Ne sottolineiamo i principali spunti di riflessione.
Anche per oggi, niente happy end
Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro - il Foglio, 11 dicembre 2013
Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro - il Foglio, 11 dicembre 2013
Se l’urticante “Questo Papa non ci piace” fosse stato l’incipit di un feuilleton per amanti di talari e vecchi merletti con un tocco mondano che piace anche al cattolico che piace, ora potrebbe trovare epilogo in un gagliardissimo “vissero a lungo felici e contenti”.
Dopo tanto vociare, giungerebbe puntuale un travolgente happy end per protagonisti, antagonisti, comprimari e comparse, perché il mondo cattolico d’oggi è fatto così: non ama nulla tanto follemente quanto l’unità. Erede, e se non fosse per la fede incrollabile nel divino “non praevalebunt” verrebbe da dire capolinea, di una storia cresciuta rigogliosa nel sangue dei martiri, non vuole percepire neanche l’eco del conflitto. Brama l’unità, non importa in che cosa e per far cosa, purché nessuno turbi l’acqua cheta in riva alla quale stanno tutti a godersi il pallido sole della pentecoste secolare.
Anche i villani malcreati si vorrebbe tenerli nel recinto, persino quelli che, invece di sdraiarsi sul salvettione in riva allo stagno, non riescono a trattenersi dal tirarci il sasso. Così, nel bel mezzo della polemica, quelle canaglie a prescindere che criticavano Papa Francesco, si son sentite suggerire di accomodare la questione con uno scritto su tutto il bello del pontificato in corso. Per non cadere in tentazioni scismatiche, sarebbe bastato incontrarsi a metà strada come al mercato del bestiame, dove ogni sensale stringe sorridendo la mano all’altro, convinto di averlo fregato. Oppure, a dar retta ad altri, sarebbe stata una gran cosa seguire la massima eterna e perbenino del si fa ma non si dice, opportunamente declinata nel clerical-intellettuale si pensa ma non si scrive. E per altri ancora, secondo cui fino a ieri bisognava adottare lo stile razionale e accademico di Ratzinger, oggi sarebbe meglio essere un po’ gesuiti e un po’ tangueri e domani chissà. Tutto, naturaliter, a maggior gloria di quella benedetta unità.
Come se si trattasse di una questione politica: e invece si tratta di una questione di fede. Come se si trattasse di ritirare una mozione al congresso del partito: e invece si tratta di chiarirsi in famiglia. Qui non si fa la conta delle tessere, si mettono a nudo le anime per amore di Nostro Signore, della sua croce, della Chiesa che è il suo Corpo mistico e del suo Vicario che ora si chiama Francesco.
Mettere pubblicamente in questione parole e gesti dell’autorità, specie se è tuo padre, è un atto che scuote fin nelle radici dell’anima, anche quando lo si fa in nome di una verità e di una casa di cui lui è il servus servorum.
A un padre si può dire sì per amore, per obbedienza, per riverenza, per convinzione, per convenienza e anche per debolezza o per codardia. Ma gli si dice un no cristiano e virile solo per amore. Dire sì, a volte, può essere doloroso, dire no lo è sempre. Dire sì può costare l’incomprensione di chi sta fuori dalla casa, dire di no costa sempre l’incomprensione anche di chi sta dentro. Dire di no al padre in nome del tesoro di cui è custode non è un atto di ribellione orgogliosa, ma premessa a momenti di solitudine e di dubbio in cui consola soltanto il sentirsi comunque dentro casa.
Onorare l’impegno di viri christiani assunto con il battesimo non è privo di spine. E se le spine sono sempre le stesse, invece che creare abitudine e assuefazione, producono un dolore sempre più penetrante e acuto perché sempre più consapevole e gradito. Può darsi che sia questa la prova affidata oggigiorno ai piccoli di casa che si baloccano con le storie di famiglia fatte di insegnamenti tramandati nei secoli, di riti, di preghiere e di ammonimenti. A questi bambini fa male ma non fa scandalo che il padre non si curi delle loro piccole pene e li chiami, ancora una volta, “profeti di sventura”. Continuano a mostrare le loro spine, anche se sanno di infastidire i grandi, perché questo è tutto ciò che sono capaci di fare.
I bambini sono fatti così, non fa niente se si torna ogni volta da capo e ricomincia la solita storia: “Il Concilio Vaticano II” dice Papa Francesco nella sua Esortazione apostolica “ha affermato che, in modo analogo alle antiche Chiese patriarcali, le conferenze episcopali possono ‘portare un molteplice e fecondo contributo, acciocché il senso di collegialità si realizzi concretamente’. Ma questo auspicio non si è pienamente realizzato, perché ancora non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria”.
Qui giunti, riesce difficile non correre con la mente a certi passi della “Sacrosanctum Concilium”, la Costituzione del Vaticano II in cui l’autorità liturgica di Roma è stata minata con maliziose infiltrazioni di desistenza a beneficio delle esigenze locali. Si ribadiva l’uso del latino, per esempio, e subito dopo si concedeva mano libera all’introduzione del vernacolo e degli usi regionali. Ma, in tal modo, si ponevano le basi teoriche di una creatività che risponde alle esigenze della latitudine e dell’estro personale invece che alle leggi di Dio. La conseguente deriva subita in questi ultimi cinquant’anni dalla lex orandi non sembra un buon viatico per la lex credendi data in pasto alle Conferenze episcopali.
Le assemblee nazionali e regionali dei vescovi si sono trasformate in veri e propri centri di potere ecclesiale che sottraggono autorità e peso a Roma dopo aver annichilito il ruolo del singolo pastore. Aumentarne il peso in campo dottrinale implicherebbe un vulnus irreparabile per la tradizionale trasmissione della fede dal Papa al vescovo nella sua diocesi fino ai parroci e ai fedeli. Interrotta questa catena, che è a servizio della verità e quindi di ogni uomo, si sta assistendo a una sorta di nazionalizzazione del cattolicesimo: un vero e proprio ossimoro religioso, se si pensa che nazionale significa particolare e cattolico significa universale. Ogni Paese, sui temi più disparati, esprime una sua dottrina: talvolta opposta a quella di altri Paesi, non di rado diversa.
Dietro il paravento dell’inculturazione e della legittima attenzione a stili e culture, prende corpo una sorta di federalismo dottrinale. E’ difficile pensare a un progetto diverso quando si legge: “Sebbene sia vero che alcune culture sono state strettamente legate alla predicazione del Vangelo e allo sviluppo di un pensiero cristiano, il messaggio rivelato non si identifica con nessuna di esse e possiede un contenuto transculturale”. Ma sul legame inscindibile tra cultura biblica e pensiero greco non la pensavano allo stesso modo Giovanni Paolo II nella “Fides et ratio” e Benedetto XVI nel discorso di Ratisbona.
