14 settembre 2007, dal filmato di Repubblica. C'ero anch'io. |
Oggi, 7 luglio, ricordiamo l'anniversario - il settimo - del Summorum Pontificum.
Le vicende dell''anno trascorso purtroppo ci mostrano la radicalizzazione della viscerale - e dunque irrazionale - avversione nei confronti del Rito Antiquior persino da parte del Trono più alto.
Nel condividere i ricordi del felice sdoganamento del Rito Romano, che l'anno scorso sintetizzavo qui, ripropongo il testo che segue, tuttora attuale e da non dimenticare, consapevoli che la nostra "resistenza" si gioca tutta a partire dal fronte della Liturgia.
Le vicende dell''anno trascorso purtroppo ci mostrano la radicalizzazione della viscerale - e dunque irrazionale - avversione nei confronti del Rito Antiquior persino da parte del Trono più alto.
Nel condividere i ricordi del felice sdoganamento del Rito Romano, che l'anno scorso sintetizzavo qui, ripropongo il testo che segue, tuttora attuale e da non dimenticare, consapevoli che la nostra "resistenza" si gioca tutta a partire dal fronte della Liturgia.
La guerra è sulla liturgia
Le seguenti citazioni di Benedetto XVI servono a confermare che la guerra in corso nella Chiesa Cattolica è proprio sulla liturgia.
Citazione 1: dal Summorum Pontificum, articolo 1:
:: La liturgia tradizionale non era stata mai abrogata.Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa.
:: Chiunque insinui il contrario mente.
:: Chiunque abbia proibito quella liturgia, ha commesso un grave sopruso.
:: Chi ancor oggi la ostacola, commette un grave sopruso.
Citazione 2, sempre dall'articolo 1:
:: La liturgia tradizionale è espressione di tutta la Chiesa.Tuttavia il Messale Romano promulgato da San Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve essere considerato come espressione straordinaria della stessa “lex orandi” e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico.
:: Deve essere tenuta nel debito onore, non nelle "riserve indiane".
Citazione 3: dall'articolo 2:
Per tale celebrazione secondo l’uno o l’altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, né della Sede Apostolica, né del suo Ordinario.:: La liturgia tradizionale è un diritto di tutti.
:: Non è una gentile concessione di un permesso.
Citazione 4: dalla lettera di accompagnamento del Summorum Pontificum:
Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso.
:: Dunque è condannabile anche l'atteggiamento deliberatamente tiepido nei confronti della liturgia "mai abolita", "sacra" e "grande".
Citazione 5: dalla Lettera ai vescovi riguardante la remissione delle scomuniche dei lefebvriani:
Alla FSSPX, oggi si sono aggiunti i Francescani dell'Immacolata, nonostante il loro biritualismo.A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio...
Recentemente, un simpaticissimo arcivescovo di una ridente diocesi sul mare nel golfo di Napoli ha risposto a un gruppo di fedeli che chiedeva l'applicazione del Summorum Pontificum: "andatevene a Napoli!". Inoltre, a proposito dei sacerdoti in vacanza che volessero celebrare secondo il rito antico, ha detto: "vadano a celebrare a Napoli! Qui non si può!".
RispondiEliminaMa la liturgia non è tutto!
RispondiEliminaTrovo questo commento veramente "sgradevole" .
RispondiEliminaCertamente , in 7 anni ha solo perso tempo !
Oltraggiare così un Pontefice di tale rettitudine !
Lei sicuramente , al suo posto , avrebbe fatto molto meglio !!!
Io non so se lei sia ortodosso o tradizionalista cattolico,ma le vorrei far notare che il SP rimase in 2 sole lingue,latino ed ungherese,sul sito vaticano, per 8 anni senza che nessuno si prendesse la briga di far notare lo stridente contrasto,essendo un documento ufficiale bisognava tradurlo nelle principali lingue,questo per fare capire come fu recepito, come un fastidio,una sciocchezza,un capriccio senile, tra l'altro il vdr allora primate argie,lo ostacolò in tutti i modi e così tanti altri vescovi e,Dio non voglia,lo dico per tutti i tradi,che alla dipartita di Benedetto XVI venga in qualche modo affossato, non cancellato, in quanto atto papale,ma lasciato morire di asfissìa, a Bergoglio non interessano riti e liturgie,basta vedere la sciatteria con cui celebra.KM.
