. Questo comunicato ai fini della superata regolarizzazione è un macigno. E le espressioni radicaliste nei confronti di "Roma eretica e modernista che deve prima convertirsi", non sono affatto ragionevoli (in senso cattolico) . Cosí la Chiesa non si aiuta. E non si aiutano le anime. Le uniche a cui pensava monsignore.
RispondiEliminaCaro Louis Martin,
RispondiEliminanon ho fatto uno studio così profondo e radicale da poter individuare 'aggiornamenti' commestibili. Viceversa, mi è stato facile trovare anche solo spigolando, disseminati a volte in maniera apparentemente 'casuale', elementi dissonanti e non condivisibili.
Su questo sono d'accordo con te.
Il problema è: dov'è e in cosa consiste il Magistero del nostro tempo? Perché DEVE esserci qualcosa che lo e ci rappresenta e ci legittima. Ad esempio c'è il "Summorum", epurato delle "due forme" improbabili e difficilmente sostenibili. Ci sono alcune critiche di Benedetto XVI alla Gaudium et Spes e ad altri documenti, ad esempio.
Ci può e deve essere molto altro. Io non sarei per fare di ogni erba un fascio perché credo si possa davvero correre il rischio di portare avanti una "chiesa parallela".
"Roma" ha sposato molti errori, su questo non ci piove; ma non credo si possa prescindere da "Roma" per venirne fuori.
Cara Mic,
RispondiEliminasolo Roma può risolvere la crisi.
Ma intanto la verità viene affermata ad Alessandria ...
Credo che ci troviamo d'accordo
Durante la Santa Messa di questa mattina, in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo, e durante l'Angelus, Bergoglio non ha speso una sola parola per ricordare l'anniversario di sacerdozio del Papa Emertio. Complimenti!
RispondiEliminaAuguri Benedetto XVI! Ad multos annos!
Mi riallaccio a quel che dice Stefano.
RispondiEliminaLo dico in punta di piedi e con tutto il rispetto, ma credo che la FSSPX debba fare attenzione ad incarnare lo spirito, piuttosto che la lettera, degli Insegnamenti di mons. Lefebvre.
Mi sembra che, oggi, molti atteggiamenti che potrebbero essere smussati si vadano radicalizzando.
Ci sono cose su cui dobbiamo dire non possumus, come i vari punti controversi più volte sottolineati e discussi.
Torno a rimettere in discussione la visione del concilio come un monolite che tronca di netto qualunque possibilità di trattativa. Ma se è così che la pensavate, perché accettare i colloqui? Nella speranza di "convertire" Roma, ormai conciliare fino al midollo? Con una forbice che più passa il tempo e più si va divaricando e radicalizzando (vedi il papato attuale)? Era una speranza illusoria. Invece la regolarizzazione canonica, avrebbe consentito un'azione all'interno, in soldoni, senza doversi attaccare a sottigliezze e cavilli per stabilire "chi è dentro" e "chi è fuori".
La Chiesa è la Chiesa e quella "malata" resta la Chiesa. Io non ne conosco un'altra. Soffro perché è malata e soffro per le anime che non raggiunge o che contagia; ma non riesco a "tirarmene fuori". Non mi identifico con la malattia, ma non riesco a dissociarmi dalla Chiesa, che oggi è quella che è, forse anche grazie a ciò che il Signore ha permesso e continua a permettere per le nostre mancanze...
Dobbiamo andare per questa strada della sinodalità, crescere in armonia con il servizio del primato. E continua, il Concilio: «questo Collegio, in quanto composto da molti, esprime la varietà e universalità del Popolo di Dio» (ibid., 22). Nella Chiesa la varietà, che è una grande ricchezza, si fonde sempre nell’armonia dell’unità, come un grande mosaico in cui tutte le tessere concorrono a formare l’unico grande disegno di Dio. E questo deve spingere a superare sempre ogni conflitto che ferisce il corpo della Chiesa. Uniti nelle differenze: non c’è un’altra strada cattolica per unirci. Questo è lo spirito cattolico, lo spirito cristiano: unirsi nelle differenze. Questa è la strada di Gesù! Il Pallio, se è segno della comunione con il Vescovo di Roma, con la Chiesa universale, con il Sinodo dei Vescovi, è anche un impegno per ciascuno di voi ad essere strumenti di comunione.
