La teologia papale. Tentativo di ricostruzione congetturale
Da un sito cattolico, leggo che «La rivista internazionale di teologia Concilium ha dedicato il suo ultimo numero al tema: Dall’“anathema sit” al “Chi sono io per giudicare?”», a partire dalla famosa frase di Papa Francesco sull’omosessualità: «chi sono io per giudicare», pronunciata di ritorno dal Brasile, nel luglio 2013.
Gli autori «ritengono che le formule e i dogmi non possono comprendere l’evoluzione storica, ma ogni problema vada collocato nel suo contesto storico e sociopolitico. Il concetto di ortodossia va superato, o quanto meno ridimensionato, perché, viene utilizzato come “punto di riferimento per soffocare la libertà di pensiero e come arma per sorvegliare e punire”... Essi definiscono l’ortodossia come “una violenza metafisica”. Al primato della dottrina va sostituito quello della prassi pastorale…» (Concilium, 2/2014, p. 11).
Concilium è la rivista fondata da Karl Rahner, Hans Küng e Yves Congar, «a cui collaborano più di 500 teologi di tutto il mondo»: ci affrettiamo ad esprimere tutta la nostra gratitudine a sì prestigiosa e frequentata rivista, perché finalmente fa chiarezza sulla dottrina cattolica che dobbiamo seguire da quando è papa Francesco. Perché è indubbio che quanto scritto da Concilium riflette il pensiero del pontefice; per esempio egli ha detto tempo fa alla La Civiltà Cattolica: «Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla “sicurezza” dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva. E in questo modo la fede diventa un’ideologia tra le tante».
È più o meno chiaro che Bergoglio trova la dogmatica e la teologia di duemila anni un peso e un ostacolo all’azione pastorale. Ma il merito di Concilium è di sviluppare i pensieri che il Papa affida qua e là ad omelie estemporanee, interviste occasionali, a frasi colloquiali spesso e volentieri lasciate in sospeso a metà (tipo: «Se domani giungesse qui una spedizione di marziani, e uno dicesse: “Voglio il Battesimo!”. Cosa accadrebbe?...»). Cosa accadrebbe, non ce l’ha detto. Ma per fortuna Concilium completa queste frasi a metà, riempie i puntini di sospensione, fornisce loro contenuto; esplicita ciò che nella teologia implicita del Papa non viene detto, vien lasciato in sospeso. E così, ci consente di rispondere alla domanda che spesso ci siamo fatti: qual è la teologia di Bergoglio?
Come gli archeologi epigrafisti sono capaci di ricostruire iscrizioni latine in antiche lapidi spaccate, dove mancano lettere e parole — anche noi possiamo oggi ricostruire in modo congetturale la teologia papale cui siamo obbligati ad obbedire oggi. Grazie alla rivista Concilium, una luce di chiarezza abbagliante illumina certe azioni del Papa che sembrano in contrasto con le parole.
Qualcuno, errando, non riusciva a capire come si accorda il «chi sono io per giudicare?..» con il commissariamento senza alcuna spiegazione dei Francescani dell’Immacolata, la punizione e riduzione a domicilio coatto del Fondatore padre Manelli. Sembrava una contraddizione. Più in generale, come ha notato il vaticanista Sandro Magister, il papa continuamente «esorta a non emettere giudizi... chi giudica “sbaglia sempre”, ha detto nell’omelia del 23 giugno a Santa Marta. E sbaglia, ha proseguito, “perché prende il posto di Dio, che è l’unico giudice”. Si arroga “la potestà di giudicare tutto: le persone, la vita, tutto”. E “con la capacità di giudicare” ritiene di avere “anche la capacità di condannare”».
Eppure «Francesco è papa che giudica, sentenzia, assolve, condanna, promuove, rimuove. Ma nello stesso tempo predica in continuazione che non si deve mai giudicare, né accusare, né condannare». Ha compiuto una purga sistematica di prelati e teologi sgraditi a lui e alla sua scuola, da don Antonio Livi a padre Cavalcoli; ha brutalmente rimosso ministri vaticani come monsignor Piacenza; ha rimosso vescovi che in Argentina detestava. Non c’è contrasto? Noi non dobbiamo giudicare, e sta bene; ma lui giudica e trincia giudizi.
Nelle omelie di Santa Marta non perde mai occasione di condannare – senza mai nominarli – i cristiani, figli devoti della Chiesa che (come il povero Mario Palmaro) hanno protestato per quelle sue lettere e interviste corrive con Eugenio Scalfari, dove sanciva frasi come «la questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c’è quando si va contro la coscienza»; ma questo è relativismo, hanno detto i buoni cristiani, questo è un errore non solo teologale ma anche psicologico: la coscienza degli Scalfari è callosa, la coscienza non rimprovera mai niente al Ricco Epulone né al Fariseo — che sono però condannati da Dio...
Ebbene, che cosa ha fatto papa Francesco? Mica risponde, mica spiega e corregge. Un’omelia dopo l’altra, chiama i fedeli laici che lo criticano variamente come «pelagiani», «untuosi», «tristi», «spaventati dalla gioia», «cristiani pipistrelli», li insulta e condanna... ma senza dire precisamente a chi allude.
Ora, magari, voi prendevate questo modo di fare come sleale e poco cristiano, soprattutto in contrasto plateale con la frase più citata dai plaudenti laicisti: «Chi sono io per giudicare...» (un omosessuale)? Invece adesso sappiamo, grazie a Concilium, che non c’è alcuna contraddizione. Che le frasi «io non giudico» e la brutale repressione dei Francescani dell’Immacolata senza spiegazione, derivano dalla stessa teologia.
Cercate però di capire bene qual sia questa teologia. Potreste infatti equivocare. Concludere che il fondatore dei Francescani è stato punito, e il suo ordine messo sotto tutela prefettizia, per il fatto di essere ortodosso, e come esplica Concilium ha quindi commesso «violenza metafisica». Potreste credere che i teologi o i laici che si rifanno all’ortodossia vengono rimossi, purgati, espulsi dalle cattedre pontificie e chiamati «pipistrelli», perché li si accusa di usare la dogmatica di duemila anni «come punto di riferimento per soffocare la libertà di pensiero e come arma per sorvegliare e punire»...
Ma se pensaste così, sbagliereste, non avreste ancora compreso la sottigliezza e profondità della teologia bergogliana. Il punto qualificante di tale teologia è il «non dare spiegazioni». Colpire, epurare, insultare, rimuovere, senza dire il perché. Ciò è la conseguenza necessaria del fatto che la Chiesa bergogliana si vuole a-dogmatica. Avendo «superato» i dogmi, non deve più giustificare le punizioni che commina accusando la vittima di qualche violazione dogmatica o dottrinale; altrimenti si torna nel vecchio sistema, dove l’ortodossia veniva usata come arma per sorvegliare e punire. Oggi, si punisce senza esprimere il motivo — la conseguenza necessaria del superamento della dottrina è che le punizioni continuano a fioccare, ma nel mutismo. Non si può, non si deve motivare il perché.
E nella nuova teologia a-dogmatica, tutta pastorale e caritativa, la bastonatura e la punizione si accordano splendidamente, armonicamente, con la frase «chi sono io per giudicare..?». Si rallegri il bastonato: nessuno lo sta giudicando. Non si istruisce più un processo canonico, non si eleva un’accusa formale e formulata in parole (da cui l’accusato potrebbe persino cercar di difendersi, questo pipistrello untuoso e triste) – non siamo più ai tempi dell’Inquisizione, li abbiamo superati! – ora si danno botte da orbi nel buio, si bastona e basta. Il bastonato non chieda perché. Il perché non si può esprimere, non si deve esprimere. È la a-teologia a-dogmatica che lo richiede.
Ciò ricorda un pochino le procedure staliniane, dove a comminare 25 anni di lager («un quartino» di secolo) o la morte era non un tribunale, ma una commissione di tre funzionari del Partito, la cosiddetta Troika Amministrativa. Al tremebondo cittadino che gli avevano trascinato davanti, la Troika chiariva allegramente: noi non ti accusiamo di aver fatto nulla; ti sbattiamo al Gulag per il fatto che sei un borghese. Per questo, non abbiamo bisogno di trovarti una colpa; ci basta di accertare la tua identità: sei un borghese, dunque un nemico del proletariato. In Siberia! Un quartino! Ed era fatta.
Sicché il cristiano di base, oggi, deve stare costantemente «all’ascolto di papa Francesco» , perché è chiaro che non scriverà mai una vera e propria enciclica, non metterà mai nero su bianco quello che intende lui per «verità», che siamo obbligati a seguire, e falsità che dobbiamo sfuggire; dobbiamo ricavare la sua dottrina – che diventa dottrina della Chiesa – dalle sue esternazioni. Occasionali. Qualche volta a margine di interventi ufficiali.
«Punire severamente»
Per esempio, dopo l’Assemblea Generale dei vescovi italiani, a fine maggio scorso, nella parte della seduta meno pubblica. Alla fine della prolusione, «il papa ha dato spazio alle domande». Molto contenti i vescovi italiani hanno gareggiato a far domande che compiacessero Francesco – in altri tempi si sarebbe detta una gara di adulazione – in realtà onde fargli esplicitare la sua teologia implicita, che i vescovi ardono di applicare nelle loro diocesi, per instaurare la nuova chiesa secondo i suoi desiderata. Ed ecco cosa scrisse il 23 maggio il vaticanista de La Stampa Marco Tosatti; egli registra la «questione posta in toni “disperati” da un vescovo di una piccola diocesi (quarantamila abitanti) che si lamentava perché una parte del clero è “conservatrice” e non vuole dare la comunione sulla mano. Il Papa gli ha consigliato di prendere provvedimenti severi, perché “non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo”».
Apprezzate frase per frase, parola per parola. Anzitutto c’è un vescovo che sparla del suo clero col Papa. È disperato, dice, perché ha sotto un clero «conservatore»; tanto conservatore che – udite udite – vuol dare la comunione in bocca, come si è fatto nei secoli passati. Potrebbe sembrarvi una questione dappoco, coi tempi che corrono. Invece no, e infatti il Papa ne coglie l’estrema gravità. E prescrive di:
- punire quei preti (alla faccia del «chi sono io per giudicare?»)
- severamente (come? Attendiamo con ansia: basterà la sospensione a divinis? O si rimetteranno in auge «i ferri»? Le segrete del Vaticano?).
- Ma soprattutto si apprezzi ogni lettera della motivazione, perché qui siamo ai vertici della dottrina a-teologica, del «superamento dei dogmi»:
- «Perché non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo».
Esistono dunque – come adesso ci è chiaro – due corpi di Cristo: la Presenza Reale, il Cristo stesso, e i fedeli, «Corpo sociale di Cristo». Questo Secondo, se riceve il Primo in bocca anziché in mano, viene offeso. O si sente offeso. E non bisogna assolutamente «offenderlo»; meglio offendere la Presenza Reale, mettendola nelle mani di sconosciuti, magari satanisti. È abbagliante la conclusione che ne deriva: il Corpo Reale di Cristo ha meno diritti del «corpo sociale», insomma dei fedeli. Loro, non Lui, sono il vero e supremo Cristo (questa “sostituzione” è anticipata e spiegata in tutta la sua portata dal testo Mistero d’iniquità, edizioni EFFEDIEFFE 2013).
D’accordo, questa abbagliante ermeneutica lascia sospesa più di una questione. Per esempio: non ci pare di vedere torme di fedeli che esigono, pretendono l’ostia nella mano, altrimenti si sentono offesi come Messia sociale. Dove sono? Altro interrogativo: quei cristiani che, contenti di ricevere la Comunione in bocca, non si sentono offesi da tale imboccamento, non fanno parte del Corpo Sociale di Cristo? Sono «tristi» e «spaventati dalla gioia»? Ne vanno espulsi? Il Corpo Sociale di Cristo è fatto solo di quelli che pretendono l’Ostia in mano, la Comunione ai divorziati conviventi more uxorio, il non giudicare gli invertiti? Siamo sicuri che il Santo Padre chiarirà questi punti oscuri che frasi buttate là, in qualche omelia o udienza, — e che sarà prontamente esplicitata, svolta e completata da Concilium. E dagli altri esegeti autorizzati.
Ascoltate i ventriloqui
Per nostra fortuna, infatti, sono molti i ventriloqui di Papa Francesco: cioè di prelati che lo imitano, lo copiano nella voce e nei discorsi, ma – come gli imitatori di varietà – caricando ed esagerando un po’: il che – a parte gli effetti comici che producono – è un grande merito, perché così formulano in modo completo la teologia di Bergoglio, che il suo titolare esprime solo a metà, lasciando in sospeso le frasi.
