Sulla discussa recente omelia di Santa Marta e quel che la precede, riprendo questa interessante riflessione dal blog Vigiliae Alexandrinae
Uno dei passaggi più difficoltosi dell'intervista rilasciata da papa Francesco a Eugenio Scalfari e apparsa su la Repubblica il primo di ottobre riguarda l'affermazione della autonomia della coscienza:
Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?Queste affermazioni la cui mera enunciazione sembra contraddire il magistero precedente dei Sommi Pontefici, trovano il loro sistema nell'omelia di Santa Marta del 17 ottobre. In essa si sottolineano due aspetti:
«Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene».
Lei, Santità, l’aveva già scritto nella lettera che mi indirizzò. La coscienza è autonoma, aveva detto, e ciascuno deve obbedire alla propria coscienza. Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa.
«E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo».
- La contrapposizione di un cristianesimo infecondo dei dogmi e dei precetti (liquidato come "ideologia") a un cristianesimo autentico della sequela di Cristo:
“La fede passa, per così dire, per un alambicco e diventa ideologia. E l’ideologia non convoca. Nelle ideologie non c’è Gesù: la sua tenerezza, amore, mitezza. E le ideologie sono rigide, sempre. Di ogni segno: rigide. E quando un cristiano diventa discepolo dell’ideologia, ha perso la fede: non è più discepolo di Gesù, è discepolo di questo atteggiamento di pensiero, di questo... E per questo Gesù dice loro: ‘Voi avete portato via la chiave della conoscenza’. La conoscenza di Gesù è trasformata in una conoscenza ideologica e anche moralistica, perché questi chiudevano la porta con tante prescrizioni”.
- La conseguente contrapposizione tra chi "dice le preghiere" e chi "prega":
“La chiave che apre la porta alla fede è la preghiera ... Quando un cristiano non prega, succede questo. E la sua testimonianza è una testimonianza superba ... è un superbo, è un orgoglioso, è un sicuro di se stesso. Non è umile. Cerca la propria promozione... quando un cristiano prega, non si allontana dalla fede, parla con Gesù ... dico pregare, non dico dire preghiere, perché questi dottori della legge dicevano tante preghiere” ... Una cosa è pregare e un’altra cosa è dire preghiere... Questi non pregano, abbandonano la fede e la trasformano in ideologia moralistica, casuistica, senza Gesù. E quando un profeta o un buon cristiano li rimprovera, fanno lo stesso che hanno fatto con Gesù: ‘Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile – questi ideologici sono ostili – e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie – sono insidiosi – per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca’. Non sono trasparenti. Eh, poverini, sono gente sporcata dalla superbia. Chiediamo al Signore la grazia, primo: non smettere di pregare, per non perdere la fede, rimanere umili. E così non diventeremo chiusi, che chiudono la strada al Signore”.
Il primo aspetto ribadisce la posizione antimetafisica di Bergoglio: non sono le oggettivazioni del Credo a costituire oggetto della fede, anzi esse sono "ideologia" proprio perché oscurano la vera esperienza di Cristo da parte del soggetto. Tra l'uomo e la fede viene meno l'intelletto e della fede non si può dire "quaerens intellectum". Gli oggetti della fede non sono più che nomina.
Il secondo aspetto sembra legarsi strettamente al primo. Se la fede è esperienza di Cristo - debellatrice dei dogmi sulla fede e sull'ordine morale -, la preghiera deve differenziarsi radicalmente dal "dire preghiere". "Dire preghiere" è infatti osservanza delle forme di preghiera in maniera tale che la lex orandi sia costantemente in armonia con la lex credendi della Chiesa cattolica e che la preghiera della Chiesa, che è Corpo Mistico di Nostro Signore Gesù Cristo, sia la preghiera di ognuno. Pregare, come credere, diventa per Bergoglio un'inconoscibile sequela di Cristo, mentre il deposito della fede un ostacolo: un'ideologia.
Il ribaltamento di prospettiva è evidente. Orgoglioso è chi crede gli oggetti della fede e chi "dice preghiere" con la Chiesa, mentre umile è chi si impegna rimuovere il deposito della fede e così "apre la Chiesa" e prega informalmente. In altri termini umile, cristiano, cattolico (e l'universalità? la romanità? l'apostolicità?) è colui che crede e prega senza la Chiesa.
