Una Presenza che continua
Inos Biffi
Inos Biffi
Senza dubbio, l'esperienza sensibile non avverte alcun mutamento. La certezza che nel "santissimo sacramento dell'Eucaristia" - sempre secondo il Tridentino - "è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l'anima e la divinità, e quindi Cristo tutto intero", non è attestata né dalla vista né dal tatto né dal gusto, come canta Tommaso d'Aquino nell'Adoro te devote, ma è tutta e interamente fondata sull'ascolto della parola del Signore, della quale nulla è più vero: Visus, tactus, gustus, in te fallitur, / sed auditu solo tute creditur. / Credo quicquid dixit Dei Filius, / nichil ueritatis verbo uerius.
Sono note la diffidenza e le reazioni al termine "transustanziazione", perché attinto al linguaggio di una filosofia superata e quindi da ritenersi inattuale[1]. Trento, da parte sua, lo ritiene invece "appropriatissimo"; e lo è, infatti, per dire che, in virtù della potenza di Cristo e dell'opera dello Spirito Santo, l'identità del pane e del vino viene realmente mutata nell'identità del Corpo e del Sangue del Signore.
Del resto, ricorre nel linguaggio comune un significato di "sostanziale", che è di comprensione immediata, come quando ci si voglia riferire al livello profondo e sintetico di una realtà; senza dire che, per dilucidare e illustrare il significato di "transustanziazione" eucaristica, vi è apposta la catechesi, come per altri contenuti del dogma cristiano.
In ogni caso, termini come "transignificazione" e "transfinalizzazione", proposti da alcuni teologi come sostituivi, non solo non rendono, ma addirittura alterano il senso che la fede della Chiesa allega al concetto di "transustanziazione". Non basta ammettere che il pane e il vino con la consacrazione assumano un significato e una finalità nuovi; che si ritrovano, cioè, transignificati e trasfinalizzati; occorre invece affermare che sono a tal punto trasmutati, da essere diventati irreversibilmente "Corpo e Sangue del Signore", come li chiama Paolo (1 Corinzi, 11, 27).
Abbiamo accennato ad alcuni teologi. Non mancano poi liturgisti che non accettano le definizioni tridentine sulla transustanziazione dopo le parole della consacrazione, perché allora - dicono - si aveva una conoscenza storica ridotta, si ignoravano in particolare le antiche anafore col risalto dell'invocazione allo Spirito Santo[2], non si aveva la percezione della struttura unitaria della preghiera eucaristica, e si era inoltre legati allo schema superato materia-forma[3]. Come a dire: tutta la tradizione occidentale patristico-liturgica espressa a Trento si è ingannata sul significato, o sulla vis, delle parole della consacrazione e quindi sulla fede nella presenza reale "peracta consecratione", prima che l'anafora fosse tutta conclusa. Ma qui a far difetto, prima che un'eventuale mancanza di fede e di senso teologico, mi pare sia il senso del ridicolo. Solo che il pensiero va alle tristi conseguenze per quanti fossero alla scuola di tali maestri.
Per continuare la riflessione: nell'istituzione dell'Eucaristia il pane è il Corpo di Cristo e il vino il suo Sangue unicamente a motivo dell'affermazione creatrice o del sermo operatorius (sant'Ambrogio) di Gesù che, pronunziato il rendimento di grazie e nel suo contesto, dichiara e quindi porge come suo Corpo il pane e come suo Sangue il vino. Ed è questa propriamente la novità della "Cena del Signore".
Il rendimento di grazie avveniva a ogni pasto; gli apostoli avvertono che in quello dell'ultima Pasqua di Gesù con loro si tratta del Corpo e del Sangue del Signore dalla sua esplicita ed efficace dichiarazione. Per altro, la stessa struttura liturgica conferita nei sinottici al racconto dell'istituzione dell'Eucaristia manifesta l'intenzione di porre in risalto come determinanti le parole di Cristo, a meno di ritenere che, in assenza dell'invocazione dello Spirito Santo, tali sue parole non abbiano avuto effetto.
Ora, in ogni messa è sempre Cristo il celebrante originario. A consacrare non sono le parole in sé, distinte da lui, quasi magicamente concepite, ma è sempre lui personalmente, o la sua signoria, operante in comunione con lo Spirito Santo: il ministro agisce in persona Christi, "ripresentando" l'intenzione e l'azione stessa del Signore.
