In un articolo apparso sulla Nuova Bussola Quotidiana del 29 luglio scorso [qui], Massimo Introvigne ha celebrato con entusiasmo il gesto teatrale di papa Bergoglio di recarsi a Caserta presso la nuova sede della chiesa evangelica pentecostale della “riconciliazione”. In tale occasione il Papa avrebbe chiesto “perdono” [qui] «per il sostegno che alcuni cattolici italiani diedero alle leggi contro i pentecostali degli anni 1930». Tale gesto “forte” è da inquadrare, secondo Introvigne, in quello sforzo di “purificazione della memoria” inaugurato da Giovanni Paolo II.
Ci risiamo. La kermesse dell’attuale pontificato prosegue provocando sconcerto e disorientamento, se non tra i “cattoliconi” di questo mondo, certamente tra i Santi in paradiso i quali si staranno guardando dubbiosi gli uni con gli altri a cominciare da Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù (suscitata dalla Provvidenza proprio per combattere il protestantesimo), chiedendosi: “ma allora noi per chi abbiamo militato? Per cosa ci siamo sacrificati?”. Pensiamo ad un San Lorenzo da Brindisi, all’epoca soprannominato il “martello dei protestanti”, o a un Sant’Antonio da Padova nelle sue dispute contro i catari, o a un sant’Edmund Champion, anch’egli gesuita martirizzato dai protestanti anglicani in Inghilterra. Staranno facendo anche loro un mea culpa per aver combattuto l’eresia e aver riconquistato anime a Cristo? A questo punto, urge chiarire alcuni punti fondamentali che continuano a sfuggire ad “alcuni” cattolici del terzo millennio.
Innanzitutto non ha alcun senso presentare un formale e del tutto inefficace perdono per delle colpe presunte commesse dalla “Chiesa” nel passato per due ordini di motivi. Primo: la Chiesa in quanto Corpo Mistico di Cristo è immacolata e Santa dunque, impeccabile, giacché è lo stesso Corpo di Cristo il quale non conobbe peccato né bruttura alcuna. Secondo: le colpe, semmai ve ne siano, sono da imputare ai singoli uomini di Chiesa, e non alla Chiesa nella sua totalità. Terzo, negli anni 30’ del secolo scorso, il Timor di Dio era ancora considerato il primo valore a cui la società intera doveva attenersi. Era l’Italia di Pio XI, ed era più che giusto, ieri come oggi, additare l’errore e non solo, ma anche combatterlo e limitarlo quanto più possibile per impedire che le anime dei “piccoli” ne divenissero preda. Non si tendeva la mano all’eresia, ma si esortava l’eretico a convertirsi e a volgersi alla Verità che sola ha il potere di rendere liberi. Le leggi, anche dello Stato, servivano proprio a questo ossia a limitare quanto più possibile il propagarsi dell’errore, giacché secondo i principi della morale naturale prima, e della Fede Cattolica poi, l’errore e la menzogna non hanno alcun diritto nella società! Non ci credete? Pio XII insegna che l'errore «non ha oggettivamente alcun diritto né all'esistenza, né alla propaganda, né all'azione» (Discorso “Ci riesce” del 6 dicembre 1953) [qui]. E dire che lo studioso Introvigne conosce benissimo il Magistero perenne della Chiesa, quello definito e definitivo, quello infallibile, quello messo nero su bianco, quello posto al sicuro da un bell’anatema. Basti pensare all’enciclica Mirari Vos di Gregorio XVI, alla Quanta Cura e al Sillabo del beato Pio IX, alla Libertas di Leone XIII, alla Pascendi di San Pio X, ecc.
Ecco il testo della circolare “incriminata” emessa dal governo Mussolini:
«Esistono in alcune province del regno semplici associazioni di fatto che, sotto la denominazione di pentecostali o pentecostieri o neumatici o tremolanti, attendono a pratiche di culto in riunioni generalmente presiedute da ‘anziani’. Il culto professato dalle anzidette associazioni, non riconosciute a norma dell’articolo 2 della legge 24 giugno 1929, n. 1159, non può ulteriormente essere ammesso nel regno, agli effetti dell’articolo 1 della citata legge, essendo risultato che esso estrinseca e concreta in pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza».Niente di più giusto e di più vero, sostenuto e incentivato anche e soprattutto dalla Santa Sede e dallo stesso Pio XI, il quale aveva a cuore più l’integrità della Fede delle pecorelle a Lui affidate che una unità impossibile con gli eretici impenitenti. Un fascicolo vaticano rivolto al governo Italiano nel 1934 recita:
«Particolare segnalazione meritano i pentecostali o tremolanti. Nelle loro adunanze, gli adepti sono eccitati fino al parossismo, con grande pericolo soprattutto per le donne e i bambini. Per accertarsi basterà inviare un medico psichiatra a fare, senza preavviso e cautamente, un sopralluogo nella loro sede di via Adige 20, in Roma. Gli stessi protestanti non approvano il loro sistema».Dunque, ad essere del tutto coerenti, bisognerebbe chiedere scusa ai pentecostali, non solo per “alcuni” cattolici, ma per lo stesso Pio XI il quale, poverino, bisogna capirlo, era vittima del suo tempo, e con lui tutti i pontefici degli ultimi secoli. Senza dubbio urge una profonda e veritiera purificazione della memoria, giacché il pontificato di Pio XI viene oscurato in una damnatio memoriae per il semplice fatto di aver collaborato col governo Mussolini e per aver ricevuto un generale sostegno dal fascismo e i suoi esponenti. Non dimentichiamo che fu grazie al Concordato del 1929 che la Chiesa e i Papi riacquistarono la libertà perduta in seguito alla presa di Roma nel 1870.
Bisogna aggiungere, inoltre, che la gravità di quanto l’attuale Pontefice ha dichiarato in questo incontro con il pastore evangelico pentecostale Giovanni Traettino, è chiara a chiunque conosca un minimo di teologia cattolica di base. Citiamo qui le parole del Papa riportate sulla Nuova Bussola: «Lo Spirito Santo, fa la diversità nella Chiesa e questa diversità è tanto ricca, tanto bella; ma poi, dopo, lo stesso Spirito Santo fa l’unità. E così la Chiesa è una nella diversità. E per usare una parola bella di un evangelico, che io amo tanto: una diversità riconciliata dallo Spirito Santo». Con queste parole il Papa sta dichiarando in pratica che i pentecostali, formalmente eretici, fanno parte della Chiesa, ossia nonostante la radicale discomunione, nonostante la divergenza nella fede che comporta l’assenza della Carità in quanto virtù teologale, essi sarebbero comunque parte della Chiesa. Questo è semplicemente impossibile, giacché l’essere parte della Chiesa equivale all’essere membro di Cristo, e ciò presuppone l’unità della Fede, ossia il credere ciò che Lui ha rivelato e la Santa Chiesa ci propone a credere come recita l’Atto di Fede. Se manca la Fede, insegna San Tommaso, non può esserci neanche vera Carità. I pentecostali, dunque, essendo eretici, non sono in alcun modo parte della Chiesa, né dunque, possono essere elogiati e tanto meno incoraggiati come una “espressione dello Spirito Santo”. Lo Spirito Santo, che è Dio, non può produrre l’errore, né lo suscita, né lo crea, né, tanto meno, lo crea per dividere la Chiesa e riunirlo poi in essa, attraverso un processo dialettico di tesi-antitesi-sintesi che ricorda lo gnostico solve et coagula (sciogli e riunisci). Se così fosse dovremmo imputare allo Spirito Santo le guerre di religione che hanno insanguinato l’Europa e il mondo per oltre 30 anni e le divisioni che ne sono scaturite per la rovina della Fede e della morale.
Constatiamo con dolore, che l’attuale pontificato è impostato secondo il primato della prassi sulla teoria, dell’iniziativa personale sulla Verità oggettiva. Sembra che esista soltanto l’oggi, l’hic et nunc. Il passato è del tutto marcio o superato in un processo evolutivo che conduce verso un nuovo umanesimo filantropico. Chiediamo, però, agli amici della Nuova Bussola Quotidiana: usate il cervello, e cercate in tutto questo Sturm und Drang bergogliano di non perdere, e di non far perdere agli altri la vera Bussola, che è la Fede Cattolica, Immutabile ed Eterna. La Bussola infatti, per funzionare deve avere questa caratteristica: puntare sempre verso un punto fisso, stabile e immutabile. Qualsiasi sia la mia posizione nello spazio e nel tempo, essa punta sempre in unica direzione che né la storia né la sovversione dei costumi potrà cambiare. Christus heri, hodie et semper.