RispondiEliminala verità viene affermata ad Alessandria ...
RispondiEliminaUn'Alessandria "separata" da Roma, può presumere di affermare la verità tutta intera?
Se a Roma non c'è chi lo garantisce, è facile trasferirsi ad Alessandria. Più difficile è rimanere a Roma a combattere per la Verità, anche con poveri mezzi. Il Signore se ne servirà Lui solo sa come.
Questo, almeno è quel che credo e spero. Se è un limite, il Signore saprà servirsi anche di questo.
Il dramma si va radicalizzazndo, da una parte e dall'altra.
RispondiEliminase è segno della comunione con il Vescovo di Roma, con la Chiesa universale, con il Sinodo dei Vescovi, è anche un impegno per ciascuno di voi ad essere strumenti di comunione.
Strumenti di comunione con CHI?
Unità in CHI, se le differenze oggi mascherate da ricchezze, sono state e sono frutto di divisione?
Superare il conflitto nel volemose bene po nell'omologarci a chi ha creato fratture paurose nella Chiesa e nella civiltà occidentale?
Il 'pallio', che io sappia è il simbolo del Buon pastore che porta la pecora in spalla "sulle sue spalle", non nella sinodalità che sta diventando un idolo...
Avrei molte cose più 'forti' da dire su quel simbolo. Ma oggi davvero è dies nigro notanda lapillo
Altro non so più dire.
Non ho più parole, e forse nemmeno lacrime, al momento...
Atanasio infatti si rivolgeva a Liberio.
RispondiEliminaQuesto Mons. Lefebvre lo aveva ben presente ...
Atanasio infatti si rivolgeva a Liberio.
RispondiEliminaLo sospettavo, anche se non ne ero ben sicura. Ho parlato dal cuore, senza riferimenti.
E' dura e molto...
"Ma se è così che la pensavate, perché accettare i colloqui?"
RispondiEliminaSemplicemente perché Roma (come nell'88) ci ha preso per il naso per più di 2 anni.
Se ci avessero detto subito l'ultima frase dovete accettare in toto il Concilio per 'rientrare', mai e poi mai avremmo iniziato i colloqui.
Se Ratzinger ci avesse detto subito quello che ha detto sulla messa poco prima di andare in pensione (che anche a te mic aveva fatto dire se lo avessi saputo prima non lo avrei difeso tanto, ricordi?) non avremmo iniziato un bel niente.
Il problema é che il parlare conciliare é mobile qual piuma al vento
Radicalizzazione? Io ne vedo una sola: quella di Roma a conficcarsi sempre più profondamente nel cemento degli errori conciliari.
La SPX ha fatto, un grandissimo gesto riaffermando in un'occasione cosi' importante la sua posizione. Noi SEMPER IDEM.
Il problema di quelli che parlano di treno perso, di irrigidimenti... é che sono convinti in cuor loro che Ratzinger fose un grande amico della Tradizione che tendeva la mano.
RispondiEliminaNel 2001 Ratzinger ha riconosciuto, in qualità di prefetto della CdF, la "chiesa nestoriana” nota anche come “Chiesa assira dell’Oriente” come autentica Chiesa.
Ora, questa riconosce come validi solo 2 Concili e venera ancora come santo il plurisecularmente condannato Nestorio. Ergo questa 'chiesa' é scismatica.
Nel documento approvato dal prefetto Ratzinger si legge al n° 3 “la Chiesa cattolica riconosce la Chiesa assira dell’Oriente come AUTENTICA Chiesa particolare, fondata sulla fede ortodossa e sulla successione apostolica. La Chiesa assira dell’Oriente ha anche preservato la piena fede eucaristica nella presenza di nostro Signore sotto le specie del pane e del vino e nel carattere sacrificale dell’Eucaristia. Pertanto, nella Chiesa assira dell’Oriente, sebbene essa non sia in piena comunione con la Chiesa cattolica, si trovano «veri sacramenti, soprattutto, in forza della successione apostolica, il sacerdozio e l’Eucaristia»”. Si cita poi a conferma il n° 15 della Unitatis Redintegratio...