La tanto deprecata forma di cui si parla, in coppia con la materia, non intende indicare altro che la parola, ossia l'intenzione di Cristo, che imprime creativamente alla generica realtà del pane (materia) la condizione nuova e mirabile di essere il suo Corpo.
Ma torniamo alla fede nella presenza reale in virtù della transustanziazione, per osservare che è esattamente questa fede a non risaltare sempre con limpida e persuasa chiarezza. Un indice è il modo sbrigativo con cui le sacre specie talora vengono trattate durante la comunione o al termine della celebrazione eucaristica, anche se non è il caso di inseguire ossessivamente frammenti quasi invisibili, che hanno perduto il carattere di segni.
Viene in mente l'esortazione di Origene: "Voi che assistete abitualmente ai santi misteri sapete con quale rispettosa precauzione conservate il Corpo del Signore quando vi è consegnato con il timore che ne cada qualche briciola e che una parte del tesoro consacrato si perda. Vi sentireste colpevoli e avete ragione, se per vostra negligenza qualche cosa se ne perdesse" (In Exodum homiliae, 13, 3).
Di fronte alla disinvoltura appena ricordata è difficile sottrarsi all'impressione che a essersi annebbiata sia proprio la certezza che sotto i segni sacramentali, dopo la celebrazione, continui a essere personalmente presente Gesù Cristo, vero uomo e vero Figlio di Dio, adorabile come il Padre e come lo Spirito Santo.
D'altronde, anche il ridursi, fino quasi alla scomparsa, dei segni del culto e dell'adorazione, che sono una professione silenziosa ma non meno efficace di quella affidata alle parole - come la genuflessione, l'inchino, lo stare in ginocchio, il silenzio dopo il ringraziamento, come veniva chiamato - hanno contribuito e contribuiscono ad affievolire la convinzione nel prosieguo della presenza di Gesù, che si prolunga oltre la celebrazione.
Quando addirittura non venga da chiedersi se, a vacillare non siano, a monte, la fede in Gesù Figlio di Dio, unico e universale Salvatore di tutti, e la certezza che senza la conversione a lui e senza la grazia della croce non c'è salvezza per nessuno.
La pratica dell'adorazione eucaristica non fu un'alterazione ma un arricchimento della "devozione" cristiana. Ora sono definitivamente e giustamente superati i limiti di una sovrapposizione dell'adorazione alla celebrazione, che è la fonte della presenza di Gesù nei segni: l'adorazione accende la relazione personale con lui, stimola e approfondisce la meditazione sul sacrificio della Croce, fomenta la gioiosa sorpresa per la presenza sacramentale.
Adorare il Signore nell'Eucaristia, infatti, non equivale a un prosternarsi tremante e smarrito, o a una volontà di "annientamento" di fronte all'incombente divinità; significa invece un essere colmi dell'ineffabile e amoroso stupore di fronte alla tradizione del Figlio di Dio, al donarsi illimitato del Verbo divenuto "il Dio con noi", quasi "racchiuso" con la sua gloria nel sacramento. Per questo è incomparabilmente prezioso il tempo passato in adorazione, quella solenne e pubblica e quella privata e silenziosa, così come sono preziose per tutta la Chiesa le comunità di fratelli e di sorelle dediti all'adorazione "perpetua".
(©L'Osservatore Romano - 10-11 gennaio 2011)________________________________
Note di Chiesa e post-concilio
1. Le reazioni avverse al termine Transustanziazione temo non siano solo per pura diffidenza al termine, che non è affatto inattuale. Anche se non tutti siamo studiosi di antichità e lingue, "sostanziale" si usa anche oggi. Anche Transustanziazione è termine accessibile anche a uno studente di liceo scientifico e classico ai primi anni, ma pure prima (questo al di là della grazia che sappiamo ha illuminato anche bambini, ragazzini, del tutto incolti) ma non solo....
Inoltre trans (che direi mai è stato spiegato, oggettivato e identificato come oggi) come è chiaro suffisso generico anche in italiano di mutamento + sostanza.
Temo che l'obiezione dei mezzi credenti al termine Transustanziazione non sia un'obiezione unicamente di tipo linguistico ma un problema di fede.