Giorgio Mariano
Ora è chiaro cosa intendevo quando ho nominato gli arrampicatori sugli specchi come i "normalisti" alla Introvigne & C.
RispondiEliminaLa mia impressione e' che il vdr, come al solito, abbia voluto far di testa sua senza chiedere il parere di nessuno. Cosi' ha buttato giu' di suo pugno un testo che riprendeva, probabilmente, le sciocchezze sulle persecuzioni che gli aveva raccontato il suo "amico" pastore. La curia sara' pure sbrindellata, ma forse a qualcosa potrebbe ancora servire, se interpellata.
RispondiEliminaLa Curia dovrebbe servire anche "a posteriori" dopo svarioni di questa portata, che purtroppo forse sono "voluti"...
RispondiEliminala curia come tutti, sono in qualche misura sorpresi e pertanto immobilizzati, dalla spregiudicatezza e dalla severità di questo papa. ecco perchè nessuno parla. Se lo fa viene fatto fuori.....e coloro che han voglia di esser martirizzati sono veramente pochini pochini pochini....... dai, non diamo alla curia colpe che non ha. sotto BXVI aveva colpe: quelle di frenare l'azione papale attraverso lungaggini burocratiche e ostracismi (si pensi alla disposizione papale verso un'abbazia tedesca.......che in segreteria di Stato si "dimenticarono" di far pervenire agli interessati.....).
RispondiEliminaMa BXVI era mite e lasciava correre. Francesco è rigoroso e severo: se qualcuno osa remargli contro viene subito punito.
Exaedibus
Aggiungo, come ho già scritto altrove, che queste leggi furono sollecitate da parte dei VALDESI.
RispondiEliminaSingole personalità valdesi si dissociarono, ma il giornale ufficiale "LA LUCE" fece, subito prima dell'approvazione di queste leggi, una campagna di stampa in tal senso. Sempre come ho già scritto, molte pratiche pentecostali (anche nella versione "Cattolica"), sono oggettivamente un rischio per l'equilibrio psico-fisico. Debbo riportare nuovamente il giudizio del "tossico" storico delle mie parti?
Analisi storica e politologica ineccepibile. Repetita juvant
RispondiElimina
RispondiEliminaInnanzitutto penso che sia chiaro a tutti, intra et extra muros, che papa Bergoglio fa tutto di testa sua, quando e come lo vuole, che se può e sa ascoltare alla fine decide solo, che difficilmente domanda e, sopratutto, segue l`avviso di chi potrebbe consigliarlo nel caso andasse in senso opposto alla sua volontà, egli finirà comunque per far quel che ha deciso.
Chi lo conosce da tempo sa che quello è il suo modo di agire e di governare - comandare, lo ha sempre fatto.
Jorge Bergoglio non è cambiato e non cambierà, che non sia più vescovo di Baires ma di Roma e Papa, Pastore universale, Vicario di Cristo e Successore di Pietro, a parte qualche piccola concessione alla forma, che non poteva rifiutare, gli ha sopratutto fornito il massimo potere nella Chiesa per realizzare quella che i suoi laudatores chiamano "la rivoluzione di Francesco", se prima era una rivoluzione argentina ora potrà farsi in scala universale, quel che non ha potuto fare in Argentina ora ha l`autorità per farlo e imporlo alla Chiesa tutta.
Almeno questo è quel che aspettano e sperano i suoi più accesi ammiratori, hanno qualche segno che rinforza le loro speranze, vedremo se avranno avuto ragione o torto.
La visita di Caserta è solo un esempio, anche se emblematico, del modo di agire di papa Bergoglio che non ha cambiato una virgola alla sua sedicente visita privata al suo fratello e amico Traettino, messo ai piedi del muro dalla domanda del Vescovo di Cserta è stato costretto, ha dovuto rassegnarsi, ad andare a visitare anche le pecore del suo gregge, ma il suo obiettivo originale era uno e uno solo e lo ha realizzato animando quella visita, tutto salvo che privata, con quelle parole che giustamente hanno suscitato sconcerto presso chi ha ancora qualche neurone cattolico.
RispondiEliminaVorrei ancora dire che lo Spirito Santo, o anche solo lo Spirito, è una delle parole più abusate nella Chiesa da qualche decenni in qua, la usano falsi profeti e cattivi maestri, e i loro seguaci, per "spiegare" le loro invenzioni, le loro fantasie, le loro eresie, è lo spirito santo che li ha ispirati, fanno quel che lo spirito vuole, e poi lo spirito soffia dove vuole, i catechisti onnipotenti di un noto movimento che non vuole essere chiamato movimento sono tali perchè....lo sprito santo parla attraverso di loro.
Ma quei falsi maestri "dimenticano" che lo Spirito Santo è Dio e che non si può, senza conseguenze, strumentalizzare Dio a fini personali per "assouvir" la propria sete di potere, le proprie voglie, i propri progetti sulla Chiesa, per propagare l`errore e trascinare tante persone su quelle false vie.
Resta fermo che andrebbe detto urbi et orbi, da chi ha autorità a dirlo, che quanto il papa ha fatto e detto a Caserta appartiene a Jorge Mario e non a Pietro...
RispondiEliminaJorge comanda, non domanda, sic et simpliciter e come disse uno tanti anni fa, nella CC nessuno ha il coraggio di dire che le cose non vanno.....pensateci un po' su....
RispondiEliminaBisogna essere fiduciosi nel Signore che vede e provvede e quindi si muoverà anche con Papa francesco se lo riterrà opportuno illuminandogli ulteriormente la strada!
RispondiEliminaAmen
Rispondo a quel lettore che si e ci chiede dov'è Pietro, visto che vediamo il 90% di Simone, senza pubblicarlo, ad evitare che i malevoli riprendamo solo il commento senza la mia risposta, tacciando il blog di sedevacantismo.
RispondiEliminaRisposta:
Significa che questo Pietro appartiene alla serie dei papi "inflitti".
Ora io son tutto tranne che fascista, ma quando c'era lui si è fatto il concordato. Lo rinneghi per coerenza...alcuni costituzionalisti famosi ma minoritari nel sostenere questa tesi ritengono che lo stato Vaticano de iure andrebbe all'Italia.
RispondiEliminaI sermoni del papa varrebbero di conseguenza.
Ritengo che c'è evidenza sufficiente di dimostrare che Bergoglio non era eletto validamente secondo il decreto di Paolo V (non ha avuto la fede al tempo di elezione, non ha la fede adesso), e che un libellus accusationis si deve preparare, il Collegio di Cardinali deve ascoltarlo, e i Cardinali devono dichiararlo papa invalidamente eletto...quindi, come Cattolico anche se non dico che la sede è vacante, non dirò più il nome di Papa "Francesco"...
RispondiEliminaRomano
AICI,
RispondiEliminaLa tua battuta finale mi ha fatto ridere. Ma con l'aria che tira..
So che è scorretto modificate un testo e non intendo farlo ancora.
Solo per farti capire...
Prego l'Anonimo che recrimina di non essere pubblicato di leggersi la risposta sopra, che non lo ignora...
RispondiEliminaRomano,
RispondiEliminaDei suoi commenti dovrebbero prendere atto studiosi seri e cardinali che al momento latitano.
Viviamo indubbiamente una situazione tanto anomala quanto inedita.
Possiamo porci interrogativi e anche argomentare per quanto possibile. Ma poi registriamo la nostra impotenza e invochiamo Chi può.
lister,
RispondiEliminase non sbaglio l'ipotesi di cui al primo link, se non ricordo male, è quella della "bufala" pubblicata (e poi ritirata) da Mastino.
Proprio così, mic.
RispondiEliminaGli ho chiesto che fine abbia fatto la "bufala di Caserta" e mi ha risposto che se l'è "magnata".
"Prosit" gli ho augurato io...
