Pagine fisse in evidenza

martedì 11 febbraio 2014

Dies nigro notanda lapillo



"Come un'amputazione". 
In questi termini Monsignor Georg Gäenswein descriveva a Die Zeit-online la sua reazione alla scelta di Josef Ratzinger di dimettersi da Pontefice, un anno fa, seguita dal cambio ai vertici della Santa Sede. Contemporaneamente esprimeva  l'impressione di vivere "in due mondi".
Credo che, nonostante l'anomalia della situazione determinata dalle dimissioni conservando il "servizio contemplativo", queste sono pur sempre previste dal diritto canonico.
Resta invece il fatto che, se non risulta una forza maggiore esplicita e non solo intuita o letta attraverso le grosse difficoltà attraversate dal pontificato precedente, oggi inopinatamente ribaltate, l'evento rischia di fare del papato una "funzione deponibile" legata al valore dell'efficientismo piuttosto che all'alta funzione di Vicario di Cristo.
Il discorso dei "due mondi", invece, oltre ai due fronti nei quali si muove Don Georg nello svolgere le sue mansioni a fianco dei due papi, è intuibile sia legato ai diversi stili dei "due papi", nonché all'azione dirompente di quello "regnante". Non facciamo fatica a condividere la stessa sensazione.
Riprendo alcune bellissime, indimenticabili immagini di Caterina:

25 commenti:

  1. Due valutazioni "sensibilmente" diverse
    Cardinale Hummes " L’elezione di papa Francesco, le sue manifestazioni sin dai primi giorni, hanno fatto sì che “delle nuove porte si aprissero, e delle vecchie si chiudessero”. Le cose sono cambiate “in una forma così veloce e bella. La gente era felice, ha ripreso fiducia nella Chiesa, ha capito che sarebbe stata capace di uscire da un momento difficile, e questa fiducia, questa speranza, rimane”. La crisi e ancora lì, precisa Hummes, “ma è affrontata e condotta verso una soluzione positiva, e anche gli scandali devono essere sanati, ma ora la gente si fida”.

    Tosatti: Ma il suo regno – che per me è stato un seguito, senza soluzione di continuità reale con il pontificato di Giovanni Paolo II – ha permesso alla Chiesa e ai cardinali, certamente scossi dalla scomparsa, ormai nove anni fa, di quel gigante umano e religioso che è stato papa Wojtyla, di respirare, e cercare di dare inizio a un reale “dopo Wojtyla”. Con quanta saggezza e fortuna, sarà il tempo a dirlo. Ripeto quello che già mi sono trovato a dire in tempi non sospetti: che la lealtà e la bontà di Benedetto XVI, e la sua sfortuna nella scelta di alcuni collaboratori diretti gli hanno impedito di proseguire su una strada da cui certamente la Chiesa aveva tratto beneficio."

    RispondiElimina
  2. Ci sono diversi tipi di commenti: quelli dei 'corifei' presenti in ogni schieramento; quelli dei papolatri da accecamento favorito dalla mediaticità osannante a senso unico; quelli incerti di chi vede e non vede perché non sa o non vuole decifrare il senso degli eventi; quelli di chi pensa e si interroga e soffre la "passio Ecclesiae".

    RispondiElimina
  3. Scrive Tosatti: "Sfortuna nella scelta dei collaboratori".Sono basita.
    La sfortuna riguarda elementi non dipendenti dalla volontà di una persona,nel caso in oggetto non si può parlare di sfortuna, ma di incapacità di Benedetto a scegliere collaboratori capaci e nell'incapacità di licenziare collaboratori non all'altezza.
    Paola

    RispondiElimina
  4. Rafminimi@infinito.it11 febbraio, 2014 10:11

    A PARTIRE Almeno dal 1965, sono molte le date da segnare in nero, poichè ricordano eventi infausti.
    Dalla D.H.(07-XII-1965), al N.O.M.(PRIMA domenica di Avvento del 1969), al permesso CEI per la comunione in mano (Prima domenica di avvento del 1989).
    Per non parlare delle peggiori di tutte: le giornate di Assisi 1 (1986), 2 (2002), e 3 (2011).
    E i "mea culpa" del 2000?
    PRIMA O poi verrano anche eventi da ricordare in modo e per motivi più sereni.