Il virtuoso adagio che vuole la lex credendi accompagnarsi alla lex orandi, di questi tempi ne fa due spine che non possono stare separate. Se nella dottrina sono stati oscurati il rigore della ragione e l’asprezza del dogma, nella liturgia sono stati censurati l’esigenza del sacrificio e lo scandalo brutale della croce. Nel pregare, come nel credere, il protagonista è diventato l’uomo, che è andato a sostituire la centralità di Dio.
Così, mentre nella Messa preconciliare centrata sulla rinnovazione incruenta del Sacrificio del Calvario, l’uomo è chiamato a partecipare alla passione di Cristo per meritare, anche se indegno, di essere glorificato con Lui, in quella postconciliare diviene commensale di Dio al banchetto in cui celebra la propria gloria fondata sulla libertà. Nel primo caso il cristiano è chiamato a compatire con Gesù, nel secondo è invitato a collaborare con Dio. Se prima adorava, chiedeva perdono e offriva il proprio nulla davanti al Figlio di Dio sacrificato, ora si limita a rendere grazie della libertà che lo rende somigliante a Dio.
Non è un caso se, tra le molte parti della Messa antica eliminate nel nuovo messale, c’è quella in cui prima di salire all’altare il sacerdote si inchina a chiedere perdono come il pubblicano della parabola del Vangelo di San Luca. Lui, che presta il suo corpo a Cristo, confessa a Dio Onnipotente, alla Beata Maria sempre Vergine, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi, al chierichetto inginocchiato al suo fianco, al sacrestano che ha preparato l’altare e a tutti i fedeli compresi i più barabba che ha molto peccato in pensieri, parole e opere “mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa”. E ha l’umiltà di farsi confortare anche dall’ultimo dei barabba che gli risponde: “Il Signore abbia misericordia di te e, rimessi i tuoi peccati, ti conduca alla vita eterna”.
Se questi, secondo i nuovi canoni, sono farisei che “dicono preghiere”, viene da chiedersi cosa sia il cristiano d’oggi, privo del senso del peccato e indotto dal nuovo rito a considerare compiaciuto: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano”.
Poi, una volta uscito di chiesa, il fariseo felice di non essere come gli altri peccatori si avvia a patteggiare con lo spirito mondano: sufficiente e orgoglioso al punto giusto. Questa spina, che i cattolici infanti hanno colto sulla pianta del Vaticano II, ha ridefinito l’antico rapporto Chiesa-mondo.
Fino al Concilio, la Chiesa sapeva di dover insegnare una dottrina ostica al vasto campo dell’umanità, che una scrittrice cattolica come Flannery O’Connor chiamava significativamente il territorio del diavolo. Era il mondo come spazio da evangelizzare, ma anche come nemico dichiarato della Chiesa, pericoloso perché impegnato da sempre a combatterla. Lo schema evocava naturalmente la militanza come categoria feriale e ineluttabile del cattolico fervente. Era un modello semplice e lineare, durato quasi duemila anni: la Chiesa insegna, il mondo in parte accoglie, in parte respinge, e così fino alla fine dei tempi.
Oggi le posizioni si sono capovolte. La Chiesa si dichiara “in ascolto” del mondo, benigna al cospetto delle sue istanze, bisognosa di imparare, di capire, di comprendere, di cambiare pelle pur di seguire la mondanità in tutte le sue evoluzioni. Scopre di possedere lo stesso sguardo, di avere lo stesso sangue e, fatalmente, si accontenta di fare un po’ di strada insieme.
Così, tenendosi per mano al mondo, senza assegnarsi più il compito di insegnare ma solo quello di accompagnare, la Chiesa prosegue senza freni nel processo di liquefazione. Intimidita da ciò che sta fuori le mura, risulta completamente inerme anche al cospetto dei tradimenti interni. Una vittima perfetta per la collaudata strategia modernista descritta da San Pio X, che non aggredisce frontalmente la dottrina, ma la erode attraverso la tecnica della diluizione.
Le verità morali o dogmatiche vengono lasciate decadere e sottaciute, svuotate di significato oggettivo, svaniscono sullo sfondo in dissolvenza, mentre pastori e teologi parlano, parlano, parlano: parlano d’altro e parlano in altro modo. Diffondono il niente sostenuto da un linguaggio approssimativo, evocativo, emozionale che ha esautorato il tradizionale e faticoso linguaggio definitorio, didattico, assertivo. Nulla è dimenticato, ma in realtà tutto è tradito in un limbo un po’ pelagiano e un po’ luterano senza essere mai veramente cattolico.
Spine come questa non sono spuntate improvvisamente con il pontificato di Papa Francesco, ma sarebbe ingenuo tacere che troppi oggi le colgono come fossero i primi fiori di un’altra primavera promessa. In un libro di quarant’anni fa, Jean Madiran definiva fin dal titolo questo fenomeno come “L’eresia del XX secolo”.
Una debacle teologica che “si basa sull’immaginario. E’ una mitologia. Non parte da una concezione falsa di natura e grazia ma da un disconoscimento radicale dell’ordine naturale, il quale porta con sé anche un disconoscimento dell’ordine sovrannaturale. Non si fonda su un aspetto della realtà svalorizzandone o sfigurandone altri aspetti: essa si trova tutta intera fuori da ogni realtà, sta in un limbo ideologico verbale. Non disconosce la realtà naturale e non si inganna: la respinge, distoglie da essa le anime per indirizzarle altrove, verso il nulla”.
Il modernismo e i suoi derivati, pur dichiarando l’obiettivo prossimo di una nuova teologia, in realtà, come ha mostrato Karl Rahner, mirano all’impossibilità della teologia. Se attaccano il termine “consustanziale” del simbolo di Nicea non lo fanno per affermare un’altra teologia della Trinità, ma per negarla e sprofondare di conseguenza in un vortice nichilista negando l’intelligibilità del reale. Se i concetti di natura, sostanza e persona cambiano a seconda delle mode filosofiche, la legge naturale finirà per non avere alcuna consistenza immutabile, diventerà espressione della coscienza collettiva. E il cerchio anticristico si sarà chiuso: niente più discorso su Dio e, di conseguenza, niente più discorso sull’uomo e niente più ordine nel mondo. Il programma della rivoluzione.
“La filosofia moderna” dice Madiran “non è in essenza una filosofia, è un atteggiamento religioso al livello della religione naturale, una contro-religione naturale, l’opposto dei primi quattro comandamenti del Decalogo. Essa contesta ogni dipendenza del soggetto pensante e lo stabilisce in una aseità e in una autarchia. E se la filosofia moderna si è sempre più sviluppata nel senso di una prassi, è che non si trattava soltanto di credere o di pretendere, ma, mostruosamente, di ‘far sì’ che il soggetto pensante si facesse autonomo e indipendente. (…) la praxis moderna equivale a dire che le cose dovrebbero essere solo ciò che il soggetto pensante vuole che siano”.
