Nei giorni scorsi è apparso su Riscossa cristiana un articolo di Don Ariel Levi di Gualdo [qui]. Dopo, una kilometrica premessa, don Ariel affronta il tema promesso dal titolo: Andamento lento: andiamo verso una Chiesa con tre pontefici, due “emeriti” e uno eletto? Quello del “Papa Emerito” è un istituto che al momento non esiste.
Un tema da noi già esaminato in diretta sin dall'inizio e seguito negli sviluppi e manifestazioni del suo progressivo svolgersi. Ultimamente ne avevamo già parlato [qui], dove potete trovare anche i link ai precedenti.
Intrigante la dichiarazione di don Ariel, in risposta al commento di un lettore.
Preceduti da una breve riflessione, estraggo da quella discussione commento e risposta pubblicati di seguito, perché vi si rispecchia quanto qui da noi si dibatte da tempo, seguendo il dipanarsi delle vicende giorno dopo giorno, con considerazioni da nessuno condivise in ambito ecclesiale ufficiale; riprese da pochi e in diverso modo: es. Messori [qui] - Socci [qui] e [qui] - Grabber [qui]; accennate raramente altrove: es. Cacciari. Per non parlare delle "domande" di Tornielli, che hanno meritato risposte a dir poco ironiche [qui].
Sono considerazioni, le nostre, che suscitano parecchie critiche, non argomentate o sofistiche, da parte dei soliti "normalisti" e/o progressisti sempre all'erta. Il vizio di fondo ormai è quello di affrontare con categorie politiche e col pragmatismo problemi teologici, mettendo all'angolo la metafisica e il dogma. Oltrepasso l'ipotesi teologica e filosofica di E.M. Radaelli perché l'ha rettificata in scritti successivi. L'eccezionalità dell'evento, peraltro previsto dal CIC, certamente sfugge alle nostre percezioni, mentre la sua cognizione di causa spetta unicamente al Papa. Il pericolo che si profila è che le dimissioni vengano considerate come la scelta naturale di chi non si sente più in grado di svolgere al meglio la sua funzione.
Finalmente è un sacerdote a parlarne esplicitamente. Manca il discorso definitorio, basato sullo sviluppo di argomenti pertinenti almeno abbozzati (vista l'occasione e il contesto) e non su affermazioni apodittiche, per quanto illustri come quelle recenti di papa Bergoglio.
L'atto di Benedetto XVI, con quanto ne consegue, appare concretizzato con modalità inedite prive di fondamenti teologici o canonici, e comunque non esplicitati ma attuati more solito con la prassi, che sembra diretta a cambiare la natura del Papato divinamente istituito.
Il nocciolo della questione nasce dalla tesi, quanto meno ardita, del munus petrino 'dimidiato' per effetto della impropria e improvvida scissione del Ministero attivo da quello contemplativo esercitato nel 'recinto di Pietro' che così non è tanto un 'luogo' geografico quanto teologico dal quale Benedetto XVI continua ad esercitare il Ministero spirituale, mentre ha deposto la potestà di governo universale [qui]; e di conseguenza la monarchia papale rischia di essere trasformata in diarchia. L'innovazione consiste anche nell'affermare che il "potere giurisdizionale" - o addirittura parte di esso - possa esistere separato dalla investitura divina su cui è fondata quella ricevuta dal voto dei cardinali elettori dopo l'accettazione e la indicazione del nome. Infatti don Ariel specifica: « Si badi bene, dire “rinuncia al ministero” e dire “rinuncia alla elezione” non è un gioco di parole, ma sono due cose totalmente diverse nella loro profonda sostanza di fondo ».
Di fatto comunque l'elezione è un evento puntuale che, una volta accettata ed esercitato il ministero, non può più essere respinta. La rinuncia riguarda l'investitura, l'ufficio, che essa conferisce. Can. 332 - §2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio... L'ufficio è il munus, l'investitura. L'esercizio della quale è il Ministerium. Dunque Benedetto XVI avrebbe rinunciato al Ministero - e neppure per intero - e non al Munus. La domanda in buona sostanza è questa: come si può aver rinunciato al munus e nello stesso tempo conservare metà della giurisdizione: quella spirituale.
L'anomalia infatti sta nella circostanza che egli abbia conservato il titolo di "Papa emerito", così disinvoltamente ed inadeguatamente - anche riguardo alle tribune mediatiche - istituzionalizzato dal suo successore. La sostanza di fondo evocata da don Ariel non è forse collegata a quanto sopra e a ciò che affermavo qui?
Un tema da noi già esaminato in diretta sin dall'inizio e seguito negli sviluppi e manifestazioni del suo progressivo svolgersi. Ultimamente ne avevamo già parlato [qui], dove potete trovare anche i link ai precedenti.
Intrigante la dichiarazione di don Ariel, in risposta al commento di un lettore.
Preceduti da una breve riflessione, estraggo da quella discussione commento e risposta pubblicati di seguito, perché vi si rispecchia quanto qui da noi si dibatte da tempo, seguendo il dipanarsi delle vicende giorno dopo giorno, con considerazioni da nessuno condivise in ambito ecclesiale ufficiale; riprese da pochi e in diverso modo: es. Messori [qui] - Socci [qui] e [qui] - Grabber [qui]; accennate raramente altrove: es. Cacciari. Per non parlare delle "domande" di Tornielli, che hanno meritato risposte a dir poco ironiche [qui].
Sono considerazioni, le nostre, che suscitano parecchie critiche, non argomentate o sofistiche, da parte dei soliti "normalisti" e/o progressisti sempre all'erta. Il vizio di fondo ormai è quello di affrontare con categorie politiche e col pragmatismo problemi teologici, mettendo all'angolo la metafisica e il dogma. Oltrepasso l'ipotesi teologica e filosofica di E.M. Radaelli perché l'ha rettificata in scritti successivi. L'eccezionalità dell'evento, peraltro previsto dal CIC, certamente sfugge alle nostre percezioni, mentre la sua cognizione di causa spetta unicamente al Papa. Il pericolo che si profila è che le dimissioni vengano considerate come la scelta naturale di chi non si sente più in grado di svolgere al meglio la sua funzione.
Finalmente è un sacerdote a parlarne esplicitamente. Manca il discorso definitorio, basato sullo sviluppo di argomenti pertinenti almeno abbozzati (vista l'occasione e il contesto) e non su affermazioni apodittiche, per quanto illustri come quelle recenti di papa Bergoglio.
L'atto di Benedetto XVI, con quanto ne consegue, appare concretizzato con modalità inedite prive di fondamenti teologici o canonici, e comunque non esplicitati ma attuati more solito con la prassi, che sembra diretta a cambiare la natura del Papato divinamente istituito.
Il nocciolo della questione nasce dalla tesi, quanto meno ardita, del munus petrino 'dimidiato' per effetto della impropria e improvvida scissione del Ministero attivo da quello contemplativo esercitato nel 'recinto di Pietro' che così non è tanto un 'luogo' geografico quanto teologico dal quale Benedetto XVI continua ad esercitare il Ministero spirituale, mentre ha deposto la potestà di governo universale [qui]; e di conseguenza la monarchia papale rischia di essere trasformata in diarchia. L'innovazione consiste anche nell'affermare che il "potere giurisdizionale" - o addirittura parte di esso - possa esistere separato dalla investitura divina su cui è fondata quella ricevuta dal voto dei cardinali elettori dopo l'accettazione e la indicazione del nome. Infatti don Ariel specifica: « Si badi bene, dire “rinuncia al ministero” e dire “rinuncia alla elezione” non è un gioco di parole, ma sono due cose totalmente diverse nella loro profonda sostanza di fondo ».
Di fatto comunque l'elezione è un evento puntuale che, una volta accettata ed esercitato il ministero, non può più essere respinta. La rinuncia riguarda l'investitura, l'ufficio, che essa conferisce. Can. 332 - §2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio... L'ufficio è il munus, l'investitura. L'esercizio della quale è il Ministerium. Dunque Benedetto XVI avrebbe rinunciato al Ministero - e neppure per intero - e non al Munus. La domanda in buona sostanza è questa: come si può aver rinunciato al munus e nello stesso tempo conservare metà della giurisdizione: quella spirituale.
L'anomalia infatti sta nella circostanza che egli abbia conservato il titolo di "Papa emerito", così disinvoltamente ed inadeguatamente - anche riguardo alle tribune mediatiche - istituzionalizzato dal suo successore. La sostanza di fondo evocata da don Ariel non è forse collegata a quanto sopra e a ciò che affermavo qui?
[...] Ed è per questo che il Papato rischia di esser ridotto a mera "funzione" collegata principalmente alle capacità fisiche e contingenti, in altre parole ad una valutazione efficientista o a un fatto politico, rappresentativo, professionale. Usando la stessa formula, ingravescentem aetatem, inopinatamente introdotta da Paolo VI per i vescovi, come se il Papa fosse un vescovo qualunque. E si può cadere nella strana e inedita dicotomia di due Papi uno emerito e l'altro facente funzioni (accezione impropria per un regnante a tutti gli effetti, ma di fatto riferibile a chi esercita servizio attivo, mentre c'è il suo omologo a esercitare quello contemplativo). Altro motivo di confusione sarà nella permanenza, come ci è detto, di "sua Santità" e anche del nome "Benedetto XVI", il Nomen pontificale, da lui stesso ritenuto non deponibile. Il cambiamento di nome non denota infatti un cambiamento di status: la cosiddetta translatio personae, dato ontologico, dal carattere singolare e permanente legato alla persona e non solo all'ufficio? E tuttavia il CJC ammette la rinuncia all'ufficio. Pur permanendo, in quella di Benedetto XVI le anomalie sopra richiamate.Anzi aggiungerei una domanda: visto che nessuno ha smentito l'esistenza di due papi: uno regnante e l'altro emerito, è possibile tornare alla mia ipotesi di diarchia [qui] [qui], anche se nello stile e in diversi contenuti (non tutti), possiamo vedere elementi di rottura tra i due pontificati? Alla quale si aggiunge l'interrogativo del lettore riportato più avanti: « cosa accadrà nella nostra mente inconscia [e non solo] se un giorno il Papa “emerito” si esprimesse in modo contrario dal Papa “ufficiale”? ». E chi detiene l'infallibilità: il delegato o il delegante?