    RispondiElimina
  5. Comunque la si voglia commentare è una vicenda dolorosa perché spacca la chiesa, indipendentemente dai vari punti di opinione e di vista e dai giudizi, per me è stato un grande pontificato che poteva esserlo ancora di più se supportato dai più stretti collaboratori che forse solo ora si accorgono di averlo tradito e lasciato colpevolmente solo; dire che ci sono altri vatileaks ora serve a nulla, il circo vatbarnum si è rimesso in piedi e si spacciano per verità magisteriali omelie private di nessuna rilevanza per il governo della chiesa; ieri ascoltavo un direttore di radio cattolica dire che certo è possibile un riposizionamento della CC sulla questione dei divorziati risposati non riammessi ai sacramenti, non annullando il matrimonio, ma rendendolo NULLO, cioè quello che in USA chiamano ipocritamente 'divorzio cattolico', praticamente dando ragione a Maradiaga e torto a Mueller e O' Malley contrari.....senza parole.Anonymous.

    RispondiElimina
  6. "Scrive Tosatti: "Sfortuna nella scelta dei collaboratori".Sono basita."

    Non necessariamente incapacità. Difficoltà, imposizioni, ricatti sappiamo fossero all'ordine del giorno.
    Poi, può anche accadere di fare valutazioni errate, a volte indotte altre no. Ma non è certo questa la regola, soprattutto per Benedetto XVI.

    RispondiElimina
  7. @RIC: Bisogna capire che Claudio Hummes e Braz de Aviz sono figli del post concilio brasiliano, particolarmente severo. È la Chiesa ridotta a un solo comandamento: fai tutto quello che è politicamente corretto. Sul piano intellettuale e dottrinale, era la terra rasata. I commenti di Claudio Hummes su Benedetto XVI sono qualcosa come sul piano musicale quelli di Al Bano su Ockheghem.

    RispondiElimina
  8. tutti,su MiL è pubblicato un articolo del prof De Mattei che sintetizza la situazione in maniera equilibrata,chiara e incontrovertibile.Continuiamo nell'impegno,anche se è dura,a seguito di rispettose richieste,sentirsi tacciare dal parroco di impicciona,avulsa dalla comunità,poco gioiosa aspirante profetessa

    RispondiElimina
  9. Non basta esercitare ad altissimi livelli il munus docendi ed il munus sanctificandi. Occorre esercitare bene anche il munus regendi, che è posto a servizio degli altri due munera, altrimenti tutto è vano. Per esempio Braz de Aviz, che Luis Luiz ben definisce, e che oggi sta perseguitando i Francescani dell'Immacolata, è stato "inventato" da Ratzinger come prefetto della congregazione per i religiosi (per la quale carica neppure aveva le competenze necessarie) e da lui creato cardinale.

    RispondiElimina
  10. De Mattei: il tramonto di una civiltà.

    http://www.corrispondenzaromana.it/2013-2014-motus-in-fine-velocior/

    RispondiElimina
  11. ...Gli avvenimenti si susseguono sempre più rapidamente. La sentenza latina motus in fine velocior è comunemente usata per indicare lo scorrere più veloce del tempo al termine di un periodo storico. La moltiplicazione degli eventi abbrevia infatti il corso del tempo, che in sé non esiste al di fuori delle cose che fluiscono. Il tempo, dice Aristotele è la misura del movimento (Fisica, IV, 219 b). Più precisamente lo definiamo come la durata delle cose mutevoli. Dio è eterno proprio perché è immutabile: ogni movimento ha in lui la sua causa, ma nulla in Lui muta. Più ci si allontana da Dio, più cresce il caos, prodotto dal mutamento.

    L’11 febbraio ha segnato l’inizio di un’accelerazione del tempo, che è la conseguenza di un movimento che si sta facendo vertiginoso. Viviamo un’ora storica che non è necessariamente la fine dei tempi, ma è certamente il tramonto di una civiltà e la fine di un’epoca nella vita della Chiesa. Se al chiudersi di quest’epoca il clero e il laicato cattolico non assumeranno fino in fondo le loro responsabilità, si avvererà inevitabilmente il destino che la veggente di Fatima ha visto svelarsi davanti ai propri occhi:
    ...

    RispondiElimina
  12. L'abdicazione e' stata per me, uno strappo ed è una ferita ancora aperta.E' passato un anno e oggi mi sento a disagio in una chiesa che non sa difendere i valori non negoziabili, in una chiesa che ha commissariato i FI solamente perché favorevoli al Motu Proprio Summorum Pontificum e alla dottrina e alla liturgia tradizionale.
    Mi manca Benedetto, mi manca la sua chiarezza dottrinale, la sua dolcezza e profondità.
    Neri

    RispondiElimina
  13. X Neri
    siamo in molti a provare il medesimo disagio e a sentire ogni giorno di più la mancanza di BXVI

