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martedì 29 ottobre 2013

Impariamo dai Santi. La buona e la cattiva tristezza: come vincere la seconda

Premetto che dobbiamo innanzitutto saper distinguere la tristezza - e quella buona o cattiva - dalla critica, che non nasce dalla tristezza ma dalla consapevolezza, nell'intento di fondarci nella verità. La tristezza si può innescare anche in questo processo di discernimento che siamo costretti a fare nel nostro tempo di confusione e disorientamento; ma non  dobbiamo permetterlo, perché nessuno può toglierci la gioia del Signore Risorto. Troviamo oggi aiuto nel brano, trascritto di seguito, di San Francesco di Sales, che conosco per le note tenerissime e profonde che scrive a Giovanna di Chantal e anche alle nostre anime, alle quali parla in eterno. Le sue esortazioni ci rivelano gli inganni e ci sostengono e fortificano indicandoci i rimedi salutari nella quotidiana lotta col male che riguarda innanzitutto noi stessi. Premetto ancora che la tristezza, oltre ad avere cause umorali prossime o remote, può essere anche un segnale di allarme che ci fa capire che incontriamo qualcosa che ci è estraneo o nemico ed è umana e non va soffocata se la causa è concreta. Tuttavia, dopo averla riconosciuta e ascoltata, va superata con l'aiuto della grazia, altrimenti i suoi effetti saranno negativi per noi e per gli altri.  E, per riuscire a "mettere le ali", nutriamoci del "miele preparato dagli anziani".

Dice S. Paolo che la tristezza secondo Dio opera la penitenza per la salvezza; la tristezza del mondo, invece, opera la morte. La tristezza può essere quindi buona o cattiva: dipende dagli effetti che produce in noi.

È certo che ne fa più di cattivi che di buoni, perché di fatto i buoni effetti sono soltanto due: la misericordia e la penitenza; quelli cattivi invece sono sei: l'angoscia, la pigrizia, lo sdegno, la gelosia, l'invidia, l'impazienza. Il che ha fatto dire al Saggio: La tristezza ne uccide molti e non giova a nulla; infatti contro due soli rigagnoli buoni che zampillano dalla sorgente della tristezza, ce ne sono sei di cattivi!

Il nemico si serve della tristezza per portare le sue tentazioni contro i buoni; da un lato cerca di rendere allegri i peccatori nei loro peccati, e dall'altro cerca di rendere tristi i buoni nelle loro opere buone; e come non gli riuscirebbe di attrarre al male se non presentandolo in modo piacevole, così non potrebbe distogliere dal bene se non facendolo trovare sgradevole.
Il maligno gode nella tristezza e nella malinconia, perché lui è, e lo sarà per l'eternità, triste e malinconico; per cui vorrebbe che tutti fossero così!

La cattiva tristezza turba l'anima, la mette in agitazione, le dà paure immotivate, genera disgusto per l'orazione, assopisce e opprime il cervello, priva l'anima di consiglio, di proposito, di senno, di coraggio fiacca le forze. In conclusione, è come un duro inverno che cancella tutta la bellezza della terra e manda i letargo gli animali; infatti la tristezza toglie ogni bellezza all'anima e la rende quasi paralizzata e impotente in tutte le sue facoltà.

Filotea, se mai dovesse capitarti di essere afflitta da questa cattiva tristezza, metti in atto i seguenti rimedi. Dice S. Giacomo: Se qualcuno è triste, preghi: la preghiera è il rimedio più efficace perché innalza lo spirito a Dio, nostra unica gioia e consolazione; nella preghiera poi, serviti di affetti e parole interiori ed esteriori, che portano alla fiducia e all'amore di Dio, come:
- O Dio di misericordia, mio buon Signore Salvatore mio misericordioso, 
- Dio del mio cuore, mia gioia, mia speranza, mio caro Sposo, 
- Amore dell'anima mia, e simili.
Combatti con forza la tendenza alla tristezza; e anche se hai l'impressione che tutto quello che stai facendo in quel frangente rimanga distante e freddo, triste e fiacco, non rinunciare a farlo; il nemico che vuol per mezzo della tristezza far morire le nostre buon opere, vedendo che non sospendiamo di farle, e che compiute con sforzo valgono di più, cesserà di tormentarci.
Canta dei canti spirituali; spesso il maligno abbandona il campo di fronte a quest'arma. Un esempio ci viene dallo spirito maligno che assediava e possedeva Saul, la cui violenza era dominata soltanto dalla salmodia.