E, dunque, riapriamo il discorso su questo tema, da me definito inedito e anomalo fin da subito indicandone i motivi, con quel briciolo di audacia nell'esprimerlo in un contesto che tende ad ignorare i problemi piuttosto che ad affrontarli e ad etichettare, paradossalmente, come "tradi-protestante" o "non cattolico", chi li prende in esame con l'unico intento di difendere il Papato e dunque la Chiesa cattolica apostolica romana.
L'intento: ovviamente la speranza che il dibattito si arricchisca di voci appartenenti alla nostra "riserva indiana", comprese quelle più illustri ma più reticenti delle nostre (ad es. mons. Livi) o più morbide (padre Cavalcoli); due insigni studiosi che mi sembrano divenuti una sorta di coperta di Linus istituzionale di una certa genìa di Tradizionalisti che conosco. O altre voci ancora, soprattutto di sacerdoti. Sperare in qualche vescovo, magari in incognito, forse è un po' troppo con l'aria che tira. Questo strumento potrebbe non apparire la sede più adatta a trarre conclusioni, mentre lo è - proprio in un'epoca di pastorale mediatica[1] - per un dibattito e un confronto che possono rivelarsi propedeutici a qualcosa di più nelle sedi opportune. Realisticamente, per quel che vedo al momento, ne dubito. Non vorrei dare la stura a diatribe inutili anziché ad apporti costruttivi; ma è più probabile che questo tentativo cada nel vuoto. Tuttavia credo giusto provarci e positivo che almeno se ne parli e, così, le idee possano un po' più diffondersi. (Maria Guarini)
L'intento: ovviamente la speranza che il dibattito si arricchisca di voci appartenenti alla nostra "riserva indiana", comprese quelle più illustri ma più reticenti delle nostre (ad es. mons. Livi) o più morbide (padre Cavalcoli); due insigni studiosi che mi sembrano divenuti una sorta di coperta di Linus istituzionale di una certa genìa di Tradizionalisti che conosco. O altre voci ancora, soprattutto di sacerdoti. Sperare in qualche vescovo, magari in incognito, forse è un po' troppo con l'aria che tira. Questo strumento potrebbe non apparire la sede più adatta a trarre conclusioni, mentre lo è - proprio in un'epoca di pastorale mediatica[1] - per un dibattito e un confronto che possono rivelarsi propedeutici a qualcosa di più nelle sedi opportune. Realisticamente, per quel che vedo al momento, ne dubito. Non vorrei dare la stura a diatribe inutili anziché ad apporti costruttivi; ma è più probabile che questo tentativo cada nel vuoto. Tuttavia credo giusto provarci e positivo che almeno se ne parli e, così, le idee possano un po' più diffondersi. (Maria Guarini)
__________________________________giorgio rapanelli scrive: 26 agosto 2014 alle 17:55
Questo articolo mi ha fatto stare male. Rileggendolo, sono stato peggio. Un non credente mi ha detto che questo Papa si comporta come una rockstar in cerca di applauso. E non si espone più di tanto, per non rischiare di pestare i calli di chi lo esalta. Egli cavalca l’emozione delle masse, come quando è andato a Lampedusa. Oggi, siamo invasi da tanti Africani illusi dal nostro benessere sempre minore (giustamente illusi dato che ci stiamo svenando finanziariamente per mantenerli, con un antagonismo che sta cambiando in razzismo) e tanti ne arriveranno, in maggioranza musulmani, richiamati da quelli che sono ospitati e sfamati in alberghi, passando il tempo nell’ozio, e che destabilizzeranno nei prossimi decenni la nostra società allo sbando già per se stessa. Domani, alla resa dei conti accuseremo questo Papa di aver contribuito insieme ad altri idioti francesi, britannici, americani e italiani a creare irrazionalmente questo disastro?Mi resi conto delle debolezza della Chiesa e della politica filoaraba di molti clericali quando il Papa, oggi “emerito”, fu attaccato sulla violenza espansionistica dell’Islam. Era una verità storica. Però, Benedetto dovette chiedere scusa. Ci accorgeremo proprio qui in Italia, nei prossimi venti anni, cosa è l’Islam.Ma, voglio pormi una domanda: cosa accadrà nella nostra mente inconscia se un giorno il Papa “emerito” si esprimesse in modo contrario dal Papa “ufficiale”? Noi crediamo che sulle cose di Fede il Papa sia ispirato dallo Spirito Santo… Nel caso ipotizzato chi dei due Papi sarà ispirato dallo Spirito Santo e chi da Satana?
Ariel S. Levi di Gualdo scrive: 26 agosto 2014 alle 23:23
Caro Giorgio.
Tutto ciò che lei scrive è drammaticamente vero.
Il discorso fatto dal Santo Padre a Regensburg fu un discorso straordinario basato su un fatto ovvio e palese: l’Islam è una religione strutturalmente violenta, come di recente ho scritto su questa nostra rivista on-line.Ciò che lei solleva sul finire dell’articolo è invece … inquietante:“ … cosa accadrà nella nostra mente inconscia se un giorno il Papa “emerito” si esprimesse in modo contrario dal Papa “ufficiale” ”?Le spiego perché dico inquietante: Benedetto XVI ha rinunciato solo all’ufficio di Romano Pontefice, ma non ha rinunciato alla legittima elezione.Detta così potrebbe essere semplice e lineare, il problema è che però non stiamo a parlare di un presidente della repubblica che al termine del suo mandato, se non rieletto, finisce nei banchi dei senatori a vita; stiamo parlando di altro. Per esempio del fatto che la rinuncia all’ufficio di Romano Pontefice deve essere fatta in piena libertà e senza alcuna costrizione diretta, indiretta, subdola, sottile, ecc ..E la rinuncia è stata fatta in piena libertà perché lo ha dichiarato il diretto interessato.Vede, caro Giorgio, da anni, predicando alle sabbie dei deserti, dico che oggi, nella Chiesa, quando non si vogliono affrontare i problemi terribili che ci sono, ci si limita a dire, o di fatto a comportarsi, come se i problemi non esistessero; in pratica si nega l’esistenza stessa del problema, arrabbiandosi pure se qualcuno afferma che ci sono problemi seri da risolvere.La situazione attuale va avanti da un anno e mezzo ma nessuno ha messo mano alla soluzione del problema, che di fondo è questo: il caso di Benedetto XVI, checché ne abbiano scritto vaticanisti veri o presunti sulla cui preparazione teologica, storica e giuridica potremmo comunque discutere, non ha precedenti. Rifarsi a Celestino V od agli altri rarissimi casi, è semplicemente assurdo, appunto perché sono stati casi diversi: tutti costoro sono infatti tornati al loro status precedente, come avrebbe dovuto fare Benedetto XVI, che avrebbe dovuto tornare a essere il Cardinale Joseph Aloysius Ratzinger, dopo avere fatto atto di rinuncia non al ministero, ma alla elezione.Così invece non è stato, anche se nella odierna e vaporosa Chiesa mediatica nessuno pare volersi rendere conto di che cosa abbiamo messo in piedi in modo a dir poco di ambiguo.Possibile che nessuno voglia rendersi conto che siamo dinanzi a un caso nuovo, unico e senza precedenti storici? Possibile che nessuno voglia rendersi conto che sia a livello canonico sia a livello ecclesiologico, questa situazione non è stata ancora in alcun modo chiarita?Vale a dire: noi siamo di fronte a un pontefice che ha rinunciato al ministero petrino, ma che rimane al tempo stesso pontefice e che come tale è stato legittimamente eletto senza mai avere fatto atto di rinuncia alla elezione.Si badi bene, dire “rinuncia al ministero” e dire “rinuncia alla elezione” non è un gioco di parole, ma sono due cose totalmente diverse nella loro profonda sostanza di fondo.Insomma, prima di morire di morte naturale, credo che moriremo per imprudenza, per irresponsabilità e forse, non ultimo, per spirito ecclesiale cialtronesco.
1. La ragione del nostro impegno è proprio nel rispondere alle sfide della nuova pastorale mediatica, Esso, per le relazioni e le interazioni che crea, può configurasi nell'alveo delle reti virtuali. Non in senso stretto ma in senso lato, perché più centrato sui contenuti che sulla persona. Ma restano valide anche per noi le esortazioni di Benedetto XVI in occasione del suo ultimo Messaggio in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali: la 47ma [qui]. Importante è usare gli strumenti tecnologici e le opportunità che essi offrono, senza lasciarsene fagocitare, come presenza ed azione ecclesiale tanto viva quanto autentica, se coerente e in sintonia col vissuto nella concretezza del quotidiano, oltre la rete.
Aggiornamento. Su segnalazione della lettrice Rosa
Ho letto ora (Korazym [qui] via altro blog, Raffaella's) che BXVI ha pregato davanti alla Vergine di Cuba, statua benedetta al mattino da Francesco e posta nei Giardini vaticani tre giorni fa, ed ha invitato i vescovi cubani presenti a Roma per l'occasione ad unirsi a lui in serata in un Santo Rosario. Erano presenti Gänswein e Bertone. Dopo il Rosario il Santo Padre si è trattenuto a parlare con i Vescovi chiedendo notizie di Cuba e della situazione religiosa, e quindi assicurando loro le sue preghiere. E li ha benedetti. Così riferisce uno dei Vescovi.
Se questo non è il comportamento di un Papa "in carica spirituale" che cosa mai è ?
Don Ariel ê uno di quelli che diffendi che tutti male accaduti nella Chiesa doppo il Concilio sono problemi del post concilio. La colpa sarebbe della ermeneutica della rottura. Ma e adesso con la rinunzia e post rinunzia di Benedetto XVI?