Tranquilla Mic, taglia pure
RispondiEliminaR' una settimana che accedo poco ad internet e quindi leggo poco il blog per il fatto che quel poco di libertà che ho la passo al buio in stanza ad odorar l'estate attraverso le persiane. E quel poco che leggo, nel commentare cerco di moderarmi nella quantità e nella s_qualità sia per non crear casini sia perchè soffro un pò a veder che ci dividiamo anche tra di noi. Non credo come dicono alcuni, che ora certi sono passati a le vie legali perchè vedono il loro mondo sbriciolarsi...credo anzi che non vedendoci uniti tirano giù la mazzata finale per annientarci!
Ma la circolare Buffarini-Guidi non è una bufala?? Gli argomenti di Antonio Mastino sembrano decisivi.
RispondiElimina" ritornera' a Caserta il lunedì seguente in visita PRIVATA all'amico ecc.ecc. "
RispondiEliminaSe voleva essere privata : 1) non doveva essere sbandierata , 2) avrebbe dovuto fare come GPII quando voleva andare a sciare senza che alcuno lo sapesse , 3) avrebbe incontrato solo l'amico e i suoi famigliari
ma......non voleva essere privata !
Magister su Settimo Cielo pubblica un'intervista col teologo evangelico Pietro Bolognesi.
RispondiEliminaDomanda: cosa pensa del gesto del Papa?
Risposta:
Al di la” della retorica del perdono mi è sembrato un atto molto superficiale e confuso. non è stata la Chiesa cattolica in quanto tale ma il regime fascista a perseguire i pentecostali”
Questo pensano tutti gli evangelici tranne l'amico del papa, Traettino. che sembra avergli suggerito telefonicamente la cosa (!?).
Nella stessa intervista lo stesso teologo evangelico dice cose da non sottovalutare in ogni caso:
Mentre afferma la Verità di Dio l’Evangelo deve negare la menzogna. Per questo bisogna diffidare di quanti dicono che bisogna essere sempre solo positivi. Con rispetto, si deve dire la verità, anche la sua parte scomoda.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/08/02/
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RispondiEliminaCara Mic.,
RispondiEliminalo dico io che non sono nessuno, che non ho nessuna autorità, ma sono un cristiano e perciò ho l'autorità ed il dovere di Cristiano; quando parla Pietro parla Urbi et Orbi, quando parla Bergoglio come singola persona, parla per se e non per l'Orbe Cattolico.
Perchè, cara maria, anche noi come Cristiani, abbiamo il dovere di farci serntire quando chi deve, sbarella; a quel punto chi ha più autorità? chi parla da Cristiano o chi sbarella?
La Curia parla solo quando ne ha convenienza e nessuno perde la poltrona o la carriera.
Si Mic. Questo Pietro oltre a qualcun altro ci è stato inflitto.
RispondiElimina" Proprio così, mic.
Gli ho chiesto che fine abbia fatto la "bufala di Caserta" e mi ha risposto che se l'è "magnata".
"Prosit" gli ho augurato io..."
Salvo che non tutti se la sono magnata, è ancora leggibile su alcuni siti, fra i quali uno di cui è stato dato il link qui ieri.
Il docvumento che ho visto io non e' su carta intestat, ne' riporta la dat secondo il calendario fascista. Com' e' possibile ?
RispondiEliminaTraettino, pare, fosse del PCI: due piccioni con un fava, dar addosso alla Chiesa cattolica, per il tramite di colui che dovrebbe esserne il Capo, ed attaccare ancora i cattivissimo fascisti. Dei religiosi anche protesatnti VERAMENTE perseguitati dai suoi compagni in URSS e non solo, nessuna parola.
Traettino, comunque, mi sembra un esaltato, poco colto e per nulla preparato teologicamente. Anche tra i pentecostali ci sono persone intelligenti, ed altre stupide.
Poi si dicie: dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei. Ecco, io eviterei di farmi vedere in giro conTraettino, che rima con Schettino.
Rr
Mic,
RispondiEliminacapisco bene che la cosa che dico è una cosa grande, ma se abbiamo la fede dopo tante sofferenze e tante benedizioni, come mai possiamo stare davanti il Signore se non facciamo la confessione di essa davanti gli uomini...
Cioche ho proposto è una confessione di fede in un tempo di crisi....
so bene che è proprio il clero e speciamente i vescovi e cardinali e dottorati per farlo...
ma aggiungo la mia voce, come una voce che grida dal deserto dove quelli che conservano la fede e la carità e la speranza, e che amano la Chiesa come Gesù l'ha fatto e l'ha stabilito...
Preghiamo che il corraggio per confessarla cresce nel gierarchia per compiere cioche si deve compiere per salvare la Chiesa Santa Immacolata, nostra Madre Spirituale e Celeste sulla terra
Romano
un libellus accusationis si deve preparare, il Collegio di Cardinali deve ascoltarlo, e i Cardinali devono dichiararlo papa invalidamente eletto... quindi, come Cattolico anche se non dico che la sede è vacante, non dirò più il nome di Papa "Francesco"...
RispondiEliminaCaro Romano,
condivido la responsabilità di confessare la retta fede.
Quella da lei suggerita è un'azione impegnativa, non solo moralmente e spiritualmente.
1. Intanto perché è un modo di confessare la fede che richiede anche di esser formulato e basato su supporti teologici e canonici che io non ho.
2.Inoltre, richiederebbe un soggetto (personale abbastanza autorevole o collettivo di una certa capacità di presa oltre agli elementi succitati), che al momento non vedo.
Certo che Alleanza Cattolica è caduta proprio in basso. Io me la ricordo negli anni settanta come un baluardo del cattolicesimo. Ora hanno un Presidente (o reggente che dir si voglia) che non sa più come arrampicarsi sui vetri per difendere l’indifendibile. Io rimango allibito verso questi “normalisti” (tra cui ci metto P. Ariel) che ringhiano ferocemente contro teologi, vescovi, cardinali in odor di modernismo ma non hanno il coraggio di fare una, e dico una sola, critica a queste continue uscite disastrose di Bergoglio. Accusano questo blog di veder il pelo nell’uovo in ogni respiro del Papa, di praticare solo “insulti da stadio” verso il Papa e Concilio (almeno secondo P. Ariel) ma loro che vivisezionano ogni sillaba che dice qualche cardinale o vescovo o teologo perché mai non tirano fuori gli attributi quando Bergoglio spara queste cose (e mi trattengo) che vanno contro il buon senso, contro la Chiesa Cattolica e soprattutto contro la Verità? Ritengo Introvigne, P. Livio, Socci (anche se adesso si sta un po’ ricredendo) e anche P. Ariel dei “normalisti” troppo intelligenti per pensare che veramente la gente creda che siano solo i giornali a manipolare il pensiero del Papa. Anche se continuano a dirlo come un disco rotto nemmeno loro ci credono. E’ veramente tutta farina del Papa, è inutile negarlo. E allora perché non parlano chiaro questi signori che una volta difendevano la verità a spada tratta? Di cosa hanno paura? E perché P. Ariel, di solito così polemico, così graffiante, così tosto e direi anche così prolisso nei suoi innumerevoli attacchi verso vari teologi e vescovi di turno non scrive mai, e dico mai, una parola di commento a queste assurde uscite? (e dire che dopo un anno e mezzo di pontificato il materiale da commentare non manca proprio). Qui non si tratta di rispetto o meno verso la persona del Papa. Si può benissimo criticare una frase, un comportamento del Papa con molto rispetto ma con amore della verità. Perché, ed è il mio grido di angoscia, questi “normalisti” di fronte alla figura del Papa girano la schiena alla verità? P. Ariel, essendo sacerdote come me, sa benissimo (almeno che non viva in una campana di vetro), che sono tantissimi i preti scontenti di queste continue uscite (e stanno aumentando sempre di più) e non sono critici per il gusto di criticare ma perché soffrono come viene trattato tutto ciò in cui hanno creduto e credono. Come dicevo tempo addietro sembra veramente di trovarsi in un’altra casa che non è più la propria. Tutto è stato sconvolto, peggio del passaggio di un uragano, ma la colpa non può essere solo data ai vari Enzo Bianchi di turno. Occorre più coraggio da parte di chi può fare qualcosa (anche attraverso gli scritti), occorre più libertà interiore e amore per la libertà, anche se sono due qualità che possono costare molto caro, soprattutto per chi è già famoso. Mi scuso per questo sfogo emotivo, ma quando ce vo’ ce vo’. Non se ne può proprio più di questo stillicidio quotidiano. Don marco
RispondiEliminaIndubbiamente questo blog, per voler dire tanto ma non dire altro "tanto", comincia ad arrancare in affanno, come uno che cammina su un terreno cosparso di uova, ben vicine tra loro, e deciso a non romperne neppure una, calcolando ogni tocco minimo del piede (o sue punte) sul suolo, .......o peggio, in un campo minato, sperando di non far esplodere nulla; per cui la vedo sempre più difficile, finchè forse si sentirà il bisogno di tacere del tutto, (per evitare guai a lettori e più a scrittori...)