Notare che la chiesa nestoriana avrebbe "veri sacramenti" (parola di Ratzinger) pur non avendo la forma del sacramento nella messa poiché tutte le parole del loro canone sono cambiate!
Ratzinger ha riaccettato la SPX sull'onda dello stesso processo che porta da anni Roma a reintegrare le eresie del passato, siano esse luteriane, nestoriane o altro.
La sola differenza é che alla SPX hanno anche il coraggio di porre delle condizioni sine-qua-non...
E' semplicemente rivoltante...
Niente di più niente di meno.
"Un solo esempio: pensiamo al Concilio ... Il Concilio è stato un’opera bella dello Spirito Santo. (??!!??) Pensate a Papa Giovanni: sembrava un parroco buono e lui è stato obbediente allo Spirito Santo e ha fatto quello.
RispondiEliminaMa dopo 50 anni, abbiamo fatto tutto quello che ci ha detto lo Spirito Santo nel Concilio? In quella continuità della crescita della Chiesa che è stato il Concilio? No.
Festeggiamo questo anniversario, facciamo un monumento, ma che non dia fastidio. Non vogliamo cambiare. Di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore”.
(papa Francesco)
Cioé, riassumendo...
A) per GPII se le cose andavano male era perché non si era ancora applicato abbastanza a fondo il CCV2. Per lui la cosa più importate era non tornare indietro...
B) per BXVI le cose andavano male perché si avevamo applicato troppo in un solo senso (progressista) il CV2. Per lui la cosa più importate era "...indietro ,non si torna"
C) Per Francescvo de Roma le cose vanno male perché non si é applicato abbastanza il CV2 (bisogna cambiare nel senso del Concilio!). E la cosa più importate é sempre non tornare indietro, tanto che che apostrofa pure i preCV2 di gente "stolta e lenta di cuore".
La SPX che si chiude a riccio, si irrigidisce, perde il treno ???
E ci sarà un motivo! Dopo 30 anni di presa in giro...
Leggo su siti spagnoli che Canizares sarebbe destinato a Madrid e che Marini (ovviamente Piero) andrebbe al culto divino.. Da rabbrividire e da avere paura.
RispondiEliminaSe non ci sarà un intervento divino, abbiamo davanti a noi diversi anni mooolto difficili.
RispondiEliminaAllacciate le cinture! sarà una notte buia e per niente tranquilla.
La "sinodalità" di oggi è una delle pietre miliari di questo pseudo-pontificato che, se durerà a lungo,
RispondiEliminasarà rovinoso come non mai.
RispondiEliminaChiediamo al Signore la grazia di essere sentinelle ...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaPapa Benedetto XVI nel suo ultimo discorso mi ha fatto davvero riflettere. E' stato del tutto inaccettabile.
RispondiEliminaChe senso ha allora quanto era stato fatto nei confronti della Santa Messa di sempre e nei confronti della FSSPX? C'è stato un cambiamento nel Papa oppure è stato tutto un escamotage per bloccare le ultime resistenze al concilio? Ormai per gli uomini della Chiesa si può toccare tutto (anche l'esistenza di NSGC e dei suoi miracoli), ma non il concilio, parafrasando una nota pubblicità.
Con Papa Francesco ed i suoi discorsi censurabili per me è stato il colpo di grazia. Non mi va di essere preso in giro dagli uomini della Chiesa.
Per quanto riguarda la radicalizzazione io la vado soprattutto verso frange della FSSPX che si sono incamminate autonomamente in "resistenza" del tutto ingiustificata a mio avviso.
Dal discorso agli ortodossi:
RispondiEliminaQuesta mattina, il papa ha ricordato il lavoro della Commissione sul “delicato tema della relazione teologica ed ecclesiologica tra primato e sinodalità nella vita della Chiesa”. “È significativo – ha osservato – che oggi si riesca a riflettere insieme, nella verità e nella carità, su queste tematiche iniziando da ciò che ci accomuna, senza tuttavia nascondere ciò che ancora ci separa”.
Scasate, il link
RispondiEliminahttp://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/ecumenismo-ecumenism-ecumenismo-26047/