Le Edizioni Radio Spada iniziano oggi, 27 ottobre 2013, festa liturgica di Cristo Re, la propria attività pubblica.
Questo progetto editoriale nasce dalla collaborazione di un gruppo di giovani, dall'unione polifonica di energie e sensibilità differenti per la difesa e la diffusione della comune Fede cattolica, dei princìpi e dei valori della Civiltà cristiana.
Le Edizioni si occupano di diverse tematiche: dall'apologetica all'attualità, dalla vita spirituale all'analisi storico-teologica, dalla geopolitica al revisionismo storico, dalla letteratura e le arti alla scienza e la tecnica.
Il catalogo delle Edizioni Radio Spada è caratterizzato da un mosaico di antico e novità: al recupero di testi cattolici del passato - ma ora più che mai attuali - si affiancano traduzioni in esclusiva di best-seller stranieri, nonché testi originali provenienti dalla nostra batteria di autori.
La collane che compongono l'offerta editoriale delle Edizioni Radio Spada coprono i vari ambiti della militanza culturale cattolica: la devozionale "Rosa Mystica", la letteraria "L'Osteria Volante", la teologica-apologetica-storica ecclesiastica "Tibi dabo claves", la politica, di attualità e di storia profana "La Spada dell'Arcangelo" e la tecnico-scientifica "Interroga pulchritudinem terrae".
Lo sguardo è sempre fisso all'integralità della dottrina cattolica, senza ignorare la grave decadenza e le pulsioni dissolutrici del mondo contemporaneo; la volontà è ferma nel fornire un contributo indipendente ed originale al panorama editoriale cattolico di lingua e cultura italiana.
:: Il sito delle Edizioni: http://edizioni.radiospada.org/
:: Il blog di Radio Spada: http://radiospada.org/
:: Per contatti: Piergiorgio Seveso, tel. 392 9950752
Ricordo la posizione di Radio Spada su chi critica papa Bergoglio:
RispondiEliminahttp://radiospada.org/2013/10/ancora-sulle-critiche-a-papa-francesco-un-tentativo-di-approccio-positivo/
Anonimo delle 7:33,
RispondiEliminatrovo che questa posizione di Radio Spada, come altre simili espresse da altri in passato, non sia tale da rendere impossibile o controproducente la collaborazione, e tanto meno da farne un nemico da guardare con sospetto.
Non sempre badare a ciò che unisce e mettere da parte ciò che divide è un tradimento: bisogna vedere che cos'è che si mette da parte. Qui sarebbe l'approccio verso le critiche al Papa: è un punto così fondamentale? Credo di no, credo che si possa dir loro dove pensiamo che sbaglino senza per questo, al solo nome di Radio Spada, correre a dire: "Attenzione, loro sono normalisti".
Di questo passo, quando finirà il pontificato di Francesco (e non credo che gli succederà un Pio XIII), la "destra cattolica" si troverà ancora più frantumata - tradizionalisti contro conservatori, normalisti contro tristi; e gli stessi tradizionalisti saranno sempre più divisi da risentimenti personali - una divisione che si saranno cercata solo loro. Sempre più divisi vuol dire sempre meno incisivi, sempre più insignificanti. E invece bisognerebbe ingrossare le file, non assottigliarle.
Per quel che conosco del blog di Radio Spada, ricordo ottimi testi e un impegno serio.
RispondiEliminaDevo dedurre che se ci hanno fatto avere il loro comunicato è perché hanno apprezzato la serietà anche del nostro, di impegno.
Inoltre, d'accordo con latinista.
RispondiEliminaCollaborare e comunicare, sempre.
Ieri riflettevo, ad esempio sulla nuova posizione di Colafemmina e sulla sua valutazione della situazione. Praticamente di irreversibilità, avuto riguardo alla piega degli eventi ed alla capillarità dell'inquinamento. E dunque ne deduce l'inutilità di una lotta ad oltranza che tuttavia - ribadisco - non è 'contro' la persona o l'Autorità del pontefice o dei pastori, ma contro idee e prassi che stanno oscurando la retta fede e disorientano, evidenziandole alla luce del Magistero perenne.
Dunque, se concordo sulla gravità della situazione e sul senso di impotenza che genera, non concordo sull'atteggiamento di resa incondizionata e acritica. Tenendo conto che, al punto in cui siamo, la critica non è altro che discernimento.
Ciò che ovviamente non posso condividere è l'espressione dello sprezzante disprezzo verso chi ancora è in trincea non perché si aspetta dei risultati, ma per una estrema espressione di fedeltà al Signore, che si traduce nel salvare il salvabile per chi ancora ascolta. Per di più da parte di uno che spesso ci andava giù duro, parlando con toni meno rispettosi dei nostri, che affermano in primo luogo i principi e non sono esternazioni emotive...