RispondiEliminaNella rinunzia e post rinunzia di Benedetto XVI, abbiamo una situazione simile a quella del concilio e del post concilio. E non sono stati ermeneutici di rottura che parlanno e creano il Papa emerito. Lo stesso Ratzinger conserva il nome, stemma e alcune vesti di papa. E adesso Don Ariel con la sua distinzione tra rinunzia di ufficio e elezione solleva più raggione per il papato emerito, per la rottura. Ma lui come rappresentanti dell'ermeneutica della riforma nella continuità, non doveva diffendere che una rinunzia è solo una rinunzia e non l'istituizione del papato emerito?
Siamo davante a qualcosa terribile, perchè questa Chiesa e i suoi teologi non sono capace di diffendere che una rinunzia, è solo una rinunzia. Una rinunzia al papato non è più nel passato come una rinunzia, adesso è una istituizione. Forse per loro il vescovo di Roma è uguale a tutti altri vescovi e la legge della pensione per i vescovi vale per il romano pontefice. Se è così dovevano parlare chiaro e non dare volta, come fanno a 50 anni.
Non se ferma gli agressori della verità. Fa 50 anni che gli "agressori ingiusti" della verità sono liberi e ancora oggi se ricerca dei mezzi per fermarli senza fare guerra e senza bombardeali.
Dio abbia pietà di noi!
"Il nocciolo della questione nasce dalla tesi, quanto meno ardita, del munus petrino 'dimidiato' per effetto della impropria e improvvida scissione del Ministero attivo da quello contemplativo esercitato nel 'recinto di Pietro' che così non è tanto un 'luogo' geografico quanto teologico dal quale Benedetto XVI continua ad esercitare il Ministero spirituale..."
RispondiEliminaVeramente questo è il nocciolo della questione, è il punto che diventa la rinunzia di Benedetto XVI un problema. Lei ha voluto conservare il nome, lo stemma e vesti di papa, giuto perchè capisce fare un esercizio contemplativo del ministero petrino. Ma fa questo basato in quale diritto?
Se questa rinunzia di Benedetto XVI, non è una rottura con quello che cappiamo sulla rinunzia al papato, che cosa è?
Nel futuro anno anche di parlare che nella rinunzia di Benedetto XVI esiste continuità e rottura?
In generale i diffensori del concilio accusano l'ermeneutica della rottura di vedere nei testi del Concilio qualcosa che non esiste, ma adesso è chiaro davanti ai nostri occhi lo stesso "modus operandi" in una rinunzia al papato o la creazione del papato emerito. Non sappia o più di che cosa si tratta...
Nella sua "rinuncia", Benedetto XVI ha parlato chiaramente di sede vacante e dell'elezione di un nuovo pontefice. Se quella rinuncia è valida, il papa ha rinunciato anche all'elezione.
RispondiEliminaQuesto l'avevamo osservato, caro Luiz. Resta però l'anomalia del ministero dimidiato, della conservazione del nome e del titolo di nuovo conio, cui Benedetto (non Ratzinger) ha dato come fondamento il "per sempre".
RispondiEliminaGederson,
RispondiEliminaal di là di certe posizioni alla Cavalcoli; il che per lui è un complimento ;), don Ariel è uno che ragiona.
RispondiEliminaMi vengono in mente alcuni elementi di "rottura" partoriti dalla mens subtilis di Ratzinger/Benedetto:
1. Le alleanze parallele (antica alleanza mai revocata)
2. L'ermeneutica della "riforma nella continuità del soggetto-Chiesa"
3. Non nega l'espiazione di Cristo ma la messa come sacrificio espiatorio, diluendo l'offerta di noi stessi in Cristo, una volta accolta la salvezza, in quanto centra tutto sulla gratitudine e il ringraziamento per l'opera ricreatrice (risurrezione) che è la conseguenza. Parla di "inversione di rotta nell'idea di espiazione", che occorrerà approfondire ancor meglio. (Introduzione allo spirito dell liturgia)
...
La rinuncia è valida; il modo di comportarsi dopo è la novità...
RispondiEliminaLa novità che consiste in apparenze, non cambia la validità della rinuncia che riguardo un atto valido morale libero volontario...
Quindi, dobbiamo fare distinzioni e ragionare con un pò di filosofia cattolica...
La novità ovviamente non è degna o commoda per la Chiesa, anche se è commoda per Ratzinger...
Al contrario è indegno che ritiene il titolo Santità, l'abito bianco ecc....
indegnissimo....
Una umiltà falsa nella denuncia ha fatto nascere un'umiltà falsa nella elezione e un'umiltà falsa nella conseguenza...
Ma non si disprezza Cristo senza colpa o senza punizioni...
stanno per arrivare, infatti arrivano...
Romano
Vabbè, meglio tardi che mai! In fondo don di Gualdo pone domande e riflessioni e/o osservazioni che alcuni fedeli attenti si sono già posti da molto tempo, ovvero quelli che come me, hanno letto l'enciclica Ut Unum Sint, dove CHIARAMENTE si afferma che a causa dell'ecumenismo si debba lavorare per trovare un modo nuovo di Primato di Pietro che vada bene a tutti gli EXTRA ECCLESIAM non cita i legittimi INTRA ma si preoccupa degli Extra.... Ratzinger ad esempio era d'accordo con Ut Unum Sint e quindi che altro si può aggiungere, se non toppe e pezze peggio del buco?
RispondiEliminaarticolo profondamente deludente che scava ancor più il fossato che esiste ormai tra la mia posizione e le queste velleità nostalgiche su Ratzinger che fondano ormai qwuesto blog. Tra l'altro per il bene della Chiesa é molto meglio che Ratzinger abbia abdicato e che stia dove é.
RispondiEliminaPer il resto chi ha fatto gli esercizi spirituali di S.Ignazio riconosce qui subito une delle regole.
"E proprio del demonio instillare dubbi che turbano"
in questo caso "E' a&ncora papa? non lo é più?"
Il parlare del Vangelo é sempre e ancore il si si no no.
E quando é stato chiesto a Ratzinger se la sua ronuncia era valida ha detto "SI, lo é ed é ASSURDO speculare sulla sua validità"
Certo, Mic, ma "lo ha dichiarato il diretto interessato": sede vacante e nuove elezioni. Se il criterio della libertà della rinuncia sta nelle parole del diretto interessato, anche la rinuncia all'elezione è presente in quella dichiarazione.
RispondiEliminaAppartiene all'essenza della cosa che quelli veramente sotto ricatto non dichiarono mai che sono sotto ricatto. "Io sono sotto ricatto" è un paradosso logico. È dunque puerile rivolgersi alle dichiarazioni del diretto interessato per affermare la libertà della rinuncia.
La novità che consiste in apparenze, non cambia la validità della rinuncia che riguardo un atto valido morale libero volontario...
RispondiEliminaNon neghiamo la validità della rinuncia, altrimenti dovremmo negare anche quella dell'elezione di Francesco.
Rinuncia valida, com'è valida l'elezione del successore. Inedito, anonomalo, non motivato in termini definitori, suscettibile di non pochi risvolti problematici, tutto il resto.
E, se si tratta di 'apparenze' vanno dichiarate tali. Invece mettono in campo una 'sostanza' nuova...
RispondiElimina... che sostanza non è, ma viene recepita e realizzata come tale...
RispondiEliminaQuesto è possibile in una Chiesa storicisticamente immersa nell'attuale magistero liquido, non nella Sposa di Cristo e nel suo mistero...
C'è chi proprio da queste anomalie deduce un possibile " non detto " o "detto cripticamente" da parte di papa Benedetto.
RispondiEliminaCerto non è possibile ragionare per dietrologie. Ma certe ambiguità, insieme alle altrettanto evidenti rotture, non fanno altro che alimentare la confusione.
queste velleità nostalgiche su Ratzinger che fondano ormai questo blog
RispondiEliminaNon credo che questo blog, nato BXVI regnante, sia fondato sulla nostalgia per lui. Semplicemente è successo un fatto straordinario che tutti, o quasi, giudicano ordinario. O noi siamo stupidi, e scambiamo lo straordinario per l'ordinario, o non lo siamo, e ci chiediamo perché. Se egli fosse morto, ce ne avremmo fatto una ragione, se egli si fosse ritirato a vita privata come Cardinale Ratzinger, ci sarebbe dispiaciuto, ma avremmo capito. MA siccome questo non è successo, ci chiediamo perché. E ce lo chiederemmo anche se al posto di Bergoglio ci fosse Scola, Burke o chiunque altro. Perché il problema è perché abdicare mantendo le "apparenze di monarca". Cosa che i monarchi che abdicano (a proposto c'è qualcuno che sa quando è iniziato l'istituto dell'abdicazione ?) non fanno. E ne abbiamo visti recentemente due casi in Olanda e Spagna.
Tra l'altro fa pensare anche l'ostinazione con cui Bergoglio si definisce Vescovo di Roma, non usa un numero ordinale dopo il suo nome, e non si firma p.p.
Magari sono questioni di lana caprina, ma "inquiring minds want to know". Ecco sta tutto in quel "Inquiring". Oggi alle "powers that be" l' inquiring non piace. MA non piace neache ai sudditi, che amano il quieto vivere, finché i problemi non li toccano direttamente. Osservo ciò tutti i giorni.
Ma noi non siamo sudditi.
RR
per l'ennesima volta e come ultimo atto Ratzinger (fedele a se stesso) ha lasciato dietro di se dei dubbi che turbano. Non é una sorpresa: lo ha sempre fatto nella sua carriera!
RispondiEliminaOra essendo egli uno degli uomini più colti e intelligenti degli ultimi due secoli, é difficile credere che sia stata una svista.
Ratzinger ha voluto sdoppiare la funzione papale rendendola bicefala, con buona pace di chi ci dice che "lo avessero lasciato in pace avrebbe riabilitato la Tradizione"
Francesco non ha fatto poi che cogliere la palla al volo riaffermando più volte che BXVI aveva aperto una nuova via, quella del papa emerito.