RispondiEliminaChe bel grido di amore ! A proposito del latino , mi torna in mente Padre
RispondiEliminaMatteo La Grua che in alcuni momenti della celebrazione della S. Messa si univa al coro degli Angeli in lingue sconosciute !
http://www.cooperatoresveritatis.it/it/la-nuova-messa-del-pane-burro-e-marmellata-e-la-vecchia-messa-da-morto
Don Marco,
RispondiEliminaGrata e felice per il suo intervento, il secondo nel giro di pochi giorni, che mi conforta, soprattutto perché viene da un sacerdote.
La prego di leggere l'articolo che ho programmato per dimani, per il quale la voce di un sacerdote su una questione fondamentale come l'Incarnazione (di questo si tratta) diventa quanto mai necessaria.
Mi ero ripromessa di scriverle via mail e lo farò al più presto.
Un abbraccio in Domino nostro.
... o peggio, in un campo minato, sperando di non far esplodere nulla; per cui la vedo sempre più difficile, finchè forse si sentirà il bisogno di tacere del tutto, (per evitare guai a lettori e più a scrittori...)
RispondiEliminaAnonimo 14:42 che parla di anche di blog in affanno...
si preoccupi del suo di affanno, noi camminiamo spediti. Il terreno sarà davvero minato, la situazione inedita e difficile; ma il Signore ha già vinto :)
Noi continuiamo solo e semplicemente a fare la nostra parte, dal nostro 'posto' e nella nostra situazione, in questa temperie oscura ma ricca di grazie.
Anonimo 14:50
RispondiEliminaIl "dono delle lingue" credo appartenga anche ad alcuni santi. Non meraviglia quel che lei dice di padre La Grua.
Ma non lo vedo confliggere col latino. Spero lei non intendesse questo perché, se non è dato a tutti parlare in lingue, è una gioia e anche un dono e compito della Chiesa universale pregare in Latino.
Socci oggi su Facebook:
RispondiEliminaBERGOGLIO DICE "ARRANGIATEVI!" AI CRISTIANI PERSEGUITATI ?
All'Angelus di stamani papa Bergoglio ha detto: «Girarsi dall'altra parte davanti al povero è un modo educato di dire "arrangiatevi da soli". Ma questo non è da cristiani».
Detto questo Bergoglio ha evitato ogni accenno ai cristiani perseguitati e in particolare a quelli che sono cacciati dall'Iraq in queste ore a causa della loro fede.
Nessun accenno nemmeno all'iniziativa della Cei che ha indetto una giornata di preghiera per i cristiani perseguitati il 15 agosto prossimo.
Stando alle sue stesse parole questo significa: siete perseguitati e cacciati dalle vostre case per la vostra fede cristiana? Arrangiatevi.
Evviva i vescovi italiani !!!!
@ Luisa "Ma quei falsi maestri "dimenticano" che lo Spirito Santo è Dio e che non si può, senza conseguenze, strumentalizzare Dio a fini personali per "assouvir" la propria sete di potere, le proprie voglie, i propri progetti sulla Chiesa, per propagare l`errore e trascinare tante persone su quelle false vie"
RispondiEliminaBrava! Alla faccia dei cattoliconi che usano lo "spirito" come si fa con il "cacio" ...
In certo qual modo è quanto rispose Ratzinger nel 1997 alla domanda:
"È lo Spirito Santo il responsabile dell’elezione del Papa?"
Ed egli, a conforto di quanti -oggi-, rimangono costernati per le parole e i gesti di un papato oserei dire "nuovo", rispose:
«Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto». [quì]
Da ciò ben si comprende quanto rimarcato dalla cara mic riprendendo una frase di San Vincenzo di Lerins:
"... alcuni Papi Dio li dona, altri li tollera, tal altri li infligge."
"Mi scuso per questo sfogo emotivo, ma quando ce vo’ ce vo’."
RispondiEliminaIl suo sfogo, don Marco, è emotivo ma non è slegato dalla ragione e dalla coscienza che la guida e l`illumina, al contrario, è ad esse legato.
È difficile restare insensibili quando la ragione ci dice chiaramente che c`è, per restare semplici, qualcosa che non va, si cerca di restare ragionevoli, pacati, fiduciosi, si vorrebbe esserlo, sempre e comunque, si vorrebbe "tranquillizzare" le emozioni che si fanno sentire, e sono diverse, ma quando gli input che vanno a solleticarle sono sempre più numerosi, diventano incalzanti e invadenti...si fa quel che si può e talvolta non si può tanto, e così quando ce vò, ce vò!
....sa benissimo (almeno che non viva in una campana di vetro), che sono tantissimi i preti scontenti di queste continue uscite (e stanno aumentando sempre di più) e non sono critici per il gusto di criticare ma perché soffrono come viene trattato tutto ciò in cui hanno creduto e credono.
RispondiEliminagrazie don Marco, di averci offerto questo spiraglio di consapevolezza di alcuni buoni sacerdoti, segnalando proprio "sofferenza" e che la si possa esporre (almeno voi sacerdoti) ottenendo per essa il giusto rispetto.
....mi associo al suo sconforto sincero che attende aiuto dall' alto, e mi pare una boccata d'aria pura il suo parlare secondo Verità, senza rispetto umano verso i promotori di confusione, che fa da portavoce per tanti poveri fedeli sbalorditi, che non sanno neppure dire se ciò che vedono è "normale evoluzione" della Chiesa o ben altro, non riuscendo a credere, secondo occhi e orecchie, che i pastori disperdano e ingannino il gregge anzichè guidarlo con amorevole cura ai buoni pascoli. Pare che oggidì alle pecore sbandate sia pure vietato belare o gemendo invocare da chi di dovere l'orientamento nel grande smog. Ci dica lei, che dobbiamo capire ad es. quando Bergoglio afferma che "Cristo è consustanziale alla Madre", o che Gesù (Vangelo di oggi) non ha affatto moltiplicato pani e pesci, ma solo "condiviso" e insegnato che la condivisione fa bastare il pane a tutti (senza far cenno all'Eucaristia rappresentata da quei pani)? purtroppo dalle mie parti i sacerdoti seguono a ruota quella nuova spiegazione del Vangelo, in cui non si nomina più il reale miracolo (tra tanti) operato dalla potenza del Signore....
Mic,
RispondiEliminaNon propongo che Lei propria ascolta il mio proposito...
Spero che i sacerdoti e vesocvi che leggono questo blog, lo ascoltano...
Romano
Pro bono sanctae cadregae omnia licent.......quousque tandem? Dum Dominus redibit.Estote parati, fugit tempus irreparabile...
RispondiEliminaIn risposta ore 15:13 : intendevo dire cio' che intende lei . Null'altro .
RispondiEliminala frattura storica comportata dal protestantesimo, e dal conseguente assolutismo laicista e statolatrico, ha prodotto, agli inizi della modernità, una cesura, tuttora incolmabile, tra le radici cattoliche e medievali dell’Europa moderna e la sua deriva occidentalista. La mancanza di continuità nel processo storico, per via della frattura luterano-illuminista, ha fatto sì che quelli che erano i frutti di civiltà del Cattolicesimo siano stati sradicati dalla loro vitale pianta originaria ed arbitrariamente innestati sul secco tronco dell’umanitarismo. Il millenarismo, sotteso alla modernità protestante, ha reso possibile, ad esempio, la contraffazione liberale, ossia normativista e giuspositivista, del diritto naturale che è stato così pervertito nella concezione dell’origine contrattualista del diritto e delle forme politiche e sociali.