In particolare il ricorso polemico da parte di Bergoglio alle ammonizioni di Gesù Cristo ai farisei non sembra condivisibile, giacché Cristo non chiedeva ai farisei di fondare una chiesa extra ecclesiam, ma una perfetta coerenza con i precetti (pienamente conoscibili, tramandati e tramandabili!) della Chiesa (ancora il vecchio Israele). Certamente Nostro Signore Gesù Cristo non fondò una Chiesa (il nuovo Israele) informale, liberale e antiliturgica.
È evidente che una fede nominalista e una preghiera informale sono le vesti calzanti di una coscienza autonoma. È la coscienza che crede e prega secondo la propria esperienza del "Cristo" e, secondo le stesse parole del Vescovo di Roma, noi dobbiamo incitare il soggetto della coscienza autonoma "a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene". Che si tratti qui dello stesso "Cristo" che disse a Pietro "Pietro tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa" (Mt 16, 16), è lecito e doveroso dubitare.
Se questa fede nominalista e questa preghiera informale costituiscono il programma del Vescovo di Roma, sono da aspettarsi conseguenza catastrofiche per la fede e per la liturgia. I presagi di ciò non sono sino ad oggi mancati.
In soldoni, la meta di 'Francesco' sembra essere, come già detto, la trasformazione della Chiesa Cattolica - o meglio di ciò che ne rimane ancora - in una grande setta pentecostale in stile evangelical, con qualche rimasuglio di cattolicità molto generica e sfrondata da tutte le 'incrostazioni dottrinali' che tanto gli danno fastidio. Questa previsione era stata fatta da Yves Daoudal parecchi mesi fa su le Forum catholique.
RispondiEliminase fosse così, come teme l'articolista, e come commenta Amicus sopra, l'evoluzione sarebbe neanche verso una riforma luterana o anglicana, ma addirittura pentecostale-evangelica, tra le forme di religiosotà americana a mio parere meno colte e più fanatiche.
RispondiEliminaSperem di no
Rosa
sul punto 1:
RispondiElimina"La contrapposizione di un cristianesimo infecondo dei dogmi e dei precetti (liquidato come "ideologia") a un cristianesimo autentico della sequela di Cristo:
“La fede passa, per così dire, per un alambicco e diventa ideologia. E l’ideologia non convoca. Nelle ideologie non c’è Gesù: la sua tenerezza, amore, mitezza. E le ideologie sono rigide, sempre. Di ogni segno: rigide. E quando un cristiano diventa discepolo dell’ideologia, ha perso la fede: non è più discepolo di Gesù, è discepolo di questo atteggiamento di pensiero, di questo... E per questo Gesù dice loro: ‘Voi avete portato via la chiave della conoscenza’. La conoscenza di Gesù è trasformata in una conoscenza ideologica e anche moralistica, perché questi chiudevano la porta con tante prescrizioni”.
ci sono molte ambiguità anche nell'argomentare:
_il cristianesimo dei dogmi e dei precetti non è in conflitto col cristianesimo della sequela di Gesù...perchè i dogmi, i precetti, gli stessi Sacramenti è Lui ad averli istituiti!
Il riferimento velato nel trsto è ad ebrei veterotestamentari e farisei, che non ha alcuna attinenza con la situazione attuale.
I comandi del NT restano validi,
non è che ci siano solo le Beatitudini.
_c'è parecchia confusione sul significato di ideologia....le ideologie non piacciono nemmeno a me!, per es. in cultura generale sono gli -ismi di parte che elevano un'idea a sistema obbligato e totalitario come chiave unica per leggere il mondo;
quel che in effetti critica in quel punto è ciò che normalmente è definito "legalismo" o peggio leguleismo.
Non mi pare ce ne sia nella Chiesa di oggi (c'è piuttosto un lassismo pericolosissimo), ma nemmeno di tabelline di leggi svuotate di significato ce n'era nella fase preconciliare.
Amicus, ecco il credo di una delle maggiori confessioni pentecostali:
RispondiEliminahttp://www.assembleedidio.org/page/lineamenti_v2.php
clicca a sinistra sui vari capp. dei lineamenti dottrinali.
va da sè che sui punti che hanno conservato, sono molto meno possibiliste in etica di quel che si pensi, o di come si è dalle nostre parti, questi non sono ...liberals.
Quanto superbo questo profeta falso, che fa paragono tra se stesso e Gesù e bestemmia dicendo che i suoi critici sono come i Suoi critici...