Come dicevo, é come nei film di Strarsky & Hutch: uno fa il buono, uno il cattivo ma alla fine hanno entrambi la stessa strategia.
Infatti Ratzinger ce lo ha detto chiaramente:
«Io sono legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a Papa Francesco.».
Qualcuno, sul web, ha provato a mettere in dubbio l’autenticità della citazione ma Ratzinger in persona l'ha riconfermata:
«Il prof. Küng ha citato letteralmente e correttamente le parole della mia lettera indirizzata a lui»
"Gederson,
RispondiEliminaal di là di certe posizioni alla Cavalcoli; il che per lui è un complimento ;), don Ariel è uno che ragiona."
Mic,
Don Ariel è uno dei pocchi Padre che preferisce la polemica al "solo dialogo", é un buon padre.
Hpoirot,
RispondiEliminaStai scambiando per "velleità nostalgiche" nei confronti di Ratzinger/Benedetto, interrogativi su 'nodi' e anomalie che riguardano la Chiesa tutta e sia chi li riconosce che chi no.
Ho letto ora (Korazym via altro blog, Raffaella's) che BXVI ha pregato davanti alla Vergine di Cuba, statua benedetta al mattino da Francsco e posta nei Giardini vaticani tre gg fa, ed ha invitato i vescovi cubani presenti a Roma per l'occasione ad unirsi a lui in serata in un Santo Rosario. Erano presenti Gänswein e Bertone. Dopo il Rosario il Santo Padre si è trattenuto a parlare con i Vescovi chiedendo notizie di Cuba e della situazione religiosa, e quindi assicurando loro le sue preghiere. E li ha benedetti. Così riferisce uno dei Vescovi.
RispondiEliminaSe questo non è il comportamento di un Papa "in carica spirituale" che cosa mai è ?
RR
Mic, sai benissimo coma la penso e sai che si questo punto(come sul NOM) non siamo per niente d'accordo.
RispondiEliminaRatzinger é il peggior papa del post CV2 perché é colui che incarna meglio l'errore conciliare che é "la più perniciosa delle eresie" proprio perche sempre mischiato a grandi momenti di alta verità.
Quando riuscirete a scrivere questo non ci sarà più nostalgia.
Se avesse rinunciato anche all'elezione non avrebbe potuto conservare il nomen, ossia Benedetto XVI, come pure il titolo, ossia papa emerito. Poiché essi è proprio da tale elezione che derivano e sono mantenuti.
RispondiEliminaCresce sempre più forte in me, la convinzione che dietro alle dimissioni di BXVI, vi sia la scelta ben chiara di un uomo colto arrivato alla comprensione del fallimento avvenuto in questi ultimi 50 anni, grazie alla primavera del concilio, a cui non è stato permesso di porvi rimedio. Le sue dimissioni hanno lasciato una porta aperta...il tempo ( Dio permettendo),lo svelerà.
RispondiEliminaQuesta anomalia nella chiesa credo abbia un significato, come la presenza di un nuovo vdr tanto anomalo nel modo di pensare, dire e NON DIRE.
Vi è un messaggio, tra le righe... la confusione nera voluta, secondo me.
Quando riuscirete a scrivere questo non ci sarà più nostalgia
RispondiEliminaIntanto non approvo le esprissioni spregiative, tipo "il peggior papa... "
Poi le ambiguità le abbiamo sottolineate più volte e ho indicato alcuni punti persino in un post più su...
Se c'è nostalgia, è per quell'infarinatura di "romanità" che Ratzinger ancora conservava e che, nonostante tutto, qualcosa ancora teneva ;)
Poirot,
RispondiEliminaio ho avuto un padre discutibile, discutibilissimo per molte cose. Ma quando è morto, l'ho pianto per giorni, e tutt'ora, che son passati quasi 25 anni, lo ricordo con affetto e nostalgia, e vorrei atnto che fosse ancora vivo per conoscere mia figlia. Grazie a Dio non ho avuto un patrigno.
Psicologicamente io, e penso molti altri, sentiamo Ratzinger come padre, magari con molte pecche e difetti, ma sempre ed ancora padre (e quindi ti sento "acido" nei suoi confronti e me ne dispiace), e Bergoglio come patrigno.
Ma questo non c'entra nulla col chiedersi, come scritto sopra, perché quest' abdicazione in questi modi ?
Sul cos'avrebbe fatto se non avesse abdicato, non lo possono sapere né coloro che "avrebbe restaurato la Tradizione", né tu (ma quando mai avrebbe fatto una cosa del genere ?), perché con i se ed i ma non si fa la Storia, e quello che è nell'animo e coscienza di una persona, lo sa solo Dio. Quindi, per favore, e per carità cristiana, smetti di ironizzare su quelle persone.
Ora bisogna guardare avanti, a cosa combinerà il VdR. Ma se su quello che lui combina e combinerà, si adotta lo stesso criterio di valutazione che sull'abdicazione (tutto va ben, Madama la Marchesa), ci ritroveremo Protestanti UFFICIALMENTE senza manco accorgercene (o pensi che tutti gli Inglesi lo capirono subito che sarebbe successo nel loro paese dopo Anna Bolena ?).
rr
A parte che l'articolo poteva essere più breve , meno bizantino ed andare subito al nocciolo,la verità che è sotto gli occhi è che BXVI ha rinunciato validamente, che Bergoglio è stato eletto validamente per essere papa, ma che tale non si sente né si considera, anche un bambino dell'asilo lo capirebbe,non si firma tale, non fa quello che i papi hanno sempre fatto,insomma è arrivato per cancellare tutto il precedente, tra l'altro non avendo tracce di mens subtilis, è sincero fino al midollo : lui si sente un vescovo di Roma tutt'al più, tra tanti vescovi alla pari,rifiuta insegne ,abiti,appartamenti,sta in albergo, fa quello che gli pare, a proposito siete pronti per la partita di domani,ripetete SIIII, tours in piazza, dichiarazioni che abbisognano di 1.000 esegesi più o meno filologiche, a volte lessicali vere e proprie, parla solo un italiano approssimativo e porteno; a ottobre vedremo dove e in quale lontana periferia eccentrica porterà ciò che resta della chiesa vedremo se vincerà Kasper o se qualcuno avrà il coraggio di opporglisi, in giro per card. e vescovi in tutto il mondo sono tutti irenisti, possibilisti, asserviti al potere purché non facciano politica i.e. che non interferiscano in alcun modo sulle leggi che impazzano in occidente, insomma linea di galleggiamento bassa....ma la volete capire o no che l'hanno 'cresciuto' per 8 anni per fare questo? Distruggere quello che loro ritengono retaggio medievale e fare una chiesa insignificante,proddie,che va bene per tutti perché non conta più nulla, poi se ne andrà, l'ha detto a chiare lettere,un vescovo emerito che non vede l'ora di tornare all'amata BA che non ha mai lasciato, visto come si comporta.....finis, poi si potrebbe discutere all'infinito sul perché di certe posizioni di Ratzinger, ma qui la cosa si fa complicata, troppo intelligente per capire il suo disegno......mi spiace che certuni si trincerino nei loro oppida e tendano a disprezzare chi non aderisce al loro pensiero unico, così siamo ancora più divisi, satana si sta fregando le mani.Lupus et Agnus.
RispondiEliminaLupus,
RispondiEliminaQuello che chiami 'bizantinismo' penso corrisponda alla necessità di motivare adeguatamente affermazioni per nulla scontate su un tema così delicato che, ridotto al nocciolo, chi applica la logica ammette, ma che in ambito ufficiale richiede atti definitori e motivazioni teologiche esplicite e sviluppate.
Benedetto XVI ha pregato molto prima di decidere quel che poi ha fatto...
RispondiEliminaMolti ritengono la preghiera un profondo ragionare parlando da soli o con l'ausilio di un libro...
Se rinunciamo -rifiutandolo- alla dimensione mistica della comunione con il Signore (che è l'essenza del pregare), necessariamente prevalgono l'aspetto psichico, psicologico, esistenziale, sofferto e problematico, in cui alla fine l'uomo sceglie quel che gli pare, persino quando lo fa contro i propri interessi.
La preghiera è un mezzo per ottenere lo stato di umiltà necessario a fare comunione con il Signore Dio, riducendo progressivamente l'io. L'io di un Pontefice rischia di essere ipertrofico a causa del ruolo (se già non lo è a causa del carattere o delle idee). Quando il ruolo è importante, il carattere è portato a "piacere", o le idee (per esempio sulla Chiesa, da plasmare secondo certi orientamenti pastorali) sono a rischio di essere presuntuose, la preghiera diventa decisiva per riportarci alle proporzioni che ci competono, di creatura davanti al Creatore e di servi inutili e di umili operai della vigna...
Benedetto XVI ha vissuto sulla propria pelle l'ostilità e -pur non dicendolo- ricatti e minacce più o meno palesi.
Umanamente avrebbe potuto usare il proprio potere per "far capire chi comanda" o chiamare in soccorso "i buoni" denunciando "i cattivi" in una battaglia campale tra zizzania e buon grano dagli esiti imprevedibili, ma giocata nel campo dello sputtanamento mediatico della Sposa.
Qui non è una questione "di terra", ma "di Cielo". L'umiltà, e solo quella, apre le porte del Cielo. Dio si è umiliato, facendosi uomo, grazie all'umiltà di una creatura immacolata.
proseguo ...
RispondiEliminaCi sono preghiere che non c'entrano con l'umiltà. Che si rivolgono a Dio con presunzione, saltando ogni mediazione. Ci sono molte preghiere che non fanno "comunione" con Gesù, limitandosi ad essere "comunitarie", cioè delle manifestazioni sindacali di milioni di dimostranti che vorrebbero impressionare l'Interlocutore con il proprio frastuono e la forza dei numeri mobilitati...