Prima ancora dei fedeli, le vittime di una tale deriva della coscienza nelle lande dell’autonomia sono stati i sacerdoti.
Gettati in pasto al mondo senza poterlo abbracciare del tutto per quel “Tu es sacerdos in aeternum”, quel carattere sacramentale impresso una volta per sempre, si sono trovati improvvisamente fuori posto. Fuori sincrono finanche nell’abbigliamento che è andato scimmiottando quello secolare mantenendo un che di clericale che si percepisce anche a occhio laico. Da qui discende la crisi drammatica, fatta di copiosi abbandoni, di gravi e diffusi problemi morali, di crollo verticale delle vocazioni, di smarrimento di identità e di passione.
Non sarà certo impregnandosi dello stesso odore delle pecore che i pastori riprenderanno a guidare il gregge e a difenderlo dai lupi. Il pastore che sa di pecora, al più, può essere un onest’uomo. Ma i fedeli non possono accontentarsi di parroci che siano solo onest’uomini. L’abate Giovanni Battista Chautard in aureo libretto intitolato “L’anima di ogni apostolato” diceva impietosamente: “A sacerdote santo, si dice, corrisponde un popolo fervente; a sacerdote fervente un popolo pio; a sacerdote pio un popolo onesto; a sacerdote onesto un popolo empio”.
Anche per oggi, niente happy end. Ma non fa niente, i bambini ci riprovano, sono fatti così.
RispondiEliminaLes paso webs argentinas interesantes:
"hacia la verdadera cristiandad", "apostolado eucarístico", "espada católica", y las que de ellas derivan.
La Congregazione per i Vescovi ieri era così:
RispondiEliminahttp://www.vicariatusurbis.org/?page_id=188&ID=2013
Oggi è diventata così:
http://press.vatican.va/content/salastampa/en/bollettino/pubblico/2013/12/16/0845/01901.html
(Notate le differenze.)
Per chi mastica almeno un pò di inglese, e ha uno stomaco sufficientemente resistente, consiglio di leggere attentamente i commenti all'articolo sotto:
RispondiEliminahttp://www.huffingtonpost.com/2013/12/14/pope-francis-latin-mass_n_4445708.html?utm_hp_ref=tw#closeOverlay
Rivelano benissimo un certo Zeitgeist e un certo "sensum fidelium" che ormai si confondono entusiasticamente (e con dosi di ingenuità che sarebbe encomiabile per la inerente buona fede, se non fosse così mal riposta, in molti casi..)
Luoghi comuni, frasi mentalmente ricinguettate con sommo autocompiacimento (come nei migliori totalitarismi.)
(C'è anche parecchia ignoranza, frammista alla pretesa di saperla lunga.. Ed è agghiacciante.)
(Ovviamente intendevo "sensus" fidelium..)
RispondiEliminaGuardate come vatican insider, che un blogger francese ha definito la Pravda del Vaticano, illustra l`odierna omelia di papa Bergoglio. Sulla pagina principale l`immagine è ancora più grande...
RispondiEliminahttp://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/santa-marta-30646/
Nuove nomine alla congregazione per i vescovi: fuori Burke, dentro il prefetto per i religiosi, Braz de Aviz
RispondiElimina(dal bollettino iderno della S.Sede)
OT: cara MIC,
RispondiEliminastai bene ? tutt'ok a casa ?
dacci tue news, che se no ci preoccupiamo
rosa
RispondiEliminaGesù fu sempre austero e sublime, ma nell'apparenza esterna non sempre gioioso, come alla morte di Lazzaro, quando pianse, o preannunciando la distruzione di Gerusalemme. Non credo che Pio XII sia stato gioioso quando si trovò a dover scegliere tra parlare contro i crimini del Nazismo e il "silenzio operativo", che comportava per lui il timore di perder l'anima per peccato di omissione ( ho letto che invocava Dio perché gli concedesse almeno il Purgatorio ). Io non riesco a essere gioioso quando devo fare una grande rinuncia per evitare un peccato, soprattutto un peccato grave ( che poi ci riesca, è un altro paio di maniche ).
L'affresco del Giudizio Universale che campeggia sulla parete della Sistina non dà l'impressione di rappresentare una scena gioiosa. Non tutti i santi erano "ridentes". Non lo era il Curato d'Ars, che Benedetto XVI voleva far proclamare patrono universale dei parroci.
"Allontana da me, Signore, la tristezza che l'amore di me stesso potrebbe arrecarmi per le mie proprie sofferenze e per le cose del mondo che non riuscissero di gradimento alle inclinazioni del mio cuore; ma metti in me una tristezza conforme alla tua..." ( Dalla "Preghiera per domandare al buon Dio il buon uso delle malattie" di Blaise Pascal. )
Certo, "Sursum corda", come dice il papa; ma forse c'è una gioia che riesce a convivere con gli stati di tristezza e di dolore che ci capitano.
Son qui, cara Rosa.
RispondiEliminaTutto bene, in Christo Rege et Maria Regina.
Appena posso scrivo più a lungo.
RispondiEliminaE pure Bagnasco...
Ma almeno Piacenza è rimasto consultore della Congregazione per i Vescovi?
(Detto questo, interessante notare che il sito Vicariatusurbis, non riportasse già prima delle nuove nomine di oggi, il Cardinal Burke ai Vescovi -cui venne nominato nel 2009.
http://www.vicariatusurbis.org/?page_id=202&IDPERS=11692
In compenso ora c'è Wuerl..)
Anonimo delle 12.40 il sito che hai citato per la congregazione dei vescovi del vicariato di Roma non era aggiornato: manca per esempio il card Burke nominato nel 2009.Ci sono solo i nominati sino al 2008.
RispondiElimina''Che non ci chiudiamo nelle legalità che chiudono le porte! Signore, libera il tuo popolo dalla spirito del clericalismo e aiutalo con lo spirito di profezia''
RispondiEliminahttps://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/12/16/Papa-Chiesa-liberi-clericalismo_9785926.html
Il card. Burke non è uscito dalla Congregazione per i Vescovi perchè non c`era entrato.
RispondiEliminaSono invece tanti i cardinali non confermati, forse a causa dell`età...
Almeno se i membri erano quelli dati dal link, non mi sembra che figuri il nome del card. Burke.
RispondiEliminaSembra non essere stato confermato il card.Bagnasco.