RispondiEliminaRomano
A me pare che l'omelia di Santa Marta sia la contraddizione dell'intervista a Scalfari, non il suo naturale sviluppo: se uno deve perseguire la sua idea di bene qualunque essa sia e così facendo si migliora il mondo, su che base si condanna chi segue un'ideologia? E' anche quella un'idea di bene. A parte il fatto che non si capisce cosa sia esattamente questa ideologia e con chi esattamente ce l'abbia. Il bersaglio potrebbero essere perfino quelli che dicono di attenersi senza fiatare a tutto quello che dice il Papa: non potrebbe essere interpretato anche questo come "ideologia" rigida che allontana da Cristo?
RispondiEliminaripeto quello che ho giù scritto: un bel corso vanzato d'Italiano e di analisi logica: soggetto-predicato-c. oggetto-altri complementi + un corso sui sinonimi e contrari + interrogazione tutti i giorni, prima dell'omelia: Santità, che cosa significa in Italiano questa parola ? qual è il suo contarrio, il suo sinonimo ? no, Santità, non è pedanteria, e' CHIAREZZA. Altrimenti, Santità, dovremo aprire corsi di laurea in esegesi bergogliana, oltre a quelli sull'AT e sull'NT. E gli insegnanti van pagati, e noi non vogliamo spendere soldi che potremmo dare ai poveri, no ? :))
RispondiEliminaRosa
X Turiferario
RispondiEliminaSecondo il sito argentino Pagina Catolica (che ben conosce Bergoglio) coloro che a Buenos Aires chiedevano di comunicarsi in ginocchio oppure l'applicazione del Motu Proprio erano accusati di essere mossi dall'ideologia ..
http://pagina-catolica.blogspot.it/2013/10/francisco-le-responde-fellay.html#more
Buonasera,
RispondiEliminaperdonate il mio OT ma ho appena letto un paio di articoli di Socci che mi hanno "scombussolato". Il primo è un'accanita difesa del Papa con motivazioni però precise. Egli, riferendosi alla questione della supremazia della coscienza, dice: "I Dieci Comandamenti, ha detto il Papa, sono “solido fondamento e sorgente di vita anche per la nostra società”, indicandone dunque la validità anche per la vita sociale e politica.
Poi ha sottolineato che del Decalogo, legge consegnata da Dio a Mosè sul Sinai, c’è estremo bisogno perché la società del nostro tempo è “così disorientata da un pluralismo estremo delle scelte e degli orientamenti, e segnata da un relativismo che porta a non avere più punti di riferimento solidi e sicuri”.
Francesco ha dunque richiamato il magistero di Benedetto XVI per affermare che nel Decalogo la coscienza trova il suo ancoraggio sicuro, contro il dilagante relativismo.
Con tanti saluti a “Repubblica”, a Scalfari e a Buruma. Questo è il magistero di papa Francesco. Ed è stato questo fin dall’inizio."
Riporto inoltre questo vecchio articolo:
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/antonio-socci-papa-francesco-compi-miracoli-argentina-1605606/
A mio modesto parere, Socci mi sembra più "tifoso del Papa" che analista: il suo articolo di sopra non prende per nulla in considerazione le parole che Bergoglio stesso ha detto a Scalfari, ma forse mi sbaglierò ...
In Xto
Un aretino
Ideologia= bene tutti quelli che la pensano come me, male tutti gli altri=papocrazia o dittatura papista=chiesa secondo i miei dettami....intelligenti pauca.
RispondiEliminaNella tempesta di ideologie malsane che oggi sferzano il mondo...avere come ideologia Cristo, avere una ideologia cattolica, è così sbagliato?
RispondiEliminaVa da se' che poi uno debba metterci il cuore e l'anima nel perseguire l'ideologia cattolica, non basta solo la ragione e la forza.
Tutto dipenda alla connotazione che si vuole dare al termine ideologia.
Micus
Nella tempesta di ideologie malsane che oggi sferzano il mondo...avere come ideologia Cristo, avere una ideologia cattolica, è così sbagliato?
RispondiEliminaCaro Micus,
l'ideologia, è un insieme di idee e di valori che hanno una loro coerenza secondo un modello e un orientamento predefiniti che indirizzano conseguentemente scelte e comportamenti.
L'ideologia tende a prendere in considerazione alcuni aspetti della realtà trascurando tutto il resto. L'esatto contrario della cattolicità = universalità della Chiesa.
La nostra fede, basata sulla Rivelazione Apostolica e su quanto il Signore ci ha consegnato insieme a Se stesso non ha niente a che vedere con l'ideologia, che in genere ingabbia in quella data costellazione di valori, e dunque non ha la vis liberante della Grazia.
