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martedì 26 novembre 2013

La "rivoluzione sessuale globale" e una studiosa coraggiosa

Riprendo dal Sito Family and media una interessante recensione di Antonio Malo, Professore Ordinario di Antropologia nella Pontificia Università della Santa Croce. Una felice eccezione, rispetto all'andamento corrente registrato negli articoli precedenti. Si tratta del saggio di una coraggiosa sociologa tedesca decisamente controcorrente.

Il testo di cui all'immagine a lato: Gabriele Kuby, Die globale sexuelle Revolution. Zerstörung der Freiheit im Namen der Freiheit, con presentazione di Robert Spaemann, Fe-medienverlag, Kißlegg 2010, pp. 453.

L’autrice del libro La rivoluzione sessuale globale (Die globale sexuelle Revolution), la sociologa e pubblicista tedesca Gabriele Kuby, è una delle poche voci che con autorità riconosciuta si levano per criticare il relativismo occidentale odierno. A lei si deve, ad esempio, che il ministro federale della famiglia in Germania, Ursula von der Leyen, sia stata obbligata a togliere dalla circolazione il libro di educazione sessuale Corpo, amore, il gioco del dottore, in cui fra altre aberrazioni si invita ai genitori a giocare sessualmente con i loro bambini.
Il saggio di cui mi occupo riprende alcuni temi di due delle sue opere precedenti: Gender  Revolution. Il relativismo in azione (Cantagalli 2008) e Statalizzazione dell’educazione. Sulla via per diventare uomini nuovi (2007). Adesso però la sua denuncia acquista una portata universale. Da qui il titolo del libro La rivoluzione sessuale globale; una rivoluzione che, come indica il sottotitolo (Distruzione della libertà nel nome della libertà), pretende di cambiare radicalmente le persone e la società facendo leva su una volontà di potenza, di chiara ispirazione nietzschiana. A partire da questa chiave interpretativa, Kuby riesce a raccontare la storia, i metodi e le conseguenze di un’agenda globale potentissima che cerca di modificare le costituzioni dei paesi, le istituzioni educative e le consuetudini dei cittadini con un solo scopo: la costruzione di una società globale in cui le persone siano poche e completamente manipolabili.

A qualcuno potrebbe venire in mente il pensiero: “Ecco, un altro libro sui complotti”. Basta, però, guardare alla quantità di documenti analizzati, ai fatti e alle statistiche raccolte per capire di trovarci di fronte a un libro rigoroso e oggettivo. Nonostante la mole di materiale, la lettura del libro, lungi dall’essere noiosa, diventa pagina dopo pagina piena di suspense e di rivelazioni sorprendenti. Il lettore viene informato del retroscena, i mezzi e la ragnatela di organizzazioni governative e non governative implicate nella messa in pratica di questa agenda globale. Nel contempo gli si offrono le categorie antropologiche e sociologiche necessarie perché questi possa fare le valutazioni pertinenti con cui prendere decisioni.

Nella prima parte del libro (capitoli 1-4), l’autrice presenta brevemente l’origine storica dell’attuale rivoluzione sessuale. Dopo aver segnalato la rivoluzione francese come punto di inizio storico della lotta per raggiungere l’uguaglianza, indica il movimento femminista del 68 come tappa precedente all’ideologia di genere, secondo cui l’umanità non è fatta di uomini e donne, bensì di un’informe massa di uguali che hanno il diritto di costruirsi la propria identità sessuale. Il filo rosso che collega il ‘68 e l’ideologia di genere è, secondo l’autrice, il maltusianismo, cioè il tentativo di diminuire la popolazione mondiale, soprattutto i poveri di Occidente e dei paesi in via di sviluppo. Da questo punto di vista sono molto interessanti i ritratti intellettuali di alcune figure di spicco, come Margret Sanger, Alexandra Kollonti, Wilhelm Reich, Eddie Bernays, Simone de Beauvoir, John Money, Judith Butler, ecc. L’impulso globale della rivoluzione sessuale non procede, però, solo dalle idee, ma soprattutto dalle conferenze organizzate dalle Nazioni Unite (Pechino, Il Cairo, ecc.) con cui si è tentato di decostruire i diritti umani, la sessualità, la famiglia. Da lì sono partiti alcuni degli slogan che hanno fatto il giro del mondo, come l’aborto è un diritto della donna, il “genere” non va imposto ma scelto. Nonostante i secoli trascorsi, i metodi della rivoluzione sessuale globale sono gli stessi della vecchia rivoluzione francese: il terrore. Oggi, però, la ghigliottina non taglia le teste degli oppositori, ma “solo” il posto di lavoro, la carriera accademica o politica.