Uno dei più dotti è il cardinal Ravasi. Il quale, siccome papa Francesco twitta e ha 11 milioni di followers, ha detto che questo è il solo nuovo modo per evangelizzare: «la lingua italiana conta 150mila vocaboli mentre i giovani oggi ne usano dagli ottocento ai mille. È mutato il modello antropologico dei nativi digitali, quindi un vescovo che non sa muoversi in questa nuova atmosfera (il tweet) si mette fuori dalla sua missione». Non contento, ha finito per asseverare che Cristo, proprio come Eugenio Scalfari, aveva cessato di credere in Dio quando urlò “perché mi hai abbandonato?”». Ravasi: «Una frase che introduce un elemento che non può essere divino ma che è solamente umano. Dio, quando Gesù è sulla croce, è assente. È in pratica l’“ateismo” salvifico di Cristo».(1)
Ma naturalmente il più notorio ventriloquo e più facondo imitatore è il segretario generale imposto da papa Francesco alla CEI, il vescovo Nunzio Galantino: «Vogliamo chiedere scusa ai non credenti – ha detto a Radio Vaticana l’11 giugno (si noti il plurale majestatis, pontificale) – perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono». In una riuscitissima imitazione del pauperismo bergogliano, Galantino ha annunciato una «Chiesa vuole essere “più povera di beni terreni e più ricca di virtù evangeliche, non ha bisogno di protezioni, di garanzie e di sicurezze”» (rinunci all’8 per mille, gli ha consigliato Socci). Galantino alla domanda : «Qual è il suo augurio per la Chiesa italiana?», ha risposto fra gli applausi della platea laicista: «Che si possa parlare di qualsiasi argomento, di preti sposati, di eucarestia ai divorziati, di omosessualità, senza tabù, partendo dal Vangelo e dando ragioni delle proprie posizioni».
Il punto da spiegare è come mai, chi prova a «dar ragione delle proprie posizioni», se queste non piacciono al Papa e alla sua giunta sudamericana che comanda in Vaticano, viene espulso dalla cattedra, commissariato, messo a riposo senza incarico. Si attende un indizio che ci consenta di dedurre congetturalmente questo dalla a-teologia implicita in vigore.
Galantino ha criticato Papi precedenti (Wojtyła) che favorivano «certe adunate» come le marce per la vita: «In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa. Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche, che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro». Questa frase sui «visi inespressivi di chi recita il Rosario» l’ha ricavata sicuramente da qualcosa che il Papa (che anche in Buenos Aires scoraggiò le suddette marce) gli ha detto, oppure anche fatto: magari gli ha mostrato con la mimica, facendo il verso a quei cristiani “spaventati dalla gioia” che pregano davanti alle cliniche abortiste con quelle facce tristi, untuose. Sai che risate si sono fatti, a Santa Marta!
Non è che lo dico per sospetto e pregiudizio. C’è almeno una prova del rapporto altamente confidenziale che unisce il Papa al suo imitatore e ventriloquo. Ed è il licenziamento in tronco di Dino Boffo dalla tv della CEI TV2000, avvenuta in febbraio. Un siluramento sgarbato e, come al solito, senza alcuna spiegazione. Ora, i lettori sanno se io ho particolare stima di Boffo, che fu mio direttore ad Avvenire: ma che modo è? La normale cortesia prevede che un direttore che è a quel posto da decenni venga congedato dagli editori con una gentile letterina: ringraziamento per i servizi resi, auguri di buona fortuna, riconoscenza e saluti. Invece, un calcio nel sedere, senza una parola. Tanto che il povero Boffo, «in mancanza di una spiegazione plausibile del suo licenziamento, si è rifiutato di sottoscrivere il comunicato ufficiale» messo sul tavolo per la controfirma, come ha scritto Repubblica.
Solo in aprile, sulla cacciata di Boffo qualcosa fa trapelare il segretario della CEI – sempre lui, Nunzio Galantino – quando dichiara in un’intervista alla Radio Vaticana: «Abbiamo fior di professionisti che per un malinteso senso di ecclesialità e di fedeltà alla Chiesa diventano più bigotti dei bigotti». Sandro Magister spiega che qui si allude a Boffo (come al solito senza nominarlo): «Si racconta che a papa Francesco non sia piaciuto il fervore con cui la TV della CEI e il suo stesso direttore davano lustro alle sue parole e ai suoi gesti, non solo presentandoli ma anche interpretandoli». Effettivamente, nei giorni e settimane seguenti la elezione di Bergoglio, Boffo è apparso un po’ troppo spesso nelle trasmissioni di TV2000: chiaramente voleva farsi notare da lui, forse ingraziarselo. Ha tenuto l’effetto contrario. Mi par di sentirlo, Bergoglio, davanti alla tv: «Ma chi è questo baciapile?». «Si chiama Boffo, Santità...». «Sbattetelo fuori. Come si permette di parlar di me, di interpretare i miei pensieri? Con quell’aria da bigotto, poi... Via, licenziatelo». Perché è chiaro che Galantino, queste espressioni («bigotto dei bigotti») le ha sentite dalla viva voce del pontefice.
Sappiamo anche che le punizioni mute, le bastonate senza una parola, sono coerenti con il «chi sono io per giudicare?» che è il pilastro della riforma bergogliesca: beccati “sto calcio in culo, ma tranquillo, mica ti sto giudicando”. È la base della teologia di papa Francesco, l’uomo che non deve chiedere mai; l’afasia punitiva, la randellata taciturna sono la conseguenza naturale del superamento dei dogmi, della dottrina; e persino della logica e buona educazione, evidentemente troppo «mondana».
Volevano la «collegialità»? Eccoli serviti
La collegialità è stata il cavallo di battaglia dei novatori al Concilio: volevano ridurre il magistero monocratico del Papa (il primato petrino, troppo autoritario) diluendolo nella «collegialità», obbligandolo a decidere insieme ai vescovi, quasi un primus inter pares. Appena eletto Francesco, i gesuiti americani si dicevano sicuri che il loro confratello divenuto Papa avrebbe posto la «rinnovata enfasi sulla collegialità, la collaborazione e la leadership condivisa con l’episcopato nel governo della Chiesa». Per questo sono state volute le Conferenze Episcopali nazionali, strumento che – per strana eterogenesi dei fini – doveva dare uno status di parità ai vescovi verso il Papa, e invece è riuscito a rendere i vescovi – ciascuno dei quali è discendente degli apostoli – un anonimo in un gruppo burocratico... ma questo è un altro discorso. Torniamo alla «collegialità» come l’ha applicata Francesco, anzitutto, verso la Conferenza Episcopale italiana, la CEI. Ricordando che per anni è stato il presidente della CEI a tenere il discorso inaugurale («prolusione») all’inizio della assemblea annuale dei vescovi. Ma adesso diamo la parola a Sandro Magister: quest’anno, «il cardinale Angelo Bagnasco, che ancora figura come presidente della conferenza episcopale italiana [benché Francesco l’abbia esautorato mettendogli alle costole un segretario generale, il comico Galantino], ha domandato a Francesco che sia lui, il papa, a tenere il discorso inaugurale all’assemblea plenaria dei vescovi convocata a maggio, cosa che nessun pontefice ha mai fatto. La richiesta del cardinale, si è letto nel comunicato ufficiale, “ha incontrato la pronta disponibilità del Santo Padre, che ha confidato di aver avuto in animo la medesima intenzione”. Infatti. Si sapeva da almeno un mese che Francesco aveva deciso così».
Che ve ne pare? A me, che sono vecchio e so di storia, ciò ricorda un pochino le sedute del Soviet Supremo sotto Stalin: quando tutti i delegati del Soviet (che sarebbe stato il potere legislativo), freneticamente, spontaneamente, all’unanimità, si alzavano per chiedere, implorare, pregare «il compagno Stalin» di suggerire loro le decisioni da prendere. Il compagno Stalin dapprima si sorprendeva; sùbito dopo, grato, riconoscendo che la richiesta del Soviet Supremo veniva proprio dal cuore, «ben volentieri» si degnava di prendere la guida anche dell’assemblea. Allora improvvisava un discorso che aveva preparato da qualche settimana: lanciava magari una campagna di repressione contro «i sabotatori annidati nel Partito»? Ecco le centinaia di membri del Soviet Supremo alzarsi ad applaudire freneticamente, in piedi per il sincero entusiasmo, a lungo, a lunghissimo. Nell’URSS di Stalin il Soviet poteva applaudire anche per ore, senza smettere; perché il compagno Stalin, lì presente, osservava e prendeva nota del primo che – dandosi l’aria indaffarata de membro che ha dei documenti da leggere – si sedeva e smetteva di battere le mani. Il giorno dopo, quello era scomparso.
Dite che sto esagerando? Che l’accolta dei vescovi italiani non può essere terrorizzata dal bonario, non-giudicante, simpatico e mite papa Francesco come fosse Josip Vissarionovic Stalin? Leggete il seguito di Magister:
«Da quando lui è papa la CEI è come annichilita. Francesco ha chiesto ai vescovi italiani di dirgli come preferirebbero che avvenga la nomina del loro presidente e del segretario, se ad opera del papa, come è sempre stato in Italia, o con libere votazioni come avviene in tutti gli altri Paesi. Capita l’antifona, l’intenzione di quasi tutti i vescovi è di lasciare la nomina al papa. E se proprio egli vorrà che vi sia prima una votazione consultiva, la si farà, ma in segreto e senza spoglio delle schede. Le si consegneranno al papa ancora chiuse e lui ne farà quello che vuole. La CEI è la smentita vivente dei propositi di decentramento e “democratizzazione” della Chiesa attribuiti a Jorge Mario Bergoglio: l’unico che oggi vi è dotato di autorità effettiva è il segretario generale Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all’Jonio. Ma la sua autorità è puro riflesso di quella del papa, che l’ha insediato».
Teologia della maleducazione
Qualche giornale s’è interrogato sulla condizioni di salute dell’amato Santo Padre. Ciò perché ripetutamente è mancato ad appuntamenti ed incontri anche importanti senza preavviso e senza spiegazioni. Come forse ricorderete, il 22 giugno 2013 è stato atteso inutilmente al concerto in suo onore organizzato in occasione dell’Anno della Fede. Il 4 dicembre poi Francesco ha cancellato bruscamente l’udienza al cardinale Angelo Scola e ai rappresentanti di Expo-Milano che volevano invitarlo all'evento. E ancora: il 28 febbraio, a pochi minuti dall’evento, Francesco rimanda la visita al Seminario romano; una settimana prima di partire per la Terra Santa, annulla il pellegrinaggio al Santuario del Divino Amore previsto per il 18 maggio; 9 giugno: annulla improvvisamente alcune udienze, tra cui quella al Consiglio superiore della magistratura. L’ultima è stata quando ha dato buca ad una numerosa folla di fedeli che lo aspettavano al Policlinico Gemelli. Dai giornali si ricava che ha lasciato con un palmo di naso fedeli, medici ed anche i suoi collaboratori: «Grande il disappunto dei presenti che erano in attesa del Pontefice al momento dell’annuncio sul piazzale. Lo staff del Papa era già sul luogo della visita: il cerimoniere pontificio monsignor Guido Marini, alla domanda sui motivi del forfait ha risposto: "Se non lo sapete voi...". L'annuncio è stato dato dal vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università cattolica, spiegando che la visita è stata rinviata. Giuliodori non ha aggiunto altro sui motivi dell’annullamento». Perché non lo sapeva nessuno, come si capisce, nemmeno il suo staff. A celebrare la Messa e leggere l’omelia che doveva pronunciar Francesco, è stato lasciato il cardinal Angelo Scola...
Ora, tutti questi appuntamenti bruciati, incontri stabiliti e mandati a monte senza preavviso e senza uno straccio di chiarimenti, ha indotto alcuni media a prendere per buona la scusa goffamente avanzata a posteriori dallo staff papalino («lieve indisposizione») e a chiedersi se il pontefice sia gravemente malato. Sono in grado di tranquillizzare sulla salute dell’amato papa: quando si assenta e la dà buca, è perché gli gira così. Alla curia di Buenos Aires mi hanno detto che faceva lo stesso anche quando era là come cardinale: una parrocchia lo invitava, preti e fedeli preparavano l’evento per mesi, pie donne allestivano un pranzo di festa — e lui arrivava di corsa, di corsa diceva la Messa, e scappava via di corsa, praticamente senza salutare, senza dire una parola, lasciando tutti attorno alla tavola tristemente imbandita. In curia a Buenos Aires si stupivano sinceramente di rivedere in tv Bergoglio che, nelle vesti papali, «sorride! E abbraccia i bambini!?». Molti me l’hanno descritto come uno scontroso scorbutico e sgarbato, un autoritario arbitrario che faceva più paura che simpatia; specie nella Curia, dove poteva stroncare carriere, aveva instaurato un clima di terrore. Me l’hanno descritto come un rozzo, maleducato; uno che «se la lega al dito»; uno che – fatto più grave – soggiace a innamoramenti e detestazioni fortissimi, e parimenti immotivati, per persone. Quelle che ama, le difende contro ogni evidenza e le promuove contro ogni merito; verso i suoi preferiti assume perfino atteggiamenti servili («gli fa da chierichetto alla Messa»); di quelli che odia, si vendica anche a distanza di anni.