Fede = adesione al Signore che si rivela attraverso i veri maestri e testimoni e ci si consegna nei sacramenti e ha come conseguenza lo sviluppo in pienezza della persona.
Ideologia è degenerazione della verità in una costruzione solo umana.
Che confusione....Benedetto mi manchi!!
RispondiEliminaNeri
in alcune parti non lo condivido (riferimenti a Giovanni Paolo e Ratzinger) ma comunque interessante:
RispondiEliminaIl Grande Castigo che incombe È rivelato nel Terzo Segreto
http://old.fatima.org/it/cr74pt2ital.htm
ps se "ideologia" si riferisce ai tradizionalisti attenzione alle possibili "evoluzioni". m
Interessante, ennesima, puntualizzazione di Magister....
RispondiEliminahttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/21/guardini-un-maestro-che-bergoglio-non-ha-mai-avuto/
Quando papa Bergoglio parla di ideologia non siamo rincitrulliti al punto di non capire dove va il suo pensiero e il suo sguardo.
RispondiEliminaVi ricordate quando al Celam ha parlato della "proposta pelagiana» che appare «sotto forma di restaurazione». Per papa Bergoglio davanti ai mali della Chiesa «si cerca una soluzione solo disciplinare, nella restaurazione di condotte e forme superate che, neppure culturalmente, hanno capacità di essere significative». In America Latina «si verifica in piccoli gruppi, in alcune nuove congregazioni religiose, in tendenze alla "sicurezza" dottrinale o disciplinare»
O ancora la sua visione di pastorali «lontane», pastorali disciplinari che «privilegiano i principi, le condotte, i procedimenti organizzativi... ovviamente senza vicinanza, senza tenerezza, senza carezza. Si ignora la "rivoluzione della tenerezza" che provocò l'incarnazione del Verbo."
Ovviamente!?! E per chi? Per lui, senza alcun dubbio!
Come se chi chi non avesse dato un calcio ai precetti, ai concetti fondamentali, alla certezza dottrinale fosse...ovviamente(!) un cinico, lontano, insensibile, infecondo e, in fondo, inutile.
Siccome ora è diventato Papa la sua visione sta diventando la norma della via da seguire, la sola, quella che è magnificata dai suoi cortigiani troppi presi nella loro piaggeria per riconoscere quanto fonte di confusione e incerezzza siano certe parole del papa, sola soluzione per loro bastonare chi non tace e non canta con loro.
Sul punto 1, è utile ricordare l'insegnamento di S. Tommaso d'Aquino: "La fede è l'adesione dell'intelletto e della volontà alla verità rivelata". Francesco riduce il cristianesimo ad un incontro personale con Cristo, ma Lui non ha rivelato una verità per tutti cristiani? Non ha lasciato una dottrina per noi? Se il Cristianesimo è solo questo, la Chiesa è solo utile e non è necessaria alla salvezza. In questo punto se entra nel protestantesimo, non siamo più davanti al cattolicesimo.
RispondiEliminaUn Papa non può prendere un branno del Vangelo e predicarlo come se non ci fosse alcuna relazione con le altre parti del Vangelo. Francesco fa di un branno del Vangelo, tutto il Vangelo, non pensa che la sua predica svuota altri insegnamenti del Signore. Per esempio, nel Vangelo se può leggere anche sulla porta stretta, sul Sì Sì No No e principalmente che i cristiani sono inviato come pecore in mezzo ai lupi, che dovrebbero essere semplici come colombe e prudenti come serpenti e anche che non dobbiamo dare quello che è santo ai cani e maiali. Allora, se il Papa dice che dobbiamo essere apperti a tutti, lui dice, che dobbiamo predicare il Vangelo ai luppi, ai cani e ai maiali. Dobbiamo lasciare la semplicità delle colombe e la prudenza delle serpenti, solo per non restare chiusi? Adesso tutto dipendi di noi? Dio non partecipa più della opera della salvezza? Se siamo d'accordo con la predica di Francesco, non possiamo più predicare la porta stretta e il sì sì no no, perchè anche questo non sfugge della classificazione di ideologia.
Osservo che i "dottori della legge" non erano cristiani, ma si giudei e non possono esse comparabili a questo livello fatto per Francesco con i Padri della Chiesa, cristiani, pretti, vescovi, Concili, il Magistero della Chiesa e il Papa. È la seconda volta che Francesco parla del cristianesimo come la continuazione del giudaismo (ha fatto un'omelia dove considera la decisione presa dagli Apostoli al Concilio di Gerusalemme come un esempio di rinnovamento della Chiesa). Quale il senso di queste omelie? Nella parabola del figlio prodigo, vediamo che al fratello più grande che non ha piaciuto il ritorno del fratello prodigo, questo fratello rappresenta gli ebrei, adesso sarà che quello fratello più grande con l'aggiornamento rappresenta oggi i cattolici tradizionali?
