Traggo le pagine che seguono da un piccolo gioiello di spiritualità : Mons. Athanasius Schneider, Dominus est, Libreria Editrice Vaticana, 2008, pagg.13-18. Riferiscono l'esperienza di una piccola comunità cattolica che ha conservato la fede in un momento storico ed in circostanze drammatiche, estreme. La differenza rispetto ad oggi è che la persecuzione veniva dal Regime politico e dunque dall'esterno della Chiesa. Oggi, purtroppo ci troviamo a vivere altro.
Interessante la prefazione del card Ranjith, allora Segretario della Congregazione del Culto Divino.
Interessante la prefazione del card Ranjith, allora Segretario della Congregazione del Culto Divino.
Maria Schneider, mia madre, mi raccontava: dopo la seconda guerra mondiale, il regime stalinista deportava molti tedeschi dal Mar Nero e dal fiume Volga ai monti Urali per impegnarli in lavori forzati. Tutti erano internati in poverissime baracche in un ghetto della città. C'erano alcune migliaia di tedeschi cattolici. Spesso, si recavano da loro, nella massima segretezza alcuni sacerdoti cattolici per amministrare i sacramenti. Lo facevano mettendo a repentaglio la loro vita. Tra quei sacerdoti, che venivano più frequentemente, c'era Padre Alexij Saritski (sacerdote ucraino greco-cattolico e biritualista, morto come martire il 30.10.1963 vicino a Karaganda e beatificato da Papa Giovanni Paolo II nell'anno 2001). I fedeli lo chiamavano affettuosamente « il vagabondo di Dio ». Nel mese di gennaio dell'anno 1958, nella città di Krasnokamsk vicino a Perm nei monti Urali, all'improvviso arrivò segretamente Padre Alexij, proveniente dal luogo del suo esilio, dalla città di Karaganda nel Kazakhstan.
Padre Alexij si adoperava perché il maggior numero possibile di fedeli fosse preparato per ricevere la sacra Comunione. Perciò lui si disponevo ad ascoltare la confessione dei fedeli letteralmente giorno e notte, senza dormire e senza mangiare. I fedeli lo sollecitavano dicendo: « Padre, deve mangiare e dormire! ». Lui invece rispondeva: « Non posso, perché la polizia mi può arrestare da un momento all'altro, e poi tante persone resterebbero senza confessione e quindi senza Comunione ». Dopo che tutti si furono confessati, Padre Alexij cominciò a celebrare la Santa Messa. Improvvisamente una voce risuonò: « La polizia è vicina! » Maria Schneider assisteva alla Santa Messa e disse al sacerdote: « Padre, io La posso nascondere, fuggiamo! ». La donna condusse il sacerdote in una casa fuori dal ghetto tedesco e lo nascose in una stanza, portando anche qualcosa da mangiare e disse: « Padre, adesso Lei può finalmente mangiare e riposare un po' e quando comincia la notte, fuggiremo nella città più vicina ». Padre Alexij era triste, perché tutti si erano confessati, ma non avevano potuto ricevere la sacra Comunione, perché la Santa Messa che aveva appena cominciato era stata interrotta a causa dell'irruzione della polizia. Maria Schneider disse: « Padre, tutti i fedeli faranno con molta fede e devozione la Comunione spirituale e speriamo che Lei potrà ritornare per darci la sacra Comunione ».
All'arrivo della sera si cominciò a preparare la fuga. Maria Schneider lasciò i suoi due figli piccoli (un bambino di due anni e una bambina di sei mesi) a sua madre e chiamò Pulcheria Koch (la zia di suo marito). Le due donne chiamarono Padre Alexij e fuggirono per 12 km attraverso il bosco, nella neve e nel freddo a 30 gradi sotto zero. Arrivarono in una piccola stazione, comprarono il biglietto per Padre Alexij e si sedettero nella sala d'attesa, perché dovevano aspettare ancora un'ora l'arrivo del treno. Improvvisamente si aprì la porta ed entrò un poliziotto, che si diresse direttamente da Padre Alexij. Stando davanti al Padre gli domandò: « Lei dove è diretto? » Il Padre non fu in grado di rispondere a causa dello spavento. Egli non temeva per la sua vita, ma per la vita e il destino della giovane madre Maria Schneider. Invece, la giovane donna rispose al poliziotto: Questo è nostro amico e noi lo accompagniamo. Ecco il suo biglietto », e consegnò al poliziotto il biglietto. Questi, guardando il biglietto disse al sacerdote: « Per favore, non entri nell'ultimo vagone, perché questo sarà sganciato dal resto del treno alla prossima stazione. Buon viaggio! ». E subito il poliziotto uscì dalla sala. Padre Alexij guardò Maria Schneider e le disse: «Dio ci ha mandato un angelo! Non dimenticherò mai quello che Lei ha fatto per me. Se Dio me lo permetterà ritornerò per darvi la sacra Comunione ed in ogni mia Messa pregherò per Lei e suoi figli ».