Benedetto XVI ha pregato e si è ritirato sul monte, ai confini della terra promessa, rendendosi conto non solo dei peccati altrui, ma anche delle proprie infedeltà, unendosi all'intercessione della Madre nel fare comunione con Cristo, il Figlio, l'unico le cui preghiere al Padre sono davvero degne di renderGli gloria.
Per essere umili bisogna pregare molto e Benedetto può aver ascoltato il Signore, mettendosi a fare la sola cosa che adesso conti davvero, chiedendo a Lui di fare ciò che è necessario e rinunciando a cercare di farlo o di farlo fare con mezzi sempre più umani in una Chiesa sempre più secolarizzata, sorda ai continui richiami circa il primato di Dio, ormai svaporato nelle crescenti umanizzazioni della fede cattolica, volute "a maggioranza" e ritenute adatte a "dialogare con il mondo"...
Benedetto XVI si è profondamente umiliato. E prega. Non ha smesso "di fare", ma sta "facendo". Il compimento scrupoloso del vangelo insegna all'uomo la sua impotenza. La preghiera perciò non "sale", ma "scende" per porci nella comunione con il Signore, come dono Suo e mai come opera o merito nostra.
Balza all'occhio che l'attuale papa non pare appezzare l'essenzialità dell'opera del monaco, mentre il papa Benedetto si è fatto in un certo senso monaco.
In un caso la "prassi" richiede visibilità, simpatia umana e titoli sui giornali, attendendo gli uomini; molta carne e poca ascesi, sentendosi "belli".
Nell'altro si cela nel nascondimento e in un'apparente inutilità, senza fretta, attendendo Dio, sentendosi "futili".
Benedetto XVi si è privato di ogni orgoglio. Si è fatto "piccolo". Un bimbo, per non fare "come i grandi". Attende un dono. Non uno stipendio. O la paghetta.
Benedetto XVI è "in ascolto". Chi parla dovrebbe soprattutto pregare come lui e con lui, il papa (perchè lo resta) che fa l'asceta e non la pop star.
Mic,
RispondiEliminasono d'accordo con Lei in questo: che la confusione generata dal Ratzinger fa nascere l'opportunità di un sfrutimento futuro in cui quelli che vogliano un diarchia hanno una porta aperta per introdurla tramite l'esempio di Ratzinger...
Quindi, è meglio che noi cattolici da ora in poi non usano più B16 per l'uomo dopo la rinuncia, ma Cardinale Ratzinger...
Cos' evitiamo l'effetto infettivo delle cose...
Romano
Le dimissioni di Ratzinger sono state tanto devastanti per la Chiesa Cattolica quanto le successive bordate di Bergoglio e dei fautori della Nuova Chiesa che ora hanno pieno e assoluto potere. Oltre tutto i due Papi sono in perfetta e manifesta sintonia e immaginarli su sponde opposte mi sembra quanto di più irrealistico ci sia.
RispondiEliminaSu una cosa sono però d'accordo: l'orrendo, distruttivo caos in cui ogni cosa, anche la più chiara e semplice, è stata precipitata.
Miles
Romano,
RispondiEliminaMi fa pensare che ci hanno provato persino la Sala stampa e il card. Montezemolo, proponendogli la variazione dello stemma.
Potremmo anche chiamarlo card. Ratzinger, sperando di riconoscere più che mettere le cose al loro posto.
Ma di fatto, con ciò che ha messo in piedi, lo è?
Il dilemma è anche ecclesiologico, ed è legato anche alla famigerata "collegialità".
RispondiEliminaPerché possono coesistere due (o anche tre) papi, solo se il papa è un vescovo come tutti gli altri che, ingravescente aetate, può deporre il primato petrino - vera e propria fontale investitura - come un vestito vecchio e non come dato ontologico di divina istituzione.
Insomma, la "roccia" posta come fondamento inamovibile, può trasformarsi in una "pietra" qualunque?
Credo che l'unica pietra rotolata via, sia quella del sepolcro...
Quella prevista dal CJC non ha mai avuto nella storia cause se non di forza maggiore, che in questo caso sembrano - ripeto sembrano - suscettibili di diventare ordinaria amministrazione, con evidente snaturazione del papato.
RispondiEliminaSe lo dobbiamo dedurre dalla dichiarazione citata (non la prima né unica) e da altre parole e gesti del vdr.
Abbiamo un "papa emerito", che papa non dovrebbe piu' essere ma che continua a vestirsi da papa, che vive in un monastero e che mantiene un nome da papa. Abbiamo un "papa in esercizio" che non si fa chiamare papa, che veste...beh lasciamo perdere e che vive in un albergo. E gia' con questi elementi abbiamo qualche problema...
RispondiEliminaPer di piu' abbiamo un "papa emerito" che aveva promesso di vivere nascosto al mondo. Cosi' non e' e non e' stato. Abbiamo un "papa emerito" che compare in pubblico, parla piu' del previsto e manifesta sintonia totale con il suo successore, anche se tale sintonia lascia perplessi considerando le differenze quantomeno formali fra i due (per non parlare della diversa caratura teologica). La domanda e': se BXVI fosse in disaccordo con il vdr si esprimerebbe di conseguenza? Probabilmente no, perche' se lo facesse oltre a scatenare un putiferio rimetterebbe in moto tutti coloro che hanno remato per le sue "dimissioni". E se non ha avuto ieri la forza di combatterli, dubito che la possa trovare oggi. Perche' il problema al fondo e' uno solo, anche se non ci piace riconoscerlo: la stragrandissima maggioranza di coloro che si reputano cattolici si ritrova nelle posizioni e nei comportamenti di Bergoglio. In una chiesa ormai assembleare, ove di fatto vince il principio della maggioranza dal basso e non del volere dall'Alto, non c'e' umanamente possibilita' di sovvertire la situazione alla quale siamo giunti. Lo sfascio all'interno della Chiesa, gli attacchi violenti che subisce all'esterno,con ogni mezzo, confermano che la lotta e' ormai giunta al suo apice. Come e quando ne usciremo solo Dio lo sa.
Riporto dalla Delaratio (testo originale latino) il testo da cui risulta l'uso sia del termine "munus" che "ministerium"
RispondiElimina_____________________
... Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exsequi debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse.
...
Sintomatico del clima conciliarista, l'accenno a "nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede..."
RispondiEliminaSe è questa la causa, siamo alle solite: il mondo prevale...
Tralcio , il suo commento è condivisibile solo in parte . D'accordo sulla esaltazione dell'umiltà (peraltro virtù morale , inferiore a quelle teologali , tanto per mettere ogni cosa al suo posto ), ma prima viene sempre l'adesione alla volontà di Dio ( Carità ),che si attua in primis nei doveri del proprio stato . Abbamdonare il gregge affidato da Dio , non mi pare umiltà , (sarà pure debolezza , o altre cose magari scusabili , ma non virtù ). S Francesco di Sales docet : Egli arriva a dire che un sovrano ,attirato dalla superiore vita religiosa , può meritoriamente scegliere il matrimonio per provvedere alla nazione l'erede al trono , e non causare così discordie (dovere di stato ); idem il padre di famiglia , che non farebbe la volontà di Dio distribuendo tutti i suoi averi ai pover ; idem il Vescovo , che deve giudare il gregge anche se preferirebbe la vita eremitica... E se parla così del Vescovo , che dire del Papa ?
RispondiEliminaTorno a quel "nel mondo di oggi" e ad una riconosciuta "incapacità" consistente sostanzialmente ad exequendum ministerium agendi et loquendi.
RispondiEliminaMa la grazia di stato?
Il problema è che di fatto lo hanno paralizzato proprio in questo. L'incapacità sua consiste in un aperto riconoscinento che sono stati più forti i lupi. Come questo possa collocarsi in ciò che ci aspetta come Chiesa, confidando nella Provvidenza che di certo non ci abbandonerà, non riesco a immaginarlo.
Dopo aver detto e pregato, non resta che affidarsi. E magari ricevere qualche indicazione da chi è disposto a darcela.
E' anche grazie all'imbarazzante pontificato di Bergoglio che queste questioni vengono seguite con più attenzione.
RispondiEliminaL'assistenza dello Spirito riguarda anche il fatto di non riuscire a ingannare tutta la Chiesa. Interrogarsi sul "detto cripticamente", sul "non detto", sullo "stranamente detto", è solo un tentativo di capire cosa sta realmente succedendo: le dimissioni di papa Ratzinger, pur sepolte dalla cronaca, sono un evento molto allarmante indipendentemente dalle bergogliate e dal fatto che Bergoglio sia stato eletto proprio da quei cardinali che hanno ostacolato in ogni modo Ratzinger.
Luglio 2007: pochi giorni dopo la promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum si ritrovarono al cospetto di Benedetto XVI i capi dei movimenti. Di sicuro tra gli argomenti trattati ci fu anche il motu proprio. Pare che informalmente Benedetto XVI abbia chiesto sostegno per la diffusione della Messa tradizionale (dopotutto i preti dei movimenti obbediscono ai loro capi molto più che i diocesani ai loro vescovi e i religiosi ai loro superiori). Naturalmente tutti i capi dei movimenti nicchiarono. La grande delusione per Benedetto XVI venne dal più papista e ubbidiente di tutti, don Julian Carron, presidente di Comunione e Liberazione, che avrebbe risposto: "santità, i vescovi già ci odiano: e se ci mettiamo a fare pure la Messa in latino..."
A Carron sarebbe bastato poco meno di un fischio. Di lì a un mese c'erano gli esercizi spirituali dei sacerdoti di CL: se negli avvisi avesse solo fatto un cenno (tipo: "il Papa ha piacere che si valorizzi il motu proprio"), almeno tre quarti dei preti di CL avrebbe celebrato una liturgia tridentina almeno una volta (sì, i ciellini sono fatti così), e una buona fetta di loro avrebbe continuato a farlo regolarmente (tanto più che tra i ciellini il gregoriano e il latino non sono affatto disprezzati).
