Un lettore, che ringrazio, mi invia la comunicazione che segue, in riferimento a commenti malevoli sul Nuovo libro di Serafino M. Lanzetta, Il Vaticano II, un concilio pastorale. Ermeneutica delle dottrine conciliari, Cantagalli, Siena 2014, pp. 490, euro 25,00. presentato qui. È la testimonianza diretta di una persona che era presente alla recente presentazione, a Lugano.
Occorre precisare che il libro è stato presentato come lavoro di abilitazione per l'insegnamento alla facoltà di teologia di Lugano.
Se a padre Lanzetta durante il suo soggiorno solitario in Austria è stato concesso di fare attività accademica a Lugano, è logico che debba poter effettuare tutti i passi affinché ciò si renda attuabile.
Quindi anche il lavoro di abilitazione.
Don Hauke è molto bravo, è colui che lo ha sostenuto attivamente, è anche un sostenitore attivo della Tradizione: è lui che celebra la Messa Summorum Pontificum a Lugano nella prima domenica del mese alle 16:00 nella chiesa di S.Carlo.
Un'altra persona che ha reso possibile l'entrata di padre Serafino come professore alla facoltà è stata il rettore, mons. Azzolino Chiappini.
Devo confessarLe che egli mi era sempre restato "antipatico" per il suo modernismo, però durante la conferenza ho dovuto ricredermi su di lui, soprattutto come persona.
Ha esordito sottolineando che non bisogna partire dai pregiudizi (si capiva che di pregiudizi per l'accoglienza di questo giovane e scomodo professore se n'erano presentati tanti e molto agguerriti), ma che bisogna guardare alla qualità del lavoro scientifico, che nel suo caso ha sottolineato essere di assoluto rispetto, sia per la metodologia di lavoro che per la profondità di pensiero sostenuta da solide basi di riferimenti a fonti anche inedite.
In sostanza, Mons Chiappini rimane sì un modernista, ma a livello accademico mette in primo piano la serietà del lavoro scientifico. E su ciò ha il coraggio di esporsi.
E questa della qualità scientifica è stata certamente la carta vincente di Padre Serafino.
Alla conferenza era presente anche il vescovo emerito mons. Grampa il quale ha sproloquiato tuonando in tono ideologico pro concilio e manifestando a chiare lettere la sua chiusura e il suo biasimo nei confronti di coloro che osano sollevare dubbi o criticare il concilio o parte di esso.
E ciò proprio prima della relazione di Padre Serafino!
Un caro saluto.
RispondiElimina"Alla conferenza era presente anche il vescovo emerito mons. Grampa il quale ha sproloquiato tuonando in tono ideologico pro concilio e manifestando a chiare lettere la sua chiusura ..."
La presenza di mons.Grampa è stata , immagino, pretesa e ottenuta, o offerta, per controbilanciare l`esposto di padre Lanzetta, una sorta di par condicio insomma, ancor più se lo hanno fatto parlare prima come per mettere subito nelle menti dei presenti, se già non le avessero, riserve, paletti e chiusure.
Mi ricordo di alcune esternazioni televisive di Grampa dopo la rinuncia di Benedetto XVI e l`elezione di Jorge Bergoglio, l`ho visto "srotolare" i suoi clichés ideologici e dire la sua certezza che Bergoglio porterà le "aperture" di cui la Chiesa conciliare ha bisogno dopo gli anni di "retromarcia" e chiusura... dunque quel che descrive il lettore non mi stupisce affatto.
PS per il lettore :
so che Mons. Grampa ha iniziato il restauro interno della Cattedrale di San Lorenzo di Lugano, e che ha seguito tutta la progettazione, mi ricordo che un blogger su MIl aveva condiviso con noi la sua preoccupazione per gli esiti di quei lavori, il lettore potrebbe dirmi se le inquietudini del blogger luganese erano fondate?
Grazie.
Dunque a P. Lanzetta han dato un posto di insegnante a Lugano.
RispondiEliminaEeeeh, la Svizzera é bella, e ci si sta molto ma molto bene... lo dice uno che ha qualche esperienza con qualche anno passato nel Vallese.