RispondiEliminaNon dimentichiamo che fra i più vicini consiglieri di papa Bergoglio c`è il card. Filoni, conoscendo la sua militanza davanti e dietro le quinte per il cnc, la sua accanita ostilità per il Summorum Pontificum, e sapendo che è uno dei cardinali che Jorge Bergoglio riceve più spesso, e che lui stesso ha detto che è Filoni a insegnarli la Chiesa, si potrebe dire : detto questo detto tutto.
Grazie anonimo blogger, in effetti il card. Burke è entrato in quella Congregazione nel 2009.
RispondiEliminaHai ragione, Anonimo delle 16:02, devo dire tuttavia che il sito Vicariatus mi trasse in inganno per una semplice ragione: ci saranno state pure le nomine solo sino al 2008, però il Segretario (quello nuovo brasiliano) era aggiornato, stamattina..
RispondiEliminaCara Luisa
RispondiEliminaCuriosamente, poco dopo aver letto la tua osservazione su Filoni, ho notato in V.I. questo:
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/londra-london-londres-redemprtoris-mater-30632/
" L’arcivescovo della diocesi londinese di Westminster, monsignor Vincent Nichols, ha firmato ieri il decreto ufficiale con il quale si stabilisce definitivamente il Seminario missionario Redemptoris Mater del Cammino neocatecumenale.
La firma ha avuto luogo insieme agli iniziatori e responsabili del Cammino neocatecumenale Kiko Argüello, Carmen Hernández e il presbitero Mario Pezzi e altri responsabili di questa realtà ecclesiale, durante un incontro al quale hanno preso parte quasi 2mila persone. Al seguito di vent’anni di collaborazione tra il seminario diocesano Allen Hall e il Cammino neocatecumenale, Westminster ha voluto fare questo importantissimo passo. "
--
(A pensarci bene, non solo "via Burke, entra Wuerl". A livello anglofono entra anche Nichols.. -che a questo punto mi aspetto diventerà cardinale a febbraio, dopo anni di attesa..)
Anche a Luigi Castaldi (ex-radicale?) questo Papa non piace:
RispondiEliminahttp://malvinodue.blogspot.it/2013/12/pretendo-troppo-so-bene.html?m=1
Micus
Beh, la lista di quelli cui non piace si allunga, come la lista degli estromessi per qualche lontana affinità col predecessore....mi sembrano le liste di proscrizione dei tempi di Silla....l'orologio della storia segna sempre le stese ore....
RispondiElimina«Le donne nella Chiesa devono essere valorizzate, non “clericalizzate”»
RispondiEliminahttp://www.tempi.it/papa-francesco-le-donne-nella-chiesa-devono-essere-valorizzate-non-clericalizzate#.Uq9OVrmA3yc
Evangelii Gaudium
Papa Francesco esorta gli esperti finanziari e i leader politici di tutto il mondo a varare una riforma finanziaria che ripristini "il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune", sulla finanza. "Una riforma finanziaria che non ignori l'etica richiederebbe un vigoroso cambio di atteggiamento da parte dei dirigenti politici, che esorto ad affrontare questa sfida con determinazione e con lungimiranza, senza ignorare, naturalmente, la specificità di ogni contesto. Il denaro deve servire e non governare..
http://www.movisol.org/13news222.htm
Probabilmente qualcuno ha invitato Gnocchi e Palmaro ad usare maggiore spontaneità e freschezza, evitando articoli da musoni ideologici. Chissà, magari la stessa spontaneità e freschezza che si sta abbattendo sui FI.
RispondiElimina@ Anonimo 19:42
RispondiEliminaIl problema non è se il papa piace o non piace, che non è questione di gusti ma di quello che fa e dice.
Il problema è su "a chi" piace e perchè.
pare che anche piacenza e Bagnasco siano stati NON confermati alla Congrgazione.
RispondiEliminaSu MIL c' e' un bel post, secondo me, su Schoenborn.
In unaltro sito, invece, ho letto di una costutuenda nuova TVV atican-CEI. Roba da un sacco di soldi. Ma non sarebbe meglio " pauperizzare" in queste coze, invece che nella liturgia ?
Rosa
Renovatio, dell`artcolo di v.i, riporto solo questo passaggio :
RispondiElimina"L’accordo stabilisce che il seminario, come tutti i Redemptoris Mater, ha un carattere fortemente missionario che prepara i sacerdoti la cui vocazione e vita cristiana si nutre del Cammino, per essere così preparati a servirlo non solo come sacerdoti della diocesi di Westminster bensì come risposta alle richieste e inviti della nuova evangelizzazione nei Paesi di tutto il mondo."
Capito amici?
La vocazione di quei futuri presbiteri si nutre del cammino(che scrivo minuscolo perchè di Cammino con la "C" ne conosco solo uno : quello di Cristo)!
E la formazione ha come scopo di prepararli a servire il cnc!
Una formazione secretata, dei seminaristi e presbiteri che obbediscono sempre e in primis a Arguello e ai loro catechisti, anche quando è il Papa a dare loro delle NORME sulla prassi liturgica ( Benedetto XVI nel 2005), una prassi liturgica sincretista, ma tutto va bene, no problem, per loro nessun commissariamento!
Idea non mia, ma attinta da un certo blog che preferisco non citare, a conferma di quanto detto sopra. Un premio specialissimo a chi è capace di indicare un quadro o un affresco in cui è rappresentato Gesù che ride gioioso. Un premio ancora più vistoso a chi sa indicarmi un passaggio del Nuovo Testamento che sia ameno e ridevole.
RispondiEliminahttp://www.riscossacristiana.it/lenigma-papa-francesco-prima-parte-di-patrizia-stella/
RispondiEliminaall' inghilterra le mancava solo il cnc!
RispondiEliminaRosa
http://www.riscossacristiana.it/lenigma-papa-francesco-prima-parte-di-patrizia-stella/
RispondiEliminaPosso sapere perchè, per la seconda volta, sparisce il commento con semplicemente il link seguente?
RispondiEliminahttp://www.riscossacristiana.it/lenigma-papa-francesco-prima-parte-di-patrizia-stella/
Ancora i catecumeni !!! Ora prendono d'assalta l'isola di Henry VIII coll'approvazione dell'alta gerarchia cattolica locale
RispondiEliminahttp://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/londra-london-londres-redemprtoris-mater-30632/
Si che a loro è permesso aprire seminari in ogni angolo del mondo ...
Incredibile ! A i Francescani dell'Immacolata le fanno chiudere i loro seminari e a questi le lasciano aprire qualsiasi casa e seminario.
Ci capite qualche cosa voi ? Sara che non sono crypto-lefebvriani ...
Vita est Militia !