I termini "transignificazione" e "transfinalizzazione" alterano il senso vero e proprio. Sono ancora più complessi e sembrano un gioco semiotico, di segni, ma non inerenti alla sostanza ma solo al mutare di significati e di fine, che è tutta un'altra storia. Va da sé che il Sacrificio di Cristo celebrato abbia ANCHE dimensione memoriale, un fine e dei segni, e implichi anche una interiorizzazione e introiezione del significato; ma ridurre tutto a interpretazione in figura (anzi a una sclerotizzazione dell'interpretazione in figura) muta pericolosamente la sostanza con la mera sembianza.
2. Tutta questa enfasi sull'epiclesi! Come se le parole della Consacrazione, ipsissima verba del Signore consegnateci fino alla fine dei tempi, non fossero pronunciate da Lui stesso, presente già nella persona del Sacerdote. Lui, il Verbo, la Seconda Persona della Santissima Trinità, Incarnatasi nell'uomo Gesù di Nazareth, nel quale è contemporaneamente presente il Padre il Figlio e lo Spirito Santo. E come se le Parole del Verbo non producessero ciò che Egli pronuncia.
Il mio pensiero è confortato da Sant'Ambrogio e dai suoi seguaci che parlano delle "parole efficaci (sermo operatorius)" di Gesù Cristo come causa della conversione eucaristica.
3. Ci andrei piano a vedere superamenti della materia-forma, che prima che essere uno 'schema' è dovuto al fatto che NSGC è Dio incarnato: è da lì che discende, dalla Sua natura umana e divina, la concordia materia-forma, carne-Spirito, proprio dall'Incarnazione, mica da un "medievale" superato. Questo testimonia anche quanto certa teologia dissidente e modernista sia oltre che scismatica, anche ignorante di tanti passaggi magistrali della Scolastica, che non erano meramente "frutto del tempo".
Inoltre trans (che direi mai è stato spiegato, oggettivato e identificato come oggi) come è chiaro suffisso generico anche in italiano di mutamento + sostanza.
Temo che l'obiezione dei mezzi credenti al termine Transustanziazione non sia un'obiezione unicamente di tipo linguistico ma un problema di fede.
I termini "transignificazione" e "transfinalizzazione" alterano il senso vero e proprio. Sono ancora più complessi e sembrano un gioco semiotico, di segni, ma non inerenti alla sostanza ma solo al mutare di significati e di fine, che è tutta un'altra storia. Va da sé che il Sacrificio di Cristo celebrato abbia ANCHE dimensione memoriale, un fine e dei segni, e implichi anche una interiorizzazione e introiezione del significato; ma ridurre tutto a interpretazione in figura (anzi a una sclerotizzazione dell'interpretazione in figura) muta pericolosamente la sostanza con la mera sembianza.
2. Tutta questa enfasi sull'epiclesi! Come se le parole della Consacrazione, ipsissima verba del Signore consegnateci fino alla fine dei tempi, non fossero pronunciate da Lui stesso, presente già nella persona del Sacerdote. Lui, il Verbo, la Seconda Persona della Santissima Trinità, Incarnatasi nell'uomo Gesù di Nazareth, nel quale è contemporaneamente presente il Padre il Figlio e lo Spirito Santo. E come se le Parole del Verbo non producessero ciò che Egli pronuncia.
Il mio pensiero è confortato da Sant'Ambrogio e dai suoi seguaci che parlano delle "parole efficaci (sermo operatorius)" di Gesù Cristo come causa della conversione eucaristica.
3. Ci andrei piano a vedere superamenti della materia-forma, che prima che essere uno 'schema' è dovuto al fatto che NSGC è Dio incarnato: è da lì che discende, dalla Sua natura umana e divina, la concordia materia-forma, carne-Spirito, proprio dall'Incarnazione, mica da un "medievale" superato. Questo testimonia anche quanto certa teologia dissidente e modernista sia oltre che scismatica, anche ignorante di tanti passaggi magistrali della Scolastica, che non erano meramente "frutto del tempo".
In segni poveri della quotidianità, ma dal significato di grande spessore, sia per ciò che rappresentano nella vita materiale che riguardo alla trasformazione che subiscono.
RispondiEliminaIl Signore ha voluto mettere alla nostra portata un mistero troppo grande per essere espresso compiutamente, ma che ci svela man mano che ce ne lasciamo compenetrare.