Anziché menare tanto e sempre il torrone chiedete al più autorevole giuscanonista italiano, il prof. Giorgio Feliciani, professore ordinario emerito di diritto canonico presso l'Universita' Cattolica - sede di Milano. E cercate di guardare avanti anziché rimestare avvenimenti del passato che appartengono solo al cuore del Papa emerito, al suo foro interno.
RispondiEliminaCome dicono a casa mia( ogni famiglia ha il suo lessico) "s'e' disanimatu" o anche" ha disanimatu" , cioe' non ha più trovato in se' l' " animus" di andare avanti nell' amministrazione quotidiana dell Chiesa.
RispondiEliminaIo avrei progressivamente rallentato ed eliminato tutto cio' che non fosse essenziale, esponendomi ovviamente a critiche su critiche. Ma alla lunga non si può pretendere da un uomo di 85 anni di cambiare se stesso, non essendo mai stato un uomo d' azione.
Ma forse meglio cosi: con uno come il VdR le posizioni si chiariscono.
Vedi, Lupus, a me va anche bene se il 90% diventa ufficialmente proddie, basta che lasci la liberta' all' ltro 10% di professare la Fede cattolica.
Rr
Una pietra qualunque non credo,forse una pietra che a tempo debito farà inciampare e cadere parecchi......ma poi, di che ci si preoccupa? Di una congerie di miscredenti disangelisti senza più fede o valori da trasmettere, o della Chiesa Sposa di Cristo? E allora,Lui sa e può, noi stiamo qua ad arrovellarci sui perché e i percome, Lui sa e legge nei cuori,noi possiamo leggere le idiozie più o meno credibili degli specialisti vaticanisti, ma resta un'immensa tristezza vedere affacciarsi 'quello' dalla finestra da cui si affacciavano fior di papi, e comunque un prete mi ha detto che , a rigor di canone, Ratzinger sarebbe dovuto ritornare allo status di vescovo, il cardinalato è un titolo onorifico e non una sacra ordinazione....condivido al 90% Tralcio e Ric, aspetto con disincantata impazienza il sinodo.....ad tempora meliora.Anonymous
RispondiEliminaE' certo piu facile " disanimare" se ti lasciano solo in battaglia, o peggio se t' insinuano il dubbio che tutto quel che fai e' sbagliato e nuoce gravemente alla salute della Chiesa. Soprattutto se sono quelli a te più vicini, fisicamente e spiritualmente, a fartelo capire o a dirtelo in faccia.
RispondiEliminaSe quel che scrive Esistenzialmente su Don Carron e' vero, allora la posizione di CL, dibattuta in un altro thread, e' persin peggiore di quanto la' detto: da quando in qua un Cattolico si preoccupa dell' odio degli uomini se gli si chiede di fare una cosa giusta e buona agli occhi di Dio, tanto piu se glielo chiede il Papa ?
Rr
Alessandro,
RispondiEliminabeh, chi ha di queste conoscenze farebbe bene a interpellarle. No?
In ogni caso, sia pur rimestando, talvolta, dove riemerge qualche scoglio che non è oltrepassabile con tanta facilità, non mi pare che non si guardi o non si vada avanti...
Ma forse meglio cosi: con uno come il VdR le posizioni si chiariscono.
RispondiEliminaCol vdr sono in effetti cadute molte maschere...
Sulla "Roccia" posta come fondamento riporto quanto già detto sul thread precedente:
RispondiEliminaIn Matteo 16,18 trovo TRE termini essenziali: Petros, petra ed ecclesia. "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa".
Dunque Petrus è il nome proprio di nuovo conio da parte di Gesù, ma petra è la "Roccia", non un "sasso" qualunque. C'è un'identità tra Petrus e roccia e la roccia non rotola...
Del resto il Cefa aramaico tradotto Petros, indica il Massiccio, il duro, cioè saldo inamovibile...
Forse già lo conoscete, nel qual caso domando scusa:
RispondiEliminahttp://vimeo.com/m/104330943
Per Rosa, che si chiede perché Benedetto non ha abdicato come un "monarca".
RispondiEliminaForse perché in base alla nuova ecclesiologia non si considera più come un monarca: c'è una nuova concezione del primato petrino (vedi collegialità).
Non esiste forse oggi il "Consiglio della corona": Maradiaga & C.?
E la sinodalità da eccezionale e consultiva, non rischia di diventare permanente e normativa?
Non sará per caso questa la vera continuità nel senso di un concilio continuamente aperto?
C' è il rischio di cadere nel conciliarismo che - come ricorda mons. Gherardini - è un'eresia che considera il concilio più importante del Papa.
Era uscito qualche mese fa, forse anche linkato sulle pagine del blog, di Antonio Margheriti Mastino.
RispondiEliminahttp://www.qelsi.it/2014/il-vaticano-dovrebbe-scusarsi-con-scalfari-gli-esorcismi-del-2012/
"GLI ESORCISMI AGGHIACCIANTI DEL 2012
Non mi meraviglio. In un certo senso me l’aspettavo. Già lo sapevo. Da notizie inquietanti che mi erano giunte nel novembre del 2012, e che il cuore mi diceva essere vere. Se non le ho riferite in giro è per prudenza, per non essere perculato. Una voce che era stata sussurrata al convegno internazionale degli esorcisti cattolici del 2012. Una voce che li aveva allarmati tutti e che decisero di soffocare presto, rimandando alla preghiera vigile.
In quel periodo, nello stesso lasso di tempo, ad ogni latitudine della terra, c’erano stati casi di possessione demoniaca, da parte di una Entità infernale di prim’ordine: dal Brasile, all’Argentina, agli Usa, all’Italia, alla Germania. Ovunque!
E ovunque – è questo che fece rabbrividire gli esorcisti, quando se ne accorsero –, ovunque e nello stesso momento l’Entità aveva detto la stessa medesima cosa: «Nel 2013 assalterò il Papa. Nel 2014 attaccherò dall’interno, da cima a fondo, l’intera Chiesa».
Lo disse nell’ottobre 2012. "
E.P.
RispondiEliminaNon conoscevo e mi stupisce l'atteggiamento di Carron.
Una generazione di sacerdoti totalmente estranei al Rito Romano Antico e alla sua teologia ed ecclesiologia, oppure allineamento acquiescente a vescovi spesso contrari, piuttosto che alla volontà del Papa che, com'è noto, tendeva invece a superare proprio il "non vult" dei vescovi che già osteggiavano l'indulto concesso da GPII?
Leggo meglio. Le parole di Carrom provano la situazione di serio ostracismo dei vescovi. E questi sarebbero quelli in piena comunione col Papa (Benedetto)?
RispondiEliminaE non è strano che proprio i disobbedienti a Benedetto siano i più obbedienti a Bergoglio?
Socci oggi, su Facebook:
RispondiEliminaAll'Angelus di oggi papa Bergoglio ha salutato, fra gli altri, i motociclisti e la banda della polizia, ha raccontato che una famiglia gli ha portato i saluti di un certo paese e lui ricambia, ha augurato "buona partita" allo Stadio olimpico domani a una certa associazione e ha rivolto parole affettuose ai giovani del sindacato dei plastici. Infine ha chiesto preghiere per sé e ha salutato con "buon pranzo".
C'era altro di importante da ricordare? No. Niente.
Non so se il coltello di una minaccia di scisma sulla carotide sia solo un dettaglio insignificante nella valutazione della validità delle dimissioni.
RispondiEliminamic
RispondiEliminaho letto solo ora un'intervista del 1 agosto sull'OR con Braz de Avil in cui questi dice che Bergoglio lo ha incaricato di rivedere la costituzione Sponsa Christi di Pio XII perchè preconciliare.
Mauro
Credo che le "sponsae Christi" siano un po' più determinate dei frati... E forse non soltanto un po'.
RispondiEliminaInoltre arriva un momento in cui il Signore mette un confine al male...
RispondiEliminaFino a quando, Signore?
Nella nuova redazione della costituzione Sponsa Christi a cura del cardinale Braz de Aviz ci sarà senz'altro un lungo capitolo sulle parrucche.
RispondiEliminaMic,
RispondiEliminaA proposito della Roccia, all' Angelus dell' altra domenica, il VdR si e' espresso in termini tali da far ritenete che ognuno di noi, se ha Fede, e' la " roccia" su cui e' costruita la Chiesa. Alcuni commentatori in UK e USA han detto che e' una posizione " proddie".
Relata refero.
Rr
Invece di preoccuparsi di riscrivere encicliche di un Papa al quale non sono degni manco di sciogliere i calzari, perché non scomunicano le LCRW americane, pur se così facendo dispiacerranno alla lobby LGBT ?
RispondiEliminaRr
La partita inter religiosa di calcio di domani voluta dal vdr oltre ad essere in se' è per se' una pagliacciata indegna e' soprattutto un insulto elevato alla ennesima potenza nei confronti di tutti i cristiani perseguitati e segnatamente verso i caldei irakeni.
RispondiEliminaOggi il vdr all'angelus ha parlato di cristiani annacquati. In relazione al mio post di cui sopra mi chiedo: forse il vdr parlava anche di se stesso?
RispondiElimina>Alessandro Mirabelli 20:05: a parte gli eventi sportivi quel che amareggia molto, dopo le stentate frasi di circostanza dei primi giorni, è la sparizione di qualsiasi iniziativa di aiuto concreto ai nostri fratelli perseguitati del Medio Oriente.
RispondiEliminaPessima cosa davvero in particolare se paragonata all'iperattivismo costante su versanti molto più comodi e allineati. Vien da sospettare che l'attirare l'attenzione sulla caccia al cristiano non sia molto gradita nei circoli che contano e comandano.
Miles
Ha ragione Rr delle 14,02 (“soprattutto se sono quelli a te più vicini, fisicamente e spiritualmente, a fartelo capire o a dirtelo in faccia”) riguardo certe “pieghe” da ben considerare, nell’analisi dei fatti.