In inglese re: F.F.I. from The Remnant. Michael Matt and Christopher Ferrara
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=tn2nF_b76WA&feature=player_embedded
M.
@Rosa: e pensare che Piacenza e Bagnasco erano tra i meno peggio...
RispondiElimina@Franco: non abbiamo notizie di un Gesù ridanciano o dal sorriso idiota, ma solo iconografie.
EP, cos' intendi per meno peggio ?
RispondiEliminaa me personalmente bagnasco non piace, ma, come atto di cortesia verso la CEI e l' Italia, lo avrei lasciato.
Piacenza poi non era gia' stato retrocesso?
Inoltre sbaglio, o scende la quota italiana ?
Rosa
Cari miei, proprio il grande Benedetto ha detto di non essere capace di governare.
RispondiEliminaPapa Francesco è uomo di governo e toglie, chiude, apre quel che vuole: Papa Benedetto ha avuto troppo garbo e gentilezza, perchè la tenerezza fa parte della sua natura, ma non ha tolto e messo come avrebbe dovuto fare, all'occorrenza, se non in casi gravi, quali la pedofilia.
Ma Dio conduce la Storia e la Chiesa!!!!
Sui vescovi italiani mi è difficile farmi un'idea perché sembrano troppo sensibili ai cambiamenti di vento...
RispondiEliminaQualche anno fa lessi il romanzo "Cattolici" di Brian Moore. Avendo letto il romanzo e non volendo anticipare nulla, mi limito a dire che non condivido la dura conclusione di Fides et Forma.
E’ però qualche mese che mi chiedo quanto bene stia davvero il Cardinal Piacenza (dopo che svenne in diretta..)
RispondiEliminaInoltre: secondo voi, a febbraio, Moraglia verrà creato cardinale?
Mi scuso, ma mi correggo perchè ho saltato una parola
RispondiEliminacioè, volevo dire che dove papa Benedetto ha fatto pulizia, è stato il campo della pedofilia.
Per quanto riguarda Rosa
che avrebbe ritenuto un atto di cortesia salvaguardare alcune nomine italiane, dico che
proprio in questo papa Francesco è uomo di governo e non di diplomazia: egli fa e non va tanto per il sottile a salvaguardare equilibri e politicismi!
http://airmaria.com/wp-content/uploads/2013/12/web-Father-Fidenzio-Volpi-01.jpg
RispondiEliminahttp://airmaria.com/wp-content/uploads/2013/12/web-Father-Fidenzio-Volpi-02.jpg
Ecco i due volponi congratularsi vicendevolmente del loro "lavoro".
Per Rosa: Piacenza era stato estromesso qualche settimana fa dalla Carica di Prefetto della Congregazione per il Clero, ora viene anche escluso dalla Congregazione per i Vescovi.
RispondiEliminaIntanto, non più tardi di ieri, Burke ha implicitamente stigmatizzato il comportamento di Francesco sottolineando la necessità di parlare maggiormente di aborto e di temi morali, e di meno di temi economici
http://ncronline.org/blogs/ncr-today/burke-pope-should-highlight-abortion-didnt-write-officially-capitalism
"Papa Francesco è uomo di governo e toglie, chiude, apre quel che vuole"
RispondiEliminaEh sÌ, proprio così!
Toglie quel che vuole.
E quel che vuole Jorge Bergoglio sta sempre più prendendo forma.
Il problema è che il Successore di Pietro non è chiamato a fare la sua volontà ma quella del Signore.
Non ha ricevuto il mandato di fare una Chiesa a sua immagine.
PS: quando Papa Benedetto ha dato degli ordini, non dei consigli o suggerimenti, ma NORME, come quelle date al cnc, è stato DISOBBEDITO, sono i suoi vicini collaboratori ad averlo tradito, ad aver aiutato i dirigenti del cnc nella loro battaglia contro quelle norme, nel 2011 il card.Canizares stesso , Prefetto del Culto divino(!)ha fatto parte dell`"operazione-complotto" per mettere il Papa davanti al fatto compiuto dell`approvazione della prassi litiurgica neocat.
Benedetto XVI sottoposto quella prassi all`analisi di una Commissione, con che risultato? Zero.
Troppi e troppo forti e potenti sono gli amici del cnc.
Ha promulgato una Legge Universale per la Chiesa, il Summorum Pontificum, i vescovi, i sacerdoti hanno obbedito a quella legge? No.
Troppi sono i nemici della Tradizione e della Messa Tridentica.
Certo, è vero, avrebbe potuto reagire e sanzionare i ribelli, è vero, non lo ha fatto, perchè non è nel suo carattere.
Tradimenti, ribellioni, hanno senza dubbio partecipato alla deteriorazione della sua salute.
Per Luisa:
RispondiEliminarivendico il copyright sulla definizione di Vatican Insider come Pravda, organo ufficiale
del PBI, Partito Bergoglista Italiano :-)
Luisa, a sentire i ncn di medio-basso calibro, i vescovi fanno la fila per aprire un loro seminario.....ci capiamo?
RispondiEliminaHo letto l'artiolo di Castaldi, sicuramente un radical-liberal-chic, almeno dallo stile, ma definire il teologo Ratzinger una mezza sega, rispetto a rahner, delubac e balthasar and co., con le loro strane ateologie, mi sembra francamente una boutade messa lì per fare scena, prima di dare giudizi così tranchant, alla eugé, forse ci si dovrebbe documentare un pò, non solo su wikipedia.Anonymous.
RispondiEliminaCaro RIC, è probabile che la blogger francese, che legge e si documenta anche sui blog italiani e che fa un eccellente lavoro per la Francia (http://benoit-et-moi.fr/2013-III/) ha ripreso la tua espressione che più azzeccata non potrebbe essere!
RispondiElimina@anonimo:
RispondiEliminail cnc è moooolto ricco, la decima( non prevista dallo statuto), le continue collette, i lasciti(...), ne fanno un movimento immensamente ricco che può permettersi fra l`altro di costruire chiese, seminari, cittadelle in onore e gloria del movimento in Israele, di finanziare i continui viaggi degli iniziatori, una ricchezza che permette anche di presentarsi ai Vescovi come generosi in offerte e doni e si sa che, come si dice da noi, "il denaro non ha odore", che stravolgano Dottrina e Liturgia, che mantengano il segreto sui loro testi "formativi", che obbediscano in primis a Arguello, che siano al servizio del cnc, non perturba affatto coloro che dovrebbero essere i Custodi della Dottrina e della Liturgia, non solo non sono perturbati ma legittimano e incoraggiano.
Penso che sia molto difficile ignorare la direzione che Jorge Bergoglio sta dando alla Chiesa, le sue nomine e coloro che sta espellendo dalle cariche che ricoprivano prima parlano chiaro, ultima pennellata, o colpo di forbice, ieri.