Dopo un anno, Padre Alexij potè ritornare a Krasnokamsk. Questa volta poté celebrare la Santa Messa e dare la sacra Comunione ai fedeli. Maria Schneider gli chiese un favore: « Padre, potrebbe lasciarmi un'ostia consacrata, perché mia madre è gravemente malata e lei vorrebbe ricevere la Comunione prima di morire? ». Padre Alexij lasciò un'ostia consacrata a condizione che si amministrasse la sacra Comunione con il massimo rispetto possibile. Maria Schneíder promise dì agire in questo modo. Prima di trasferirsi con la sua famiglia nel Kirghistan, Maria amministrò a sua madre malata la sacra Comunione. Per far questo lei si mise dei guanti bianchi nuovi e con una pinzetta dette la Comunione a sua madre. Dopo bruciò la busta, nella quale era contenuta l'ostia consacrata.
* * *
Le famiglie di Maria Schneíder e di Pulcheria Koch si trasferirono poi in Kirghistan. Nel 1962 .Padre Alexij visitò segretamente il Kirghistan e trovò Maria e Pulcheria nella città di Tokmak. Lui celebrò la Santa Messa nella casa di Maria Schneider e, in seguito, ancora un'altra volta nella casa di Pulcheria Koch. Per gratitudine a Pulcheria, questa donna anziana che lo aveva aiutato a fuggire nel buio e nel freddo dell'inverno sui monti Urali, Padre Alexij le lasciò un'ostia consacrata, dando però un'istruzione precisa: «Le lascio un'ostia consacrata. Fate la devozione dei primi nove mesi in onore del Sacro Cuore di Gesù. Ogni primo venerdì del mese Lei faccia l'esposizione del Santissimo nella sua casa, invitando per l'adorazione persone di assoluta fiducia, e tutto dovrà svolgersi con la massima segretezza. Dopo il nono mese, Lei potrà consumare l'ostia, ma lo faccia con grande riverenza! ». Così fu fatto. Per nove mesi ci fu a Tokmak un'adorazione eucaristica clandestina. Anche Maria Schneider era tra le donne adoratrici.
Stando in ginocchio davanti alla piccola ostia, tutte le donne adoratrici, queste donne veramente eucaristiche, desideravano ardentemente ricevere la sacra Comunione. Ma, purtroppo, c'era soltanto una piccola ostia e allo stesso tempo numerose persone desiderose di comunicarsi. Per questo Padre Alexij aveva deciso che alla fine dei nove mesi la ricevesse solamente Pulcheria e tutte le altre donne facessero la Comunione spirituale. Comunque queste Comunioni spirituali erano molto preziose, perché rendevano queste donne « eucaristiche » capaci di trasmettere ai loro figli, per così dire con il latte materno, una profonda fede e un grande amore per l'Eucaristia.
La consegna di quella piccola ostia consacrata a Pulcheria Koch nella città di Tokmak in Kirghistan fu l'ultima azione pastorale del Beato Alexij Saritski. Subito dopo il suo ritorno a Karaganda dal suo viaggio missionario in Kirghistan, nel mese di aprile dell'anno 1962, Padre Alexij fu arrestato dalla polizia segreta e messo nel campo di concentramento di Dolinka, vicino a Karaganda. Dopo tanti maltrattamenti e umiliazioni Padre Alexij ottenne la palma del martirio « ex aerumnis carceris », il giorno 30 di ottobre 1963. In questo giorno si celebra la sua memoria liturgica in tutte chiese cattoliche del Kazakhstan e della Russia; la Chiesa greco-cattolica ucraina lo celebra insieme con gli altri martiri ucraini il giorno 27 di giugno. Fu un Santo eucaristico, che poté educare donne eucaristiche. Queste donne eucaristiche erano come fiori cresciuti nel buio e nel deserto della clandestinità, rendendo così la Chiesa veramente viva.