RispondiEliminahttp://www.kelebekler.com/occ/copert01.htm
@anonimo delle 14,42 che genere di guai minacci a lettori e più a scrittori? Sii più chiaro ,così capiremo a cosa ti riferisci.Sapessi in quanti hanno minacciato, incarcerato,torturato ed ammazzato i cattolici nel corso dei secoli senza concludere niente.Finirà anche questa in niente come son finite tutte le altre persecuzioni.Bobo
RispondiEliminaLo dicevo in tempi non sospetti che son tanti i preti, ed ovviamente anche i vescovi, scontenti delle uscite del Papa .Son pochi quelli che ne parlano apertamente per tanti motivi ma il malcontento c'è. Purtroppo Francesco può parlare tutto il tempo di dialogo ed accoglienza ma la verità è che da sempre lui divide il mondo in amici e nemici.Bobo
RispondiEliminaIo ho grande stima di Introvigne. Lo ritengo un uomo di intelligenza e capacità non comuni, tra l'altro in grado di unire il pensiero all'azione e di realizzare i suoi progetti - una cosa che non molti si possono permettere, almeno non con simile efficacia.
RispondiEliminaSulla ragione per cui lui e altri, che come lui hanno combattuto molte battaglie di Benedetto XVI tra le sue file, continuano a difendere ed interpretare in bene parole e atti contrarii di Francesco, di solito a mio giudizio arrampicandosi su uno specchio spalmato di burro, mi sono fatto da tempo un'idea che potrebbe non essere corretta ma mi pare credibile. E l'idea è questa.
Questo Papa li mette a disagio. Se non fosse così credo che non si darebbero tutta questa pena di correggere il tiro. E una ragione delle loro arrampicate può essere proprio questa: correggere il tiro, non lasciare che almeno i loro lettori restino con Francesco "al naturale". Se nel far questo si sforzano di salvare la capra insieme ai cavoli, credo che sia perché la capra in questione è pur sempre il Papa - quello della grazia di stato metafisica, dell'assistenza dello Spirito Santo ecc. ecc., quello che è vicario di Cristo e maestro supremo della Chiesa militante. Io sono convinto che un atteggiamento diverso da parte loro urterebbe la loro sensibilità di cattolici: se il Papa imposta coerentemente tutto il suo magistero in un certo modo, per loro lì dev'esserci giocoforza il bene, e si tratta di trovarlo.
Molti di Voi forse protesteranno che questo scrupolo di obbedienza, o di sottomissione, non è corretto, e che è lecito e giusto criticare anche il Papa in certe occasioni e a certe condizioni. Io non voglio dare ragione né agli uni né agli altri, non intendo ora affrontare questo discorso, e Vi invito a non soffermarvi su questo punto. Voglio solo chiedervi di considerare l'idea che Introvigne e gli altri facciano così per il forte disagio che dà loro un Papa scandaloso, e che per questo vadano più compresi e compatiti che attaccati.
Soprattutto voglio pregarvi di non farvi distrarre, ma di tenere sempre presente l'obiettivo. E l'obiettivo non è buttar giù Bergoglio, ma combattere le battaglie dei nostri tempi, tanto più difficili quanto più ci si divide. Caro Romano, Lei potrà forse aver ragione in teoria, ma in pratica nessuno si prenderà mai la briga di formulare un'accusa formale di quel genere contro Bergoglio. Lasciamo perdere i sogni di deposizione, che non portano da nessuna parte, e continuiamo a combattere. Nonostante Bergoglio.
Ebbene, dato che lo scopo non è abbattere il Papa, Introvigne non combatte forse nello stesso fronte? Siamo in battaglia! Se un alleato non tiene le posizioni che ci sembrerebbero migliori, non si portano le armi contro di lui: è un suicidio!
P. S.:
Pregherei i commentatori di non arrischiarsi a scrivere in latino (inutilmente poi) se non lo padroneggiano. Considerino che i loro eventuali errori espongono i tradizionalisti in generale al ridicolo; e benché per partecipare alla messa antica non ci sia alcun bisogno di conoscere il latino, le ironie dei suoi detrattori di fronte a cose del genere sono fin troppo scontate. Credo che nessuno voglia ottenere questo risultato.
I normalisti come Don Ariel e Introvigne hanno una visione distorta dell'autorità papale, dell'obbedienza e dei suoli limiti. E' necessario rispettare il Papa, anche quello attuale, ma non si può stare in silenzio di fronte agli errori teologici ed eresie che ci vengono propinate. E' necessaria una denuncia forte con nome e cognome evitando però insulti, ripeto, evitando insulti.
RispondiEliminaSoprattutto non si può mettere l'autorità del Papa attuale al di sopra della Tradizione esplicata dai Papi precedenti.
Scusa mic per il ritardo ma mi sono dovuto assentare. Sicuramente leggerò l'articolo che posterai domani e per quanto potrò cercherò di contribuire.
RispondiElimina@ Elisa: quella frase del Papa che Cristo è consustanziale alla Madre è veramente infelice oltre che priva di senso. Da una parte secondo il suo stile Bergoglio non vuole essere mai chiaro è quindi non riesce proprio a dire che Gesù è vero Dio e vero uomo, cioè che in Gesù Cristo ci sono due nature, quella umana e quella divina, e dall'altra parte se uno pensa che abbia usato un termine più moderno per definire la natura umana di Cristo viene subito smentito dalla affermazione che Cristo sarebbe consustanziale alla Madre perché??? Perché SI E' FATTO STORIA(????). Più lontani dal dogma cattolico e più confusi di così si muore. Come non mi stupisce per niente il mancato riferimento (se non addirittura la negazione) al miracolo della moltiplicazione dei pani. Basta leggere il suo decalogo per essere felici (pubblicato sul quotidiano dei vescovi)per capire che il soprannaturale non è proprio il tema forte di questo Papa (!!!). Certo quello che mi preoccupa è che non ci sia un vescovo o un cardinale che si metta in gioco per difendere le verità di fede e fargli notare questi "strafalcioni" teologici. Ma per oggi basta così. Mi sono accorto che sono troppo emotivo e troppo polemico e non è tanto nel mio stile. Anche se purtroppo continuare quasi ogni giorno a sentire determinate cose non fa proprio bene al morale. Alla prossima!! Don Marco
I normalisti come Don Ariel e Introvigne
RispondiEliminaLimitiamo i titoli. Come a me dà alquanto fastidio sentirmi dare del tradiprotestante, così è probabile che al prossimo dia fastidio sentirsi dare del normalista (a meno che non abbia studiato alla Normale di Pisa).
con tutti gli evenimenti dopo l'avvento di Bergoglio, mi ricordo le parole del Signore:
RispondiEliminaQuando il Figlio di uomo ritorna, troverà la Fede sulla terra?
davanti tutte le eresie di Bergoglio, il silenzio della gierarchia forse è la cosa condannata da Gesù con queste parole...
se la Chiesa è silente davanti la negazione della fede, la Fede stessa sparisce...
Romano
Grazie don Marco! Ha pienamente ragione.
RispondiEliminaLuisa e Don Marco,
RispondiEliminail dire che Gesù è consustanziale con la Sua Madre, anche se infelici secondo l'uso del termine oggi, è un uso del termine patristico...infatti c'è almeno un padre della Chiesa che dice lo stesso...ma non ricordo il suo nome...dicendo che tramite l'incarnazione il Figlio divenne consustanziale con Dio e con noi, e così il nostro Mediatore...
Romano
Come siamo suscettibili anonimo delle 20:31.
RispondiEliminaPerchè invece di scriverlo qua' non va a scrivere quel che ha postato nei lidi che ben conosce, dove lo sport preferito è proprio quello di etichettare i veri tradizionalisti da tradiprotestanti? E questo da anni?
Suvvia un po' di serietà.
Un grazie anche da parte mia a Don Marco.
è probabile che al prossimo dia fastidio sentirsi dare del normalista (a meno che non abbia studiato alla Normale di Pisa)
RispondiEliminaConosco qualcuno che anche in quel caso...