Ricordo le parole mirabili di una nostra devozione. Sarebbe bene interiorizzare e meditare l'intero Inno.
Adoro te devote latens Deitas
quae sub his figuris vere latitas.
Tibi se cor meum totum subicit,
quia te contemplans totum deficit.
Come giustamente fa notare Mic, sono le Parole del Signore che realizzano la transustanziazione; nel rito antico lo si poteva capire benissimo anche perché si scopriva la pisside solo prima delle parole stesse e così anche per il calice, mentre ora si scoprono prima dell'epiclesi, quasi a significare che sia l'invocazione dello Spirito Santo ad operare il mutamento e non la forma del Sacramento.
RispondiEliminase proprio c'è chi non vuole e non può credere alla Transustanzazione,
RispondiEliminae al "Discernere il Corpo del Signore" nell'Eucarestia (1 Corinzi 11,29) (Qui enim manducat et bibit indigne, judicium sibi manducat et bibit, non dijudicans corpus Domini;
ὁ γὰρ ἐσθίων καὶ πίνων κρίμα ἑαυτῷ ἐσθίει καὶ πίνει μὴ διακρίνων τὸ σῶμα)
scenda in preghiera più e più volte....
ma se è un ideologo settario o uno dei falsi novatores, può percorrere una strada già molto nota:
prenda su e vada dai protestanti che ce ne sono ben 300 confessioni, a voglia di scegliere la modalità .
@Mic:
RispondiElimina"Adoro Te devote...."
la nostra epoca, per lo meno nelle masse, anche dei credenti purtroppo, ha smarrito in gran parte Fede nelle promesse
e il concetto più profondo dell'Adorazione.
mi sento di accennarne perchè anche a me è servito un lungo percorso individuale per rendermene conto, e ne vedo simili segnali intorno.
Agendo poi in base a categorie di demitizzazione e demistificazione anche lì dove non andava fatto, perchè questa è stata "l'educazione moderna",
si è arrivati alla demolizione anche delle sostanze.
dall'art.:
trovo ben fatto ma in un punto troppo posato l'articolo....
per es. quando accenna alla "diffidenza e le reazioni al termine "transustanziazione", perché attinto al linguaggio di una filosofia superata e quindi da ritenersi inattuale."
le reazioni avverse al termine Transustanziazione temo non siano solo per pura diffidenza al termine, che non è affatto inattuale.
Ok non tutti siamo studiosi di antichità e lingue,
ma come si dice nel testo dell'art. che "sostanziale" si usa anche oggi,
anche Transustanziazione è termine accessibile anche a uno studente di liceo scientifico e classico ai primi anni...ma pure prima (questo al di là della grazia che sappiamo ha illuminato anche bambini, ragazzini, del tutto incolti)
ma non solo....
da trans (che direi mai è stato spiegato, oggettivato e identificato come oggi) come è chiaro suffisso generico anche in italiano di mutamento,
+ sostanza.
Temo che l'obiezione dei mezzi credenti al termine Transustanziazione non sia un'obiezione unicamente di tipo linguistico ma un problema di fede.
"transignificazione" e "transfinalizzazione" alterano il senso vero e proprio,
sono ancora più complessi e sembrano un gioco semiotico, di segni, ma non inerenti alla sostanza ma solo al mutare di significati e di fine, che è tutta un'altra storia.
Va da sè che il Sacrificio di Cristo celebrato abbia ANCHE dimensione memoriale, un fine e dei segni, e implichi anche una interiorizzazione e introiezione del significato,
ma ridurre tutto a interpretazione in figura (anzi a una sclerotizzazione dell'interpretazione in figura) muta pericolosamente la sostanza con la mera sembianza.
p.s. naturalmente sono d'accordo sulla nota acuta di Mic: a quanto pare per certa teologia scontato non lo è,
RispondiEliminabene che l'ha messa perchè appunto nelle rielaborazioni di oggi non si può dare proprio nulla per certo.
dal testo dell'art., di seguito al punto in cui c'è la nota
"(...teologi che credono che...)....si era inoltre legati allo schema superato materia-forma"
ci andrei piano a vedere superamenti della materia-forma
che prima che essere uno 'schema' è dovuto al fatto che NSGC è Dio incarnato...