(Mons. Athanasius Schneider, Dominus est, Libreria Editrice Vaticana, 2008, pagg.13-18)
Laudetur Iesus Christus ! Semper laudetur !
RispondiEliminaL'esperienza eucharistica per conservare la fede ? Vero e non ne abbiamo nessun dubbio.
DOMANDA: DOVE si troverano i SACERDOTI per celebrarla visto che a tanti sacerdoti viene impedito in mille modi di celebrarla secondo quel rito ?
A mani giunte ! Preghiamo l'Immacolata.
Radio Vobiscum - [GERMANIA]
http://radiovobiscum.tumblr.com
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Ho riletto la presentazione del Card. Ranjith nella quale egli tratta soprattutto dell'atteggiamento anche corporale, con cui ricevere la S. Comunione e che conclude con l'auspicio e l'invito a rivedere prassi sbagliate e consuetudini arbitrarie, su tutte quella di ricevere la S. Comunione in piedi e sulla mano, per abbandonarle e tornare all'unica modalità consona all'atto che si sta compiendo, ovvero in ginocchio.
RispondiEliminaQuesto auspicio viene argomentato basandolo su ragioni di ordine pastorale. Io credo che sopra questo tipo di ragioni, che sicuramente ci sono (ammetto però che quando sento la parola "pastorale" od affini, ho un moto di fastidio perché con questa si sono coperti e giustificati tutti gli scempi; in questo caso invece si vorrebbero ripristinare atteggiamenti realmente cattolici), la ragione prima e vera sia quella di dover tutto fare per la maggior Gloria di Dio, massime quando ci si comunica con il suo vero Corpo riconoscendosi nulla di fronte al Tutto, e perciò immediatamente collegata a questa la ragione sia poi di ordine dottrinale. Solo dopo queste si può arrivare alla ragione pastorale.
Mi ha poi colpito sempre nell'ultimo paragrafo la sottolineatura che il cardinale fa del "lodevole coraggio" di Mons. Schneider, e mi ha colpito perché è sintomatico, a mio modo di vedere, della situazione di anormalità in cui versa la Chiesa (si era nel 2009, figuriamoci oggi): se è da lodare il coraggio di un successore degli Apostoli che non fa niente di più di ciò che gli è chiesto dalla sua vocazione sacerdotale (e a scanso di equivoci anche per me è da lodare) ciò significa che quanto egli fa è una eccezione, anzi è qualche cosa che abitualmente è osteggiato; infatti l'ostilità è prima nella prassi diffusa ed accettata dalla grandissima parte dei suoi confratelli e a cascata dei fedeli (Comunione sulle mani etc), prassi che poi passa alla ghettizzazione e successivamente alla condanna implicita e poi esplicita di chi la rifiuta.
E la comunione sulle mani non è che una conseguenza della desacralizzazione e dello snaturamento del rito...
RispondiEliminaIl testo parla in termini non equivoci dell'Adorazione e del particolare rispetto per le Sacre Specie, in effetti del tutto garantito sia dalla forma che dalla sostanza del Rito antquior.
RispondiElimina2 cose se mi è concesso, una il libro l'ho letto ed è bellissimo e commovente e fa riflettere sull'importanza che dovrebbe avere l'ostia consacrata, presenza di Cristo vero ed invece percepita oggi come partecipazione ad una distribuzione di un qualcosa che di sacro non ha più niente, la seconda mi fa venire in mente una frase letta su di un libro di Neuhaus, 'Lo splendore della fede' in cui lo scrivente, figlio di un pastore luterano, poi convertitosi, raccontava che i fedeli si iscrivevano all'eucarestia e che poi le ostie venivano riposte in una scatola di biscotti, pronte per la prossima volta, ne rimasi sconvolto.....Lupus et Agnus.