Nella seconda parte (capitoli 5-10), Kuby continua la sua analisi degli organismi e dei documenti con cui si tenta di introdurre l’ideologia di genere. Fra questi ultimi concede particolare valore ai 29 principi di Yogiakarta, che furono formulati nel 2007 da un gruppo di “famosi esperti” senza autorizzazione né legittimazione in un incontro privato nella capitale indonesiana. Nel marzo dello stesso anno, questi principi furono presentati all’opinione pubblica nella sede delle Nazioni Unite a Ginevra. L’Unione Europea li accolse subito e incominciò a imporli alle istituzioni, ospedali, tribunali… e anche agli asili e alle scuole. Perché, come spiega l’autrice in un altro capitolo, per distruggere il fondamento della famiglia si deve minare l’unione eterosessuale, il che non è facile fra adulti nella stragrande maggioranza eterosessuali. Invece i bambini e gli adolescenti possono essere facilmente plasmati, soprattutto se chi occupa il ministero delle politiche familiari condivide quest’ideologia. Come documenta Kuby, sempre più spesso nella scuola e nel giardino d’infanzia i bambini vengono sessualizzati con giochi, fiabe, rappresentazioni teatrali. Essi vengono così derubati dell’innocenza tipica dell’infanzia. Si presenta ai bambini ogni sorta di pratica sessuale deviante come scelta equivalente incoraggiandoli a esperimentarla. Con ciò la loro personalità può subire cambiamenti irreversibili. Inoltre, le istanze statali creano strutture per minare attraverso l’educazione sessuale generalizzata e obbligatoria a partire dalla scuola materna il diritto e l’autorità dei genitori. Nell’implementazione dell’ideologia di genere gioca anche un ruolo decisivo la violenza linguistica e la pornografia, definita dall’autrice la nuova piaga globale. Mediante la creazione di neologismi come “gender”, la sostituzione di parole, come genitore A (padre) e genitore B (madre) e l’attacco al linguaggio non solo si corrompono le parole, ma si dà origine a “nuove realtà”, poiché — come hanno sempre pensato gli ideologi di ogni tempo – “non è la verità a farci liberi, ma la libertà a fare la verità”.

Nell’ultima parte del libro (capitoli 11-15), Kuby analizza le armi che il nuovo totalitarismo usa per combattere i ribelli: l’intolleranza e la discriminazione. In questo modo l’autrice sottolinea il paradosso, già accennato nel sottotitolo, di cercar di togliere la libertà nel nome della libertà. Di fronte a questa dittatura relativista che strumentalizza la sessualità per imporre una nuova concezione della persona, l’autrice consiglia di formare la propria coscienza sulla scia della verità. Come antidoto alle derive dell’ideologia di genere, propone di educare non alla sessualità, ma all’amore.

Come scrive Spaemann [qui un'intervista al filosofo] nella prefazione, si deve ringraziare l’autrice per il coraggio di andare controcorrente offrendoci un saggio che illumina ciò che si nasconde sotto i cambiamenti linguistici, le mode pedagogiche e accademiche che ad un primo sguardo sembrerebbero solo una bizzarria, quando in realtà sono strumenti di una volontà di potenza impegnata alla costruzione di una nuova umanità. Penso perciò che questo libro meriterebbe di essere tradotto nelle principali lingue. A questo scopo, mi permetto di dare due suggerimenti all’autrice. In primo luogo, di rivedere i capitoli dell’ultima parte per darle più unità togliendo ripetizioni; in secondo luogo, di distinguere fra almeno due tipi di femminismo: quello che ha lottato e continua a farlo per il riconoscimento dei diritti politici e sociali delle donne, cioè per l’uguaglianza della donna come persona, e quello, invece, radicale, che scimmiotta una sessualità maschile degenere per la quale il sesso si riduce ad un uso della genitalità senza responsabilità. In questo modo apparirà con più chiarezza ciò che costituisce il genio femminile, la donazione, la cui rivendicazione, lungi dall’essere un ostacolo all’amore, ne è la premessa.
Antonio Malo

9 commenti:

  1. Mi riallaccio a questo articolo e a quello di cui sotto, in Belgio è stata approvata l'eutanasia anche per i bambini, si depenalizzerà come in Olanda il reato di pedofilia, anzi si favoriscono indicazioni per 'liberare' la sessualità anche di quelli al di sotto degli 8/10 anni, insegnando alla materna a masurbarsi reciprocamente e a dar sfogo ad una 'sana libido sessuale infantile', ieri notte ho ascoltato per caso una trasmissione su radio (dò le iniziali rc), in cui si faceva un'apologia dell'amore saffico che alla fine diventa transgender in quanto una delle 2 cambia sesso,ora dopo lo stupore, ho sentito annunciare che suddette trasmissini hanno cadenza serale quindi tutti i giorni vengono trasmessi questi messaggi nemmeno subliminali, ma espliciti, vero che la fascia oraria è fuori protezione, ma..... e la CC che fa? Si autocelebra, rimosso lo scandalo della pedofilia, che ha pagato, conto unico, solo il precedente pontefice, sistemati i conti bancari, saltando a piè pari sulle lobbies, aiutata generosamente dai massmedia, si bea delle piazze stracolme, ora non per fare polemica, ma ultimamente si sono diradate e siamo onesti, erano stracolme anche col gelido tedesco, ma non è questo, è che sono arcistufo di vedere enfatizzati quegli stupidi giochetti zucchetto sì zucchetto no, bacino sì e bacino no, domenica andando a messa, la chiesa era semivuota, età media da reparto geriatrìa, smettiamo di prendere e prenderci in giro, se questo è presentato come l'età dell'oro, non gaudet mater ecclesia, neanche con l'evangelii gaudium, anzi....Lupus et Agnus.