Vedremo cosa succederà ancora strada facendo.
Come sono percepite e giudicate le voci fuori dal coro osannante per papa Bergoglio, è un barometro del clima che si sta diffondendo e, se non prestiamo attenzione, imponendo nella Chiesa, e cioè un clima bollente in cui si vorrebbe soffocare e spegnere ogni voce anche solo tiepidamente contraria o dubbiosa sull`operato del Papa, di QUESTO Papa.
RispondiEliminaSe viene meno la libertà d`espressione, anche la più rispettuosa e correttamente formulata, ricadremo nella dittatura egemonica del pensiero unico dal quale, mi sembra, si era potuti uscire anche grazie a Benedetto XVI.
Benedetto XVI che fu criticato , offeso e anche calunniato, senza avere ai suoi piedi una corte di media, lobby e vaticanisti, Vescovi e clero, per difenderlo o reclamare il silenzio, senza che chi lo criticava fosse ricoperto di etichette più o menso sprezzanti come quelle che stanno incollando non solo i soliti noti ma anche alcuni cattolici detti tradizionali, o pretesi tali, a chi esprime dubbi o dissenso su certe affermazioni del suo successore.
Se non bisogna creare nuovi muri divisori, banalizzare o far finta di non vedere quel che si sta muovendo, e cioè il tentativo di silenziare ogni voce critica, e sto parlando di "attacchi" provenienti da "amici", non mi sembra la via più giusta da percorrere, fermo restando che bisogna mantenere il dialogo e cercare di far capire le proprie ragioni, che l`amico non è diventato un nemico, ma questo bisognerebbe sopratutto dirlo a questi nuovi intransigenti censori chi stanno incollando quelle sprezzanti etichette e che, invece di dialogare, si chiudono a riccio e sbattono le porte in faccia a chi non li segue sulla via che hanno scelto.
Oggi nuovo articolo di Gnocchi e Palmaro sul Foglio.
RispondiEliminaE sempre a proposito del coro osannante nei confronti di Bergoglio due "chicche" tratte da un un'intervista rilasciata dal Cardinale Pell e ovviamente ripresa da Vatican Insider:
1. sulle critiche di Mons Fellay al Vescovo di Roma "Penso in tutta franchezza che queste affermazioni siano delle sciocchezze da respingere con fermezza"
2. "I gesuiti non sono famosi per le loro raffinatezze liturgiche ma lui (Bergoglio) celebra delle messe davvero bellissime.
E in questo clima mieloso si annuncia per metà febbrio il primo Concistoro di Francesco. Che Iddio ci aiuti...
"..Non vogliamo cambiare. Di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore."
RispondiEliminahttp://fidesetforma.blogspot.it/2013/04/quei-testardi-stolti-e-lenti-di-cuore.html
Se questo Papa ci sorprenderà in positivo e risulterà essere il pastore giusto in questo momento storico (che è, sottolineo, estremo) il più contento sarò io ma è impossibile non rilevare (allo stato attuale) che siamo continuamente costretti (tutti) ad inseguire l'interpretazione autentica del Bergoglio pensiero. Esercizio settimanale che avrebbe un po' stufato. Speriamo si tratti solo di strategia per attirare l'umanità alla Chiesa. Vedremo.
Mi preoccuperei comunque molto di più delle interpretazioni (quelle si da correggere) date da laici alla scalfari o di un boff, kung ecc più di concentrarsi sull'ala tradizionalista (che poi va analizzata bene, non tutto il tradizionalismo è uguale ed è minoritario in ogni caso).
ps tra i gaudenti c'è anche il direttore di fanghiglia cristiana che in tv mi sembra abbia detto che la sua rivista era da tempo sulla "linea" di Papa Francesco (quindi in pratica si è autodefinito un "anticipatore")m
Ho letto il link a Fides et Forma old style, erano i tempi in cui Colafemmina scriveva:
RispondiElimina"Io non sono un tradizionalista. Gli ismi non mi sono mai piaciuti. Esprimo opinioni, discutibili, condannabili, forse sciocche, ma opinioni. E lo faccio su un blog di periferia.
In questi giorni ho solo espresso la mia preoccupazione relativamente ad alcuni gesti e parole di Papa Francesco che danno l'idea di una certa discontinuità.
Mi sbaglierò? Sicuramente, a giudicare dalla grancassa mediatica.