Quello che sembra è che in ogni pontificato il senso della dottrina conciliare si approfondisce e lei se diventa più chiara. Qui sul blog è possibile leggere diversi testi scritti da Mic, dove si parla della continuazione del soggetto Chiesa popolo di Dio, senza alcun riferimento al'oggeto della rivelazione. Me sembra che questa omelia è un altro pezzo del puzzle...
All'aretino vorrei dire che il discorso di Socci non fa una piega, ma... c'è un "ma". Perché ci ritroviamo sempre ad analizzare la posizione del Papa? Perché inevitabilmente gli editorialisti debbono dividersi in "difensori del Papa" e "critici" dello stesso? Se la posizione ufficiale sulla coscienza è quella espressa in quel discorso di cui parla Socci, perché nell'intervista a Scalfari la faccenda si fa più ambigua? Quanti hanno letto il discorso del Papa e quanti invece l'intervista a Scalfari? Quanta pubblicità è stata data all'uno e quanta all'altro? Esiste la possibilità concreta che le parole dette a Scalfari possano essere strumentalizzate? Se si, perché è stata concessa quell'intervista? Perché poi il giornalista ha cercato proprio lo scoop con il Papa? Cercava un confronto sulla fede o voleva fare uno scoop? Se cercava un confronto, perché proprio con il papa? Chiunque abbia un minimo di preparazione teologica avrebbe potuto rispondere alle domande formulate da Scalfari nei suoi articoli. L'anomalia dunque, rimane, e non si tratta di essere "cattolici intransigenti" come dice Socci. Ci ritroviamo a dire che l'intervista non è Magistero, i Discorsi invece si. Ma chi parla non è la stessa persona? Ci si può spogliare del proprio ruolo e della propria funzione? Ragioni di prudenza e opportunità direbbero decisamente di no. Gli articoli di Gnocchi e Palmaro sono nati proprio da queste perplessità, perché se il papa in un discorso ufficiale dice cose conformi al Magistero precedente, la cosa non dovrebbe proprio far notizia! E' il Papa, cos'altro dovrebbe dire? Però poi ci ritroviamo davanti al commissariamento dei Francescani dell'Immacolata, all'epurazione di Gnocchi e Palmaro da Radio Maria per non aver detto niente di contrario alla morale cattolica, alla scomparsa dei principi non negoziabili, ad Avvenire che se la prende con "gli specialisti del Logos" ecc. Significa essere cattolici intransigenti se ci si chiede cosa sta succedendo?
RispondiEliminaRispondo a Romano:
RispondiEliminaIl problema è che Bergoglio non parla mai chiaramente.
Lascia intuire, ma poi potrebbe sempre smentire.
Non credo si sia mai verificato il caso di un papa che parla in termini così approssimativi e taglienti.
Davvero sorprendente, per non dire disgustoso, l'appellativo di "ideologici" riferito a chi difende la Tradizione.
E proprio da parte di chi dovrebbe esserne il custode, come se la Tradizione fosse solo regole e non portasse in sé insegnamenti luminosi attraverso i quali riceviamo la fecondità del Signore - che è la Verità la Via e la Vita.
Insegnamenti, non regole: pane nutriente spezzato dalla saporosa 'sapienza' dei Padri per chi lo riconosce e lo accoglie.
L'autentica Tradizione è viva. Ed è vita e giovinezza della Chiesa perché è portatrice del Signore. Del resto se ci è pervenuta intatta per duemila anni non poteva essere un 'fossile' come dicono i novatores.
E non può mai diventare "ideologica", perché è solo il Signore che davvero ogni istante "fa nuove tutte le cose", non la "tradizione-vivente" storicistica che le piega al suo arbitrio. Esso è sempre nuovo a seconda della moda del tempo e non secondo il fine (teleologico) che coincide con la volontà del Padre.
E così la Tradizione è tradita e oltrepassata e il "nuovo" che avanza ha le "radici aeree", basate sul nulla, perché si confonde col mondo e si chiude nel tempo, non attinge più al Soprannaturale, alla Sorgente perenne...