è da lì che discende, dalla Sua natura umana e divina,
la concordia materia-forma, carne-Spirito, proprio dall'Incarnazione, mica da un "medievale" superato.
Questo testimonia anche quanto certa teologia dissidente e modernista sia oltre che scismatica, anche ignorante di tanti passaggi magistrali della Scolastica, che non erano meramente "frutto del tempo".
Ti sono molto grata Josh,
RispondiEliminaho inserito le tue affermazioni come note nel corpo dell'articolo (a giusta integrazione)
per i lettori che non dovessero attingere anche ai commenti :)
josh@
RispondiEliminaquando citi la lettera ai corinzi scrivi "manducat et bibit indigne" dove sul testo riportato dal Vaticano indigne scompare ... sono perplesso. non essendo presente nemmeno nelle traduzioni , l'avverbio di modo indigne,insomma , c'e' o non c'e'?
altri siti invece riportano anche indigne...
Mic, grazie, troppo buona, ho scritto solo quel che sentivo...:)
RispondiEliminaRocco, dunque nella mia vulgata "indigne" c'è e anche, per es. nella mia Storia delle eresie di S. Alfonso Maria de'Liguori che la cita,
e riporta ampiamente il passo con l'avverbio.
guarda te l'ho trovata:
qui l'opera intera
http://www.intratext.com/ixt/itasa0000/_IDX147.HTM
qui a pag, 231 del testo digitalizzato in anastatica:
http://books.google.it/books?id=abQAAAAAcAAJ&pg=PA231&lpg=PA231&dq=Qui+enim+manducat+et+bibit+indigne,+judicium+sibi+manducat+et+bibit,+non+dijudicans+corpus+Domini;&source=bl&ots=49hKe5I4si&sig=XSs6MXQyk9OpfKTbuORWmwqWTHI&hl=it&sa=X&ei=SlILU4KxMMfJ0AW50IDADA&ved=0CDEQ6AEwAA#v=onepage&q=Qui%20enim%20manducat%20et%20bibit%20indigne%2C%20judicium%20sibi%20manducat%20et%20bibit%2C%20non%20dijudicans%20corpus%20Domini%3B&f=false
non so perchè nel testo vaticano attuale non c'è, sarà una Vulgata...riveduta? :-)
posso dirti che nel testo greco nemmeno c'è in modo completamente espresso, ma si ricava e non è un'aggiunta impropria nel passaggio greco-latino-italiano se si prende il tono più ampio di tutto l'argomento, perchè indigne in quel contesto va inteso come rafforzativo di quell'infatti/enim/γὰρ che ha sfumatura causale-dimostrativa (come un giacchè, difatti) anche perchè è indigne di suo comunicarsi senza discernere/non dijudicans/μὴ διακρίνων il Corpo e Sangue del Signore.
grazie mille josh, col greco sono meno allenato che col latino ma in effetti avevo notato che mancava.
RispondiEliminala cosa che pero' mi premeva capire era il perche in alcune edizioni latine ci fosse ed in altre no, perche specifica bene il concetto di non accostarsi indegnamente alla Eucaristia. piccola nota personale: i protestanti che stimano tanto paolo come spiegano questo passaggio della lettera?? come ci si puo accostare indegnamente al tavolino della mensa. come puo essere un peccato cosi' grave se li dentro non c'e' Cristo? mi sembra evidente che il peccato e' molto grave ma vista alla maniera protestante ci dovrebbe essere di peggio...
nota mia da cattolico:e se quella non e' vero Corpo di Cristo non la si potrebbe nemmeno adorare , altrimentri saremmo idolatri . sarebbe un idolo. mi sbaglio?
ottimo articolo e ottimi commenti. la riflessione di mic mi ha fatto venire in mente il problema dell'adorazione, quello di josh il problema dell'indegnamente accostarsi a Cristo o ad un rituale commemorativo, e le riflessioni di don Gianluigi, mi fanno pensare a quale sia l'importanza delle parole e dell'intenzione del sacerdote,poiche se fosse opera dello Spirito Santo in maniera diretta ed esclusiva , allora basterebbe un'assemblea di persone che pregano , ricordando le parole di Cristo: dove ci sono due che pregano...
RispondiEliminaInfatti, caro Rocco la Messa, da Azione divino-umana del Signore è diventata narrazione e più spesso rappresentazione.