RispondiEliminaLa Congregazione per i vescovi è chiamata a esaminare i dossier sui candidati all'episcopato proponendo i nomi al Papa, l`uscita di Burke e Piacenza, che decisamente non è nelle buone grazie di Bergoglio, e di chi lo consiglia, è un segno e un messaggio chiaro.
"Some observers of the Roman Catholic Church said the move by Pope Francis is yet another example of his effort to tone down highly publicized stances on divisive social issues such as gay marriage, contraception and abortion, on which Burke has made strong remarks."
RispondiEliminahttp://www.stltoday.com/lifestyles/faith-and-values/former-st-louis-archbishop-burke-removed-from-congregation-of-bishops/article_d6c5783d-456a-54fb-b230-81cedbd39d2b.html
" Where is the anti-Christian Media Pack?
RispondiEliminaWhy is there this time no smear campaign against the Vienna seminary such as against the seminary in St. Pölten 2003/2004?
Apparently, the Vienna seminary stands in such good service for the decomposition of the Catholic faith that our professional informers of the left will not go to war against the Archbishop of Vienna and his seminary. "
http://eponymousflower.blogspot.it/2013/12/child-molester-priest-sentenced-to-four.html
Monsignor Fellay lancerà in gennaio una nuova "crociata di rosari", in questo video ne spiega lo spirito:
RispondiEliminahttp://www.dici.org/multimedia/video-lesprit-de-la-nouvelle-croisade/
@ Anonimo. Su Rahner con il suo "cristianesimo anonimo" non metterei la mano sul fuoco, ma su De Lubac e Von Balthasar, entrambi nobiluomini, entrambi nominati cardinali per meriti eccezionali, il secondo ad abundantiam insignito del massimo premio "ufficiale" per la teologia, inviterei a una maggiore prudenza di giudizio: definirli "strani ateologi" mi sembra una grave ingiustizia. Ho letto ( e rileggerò ) "Getsemani" del card. Siri. in cui il primo, in compagnia di KR era accusato di "semipelagianesimo", perciò sto abbastanza in guardia, in attesa di capire meglio; però posso dire che "Il dramma dell'umanesimo ateo" di DL ha costituito una pietra miliare della mia formazione al primo anno di università; quanto al secondo, VB, personaggio di una cultura umanistica STERMINATA e direi addiritturab incredibile, a lui devo il conforto di aver trovato conferma del fatto che alcuni miei problemi molto "arrovellati" nel confronto fra cultura moderna e Cristianesimo ( ad esempio su Teilhard De Chardin ) erano asssolutamente fondati, tutt'altro che mie fantasie o peggio deliri.
RispondiEliminaPadre Livio Fanzaga, che a quanto si dice oggi è un fan di papa Francesco, ha sempre usato espressioni riduttive, se non liquidatorie, rispetto alle ipotesi di Von Balthasar sull'Inferno "
esistente ma vuoto" ( concetto che, formulato in questo modo, era rifiutato dal teologo svizzero come stravolgimento delle sue ipotesi e istanze, più che affermazioni ). Anche lui dovrenbbe essere forse meno schematico. Con In ogni caso l'intervento del card. Gerhard Marx, che mi sembra di per sè piuttosto grossolano, dimostra che questo tema, assolutamente "abissale" va affrontato e per così dire "preso di petto", perchè rapprenta un ostacolo psicolopgico formidabile alla conversione o riconversione, a meno che uno non voglia ccontentarsi della melassa modernista.
Tra l'essere conservatore e l'essere reazionario c'è ,una certa differenza.
un tempo chi si fava prete, oltre che coloro che erano veramente " vocati"? quelli come don Abbondio si facevano preti. con il benessere e le maggiori possibilita' di studio e di lavoro dal'60 al 2000, molti han preso altre strade. Meno preti, ma forse piu' " vocati" e meno Don Abbondio. I vescovi attuali, italiani e non , sono diventati sacerdoti tra il'60 e 'l'80- la maggior parte di loro- e quindi siamo ancora tra abbondii. Poi ci sono gli ex sessantottini.
RispondiEliminaDi valenti, quindi, di Padri Cristofori e Cardinal Federighi , purtroppo ce n'e' troppo pochi. e quei pochi si allontanano, si silenziano, si cacciano. e loro zitti, per un mal inteso sesnso di rispetto ed ubbidienza.
rosa
Siamo ad un punto in cui nel termine "conservatori" sono identificabili coloro che "conservano" con tenace indiscutibile pertinacia le innovazioni più "discontinue" del concilio V2 assurto a "mito" rifondativo della chiesa.
RispondiEliminaQuanto a De Lubac e Ranher, esser pensatori di un certo calibro e capaci di aprire orizzonti ancora inesplorati non garantisce la correttezza e un orientamento corretto delle loro elaborazioni.
Non capisco in questa sede l'accostamento tra conservatori e reazionari.
Non basta mettere etichette. Occorre approfondire.
Ho letto testi di VB, di Rahner, Kung ed altri, DL e TdC no, ma l'espressione ateologia non è mia, l'ho ripresa da un altro post che tale la definiva, Rahner è un 'must' in tutte le università cattoliche pontificie, ma francanente lascia molto perplessi, quanto a p.Livio, lui taglia con l'accetta, facendosi forte del fatto che ha studiato alla Gregoriana negli anni '60 e dice, dice eccome, reinterpretando ad personam, e qui mi fermo. Gradirei conoscere il suo nick, come lei conosce il mio, sarebbe più interessante per un confronto.La ringrazio per l'attenzione. Anonymous.
RispondiElimina" 08/11/2013
RispondiEliminaOrdenação
Ordenação Episcopal de Dom Ilson Montanari
Monsenhor Ilson de Jesus Montanari, nomeado pelo papa Francisco, em 12 de outubro, Arcebispo Titular de Capocilla e Secretário Geral da Congregação dos Bispos, recebeu a ordenação episcopal em 7 de novembro, no Ginásio de Esportes Pedro Ferreira dos "
http://www.arquidioceserp.org.br/?pag=galerias_ver&codigo=20
All’‘anonimo’ delle 13.27:
RispondiEliminaHenri de Lubac è il padre spirituale della 'nouvelle théologie' (espressione coniata dal grande p. Garrigou-Lagrange OP) e di tutti i 'nouveaux théologiens', tra i quali anche il von Balthasar e, nella generazione successiva, lo stesso Ratzinger.
Ora, la 'nouvelle théologie' è stata severamente condannata da Papa Pio XII nell'Humani generis del 1950, un’enciclica che ha il seguente ed eloquente (per chi vuol intendere) sottotitolo: “circa alcune false opinioni che minacciano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica”.