Infatti Zag, le frasi dette da Bergoglio a Scalfari sono chiarissime e non smentite. Non c'è quindi equivoco o fraintendimento possibile. Così come è altrettanto chiara la repressione ed emarginazione in atto nei confronti di chi non si adegua ad esse. Così come è indiscutibile la completa rimozione dei principi non negoziabili ora diventati tabù.
RispondiEliminaL'unica cosa non chiara è come facciano i normalisti ad arrampicarsi sugli specchi cercando di dire che non è cambiato niente rispetto ai precedenti 2000 anni.
Miles
Stavo pensando ai Padri della Chiesa, ed agli altri scrittori ecclesiastici: ma che razza di perditempo, con tutte quelle loro barbose ed inutili dispute e battaglie "ideologiche", invece di farsi un bel giro in periferia.
RispondiEliminaPeccato che non si possano più commissariare, mannaggia.
L'unica cosa non chiara è come facciano i normalisti ad arrampicarsi sugli specchi cercando di dire che non è cambiato niente rispetto ai precedenti 2000 anni.
RispondiEliminaPerché ormai hanno assimilato il principio, falso, che la verità è in evoluzione e può essere sempre trovata di nuovo.
Inoltre si va rafforzando il pregiudizio che “I fedeli non possono più essere spinti a fare il bene sotto minacce e ammonimenti, con la paura. Devono prima essere conquistati con l’amore”, spiega il nostro interlocutore. La strategia è semplice: meno dottrina e precetti, più pastorale. E’ questa “la ventata d’aria fresca” necessaria per la salvezza della chiesa.
Questo perché si confonde l'insegnamento, che è non è nemmeno concettuale-intellettualistico ma 'sapienziale', con i precetti, si confonde la dottrina con la morale (che ne scaturisce non la fonda).
E così si abbandona il munus docendi che è un 'mandato' per il munus peregrinandi che è solo un'inane avventura.
Stavo pensando ai Padri della Chiesa, ed agli altri scrittori ecclesiastici: ma che razza di perditempo, con tutte quelle loro barbose ed inutili dispute e battaglie "ideologiche", invece di farsi un bel giro in periferia.
RispondiEliminaPeccato che non si possano più commissariare, mannaggia.
:))
A proposito di "ideologi", un commentatore sul Fides et Forma 2.0:
RispondiEliminaIl “bello” che ancora un po’ ci circonda a cui questo blog vuol dare nuova visibilità , appartiene al passato. E’ ciò che è scampato alla furia modernizzatrice di quegli ideologi al potere che oggi segnano ovunque nel mondo un’avanzata trionfale senza precedenti, e senza incontrare rilevanti resistenze.
Lei, egregio Colafemmina, ha perfettamente ragione: la partita è persa, definitivamente persa.
Firmato l’armistizio, tra gli applausi del popolo ignavo, alle truppe abbandonate minacciate e derise non resta che adeguarsi, deporre penne e cervelli ai piedi dei vincitori.
Jamais, je préfère la mort! Maria Lu
Eliminaanonimo 22.51: vae victis
RispondiEliminarosa
«Perdono reciproco tra cattolici e luterani» http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/cattolici-catolicos-catholics-luterani-lutherans-luteranos-28838/
RispondiElimina« Se questa fede nominalista e questa preghiera informale costituiscono il programma del Vescovo di Roma, sono da aspettarsi conseguenza catastrofiche per la fede e per la liturgia. I presagi di ciò non sono sino ad oggi mancati. »
RispondiEliminaJe l'ai dit dès le début et ne cesse de le répéter : Bergoglio est un sophiste, un incrédule et un démolisseur. Il a été nommé par les apostats qui occupent l'Église pour ruiner la papauté et pour détruire l'Église catholique.
Il est chargé d'exécuter le programme annoncé par le maçon Edgar Quinet :
« Il s'agit ici non seulement de réfuter le papisme, mais de l'extirper; non seulement de l'extirper, mais de le déshonorer; non seulement de le déshonorer, mais... DE L'ETOUFFER DANS LA BOUE. […] Il faut que le catholicisme tombe » (E. Quinet, cité par Mgr de Ségur, "Causeries sur le protestantisme d'aujourd'hui", Rennes : Libraie Saint-Joseph, Tolra libraire-éditeur, 1894).
Et encore :
«... Je m'adresse à toutes les croyances, à toutes les religions qui ont combattu Rome ; ELLES SONT TOUTES, QU'ELLES LE VEUILLENT OU NON, DANS NOS RANGS [à nous, Maçons], puisqu'au fond leur existence est aussi inconciliable que la nôtre avec la domination de Rome » (ibid.).