Fin dai primi atti di pontificato, il Santo Padre ha mostrato di farsi trascinare da queste simpatie ed antipatie arbitrarie. Ognuno ricorderà come si sia innamorato del direttore dell’albergo Santa Marta dove abita, monsignor Battista Ricca, fino a nominarlo sui due piedi ai vertici dello IOR, la banca vaticana. Rievoca Magister: «Quando lo scorso giugno lo promosse a questo ruolo, papa Francesco era all'oscuro dei trascorsi scandalosi di Ricca, negli anni in cui costui era consigliere di nunziatura ad Algeri, a Berna e poi soprattutto a Montevideo», dove conviveva con il suo amante, nella sede stessa della Nunziatura. «L’intimità di rapporti tra Ricca e Haari era così scoperta da scandalizzare numerosi vescovi, preti e laici di quel piccolo paese sudamericano, non ultime le suore che accudivano alla nunziatura». Informato da persone di sua fiducia dei trascorsi di Ricca e del suo ancor più scandaloso ritorno in carriera, Francesco ringraziò, si documentò e promise che avrebbe deciso di conseguenza. Ma dopo dieci mesi Ricca è ancora prelato dello IOR.
Antipatico, per contro, gli è il nunzio apostolico per l’Italia, Adriano Bernardini: «È gelo. Jorge Mario Bergoglio lo conosce bene e non gliel’ha perdonata. Quando Bernardini era nunzio in Argentina, tra il 2003 e il 2011, tirava le fila dell’opposizione all’allora arcivescovo di Buenos Aires». Bernardini contrastava Bergoglio sui «valori non negoziabili» (“Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili”, ha detto il papa in una delle sue ultime interviste). Antipaticissimo gli è il cardinale di Milano Angelo Scola, suo serio concorrente al conclave: non a caso gli moltiplica le sgarberie, non si fa vedere agli appuntamenti, cancella gli incontri ufficiali con lui in Vaticano. Anche il presidente della CEI, monsignor Bagnasco, non gli piace proprio; e l’ha di fatto commissariato con Galantino, vescovo di una diocesi secondaria, parolaio e presenzialista ventriloquo del papa. L’errore imperdonabile di Bagnasco è stato di aver voluto essere il primo, all’uscita del Conclave, a congratularsi con Scola — che lui credeva eletto pontefice. Simpatia pubblica, invece per il cardinal Kasper, che ha lodato nel suo primo Angelus da San Pietro, urbi et orbi: “un teologo in gamba, un buon teologo”. Chi conosceva le idee di Kasper già ebbe così un annuncio di quel che era, implicita e non ancora pienamente espressa, la teologia bergogliana; inutilmente sperammo di no. Il proposito di dare l’eucarestia ai divorziati risposati viene da lì. Ed è da lì che, di fronte alle resistenze ed argomentazioni dei molti e seri oppositori, è venuta fuori la nota battuta: «Se domani venisse una spedizione di marziani, per esempio, e alcuni di loro venissero da noi, ecco… marziani, no? Verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambini… E uno dicesse: “Ma, io voglio il Battesimo!”. Cosa accadrebbe?».
La risposta è più semplice di quella che pare. Da millenni la Chiesa battezza «marziani», aztechi, cinesi, cannibali, ex cacciatori di teste... lo fa però, dopo averli istruiti sul senso del Sacramento, insomma aver trasmesso la dottrina cattolica. Ma con la battuta dei marziani, è proprio la dottrina cattolica che si voleva dichiarare inutile — alludendo non ai marziani, ma ai divorziati che esigono la Comunione perché soffrono ad essere discriminati. Infatti, sùbito dopo, ecco il papa esplicare: «Lo Spirito soffia dove vuole, ma una della tentazioni più ricorrenti di chi ha fede è di sbarrargli la strada e di pilotarlo in una direzione piuttosto che un’altra». Capito l’antifona? Capìta: certamente la Comunione ai divorziati passerà, e il Cristo reale sarà dato a peccatori abituali non pentiti, che si suppone oggi essere il Corpo sociale di Cristo, fra gli applausi dei vescovi.
Difatti già il vescovo di Novara s’è scagliato contro un suo sacerdote (sta diventando un’abitudine, questa) che aveva spiegato che non può aver la Comunione chi convive, perché «vive in una infedeltà continuativa. Non si tratta di un peccato occasionale (per esempio un omicidio)», manca in questo caso «il dovere di emendarsi attraverso un pentimento sincero e il proposito vero e fermo di allontanarsi dal peccato e dalle occasioni che conducono ad esso». Come prevedibile, Repubblica (del caro Scalfari) fraintende: «Per il parroco di Cameri convivere è peggio che uccidere» e strilla allo scandalo. Immediatamente il vescovo del povero parroco, monsignor Giulio Brambilla, si precipita a dettare alle agenzie «una netta presa di distanza sia dai toni che dai contenuti del testo per una inaccettabile equiparazione tra convivenze/situazioni irregolari e omicidio». Ma che dico? Interviene persino un cardinal Baldisseri, nientemeno che Segretario del Sinodo per la Famiglia. Il quale per esprimere tutto il suo disprezzo per il povero parroco di Novara, detta alle agenzie: «È una pazzia. Si tratta di un’opinione strettamente personale di un parroco che non rappresenta nessuno, neanche sé stesso».
Come si permette, il cardinalone? Ma non si può dubitarne: quando vescovi e persino cardinali si mettono ad insultare, con la bava alla bocca, un povero parroco colpevole di aver detto una cosa vera, lo fanno perché sentono che ciò è gradito al Papa, che è coerente con il sistema a-dogmatico ed a-teologico implicito e in fieri con cui intende rinnovare il vecchiume della Chiesa. Sentono che possono fare questa cosa abbietta perché il povero parroco è uno di quelli che Bergoglio accusa di «tendere in maniera esagerata alla “sicurezza dottrinale”, in una visione statica e involutiva». Anche loro si fanno ventriloqui del Papa, sapendo che attaccare un debole può persino giovare alla carriera, nel nuovo clima.
Certo che questa gran passione e benevolenza per i lontani, il rifiuto di giudicare e di punire, tutta la bonomia e la comprensione per gli Eugenio Scalfari, tutta la calda misericordia per gay e divorziati, la bella e santa disposizione a mettere tra parentesi l’ortodossia per non irritare o non credenti (Galantino ha chiesto scusa ai "non credenti" perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono"), insomma tutta questa delicatezza, ha poi delle conseguenze violente, vilmente repressive e ripugnanti: che i vescovi si sentono in diritto di insultare e vilipendere i loro preti fedeli, che interi ordini religiosi vengono soffocati e con loro il loro carisma, e in generale il risultato è che tutta una formidabile volontà di odio, persecuzione, censura e stroncatura, si esercitano all’interno della Chiesa e contro una parte del popolo fedele.
Strani risultati della teologia progressista e che non si vuole «statica e involutiva», sganciata dalla «eccessiva sicurezza dottrinale», ma aperta e dinamica, pastorale e caritatevole senza limiti. E pazienza, se a questo prezzo, si attraessero folle e frotte di nuovi cristiani venuti da fuori, dalla miscredenza e dalle periferie esistenziali, attratti dalla riforma a-dogmatica, dal «chi sono io per giudicare» (i finocchi). Invece accade per esempio questo: chiude Ad Gentes, storica rivista missionaria, perché non vende più, e perché, come scrive il caro padre Gheddo nell’ultimo numero, «la missione alle genti sta perdendo la sua identità e interessa sempre meno, almeno in Italia: parrocchie, diocesi, seminari e il popolo di Dio. È difficile trovare un seminario che accolga volentieri un missionario e lo faccia parlare ai seminaristi. I seminaristi sono pochi, molto impegnati e le missioni interessano sempre meno. Fino al Concilio Vaticano II c’era la chiara affermazione della nostra identità: andare ai popoli non cristiani, dove ci mandava la Santa Sede, annunziare e testimoniare Cristo e il suo Vangelo, di cui tutti hanno bisogno. Certo si parlava anche delle opere di carità, di istruzione, di sanità, di promozione, di diritti e opere di giustizia per i poveri e gli sfruttati. Ma su tutto emergeva l’entusiasmo di essere stati chiamati da Gesù per portarlo a popoli che vivono senza conoscere il Dio dell’amore e del perdono. C’era l’entusiasmo della vocazione missionaria gioiosamente manifestato e quindi si parlava spesso di catechesi, catecumenato, conversioni a Cristo, preghiere e sofferenze per le missioni, del perché i popoli hanno bisogno di Cristo, ecc. Soprattutto si parlava di vocazioni missionarie, perché il missionario è un privilegiato che va fino agli estremi confini della terra per realizzare il testamento di Gesù quando sale al cielo».
Tutto questo è sparito dopo il Concilio. Oggi, istruiti dalla a-teologia ed a-dogmatica, dai ventriloqui e dagli esegeti di Bergoglio, possiamo capire meglio perché. Da una parte, se già l’affermazione dell’ortodossia è una «violenza metafisica» contro il prossimo non-credente, figurarsi cos’è la pretesa di convertire un pagano. E poi: convertirlo a che cosa, precisamente? A quali contenuti?
1) Mi è doveroso citare almeno in nota un’altra ventriloquo formidabile, suor Fernanda Barbiero, dorotea; che il Papa tanto apprezza, da averla mandata a commissariare il ramo femminile delle francescane dell’Immacolata. Valorosa neo-teologa, suor Fernanda ritiene che quelle suore richiedano una bella riforma e spazzolata. Come ha scritto in un suo testo: «Noi religiose siamo state formate a un tipo di fede e di spiritualità che ci trattiene nella ragione. È una spiritualità congelata nella filosofia dell’essere, non più attuale per l’urgenza di costruire un’etica. Ed etica vuol dire relazione di vita, non ragione. (…) Noi dovremmo semplificare la religiosità e renderla più vicina ai bisogni reali dei poveri. C’è troppo “invisibile”, troppo arcano. La direzione della vita religiosa pare dimostrare che la santità ha il suo epicentro nell’al di là, nell’invisibile, o in una carità molto più vicina all’elemosina che alla responsabilità e all’impegno per un mondo più giusto. “Cercate il regno di Dio e la sua giustizia”, ha detto Gesù. Dove?... Dobbiamo riconciliarci con la storia come unico tempio dove Dio ha preso volto e casa». Niente più «spose di Cristo», basta con le clausure e mistiche preghiere d’intercessione e di espiazione per il mondo; nelle suore «c’è troppo invisibile, troppo arcano»; vadano a pulire i pavimenti nelle periferie esistenziali. È la vita contemplativa che viene qui del tutto condannata come inutile. È come se l’evangelica e indaffaratissima Marta avesse preso a calci la sorella Maria che stava ai piedi di Gesù bevendo le sue parole, urlandole: «Lavativa! Va' a gettare la spazzatura, perditempo!».
Il modernismo era ben poca cosa in confronto.
RispondiEliminaCari amici del blog, siamo ormai nel pieno della battaglia finale del diavolo. Quindi coraggio, ognuno prenda posizione al proprio posto di combattimento, in ufficio, a scuola, tra le mura domestiche, ecc.. La lotta sarà dura, le perdite ingenti, ma ci consola la certezza della vittoria finale, del trionfo del Cuore Immacolato di Maria Santissima.
RispondiEliminaQuando tutto sembrerà perduto, allora sarà il momento della Vergine potente contro il male, Fortezza Inespugnabile, Regina delle Vittorie, che scenderà in campo alla testa delle schiere celesti guidate da San Michele Arcangelo. A quel punto non ci sarà scampo per i nemici di Cristo e della Chiesa: la Donna vestita di sole schiaccerà il capo al serpente infernale, che verrà ricacciato nelle profondità dell’inferno assieme a tutti i suoi collaboratori.
O Maria, sine labe concepta, ora pro nobis!
Fonti: messaggi e locuzioni della Madonna (a La Salette, a Fatima, ad Akita, ecc.); “La battaglia finale del diavolo” (“Devil’s final battle”) di Padre Paul Kramer, dell’Associazione Madonna di Fatima, con sede italiana a Piazza Risorgimento 14 – 00192 Roma.
deriva sine fine da quella ROCCIA su cui Gesù fondò la sua Chiesa: disgregazione galoppante dei 3 munera, (anche spesso se ne osserva una falsificazione), infatti siamo approdati alla defezione totale dal munus docendi: rinuncia ad insegnare il discernimento bene/male, vero/falso, ortodosso/eretico ecc. che razza di magistero sarebbe ?
RispondiEliminaNon sono del tutto d'accordo con il pur bellissimo articolo di Blondet. Se veramente fossimo arrivati da parte delle supreme gerarchie alla piena assunzione di un pensiero postcattolico e adogmatico, dovremmo vedere cose come - da parte delle stesse persone - un giorno celebrazione della Messa tradizionale con il massimo rigore e il giorno dopo Messa al circo con il celebrante vestito da pagliaccio, un giorno bastonata senza motivazioni ai FFI e l'altro bastonata ai neocat o ai RNS. A quel che vedo al momento invece questa adogmaticità e questa deregulation ecclesiastica sono una tendenza che sì emerge, ma in persone che hanno ancora punti fermi in una direzione ben determinata, ed ecco perché ad esempio le bastonate vanno ancora tutte nella direzione opposta.