È cosa buona occuparsi in atti esteriori e variarli più che possiamo, per distrarre l'anima dall'oggetto della tristezza, purificare e riscaldare gli spiriti; questo perché la tristezza è una passione fredda e arida.
Compi atti esteriori di fervore, anche se non ci trovi alcuna attrattiva: abbraccia il Crocifisso stringendolo al cuore, baciagli i piedi e le mani, alza gli occhi e le mani al cielo, indirizza la tua voce a Dio con parole di amore e di fiducia simili a queste: Il mio Amore è mio e io sono sua. Il mio Amore è come un mazzetto di mirra che riposa sul mio seno. I miei occhi si posano su di te, o mio Dio, e dicono: Quando mi consolerai? O Gesù, sii Gesù per me; Viva Gesù, e anche la mia anima vivrà. Chi mi separerà dall'amore del mio Dio? E simili.

La disciplina moderata è buona contro la tristezza, perché questa mortificazione esteriore volontaria, chiama la consolazione interiore e l'anima, provando dolori dal di fuori, si distrae da quelli che l'affliggono di dentro. La frequenza alla Santa Comunione è ottimo rimedio; perché questo pane celeste dà forza al cuore e gioia allo spirito.

Manifesta tutti i tuoi sentimenti, gli affetti, i pensieri alla tua guida e confessore, con umiltà e sincerità; cerca la conversazione di persone spirituali e frequentale più che puoi in tali circostanze.
In conclusione, rimettiti tra le mani di Dio, e preparati a sopportare con pazienza questa fastidiosa tristezza, come giusta punizione per le tue stupide gioie; e sii certa che Dio, dopo averti messa alla prova, ti libererà da questo male.

[...] Credi a me, se sarai perseverante, non passerà molto tempo che sarai ricolma di dolcezze così deliziose e piacevoli, fatte di autentico miele, che dovrai ammettere che il mondo ha soltanto del fiele a confronto! Un solo giorno di devozione vale più di mille anni di vita di mondo.

Ora ti accorgi che la montagna della perfezione cristiana è terribilmente alta: dirai, Dio mio, e come ci arriverò? Coraggio, Filotea, quando le larve delle api cominciano a prendere forma si chiamano ninfe; non sanno ancora volare sui fiori, né sui monti, né sulle colline, per raccogliere miele; ma piano piano, nutrendosi del miele preparato dalle api anziane, quelle piccole ninfe mettono le ali e si fortificano, e così in seguito potranno volare ovunque, alla ricerca del miele.

È vero, noi siamo ancora piccole larve nella devozione, non riusciamo a salire secondo il nostro progetto, che è addirittura quello di raggiungere la vetta della perfezione cristiana; ma, piano piano, prendiamo forma con i nostri desideri e i nostri propositi, cominciamo a mettere le ali; abbiamo motivo di sperare che un giorno saremo api spirituali e voleremo; nel frattempo viviamo del miele degli insegnamenti così ricchi che i devoti prima di noi ci hanno lasciato, e preghiamo Iddio che ci arricchisca di penne come di colomba, per poter volare non soltanto nel tempo della vita presente, ma anche raggiungere il riposo nell'eternità della futura.
(Francesco di Sales, Filotea, Paoline 1984, p.287-289)

6 commenti:


  1. Gentile mic, splendido articolo.

    Vorrei intengrare questo articolo con questo questo video
    http://www.youtube.com/watch?v=M4HpP9L3Aig&list=RD029xMdMzsAGEg
    Dal momento che domani inizia il triduo di "Nostra Signora del Suffragio"

    Gesù ha detto:
    "Ora la vostra ora è giunta. Ora il potere é delle tenebre. "
    L'arresto di Gesú-un episodio della passione di Cristo
    Luca22-47-53
    Ed io ne sono convinta del momento attuale.

    Ma sta anche scritto; le porte degli inferi non prevarranno contro di essa Mt 16-30
    E ricordando un canto di gioventú dei"Gen Ross" esso dice cosí ;
    "offri la vita tua come Maria a piedi della Croce e sarai servo di ogni uomo..."
    Per Mariam ad Christum.

    Ot;
    e per ritornate alla "cruda realtá" oggi su Katholisches.info c'era un articolo che trattava della presa di posizione evangelica(ossia i protestanti) sul Pontificato di F.

    Il titolo dell'articolo sul sito dell'allenaza evangelica italiana
    Importante presa di posizione evangelica sul pontificato di Francescco

    Attenzione ai commenti evangelici tanto entusiastici quanto infondati: “Francesco mescola un linguaggio evangelico, la devozione mariana e le idee liberali”. Questo è il cuore di una lettera firmata dai presidenti delle Alleanza Evangeliche italiana, spagnola, francese e polacca e rivolta ai leaders delle Alleanze Europea e Mondiale
    http://www.alleanzaevangelica.org/ Qui tutta la lettera.