RispondiEliminaProprio ieri, in Santa Maria Maggiore, covo dei bergogliani, un domenicano ha detto che il Summorum è abolito.
RispondiEliminaOvviamente, a prescindere dalla fonte...
Se vogliamo fare un piccolo bilancio nel settimo anniversario, le Messe VO istituite dopo il 2007 in Italia grazie al SP attualmente sono meno di 150, calcolando anche quelle che non hanno una cadenza settimanale. Le parrocchie in Italia sono suppergiù 26.000, senza contare i santuari ecc. Gli avversari direbbero che questo mostra come la Messa VO non interessi o interessi a pochissimi, ma avendo partecipato alla richiesta di una Messa ho constatato in prima persona quali e quante difficoltà spesso insuperabili vengano frapposte. Il Motu Proprio, se non proprio ucciso, è stato almeno gravemente ferito, e da subito. La realtà delle cose è questa.
RispondiEliminaHai scritto benissimo cara Mic che : " La guerra è sulla liturgia " anche perchè la Liturgia è stata opportunamente travisata negli studi seminariali tanto da divenire luogo comune che l'azione liturgica deve essere rivolta quasi eclusivamente alla comunità ( invece che a Dio).
RispondiEliminaSu alcuni aspetti dei principi non negozioabili ci potranno essere totali convergenze con ampi settori ecclesiali ma sulla Liturgia no.
E' anche vero, come ha scritto un sacerdote di frontiera - impegnato nell'incardinazione del MP nella sua parrocchia - che alcuni personaggi " tradizionalisti " sono i principali nemici ( de facto) della missionarietà della messa antica . Abbiamo visto dove regna questo spirito missionario ( di far conoscere ed amare l'immensa bellezza della liturgia antica )prendasi ad esempio luminoso esempio della FSSPX , i fedeli aumentano considerevolmente. Ma in quei casi non ci sono le stranezze di noi piccoli e presuontosi auto-liturgisti ... Il Motu Proprio sarà apprezzato solo fra qualche anno quando dopo un ulteriore pronunciamento "ex Cathedra" sulla Liturgia ( oltre il documento solenne della Sacrosantum Concilium, che, di fatto, fin dagli anni '70 aveva messo d'accordo tutti ... anche perchè da tutti era stato firmato... ) .
Vorrei poter condividere l'ottimistico finale dell'intervento di Andrea Carradori. Ma proprio non ci riesco...
RispondiEliminaMa la liturgia non è tutto!
RispondiEliminaNon sarà "tutto"; ma è la fonte e il culmine della Fede! Da essa tutto parte e in essa tutto confluisce!
Parole sante cara Mic : " ( Cit. ) Ma la liturgia non è tutto!
RispondiEliminaNon sarà "tutto"; ma è la fonte e il culmine della Fede! Da essa tutto parte e in essa tutto confluisce!
Ci sono sempre dei fratelli nella fede ( tradizionale ) che ripetono spesso che la Liturgia non è tutto ...
" Non sarà "tutto"; ma è la fonte e il culmine della Fede! Da essa tutto parte e in essa tutto confluisce! "
Una realtà drammatica anche se occultata è il numero di sacerdoti che NON credono alla Presenza Reale di N.S.G.C., sono ciffre che danno i brividi, già qualche anno fa un sondaggio fatto in Francia dava delle ciffre da sgomento, più del 27% dei sacerdoti non crede alla Presenza Reale, il Vicario generale della diocesi di Treviri in Germania ha detto che sono 80% i preti che non credono più alla Presenza Reale, a Sydney in Australia è stato fatto un questionario per i sacerdoti con risposta anonima : 78% non credono alla Presenza Reale.
RispondiEliminaSono solo alcuni esempi, ma riflettono una ben triste realtà, la crisi del sacerdozio non è solo questione di numeri.
È colpa della Messa riformata?
Di una formazione degenerata?
la Liturgia - e nella specie il Rito Romano Antico - è il luogo e il tempo privilegiato dell’incontro con Dio.