@ Romano
RispondiEliminaA dire il vero non lo so se qualche Padre della Chiesa ha usato questo termine per indicare la natura umana di Gesù (cercherò di approfondire l'argomento), ma sta di fatto che è un termine teologico che va usato con le molle. Si è sempre usato per indicare il mistero della SS. Trinità, è sta a indicare che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo pur essendo Tre Persone hanno una sola natura, sono un solo Dio. Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo spirito Santo è Dio. Quando si dice che il Figlio è consustanziale al Padre significa esattamente che il Figlio è esattamente Dio tanto quanto il Padre. Ora ho definito infelice quella frase per due motivi: il primo: definire consustanziale Gesù alla Madre è per lo meno un concetto alquanto ambiguo. Se si vuole usare questo termine in Cristologia (ma io lo preferisco usare solo per la Trinità)occorre affermare che la frase non è totalmente vera teologicamente. Gesù non è consustanziale alla Madre perché è nato da Lei. Si potrebbe affermare che Gesù è consustanziale con ogni uomo perché il Verbo ha assunto la natura umana, cioè Gesù è vero Dio (ha la natura di Dio) ed è vero uomo (cioè ha la natura umana. Ma capisce sig. Romano che questo termine provoca più ambiguità che chiarimenti applicato in questo senso. mi pare molto più semplice dire che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. Semplice, diretto e comprensibile. Ma è soprattutto il secondo punto che non digerisco. Dire che Gesù è consustanziale alla Madre perché si è fatto Storia (si noti, storia non uomo)assomiglia molto più a un concetto panteistico-evolutivo che a un concetto cristiano-cattolico. Mai fino ad ora avevo sentito dire che Gesù si è fatto Storia, è un concetto completamente estraneo alla sana teologia. Purtroppo a non usare più concetti teologici adeguati non solo si manda in confusione tantissimi fedeli ma si rischia di banalizzare e svuotare tante verità di fede per le quali in passato moltissimi cristiani hanno dato la loro vita. Don Marco
Quello della consustanzialità di Maria è una piccola trappola teologica bergogliana. Si tratta di un senso arcaico e platonizzante dell'ousia, usato da S. Leone Magno e nel concilio di Calcedonia (Denz 301-302). Oggi si direbbe connaturale. Non è una eresia, sembra più uno scherzo.
RispondiEliminaLatinista,
RispondiEliminail papa può definirsi maestro supremo quando parla ex cathedra, non nelle interviste a Scalfari o nei sermoncini di santa Marta, che però fanno il giro del mondo.
Solo che quel che dice il papa ha sempre un peso e se è monco o spurio, non basta salvare capra e cavoli con i propri lettori, specialmente se poi a seguirlo a ruota sono i sacerdoti e i media...
Vedremo un esempio domani di quel che comincia a circolare nelle chiese.
Luisa,
RispondiEliminasintomatico che una delle poche cose buone fatte da Roma, peraltro secondaria rispetto a quant'altro succede nella messa, venga accolta con sarcasmo. Le bergogliate, invece, spopolano..
Mi trovo d'accordo in gran parte con Latinista. Molti giornalisti autorevoli si trovano in oggettiva difficoltà davanti a queste esternazioni incredibili di Bergoglio e cercano di salvare il salvabile. Ma fino a quando, mi chiedo, sarà possibile fare questi salti mortali per mantenere l'equilibrio? Però è un dato di fatto oggettivo che almeno loro ci stanno mettendo la faccia, a differenza nostra che usiamo un nick e che ci permettiamo pure di dire ai giornalisti cosa dovrebbero dire o fare.
RispondiEliminaBeh, certi giornalisti, adulatori a prescindere, in alcuni casi, piuttosto che trasformarsi in equilibristi alla ricerca di quel che potrebbe rendere commestibile per un cattolico parole e gesti di un Papa, farebbero meglio, se non a tacere, almeno a trovarsi uno pseudonimo, tanto i loro articoli sono poco credibili e la loro trasformazione strabiliante.
RispondiEliminaE non penso solo a chi ante 13 marzo vomitava sul Papa, e già questo è sintomatico di una situazione anomala, ma a chi per professione si occupa di "cose di Chiesa" e del Papa e che dal 13 marzo in Italia, a parte qualche rarissima eccezione, presenta ogni parola e gesto di Jorge Bergoglio come una meravigliosa occasione di grazia, una splendida novità che solo lui può fare e che mai è stata fatta prima di lui.
Certi peana sono un`offesa innanzitutto all`intelligenza di chi li scrive e poi di chi li legge.
Quelli fatti dopo la visita a Traettino sono solo gli ultimi esempi da incorniciare, prima dei prossimi.
I giornalisti non sono infallibili, non ancora, i loro articoli passano attraverso il filtro delle loro opinioni e simpatie, se la loro capacità di autocritica è spesso vicina a zero, resta intera quella dei loro lettori di far lor capire, con nome e cognome o con un nick da un blog, che non siamo tutti diventati dei consumatori passivi, acritici e beati, ormai allineati al pensiero unico di cui sono i portaparola.
Una considerazione sul fatto che a volte parla Simone, a volte Pietro. Non sono assolutamente d'accordo su questo concetto, mic, per il semplice fatto che Simone non esiste più. Esiste solo Pietro a seguito di investitura divina e reale trasformazione ontologica. Pietro conserva tutti i tratti caratteriali e i limiti di Simone, ma ha in più un surplus di Grazia. Ma bisogna collaborare con la grazia in piena libertà, per cui Pietro poteva scegliere di fuggire da Roma per non essere crocifisso. Dunque, mettiamoci bene in testa che quando Bergoglio parla, sia in veste ufficiale (Magistero) che in veste informale (interviste), sta parlando il Santo Padre Francesco. Voler scindere Simone da Pietro a me sembra una comoda scorciatoia per uscire dall'imbarazzo creatosi da certe esternazioni.
RispondiEliminaPietro impegna la sua infallibità quando parla da Pietro ex cathetra e non da dottore privato, come ricordava Ratzinger- Benddetto XVI a proposito dei suoi libri... Altrettanto dicasi riguardo a interviste et similia.
RispondiEliminaSolo che quel che dice un papa acquista sempre un peso, specie quando amplificato dai media, quindi non dovrebbe essere costuito né da slogan né da frasi ad effetto.
In ogni caso, quanto non impegna l'infallibilità può essere criticato col dovuto rispetto, soprattutto in una situazione di confusione e disorientamento come questa.
Io credo che tale problema sia al momento molto serio: se si critica quello che il Papa dice in modo informale si è accusati di essere fuori dalla Chiesa, e magari scattano le epurazioni dalle radio cattoliche, però nessuno si prende la briga di analizzare la portata di certe affermazioni di Bergoglio. Se si possono criticare con il dovuto rispetto, perché non interviene nessun vescovo o cardinale? Se da un lato vi è la situazione "ex cattedra" in cui impegna la propria infallibilità, dall'altro c'è il Magistero ordinario a cui ogni fedele deve prestare il rispettoso ossequio e l'obbedienza. Anche in quel caso, è sempre Pietro che parla. E che succede se in questo contesto Pietro dice cose che non si sono mai sentite prima? Facciamo finta di non aver sentito per concentrarci sulle altre tante cose cattoliche che il Papa dice? Io questo problema me lo pongo, come mi chiedo per quale motivo un Papa debba scrivere libri o concedere interviste. Egli deve parlare per atti ufficiali in virtù dell'altro ministero che ricopre, e che non può in alcun modo essere sdoppiato. E' questa una delle sofferenze e croci di questo compito, il non poter fare ciò che si desidera per fare la volontà di Dio. E' un martirio incruento che spetta a tutti coloro che prendono decisioni definitive davanti a Dio. Dunque non spetta a me, semplice fedele, capire quando parla Simone (criticabile) e quando parla Pietro (non criticabile se voglio considerarmi ancora nella Chiesa), perché per me parla sempre e solo il Papa. E' come se un padre di famiglia dicesse: "Fin quando sto con voi, moglie e figli, sono un padre, ma quando esco di qua non lo sono più". Non ha senso una cosa del genere. Gradirei conoscere l'opinione di Latinista.
RispondiEliminalungi da me l'offendere qualcuno. Non ho impiegato il termine "normalista" in senso offensivo, ma solo come termine indicante il pensiero di coloro che ritengono gli atti ed i gesti di Papa Bergoglio in continuità con la dottrina della Chiesa cattolica.
RispondiEliminaTutto qui.
E' come impiegare il termine ateisti per coloro che non credono all'esistenza di un Dio personale. Non c'è offesa, ma solo la costatazione di un dato di fatto.
Sono loro che affermano a chiare lettere di considerare gesti, azioni e scritti di Papa Bergoglio e dei Papi del post-concilio in perfetta continuità con la dottrina cattolica espressa dal Magistero. Questo è quello che si intende con "normalismo". Né più, né meno. In questa definizione loro stessi si riconoscono, per cui dove sta l'insulto?