RispondiElimina" come partecipazione ad una distribuzione di un qualcosa che di sacro non ha più niente"
RispondiElimina...quando anche in un grande Santuario mariano si arriva a far cadere per tre volte in meno di un mese l'Ostia Consacrata e con nonchalance il sacerdote la riprende da terra, sorridendo le dà una spolveratina e via andare...the show must go on...(e io ho provato a dire a chi di dovere di far usare almeno il piattino, anzi, che lo avrei tenuto io...) beh, dicevo, quando si arriva a questo, sinceramente non credo che ormai manchi molto alla distribuzione automatica per mezzo di una macchinetta...e sarà già tanto se il fedele non troverà la scritta "INSERT COIN"...
atteggiamento anche corporale, con cui ricevere la S. Comunione
RispondiEliminaosservate in quante chiese e diocesi sta dilagando l'abitudine di tornare al banco dopo la Comunione ed ivi SEDERSI tranquillamente come ai giardini pubblici
Con le mani in tasca o dando un'occhiata al cell.....@ 1 sola fede, sai che la tua idea era stata proposta in una diocesi toscana, non ricordo bene, mi pare Pisa, c'era anche la foto da qualche parte, poi il tutto è stato accantonato.....fino alla prossima, quanto alla patena, non ci si può neanche provare a proporla, la gelida risposta è : 'Hanno le mani giunte a coppa, non può cadere'. No comment. Lupus et Agnus.
RispondiEliminaBellissimo libretto, leggendolo ho compreso che non si può e non si deve ricevere la Comunione con le mani e ci si deve possibilmente inginocchiare.
RispondiEliminaUn anno e mezzo fa mi trovavo a Pskov (Russia al confine con la Estonia) in comitiva. Siamo andati alla Messa cattolica. L'accompagnatrice italiana ci ha detto che i vescovi cattolici russi non avevano concesso la possibilità di ricevere la Comunione prendendola in mano perché ciò avrebbe scandalizzato gli ortodossi. Mi chiedo e constato: noi cattolici abbiamo ancora una unità liturgica oppure ognuno fa ciò che vuole? Gli ortodossi seppur divisi in una decina di chiese autocefale hanno conservato una fortissima unità liturgica e non sono mai stati presi dalla pruderie di modificare la loro antichissima e bellissima liturgia che risale ai tempi di Giovanni Crisostomo e di S. Basilio.
RispondiEliminaprovo a ripostare selezionando e tagliando un po':
RispondiEliminaA proposito, Lupus et Agnus, più o meno è successo così per ben tre volte... :
http://video.repubblica.it/dossier/conclave-2013/roma-il-cardinale-scherer-perde-l-ostia-durante-la-comunione/121859/120346
...a proposito di quanto invece scrive l'Anonimo delle 15.35, nel caso di detto Santuario non esiste o quasi il problema di inginocchiarsi dopo la Comunione, perchè... ci sono praticamente quasi soltanto sedie!
Perciò chi vuole inginocchiarsi deve contorcersi e rischiare riacutizzazioni di lombosciatalgie o più semplicemente va a spostare la sedia di chi gli siede di fronte e magari si vede pure guardar male!
Lors des apparitions de Garabandal, Notre-Dame, dans son second message (18 juin 1965), a dit ceci :
RispondiElimina« Antes la copa se estaba llenando, ahora está rebosando. Los sacerdotes van muchos por el camino de la perdición y con ellos llevan a muchas más almas. La Eucaristía cada vez se le da menos importancia. »
Mais la Sainte Vierge ne s'est pas contentée de dénoncer le mal. Elle a aussi indiqué le remède :
« Debemos evitar la ira de Dios sobre nosotros con nuestros esfuerzos. Si le pedís perdón con vuestras almas sinceras El os perdonará. Yo, vuestra Madre, por intercesión del Ángel San Miguel, os quiero decir que os enmendéis. Ya estáis en los últimos avisos. Os quiero mucho y no quiero vuestra condenación. Pedidnos sinceramente, y Nosotros os lo daremos. Debéis sacrificaros más. Pensad en la Pasión de Jesús. »
Cf. http://www.garabandal.org.es/index.php/hechos/mensajes
prete e donne di coraggio.
RispondiEliminacoraggio trova il suo etimo in cuore.