Ma la Svizzera ... é lontano da Roma...almeno per i "romani" e per i "vaticani".
Insomma, mi chiedo: un altro caso di "promoveatur ut amoveatur?"
Scusate il pessimismo.
Oremus.
Insomma, mi chiedo: un altro caso di "promoveatur ut amoveatur?"
RispondiEliminaPer il momento, può essere un "amoveatur" dalle grinfie del kommissario. Il resto, chissà?
Oremus.
Qualche segnalazione.
RispondiEliminaIl nuovo corso del cattolicesimo politico in Italia.... del cattolicesimo tout court?
Cattolici di tipo martiniano.
Con Bergoglio sono raggianti sicuri di sé , della giustezza delle loro idee, che le loro prese di posizione non siano cattoliche poco importa, l`importante è essere in vista, è essere simpatici cool, aperti al mondo, tolleranti, è uscire.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/06/04/il-nuovo-cattolicesimo-politico-porta-la-divisa-dei-boy-scout/
E poi Galantino non ha forse detto recentemente :
«Occorre rovesciare la logica che attualmente governa i media Cei. L'autorevolezza deve essere fondata sulla ‘Chiesa che fa', prima che sulla ‘Chiesa che proclama', in quanto la Chiesa è maestra proprio perché innanzitutto fa».
http://www.toscanaoggi.it/Cultura-Societa/Media-Cei-mons.-Galantino-comincia-la-stagione-delle-sinergie
E qui il Papa che fa nomine =promozioni accelerate dovute più a raccomandazioni di amici degli amici che a meriti particolari:
http://www.lastampa.it/2014/06/04/blogs/san-pietro-e-dintorni/il-pastorale-nella-giberna-n5d89qJ9n8l8yeL8f2FhGJ/pagina.html
Lasciate P.Lanzetta tranquillo in Svizzera che non è il deserto ma un paese meraviglioso ;anche Gesù da bambino venne portato in Egitto per sfuggire ad Erode e S.Paolo chiese di andare a Roma.Grampa è un vecchio trombone innocuo
RispondiEliminae fuori dai giochi.Quelli pericolosi adesso sono i galantini....servi sciocchi di tutti gli uomini soli al comando.Bobo.
"L'autorevolezza deve essere fondata sulla ‘Chiesa che fa', prima che sulla ‘Chiesa che proclama', in quanto la Chiesa è maestra proprio perché innanzitutto fa" (Galantino).
RispondiEliminaCela évoque irrésistiblement le "Faust" de Goethe : « Im Anfang war das Wort ! [Nein.] Im Anfang war die Tat ! »
« Au commencement était le Verbe ! [Non !] Au commencement était l'Action ! »
Le "commencement" en question étant, on l'a compris, Vatican II.
Alors, une église conciliaire et faustienne ? Sans doute, et qui a partie liée avec le diable.
Cela évoque irrésistiblement le "Faust" de Goethe :
RispondiEliminaQuella che Amerio ha subito denunciato e che noi ricordiamo da tempo:
"la dislocazione della Divina Monotriade"
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/07/romano-amerio-quando-lazione-il.html
@ Raoul de Gerrx
RispondiElimina"In principio erat Verbum". Avant l'action était la Parole, coéternelle avec la pensée de Dieu.