RispondiEliminaE' un articolo da incorniciare,anche se sarà difficile trovare la cornice.....non si può non essere d'accordo con tutto,bellissima l'espressione degli archeologi che ricostruiscono le parole 'che non ho mai detto' parafrasando il titolo d'un film.....che altro dire, questo passa il convento.....una piccolissima malignità,le emicranie sono dolorosamente lancinanti in presenza di Scola :<!Anonymous
RispondiEliminaBlondet ha avuto un garn coraggio a scrivere un articolo così... subirà lo stesso trattamento di Gnocchi e Palmaro e altri?
RispondiEliminaComunque ci voleva un articolo che desse una chiave interpretativa coerente di quanto sta accadendo.
Edoardo
rinuncia ad insegnare il discernimento bene/male, vero/falso, ortodosso/eretico ecc. che razza di magistero sarebbe ?
RispondiEliminaNon è magistero infallibile e per questo è criticabile.
Proprio perché non pronunciato ex cathedra da un Petrus, che è Petrus, nonostante in certi casi si comporti da Simone...
(Questa è l'evidente ragione del 'taglio' della domanda che sembrava in dubbio il 'sedente' sulla cattedra).
Il problema è che è un magistero anomalo espresso attraverso una pastorale anomala (persino mediatica) che manca delle esplicitazioni logiche di riferimento. Per questo lo abbiamo definito "magistero liquido", che non offre chiare e distinte chiavi di lettura per la critica.
E, tuttavia, anche la cosiddetta 'pastorale' non può non sottendere una sua dottrina che in molti punti appare divergente con la tradizione autentica, che non ingabbia né "fa violenza" (fisica o metafisica che sia) ma guida orienta e nutre con elementi "genuini".
Bellissimo articolo, la relazione tra adogmaticità e tirannide è perfetta, ma non so se Bergoglio sia veramente l'autocrata dipinto dall'autore. Bergoglio mi sembra un uomo molto, molto mediocre. Lui stesso l'ha già detto, non fa niente da solo, tutto quello che fa è deciso da un gruppo. Gruppo che appunto per l'odio alla Verità è condannato al segreto e all'azione silenziosa: non ha nessuna leggitimità.
RispondiEliminaun giorno bastonata senza motivazioni ai FFI e l'altro bastonata ai neocat o ai RNS. A quel che vedo al momento invece questa adogmaticità e questa deregulation ecclesiastica sono una tendenza che sì emerge, ma in persone che hanno ancora punti fermi in una direzione ben determinata
RispondiEliminaLa logica la vedo nel fatto che, mentre i FI col loro rispetto per il dogma mettono in crisi l'a-dogmaticità imperante, i neocat e il rsn ci stanno dentro in peno... La direzione ben determinata e i suo punti fermi sono proprio la negazione del dogma, che diventa anomia, che alla fine diventa arbitrio.
"cui siamo obbligati ad obbedire oggi"
RispondiEliminaSe siamo obbligati così, come mai critichiamo?
Se critichiamo in piena fideltà a Cristo e il Suo insegnamento, quindi non siamo obbligato agli errori...
Quindi, non mi piace l'ironia usata
implica che la Chiesa non è più la Chiesa, quando la realtà è che qualche pastore è eretico...
Se non abbiamo la fede di nominare gli eretici, che tipo di cristiano siamo?
Romano
La bastonata ai FFI è molto diversa dalla lisciata contropelo ai Neocat.
RispondiEliminaVi piace fare i martiri vero?
RispondiEliminaRicordo a denise che "martiri" vuol dire "testimoni" e, piaccia o non piaccia, si è comunque testimoni di ciò in cui si crede.
RispondiEliminaNel nostro caso, di Colui che ci ha salvati col suo sangue prezioso e ci rigenera con la sua grazia santificante nella Sua Chiesa.
Se siamo obbligati così, come mai critichiamo?
RispondiEliminaMeglio dire saremmo obbligati... In linea di principio il credente ha un obbligo di obbedienza nei confronti dei Pastori, quando non escono dal seminato.
Non è in discussione la Chiesa nella sua "essenza", ma una certa gerarchia - anche ai più alti livelli - e i suoi comportamenti.
Di certo è un'anomalia che dei laici siano "costretti" a criticare. Ma quando la situazione è tale per cui non si può e non si deve tacere, cos'altro fare se non, criticando (cioè motivando), riaffermare la
Fede?
Ho più l'impressione (ma è solo un'impressione e la vendo come tale) che qui siamo di fronte a qualcuno con idee ben chiare delle quali è fortemente convinto. Se questo qualcuno parla per mezze frasi, dice e non dice, tira il sasso e nasconde la mano non è tanto perché sia un adogmatico duro e puro ma perché sa che le sue idee sono in contrasto con la tradizione e quindi ci vuole cautela e gradualità. L'adogmaticità mi pare insomma più un metodo che non un fine.
RispondiElimina"Lui stesso l'ha già detto, non fa niente da solo, tutto quello che fa è deciso da un gruppo."
RispondiEliminaNon so se o quando lo avrebbe detto, è piuttosto vero il contrario, tutto quel che fa Bergoglio è deciso da lui e da LUI SOLO, può ascoltare ma alla fine è lui solo a decidere.
Non è mai stato un campione della collegialità, chi lo ha conosciuto come vescovo di Baires lo sa perfettamente.
Non solo decide da solo e fa tutto di testa sua, ma non ammette opposizioni, chi si oppone o si è opposto prima o poi cadrà (o è già caduto) sotto la sua scure.
Se rileggo l'articolo sopra divento sedevacantista all'istante!
RispondiEliminaP.S. da doroteo politicamente parlando, vorrei precisare:"suor Fernanda Barbiero, dorotea;"...dorotea perchè Religiosa delle 'SUORE MAESTRE SI S.DOROTEA(S.M.S.D.)' di venezia; tanto per prender le distanze vist'anche che la corrente nacque nel convento romano de le 'SUORE DI SANTA DOROTEA DELLA FRASSINETTI(S.S.D.)'
Se rileggo l'articolo sopra divento sedevacantista all'istante!
RispondiEliminaAICI,
Un cattivo papa resta sempre papa. Lasciamo da parte le derive sedevacantiste.
Non è mai stato un campione della collegialità, chi lo ha conosciuto come vescovo di Baires lo sa perfettamente.
RispondiEliminaChe sia autoritario e decisionista è un fratto.
Ma la collegialità di certo gli serve per far emergere e dar voce alle "correnti" che rientrano nella sua visuale. E in ogni caso rientra nella diminutio del papato che pare gli sia congeniale.
Non è mai stato un campione della collegialità, chi lo ha conosciuto come vescovo di Baires lo sa perfettamente.
RispondiEliminaChe sia autoritario e decisionista è un fatto.
Ma la collegialità di certo gli serve per far emergere e dar voce alle "correnti" che rientrano nella sua visuale. E in ogni caso rientra nella diminutio del papato che pare gli sia congeniale.
Nihil sub sole novi. sono concetti e parole modernisti.
RispondiEliminaHai ragione Mic.
RispondiEliminaIo prego perchè la Chiesa di Roma ritorni ad essere faro ma cerco anche di alzar poco la testa dal mio 'Breviario' per non rimaner troppo amareggiato di questo dissanguamento attuale del corpo Chiesa!
E' anche vero però che se i papi diverranno sempre peggio e noi si rimarrà fedeli a Roma, vorrà dire vedere il Papa come una figura onoraria...
RispondiEliminaSituazione:i papi ci danno contro e noi rimaniamo legati radicati a le radici; questo significa che o si tagliano i ponti con Roma ma questo non lo vogliamo o se rimaniamo e vogliamo fare quanto facciamo allora vuol dire che non dovremo più prendere come oro colato quanto ci diranno i prossimi papi. Ma forse è quello che Bergoglio vuole...anche perchè se vuole essere il papa di tutti a modo suo dovrà asfaltare tutte le particolarità cattoliche e quindi a la fine ognuno farà tra mille anni un pò come gli pare e 1 volta l'anno si leggerà l'enciclica sincretica del Papa e questo ci basterà a noi ex cattolici e agli ex ortodossi a sentirsi in comunione con Roma.
Da doroteo non riesco a trovare una via di mezzo; o meglio non riesco a trovare una via di mezzo a questa deriva che non parta da un Papa accorto e non da uno che dice laqualunque
Credo di aver già risposto abbastanza chiaramente sulla teologia bergogliana nei post. precedenti.
RispondiEliminaChi ha voglia, può andare all'indietro e rileggersi i miei commenti dell'ultimo mese.
Su Bergoglio e la sua cricca sappiamo quasi tutto, in quanto in un'anno e mezzo abbiamo visto tutto ciò che c'era da vedere, sopratutto dal 1958 ad oggi.
Cari amici siamo in piena battaglia, ma alla fine Nostro Signore vincerà, come ha detto più volte la Sua Madre SS.ma.
Per ora dobbiamo soffrire e pregare, pregare e soffrire.
Dall'albero si vedono i frutti -
oggi vediamo i frutti dell'albero piantato col vat.II. (per favore non chiamiamolo più concilio, ma col termine assemblea vaticana di acattolici. I Concilii sono stati venti e sopratutto dogmatici e della Chiesa Cattolica. Quell'assemblea mi sembra di rivedere il politburo della vecchia URSS.).
Non è forse vero che dopo sessant'anni di dittatuta, il muro di berlino è andato in frantumi da solo? quanto manca alla chiesa due?
RispondiEliminaCome non si fa ad essere a la deriva, l'occidente intero parla di tre giudei uccisi e non parla che per rivendicarne la morte-senza aver certezza dei mandanti- sono stati ammazzati 8 palestinesi, messe in carcere centinaia di persone e messo il paese a ferro e fuoco.
RispondiEliminaLa massoneria giudaica ci sta piazzando le fette di salame davanti agli occhi e noi quì inermi senza sguaiar le spade!
La collegialità implica la divisione-condivisione del potere, il potere Bergoglio lo delega e lo condivide solo quando si tratta di applicare le SUE decisioni e direttive.
RispondiEliminaAll'Anonimo delle 09.33 dev'essere sfuggito un lapsus freudiano:
RispondiEliminarinuncia ad insegnare il discernimento... ortodosso/eretico ecc.
:-)
E' d'uopo chiudere al più presto il santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa ( miracolo del 1953 riconosciuto ufficialmente ). Troppo afflitta, non abbastanza gioiosa.
RispondiEliminaLe parole «e tu una volta ravveduto conferma i tuoi fratelli» non valevano solo per Simon Pietro.
RispondiEliminaQuando Pietro prese una brutta piega giudaizzando, Paolo gli si oppose «a viso aperto» e Pietro si cominciò a ravvedere. Ecco, ci vorrebbe oggi un autorevole Paolo (sperando che basti).
I normalisti dell'epoca correvano a farsi circoncidere, pensando così di essere Ubbidienti a Pietro e ai suoi Successori, chiamando magari Sedevacantisti Criptolefebvriani Untuosi Pelagiani coloro che non si adeguavano alla moda del momento.
Intanto mentre Stefano veniva martirizzato la Conferenza Episcopale degli Apostoli discuteva su chi fra i presenti al Sinodo fosse il più grande. Pareva che avessero preso più voti quelli che avevano visto uno che scacciava demoni ma «glielo abbiamo impedito perché non era dei nostri», ma il sondaggio fu vinto dalla Commissione per il Dialogo con Sodoma: «chi siamo noi per giudicare?»
Attualmete non ho molto tempo per scrivere,ma seguo il blog e avendo un sacco di casini per la testa, ci guadagnano tutti che non saranno obbligati a leggere i miei post, oltre ad esternare tutto il mio appoggio a MIC scritto in grande perché tale è in tutti i sensi, vorrei aggiungere un piccolo grande aneddoto alla serie già piuttosto corposa delle capricciate del vdr, per l'anno della fede era prevista una visita ad Orvieto per ricordare il miracolo dell'Eucarestia, ma niente,cancellata senza una spiegazione......forse per lui ha lo stesso valore dell'ostia di Baires .Avanti,non mollare, Mic,adesso il gioco si fa sempre più duro ed allora i duri cominciano a giocare. Lupus et Agnus.
RispondiElimina@ Luisa: Non so se o quando lo avrebbe detto, è piuttosto vero il contrario, tutto quel che fa Bergoglio è deciso da lui e da LUI SOLO, può ascoltare ma alla fine è lui solo a decidere.
RispondiElimina"Le mie decisioni sono il frutto delle riunioni pre conclave. Nessuna cosa l'ho fatta da solo" (intervista a Il Messaggero: http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/papa_francesco_serve_argine_deriva_morale/notizie/770510.shtml
Si può non essere sedevacantisti, e dire.... offendere....sparlare....disprezzare....criticare.....delegittimare un Pontefice ?
RispondiEliminaSicuramente voi si, non avete il senso della misura, e vi autoproclamate cristiani.