RispondiEliminaDal web (MiL):
... Aver dato la possibilità di accedere con maggiore facilità alla celebrazione dell’Eucaristia secondo il messale di San Pio V, fortemente incentrata sulla dimensione sacrificale, oltre ad aver restituito alla Chiesa un monumento più che secolare della Liturgia e della cultura, è per tutti un invito alla riflessione, anche per quanti, non volendo avvalersi di tale possibilità, sono ugualmente chiamati ad annunciare nel nostro tempo che il sacrificio di Cristo rimane l’unica risposta definitiva al bisogno di amore che è nel cuore di ogni uomo.
Il Sacrificio di Cristo (sfociato nella Risurrezione) è l'unica risposta definitiva non solo al bisogno d'amore che è nel cuore di ogni uomo, ma anche sulla necessità della Redenzione, che ci riscatta e ci ricongiunge al Padre, ripristinando l'obbedienza violata.
Carissimo RIC dalla mia ormai lontana adolescenza non faccio altro che rovinarmi la vita quotidiana con il cruccio della Liturgia tradita & similia .
RispondiEliminaPotrei e dovrei scrivere un libro sull'argomento anche per fissare sulla carta la violenza che la mia gente ha dovuto subire ad opera di veri e propri rivoluzionari che nel nome di un innocente Concilio hanno divelto quanto i padri avevano santamente costruito in secoli di fede ...
Mi si conceda almeno una pausa di cristiana speranza nella prospettiva che almeno , quando Dio vorrà, il MP sarà riconosciuto come uno degli atti più lumionosamente efficaci del Magistero attuale della Chiesa.
Che la speranza abiti nei nostri cuori .
RispondiEliminaPer chi già non la conoscesse segnalo un intervento di Mons. Guido Marini, a beneficio anche e sopratutto di chi manipola la Liturgia come se fosse un giocattolo di sua proprietà:
"LA LITURGIA, CULMINE DELLA VITA DELLA CHIESA "
Conclude così:
" Non c’è nulla che sia più importante della Liturgia, dell’Eucaristia. Perché non c’è nulla che sia più importante del Signore, crocifisso e risorto, presente e operante oggi nella Sua Chiesa.
Possa essere realtà quotidiana per ciascuno di noi che l’Eucaristia è la nostra vita e la vita è la nostra Eucaristia, così come la Liturgia è la nostra vita e la vita è la nostra Liturgia. "
http://www.vatican.va/news_services/liturgy/2009/documents/ns_lit_doc_20090401_usmi_it.html
Voglio conoscere che ha detto il Santo Padre quando ha parlato 1,5 ore ai FI in giugno...
RispondiEliminase era utile, qualcuno l'avrebbe ricordato
Altro osservatore
“il MESSALE DI SAN PIO V, fortemente incentrato sulla dimensione sacrificale”
RispondiEliminaTale MESSALE è tanto incentrato sulla dimensione sacrificale che è stato scavalcato in un sol colpo, del tutto arditamente, quanto lo stesso Santo Sommo Pontefice PIO V aveva così solennemente dichiarato e che riporto solo in minima parte qua sotto. A rileggere anche soltanto questi pochissimi passaggi che ho selezionato, vengono, come sempre, i brividi, pensando a ciò che ne è stato fatto.
Tra l’altro ci tengo a sottolineare che TRA UNA SETTIMANA ESATTA ricorre il 444esimo anno dalla sua promulgazione, pertanto a maggior ragione mi permetto di riportarli nell'ambito di questa discussione.
Dalla Costituzione Apostolica “QUO PRIMUM TEMPORE” di San PIO V (14 luglio 1570)
“[…] Con la presente Nostra Costituzione, DA VALERE IN PERPETUO, priviamo tutte le summenzionate Chiese dell'uso dei loro Messali, che ripudiamo in modo totale e assoluto.
- STABILIAMO E COMANDIAMO SOTTO PENA DELLA NOSTRA INDIGNAZIONE, che A QUESTO NOSTRO MESSALE, recentemente pubblicato, NULLA MAI possa venire aggiunto, detratto, cambiato….
- Similmente, DECRETIAMO E DICHIARIAMO che le presenti Lettere IN NESSUN TEMPO potranno venir revocate o diminuite, ma STABILI SEMPRE E VALIDE dovranno perseverare nel loro vigore.