"Il moderno «dialogo di amore», che si verifica in forma di nudo sentimentalismo, è in realtà un rifiuto di poca fede della santificazione salvifica dello Spirito e della fede della Verità (2 Tess 2, 13), cioè dell’unico salvifico «amore della verità» (2 Tess 2, 10). L’essenza dell’amore è la verità; l’amore vive ed esiste avverandosi. La verità è il cuore di ogni teantropica virtù, e quindi anche dell’amore. E ognuna di loro predica e annuncia il Teantropo Signore Gesù come l’unico che è l’incarnazione e l’immagine della Verità Divina, cioè dell’Onni-verità. Semmai sia stato che la verità fosse qualsiasi altra cosa che il Teantropo Cristo, allora sarebbe stata cosa piccola, debole, finita, mortale. Tale sarebbe la verità, se fosse stata un senso, un’idea, una teoria, una mente, una scienza, una filosofia, una cultura, l’uomo, l’umanità, il mondo o tutti i mondi, o chiunque o qualsiasi cosa o tutte queste cose insieme. La verità invece è davvero una Persona anzi la Persona del Teantropo Cristo, la seconda persona della Santissima Triade, e quindi è immortale e illimitata, è eterna. Perché al Signore Gesù la Verità e la Vita sono consustanziali: l’eterna verità e la vita eterna (cfr. Gv 14, 6; 1, 4 e 17). Colui che crede nel Signore Gesù cresce incessantemente tramite la Sua Verità nelle sue divine immensità. Cresce con tutto sé stesso, con tutta la sua mente, con tutto il suo cuore e tutta la sua anima. Noi uomini viviamo in Cristo «la verità nell’amore», perché solo così «progrediamo in tutto verso di Lui che è il Capo, Cristo» (Ef 4, 15). Questo si realizza sempre «insieme con tutti i santi» (Ef 3, 18), sempre nella Chiesa e attraverso la Chiesa, perché altrimenti l’uomo non può progredire in Lui, «quale è capo» del corpo della Chiesa, cioè in Cristo.
Non dobbiamo ingannare noi stessi. Esiste anche il «dialogo della menzogna», quando quelli che discorrono mentono consciamente o inconsciamente, l’uno all’altro. Un tale dialogo è familiare al «padre della menzogna», il diavolo, «perché è menzognero e padre di quella» (Gv 8, 44). È familiare a tutti i suoi collaboratori volontari o involontari, quando vogliono realizzare il loro «bene» tramite il male, per raggiungere la loro «verità», con l’aiuto della menzogna. Non vi è «dialogo di amore» senza il dialogo della verità. Altrimenti un tale dialogo è innaturale e falso. Questo è il motivo per cui l’Apostolo chiede che «l’amore sia senza ipocrisia» (Rm 12, 9)."
(Justin Popovic, chierico serbo e professore della Facoltà Teologica di Belgrado, + 1979)
Insegnare in uns facoltà teologica non può essere considerato un amoveatur. Chi insegna in una facoltà teologica influenza le menti e i cuori di molti cristiani, magari anche dei seminaristi futuri preti. Che il vescovo di Lugano, in palese disaccordo con il suo predecessore, abbia fatto una scelta del genere, pescando un docente così scomodo, significa a mio avviso che l'episcopato è spaccato, e non tutti apprezzano le scelte di Bergoglio, come anche la presenza di due cardinali alle giornate "Summorum
RispondiEliminaPontificum" testimonia che il Sacro Collegio è tutt'altro che unito intorno al Papa. Aspettiamoci divisioni ancora più significative e radicali con il Sinodo sulla famiglia.
Wort/Tat, o anche, per restare in Germania, " la teoria e' prassi".
RispondiEliminaOddio, porre a fiano Goethe, Marx e Galantino...
Rr
Un tempo in Svizzera si rifugiavano i protestanti, i rivoluzionari, gli anarchici...ora i frati veramente cattolici. Che ironia !
RispondiEliminaRr
„La Chiesa che fa!“
RispondiEliminaA me piú che Goethe ricorda molto la... „dévise de la JEC", cioé il motto della Gioventu Studentesca Cattolica francese: „voir juger, agir“, giá ben criticata da Mons. Lefebvre ancora negli anni 60 per il suo smaccato naturalismo, cioé per la sua chiara omissione della preghiera e della grazia come principi di un`azione veramente cattolica. (vedi anche: http://jec-2011.centerblog.net/9-devise-et-methode-jeciste)
Il qual motto e metodo della JEC ricorda stranamente a sua volta guardacaso:
„...A la réception des Sublimes Chevaliers Elus au grade de Grand Maître Architecte, le Sublime Grand Maître pose cette question :
« Quelle doit être la devise du Franc Maçon ? »
« Bien voir, bien comprendre, bien agir » lui répond le Premier Excellent Gardien.“
(qui: http://www.ledifice.net/A122-I.html)
Strane coincidenze di principi quelle tra... grandi anime come quelle dei Fratelli Massoni da una parte e la JEC sessantottina dall´altra fino a terminare a...Mons Galantino!