    RispondiElimina
  14. Sì certo il munus regendi....se ti permettono di esercitarlo....come faceva notare Mic nel suo intervento è stato un pontificato proseguito su di un percorso accidentato per i tanti ostacoli che gli stessi appartenenti al clero gli ponevano avanti, ricatti di ogni genere e stroncature ignobilmente ingenerose,SP docet,e poi il conto fattogli pagare tutto inuna volta ;ora in vaticano ci sono indegni individui che nessuno si sogna di spostare dai loro incarichi card. di non eccelsa levatura dottrinale tantomenoculturalesipermettonodidaredel decerebrato ad un finissimo teologo ché l'attacconon era a Mueller ma a suocera perché nuora intenda, rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato non tutto per colpa sua. Contenti adesso che si s-vende pezzo per pezzo ciò che rimane della CC? Io personalmente no. Lupus et Agnus.

    RispondiElimina
  15. Leggere parole come queste di Francesco Peloso (Il Secolo XIX, Linkiesta) sorprende, ma soprattutto indigna:

    "... In tal senso la successione fra i due pontefici, l’incalzare degli eventi, i cambiamenti avvenuti in questi mesi, la discussione stessa all’interno del mondo cattolico laico ed ecclesiale, il confronto aperto con altre culture, con i mutamenti sociali, con la politica, con le altre fedi, costituiscano fattori per molti versi eccezionali di una vicenda appassionante – e direi per molti versi della ripresa di un cammino - i cui esiti sono ancora tutti da scrivere...."

    Una visione completamente distorta e, soprattutto superficiale.

    Come sarebbe "ripresa di un cammino"?
    Quale "cammino"?
    Dov'è quando e come che ci si era fermati?

    La verità è che purtroppo effettivamente Benedetto XVI il concilio lo ha traghettato. E ora ne subiamo le conseguenze con minore capacità di incidere su cambiamenti deleteri che proseguono inesorabili e apparentemente inarrestabili.
    Molte cose gli sono forse fuggite dalle mani e non è riuscito a riparare le brecce, che ora sono una voragine...
    Il Signore provvederà. Ci sono sacerdoti e fedeli che stanno facendo la loro parte. Purtroppo nel nascondimento. Ma bisogna...

    RispondiElimina
  16. Ho paura di essere ingiusto a dire questo, perché non posso pretendere di avere una conoscenza diretta di quanto è realmente avvenuto, soprattutto dietro le quinte, ma se penso a Benedetto non riesco a non associarlo all'ufficiale che dà il segnale di uscire dalla trincea e andare all'attacco ma poi se ne sta al coperto, anzi abbandona la prima linea e corre a rifugiarsi nelle retrovie. Mi viene in mente questo se ripenso per esempio al Summorum pontificum lanciato solennemente e quindi abbandonato a se stesso: si dirà che è stato ostacolato, che in tanti si sono opposti, il che è certamente vero, ma chi sta al vertice non doveva prevedere questo (che era in effetti prevedibilissimo) e mettere in campo tutte le necessarie contromisure? E se non era determinato a metterle in campo, non era meglio evitare di cacciarsi nei pasticci e soprassedere del tutto? Ricordo inoltre lo sbigottimento quando Benedetto stesso dichiarò che il SP era stato soltanto un atto di bonaria tolleranza: ma come? Tanta gente ha accolto la tua proposta che non si presentava affatto in questo modo, è uscita allo scoperto, si è presa insulti e corbellature e alla fine si sente dire che era tutto uno scherzo? Ricordo, anni fa, le discussioni con un amico secondo il quale era tutto normale, e la tradizione non si poteva pretendere di averla in dono dal cielo ma bisognava lottare per averla. Allora ero quasi d'accordo, adesso ripensandoci penso piuttosto che un Papa per le cose che è in suo potere dare dovrebbe battersi in prima persona fino in fondo, o per l'appunto lasciar stare in attesa di tenpi migliori. Non è che voglia rifiutare la prova, ci sono dentro e ci rimango, e sono anche contento di esserci dentro: ma dire che Benedetto abbia agito ottimamente e mi abbia lasciato un ricordo splendido, questo onestamente non riesco a dirlo.