L'interview scandaleuse donnée à Scalfari dès le début de son pontificat et reproduite — scandale plus grand encore — dans l'"Osservatore Romano" a été le signal et le coup d'envoi donné à la secte par le maçon Bergoglio.
:: ALL'ATTENZIONE DI CHI GUIDA QUESTO BLOG ::
RispondiEliminaTesti di Antonio SOCCI e di Roberto FONTOLAN da riscoprire per capire meglio l'oggi dell'Italia sotto il regno di papa Bergolio
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Concilio e postconcilio: Tredici anni della nostra storia
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Il settimanale Il Sabato ricostruì una storia inedita della presenza dei cattolici in Italia.
"Tredici anni della nostra storia". Dal 1974 al 1987. Le battaglie sui valori, l'emarginazione dal potere, la protestantizzazione della fede.
http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/concilio_e_postconcilio/tredici_anni_della_nostra_storia/
UN VERO TESORO LITTERARIO GIORNALISTICO DA CUSTODIRE quand si sa che il Card. Martini fece un processo canonico ai giornalisti che scrivarono questi articoli nel giornale milanese IL SABATO.
Legete questi 6 articoli e capirete ora perche siamo dove siamo.
Resiste e' un dovere !
Vita est Militia !
Fellay ha espresso una considerazione molto forte: papa Francesco é un modernista!
RispondiEliminaOra noi dibattiamo perchè qui il papa dice una cosa e invece una settimana dopo sembra dirne un'altra più ortodossa. La lettera di Socci di cui parla l'anonimo aretino in fondo esprime questa perplessità.
Se andiamo a vedere cosa hanno detto i papi preconciliari del modernismo, tutto parrebbe spiegato: puoi leggere delle pagine che fanno arricciare i capelli e poi un'altra pagina perfettamente conforme al dogma!
Questo é il modernismo, anche se spiace dirlo. Questa é con il naturalismo una delle più infestanti ideologie attualmente presenti nella società!
La nuova curia prende forma così.
RispondiEliminaLa riforma complessiva è di là da venire. Ma intanto papa Francesco va avanti di testa sua. Seminando il terrore tra i molti dirigenti ancora in attesa di una conferma. Gli sviluppi del caso Chaouqui
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350628
m
Segnalo un articolo sulla "rivoluzione evangelica " di papa Bergoglio.
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350628
Bergoglio: el Arzobispo Mimoso
RispondiEliminaQue sean una sola cosa
http://pagina-catolica.blogspot.it/2013/10/bergolio-el-arzobispo-mimoso.html#more
m
Quindi secondo alcuni commenti, ci dobbiamo arrendere come gli ultimi imperatori romani succubi dei loro generali barbari, che si mettevano proni per permettere loro di salire a cavallo?Ma un po' di orgoglio no???Abbiamo un patrimonio di 2.000 anni da custodire e preservare, facciamolo, se non possiamo farlo in altro modo, almeno custodiamolo nei nostri cuori....ho letto un post in altro sito:PF avanza come un caterpillar per rivoluzionare la chiesa.....o per camminare sulle macerie della stessa?.Lupus et agnus.
RispondiEliminaEccellente il pezzo! E secondo me l'autore ha ragione... Purtroppo..
RispondiEliminaAyant accepté son élection au siège de Pierre “dopo una crisi quasi mistica” (dixit Marco Garzonio, “Corriere della Sera”, 11 ottobre ; cité par Sandro Magister, http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350623), Bergoglio interdit qu’on l‘appelle François Premier, car il ne veut pas qu’on le prenne pour “un monarque”. N’est-il pas permis d’en conclure que le nom qui lui conviendrait le mieux est sans doute celui de François Zéro ?
RispondiEliminaD’autre part, il serait intéressant (et charitable) que le psychologue et psychothérapeute Marco Garzonio nous explique dans le détail ce qu’est une “crise quasi mystique”, ce qui supposerait, à notre avis, et en bonne méthode (pour que nous puissions comparer), qu’il nous explique préalablement :
1) ce qu’est une “crise [simplement] mystique” ; et
2) ce qu’est une “crise complètement mystique”.
L’à-peu-près, dans ce domaine, est toujours dommageable et il est bien connu que les hôpitaux et cliniques psychiatriques sont pleins d’individus se croyant “en ligne directe” avec le divin, au moyen d’expériences diverses et variées.