Ti invito a leggerla per chiarirti le idee: http://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950ihumani-generis_it.html
Ti consiglio poi vivamente – ma lo consiglio anche a tutti gli altri utenti del blog - di leggerti la serie di articoli sulla ‘nouvelle théologie’ usciti sulla rivista Sì sì no no negli anni 1992-1993 sotto il titolo “Quelli che pensano di avere vinto”.
Sono documentatissimi, trattano appunto anche di de Lubac, von Balthasar e Ratzinger, e li puoi scaricare in pdf ai seguenti link:
primo articolo nell’anno 1992, ultimo numero dell’anno (n.22) : http://www.sisinono.org/anni-dal-xvid-al-xxd/category/24-anno-1992.html
Articoli seguenti nell’anno 1993 (nn. 1-8): http://www.sisinono.org/anni-dal-xvid-al-xxd/category/25-anno-1993.html
P.S.: tieni conto anche del fatto che il de Lubac era un fanatico amico e seguace del suo confratello Pierre Teilhard de Chardin, come lo sono di conseguenza anche tutti i nouveaux théologiens.
RispondiEliminaCredo che tu conosca il seguente ‘monitum’ del Sant’Uffizio circa il Theilard:
Monitum del Sant'Ufficio contro Theilard de Chardin
"Certe opere del P. Pietro Theilard de Chardin, comprese anche alcune postume, vengono pubblicate ed incontrano un favore tutt'altro che piccolo (affatto disdicevole).
Indipendentemente dal dovuto giudizio in quanto attiene alle scienze positive, in materia di Filosofia e Teologia si vede chiaramente che le opere menzionate racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi, che offendono la dottrina cattolica.
Di conseguenza, gli Eccellentissimi e Reverendissimi Padri della Suprema Congregazione del Santo Ufficio esortano tutti gli Ordinari e i superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle Università, a difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai pericoli delle opere di P. Theilard de Chardin e dei suoi discepoli.
Dato in Roma, nel Palazzo del Santo Ufficio, il 30 giugno 1962.
Sebastiano Masala, Notaio".
Tra i "suoi discepoli" il principale era appunto il de Lubac...
"Uomo dell'anno" anche per la rivista gay The Advocate
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/esteri/2013/12/17/foto/papa-73846131/1/#1
"Se una persona gay cerca Dio in buona fede, chi sono io per giudicarla?". Questa frase è così piaciuta alla rivista gay "The Advocate" tanto da proclamare papa Francesco personaggio dell'anno. Sulla copertina del più noto e antico magazine americano, nato nel 1967, il volto di papa Bergoglio compare con la scritta "No H8" (No hate, niente odio) tatuata su una guancia
Karl Rahner, un cristianesimo senza radici
RispondiEliminahttp://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3430
Su De lubac mi è capitato di leggere questo, m:
Se l'ateismo è la negazione esplicita, a viso aperto, del Cristianesimo e della credenza in una Realtà personale, infinita, sommamente perfetta, la dottrina di Gioachino da Fiore , il gioachimismo, è per de Lubac la scaturigine e la quintessenza di un atteggiamento gnostico, che svuota la sostanza della fede tradizionale pretendendo di interpretarne il senso autentico, e che perciò possiamo chiamare atteggiamento di integrazione subdola
http://www.culturanuova.net/accademia/delubac.3.gioac.php
(gioachimismo, pentecostalismo..)
ps Calendari multi religiosi
http://blog.messainlatino.it/2013/12/il-calendario-multireligioso-2014-della.html
"Laicità, Cristianesimo, Occidente: un profilo storico"
RispondiEliminahttp://www.zenit.org/it/articles/laicita-cristianesimo-occidente-un-profilo-storico-prima-parte
http://www.zenit.org/it/articles/laicita-cristianesimo-occidente-un-profilo-storico-seconda-parte
m
.. segue
RispondiEliminaAnche tosatti segnala
http://www.lastampa.it/2013/12/17/blogs/san-pietro-e-dintorni/premio-lgbt-per-francesco-wMaccCC6n1TyzCf0SONRmL/pagina.html
L'articolo originale
http://www.advocate.com/year-review/2013/12/16/advocates-person-year-pope-francis
Ma se bergoglio vince il premio gayfriendly, chi ha vinto il premio del fobico mostro, peggior persona dell'anno("Phobie Awards: The 13 Worst People of the Year")??
http://www.advocate.com/politics/2013/12/13/phobie-awards-13-worst-people-year
PUTIN ovviamente
Che differenza c'è tra reazionario e conservatore? Il primo dice NO perchè no e basta,diciamo impuntato come un mulo e a scatola chiusa, il secondo cerca di fornire per quanto possibile delle ragioni, da spendere anche in sede apologetica e massmediologica. Per quanto riguarda De Lubac, devo chiarirmi ancora le idee sui "pericoli" della sua teoria del rapporto fra Naturale e Soprannaturale; però non posso dimenticare il confronto che nel "Dramma dell'umanesimo ateo" fece tra tra visione cristiana e personaggi emblematici del pensiero ateo, come Nietzsche e Comte, per non parlare della straordinaria trattazione di Dostojewskij. Decisamente molto di più delle formule ripetitive e delle "parole d'ordine" che ascoltavo in un certo movimento cattolico oggi garbatamente criticato per il suo appello al sentimento vitale, di matrice blondeliana, e per così dire "ridimensionato" nella sua portata storica dal prof. De Mattei. A me, studente di Liceo Classico, non era stato consigliato nemmeno il minimo: la lettura delle "Confessioni" di sant'Agostino. Non so fino a che punto De Lubac sia stato un ( semi)eretico; però sono certo della sua "aristocraticità" come scrittore come "uomanista": non certo un piazzaiolo col megafono, meno che meno una talpa maligna. Quanto a Teilhard De Chardin, concordo sui pericoli di eresia gnostica che le sue teorie presentano e che agirono potentemente in epoca conciliare; però a suo tempo mi sembrò che la ricerca di un rapporto fra la Storia sacra e la Storia Naturale corrispondesse a una esigenza effettiva e pressante, come del resto era per la critica biblica.
RispondiEliminaA mio parere non basta gridare "Dagli al modernista!". Occorre fornire una risposta esauriente e compatibile con la tradizione alle problematiche che i modernisti posero e pongono.
Di Von Balthasar ho già detto; però si provi a negare la sua fondamentale volontà di essere e rimanere cattolico, pur macerandosi nelle problematiche più ardue, relative a obiezioni di cui l'ateismo contemporaneo si fa dei cavalli di battaglia.