RispondiEliminaa) gennaio 2008: rinuncia di BXVI alla Sapienza di Roma.
Montando uno spaventoso ostracismo di professori e studenti da cotanta accademia, scrivo un’e-mail al ossrom.va in cui esortavo – ovviamente a fin di bene – a chi di dovere a non diventar zimbello o oggetto di vilipendio da parte di nefasti tromboni ignoranti. Presumo che numerose altre lettere siano arrivate con lo stesso tenore. Sappiamo poi come è andata a finire.
b) ottobre 2013. convegno di aggiornamento per docenti di religione; il relatore (sacerdote) cita negativamente i libri di BXVI su Gesù di Nazaret (“azzardati” a suo dire poiché incuranti del metodo storico-critico). Al solo nome di BXVI, una vera e propria ovazione assembleare di bu-bu-bu!! da brivido.
Questo il clima di pre e post-dimissioni. Per quanto ne sappiamo, quale altro papa ha subito direttamente o indirettamente tutto questo incubo?
Val,
RispondiElimina"Non gettate le perle ai porci".
Ora saran contenti: tanti porci, niente perle.
Rr
Di recente sono impegnato in una discussione su un altro blog sulla libertà religiosa.
RispondiEliminaNella discussione vivace ho voluto ricercare dei documenti di Papa Benedetto XVI.
Ebbene, in quei documenti Papa Benedetto XVI dà l'interpretazione di Dignitatis Humanae in maniera da confermare oltre ogni ragionevole dubbio che questo testo del CVII è del tutto in contraddizione con la dottrina della Chiesa.
Adesso per me è davvero evidente.
Al'inizio ne sono rimasto sorpreso anche io. Tutti i tentativi dei "continuisti" come Padre Valuet e Padre Harrison sono polverizzati da Papa Benedetto XVI.
In realtà Papa Benedetto XVI e Papa Francesco I sono tra di loro in perfetta continuità purtroppo per quanto riguarda il CVII. Benedetto XVI ha avuto un cuore orientato alla Tradizione, ma purtroppo i nodi problematici della sua formazione restano tali.
Papa Francesco invece nei suoi atti e nei suoi discorsi è il neo-modernismo.
Io aspetto un Papa davvero tradizionale, non mi interessa se adesso è Papa Francesco I o ancora Benedetto XVI.
Mic, ti ho mandato un paio di email, ti sono arrivate?
Don Ariel non lo dice, ma è se è vera l'ipotesi di rinuncia al solo "ministerium" attivo di vescovo di Roma e non al Papato universale, siccome tale Ufficio non è sdoppiabile, la rinuncia risulta necessariamente invalida.
RispondiEliminaQuella "grande identità di vedute" tra l'alto insegnamento di Benedetto XVI e la concezione calcistica della storia di Jorge Bergoglio è una ironia feroce.
RispondiEliminaCaro Marco Marchesini, pùo dire per favore il link della discussione? Me interessa la discussione. Un amico qui in Brasile sempre parla di Pe Valluet.
RispondiEliminaIl sito Progetto Barruel ha pubblicato un testo del Pe Matteo Liberatore dal titolo "Della libertà di religione e di culto" che è quase che un intero commento al "dovere dell'uomo di ricercare la libertà religiosa". È un testo molto interessante.
Un saluto dal Brasile
Caro Marco,
RispondiEliminaSulla posizione di Ratzinger (confermato da Ronheimer), ben consapevole, ne ho scritto qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/p/2.html
Non sono intervenuta a darti manforte in quel contesto perché è inutile parlare con chi ascolta altre campane: hai visto l'esito del mio intervento precedente su tradizione ed ermeneutica (svicolano per la tangente) . E poi l'argomento si è spostato.
RispondiEliminaEro intervenuta principalmente per smontare le calunnie nei confronti della FSSPX e per questo poi ho pubblicato qui lo scritto di Pasqualucci.
Già è qualcosa che abbiano smesso gli insulti e la diffamazione.
Ed è per questo che non inserisco qui il link.
Faremo avere a Gederson via mail la copia dei tuoi interventi.
RispondiEliminaPer quel che riguarda il blog in cui sta intervenendo Marchesini, mic constata che sono cessati gli insulti e le diffamazioni, spero che l`avvenire gli dia ragione, ma penso non sbagliarmi se dico che difficilmente cesserà le sue picche avvelenate il blogger e gestore che insultava e diffamava mic e questo blog, del resto non ha nemmeno bisogno di nominare il blog chi lo legge sa a chi si riferisce.
Egli continuerà a sbrodolare i suoi mantra preferiti, quello del "tradiprotestanti", del "non sono neanche più cattolici" o, ancora, " qui siamo cattolici romani e voi non potete venire qui farci della propaganda di basso conio per le ideuccie sballate del tradi-protestantesimo"ecc, ecc.
Del resto su quello spazio continua a screditare questo blog anche chi lo legge, ogni tanto facendovi capolino, e poi va là a gettare briciole sulle quali si getta famelico il solito noto per buttar lì le sue sentenze che dovrebbero far ridere chiunque ha un minimo di buon senso, in effetti mic e altri sono in buona compagnia basti pensare che per costui anche Mons. Gherardini non sarebbe cattolico!
Allora che costui giudichi non cattolico chiunque ha l`ardire di non condividere il suo sovrano e infallibile pensiero dovrebbe non solo non sorprendere chi lo incrocia da anni ormai sui blog italiani ma anche far capire quanto sia vano ogni tentativo di discussione con lui.
Quel blogger corrisponde a quel che ho letto recentemente in un articolo di Pucci Cipriani su Riscossa Cristiana, egli assomiglia ad uno di quei "normalisti" che "oltre a guardare noi, poveri tapini, dall’alto in basso , hanno in comune l’orgoglio, la saccenteria, l’arroganza…e più che all’infallibilità papale tengono alla propria “infallibilità”.
Buona giornata e buona settimana a tutti!
Prendetela come vi pare, con sufficiente distacco e con beneficio di inventario, ma è riportata in vari blog anglofoni, pare ci fosse un'ala di prelati che avrebbero pensato di tirare fuori il famoso (e falso) vangelo di Barnaba, che sappiamo bene che distrugge tutte le teorie dei Vangeli, soprattutto quelle sulla crocefissione e resurrezione di Cristo, ebbene, siccome il testo è stato ritrovato in Turchia e ad Ankara è stato posto in un museo apposito e la Turchia DEVE entrare in Europa, un sedicente vangelo avrebbe accontentato islamisti e cristiani(?) 2 piccioni con una fava.....pare, secondo queste fonti che BXVI abbia detto 'Non con me regnante'.....fate vobis, relata refero.......ambasciator non porta pena ah, dimenticavo che si palesava anche la pubblicazione della traduzione di uno dei rotoli del Mar morto che sconfesserebbe tutto il cristianesimo,relegando Cristo al ruolo di falso profeta,insignificante, dando così ragione agli ebrei che ancora attendono il Messia, così Sachsmann, Lehmann and co. potevano fare e disfare in merito allo IOR, non dimenticate che furono bloccati tutti i bancomat vaticani, fatto che costò perdite ingentissime, e che miracolosamente il 1 marzo tornarono a funzionare....sarà vero? Sarà Dan Brawn, a presto sapremo. Anonymous.
RispondiEliminaAnonymous,
RispondiEliminaVoci e segnalazioni che si inseguono da sempre.
La nostra fede è attestata su basi troppo solide per esser messa in discussione da fonti più o meno attendibili, per quanto assurgano a fattori rilevanti per i poteri di volta in volta interessati.
Tra i "frammenti" di Qumran non mancano neppure probabili testi tratti dai vangeli nonché interessanti tracce del messianismo dell'epoca di Cristo (o poco antecedente e successiva). E comunque sono riferibili ad un contesto molto particolare: quello degli Esseni.
Il discorso della Turchia in Europa andrebbe affrontato con molta più consapevolezza e lungimiranza.
Ci sono in ballo fattori di cambiamento epocali e su molti fronti. Occorre conservare i "semi" e continuare a dissodare il terreno, a partire dal nostro...
Grazie per le segnalazioni che allargano conunque l'orizzonte, al di là della loro attendibilità difficilmente verificabile. E la foschia si infittisce.
Anche in relazione ai nuovi sviluppi dello IOR e alle discutibili scelte del vdr...
Quello del Papa emerito è un pastrocchio colossale, che apre la possibilità a un "ex Papa" di richiamarsi in servizio di fronte a un tralignamento effettivo o supposto del Papa subentrato. O di essere semplicemente additato come il vero Papa da parte di chi non accetta quello nuovo. In sostanza, è lo stadio larvale di uno scisma. Ma siamo sicuri che si eviti il problema emanando una bolla con sette sigilli in cui il dimissionario dichiari ufficialmente di tornare cardinale? L'elezione rimarrebbe comunque, idem lo spazio per invalidare a posteriori le dimissioni. Insomma, la soluzione per essere certi di non incorrere in future complicazioni è una sola, e tradizionale: i Papi non si dimettono!
RispondiEliminaAvevo specificato che sull'attendibilità bisogna andarci coi piedi di piombo, però vi si fornivano particolari inediti, di incontri-scontri con i potentissimi Cavalieri di Malta ed altri gruppi legati al famigerato club Bilderberg,c'erano date precise, si parlava di appuntamenti e celebrazioni cui avrebbe dovuto partecipare il Santo Padre e che saltarono senza nessuna spiegazione plausibile....non voglio entrare in merito sui rotoli di Qumran, sulle scemenze varie condite newage su Gesù capo degli Esseni, c'è un'intera bibliografia a riguardo....tornando agli esorcismi su indicati, rilevo che già padre Amorth, in un libro scritto a 4 mani con Rodari, se non erro, aveva,in tempi non sospetti,raccontato di un suo esorcismo particolarmente impegnativo, dove alla fine l'entità aveva dichiarato di essere il capo degli angeli ribelli e che avrebbe fiaccato, sfinito e ridotto molto male quel papa lì in modo particolare, ma non l'avrebbe avuta di vinta, spiegando altresì che era di gran lunga il papa che l'aveva fatto arrabbiare di più, tra l'altro Ratzinger nell'anno sacerdotale,aveva fatto la richiesta di 400 nuovi esorcisti per la Cc.....anni non sospetti, almeno per noi....notare che io non vado dietro alle Conchiglie o ai papi autonominatisi o a coloro che hanno già stilato il programma del vat3.....rumors, ca..ssate? Qualcosa di vero c'è sempre, una cosa è certa, 2 sono le grosse anomalie di questo periodo della storia della chiesa, le inspiegabili dimissioni di BXVI e l'indefinibile comportamento del vdr e qui mi pare siamo tutti d'accordo. Scusate il lungo, qua sembra di stare sull'arca, piove a 'scatafonno....Anonymous.