- NESSUNO DUNQUE, E IN NESSUN MODO, SI PERMETTA CON TEMERARIO ARDIMENTO DI VIOLARE E TRASGREDIRE QUESTO NOSTRO DOCUMENTO
- Se qualcuno avrà l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’INDIGNAZIONE di DIO ONNIPOTENTE e dei Suoi Beati Apostoli PIETRO E PAOLO”.
Ed è giusto che la guerra sia lì, sulla liturgia, perché il nodo vitale è lì. LA LITURGIA E' TUTTO. Chi non lo capisce, prete o laico, farà solo la rovina della Tradizione.
RispondiEliminaoggi il vdr ha ricevuto sei vittime di preti pedofili. Nell'omelia si è' ben guardato dal fare un solo cenno all'opera titanica per combattere la pedofilia compiuta da Papa Benedetto XVI. Non una sola parola. Che si vergogni di codesta indecorosa damnatio memoriae.
RispondiEliminaChe molti preti pensino che la Messa è per il popolo e non per Dio, ne ho avuto recente testimonianza. -Mamma, vai alla Messa delle 7.30 domani mattina ? - No, non la dice più, perché c'era pochissima gente, e lui ha da fare - Che cosa ? - Non lo so - Ma allora perché fa suonare le campane con quell'orribile rumore di telefonino-sveglia, che mi fa sobbalzare sul letto, se non è per annunciar la Messa ? - Non lo so - Chiedeteglielo - E chi ci parla ? è più respingente di un iceberg -
RispondiElimina(dialogo tra me e mia madre in occasione della mia ultima visita al "natio borgo selvaggio".
Anche la Messa del pomeriggio -sera per un po' è saltata per "altri impegni". Così come la benedizione pasquale delle case, con gran dispiacere ed ira di mamma, che avera passato due giorni a lustrar tutto (a 85 anni, da sola !).
Mi chiedo: quali altri impegni può avere il parroco di una parrocchia che ormai conta molti anziani, che progressivamente se ne vanno, e non sono sostituiti da nuovi parrocchiani, trovandosi la parrocchia in pieno centro storico dove affitti e proprietà di case sono elevati ?
R.Roccaforte
BXVI NON mancava MAI di ricordare il "mio fenerrabile predecessorre Ciofanni Paolo Secondo"…
RispondiEliminaIl Vdr ha il tatto di un difensore colombiano…
R.Roccaforte
Mic, il 7 ha un significato nella cabala ebraica ?
RispondiEliminaTe lo chiedo perché 7/7/2007
R.Roccaforte
Bene ha scritto Anonimo delle 19,17 : " Ed è giusto che la guerra sia lì, sulla liturgia, perché il nodo vitale è lì. LA LITURGIA E' TUTTO. Chi non lo capisce, prete o laico, farà solo la rovina della Tradizione."
RispondiEliminaSaggie e sante parole.
Visto che il thread tratta di liturgia ne approfitto per esporvi una questione che mi interroga da parecchio tempo.
RispondiEliminaIl senso sacrificale della S.Messa si esplica a partire dall'Offertorio, che nel NO è stato stravolto pesantemente.
Mi sono sempre domandato come mai durante l'Offertorio NO tutti si siedono, e mi ero dato una risposta osservando appunto che il significato qui è stato ridotto ad una semplice preparazione dei doni per la santa cena in stile similprotestante.
Non è da tanto che ho scoperto e deciso per la Messa di sempre, e mi aspettavo di trovare una situazione diversa per quanto riguarda la postura liturgica nell'Offertorio. Invece sia nella prassi sia sui messalini constato l'abitudine e l'indicazione di sedersi.
Eppure un'offerta della propria vita mica si fa da seduti!
Visto che la postura dovrebbe essere in sintonia con il significato liturgico, come mai vi è questa per me apparente stridente contraddizione? Si tratta di una questione di principio a me sconosciuta oppure si tratta di una deriva, di una concessione entrata in uso e mai finora corretta?
Sono grato a tutti voi del blog, che certamente avete una valida preparazione liturgica e una lunga pratica con la Messa di sempre, se poteste darmi una risposta.