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  2. Caro Lupus et Agnus,
    accennavo all'oscuramento della legge naturale e del diritto come concausa dell'oscuramento dei saperi "aletici", quelli cioè che possono definirsi tali in relazione al loro contenuto di verità.

    Il problema è che oggi nella Chiesa risulta oscurata l'attività sia accademica che pastorale realmente incisiva in termini veritativi (lo dimostra anche il silenzio del vescovo di Roma su questioni nodali in tal senso), che abbia voce e voci che la rendano educatrice feconda.

    Al momento, oltre a prendere atto della situazione, si può solo pensare di promuovere iniziative dal basso, riunendo forze tra loro in sintonia, in un impegno generoso e deciso di formazione e divulgazione.

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  3. Grazie per la segnalazione, sembra un libro interessante, ovviamente pubblicato da una piccola editrice cattolica, immagino di non vasta diffusione. Proverò a vedere se si trova nelle librerie.

    Ad ogni modo mi auguro che l'autrice non segua il secondo consiglio del recensore, cioè distinguere tra un femminismo "buono" e uno "cattivo". Per quanto mi riguarda non conosco un femminismo buono.

    A proposito di femminismo, e di politica linguistica femminista, non posso fare a meno di notare che il recensore nomina l'autrice come "Kuby", e non come "la Kuby", secondo il buon uso italiano. Questo di voler togliere l'articolo di fronte ai cognomi delle donne, e quindi eliminare un mezzo di distinzione linguistica tra maschi e femmine, è un po' una bandiera femminista, e oggi anche omosessualista, un po' uno scimmiottamento di usi stranieri (leggi anglosassoni) più "avanzati" su questa strada. In ogni caso non raccomandabile.

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  4. nomina l'autrice come "Kuby", e non come "la Kuby", secondo il buon uso italiano.

    L'avevo notato, ma non avevo fatto la connessione...

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  5. Quanti bei libri vengono pubblicati, nonostante i cattivi tempi! Ma chi li legge? Il più delle volte chi il problema e le sue cause già lo conosce.
    Anche perché non ci sarebbe bisogno di chissà quale studio, per millenni é bastato il buon senso.
    Invece in questi tempi di relativismo e di pensiero debole quasi tutti si tengono le loro idee e convinzioni senza cercare di verificarle. Tanto l'importante é seguire la propria coscienza... (questo é il messaggio del papa che arriva al popolo). Anzi, l'importante é comunque non essere intolleranti, altrimenti si compromette la possibilità di dialogo...
    La ragione é messa in soffitta e se ne fai uso ti viene addirittura rinfacciata (specialista del logos!).
    A volte mi é veramente difficile accettare la zizzania, accettare che esiste un mistero di iniquità, eppure é così.

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  6. Santa Madre Russia: Il nuovo (e ultimo) bastione del cristianesimo?
    http://www.papalepapale.com/develop/santa-madre-russia-il-nuovo-e-ultimo-bastione-del-cristianesimo/
    m

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  7. Caro Marco,
    stavo proprio guardando alcune immagini, eloquenti dell'evento di ieri e mi ripromettevo di pubblicare...

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  8. @viandante scrivi: "A volte mi é veramente difficile accettare la zizzania, accettare che esiste un mistero di iniquità, eppure é così".


    "Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro!" (2 Tm 3, 1-5)

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  9. Comunque le nuove generazioni sono sottoposte ad un pressante martellamento circa la sessualità da parte del Mondo. Il ruolo del cattolicesimo deve essere quello di proclamare la verita' e convertire anche in questo ambito, facendo comprendere come vivere correttamente la sessualità. Quindi accogliere tutte quelle anime che hanno avuto una visione distorta della sessualità, rieducandole secondo il modo in cui Dio vuole che ci comportatiamo per essere ammessi nel Regno dei Cieli. Dunque accogliere gli omosessuali per fargli capire che devono abbandonare quel vizio per mettersi al servizio di Dio, accogliere gli uomini e donne che vedono il sesso come un gioco o come un divertimento cambiando molteplici partner. Spiegare a loro il ruolo dell'uomo e della donna nella creazione, senza giudicare, ma convertendo. Perché cambiare si può, tutti possono tornare alla luce!

    Micus

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