RispondiEliminaNel'articolo ci si domanda chi ispirerà lo Spirito Santo dei due papi? Non so, l'unica certezza è che i tempi di Dio non sono i nostri e solitamente sono piuttosto lunghi se misurati con i nostri mezzi. Dunque potrebbe anche essere che lo Spirito Santo non intenda ispirare nessuno dei due papi, visto che entrambi non hanno mai voluto disturbarlo parlando con autorità su fede e morale. Lo Spirito Santo non interviene se chi dovrebbe fare il Papa fa tutt'altro. Lo Spirito Santo non si scomoda per delle partite di calcio intereligiose, nè per mandare saluti ai Valdesi, nè per dire le tante idiozie dette in questi 50 anni. Dunque Dio ha l'eternità a disposizione e può anche attendere che questi due cattivi papi lascino questa terra per poi ispirare un Papa secondo il suo Cuore. Staremo a vedere, certo non mi manca Benedetto XVI, che ha creato solo false illusioni e prego Dio che ci liberi del vescovo di Roma Bergoglio convertendolo, in modo che lo si possa chimare Papa Francesco senza avere vergogna e disgusto. Dio può tutto.
RispondiEliminaAnonymous,
RispondiEliminascorci di realtà inquietanti che dicono anche la complessità degli elementi in ballo.
Hai ragione. Sembra di stare sulla'Arca di un difficile attaccamento al Logos - nel connubio di fede e ragione -, in un momento di un diluvio di irrazionale superficialità pressappochismi e sentimentalismi vari. E la dissoluzione, anche nella Chiesa, avanza... E noi continuiamo a "resistere".
... i Papi non si dimettono!
RispondiEliminaproprio così, tanto più che lo stesso card. Ratzinger, negli anni finali di GPII, in quella nota intervista di Bruno Vespa, posta la questione delle possibili dimissioni, disse chiaramente:
"Solo Dio può licenziare il papa"
(cioè ponendo termine alla sua vita).
Dunque chi o che cosa lo ha convinto del contrario?
qualcosa che le cronache dei vaticanisti non possono sondare nè riferire, sicuramente.
Anonymous,
RispondiEliminaLinka i blogs anglofoni, grazie, e poi: a scatfonno ? Che dialetto e', checsignifica esattamente ?
Grazie
Rr
Leggo su Chiesaviva di agosto che , secondo la costituzione, promulgata da Pio XII nel 1945, "de sede apostolica vacante " , paragrafo 99, il Papa NON può dimettersi. Non ho tempo ora per documentarmi . Qualcuno ne sa qualcosa ?
RispondiElimina@ Rr, è un'espressione napoletana insegnatami dai miei amici meridionali, significa diluvia, se la pioggia è leggera si dice schizzitiello schizzitiello....777 ai suoi ordini, qualche espressione carina in lingua sarda? Anonymous.
RispondiEliminaFatima, il sogno di Don Bosco, Il kathecon... mettere i puntini sugli spezzoni frammentati non è solo un esercizio estivo da settimana enigmistica...
RispondiEliminaè l'allenamento quotidiano per scorgere i segni del tempo.
BXVI a mio parere non è solo la mente teologica più profonda del novecento... è anche colui che è stato (misticamente?) in grado di arrivare a capire che, per far esplodere il bubbone diabolico (concilio, mondanità, mammona... ha tanti nomi) che infesta la Chiesa, forse, era necessario che il Kathecon si auto-rimuovesse.
Come il seme gettato che apparentemente muore, come il sacrificio della regina a scacchi. Il diavolo curiale non può essere affrontato con mosse avventate... Kasparov vinse il computer IBM soprendendolo con una strategia (umanamente) senza senso.
Aliosha
E' evidente che Ratzinger sa cose che noi non sappiamo né forse sapremo mai, interessante e condivisibile la tesi di Aliosha....notizie di 1 sola fede? Spero per lui non si tratti della moglie, tiremm'innanz.Lupus et Agnus.
RispondiEliminaCopio incollo il citato par.99
RispondiElimina...
99. Electum vero haeredem et Successorem Nostrum rogamus, ne muneris arduitate deterritus ab eodem subeundo se retrahat, at potius divinae voluntatis consilio humiliter se subiiciat : nam Deus qui imponit onus, manum etiam Ipse supponetene ei ferendo sit impar; is enim qui oneris est auctor, Ipse est administrationis adiutor; et ne sub magnitudine gratiae succumbat infirmus, dabit virtutem qui contulit dignitatem [Leonis XIII Const. Praedecessores Nostri.].
Errore: sul sito della Santa Sede la firma Pius PP XII (anno 1945)
e nell'intestazione PAULUS?
PAULUS EPISCOPUS
SERVUS SERVORUM DEI
AD PERPETUAM REI MEMORIAM
CONSTITUTIO APOSTOLICA
VACANTIS APOSTOLICAE SEDIS*
DE SEDE APOSTOLICA VACANTE ET DE ROMANI PONTIFICIS ELECTIONE
il link:
RispondiEliminahttp://www.vatican.va/holy_father/pius_xii/apost_constitutions/documents/hf_p-xii_apc_19451208_vacantis-apostolicae-sedis_lt.html
@murmex
RispondiEliminaLessi anch'io quella pagina e andai a leggere che ci fosse scritto lì, nulla di tutto ciò.
Nella Costituzione Apostolica 'DE SEDE APOSTOLICA VACANTE' di Sua Santità Papa Pio XII al capitolo VI si parla di 'De iis, quae servanda vel vitanda sunt in electione Romani Pontificis', ovvero di ciò che nell'elezione del Romano Pontefice è da osservare o da evitare in cui è contenuto il paragrafo 99 che recita:
'99. Electum vero haeredem et Successorem Nostrum rogamus, ne muneris arduitate deterritus ab eodem subeundo se retrahat, at potius divinae voluntatis consilio humiliter se subiiciat : nam Deus qui imponit onus, manum etiam Ipse supponetene ei ferendo sit impar; is enim qui oneris est auctor, Ipse est administrationis adiutor; et ne sub magnitudine gratiae succumbat infirmus, dabit virtutem qui contulit dignitatem'
ovvero
Preghiamo che in verità l'eletto erede e Successore Nostro nel succedere non si ritragga, impaurito dall'arduità dell'ufficio ma umilmente soggiacia alla più importante decisione della volontà divina: infatti Iddio, il quale impone il fardello, Lui stesso anche porgendo la mano [...(supponetene)] sia impari(??); Lui infatti che è autore dell'onere, Lui stesso è l'aiuto di governo; ed affinchè l'infermo non soccomba sotto la grandezza della grazia, darà la virtù che conferì la dignità
Nonostante la mia traduzione latina sia un po' impolverata, comunque si dovrebbe comprendere che si sta trattando del momento successivo all'elezione in conclave dell'eletto Sommo Pontefice, in cui si sta chiedendo che l'eletto non si sottragga dall'accettare l'incarico.
Latinista sicuramente saprà correggerrmi la traduzione.
Cara mic,
RispondiEliminanon chiedo "rinforzi", grazie.
Ti ho mandatou un paio email a google. Forse non ti sono arrivate.
a proposito di Matteo 16 18, Gesù riprende una usanza antica . in isaia 22 22 se ne parla "Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide". quando il re si assentava dava la chiave del palazzo al primo ministro che diveniva come altro re, e doveva fare come si sarebbe comportato il re. nel brano di isaia tra l' altro la chiave è la croce che poi sarà posta sulla spalla di Cristo e lascerà una profonda piaga, una delle sette Piaghe. sono cattivo se scrivo : alla faccia di tutti quelli che negano il ministero petrino come alter Christus?
RispondiEliminalo sapevate?? sapevatelo!! :)
RispondiEliminaOT Qualcuno sa come si può fare per incontrare Benedetto XVI? Grazie
RispondiEliminaCaro Marco,
RispondiEliminaNon pensavo tu avessi bisogno di rinforzi. Anzi chapeau! Ho parlato con spontaneità. Comunque il contesto lo valuterai da te :)
Ma quando crediamo fermamente, come tu dimostri a qualcuno servirà.
Ho ripescato le tue mail, tra poco ti rispondo.
91. Quae de praecedentibus electionem et de ipsa electione Romani Pontificis hactenus dicta sunt, haec omnia servanda esse declaramus etiam si contingat vacationem Sedis Apostolicae occurrere per renuntiationem Summi Pontificis.
RispondiEliminaIl caso dell'elezione successiva a rinuncia è espressamente previsto dalla costituzione di Pio XII qui citata
Ma chi ha mai messo in dubbio o discusso l'elezione successiva? Del resto prevista anche dalla dichiarazione di "sede vacante" della rinuncia di Benedetto.
RispondiEliminaIl dilemma sta nelle rinuncia al solo "ministero attivo" (e nei termini più volte ricordati), determinando una situazione anomala e pregna di conseguenze, che andranno valutate da chi ne ha le competenze teologiche e canoniche ma soprattutto magisteriali. Ovvio che come credenti responsabili che si interrogano diciamo la nostra.... Ho parlato forse turco fin qui?