Non posso augurare al Santo Padre di proseguire l'opera iniziata con i francescani, sino ad arrivare a voi.
Non siete obbligati a stare nella Chiesa di Roma, dividetevi andate, celebrate e pregate come volete, se non lo fate il motivo è solo uno.....sapete solo blaterare e fare sermoni medievali, ma la fifa fa novanta e la coscienza urla.
Coraggio sguainate le spade, e affettate il salame :-)
a lupus ed agnus delle 13.43:
RispondiEliminaCaro amico, ti pare che dopo aver tirato su mezza costruzione con dolore, sforzi e sacrifici, lasciamo l'opera a metà?
Costi quel che costi, siamo nelle mani della Vergine, e daremo per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, fino all'ultimo respiro, e con l'aiuto del Signore noi resteremo ed i modernisti, o si convertono o cadranno sotto la spinta del loro demonio.
I cent'anni non stanno forse per scadere? e Cristo non ha forse detto non prevalebunt?
Tutto è nelle mani di Dio, noi siamo solo poveri operai al Suo servizio e con pochi mezzi, faremo tutto quello che Lui vuole, il resto lo decide l'Onnipotente.
""I potenti saranno rovesciati dai loro troni, e saranno innalzati gli umili."" non è forse questo il canto del Magnificat?
Su questo si è pronunciato pggi on termini negativi Magister;
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350839
Mi riferivo al fatto che Bergoglio ha dichiarato che non fa nulla da solo ma quello che dicono i cardinali.
RispondiElimina
RispondiEliminaBergoglio e’ l’uomo delle contraddizioni come emerge non solo dall’eccellente articolo ma anche dalle osservazioni che vanno emergendo sul blog. Certamente e’ un uomo che ha le idee ben chiare come dice Turiferario. Ma si tratta di idee che nascono proprio dalla mediocrita’ di cui parla Luis Luiz. Una mediocrita’ di pensiero, di linguaggio , di preparazione culturale che ci stanno portando verso l’abisso.
E non inganni la storiella della collegialita’. Come osserva giustamente Luisa, a Buenos Aires ancora ricordano il suo modo di fare tutt’altro che collegiale (d’altronde, da buon gesuita…). Bergoglio esalta quella collegialita’ che nasce dal riunirsi di persone che condividono un comune pensiero ed un comune atteggiamento: il suo (altrimenti perche’ non coinvolgere nell’esercizio il cardinale Burke o l’arcivescovo di Bologna??).
E fermo restando che per quanto mi riguarda la collegialita’ e’ quanto di piu’ contraddittorio esista con il primato petrino osservo tuttavia che collegialita’ dovrebbe implicare un dibattito fra posizioni diverse, altrimenti si tratta solo di perdere tempo, di fare fuffa E questo e’ esattamente quello che sta succedendo con Bergoglio che butta fumo negli occhi (a noi ma soprattutto agli irriducibili orfani del CVII) per nascondere dietro una presunta collegialita’ un pieno ed autocratico esercizio del primato papale. Un esercizio del primato che se fosse stato esercitato con altri obbiettivi sarebbe stato tacciato di autoritarismo dagli stessi orfani di cui sopra.
per "petrus"
RispondiEliminaSi può non essere sedevacantisti, e dire.... offendere....sparlare....disprezzare....criticare.....delegittimare un Pontefice ?
Dov'è che offendiamo, sparliamo, delegittimiamo? La critica è fatta da credenti su basi teologiche e magisteriali nei confronti di fatti e detto a dir poco sconcertanti, sui quali non si riesce a tacere per amore della Verità, che è il Signore e anche per amore del papa che è il suo vicario e del papato che serve a garantirci nella fede e non a disorientarci.
Sicuramente voi si, non avete il senso della misura, e vi autoproclamate cristiani.
Noi non ci autoproclamiamo cristiani, Lo siamo. Il senso della misura chi lo stabilisce? Lei? Ci dimostra dov'è che l'avremmo superato? O non dipende forse dal fatto che il senso della misura è stato superato altrove e ciò ci "costringe" a parlare per riaffermare la nostra fede e non per "sparlare"?
Non posso augurare al Santo Padre di proseguire l'opera iniziata con i francescani, sino ad arrivare a voi.
E, su quale base, di grazia? Il nostro diritto al culto tradizionale, che viene dopo lo ius divinum di Dio, è sancito da leggi della Chiesa universale...
Non siete obbligati a stare nella Chiesa di Roma, dividetevi andate, celebrate e pregate come volete, se non lo fate il motivo è solo uno.....sapete solo blaterare e fare sermoni medievali, ma la fifa fa novanta e la coscienza urla.
La Chiesa di Roma è la nostra Chiesa, non ce ne sono "altre". Non celebriamo e preghiamo come vogliamo, ma come hanno fatto le generazioni che ci hanno preceduto e quelle che verranno nonostante l'accecamento e l'ignoranza odierni.
Eccone un altro che "spara" accusandoci di "discorsi medioevali" senza sapere che non parliamo di cose da medioevo (età peraltro per tanti versi luminosissima) ma di principi eterni. E senza dimostrare in cosa sarebbero "medioevali" i nostri discorsi. Il thread precedente a questo, ad esempio, parla del "Preziosissimo Sangue"...
Domani pubblicheremo l'editoriale di luglio di "Radicati nella fede": Ave crux, spes unica. Roba da medioevo?
Caro signore, chi non è radicato nella nostra "spes unica" non ha futuro...
@petrus
RispondiEliminabel nick...
Scusi, ma chi è lei per giudicare noi? Come si permette di giudicarci, visto che cerchiamo il Signore e abbiamo buona volontà?
E poi, se proprio vuole, fondi Lei una chiesa dove dove sono ammessi cani e porci (nel senso vero della parola, visto che è lì che si vuole arrivare). A noi basta la Catholica, con la sua bimillenaria Tradizione e soprattutto con il suo Fondatore e Sua Madre.
Cito dal post: "È la vita contemplativa che viene qui del tutto condannata come inutile. È come se l’evangelica e indaffaratissima Marta avesse preso a calci la sorella Maria che stava ai piedi di Gesù bevendo le sue parole, urlandole: «Lavativa! Va' a gettare la spazzatura, perditempo!»."
RispondiEliminaNon l'avevo detto - e scritto! - che Bergoglio è anti spirituale? Eccovi serviti!
Il problema è che, quando sei anti-spirituale (e hai sostituito la spiritualità con la sociologia pauperistica), poi sei pure anticristiano! Uno trascina inevitabilmente e indubbiamente pure il secondo!
Che disastro...
La verità ecclesiale è che i fideli della Chiesa Romana devono pubblicamente rimprovero Bergoglio per i suoi errori ed espressione eretiche e prossime all'eresia..
RispondiEliminaquest è obbligo non soltanto dei cardinali, ma anche dei sacerdoti diocesani, religiosi, e laici...
Forse molti non capiscano la mala fede e la malvagità di Bergoglio. Forse sarà più evidente dopo il Sinodo in Ottobre.
Se quel Sinodo approvvato da lui oppore in qualsiasi punto la Fede e la orthoprassi ricevuti dagli Apostoli, la Chiesa Romano deve fare sinodo e minnacia Begoglio e i suoi vescovi con scommunica...
Quest è l'unico modo cattolico per respondere a tale eventualità
Romano
Il problema è che, quando sei anti-spirituale (e hai sostituito la spiritualità con la sociologia pauperistica), poi sei pure anticristiano! Uno trascina inevitabilmente e indubbiamente pure il secondo!
RispondiEliminaInfatti il cristianesimo è il connubio perfetto di carne e spirito nell'uomo redento e rigenerato dal Signore (perfetto Uomo-Dio) e nella "concretezza" dell'Incarnazione che ci impedisce di essere "fideisti".
E ci impedisce anche di sbandierare la tradizione o i dogmi che ci orientano e non ci ingabbiano (e non obbligano nessuno se non le coscienze illuminate. Ma non è più un obbligo: è un "giogo soave, un carico leggero"!) come "cose da museo" o da "musoni senza gioia", perché si tratta di perennità viventi, che ci donano la Via, la Verità e la Vita che custodiscono e trasmettono fino alla fine dei tempi...
Il "dono di sé fino alla fine", in Cristo con Cristo e per Cristo, che equivale al paolino "offrite i vostri corpi come sacrificio vivente, santo gradito a Dio" che è il vero "culto secondo il Logos"... è ben altra cosa dalla sociologia e dall'umanitarismo imperanti.
RispondiElimina" Mi riferivo al fatto che Bergoglio ha dichiarato che non fa nulla da solo ma quello che dicono i cardinali."
I cardinali con i quali condivide idee e orientamenti.
Bergoglio fa tutto da solo, penso che lo si sia ormai capito, anche quando, senza avvertire nessuno, annulla all`ultimo momento, per causa di repentine indisposizioni, impegni per il quale tante persone si erano preparate, ma se quell`atteggiamento si può ridurre a maleducazione o impulsività mal gestita, e tocca poche persone, il suo fare tutto da solo e di testa sua tocca tutta la Chiesa.
Bergoglio non ama la collegialità, non ama dividere il potere, è un uomo di potere, al limite può dare l`impressione di fare quel che dicono i cardinali, ma in realtà si tratta dei cardinali dei quali condivide la visione, pensa come loro, vuole le stesse cose, dunque in realtà e in definitiva fa quel che vuole lui.
Una piccola annotazione, questa volta – per una volta :-) –tesa a scusare Bergoglio.
RispondiEliminaQuando si parla dei suoi capricci, della cancellazione di impegni all’ultimo momento e’ bene non citare il caso dell’assenza al concerto dello scorso anno. Anch’io avevo trovato il gesto di rarissima maleducazione ma poi ne ho conosciuto i motivi. Era in corso la riunione dei nunzi e l’ineffabile Bertone aveva bloccato la richiesta del nunzio a Damasco che voleva parlare al Papa della situazione in Siria (con quello che stava succedendo in Siria e con i cristiani che venivano uccisi, il Segretario di Stato penso’ bene trattarsi di argomento non degno di essere affrontato da un papa..) . Venutone a conoscenza Bergoglio convoco’ il nunzio a Damasco per parlare con calma della situazione siriana nell’unico momento apparentemente utile, ossia durante il concerto.
RIC, apprezzo la tua onestà intellettuale. Ma non pensi che proprio la gravità e la serietà dell'evento avrebbero potuto essere espressi con un sia pur stringato messaggio di scuse, segno di rispetto per i convenuti oltre che di buona educazione?
RispondiEliminaIdem per tutti altri forfait dell'ultimo minuto.
Detesto - intellettualmente, s'intende - Maurizio Blondet, per le sue posizioni oltranziste e negazioniste in materia di nazismo. Fondamentalmente è un fondamentalista, e anche palesa manifestazioni cutanee da "sindrome del complottista".
RispondiEliminaLa prima parte dell'articolo è leggibile, in alcuni punti condivisibile, specie nella parte dell'idiozia pronunciata dal Cardinal Ravasi sull'incipit del Salmo 21 (22), "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
La seconda parte ("Teologia della maleducazione") la definirei un pezzo da annoverare nella letteratura medico-scientifica dei complottisti, alla voce "sintomatologia nella sindrome del pettegolezzo".
"sapete solo blaterare e fare sermoni medievali, ma la fifa fa novanta e la coscienza urla.
RispondiEliminaCoraggio sguainate le spade, e affettate il salame :-)".
Autolesionista?
Ma non pensi che proprio la gravità e la serietà dell'evento avrebbero potuto essere espressi con un sia pur stringato messaggio di scuse, segno di rispetto per i convenuti oltre che di buona educazione?
RispondiEliminaSenza ombra di dubbio..
RispondiEliminaForse l`espressione teologia della maleducazione può non piacere ma i fatti, tratti di carattere e comportamenti dell`allora card. Bergoglio, che Blondet descrive, non sono pettegolezzi, non sono inventati, più di un blogger argentino o con conoscenti argentini ha dato testimonianze nello stesso senso, e non vedo dove siano i pettegolezzi, quando Blondet ricorda il "caso" Ricca, o la sua antipatia per Bernardini che non è un segreto, ed è già stata menzionata da altri.
Dov`è la sindrome del pettegolezzo nella conclusione di Blondet?
"Oggi, istruiti dalla a-teologia ed a-dogmatica, dai ventriloqui e dagli esegeti di Bergoglio, possiamo capire meglio perché. Da una parte, se già l’affermazione dell’ortodossia è una «violenza metafisica» contro il prossimo non-credente, figurarsi cos’è la pretesa di convertire un pagano. E poi: convertirlo a che cosa, precisamente? A quali contenuti?"
È un pettegolezzo o una ben triste realtà?
Stimo molto Lino e il suo sentire schietto profondo e sempre ben argomentato.
RispondiEliminaPosso anche condividere il fatto che sia stata calcata la mano sulla "teologia della maleducazione".