Strane coincidenze.
A Roma non si dice „ma tu ci sei o ci fai?“
Beh, Non vorrei che la „Chiesa che fa“ proposta da Galantino...„ci fosse pure“.
Gent.ma Mic,
RispondiEliminaé vero che P. Lanzetta sará forse piú al riparo del "Kommissario", ma a me non preoccupa tanto il Kommissario, quanto... Colui che lo rese tale.
E´infatti chiaro che il "Kommissario" non agisce "motu proprio", ma come strumento di qualcun´altro.
un caro saluto.
Cher Maccabeo, Goethe était un franc-maçon de très haut grade…
RispondiElimina@ Anacleto, beau ce texte du père Popovic (orthodoxe, je suppose), et qui rejoint Romano Amerio cité par Mic.
RispondiElimina" Un tempo in Svizzera si rifugiavano i protestanti, i rivoluzionari, gli anarchici...ora i frati veramente cattolici. Che ironia !"
Cara Rosa, come forse tu lo sai, sono svizzera e come tale posso dirti che una rosa non fa la promavera, e che Lugano, con San Gallo dove vescovo è mons. Huonder, è forse, dico forse, l`eccezione che conferma la regola, almeno lo è per padre Lanzetta, et tant mieux!
Anche in assenza della barriera della lingua, non penso che padre Lanzetta avrebe trovato rifugio altrove, nemmeno a Friborgo dove è vescovo mons. Morerod.
Continua, passo dopo passo, stoccata dopo stoccata, la crociata in vista del Sinodo della famiglia e di quel che certi chierici vogliono dia come risultato ( altrimenti tanto vale non farlo), qui l`ultimo contributo dell`"attento" Tornielli:
RispondiElimina«La Civiltà Cattolica» sostiene la «teologia in ginocchio» di Kasper"
Un piccolo estratto dell`articolo con le parole del teologo Scannone, probabilmente anche lui fa teologia in ginocchio:
"Il rischio è che «il timore di una novità imprevista — propria dell’azione di Dio in quanto mistero libero e insondabile —, del rischio della libertà e dell’irriducibile alterità di ogni altra persona, immagine di Dio», si rifletta «in un pensiero e in un linguaggio univoci, cioè non aperti alla trascendenza di Dio, dell’imprevedibile e degli altri, forse per timore di perdere sicurezze. In questioni morali, esso allora tende a rinchiudersi in una pura casuistica astorica e astratta, che astrae dai contesti reali e personali, li formalizza in semplici applicazioni sillogistiche, riducendoli così a semplici «casi» di una regola generale».
Mi sembra chiaro dove vuole arrivare, tante parole, perchè non andare direttamente e semplicemente al succo e dire nero su bianco quel che vuole?
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/kasper-kasper-kasper-34570/
Si si e no no. Il di più viene dal Maligno.
Elimina
RispondiElimina"Alla conferenza era presente anche il vescovo emerito mons. Grampa il quale ha sproloquiato tuonando in tono ideologico pro concilio e manifestando a chiare lettere la sua chiusura ..."
La presenza di mons.Grampa è stata , immagino, pretesa e ottenuta, o offerta, per controbilanciare l`esposto di padre Lanzetta, una sorta di par condicio insomma, ancor più se lo hanno fatto parlare prima come per mettere subito nelle menti dei presenti, se già non le avessero, riserve, paletti e chiusure.
O forse, non ci sarebbe da meravigliarsi, Mons. Gampa non aveva la minima idea di quel fosse il contenuto del libro che andava a presentare.