RispondiEliminaI segnali sono molti, a partire dalla inaudita indegna modifica della formula consacratoria...
Resistere custodire diffondere.
parlando di formula consacratoria, se la transustansazione e' frutto di tre elementi, giuste parole corretta intenzione , opera di Dio, mancando uno o piu elementi avviene la transustansazione?
RispondiEliminail fedele impreparato puo' supplire col suo Giusto desiderio, essendo inconfutabile che Dio scrive dritto sui righi storti, oppure e' un chiedere troppo alla misericordia divina? e se allora non avviene la transustansazione ...allora mi spiego lo sfacelo non in particolare della CHiesa , ma della societa' umana in generale.
mic perdona il reprise ma vorrei chedere a josh del catecon, perche penso che il fatto che in greco venga usato prima il neutro e poi il maschile si giustifica col fatto che si parli di Eucaristia(neutro) e Cristo(maschile) e quando si dice dal mezzo o di mezzo significa dal centro del cuore dell'uomo e della societa'. ma non sono cosi' ferrato in greco! anzi...
@Rocco, prelevo e rispondo:
RispondiElimina"piccola nota personale: i protestanti che stimano tanto paolo come spiegano questo passaggio della lettera??
come ci si puo accostare indegnamente al tavolino della mensa. come puo essere un peccato cosi' grave se li dentro non c'e' Cristo? ..."
dipende quali protestanti stimerebbero S.Paolo...per esempio con la teologia liberale valdesi-metodisti-battisti non accettano più de facto molti passaggi di S.Paolo (per es. 1 Cor. 6, 9-11....non pare che la credano più molto visto che sono aperti a divorzi, matrimoni gai & co ); altri, i fondamentalisti evangelicals sono invece tutti presi dal letteralismo e dalla severità. Qui si aprirebbe una discussione molto lunga.
Quel passaggio dell'accostarsi indegnamente senza discernere il Corpo e Sangue del Signore nell'Eucarestia, da loro è inteso comunque solo come cena memoriale, si riferiscono a solo ricordo della Sua opera e basta, in questo sono tutti nipoti di Lutero. Nel link dato sopra ne parla ampiamente da Lutero fino ai suoi tempi S. Alfonso, argomentando molto bene.
S'è per quello non c'è per loro nemmeno la Confessione come Sacramento, ma un confessarsi a Dio. Quando uno sentisse venir meno il peso nella coscienza, sarà che Dio ti ha perdonato. Ma è Dio che ti ha perdonato, o uno si è autoassolto o è stato il proprio SuperIo per quieto vivere?
Sembra il trionfo di un privato stream of consciousness che procede a sensazioni.
Poi...quale letteralismo nel loro caso? la traduzione è già di per sè interpretazione.
nei paesi anglosassoni usano la King james, la britannica e varie versioni; in Italia Diodati, Luzzi ...(al di là che il punto eucaristico è tradotto uguale)
MA
è letterale, per es. (porto un caso eclatante) nell'incipit di S.Giovanni tradurre come loro fanno "In principio era la Parola"
invece che "In principio era il Verbo" per Logos, che è sia Logos sia "Parola" incarnata, intesa anche come facoltà creatrice di Dio (compresa in quel "noi" già in Genesi) ma Logos è davvero Verbum in latino, con in più quanto nella filosofia dell'epoca, anche prima di Eraclito, il Logos aveva un valore cosmico che va ben oltre una traduzione tendenziosa come "parola".
E perchè hanno scelto 'parola'? perchè negando le Specie Eucaristiche e trasformandola in cena memoriale e basta,
esaltano la parola di Dio (nel senso di una certa lettura della Bibbia) ma non i Sacramenti che nel loro caso sono progressivamente sempre meno, catapultandosi in una diminutio anche dell'Incarnazione.