Agli eticisti come Gnocchi e Palmareo, che stimo e rispetto, vorrei chiedere di illustrarci un modo per rendere plausubile e pienamente condivisibile fino alle ultime conseguenze inel campo della bioetica medica il concetto di "legge naturale" nell'attuale contesto evoluzionista e decostruzionista, potentemente alimentato mdal mito mdella scientificità di Darwin.
A leggere i giornali si nota che il mondo sta letteralmente sovvertendo l'ordine naturale voluto da Dio, ci sono sfide incredibili davanti alla Chiesa e ai credenti, Paesi in cui i cristiani sono vessati e perseguitati ecc. Possibile, possibile che davanti a tutto questo vengano esiliati i valorosi soldati dei FI e problemi della Chiesa sono la necessità di una maggiore tenerezza, misericordia, spontaneità, freschezza e chi più ne ha più ne metta?
RispondiElimina"Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla? "
RispondiEliminaAh se Jorge Bergoglio avesse riflettuto prima di parlare! Quelle sue parole sono ormai culto presso la comunità lgbt.
Dopo il Time e Advocate è il turno del New Yorker che fa del Papa un angelo di neve, è lo stesso giornale che nel passato aveva pesantemente insultato Benedetto XVI, è così che lo rappresenta dopo la sua rinuncia.
http://benoit-et-moi.fr/2013-III/actualites/une-recompense-embarrassante.html
http://www.lavie.fr/religion/catholicisme/le-pape-francois-est-un-ange-de-neige-a-la-une-du-new-yorker-16-12-2013-47854_16.php
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/bergoglio-papa-che-piace-ai-gay-976725.html
Bergoglio "icona gay"?
RispondiEliminaluisa,
RispondiEliminatu veramente credi che un gesuita non abbia riflettuto prima di parlare?
dai, ti ritengo troppo intelligente per non aver capito il perche' di quella battuta.
rosa
Che Bergoglio piace ai gay me ne ero già accorta, perché continuano a insultare con volantini blasfemi il suo predecessore. È il primo papa della storia che viene eletto personaggio dell'anno da una rivista gay, la cosa deve fare riflettere..o forse non ci resta altro che pregare perché questi tempi bui finiscano presto.
RispondiEliminaNeri
Tra tutto quello che mi lascia perplesso questa è la cosa che mi fa più male. Ma insomma, siamo davanti ad un attacco senza precedenti alla famiglia da parte delle lobbies omosessualiste e lui che fa? Se ne esce con una frase del genere, ma non solo: di fronte alla strumentalizzazione delle sue parole diventate un must nel mondo omosessualista lui non interviene per chiarire?? Tra l'altro sta mettendo in grandissima difficoltà i vescovi americani che stanno combattendo quella battaglia (si vedano le parole di Cordileone). E tornielli non poteva almeno chiedergli al chiarimento al riguardo? Sarò pure una vedova inconsolabile di Ratzinger ma con Benedetto queste cose non succedevano...
RispondiEliminaJohn
Definire Bergoglio "icona gay", come ha fatto Anonimo 22:12, mi pare forzoso.
RispondiEliminaBergoglio è piuttosto icona della 'rottura' mascherata con l'ambiguità.
E neppure sempre nascherata...
RispondiEliminasiamo d'accordo che forzino la mano ma non bisogna prestare il fianco....non posso credere ad un Bergoglio "ingenuo" e strumentalizzato. Ahimè lui ci sguazza ben volentieri in questo plauso delle forze anticristiche
RispondiEliminaForse lo avete già letto o citato, ma lo segnalo comunque (Il Papa fa repulisti di conservatori nel dicastero per i vescovi):
RispondiEliminahttp://www.ilfoglio.it/soloqui/21131
A me pare coerente con quanto sta succedendo ai FFI.
Ok, Mic, non è ancora proprio icona, ma poco ci manca... (E, detto fra noi, la foto su Advocate mi pare un pò fotoshoppata: diciamo che i suoi occhi son stati resi un poco più pesti, quasi truccati, per rendere il tutto proprio più 'iconico'..)
RispondiEliminaCiò non toglie che la "battuta" sull'aereo sia stata Ricca d'implicazioni...
Riflessioni sul Movimento Teologico Contemporaneo
RispondiEliminahttp://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=4975
m
Che il Papa ci sguazzi come dite voi , tante volte a me non sembra proprio.Lui ci sguazza solo quando puo' fare il piacione , ma quel giorno sull'aereo ,quando gli posero la domanda sui gay ,rispose in modo evasivo e quasi con un filo di voce. Voi continuate a considerarlo uno portatore di grandi progetti catastrofici mentre a me sembra uno capitato per caso nel posto sbagliato.Altra cosa che ho sentito: sembra che il nostro Tenerone sia duro e vendicativo.Paul
RispondiEliminapàul, come ho scritto sopra a luisa, ma tu davvero credi che un gesuita, un padre provinciale, uno cha ah avuto a che fare con una dittatura, sia capitato li' per caso.
RispondiEliminama dai, non essere tu l' ingenuoIo invece credo che lui" la butti li'", e osservi le reazioni. Se sono positive, e piacciono ai media, non ci torna su, se suscitano polemiche, lascia passare il tempo, e poi elimina il testo. MA NON. CHIAARISCE MAI A VOCE E DI PERSONA.
cosi ha sempre un alibi. Doppiezza e falsita' a dir poco.
rosa
Ci sono tante favole attorno a papa Bergoglio,
RispondiEliminaquella del tenerone pacione che vuole bene a tutti e non giudica mai, in realtà i giudizi di Jorge Bergoglio su chi non gli piace sono ormai così tanti che potremmo scrivere un libro,
quella del papa venuto quasi dalla fine del mondo ( i vaticanisti non si son ancora stufati di riprendere quell`espressione papale) che non sapeva niente di quel che succedeva in Curia, in realtà aveva piazzato alla Congreagione dei vescovi Fabien Pedacchio, diventato ora anche suo segretario, che lo informava regolarmente, l`amico di Pedacchio, Montanari, è stato promosso dal Papa segretario della detta Congregazione ( http://www.lastampa.it/Page/Id/1.0.3693354152 ),
quella del Papa umile, in realtà dà da pensare un`umiltà ostentata, il suo carattere autoritario e accentratore, comincia a venire allo scoperto sorprendendo chi credeva alle favolette mediatiche,
quella dell`uomo ingenuo che non conosce i media, in realtà Jorge Bergoglio conosce perfettamente i media, basta leggere il libro scitto con il rabbino Skorka per leggere il suo giudizio molto duro su di loro.
Insomma, tanto fumo, accecante, tante parole, assordanti, ma gli atti che sta ponendo al di là delle parole e della confusione che hanno generato, ci dicono dove Jorge Bergoglio vuole portare la Chiesa, secondo la sua volontà.
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