Da Vigiliae Alexandrinae:
RispondiEliminaNelle ultime pagine di Iuxta modum. Il Vaticano II riletto alla luce della Tradizione della Chiesa (Siena 2012, pp. 174-175) p. Serafino Lanzetta scriveva:
"In sé, il Vaticano II provoca uno sviluppo dottrinale-dogmatico solo lì dove vi è, in modo diretto o indiretto, la definitività della dottrina, e non ogni volta che parla il Concilio. Bisogna distinguere frequentemente e non fare del Concilio Vaticano II l'universo della fede cattolica, un tutto dogmatico, o viceversa un tutto pastorale. Crediamo che un approccio errato al Concilio sia quello di dogmatizzarlo in toto o di renderlo tutto solo pastorale. Nessuno dei due approcci è corretto, o perché si fa iniziare la Chiesa dal Concilio o si deve necessariamente cestinare il Concilio per far vivere la Chiesa (di prima?). Un errore è stato forse quello di dar troppa importanza al Concilio. Dargli cioè un posto di primato assoluto nell'architettura della fede cattolica, che il Concilio stesso non ha voluto. È necessario sgonfiare il pallone del Super-Concilio, o forse si sta già sgonfiando".
In un libro, apparso recentemente e recensito in maniera intelligente e puntuale da chiesa e postconcilio (vedi qui), il Teologo francescano sembra riprendere e sviluppare l'idea che "la Chiesa sia più grande del Concilio" affermando la necessità di interpretare sistematicamente le "fonti del Concilio" e quindi di "ricorrere a un principio ermeneutico superiore: la fede della Chiesa, quindi l’omogeneità della sua dottrina".
Nella consapevolezza che la tesi di p. Lanzetta finisce con collidere con le posizioni di una critica più profonda del Concilio, della sua teologia e delle sue fonti (una per tutte qui), riportiamo qui di seguito la recensione appena menzionata.
@ Luisa. Il testo di Scannone non è altro che la riproposta della "morale della situazione" condannata espressamente da Pio XII. Per andare al sodo, io ne farei una questione di discussione etico-teologico-antropologica e di funzionalismo sociale, prima ancora che di accettazione o rifiuto aprioristico del principio di autorità in senso canonistico. Secondo Pio XII esiste una Legge Nasturale inderogabile, che in quanto tale non consente eccezioni di sorta. Ammettendo che la Legge Naturale esista effettivamente, è da vedere se essa vada intesa in questo senso rigido - restrittivo ( e sublimante nei casi di "sacrificio eroico" per tener fede ai principi )oppure come un "ideale" che si deve perseguire con il massimo impegno possibile, ma che lascia il campo ad eccezioni in alcuni casi limite. Il problema connesso è però che i "casi limite" fanno da "cavallo di Troia" per il diffondersi dell'arbitrio individuale e del cambiamento del costume dell'intera società, come è avvenuto per il divorzio e l'aborto.
RispondiEliminaPersonalmente credo che la discussione di Diritto sulla Costituzione della Chiesa, monarchica o democratica, sia finalizzata a questi problemi molto concreti.
@ Luisa
RispondiElimina"La presenza di mons.Grampa è stata, immagino, pretesa e ottenuta, o offerta, per controbilanciare l`esposto di padre Lanzetta, una sorta di par condicio insomma, ancor più se lo hanno fatto parlare prima come per mettere subito nelle menti dei presenti, se già non le avessero, riserve, paletti e chiusure."
Cara Luisa,
pur essendo lontana, ha proprio visto giusto!
"PS per il lettore :
so che Mons. Grampa ha iniziato il restauro interno della Cattedrale di San Lorenzo di Lugano, e che ha seguito tutta la progettazione, mi ricordo che un blogger su MIl aveva condiviso con noi la sua preoccupazione per gli esiti di quei lavori, il lettore potrebbe dirmi se le inquietudini del blogger luganese erano fondate?
Grazie."
Quel blogger, da quando ha scoperto Chiesaepostconcilio, lo predilige raramente segue ancora Mil. Confermo che le sue preoccupazioni erano fondate, anzi sussistono tuttora, ma ormai le speranze di poter fermare quello scempio sono praticamente svanite. A quel tempo infatti eravamo sotto BXVI e si parlava ancora di "riforma della riforma"! Da un anno a questa parte quei timidi germogli di primavera hanno subìto la nuova tristemente nota ondata di gelo.