Io non mi offendo affatto che i "normalisti" non mi considerino cattolico, ma tradi-protestante. Dal loro punto di vista li posso comprendere, ma non giustificare.
E' il loro punto di vista ad essere errato.
Il criticare il loro punto di vista non vuol dire lanciare offese che devono essere sempre bandite in un contesto civile. Considero il "normalismo" una ideologia sbagliata come ad esempio l'ideologia di chi pensa che la terra sia piatta, che gli UFO esistano davvero, ecc...
Ripeto che a nessuno è lecito offendere questo tipo di persone che seguono queste ideologie.
Ritengo però che sia lecito e anche doveroso per un cattolico combattere ideologie sbagliate con argomenti e senza insulti con nome e cognome, fosse anche quello del Papa (a maggior ragione quello del Papa).
Oltre ad essere razionalmente ridicolo, il "normalismo" è molto più pericoloso dello stesso modernismo visto che fiacca ogni tentativo di resistenza e psicologicamente distruttivo visto che fiacca l'uso della ragione costretta a trovare l'interpretazione più assurda possibile per togliere la contraddizione tra testi opposti.
Il "normalismo" è l'arma più potente che il "modernismo" possa avere per distruggere la dottrina cattolica bella sua bellezza, nella sua razionalità, nella sua certezza, nella sua pace spirituale che dà.
il "normalismo" è una ideologia che va anche contro il rispetto del'autorità del Papa, che in apparenza cerca di difendere. Di fronte ad un'evidente discontinuità il cattolico ha il dovere di dire anche al Papa che c'è discontinuità. Se poi questa discontinuità è pericolosa per le anime, allora il cattolico ha il dovere della denuncia pubblica con nome e cognome.
Il "normalismo" è la bomba atomica del modernismo in definitiva.
Texor,
RispondiEliminail Suo discorso mi sembra ragionevole, ma non ho la competenza né per confermarlo né per confutarlo. Posso solo esprimere appunto la mia opinione, l'opinione di chi cerca di capire come stanno le cose con l'aiuto dei proprii mezzi e di chi ne sa più di lui.
La mia idea è che non si possa liquidare tutto o quasi come parola di Simone. Le omelie di S. Marta, con tutti i limiti che avranno, sono omelie del Papa. Con certe interviste magari è diverso, perché son filtrate (da Scalfari poi...). Ma in generale il modo di esprimersi di Francesco non è convenzionale. Mic ha parlato di "magistero liquido". Ebbene, ormai è chiaro che questo ci tocca. Non è l'unico strappo alla forma che il Papa si concede. E come - che so - la sua benedizione non è meno valida se la dà senza il paramento consueto, così i suoi insegnamenti non sono né meno suoi né meno insegnamenti se non sono espressi nelle forme consuete.
Se questo è il magistero del Papa, la Chiesa insegna che i cattolici devono aderirvi con religioso ossequio della volontà e dell'intelligenza. Che significa fare uno sforzo per superare le proprie opinioni contrarie. Se a un cattolico sembra che qualcosa non torni, la prima ipotesi che deve considerare è che abbia torto lui. Che senso ha se no quella regola di S. Ignazio che dice di credere nero ciò che si vede bianco, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica?
Questo è ciò che fa chi si sforza di trovare il buono nel magistero papale. Io sono dell'idea che lo sforzo sia considerevole, e che anche loro siano in qualche misura a disagio con questo Papa; ma bene o male riescono a trovare un equilibrio, beati loro, e a comportarsi nel modo formalmente più corretto e in effetti anche più tradizionale.
Non a tutti però riesce questo sforzo di adesione - se pure lo si fa. Il disagio di chi non riesce a conciliare il magistero attuale con quello precedente è particolarmente forte.
Alcuni concludono rifiutando il Papa e considerandolo illegittimo: in un'ottica cattolica, per quanto posso giudicare io, mi sembra una posizione francamente pericolosa e sconsigliabile.
Altri riconoscono il Papa come tale, ma non il magistero. Un po' come mettere il Papa tra parentesi: c'è ma quasi non conta (be', se non per i danni che fa ;)). Sbaglierò, ma credo che sia solo un tentativo di eludere il problema almeno in parte.
Posto che il magistero attuale esiste; e posto che l'incompatibilità col precedente ci sia davvero - perché io la vedo, ma potrei pur sempre sbagliarmi; credo che ci sia un problema molto serio. Qualcosa si è inceppato, un nodo è venuto al pettine. C'è una lacerante aporia nella dottrina della Chiesa, una dottrina pre e una dottrina post, e la dottrina post è più probabilmente quella che non va.
Quello che più mi inquieta è che così devono aver pensato tutti gli scismatici della storia.
Rr04 agosto 2014 22:48
RispondiEliminaLatinista, gli scismatici della Storia divergevano dal Megistero riaffermato dal Pontefice in carica.
Qui abbiamo un Pontefice in carica(?) che diverge dal Magistero, molto, ma molto di più di quanto non abbiano fatto i suoi predecessori post CVII. Questi , eventualmente, si richiamavano al Concilio, lui manco a quello nelle sue esternazioni.
Rr
Rr,
RispondiEliminapurtroppo non è così semplice. Faccio un paio di esempi oggi più noti, ma se ne potrebbero fare tanti altri.
Il Filioque fu davvero aggiunto dai latini, tra l'altro dopo un bel po' di resistenze da parte di Roma.
L'infallibilità del Papa fu davvero una novità sancita dal Vaticano I, mai sentita prima di Pio IX.
In entrambi i casi ci fu chi non accettò l'innovazione e si separò.
Ora, io non voglio dire che queste innovazioni non fossero giustificate dalla nota dinamica di interpretazione ed esplicitazione di dottrine già implicitamente presenti nelle Scritture. Intendo solo dire che chi si separò - persone che, scommetto, erano in buona parte più preparate di noi - era convinta in buona fede che a discostarsi insanabilmente dalla dottrina perenne fossero quel Papa, quel concilio, quella novità introdotta allora.
Ecco, è pari pari quello che sembra a noi nella situazione di oggi. Noi ne siamo convinti, in buona fede. Ma il fatto che lo fossero anche quegli scismatici mi inquieta.
Ringrazio Latinista per le sue considerazioni, che condivido. L'aporia è palese e palpabile. Ho letto per intero l'intervento del Papa dai pentecostali e mi sto sforzando di dire a me stesso di aver capito male e che lui volesse dire tutt'altro. La colpa, cioè, è mia, in quanto ignorantello, testardone e chiuso mentalmente, ma se già un'altra persona ha le stesse perplessità, e se le persone diventano 10, 100, 1000 ... ma allora cosa sta succedendo? Perché non si fa chiarezza? Ascoltando quelle parole potrei aver capito che essere pentecostali, ortodossi, luterani ecc. è bello quanto essere cattolici, che l'importante è essere cristiani, non importa la confessione di appartenenza. Anzi, questa diversità sarebbe un dono dello Spirito. Poi mi metto a pensare alla realtà dei fatti e dico che l'unica Chiesa che esiste da sempre è quella cattolica, ed è fondata su Pietro. Su questa roccia si infranse il primo tsunami dello scisma d'Oriente (1054) dopo che per ben 1000 avemmo una sola Chiesa come voluto da Nostro Signore. Solo dopo 500 anni ci fu la Riforma Protestante, che produsse un'infinità di guerre in tutta Europa. Il Concilio di Trento rispose con impareggiabile chiarezza e con una serie impressionante di anatemi, i quali sono tuttora vincolanti per ogni cattolico. Ora, io posso anche dire di avere interpretato male il pensiero di Francesco, ma su quale testo storico devo andare a studiare per approfondire e superare la mia ignoranza? Forse ho avuto un altro tipo di abbaglio, e cioè posso pensare che il Papa abbia voluto fare un discorso solo per l'ecumenismo e quindi "avvicinare" i lontani. In quel contesto specifico, cioè, era necessario parlare in quel modo per gettare dei ponti. In realtà, però, il Papa pensa che l'unica vera Chiesa, voluta da Cristo, sia quella cattolica e che quando si parla di unità nella diversità si fa riferimento ai carismi presenti nella Chiesa Cattolica. Ma se è vero questo, per quale motivo non si è rispettato il carisma dei Francescani dell'Immacolata di pregare in latino e alzarsi di notte? Queste domande non mi vengono per uno spirito polemico, ma per capire, perché non esiste né la Chiesa di Bergoglio, né quella di Ratzinger, né di Giovanni Paolo II, ma l'unica Chiesa Cattolica, dentro la quale sono nato e morirò, senza alcuna etichetta, tradizionalista o progressista che dir si voglia.