Ma io non vivo di opinioni sul Vaticano. E' una passione, una forma di testimonianza. Non ambisco a nulla, né al consenso del mondo né a quello del clero. Cerco di offrire chiavi di lettura, magari scomode o forse azzardate.
Chiederei rispetto per queste mie posizioni, vissute peraltro con fatica e travaglio. E invece ricevo dosi massicce di moralismo."
ed alla fine, lui, o chi per lui, ha ceduro.
RispondiEliminaPazienza, ce ne siam fatti una ragione, e tiremm innanz!
Rosa
Moralismo che oggi il neo-Colafemmina riversa sugli ex compagni di una lotta che tanto bene descriveva e che pur sembrava condividere...
RispondiEliminaIn effetti il suo cambio di registro, vera e propria inversione di rotta a 180 gradi, lascia basiti.
Speriamo che dietro tutto questo vi sia stata solo umana fragilità.
Questo suo continuo moralizzare contro i tradizionalisti "tristi", ora anche "lenti e stolti di cuore", con tutto il rispetto, ha il sapore della cattiva coscienza che cerca di silenziare il rimorso.
Sempre ammesso che il rimorso non sia per le sue stesse passate opinioni, da condannare e stigmatizzare come sorta di purificazione, scagliandosi con chi ancora oggi le fa proprie.
Credo che psicologicamente non vi siano altre possibili spiegazioni.
purtroppo tutte le spiegazioni di tipo psicologico rimandano a quanto si assiste nei regimi totalitari o alla sindrome di Stoccolma...
RispondiEliminaRosa
Antonio,
RispondiElimina"stolti e lenti di cuore" era una citazione di una predica di Papa Francesco, Colafemmina la riportava con sconcerto. Oggi ha cambiato idea su certi approcci e certe prese di posizione pubbliche, ma non credo proprio che farebbe sue quelle parole, né del resto che abbia invertito la rotta di 180 gradi.
Perché non gli si va a chiedere le sue ragioni, invece di limitarsi a parlarne male? Parlar male degli "alleati" (tra l'altro essendo male informati) non solo non serve, ma è anche dannoso: un disaccordo su elementi secondarii può diventare un'avversione che fa saltare l'alleanza.
RispondiElimina"Perché non gli si va a chiedere le sue ragioni, invece di limitarsi a parlarne male?"
Io l`ho fatto, con correttezza, con che risultato? Sono stata censurata e mi son beccata degli apprezzamenti molto bergoglioconformi.
Non vedo dove Antonio avrebbe parlato male di Colafemmina.
latinista,
RispondiEliminaMic gli ha scritto privatamente, e lui non le ha risposto, ma ha pubblicato la lettera.
Rosa
@Latinista
RispondiEliminaSuperficialmente non avevo colto che l'espressione era presa in citazione; mi spiace aver attribuito direttamente quelle parole al pensiero di Colafemmina.
Tuttavia che il nostro abbia cambiato approccio, come dici, è notorio.
Le ragioni (pubbliche) lui stesso le ha date in un suo post successivo alla visita del Papa ad Assisi, se poi quelle private sono altre non posso certo chiedergliele non conoscendolo, ad ogni modo non credo me le direbbe.
Di tradizionalisti tristi, lamentosi, che sprecano i loro talenti e dovrebbero pensare più a viver la parrocchia che gridare via web lui ne ha parlato qui:
http://www.fidesetforma.com/2013/10/18/lettera-ai-tradizionalisti-tristi/
Magari mi sbaglierò, per me tra quello che scriveva prima e questo articolo corre un'inversione di rotta di 180 gradi, ossia dalla critica pubblica al Papa in quanto soggetto affermante cose in discontinuità e di scandalo alla fede, al silenzio.
Ciò in cui credo in coscienza è che la Verità vada urlata dai tetti quando ad essa si dà scandalo, specie alla luce di quello che vediamo oggi...
Ben vengano gli Gnocchi e i Palmaro, i blog come questi.
Dove sta scritto che chi scrive pubblicamente qui è un musone, un soggetto triste, uno che sta sempre nella sua vita privata a dir male del Papa?
Semplicemente penso che su un blog come questi, dove viene per forza di cosa a leggere un certo tipo di persone, di gente che vuole informarsi, capire, sia salutare avere il coraggio di sollevare certe perplessità, muovere, pur con le dovute cautele e rispetto, critiche tutt'altro che su cose di secondaria importanza.
Colafemmina ci ha messo faccia e nome nelle sue critiche pubbliche, di questo ha tutta la mia stima.
Poi ha cambiato registro, auto-silenziandosi. Scelte personali, che non faccio fatica a comprendere.