Si, dans le cas de Bergoglio (qui a refusé de s'installer dans les appartements pontificaux "pour des raisons psychiatriques"), il s’agissait en réalité, sous le symptôme d’une crise “quasi mystique”, d’une crise “nullement mystique”, c’est-à-dire d’une crise "tout court" (mais quelle ? et a-t-elle eu lieu dans la Chapelle Sixtine, devant la fresque du Jugement Dernier ?), il serait peut-être judicieux que le psychothérapeute définisse aussi, pour le bien de l’Église, le traitement adéquat…
Posso chiedere a voi del blog un consiglio?
RispondiEliminaOggi un sacerdote di quelli moderni (ma ragionevoli...) mi ha chiesto di poter parlare insieme del fatto che non frequento più la Messa N.O. e delle mie perplessità su Papa Francesco.
Cosa mi consigliate di dirgli o di fargli leggere?
"Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche,quante mode di pensiero..la piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde-gettata da un estremo all'altro:dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo, dal collettivismo all'individualismo radicale; dall'ateismo ad un vago misticismo religioso, dall'agnosticismo al sincretismo e così via .Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice S.Paolo sull'inganno degli uomini (Ef 4,14)avere una fede chiara,secondo il Credo della Chiesa,viene spesso etichettato come fondamentalismo,mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi moderni.Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie" card. Ratzinger cfr.Missa pro eligendo romano pontifice 2005, cominci a fargli leggere questo capirà molte cose.Lupus et agnus.
RispondiEliminaCarissimo Sine Timore, iniziamo col dire che il tuo parroco ha comunque ancora una gran qualità: si preoccupa dei suoi fedeli.
RispondiEliminaA me, che ero attivo in parrocchia, non é mai stato né chiesto né domandato mai nulla. Ho preso dunque io l'iniziativa, ma ho voluto parlare col suo vicario, per vari motivi.
Comunque iniziando con la lettera dei cardinali Ottaviani e Bacci, parlando poi di dottrina immutabile e di crisi evidente nella Chiesa, iniziando dai banchi vuoti alla Messa, si potrà certamente rispolverare la figura di Atanasio.
Ma per concludere si potrà riproporrre la stessa domanda che pose Gesù 2000 anni fa: quando il Figlio dell'uomo tornerà, ritroverà la fede?
Non ha parlato di esperienza religiosa o di sentimenti d'accoglienza e di bontà, ha parlato di fede!
Auguri e prega: la grazia del Signore deve farti parlare da santo e deve predisporre l'interlocutore ad ascoltare santamente!
Sarebbe troppo bello poter far ritrovare la vera Messa ad un sacerdote. Un sogno? Non si sa mai...
A Sine Timore delle 12,33 -
RispondiEliminaCaro amico, di' al sacerdote moderno di leggersi, con molta attenzione e con riflessione, IOTA UNUM e STAT VERITAS di Romano Amerio di Mons. Gherardini "Concilio ecumenico - Un discorso da fare - e Concilio Vat.II Il discorso mancato nonche' di Roberto De Mattei Il Voncilio Vat.II Una storia mai scritta e per ultimo di A.Gnocchi e M. Palmaro Tradizione il vero volto.
Ci vuole un po' di tempo, ma ti fa capire i primi duemila anni della Chiesa Cattolica e cio' che ha combinato il Conc. Vat.II e post/conc.
Tutto questo gli fa' capire la vera Chiesa di Cristo.
Il nuovo segretario-prodige brasiliano della congregazione del vescovi:
RispondiEliminahttp://oglobo.globo.com/mundo/papa-nomeia-brasileiro-como-secretario-da-congregacao-dos-bispos-10347926
(Impossibile, o quasi, trovarne una foto con tonaca.. -Tutto un programma: ecco chi dovrà selezionare, assieme ai nuovi membri della congregazione a venire -e scavalcando probabilmente Ouellet ed episcopati locali, se il caso- i 'vescovi del futuro', per almeno un lustro, o un decennio...)
Vedete anche:
RispondiEliminahttp://www.leforumcatholique.org/message.php?num=734772
(Bisogna esserne coscienti.)
il nuovo segretario che sarebbe grande amico di monsignor Ricca ?
RispondiEliminaRosa
Ringrazio Lupus et agnus, viandante e bernardino per i loro gentili consigli.
RispondiEliminaQuesta è la più bella di tutte (se vera)chi sarà il superadviser 'super partes' del g8?Ma AS ,naturalmente,experitus maximus....alla prossima.Anonymous.
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