RispondiEliminaBuonasera. A proposito di quel che discuteva con altri lettori Latinista, mi viene da pensare: la strada non è quella di "ridimensionare",storicizzandolo,il dogma dell'infallibilità papale.Ed esatta, e provvidenziale, è la precisazione di latinista:"Ora, io non voglio dire che queste innovazioni non fossero giustificate dalla nota dinamica di interpretazione ed esplicitazione di dottrine già implicitamente presenti nelle Scritture".Benissimo. Però,non può essere trascurata una differenza.Qui non si tratterebbe di una "novità". Qui si tratterebbe,invece, dui una dottrina, quella della Chiesa "non già Una", "non già Cattolica", ma in qualche in modo, la cui unità e cattolicità è da raggiungere, in fieri, che CONTRADDICE un precedente insegnamento dottrinario certo e definito (addirittura ricompreso nel Credo). Insegnamenti papali (solidi, liquidi, gassosi che siano), va detto e ripetuto fino alla noia, oportune et importune,pubblicamente dati in una riunione acattolica, e posti tra i "discorsi" del Santo padre sul sito ufficiale,affermano tesi che dobbiamo scegliere come definire, una buona volta!Dire che le DIFFERENZE (tra Cattolici e protestanti-pentecostali) sono i "CARISMI" di cui parla San Paolo,sono dunque "diversità" e non "divisione", è dunque una condizione (il "poliedro")data dallo Spirito Santo (che invece non vuole la "sfera", cioè l'uniformità: il teologo evangelico "amato molto" e citato dal Papa, addirittura arriva- così secondo A.Gnocchi su riscossa cristiana- a dire che l'uniformità è "peccato contro lo Spirito Santo"...)è insegnamento errato,avuto riguardo alla Dottrina della Chiesa, oppure no? Se si legge la Mortalium Animos, direi proprio di si!! Allora la vera domanda è: la Mortalium Animos, quando parla di "pancristianesimo" e di "errore", e di illiceità di queste "riunioni" e/o "unioni" contro la fede unica della Chiesa Cattolica, è o non è Magistero vincolante e irreformabile della Chiesa Cattolica??Abbiamo bisogno, noi ignoranti fedeli cattolici, di avere risposte serie e coraggiose, su questi punti cardine del discorso!!!PER FAVORE!!Un caro saluto in G.C.N.S.
RispondiElimina
RispondiEliminaIn questo senso va intesa la nota affermazione di S. Paolo: "Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!" (Gal. 1, 8). Si notino le parole "noi stessi": esse designano la stessa autorità magisteriale da cui i Galati hanno ricevuto l'insegnamento. Quindi, se il Papa insegna qualcosa di diverso da quello che la Chiesa ha sempre creduto, tale insegnamento, qualunque forma assuma, non ha alcun valore. I sudditi, inoltre, hanno il diritto e il dovere di contestarli, anche il pubblico, quando esista il problema dello scandalo. Tale è la dottrina di tutti i maggiori teologi. Quindi non si tema. L'analogia con l'atteggiamento degli eretici è solo apparente e su tale apparenza giocano i cosiddetti "normalisti" per scoraggiare i cattolici dal denunciare la situazione ed agire di conseguenza. L'eretico rigetta ciò che è definito (nel senso di infallibilmente insegnato). Il cattolico fedele alla Tradizione (ma io preferisco definirlo cattolico tout-court) rigetta, al contrario, ciò che è incompatibile con ciò che è definito.
Non facciamoci imbrogliare da chi, in buona o in mala fede, confonde le nozioni di obbedienza, di rivelazione, di eresia, per indurci ad abbandonare la buona battaglia, proprio nel momento in cui il contributo di ciascuno di noi è indispensabile.
"Innanzitutto non ha alcun senso presentare un formale e del tutto inefficace perdono per delle colpe presunte commesse dalla “Chiesa” nel passato per due ordini di motivi...".
RispondiEliminaVeramente non ha nessuno senso, ma questo atto in Caserta, è stato di un modernista riformista, come già diceva la rivista "La Civiltà Cattolica" nel articolo "Il modernismo riformista" di 1908:
"Nè perchè facciano parte della Chiesa gli uomini, siano semplici fedeli, siano pastori, perdono punto o l'una o l'altra proprietà loro intrinseca, onde vanno soggetti ad abusi o certo a deficienze, e restano quindi bisognosi sempre ed insieme sempre capaci di perfezionamento o di riforme. Ma questo elemento umano, così mutevole ed imperfetto, che va unito all'elemento divino, costante e immutabile nella Chiesa, non va però mai con esso confuso, nè mai lo altera per abusi nè per riforme lo modifica, bensì mantenendolo fra abusi e riforme immutato, ne comprova col fatto stesso della sua storia la natura e l'origine diversa, cioè divina.Ora nel confondere l'uno e l'altro elemento pecca anzitutto il modernismo riformista: esso chiamacrisi della Chiesa, abusi e disordini della Chiesa quelli che sono nella Chiesa; e con ciò perverte il concetto della Chiesa stessa e ne rinnega l'origine e la vitalità divina, attribuendo a lei, alla sua essenza, al suo governo o costituzione essenziale gli abusi che sono proprii dei suoi membri infermi, con la conseguente necessità delle riforme. La Chiesa, in quanto società divina, quale uscì dalle mani di Cristo fondatore, non ha nè può avere macchia nè ruga nè altra imperfezione siffatta. Con lei è Cristo, maestro e autore della santità, fino alla consumazione dei secoli; e Cristo la preserva dalla corruzione della colpa come dal traviamento dell'errore, e così intatta egli la guida, fra la pestilenza del secolo e le torbide vicende della storia, serbandola sempre giovine e fiorente per le sponsalizie eterne.Quindi pure il corpo intero della Chiesa non è, nè può dirsi mai contaminato da abusi, nè che mai li approvi o li fomenti. Perchè, siccome scriveva al nostro proposito S. Agostino, «la Chiesa di Dio, così posta fra molta paglia e molta zizzania, molte cose tollera; ma quelle che sono contro la fede o la vita buona non approva, nè tace, nè fa» [1].A tale distinzione, elementare ma vitalissima, non ponendo mente il modernista, e talora anzi positivamente irridendola, egli si accosta, o peggio entra innanzi, agli eretici tutti dei secoli andati, nominatamente al protestante della pseudo—riforma del secolo decimosesto, al giansenista del decimosettimo, al filosofo e libertino del decimottavo, al liberale del decimonono. Tutti costoro infatti sono concordi a gridar tralignata la Chiesa per gli abusi di alcuni suoi figli, bisognosa quindi d'essere svecchiata o riformata a loro capriccio sotto l'uno o l'altro pretesto; sebbene per alcuni il pretesto è la necessità di ricondurla indietro alla semplicità dei primi secoli, alla sublime povertà delle catacombe — e il maligno aggiunge con sarcasmo, alla paglia di Betlem — per altri è il bisogno di sospingerla innanzi, a seconda della corrente impetuosa dei tempi, di ringiovanirla nella freschezza perenne del progresso; perchè, fatta piacente al secolo, stringa con lui il nuovo connubio.Fra questo doppio intento ondeggiano appunto i seguaci del modernismo riformista; e se discordano tra loro, ciò è solo nell'apparenza o in qualche proposito secondario: il principio onde muovono ad accusare la Chiesa stessa per gli abusi veri o supposti di alcuni suoi figli, è uno in tutti: lo spirito del mondo e il disamore della Chiesa. Quindi uno è pure in tutti l'esito finale: il pervertimento, non la riforma. http://progettobarruel.comlu.com/novita/11/modernismo_riformista.html
Caro Latinista, non mi riferivo a scismatici, ma ad eretici.
RispondiEliminaE come ilfuocohadaardere mi riferivo, implicitamente,s dogmi " di base" del Cattolicesimo, come appunto quelli che costituiscono il Credo.
Rr