I lavori in cattedrale sono comunque molto rallentati, direi fermi a causa della mancanza di fondi ;-)
Il lettore presente alla conferenza
@Luisa
RispondiEliminamia moglie e io seguiamo sempre con grande interesse i Suoi interventi su questo blog e ci sentiamo in particolare sintonia con Lei.
Sarebbe possibile corrispondere anche via mail?
In caso affermativo, magari si potrebbe scambiarsi l'indirizzo mail tramite mic?
Cordialmente
Marius
@Luisa
RispondiEliminaA proposito di Mons. Vito Huonder, è vescovo di Coira, non di San Gallo, dove invece pare vi sia un vescovo molto progressista.
Comunque a proposito di questa presentazione di Padre Lanzetta, è già una mezza vittoria il fatto che gli sia stata data l'opportunità di esprimersi su quel tema.
Questa è già una gran crepa in ambito progressista, perché poi la verità si farà strada da sola nei cuori delle persone sincere e umili.
Per quel che riguarda Mons. Grampa mi chiedo se siano ancora molti coloro che ascoltano la forte voce del vescovo emerito.
Ha ragione, viandante, mi son sbagliata, la mia svista mi sorprende ancor più che so da amici che vanno regolarmente a San Gallo quel che devono "sorbirsi" la domenica durante la Messa.
RispondiEliminaPer quel che riguarda mons. Büchel, vescovo di San Gallo e presidente della CES, basti sapere che è favorevole al diaconato per le donne, in effetti già nel 2011, nei bollettini parrocchiali della sua diocesi, dopo aver detto che è più facile discutere del matrimonio dei sacerdoti, aggiunse che il diaconato per le donne potrebbe essere un passo per portarle al sacerdozio anche se ci vorrà molto tempo perchè è una tradizione che non è mai esistita nella Chiesa cattolica romana!
Ma Büchel non esclude che ci si possa arrivare perchè è un tema che non si può evitare e la Chiesa non può permettersi di non discuterne anche se Roma dice il contrario... per quel vescovo dobbiamo restare nell`unità ma non nell`uniformità ovunque!
Nwel 2011 intervenne il portavoce della CES per modererare i propositi di Büchel, ma ciò non gli impedì di diventare presidente della CES per il periodo 2013-2015.
Comunque, e infine, ringrazio viandante, sono contenta di non essere la sola svizzera su questo blog, se commetto un errore sulla realtà svizzera so di poter contare sulla correzione dei miei connazionali!
Ringrazio anche il lettore di Lugano, che forse già incrociavo su Mil, le notizie che mi dà sulla cattedrale di Lugano mi fanno molto dispiacere.
La pression dans la question de l'ordination des femmes à la prêtrise est "énorme", a affirmé l'évêque dans une interview. Il est plus facile "de discuter de l'éventuel mariage du prêtre que d'une tradition qui n'a jamais existé dans l'Eglise catholique romaine". Mais il faut trouver des pas pour y accéder. "Je pourrais m'imaginer que le diaconat des femmes peut constituer un tel pas", a affirmé Mgr Büchel.
Sai Luisa,
RispondiEliminail disastro che vive la Chiesa elvetica è evidente, ma ci sono realtà che per certi versi sono straordinarie e penso che S.Nicolao della Flüe ci stia ancora assistendo.
Penso in particolare alla FSSPX: in altri paesi si possono sognare tutte queste Messe veramente cattoliche, così come la dottrina in esse insegnate, a relativamente poca distanza una dall'altra.
È una presenza che ha sicuramente il suo peso anche a livello soprannaturale!
Appunto, è forse un segno del Cielo che in Svizzera, terra di rifugio di eretici e rivoluzionari, oltre che di denaro poco pulito, arrivi ora un buon frate sicuramente cattolico.
RispondiEliminaRR