Questo non toglie che l'articolo sui tradizionalisti tristi e lamentosi con tanto di morale rivolta agli stessi, che non fa che alimentare i soliti pregiudizi triti e ritriti su un certo ambiente cattolico, se lo poteva risparmiare.
In conclusione, la scelta tra denuncia pubblica del pubblico scandalo alla fede e tra restare in silenzio, non è una scelta su elementi secondari.
Se non ti senti o non ritieni personalmente opportuno farla, è comprensibilissimo, ma non criticare chi lo fa. Facendolo non stai più semplicemente in silenzio, indirettamente copri chi l'errore lo sta causando.
rosa: "ed alla fine, lui, o chi per lui, ha ceduro.
RispondiEliminaPazienza, ce ne siam fatti una ragione, e tiremm innanz!"
Secondo me (Colafemmina) è sotto ricatto. Confesso che la prosa di quella "lettera ai tradizionalisti tristi" non mi pareva la sua. Lo dico - ovviamente - da Maestro elementare
maestro, concordo. e' per quello che ho parlato di regimi totalitari, vel staliniani. Scena da film: l' eroico dissidente, ormai moribondo per le torture subite, firma senza fiatre una confessione in cui non solo accusa se stesso, ma anche i suoi compagni di fede.
RispondiEliminae' troppo romanzata, la verita' sara' sicuramente meno eroica.
Maestro, ti sei accorto di qualcun altro che spesso usa la farina del sacco altrui, senza ciare l' autore ?
Rosa
rosa: "Maestro, ti sei accorto di qualcun altro che spesso usa la farina del sacco altrui, senza ciare l' autore ?"
RispondiEliminaBeh, abbiamo l'imbarazzo della scelta. Penserei a un certo personaggio, spesso oggetto di commenti, il cui "username" - diciamo - è un po' all'opposto della prima parte del mio, anche se dovrebbe essere concorde. Chissà chi è?
Parli di totalitarismi, e fai bene. Ma perché ricorrere a Stalin, quamdo abbiamo i nostri sicuri ricorsi storici: i fatti del '22, l'olio di ricino, chi si leva in Parlamento per dire la verità e viene silenziato con la forza... Dio non voglia che accada con alcuni che, con coraggio, ripetono il gesto coraggioso. Dio non voglia!
Non facciamone una questione di destra e di sinistra. Forse è meglio non farlo.
Suggerisco, a chi mi interpella, di specificare per intero: Maestro sì, ma più semplicemenete "elementare". Anche se, come tutti voi, quel comune "Maestro" ambisco a vedere in Volto.
P.S. - Chido a tutti i commentatori misericordia per Colafemmina. Forse ci sono aspetti della questione che non conosciamo.
Dire che Colafemmina è sotto ricatto è non solo dar la frusta per farsi battere ma è, sopratutto, altamente offensivo.
RispondiEliminaChe abbia cambiato a 180 gradi è sotto gli occhi di chi lo seguiva con attenzione, i motivi del suo cambiamento (che rifiuta di ammettere) gli appartengono, e non spetta a noi indagare e giudicare, anche cercare delle spiegazioni di tipo psicologico, è un passo di troppo.
Quel che, invece, è contestabile è che abbia sentito il bisogno di dare addosso a coloro dei quali era una delle voci forti, coraggiose e anche impetuose, sul suo blog, ma non solo, e che lo abbia fatto in in quel modo grottesco e caricaturale.
Poteva limitarsi a dire: ho deciso di cambiare, per me comincia una nuova tappa e anche, se lo voleva, motivare i motivi del cambiamento sancito dalla nascita del suo nuovo blog, invece ha scelto di parlare o, meglio, di s-parlare sugli altri, sui suoi compagni di strada, l`istante prima.
Non resta che augurargli di trovare la pace, la serenità e la gioia nella nuova direzione che ha dato al suo blog e al suo impegno sulla rete.
Antonio,
RispondiEliminanel merito Le do in gran parte ragione. Anche sulla Sua chiusa; anche se credo che la lettera aperta di Colafemmina fosse un modo per invitare altri a fare la sua stessa scelta, e non la prima di una serie di critiche a chi continua la vecchia linea. Se ne verranno altre sarò smentito.
Ciò che mi sta a cuore non è dare ragione a Colafemmina, che del resto mi pare abbia torto, anche se non credo di averlo capito fino in fondo.
È che temo che queste scelte non siano occasione di semplice dissenso, ma di divisione di un fronte che è tanto più forte (o meno debole) quanto più è unito. E temo che una volta passata la tempesta, o per lo meno superato il trauma iniziale, o magari quando un ulteriore peggioramento della situazione facesse tornare alla denuncia chi ora si è silenziato, anche allora i rancori personali impediscano a questo fronte di ricompattarsi.