    RispondiElimina
  17. sentire ogni giorno di più la mancanza di BXVI....


    egli disse all'inizio:

    "....pregate per me, perchè io non fugga per paura avanti ai lupi..."

    bei ricordi, immagini certo commoventi ....

    ma dunque, perchè è fuggito e ha lasciato il gregge in balia dei lupi ?
    gregge sbandato, interdetto....spaurito, teso a chiedere invano custodia ad un pastore "di periferie e retrovie" che si defila dai giusti giudizi, che non ha nessuna voglia di guidarlo con "bastone e vincastro" ai buoni pascoli e ad acque tranquille, nè di difenderlo dai lupi, ma di lasciar andare "ognuno al seguito della propria idea" cioè "s'arrangi chi può" ?

    il pastore è percosso il gregge disperso, accade ora nella Chiesa ciò che disse NSGC poco prima della Passione, la sera del Giovedì Santo....
    («Voi tutti sarete scandalizzati di me questa notte, perché sta scritto: "Percuoterò il Pastore e le pecore saranno disperse".)

    RispondiElimina
  18. si dirà che è stato ostacolato, che in tanti si sono opposti, il che è certamente vero, ma chi sta al vertice non doveva prevedere questo (che era in effetti prevedibilissimo) e mettere in campo tutte le necessarie contromisure?

    Che lo avesse previsto è più che certo, soprattutto se si legge attentamente la lettera ai vescovi che accompagna il Summorum.

    Ma siamo alle solite. Un conto sono le parole, un conto i fatti.

    Non si governa con le sommesse indicazioni... E' questo il problema dell'immediato post-concilio.

    Paradossalmente, invece, oggi si governa (o meglio si tiranneggia) con le vessazioni nei confronti di alcuni e col "lasciar correre" nei confronti di altri!

    RispondiElimina
  19. Non proprio s'arrangi chi può, ma si salvi chi può......siamo al rompete le righe, ci sono solo soldatini, pure i tenentini di fresca nomina scappano.....

    RispondiElimina
  20. ...ad ingenui osservatori esterni (milioni) pare che la facciata regga bene al precipitare degli eventi, i quali però nel loro drammatico susseguirsi, si svolgono tutti DIETRO quella facciata di un edificio che sembra stare ancora in piedi.....ma che nasconde all'interno cumuli di macerie.
    -------------

    qualcuno ha approfondito l'aspetto di stranezza inedita giurisdizionale dell'abnorme avvenimento, mai visto nella Chiesa:

    un papa emerito a fianco del successore, viventi contemporanei ed entrambi a Roma ....
    (Un mostrum giuridico, che C. Baronio definì "apax" di chiara natura conciliare)...

    papa emerito accoglie papa entrante:
    http://saragio.files.wordpress.com/2013/03/due-papi.jpg

    RispondiElimina
  21. "ripenso per esempio al Summorum pontificum lanciato solennemente e quindi abbandonato a se stesso: ...ma chi sta al vertice non doveva prevedere questo (che era in effetti prevedibilissimo) e mettere in campo tutte le necessarie contromisure? E se non era determinato a metterle in campo, non era meglio evitare di cacciarsi nei pasticci e soprassedere del tutto?"

    Il Summorum Pontificum è stata la realizzazione di una delle due richieste preliminari della FSSPX, ossia la liberalizzazione della S. Messa Romana antica (l'altra era la dichiarazione di nullità della 'scomunica'), e Benedetto XVI a questo si è limitato. E' noto che la sua volontà era piuttosto quella della 'riforma della riforma liturgica' mediante l'ibridazione del V.O. col N.O.: ossia la creazione di un nuovo pasticcio, in attesa delle sue successive ibridazioni, nell'infinito processo hegeliano che deve vedere coinvolte, nella mens dei novatori, anche la dottrina, la morale, il diritto, ecc.
    Chi sapeva come stavano le cose non si è mai aspettato nulla di più. Sunt lacrimae rerum.

    RispondiElimina
  22. 11 Febbraio: data casuale o intervento della Vergine in una decisione così apocalittica? La ferita, parlo per me, è sempre più aperta e sempre più dolorosa, e ogni giorno che passa mi appare come una punizione per i nostri peccati.

    RispondiElimina
  23. Benedetto XVI è sempre il Papa orante, nel servizio contemplativo della Chiesa. L'optima pars di Maria davanti all'unum necessarium.

    RispondiElimina
  24. Sarà così, Amicus, sarà anche stato che il Summorum pontificum voleva essere solo un'offa gettata alla FSSPX, ma al povero fedele non vaticanista questo non è stato specificato. Non è stato un bel modo di procedere.

    RispondiElimina
  25. @zag scrive: "ogni giorno che passa mi appare come una punizione per i nostri peccati"


    "...noi abbiamo peccato, siamo stati empi, abbiamo trasgredito, Signore Dio nostro, i tuoi comandamenti. Allontana da noi lo sdegno, poiché siamo rimasti molto pochi in mezzo alle genti fra le quali tu ci hai dispersi. Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica, liberaci per il tuo amore"
    (Baruc 2, 12-14)

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.