Grazie di cuore.
Marius
7 (sheba ebraico) indica la perfezione.
RispondiEliminaebraico Sheba'oth - sette settimane (7 al quadrato dopo la pasqua) la Pentecoste - greco 50 (giorni dopo la Pasqua).
Perfezione - compimento...
Quindi, MIc, avendo scelto il7/7/2007, 7 x7x7, la perfezione perfetta, la S.Messa di sempre
RispondiEliminaR. Roccaforte
“Che molti preti pensino che la Messa è per il popolo e non per Dio, ne ho avuto recente testimonianza”, scrive Rosa…
RispondiElimina…e a tal proposito, partendo proprio dalla definizione di sacrificio in generale e da quella di Santa Messa (cioè il “Sacrificio della Nuova Legge”), secondo il Catechismo Maggiore promulgato da San Pio X, forse è utile ricordare tali articoli proprio in questo thread dedicato all'assoluta importanza della liturgia; perché anche se si possono dare per scontato, in certi casi non lo sono affatto, come sappiamo e vediamo:
652. IN CHE CONSISTE, IN GENERALE, IL SACRIFICIO?
Il sacrificio, in generale, CONSISTE NELL’OFFRIRE UNA COSA SENSIBILE A DIO, e distruggerla in qualche maniera per riconoscere il supremo dominio di lui sopra di noi e sopra tutte le cose.
653. COME SI CHIAMA QUESTO SACRIFICIO DELLA NUOVA LEGGE?
Questo sacrificio della nuova legge si chiama la SANTA MESSA.
654. CHE COSA E’ DUNQUE LA SANTA MESSA?
La santa Messa E’ IL SACRIFICIO del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo OFFERTO SUI NOSTRI ALTARI sotto le specie del pane e del vino, in memoria del sacrificio della Croce.
655. IL SACRIFICIO DELLA MESSA E’ IL MEDESIMO DELLA CROCE?
Il sacrificio della Messa è SOSTANZIALMENTE IL MEDESIMO DELLA CROCE in quanto lo stesso Gesù Cristo, che si è offerto sopra la Croce, è quello che si offerisce per mano dei sacerdoti, suoi ministri, sui nostri altari; ma in quanto al modo con cui viene offerto il sacrificio della Messa differisce dal sacrificio della Croce, pur ritenendo con questo la più intima ed essenziale relazione.
656. QUALE DIFFERENZA DUNQUE E RELAZIONE VI E’ TRA IL SACRIFICIO DELLA MESSA E QUELLO DELLA CROCE?
Tra il sacrificio della Messa e quello della Croce vi è questa differenza e relazione: che Gesù Cristo SULLA CROCE si offrì spargendo il suo sangue e meritando per noi; INVECE SUGLI ALTARI Egli si sacrifica senza spargimento di sangue e ci applica i frutti della sua Passione e Morte.
657. Un'altra relazione del sacrificio della Messa con quello della Croce è che il SACRIFICIO DELLA MESSA rappresenta in modo sensibile lo spargimento del sangue di Gesù Cristo sulla Croce; perché in virtù delle parole della consacrazione si rende presente sotto le specie del pane il solo Corpo, e sotto le specie del vino il solo Sangue del nostro Salvatore; sebbene per naturale concomitanza e per l'unione ipostatica sia presente sotto ciascuna delle specie Gesù Cristo vivo e vero.
@ postilla per Michele, Luisa ed altri.
RispondiEliminaRileggetevi le pagine 110-113 del libro "LA MIA VITA - Ricordi (1927-1977)" - Edizioni San Paolo, 1997, specialmente questo passaggio:
"Ora, invece, la promulgazione del divieto del messale che si era sviluppato nel corso dei secoli, fin dal tempo dei sacramentali dell’antica Chiesa, ha comportato una rottura nella storia della liturgia, le cui conseguenze potevano solo essere tragiche. Come era già avvenuto molte volte in precedenza, era del tutto ragionevole e pienamente in linea con le disposizioni del Concilio che si arrivasse a una revisione del messale, soprattutto in considerazione dell’introduzione delle lingue nazionali. Ma in quel momento accadde qualcosa di più: si fece a pezzi l’edificio antico e se ne costruì un altro, sia pure con il materiale di cui era fatto l’edificio antico e utilizzando anche i progetti precedenti. Non c’è alcun dubbio che questo nuovo messale comportasse in molte sue parti degli autentici miglioramenti e un reale arricchimento, ma il fatto che esso sia stato presentato come un edificio nuovo, contrapposto a quello che si era formato lungo la storia, che si vietasse quest’ultimo e si facesse in qualche modo apparire la liturgia non più come un processo vitale, ma come un prodotto di erudizione specialistica e di competenza giuridica, ha comportato per noi dei danni estremamente gravi."