Devo aggiungere, tuttavia, che le nostre, di critiche, hanno riguardato questioni più basilari, sul piano teologico, e dunque più gravi, come i discorsi sull'incarnazione; l'interpretazione del vangelo secondo la storia; il Signore (l'Unto, cioè il Messia) messo sullo stesso piano degli "unti" d'Idraele con l'enfasi sul sacerdozio di Aronne in quel tragico Giovedì Santo 2013 proprio nella istituzione del sacerdozio dell'Unico Sommo Sacerdote!); il disprezzo per la tradizione; l'escatologia trasformata in sociologia, ed altro....
Cara Mic, che il Signore ti ripaghi per l'opera che compi tutti i giorni! Il tuo blog è una boccata di sana aria fresca tra questi mefitici miasmi che avvolgono il mondo. Il tuo ottimismo per il futuro della Chiesa mi incoraggia a resistere a questo sfascio. Purtroppo però io vedo come le fila della Santa e Vera Dottrina si assottigliano ogni giorno di più: ricordo le riunioni di sacerdoti a casa di un mio zio paterno, uomo integerrimo e devotissimo a Papa Pacelli, che dopo il concilio Vaticano secondo si organizzavano per combattere i suoi nefasti effetti ed erano sostenuti da tantissimi fedeli. Con il tempo però sono diventati sempre meno sino alla metà degli anni settanta quando le riunioni furono interrotte perchè ormai non partecipava quasi più nessuno. Oggi si deve cercare con il lumicino per trovare dei veri credenti financo nelle parrocchie: per questo non ti ringrazierò mai abbastanza per questa oasi di Cattolicesimo che ci offri in internet. Che la Madonna ti protegga.
RispondiEliminapetrus: "affettate il salame"
RispondiEliminaAmicus: autolesionista?
:)))
Per Bernardino 12:26 e 14:24
RispondiEliminaLeggendo questi due suoi commenti mi chiedo se lei, caro Bernardino, possa eventualmente concordare con il mio commento delle 9:25 (il secondo di questo pezzo); è un po' forte questo mio commento (infatti altri blog cattolici, tradizionalisti, lo hanno ceswtinato) ma, mi creda, è frutto di anni di riflessioni, studi e meditazioni, oltre che dell'attuale realizzazione di un'ampia antologia del modernismo, commentata. (migliaia di pagine, divise in tre parti: modernismo delle originoi, filo alla morte del card. Merry del Val; modernismo del secondo dopoguerra e CV II; neomodernismo, o progressismo, dei giorni nostri, fino alle ultime esternazioni bergogliane)
Ti passo un'altra informazione riservata. Le condizioni di salute del Papa Emerito stanno peggiorando e probabilmente la revisione del Motu Proprio forse inizierà prima. infatti si sta già cominciando a lodarlo ma a ciò seguirà "la decisione" di una necessaria revisione che comporterà alcune "nuove regole". Ma una bella sorpresa l'avrai con il sinodo... voglio farmi 2 risate quando leggerò i vostri commenti.
RispondiEliminaPuò anche darsi che tu ti faccia "2 risate" e che per noi saranno lacrime... Ma noi (hai presente il Salmo 125?): "Euntes ibant * et flebant, mittentes semina sua." (Nell'andare camminavano piangendo, portando il loro seme da spargere).
RispondiEliminaDunque noi stiamo camminando piangendo e portando e spargendo i nostri semi, ovviamente non solo su questo blog...
Vedi, mi ha colpito molto proprio lo scorso 29 giugno: è un'antifona dei Vespri, quel "sua". Mi ha colpita e mi ha commossa, perché mi ha "detto" che ognuno di noi ha i "suoi" semi da spargere, che non sono solo "nostri", perché li abbiamo ricevuti per grazia grande dal Signore.
Ma poi sai cosa succede? E questo è il Signore a dircelo: "Veniéntes autem vénient cum exsultatióne, * portántes manípulos suos." (Ma tornando verranno con allegrezza, * portando i loro covoni).
E anche il raccolto, annaffiato con le nostre lacrime e con la rugiada dello Spirito, non ci appartiene: è per i "molti" che lo vorranno accogliere nel Signore. Lui solo sa come e quando. Ma è così perché è Lui a dirlo...
E le nostre lacrime già adesso si trasformano in gioia...
Come no, si legge della vostra allegria! Chiacchiere che non portano a nulla. E su questo siete maestri! Preparatevi ad annaffiare ettari ed ettari, ed essendo le lacrime salate non crescerà nulla.
RispondiEliminainfatti si sta già cominciando a lodarlo ma a ciò seguirà "la decisione" di una necessaria revisione che comporterà alcune "nuove regole".
RispondiEliminaOttima ed astuta strategia per incrementare i flussi verso Econe...il MP, con tutti i suoi limiti, e' servito a risvegliare molte coscienze e a creare una cesura insanabile con un passato che aveva messo all'indice la Messa di Sempre.
Speriamo allora che sia eliminato del tutto RIC, così i criptolefebvriani si toglieranno dalle scatole. Una volta per tutte.
RispondiEliminaAnonimo malevolo 17:08
RispondiEliminaParlavo di "gioia" non di "allegria".
Conosci la differenza?
La gioia è un sentimento profondo che nasce dalla Pace (quella vera non quella che dà il mondo) che viene da una Presenza...
L'allegria è uno stato d'animo passeggero, che resta in superficie...
E se le nostre sono "chiacchiere che non portano a nulla", che ci fai qui?
RispondiEliminaChiacchiere mic, chiacchiere. Siete dei depressi cronici, dovreste andre in terapia.
RispondiEliminaMorirete disperati con lo sguardo su di una realtà che non volete accettare, in attesa di un ritorno al passato che non avverrà mai ( ...in fondo lo sapete anche voi). Ed è inutile che pubblichi le mie risposte, mi sto rivolgendo a te e non a questi poveri disperati che passano il tempo ad inveire e fare piani strampalati sul tuo blog per ritornare alla "vera" fede. Se ti resta un minimo di onesta non puoi non rendertene conto.
"E ci impedisce anche di sbandierare la tradizione o i DOGMI che ci orientano e non ci ingabbiano come "cose da museo" o da "musoni senza gioia", perché si tratta di PERENNITA' VIVENTI, che ci donano la Via, la Verità e la Vita che custodiscono e trasmettono fino alla fine dei tempi..."
RispondiEliminaA proposito del "DOGMA" e della sua straordinaria importanza - e quindi di come ogni cattolico sia assolutamente tenuto a "tenerlo per vero", pena l'estromettersi da solo fuori dalla Chiesa con tutte le conseguenze circa la salvezza dell'anima - ecco la
Lettera Enciclica "SATIS COGNITUM"
del Sommo Pontefice LEONE XIII, 29 giugno 1896
"Quelle volte dunque che questo Magistero dichiara che questo o quel DOGMA è contenuto nel corpo della dottrina divinamente rivelata,
CIASCUNO LO DEVE TENERE PER VERO,
poiché, se potesse essere falso, ne seguirebbe che Dio stesso sarebbe autore dell’errore dell’uomo, il che ripugna: "O Signore, se vi è errore, siamo stati da tè ingannati".
Quindi, rimossa ogni ragione di dubitare, A CHI MAI SARA' LECITO RIPUDIARE UNA SOLA DI QUESTE VERITA', senza che egli venga per questo stesso a CADERE IN ERESIA e senza che, essendo separato dalla chiesa, rigetti IN BLOCCO tutta la dottrina cristiana?"
Anonimo delle 16:34,
RispondiEliminanoto che la carità cristiana vive in te;gioisci pure per la sofferenza spirituale dei cattolici che non vogliono tradire il loro Signore, correndo dietro alla moda ( anche ecclesiale) del momento, sarà Dio a dire l'ultima parola ... chissà chi gioirà allora.
Io intanto pregherò per te, che il Signore ti dia il dono del discernimento e della carità perchè il tuo atteggiamento astioso fa male prima di tutto a te stesso.
C'era quel pretino che sfacciatamente si vantava di aver "convocato tutta quella gente per il consiglio pastorale parrocchiale perché più sono numerosi e meno potere decisionale hanno... così alla fine decido io".
RispondiEliminaIl gesuitismo è uno dei tumori della Chiesa. Che il Signore ci scampi dai gesuiti gesuitanti e dal gesuitismo, specialmente mandando sui Gesuiti ciò che sant'Ignazio di Loyola chiese per loro in punto di morte: «persecuzioni».
Come al solito c'è chi disprezza un articolo non per ciò che dice, ma solo per il nome dell'autore. E pensare che ero tentato di non indicare l'autore, in modo che l'articolo venisse giudicato più onestamente dai lettori armati di pregiudizio.
Rispondo al coniglio anonimo delle 16:34, 17:08, 17:26, talmente coniglio che è incapace di firmarsi con uno pseudonimo: le principali "sorprese" del Sinodo sono già state tutte abbondantemente anticipate. I nostri commenti pure li conosci già. Sono io che vorrei capire come mai tu godi delle disgrazie della Chiesa...
"questi poveri disperati che passano il tempo ad inveire e fare piani strampalati sul tuo blog per ritornare alla "vera" fede."
RispondiElimina..e a proposito della necessità assoluta di ritornare alla VERA FEDE (in maiuscolo e senza virgolette, come invece hai fatto tu), uno di questi "poveri disperati" - come ci chiami con disprezzo - cioè in questo caso il sottoscritto, cioè "una sola fede", ti invita, solo a mo' d'esempio, si intende, a leggere il post appena sotto il tuo (per ironia del Signore?)..
@Lino L.
RispondiEliminaScusami ma questo modo di esprimersi è semplicemente insultare le persone: nessun argomento a sostegno delle proprie tesi (negazionismo, complottismo ecc. dell'autore dell'articolo), è portato a conoscenza del lettore.
Certo non è tenuto a giustificare il fatto che come lei dice detesta (cosa vuol dire solo intelletualmente?) l'autore, ma se detestare una persona è un fatto umanamente comprensibile, non dimentichiamo che molto più meritorio, cristianamente parlando, sarebbe la sopportazione delle persone moleste (o ritenute tali).
Deploro questo atteggiamento, tipico di persone che sono poi pronte, quando sarà il loro turno, ad invocare ragionevolezza e umanità negli altri.
@MIc
Stimo molto Lino e il suo sentire schietto profondo e sempre ben argomentato.
Cara Mic questa volta proprio non condivido il tuo giudizio.
Invece io voglio dire: grazie mic!
RispondiEliminaCara anonimo, noi non caluniamo nessuno come Let invece sta facendo con noi; quindi eviti gli amministratori di contattare la Polizia Postale per il recupero dell'ip con consegunte denuncia.
RispondiEliminaContinui a leggerci ed a farsi le sue risate in silenzio.
Pace e Bene
Morirete disperati con lo sguardo su di una realtà che non volete accettare, in attesa di un ritorno al passato che non avverrà mai ( ...in fondo lo sapete anche voi).
RispondiEliminaMa quale "ritorno al passato"?
Del passato eludiamo ciò ch'è superato; ma restiamo fondati su ciò ch'è perennemente vivo, per vivere con pienezza il presente e fecondare un futuro secondo il progetto di Dio e non secondo le strategie umane.
E ringraziamo il Signore perché ci dà occhi per vedere e cuore per riconoscere e accogliere la verità - che non cambia a seconda delle mode del tempo - e rifiutare l'errore.
Che emozione, ci scrive uno strettissimo collaboratore del Papa, uno che è informato sulle condizioni del Papa emerito e che sa quali documenti siano in gestazione in curia! Certo l'Eminentissimo ha molto da fare, ma trova il tempo di seguire "Chiesa e Postconcilio" e di postare qualche intervento. Questa è la possibilità n. 1. La possibilità n. 2 è che si tratti invece di un poveraccio il quale non ha di meglio da fare che elucubrare sulla prossima fine del Papa emerito, che lui si augura imminente, e di immaginarsi scenari futuri di fantavaticanologia. Quale delle due sarà vera? Ai posteri l'ardua sentenza. Ma, vedi, anonimo, se anche le cose andassero come tu preconizzi non avremmo nessun motivo di spargere lacrime: perché forse a te sfugge, ma le limitazioni al MP già ci sono, sono tante e sono scattate subito dopo la sua promulgazione. Inventarne delle nuove non è semplice, si potrebbe pensare alla tortura (tre tratti di corda o la fustigazione) per chi chiede la celebrazione della Messa antica, ma così si rischia un richiamo da parte dell'Onu. Va' con Dio e cerca di impiegare meglio il tuo tempo...
RispondiEliminaCara Mic questa volta proprio non condivido il tuo giudizio.
RispondiEliminaCaro Viandante,
conosco Lino non solo per quel rapido e forse affrettato commento...
ma ke strettissimo...ha comprato l'ultimo numero di Oggi dove si vede Benedetto con il deambulatore e spaccia scoop per segreta suoi!
RispondiEliminaPer commento ore 16:34 :
RispondiElimina" Ex ore tuo te judico serve nequam " !
"Chiacchiere mic, chiacchiere. Siete dei depressi cronici, dovreste andre in terapia. Morirete disperati con lo sguardo su di una realtà che non volete accettare, in attesa di un ritorno al passato che non avverrà mai."