Mi pare che Luisa, che aveva mosso le sue obiezioni direttamente a Colafemmina, si sia risentita delle risposte che ha ricevuto. Forse è per risentimento che Colafemmina non ha risposto a mic. Anche la presa di distanze di don Camillo mi sembra non essere stata del tutto serena e pacifica. Ecco, è questo che temo, e mi sta a cuore che non capiti.
Caro Maestro elementare,
RispondiEliminaho citato Stalin non per buttarla in politica, ma perchè a) è quello che ha fatto ammazzare più persone di tutti gli altri dittatori del '900, b) perchè, se non ricordo male, la Chiesa condannò e scomunicò il comunismo ed i suoi seguaci. E siccome parlavamo di un blogger cattolico...inoltre il comunismo è ancora vivo e vegeto, per es. a Cuba, mentre mi sembra che il fascismo sia morto e sepolto dal 25 aprile del 1945.
Rosa
@latinista
RispondiEliminaChe il fronte di chi si riconosce in un cattolicesimo di tipo tradizionale (quindi, per così dire, dialetticamente avverso alla nouvelle theologie che nel e dal CVII ha preso piede) sia diviso, è cosa storicamente datata.
Concordo con te quando dici che sarebbe auspicabile che così non fosse.
Il problema è che credo sia inevitabile, in quanto la difficoltà è duplice: da un lato vi è l'emersione di sensibilità diverse su come resistere al modernismo imperante, dall'altro vi è l'oggettiva difficoltà di riconoscere il modernismo e le sue trappole.
Rifacendomi ad un'analisi storica, sono troppe giovane per aver vissuto le cose dal loro principio, vedo con chiarezza come uomini di fede prima su posizioni certamente tradizionali ed avverse al modernismo, han finito per farsi sedurre, distrarre, chissà, divenendone anni dopo complici silenti se non addirittura araldi diretti.
La confusione quindi è tanta, la paura d'inciampare nell'abisso modernista anche, le tenebre son fitte ed i colpi giungono da destra a manca. Chi dovrebbe far da guida, parla con voce da dragone. Ci stupiamo se la truppa rompe le fila?
Colpirò il pastore ed il gregge sarà disperso... purtroppo è quello che è accaduto.
Possiamo lavorare per limitare al massimo le divisioni, ma non cesseranno mai. Manchiamo del Pastore.
@latinista
RispondiEliminaChe il fronte di chi si riconosce in un cattolicesimo di tipo tradizionale (quindi, per così dire, dialetticamente avverso alla nouvelle theologie che nel e dal CVII ha preso piede) sia diviso, è cosa storicamente datata.
Concordo con te quando dici che sarebbe auspicabile che così non fosse.
Il problema è che credo sia inevitabile, in quanto la difficoltà è duplice: da un lato vi è l'emersione di sensibilità diverse su come resistere al modernismo imperante, dall'altro vi è l'oggettiva difficoltà di riconoscere il modernismo e le sue trappole.
Rifacendomi ad un'analisi storica, sono troppe giovane per aver vissuto le cose dal loro principio, vedo con chiarezza come uomini di fede prima su posizioni certamente tradizionali ed avverse al modernismo, han finito per farsi sedurre, distrarre, chissà, divenendone anni dopo complici silenti se non addirittura araldi diretti.
La confusione quindi è tanta, la paura d'inciampare nell'abisso modernista anche, le tenebre son fitte ed i colpi giungono da destra a manca. Chi dovrebbe far da guida, parla con voce da dragone. Ci stupiamo se la truppa rompe le fila?
Colpirò il pastore ed il gregge sarà disperso... purtroppo è quello che è accaduto.
Possiamo lavorare per limitare al massimo le divisioni, ma non cesseranno mai. Manchiamo del Pastore.
RispondiEliminaScrive Latinista:
"Mi pare che Luisa, che aveva mosso le sue obiezioni direttamente a Colafemmina, si sia risentita delle risposte che ha ricevuto."
!?!
Avrei potuto risentirmi leggendo certe parole di Colafemmina che non sto qui a ripetere ma che lei ha letto, non penso che lei considera "risposte" certi apprezzamenti- clichés offensivi e anche volgari.
Come ho detto a Colafemmina, le sue reazioni mi hanno lasciato senza parole e non meritavano nemmeno che facessi lo sforzo di trovarle.
Ma visto che son stata bannata, lo dico sorridendo e per niente risentita, quel thread resta solo un episodio abbastanza significativo di un certo nuovo corso.