    Qui il testo di Katholisches.info da cui ho tratto tale informazione

    http://katholisches.info/2013/10/29/papst-exhumiert-laengst-totgeglaubte-liberale-theologie-evangelikale-kritik-an-franziskus/

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  2. ...
    Come evangelici che vivono in contesti a maggioranza cattolici, i firmatari esprimono sostegno ai dialoghi col cattolicesimo improntati alla verità biblica e alla carità cristiana, ma anche preoccupazione per le reazioni acritiche che si sono levate nel mondo evangelico, soprattutto latino-americano, a seguito dell'elezione del primo papa latino-americano.

    L'iniziativa, promossa dal presidente Aei, Giacomo Ciccone, ha riscontrato l'adesione dei colleghi spagnoli, francesi e polacchi e rappresenta un importante servizio per la chiarificazione di atteggiamenti evangelici al cattolicesimo che, se lasciati alla mercé di emozioni e di letture parziali, rischiano di stravolgere la comprensione biblica del cattolicesimo.

    Roma, 16 ottobre 2013

    Alleanza Evangelica Italiana
    - See more at: http://www.evangelici.net/notizie/1381945500.html#sthash.KTeq2Jk5.dpuf

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  3. Grazie carissima Mic, un articolo provvidenziale.

    Guanluca M.

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  4. mi e' capitato piu' volte, essendo affliita per serii problemi personali, di essere entrata nella prima chiesa incontrata- anche all' estero- e, dopo avervi sostato e pregato pur brevemente, essermi sentita subito rinfrancata.
    rosa

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  5. In breve sulla lettera dell'AEI.

    L'Alleanza Evangelica Italiana non comprende tutti i protestanti italiani(a dispetto del nome che sembra collettivo), tenendo conto della frammentazione del loro mondo e della presenza anche di chiese libere e autocefale rispetto alla loro stessa tradizione.

    Va considerato che battisti, valdesi, metodisti si sono distaccati da tempo dalle rispettive tradizioni,
    e sono in linea di massima ormai seguaci di vari gradi di teologia liberale, o molto liberale, corrispondente a tesi (in etica, le cose ultime, il filomarxismo, l'orizzontalità etc) tipo il nostro Vaticano II e oltre;

    c'è poi la parte di chiese "fondamentalista" legate in maniera conservativa/calvinista al periodo iniziale della riforma e quella fondamentalista pentecostale (tipo le ADI),
    che la teologia liberale, e la parola liberale, non sanno nemmeno cosa sia.

    Preso atto della scissione anche interna tra 2 grosse correnti, oltre alle denominazioni, tra conservatori-fondamentalisti e ultraliberali, la lettera su Bergoglio dell'AEI (in linea di massima "conservatrice") presenta spunti d'interesse.

    Ovvio che di Bergoglio critichino la devozione mariana, per loro sempre mariolatria. Nihil sub sole novum.

    Ma notano, è sintomatico, le idee liberali del papa, nel senso proprio della teologia liberale, che hanno vissuto nell'ultimo secolo (in realtà 2 e più nel mondo anglosassone) come un incubo destrutturante.

    Dalla lettera:

    "(PF)...parla, infatti, di “conversione”, “rapporto personale con Cristo”, “missione”, ecc. Tuttavia, parla anche di idee che appartengono alla vecchia teologia liberale che sembrava essere sepolta e che invece, paradossalmente, il papa ha riesumato: la coscienza individuale quale ultima istanza della verità, la presenza della grazia in tutte le persone indipendentemente dalla loro fede in Gesù Cristo, la condanna anche grossolana del “proselitismo”...."

    Chiaro che queste espressioni papali non reggono al confronto scritturale, anche se fatto da un protestante.

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  6. La riflessione di S. Francesco di Sales ha presente questi passaggi:

    da 2 Corinzi, 7

    "....non per la vostra tristezza, ma perché questa tristezza vi ha portato a pentirvi. Infatti vi siete rattristati secondo Dio e così non avete ricevuto alcun danno da parte nostra; 10 perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte."

    S. Paolo qui distingue bene tra i 2 tipi di "tristezze", secondo il mondo, e secondo Dio. Quella che ha origine sacra naturalmente spinge a pentimento e superamento, crescita e frutto in vista della salvezza.

    S.Paaolo, anche se in occasione diversa, riprende il principio anche qui:

    Ebrei 12,11

    "Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati."

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