RispondiEliminaAnonimo neo-postmodernista del piffero, stai tranquillo, noi - a differenza di te - abbiamo Fede e dunque ci sarebbe impossibile disperarci.
Comunque, già che ci siamo, anch'io ho delle importanti informazioni da darti. Magari meno riservate, ma senz'altro più sicure delle tue.
Fra non molto, se tu e i tuoi 'amici' non avrete cambiato rotta in tempo - ed io ve lo auguro - , all'improvviso sentirete una Voce dirvi:
"Via da Me, maledetti, nel fuoco eterno!".
Là, dove sarà pianto e stridore di denti.
Altro che punto omega.
Vedi mic cosa hai fatto? Si sentono toccati sul vivo. Evita a sti poveracci altre arrabbiature.
RispondiEliminaCara mic,
RispondiEliminami fa piacere rileggerti determinata e pimpante. Indubbiamente questo è un articolo molto forte... e bisogna reggerne l'urto.
Vorrei dire a chi lo apprezza e a chi lo svillaneggia che un merito inoppugnabile l'articolo ce l'ha:
non nel prendere posizione o dire chi ha torto e chi ragione (anch'io ho la mia opinione, ma adesso non mi interessa svilupparla) bensì nella lucida esposizione di due facce della medaglia:
1)della logica di ciò che, a chi non piace, pare illogico;
2) delle conseguenze della logica che tanto piace a chi piace.
Nel punto 1 emergono alcune "perle" del tesoro postconciliare:
-a) "L'ortodossia è una violenza metafisica"
-b) "Chi cerca ostinatamente il passato perduto ha una visione statica e involutiva che rende la fede ideologia"
E' proprio vero: chi giudica tutto ritiene di avere la facoltà di condannare... Ma prima di condannare, preferisce rimuovere gli antipatici. Niente giudizi: solo rimozioni. Senza spiegazioni, per evitare di dover esprimere giudizi. Evidentemente rimuovere non è un giudicare, lo dice la parola stessa... Mica ti rimuovo perchè sei un esponente della malefatta a) o b) sopradescritta. Ti rimuovo. Punto. Vengo anch'io? No tu no, di jannacciana memoria. Superato il dogma, non c'è più ratio. Mica ti sorveglio e ti punisco come faresti tu, vecchio pipistrello ancorato al principio di non contraddizione. Una randellata "gratis" del pastore può sempre arrivare nel bel mezzo del "popolo di Dio", giusto per far capire chi tiene in mano il randello. Questa sì che è logica!
E la randellata pencola come una spada di Damocle su ogni testa disattenta al fischio del pastore... che se poi la pecora "pensa" è pure meritata, perchè non obbedisce... A un comando eterno? No, a quello che mi gira per la testa oggi. E domani? E' un altro giorno, si vedrà!
Bisogna porre attenzione anche al belato del "corpo sociale": perchè se a maggioranza le pecore belano, la randellata severa giungerà tra le orecchie di chi le fa belare, compreso il cane pastore del Corpo Reale.
Questo è indicativo del fatto che nel gregge si bela ormai in due modi differenti e la randellata pastorale è sicura in un solo caso. Evidentemente si è giudicato il belato, ma quel che conta è randellare, mica l'etologia (o la teologia, è lo stesso)...
La maleducazione non mi pare francamente un grosso argomento, perchè sposta il dibattito su un piano molto umano, insomma a tutti può scappare un rumorino dispettoso, inopportuno e imbarazzante e in fondo qui sì, "chi sono io per giudicare"?...
Direi che l'eto-teologia è molto più densa di solide randellate. Rendersene conto è utile per chi adesso deve farsene una ragione: se rischia di prenderle nell'evitarle e se gli piace che vengono affibbiate nel chiedersi dove finirà il gregge con questa conduzione pastorale...
Sursum corda a tutti.
Chissà le risate in Cielo!
Non è però da escludere che a breve il Cielo possa smettere di ridere... Il bel gioco dura poco. Abbiamo scherzato abbastanza.
Adesso tutti a nanna...
Ripassate la lezione, lavatevi i denti, dite le preghiere e buonanotte.
Anonimo che gioisce ( anche se non scritto direttamente si capisce benissimo ) perché il Papa Emerito si aggrava e quindi a breve il suo MP sarà spazzato via e che aspetta in grazia il sinodo di ottobre così ogni voce contraria sarà silenziata ma si legge cosa scrive ? ma davvero si riconosce nelle sue parole come cattolico, come seguace di quel Cristo che ha detto amatevi gli uni con gli altri ? oppure si diverte solo a provocare e allora ok basta dirlo e stiamo al gioco. Perché il dubbio è che anche lei sia fuori dalla nuova primavera della Chiesa, in cui invece mi sembra di capire ci tenga ad appartenere e dal suo motto principe “ chi sono io per giudicare” . Ebbene lei giudica quindi… ci pensi. Vighi
RispondiEliminaInvece di sparare accuse assurde su depressioni e sedevacantismi, quei testavacantisti dovrebbero preoccuparsi di leggere l'articolo per capire se dice il vero o no. Il problema Bergoglio non è il suo atteggiamento dispotico ma l'a-teologia a-dogmatica sottostante. Blondet l'ha identificata bene oppure ha preso una svista? In questo caso, perché ha preso una svista? Ci dite dove si sarebbe sbagliato?
RispondiEliminaNelle prime settimane del pontificato di Bergoglio Blondet scrisse un intero articolo per rimbrottare i preoccupati. Ora ha cambiato idea ed è passato dalla parte di quelli che lui stesso un anno fa contestava. Per cambiare idea ci vogliono buoni argomenti. Lui li ha trovati e li sta presentando.
a Cattolico delle 9,25:
RispondiEliminaSiamo in perfetta sintonia, il tuo commento credo sia perfetto e credo inoltre che siamo proprio alla linea del traguardo.
Le profezie infatti si stanno avverando giorno dopo giorno e la Madonna ci sosterrà in questa battaglia finale con il demonio (e quando dico con il demonio intendo con tutte quelle schiere da esso assoldate dal 1958 in poi fino ai giorni nostri) quindi si avvereranno le parole del dilettissimo Figlio Portae inferi non prevalebunt.
E' vero sono scoraggiato ma forte nella fede in Cristo che ci sosterrà così come ha promesso ai Pastorelli della Cova da Iria. Non saremo soli, ma la vittoria finale sarà guidata dalla Vergine SS.ma.
Sono certo di una cosa, sono nato Cattolico col Battesimo e morirò Cattolico.
Per me non esiste una via di mezzo come quella dei normalisti, Una Chiesa Cattolica ho conosciuto e solo quella seguirò fino all'ultimo respiro.
Possono arrivare uno, cento mille Bergoglio o non Bergoglio, la mia guida è Cristo, il Risorto e nessuno potrà annacquare il mio cervello anche se piccolo e povero.
Quello che è più evidente nell'ottimo articolo di Blondet e nel proprio pontificato di Bergoglio, è che lui non ce almeno le virtù cardinali della prudenza e della giustizia (nè il principio di identitá e di non contraddizione). Peccato che Blondet non ha parlato della predica della misericordia bergogliana che cammina mano a mano con la predica del non giudicare e è il suo sinonimo. Voglio dire Francesco concede la misericordia a quelli chi non giudica e la severa punizione a quelli che giudica (due stremi, la mancanza e lo excesso, senza mezzo termo). Quello che dobbiamo domandare è, sará che rimane ancora l'insegmanto di S. Paolo che ci insegna a giudicare tutte le cose e ritenere que ciò che è buono ? Deve la Chiesa fermare la scomunione?
RispondiEliminaHo mandato in questi giorni due mail al vescovo di Novara. Nella prima gli ho chiesto se lui, giovane teologo, si era mai pentito d'aver firmato nel 1989, insieme ad altri 62 intellettuali italiani, un documento fortemente corrosivo e distruttivo del magistero di Giovanni Paolo II. Nella seconda mail gli ho ricordato che il card. Collins, arcivescovo di Toronto, ha detto ne' più ne meno che le stesse cose che aveva detto un suo parroco sui conviventi e se se la sentiva di smentire il card. Collins così come aveva fatto con quel suo parroco. Si sa che mons. Franco Giulio Brambilla e' un uomo molto coraggioso. Fino ad oggi non ha risposto.
RispondiEliminascrivi @Amicus all'Anonimo 17.36:
RispondiElimina"noi - a differenza di te - abbiamo Fede e dunque CI SAREBBE IMPOSSIBILE DISPERARCI."
...il quale anonimo 17.36 scriveva questo:
"Morirete DISPERATI..." e "mi sto rivolgendo a te e non a questi POVERI DISPERATI..."
..ottimo, caro Amicus, infatti lo dice anche San Paolo:
"Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi.
In tutto, infatti,
siamo tribolati, ma non schiacciati;
siamo sconvolti, MA NON DISPERATI; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,
portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo"
(2Cor 4,7-10)
intanto ultime notizie dal califfato islamico...
RispondiElimina...il neocostituito califfo, Al Baghdadi, in occasione del messaggio per l'inizio del ramadan, proclama:
"insistendo su questa via, CONQUISTEREMO ROMA E CI IMPADRONIREMO DEL MONDO, se Allah vuole"
In inglese il testo è questo: "This is my advice to you. If you hold to it, you will conquer Rome and own the world, if Allah wills.
dall'articolo di tempi.it:
http://www.tempi.it/stato-islamico-conquisteremo-roma-e-ci-impadroniremo-del-mondo#.U7R4i_l_uRY
...che a sua volta linka anche, tra gli interessanti rimandi, all'intero messaggio in pdf ai musulmani da parte dello stesso Al Baghdadi
https://azelin.files.wordpress.com/2014/07/abc5ab-bakr-al-e1b8a5ussaync4ab-al-qurayshc4ab-al-baghdc481dc4ab-22message-to-the-mujc481hidc4abn-and-the-islamic-ummah-in-the-month-of-ramae1b88dc481n22-en.pdf
Gederson,
RispondiEliminaovviamente, Bergoglio non ha la fede...perchè queste verità non illumina il suo sacerdozio...
ritengo che neache ha avuto la vocazione sacerdotale o religioso...
Romano
qualcuno dovrebbe tradurre questo articolo in inglese e mandarlo a Rorate caeli.... loro hanno una traduttrice molto esperta magari potrebbe lavorarci da subito...
RispondiEliminaCaro Romano,
RispondiEliminaIn passato mio Stato era lo Stato più cattolico del Brasile. Ancora oggi nei paesini si trovano persone con grande pietà e tra queste personi si trovono molti vocazione al sacerdote. Prima di andare al seminario, loro sono umile e se vede veramente che sono vocacionati. Ma quando arrivano in seminario, scompare la pietà e l'umiltà, diventano altri personi, la loro vocazione e la cattolicità, sono distrutta nel seminario. Può essere che questo è stato accaduto con Bergoglio, perchè i principi del modernismo hanno effeto diverso in ogni persona che lo addotano.
Ma in generale quello che sembra è quello che tu ha detto. Qualcuno soleva dei dubbi cerca i sacramenti dell'ordine, nella pratica in molti sacerdoti, vescovi e adesso nel Papa Francesco, sembra che il sacramento non imprime carater.
Altri giorni Bergoglio ha fatto un'omelia dove ha condanatto uniformisti, alternativisti e vantaggisti. L'omelia è pessima, ma vede lui ha sciolto tantissime alternative come Papa e parla in tono di condanna dei "alternativiste"? Quello che sembra è che bergoglio non ha nessuna conoscenza della legge naturale e della morale cristiana...
[Off-topic]
RispondiEliminaSul sinodo, sembra che esiste ancora alcuni mezzi per fermare i progressisti.
Il punto di partenza del cardinale Kasper è stato quella constatazione, nei lavori del Concistorio straordinario sulla famiglia, di che “tra la dottrina della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia e le convinzioni vissute di molti cristiani si è creato un abisso”. Ma questa diagnose è un uso tendenzioso di una altra diagnose più ampia fatta per Benedetto XVI nel suo pontificato dove ha parlato dell'analfabetismo religioso (che trova radice nell'indiferentismo religioso parlato per Gregorio XVI e Pio IX). I cristiani di che parla Kasper (in certo senso sono eretici) nella verità sono gli analfabeti religiosi di che ha parlato Benedetto XVI e per quanto mi ricordo, lui ha voluto insegnare a questi analfabeti a leggere, non ha voluto mantenere loro in questa posizione, come voglie Kasper. Non è misericordia dare un libro a quelli che non sà leggere, come non è misericordia dare il sacramento a quelli che non hanno dignità per ricevere il sacramento.
Altro punto è quello della premessa del Concilio Vaticano II: lui ê stato convocato per diventare la dottrina cattolica più acessibile agli uomini moderni. Se nella realtà se constata l'abisso parlato per il cardinale Kasper, in ciò che dice rispetto al matrimonio e la famiglia, il Concilio non ha realizato quello che proponeva nella sua premessa. E se adesso Kasper e Francesco hanno il desidero di dare il sacramento senza la dottrina della Chiesa ai casali di seconda unione, loro sono in completa rottura con lo scopo del CVII di diventare la dottrina cattolica più acessibile agli uomini moderni...