Qui addirittura afferma che il messale del 1962 era stato vietato. Se avesse veramente voluto rimediare e non solo gettare un'esca alla FSSPX, avrebbe dovuto alla fine utilizzare, cone ricorda "una sola fede", la stessa terminologia di S. Pio V:
"Decretiamo e dichiariamo ....; nessuno si permetta di violare e trasgredire ...; sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente ...."
Era pretendere troppo dal Vicario di Cristo? Di cosa aveva paura? Del mare in tempesta?
Ratzinger è e rimane, davanti a Dio e agli uomini, uno dei principali responsabili della piega che prese il CVII e della sua applicazione, anche se poi, come nella ballata dell'apprendista stregone di Goethe, l'incauto non è più riuscito a fermare gli spiriti, che aveva
invocato e possiamo solo pregare che, come nell'ultima strofa, Dio stesso intervenga:
“Scope, nell’angolo!
Spiriti, fate attenzione:
All’ordine or vi richiama
il vostro padrone!”
Il foglietto della messa di domenica 6 luglio titolava a tutta pagina “Camminiamo insieme”. E’ il tema del popolo in cammino, ho subito pensato, uno de liet motiv della Chiesa vaticansecondista; poi, leggendo, trovo queste affermazioni "le cose rivelate (cioè la Rivelazione, la Buona Novella, credo) non si possono recintare in una dottrina, non costituiscono un sistema di pensiero. Gesù è venuto per mostrare, per raccontare la rivoluzione della tenerezza di Dio (papa Francesco), nucleo originario e freschezza perenne del suo Vangelo. Questa rivoluzione della tenerezza…è la vera lingua universale…è questo il segreto semplice della vita. Non ce n’è un altro, più profondo" Ma il bello è stato quando il sacerdote, nell'omelia, ha detto che il cristiano che segue un cammino di perfezione, che cerca di liberarsi dei suoi peccati, delle sue cattive inclinazioni (raccontando i suoi progressi al confessore), e che rivolge lo sguardo verso l'alto, sbaglia. No, ha detto il don, il cristiano deve guardare verso il basso. Ho inteso bene, mi son detto? Purtroppo si, l'allineamento al pensiero del VdR è impressionante e velocissimo, sfiora il conformismo totale. Ma allora io, che ho iniziato le mie lettura spirituali, a 17 anni, leggendo "Ascesa alla verità" di Thomas Merton, il grande divulgatore di San Giovanni della Croce (tanto caro anche a Wojtyla), ho sbagliato? dovevo scegliere un libro dal titolo "Discesa negli abissi del vizio?" E che dire di Dante, che impostò tutta la sua Divina Commedia come un cammino verso l'alto, dalle profondità dell'inferno alla sommità del monte del Paradiso?
RispondiEliminaQuanti slogan vuoti e privi di significato, sulla bocca dei preti moderni, a partire dal buon Bergoglio. Si parte sempre col criticare un categoreia di cristiani, offendendoli quasi, per poi far passare la propria ideologia come fosse l'unico modo di pensare e di agire. Lo faceva notare Jean Maridain già nel 1965 ("L'eresia del XX secolo"
scrive mic sotto la foto del thread: "14 settembre 2007, dal filmato di Repubblica. C'ero anch'io"
RispondiElimina...ed ecco allora quel filmato di Repubblica, piuttosto breve ahimè, in cui colei che gestisce questo blog, Maria Guarini, risponde alle domande dell'intervistatrice dal secondo 50" circa
http://video.repubblica.it/cronaca/la-prima-messa-in-latino/12579/13901?ref=search
Ti ringrazio, una sola fede, per aver scovato il filmato.