Alla fine dalle varie ondate di riforma, invece di celebrare Dio, Gesù, SS...finiscono per celebrare se stessi come accade in certi culti dove si procede solo con racconti personali, tipo "a me il Signore ha fatto, ha dato..." in cui trionfano sentimento e soggettivismo.
beh certo, per i protestanti noi siamo idolatri, cannibali etc
rocco, la questione del kathecon è molto ampia, e nella storia dell'esegesi ha richiesto molte energie, difficile dirimerla in poche righe, anche se in Tessalonicesi si legge solo una breve frase, da cui deriva di tutto di più....i significati che anche tu riporti sono comunque corretti e nello spirito del testo;
RispondiEliminaanche se non so se dipenda così tanto dalla forma, caso, declinazione del vocabolo in cui compare quanto da un senso molto più ampio che riguarda apostasia, punto di non ritorno nella storia (almeno per un tempo), legami con Profeti e Apocalisse.
per dirne solo alcune implicazioni...
http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/volto_luciferino_occidente.htm
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV610_L.P._Crolla_il_Katechon.html
grazie ancora Josh!
RispondiEliminaps sei lo stesso che scrive su saura plesio ?
del catechon tu che idea hai...anche se come dici tu non si puo liquidare in due righe, ma non si puo nemmeno abusare del blog di mic!! eppure io sono sempre piu convinto che si parli di Cristo e dell' Eucaristia anzi spero di averti messo (come diceva una mia amica straniera che non azzeccava un detto) il pulcino nell'orecchio!
sì Rocco sono lo stesso che scrive dalla mia amica Saura
RispondiEliminahttp://sauraplesio.blogspot.it/
e molti più post anche qui (ma qui di letteratura, arte & similia di solito osservate da punti di vista particolari)
http://esperidi.blogspot.it/
del kathechon: non l'ho identificato in maniera univoca,
può essere quel che tu dici;
la traduzione è semplicemente ciò che trattiene o Colui che trattiene (la manifestazione dell'Anticristo)....non mi pongo più di tanto la domanda, nei termini in cui guardo di più al significato del passo in genere
2Tessalonicesi 2
1 Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, 2 di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. 3 Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, 4 colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio.
5 Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? 6 E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. 7 Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. 8 Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, 9 la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, 10 e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. 11 E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna 12 e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.
13 Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità, 14 chiamandovi a questo con il nostro vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
15 Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera. 16 E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, 17 conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
tanto non sappiamo comunque di preciso i tempi e i modi, e tutte quelle cose lì fino in fono non sono accadute ma non c'è da stare troppo allegri.
segnali ce ne sono...dal cod. 666 al "marchio senza cui non si potrà nè comprare nè vendere" al sistema satanico in genere, a segni di apostasia.
Penso che davanti anche ai passi più apocalittici, noi però dobbiamo ovvio stare accorti,
ma insieme sia che morissimo domani di morte naturale, o per persecuzione, o per fine del mondo (ma di quest'ultimo ancora non è ora) a noi è chiesto ugualmente di essere pronti e santi, e non di scrutare solo i segni dimenticando ciò che ci è richiesto comunque....
Premetto che non ho una preparazione teologica e vado per ispirazione interiore .
RispondiEliminaMi è venuto spontaneo chiarire ad un collega di lavoro T.di.J il significato della S.S. Eucarestia , almeno per quello che ne ho capito io: correggetemi e ditemi per favore dove erro e cosa dovrei approfondire per capire meglio.
Semplicemente gli ho detto che noi esseri umani non siamo angeli a cui basta accettare e adorare -oppure no- Dio Padre Dio Figlio e Dio Spirito Santo, ma noi uomini
siamo fatti di carne ed ossa e pertanto dobbiamo pensare che per salvare anche il nostro corpo carnale e non solo la nostra anima dobbiamo nutrirci di Dio fatto carne presente nel S.S.
e così il nostro corpo potrà risorgere come corpo spirituale perchè si è nutrito di Dio fatto carne e sangue.
Noi facciamo la volontà del Padre solamente se e accettiamo il sacrificio di Suo Figlio che è unito allo S.S. "senza misura" e
quando ci nutriamo di Dio fatto carne... allora Lui guarderà anche alle nostre opere (che da sole non bastano a salvarci) ,e ci permetterà di operare nel Suo nome anche miracoli o grandi opere di carità come hanno fatto i santi, in quanto ci ha trovato degni, avendo noi ricevuto con fede piena iil S.S. Sacramento..
In sostanza vorrei ribadire questo:"In ogni sua opera Dio è sempre presente come Uno e Trino,
soprattutto nella cena eucaristica seppur con le dovute precisazioni.
Certo è un grande Mistero ma se domandiamo con fede Lui ci fa capire tutto, e ci dona la pace.