Credo che la chiesa militante stia per cedere definitivamente lo spazio alla chiesa trionfante, usando la terminologia di Kierkegaard.
RispondiEliminaCredo altresì che il merito dell'operazione "dimissioni" del povero Benedetto XVI, che qualcuno vuole già sottoterra (aspetteremo le grida di giubilo,come accadde nei paesi islamici il giorno 11/9/01), sarà, retrospettivamente, di aver chiamato allo scoperto, come nel poker (mi si perdoni il paragone irriverente), i "bari" del modernismo.
Aliosha
Quello che succede da Gederson in Brasile, succede anche in Italia. I seminari sono diventati un luogo dove la testimonianza della fede (e l'educazione al sacerdozio) sono stati ridotti ad un percorso di addestramento tecnico basato sulle mode teologiche del momento. Dopo quattro, cinque, sei anni in cui si parla solo di Rahner, Buber, Bohnoeffer, Levinas e altri nomi perfettamente sconosciuti al popolo cattolico, dopo che la santità viene ridotta alla cronaca approssimativa degli scontri e delle fondazioni, dopo che la preghiera diventa ogni giorno il pacchetto preconfezionato di formule da biascicare (e la devozione mariana, quando non squalificata, viene deliberatamente resa noiosa e pesante), dopo che qualsiasi fervore della fede viene disprezzato come bigotteria, dopo che la vocazione viene vagliata su dei dettagli ridicoli e sulle antipatie dei formatori, dopo che viene premiata esclusivamente la mediocrità spirituale, è perfettamente normale che i candidati giungano al sacerdozio completamente lobotomizzati.
RispondiEliminaNei seminari avviene già da decenni ciò che è stato illustrato in questo articolo sull'a-teologia a-dogmatica e sulla "teologia della maleducazione".
Grazie e Blondet, uomo libero.
RispondiEliminaBlondet ha reagito bene all' elezione di Bergoglio per motivi politici, perché vedeva in lui il Sudamericano anti yankee( Blondet non e' affatto negazionista, ma e' sicuramente antiamericano, nel senso di anti elites USA), che avrebbe staccato la S. Sede dall' avvicinamento agli USA avvenuto ai tempi della visita di BXVI a Bush . E, forse, avrebbe ridotto l' " ammirazione" per i "fratelli maggiori".
RispondiEliminaPoi Bergoglio si e' mosso, ha iniziato a parlare, sono venute fuori le sue amicizie rabbiniche, la sua ambiguità sull' omosessualità, le sue interviste a Scalfari, a Civiltà cattolica, e Blondet ha capito l' abbaglio, e progressivamente( v. altri articoli precedenti da lui scritti ed il resoconto del suo breve viaggio in Argentina) ha cambiato idea- su molti personaggi sembra cambiare idea rapidamente.
Meglio tardi che mai...
Rr
Nello stesso modo ha cambiato idea su Grillo...
RispondiEliminaSu Grillo, Berlusconi, Renzi...
RispondiEliminaRr
Mi colpisce la grande ammucchiata di "tradizionalisti" intorno a Il Foglio. E' questo un luogo dominato da esteti annoiati, che solitamente mostrano un pensiero forte solo quando si tratta di difendere il sionismo.
RispondiEliminaTali "tradizionalisti" accettano la logica liberale dello spazio per tutti, compresi i Langone voltagabbana, i Sofri, i Mancuso ... e snobbano Blondet e tanti altri per paura di beccarsi etichette poco gradite ... l'Italia morirà di democristianità. Per questo morbo non c'è propri cura, cara dottoressa Rr.
"Nei SEMINARIseminari avviene già da decenni ciò che è stato illustrato in questo articolo sull'a-teologia a-dogmatica e sulla "teologia della maleducazione",così scrivevi oggi @Esistenzialmente Periferico...
RispondiElimina...eh, come è lontano, caro E.P. il grande PIO IX:
Dalla Lettera Enciclica «QUI PLURIBUS» (9 Novembre 1846)
Beato Sommo Pontefice PIO IX
“[Venerabili fratelli - cioè si rivolge ai Vescovi] dovete credere che non vi è NULLA DI PIU’ LODEVOLE, nulla di migliore che istituire, secondo le prescrizioni dei PADRI TRIDENTINI, con la massima sollecitudine ed energia, dei SEMINARI di chierici ove non ci siano ancora, e amplificare quelli già istituiti ove ce ne sia bisogno, e fornirli dei migliori lettori e maestri e sorvegliarli continuamente con accurata vigilanza, perché in essi i giovani chierici siano religiosamente educati nell’amor di Dio e nella disciplina ecclesiastica e profondamente istruiti, SOPRATTUTTO SECONDO LA DOTTRINA CATTOLICA, nelle sacre scienze, assolutamente ALIENE DA OGNI PERICOLO DI ERRORE, NELLE TRADIZIONI DELLA CHIESA, negli scritti dei Santi Padri e nelle sacre cerimonie, affinché possiate avere valorosi e attivi operai che, animati da spirito ecclesiastico e colti, siano capaci, a suo tempo, di coltivare efficacemente il campo del Signore e di combattere eroicamente le battaglie del Signore”.
Caro Enrico,
RispondiEliminaconcordo sulla democristianita' e sul Foglio. Il problema, per alcuni tradizionalisti, e' che o non pubblichi, o devi turarti il naso, e pubblicare sul Foglio o con altri editori no proprio" duri e puri". A voler essere pero' troppo schizzinosi, si rischia di restare soli a condurre la battaglia, consegnando territori enormi al Nemico.
Blondet sembra sicuramente un uomo libero, ma dovrebbe essere più avveduto con i giudizi, come scrivevo sopra. A capire com' era Bergoglio non ci voleva molto, bastava osservarlo sul balcone quella prima sera, preceduta da una tempesta di pioggia, tuoni e fulmini.
Rr
Cara Rr,
RispondiEliminaoltre al problema di coerenza, credo che ci sia anche un problema politico-culturale: sul lungo periodo certi abbracci possono risultare davvero mortiferi ... al pari della democristianità, imprimono una indelebile memoria metabolica, e presto o tardi, quando l'alternativa tra amico e nemico diviene ineluttabile, si manifestano le letali complicanze.
Blondet fa il possibile per comprendere. Talora sbaglia, ma siamo autorizzati a crederlo in buona fede.
Una persona che, con nuovi parametri di giudizio, riconosce i propri errori e non teme di cambiare parere, manifesta buona fede.
RispondiEliminaE non ho difficoltà nel riconoscerla a Blondet, che tra l'altro è sempre ben documentato. Anche se non ho neppure difficoltà a riconiscergli alcune 'fisse'.
Mistero d'iniquità di Pierre Virion - recensione
RispondiEliminahttp://radiospada.org/2014/02/mistero-diniquita-di-pierre-virion-una-recensione/
Mi dà fastidio che si voglia dire a Blondet come deve essere "uomo libero".
RispondiEliminaEgli è persona che argomenta, non offende, non parla per partito preso e, soprattutto, è pronto a mettersi in discussione: è UMILE!
Ciò che egli dice può essere condivisibile o meno, ma, vi prego, non parlate di "fisse", anche perchè egli non è nè venduto, nè ideologico (e qui devo dar ragione al papa, chi è ideologico non ha fede!!!!) e, in più, le sue cosiddette fisse si stanno rivelando profetiche!
Michela,
RispondiEliminaconvengo circa il suo giudizio su Blondet. Se ho parlato di 'fisse' le assicuro che non mi riferisco a quelle che definisce profetiche, che oggi peraltro stanno venendo sempre più allo scoperto.
Michela, nessuno vuole insegnare a nessuno come essere " libero". Tuttavia, anche riconoscendo a Blondet o altri di essere " libero", cio' non significa essere sempre d' accordo con lui.
RispondiEliminaR.Roccaforte
E nella nuova teologia a-dogmatica, tutta pastorale e caritativa, la bastonatura e la punizione si accordano splendidamente, armonicamente, con la frase «chi sono io per giudicare..?». Si rallegri il bastonato: nessuno lo sta giudicando. Non si istruisce più un processo canonico, non si eleva un’accusa formale e formulata in parole (da cui l’accusato potrebbe persino cercar di difendersi, questo pipistrello untuoso e triste) – non siamo più ai tempi dell’Inquisizione, li abbiamo superati! – ora si danno botte da orbi nel buio, si bastona e basta. Il bastonato non chieda perché. Il perché non si può esprimere, non si deve esprimere. È la a-teologia a-dogmatica che lo richiede.
RispondiEliminaCiò ricorda un pochino le procedure staliniane
No, cio' ricorda il Processo di Kafka.
Maurizio Blondet è sempre stato un giornalista indipendente, educato alla vecchia scuola del "documentare ciò che si afferma" e soprattutto curioso. L'ho conosciuto e frequentato prima del suo "autoesilio" nella campagna viterbese, assieme al suo - e mio - indimenticato amico Fabio de Fina, che ha dato il nome, e l'anima, alla casa editrice e al sito, brillante animatore della Destra culturale e cattolica milanese negli anni settanta e oltre.
RispondiEliminaOvviamente, si può non essere sempre d'accordo con Maurizio (tuttavia, per quanto mi riguarda, è raro non condividere le sue analisi). Ma non si può discutere la sua professionalità (giornalista alla Domenica del Corriere, redattore a L'Avvenire e poi a Il Giornale), la sua acribia documentale, l'acutezza delle sue analisi. E soprattutto, la sua Fede cattolica.
Comunque, a onor del vero vorrei fare un appunto all'articolo. L'espressione "corpo sociale di Cristo" non e' di Bergoglio ma di Pio XII, contenuta nell'enciclica Mystici Corporis Christi.
RispondiEliminaPoi si puo' discutere sul significato che lui gli da' in relazione al "grave problema" dei fedeli che non vogliono la comunione sulla mano, ma non e' che sia di per sé un concetto sbagliato o un'espressione eretizzante come Blondet sembra suggerire.
Non distrarti sui particolari secondari della faccenda.
RispondiEliminaNon è questione di definizioni, ma del fatto che quello che oggi viene chiamato "Corpo Sociale di Cristo" pare proprio aver più diritti del "Corpo di Cristo".
@Esistenzialmente Periferico
RispondiEliminaIn queste cose, e' sempre meglio andare con i piedi di piombo. Le infinite sottigliezze della teologia cattolica fanno si' che spesso le cose stiano al contrario di quello che "sembra" a prima vista. Quindi, bisogna essere precisi al massimo per evitare di cadere in errori che e' molto facile fare.
Venendo al punto in questione, mi sono andato a leggere l'enciclica di Pio XII in cui descrive il corpo sociale di Cristo. Se non ho capito male (visto che non sono un teologo), Pio XII introduce questa espresssione per indicare il corpo della Chiesa nel senso di tutti i fedeli, uniti a Cristo attraverso i sacramenti.
Quindi tornando al discorso del papa, e cercando di dare un senso alle sue parole, si direbbe che alla fine abbia voluto dire che rifiutando di dare la comunione sulla mano i preti sono colpevoli di offendere la sensibilita' dei fedeli (o del vescovo?).
Questa e' l'unica "spiegazione" che mi viene in mente per questa sua uscita.
Il che lascia spazio ad almeno due dubbi: (1) e' veramente questo che il papa intendeva? e (2) ammesso che intendesse questo, resta da spiegare in che senso Cristo si offende se i preti si rifiutano di consegnarlo sulla mano ai fedeli.
Mah...
Il virgolettato del Papa suggerisce l'idea che il "Corpo Sociale di Cristo" avrebbe più diritti del "Corpo di Cristo". Infatti il primo si sente offeso o menomato dal secondo.
RispondiEliminaLa definizione data da Pio XII non cambia - ma anzi aggrava - i due dubbi che hai espresso.
Se offendono me, non me la prendo tanto. Ma se mancano di rispetto a Cristo (o se sono così malvagi da sentirsi offesi da Lui), io me la prendo.
Ormai sembra tutto inaccettabile, non si può obbedire alla trasgressione di quanto ci è stato Rivelato nella Persona di Dio stesso, questo è il nostro credo, il resto è mentalità di questo mondo e questa mentalità non ci appartiene. Cosa fare al momento? Tutti i consacrati secondo le regole trasmessoci per successione apostolica sono a tutti gli effetti Sacerdoti (cioè ministri del Santo Sacrificio più che dottori della Fede) quindi per ora offrono al Padre il Sacrificio del Figlio per la salvezza dell'uomo che vuole vivere per il fine per cui fu fatto. Peccatore o apostata il Sacerdote consacra e noi continueremo a parteciparvi magari visibilmente astenendoci dall'ascoltare il loro comizio anche se sfruttano il nome di Cristo. Oggi qualunque consacrato potrebbe essere scomunicato da questo despota e non possiamo sapere esattamente se è stato regolarmente eletto pena una certa scomunica. Il Signore certamente vincerà la Sua battaglia.
RispondiElimina