RispondiEliminaHo visto che nella didascalia c'è un errore. Non erano le 8 del mattino, ma le prime ore del pomeriggio. La celebrazione non era stata pubblicizzata. In fondo era nota solo a chi, come noi, aspettava da tempo questo momento.
E' in quell'occasione che ho conosciuto don Camillo.
Riporto qui la testimoninza di don Camillo
RispondiEliminaChe emozione quel Santo Giorno! almeno parlo per me, e come se mi fossi svegliato da un lungo sonno, che gioia ... per poi scendere dopo non troppi mesi con le mani legate ad catacumbas...
Vi invito a pregare per la buona anima di Mons. Tavanti che officiò quel giorno: quanto era emozionato, e quanto ha tribolato nei mesi che seguirono per colpa di spocchiosi fratacci sacrestani!! Eterna memoria!
Gli "spocchiosi fratacci sacrestani" sono i FI dissidenti, che hanno contribuito non poco al farci chiudere in faccia i cancelli delle cappelle (soprattutto la Cesi, quella della convocazione per il Santo Rosario) della "nostra" Basilica....
Me scusate la espressione, ma quello che noi guardiano nei ultimi 50 anni, sembra una sorta di liturgia nudista privata della cattolicità e del divino. Infatti, mettere l'antropocentrismo nel luogo del teocentrismo, equivale a lasciare la teologia e la liturgia senza vestiti.
RispondiEliminaScrive Andrea Carradori:
RispondiElimina"Potrei e dovrei scrivere un libro sull'argomento anche per fissare sulla carta la violenza che la mia gente ha dovuto subire ad opera di veri e propri rivoluzionari che nel nome di un innocente Concilio hanno divelto quanto i padri avevano santamente costruito in secoli di fede ... "
Vorrei poter adottare quel pensiero che lava il Concilio Vaticano II di ogni colpa per lo scempio che sarebbe il frutto unicamente di chi lo ha male applicato e-o interpretato.
Vorrei ma non posso.
Non posso perchè la violenza di quello scempio compiuto con una violenza indicibile l`ho subita direttamente, perchè c`ero, perchè mi son vista mostrare la porta dal parroco che dal giorno all`indomani ha vomitato quel che fino al giorno prima celebrava e predicava.
Non posso adottare la versione del "Concilio innocente"
- perchè so che fin dai primi momenti le redini sono state prese in mano dai progressisti, organizzati e efficaci,
-perchè so che sono i progressisti ad aver diretto i lavori, ad aver traghettato il Concilio per partorire alla fine documenti con un linguaggio volutamente ambiguo,
-perchè so che sono alcuni padri conciliari stessi ad aver ammesso che quel linguaggio doveva permettere in seguito le interpretazioni libere di chi lo avrebbe applicato,
-perchè so che quelle che sono definite "errate applicazioni e interpretazioni" sono partite SUBITO dopo il CVII ad opera di chi conosceva PERFETTAMENTE i documenti per averli studiati e approvati,
nessuna ignoranza dunque ma una volontà deliberata e consapevole di interpretare e applicare quei documenti nel senso voluto dai progressisti, dando alla lettera dei documenti quello spirito che ha dominato la vita della Chiesa portandola là dove si trova oggi.
Se proprio si vuole parlare di "Concilio innocente", si dovrebbe almeno aggiungere che NON erano affatto innocenti coloro che lo hanno diretto, condotto e applicato.
Piccolo inciso, ho assistito la settimana scorsa alla messa domenicale, ovviamente in rito antico presso i benedettini di norcia: stupenda e perfetta la celebrazione, bellissimo il canto e vedere tutti quei giovani monaci così innamorati del rito antico, paragonati agli ordini progressisti ormai decadenti, ridotti a 4 anziani è stato un balsamo per il mio spirito sofferente
RispondiEliminaJohn
Concordo con Luisa completamente. Ero piccola, ma ricordo perfettamente la "rivoluzione in chiesa" (liturgia cambiata, arredi sacri e suppellettili svanite, vendute non si sa bene come e a quanto, a chi e per ricavarne cosa) orridi orpelli da modernariato, prediche infarcite di Maritain, C ivilta cattolica, Taize...Per poi meravigliarsi e spaventarsi che il PCI, quell' anno, prendesse tutti quei voti.
RispondiEliminaPensate: l' allora mio parroco, dottore in teologia, lascio' che un gruppo di giovani( a dir il vero4 o 5) che frequentavano la parrocchia( qui a Milano direbbero l' oratorio, noi non lo c hiamavamo cosi) salissero sul pulpito alla Messa grande di domenica per pronunciare un breve discorso a favore dell' aborto ( c' era il referendum). Ci furono mormorii e chiacchiere, ma nessuno oso' alzarsi e protestare a voce alta. Io me ne andai.
Il capo di quel gruppetto ha fatto poi politica attiva a livello locale nel PCI, PDs, lavorando pero' in banca.
Gli altri? Politicamente DC di sinistra, ora PD, tutti con ottimi posti da " capitalisti". Attivita' nel cosiddetto sociale ? Non risulta. Ville al mare in Costa? Quelle risultano.
R.Roccaforte
Guerra che avete perso.
RispondiEliminaAnonimo,
RispondiEliminaanche di Gesù Crocifisso c'è chi diceva che "aveva perso"...
Solo che noi non abbiamo niente da perdere tranne che la nostra anima e quella di coloro che ci sono affidati.
Non è questione di vincere o di perdere, ma di "rimanere" nel Signore e Sua è la vittoria!
Certo, certo. Aspetta e spera. In un modo vi dovete illudere per non soccombere alla depressione. Ma chi ono io per togliervi questa parodia di speranza?. Noto che da quando vi hanno attaccato cominci a pubblicare anche qualche critica ma nessuno ci casca in questo giochino.
RispondiElimina"anche di Gesù Crocifisso c'è chi diceva che "aveva perso"
RispondiElimina...già, mic, nelle parole e/o nei fatti:
"E quelli che passavano di là LO INSULTAVANO SCUOTENDO IL CAPO e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!».
Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani LO SCHERNIVANO: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E' il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; LO LIBERI LUI ORA, SE GLI VUOL BENE. Ha detto infatti: "Sono Figlio di Dio!" ».
(Mt 27,39-43)
"Allora TUTTI I DISCEPOLI ABBANDONATOLO, FUGGIRONO".
(Mt 26,56)
Certo, certo. Aspetta e spera. In un modo vi dovete illudere per non soccombere alla depressione. Ma chi ono io per togliervi questa parodia di speranza?. Noto che da quando vi hanno attaccato cominci a pubblicare anche qualche critica ma nessuno ci casca in questo giochino.
RispondiElimina1. da quando in qua un sano realismo in un orizzonte di immensa fiducia nella provvidenza può essere definito "depressione"?
2. Sono anni che sono sotto attacco e le critiche le ho sempre pubblicate. Non pubblico solo gli insulti non commestibili o le maledizioni, insieme ai millenarismi e ai sedevacantismi ad oltranza.
E avrei fatto bene a non pubblicare anche questa incursione di tipo trollesco. Ma è utile come campione di chi sono certuni che non posso definire "interlocutori"...
"Allora TUTTI I DISCEPOLI ABBANDONATOLO, FUGGIRONO".
RispondiEliminaTranne Giovanni, insieme alla Madre, sotto la Croce.
Ed ecco:
Mulier, ecce filius tuus … Ecce Mater tua (Giovanni 19, 26-27)
E, poi, dopo la Pentecoste, tutti recuperati tranne uno...
"[Lo abbandonarono tutti i Suoi discepoli], tranne Giovanni, insieme alla Madre, sotto la Croce."
RispondiEliminaeh sì, infatti proprio il "discepolo che Egli amava" e che non casualmente - così come non casualmente si trovava a tavola accanto a Gesù - aveva reclinato la testa sul petto del Maestro durante l'Ultima Cena chiedendo chi era tra di loro che lo avrebbe tradito...
...ricevendone la risposta.
RispondiEliminaforma materia volontà , mancando fede manca volontà consacrare e quindi la consacrazione è nulla: a ciò siam giunti e manca ancora l'ultimo atto
RispondiElimina