Il prossimo 2 ottobre, presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi in Roma, è organizzata una Conferenza Internazionale sul tema PIO XII E LA SECONDA GUERRA MONDIALE: EVENTI, IPOTESI E NOVITÁ DAGLI ARCHIVI.
La Conferenza si propone di essere un’occasione d’incontro e di dibattito fra studiosi ed esperti di varia provenienza, per condividere studi e riflessioni sul pontificato di Pio XII durante la seconda guerra mondiale, concentrando l’analisi su temi fondamentali come la diplomazia vaticana nella seconda guerra mondiale, la chiesa cattolica durante la guerra, il ruolo degli Alleati, la Shoah e l’impegno della Santa Sede Sede Apostolica per la salvezza degli ebrei.
In allegato, il programma completo della giornata di studi.
Ipotesi e novità? Quali? Ogni serio storico sa da almeno più di trenta anni che tutto il fango che fu tirato contro Pio XII e' solo fango e nulla di più, prodotto dalla intera lobby comunista e da parte di quella ebraica. Ma non tutti gli ebrei hanno o avevano una opinione negativa. I morsi delle due tenaglie si sono serrati e chi ne ha fatto le spese e' stato il processo di beatificazione che è andato molto per le lunghe, troppo. Anche perché in Vaticano si è' prestato troppo ascolto alle sirene che cantavano da una certa parte ebraica.
RispondiEliminaMelloni, Riccardi, Tornielli...per i De Matteis, Tosatti e Socci evidentemente non c'e' posto..
RispondiEliminaA me puzza molto, moltissimo...Non vorrei fosse come l' articolo pubblicato ed il convegno su PIO X " riformatore".
RispondiEliminaRr
@ Rr: al di la' di chi hanno invitato, se la loro ricostruzione storica sarà fedele ai fatti e non alle ideologie, perché dobbiamo sospettare? Solo qualche semi infermo di mente può credere ancora alle menzogne che sono state dette e scritte su Pio XII. L'importante è che non ripetano la tiritera dei comunisti secondo i quali Pio XII era nemico dei lavoratori e degli ebrei.
RispondiEliminaConcordo con Alessandro Mirabelli.
RispondiEliminaSe riportano i fatti e non le interpretazioni ideologiche...tutto sta in quel " se". Conoscendo i relatori, a pensar male faccio peccato, ma magari ci azzecco.
RispondiEliminaRr
PS: per es. Non c'e' nessuna relazione che parli del Rabbino capo di Roma Zolli che si converti al Cattolicesimo, assumendo proprio il nome Eugenio da battezzato.
A me sembra che il processo di canonizzazione di papa Pacelli farà la fine di quello di Merry del Val, avviato proprio da Pio XII e mai giunto a conclusione, perché nel frattempo i modernisti si erano impadroiniti del ponte di comando della barca di Pietro (con Roncalli, Montini e il CV II). I "loro" papi tutti canonizzati, santi subito (buoni e bravi), i preconciliari abbandonati nell'oblio, una vera e propria "damnatio memoriae"-Ma Dio vede e provvede, non dubitiamo, Lui separa il buon grano dalla zizzania e non usa certamente criteri modernisti.
RispondiElimina@ Cattolico: il processo di beatificazione di san Roberto Bellarmino duro trecento anni, grazie alla opposizione della Francia. Che fretta c'è?
RispondiElimina1. Mi permetto, quale organizzatore della Conferenza, di fare alcune osservazioni a ciò che ho letto.
RispondiElimina2. Gli storici non si pongono il problema di beatificare questo o quello. Questo è un problema dei teologi, e non va confuso con l'analisi storica. Non a caso, chiunque abbia avuto accesso (come me) a una (o a più di una) causa di beatificazione, sa bene che anche la Chiesa cattolica è molto rigida su questa necessaria distinzione concettuale. Quindi la posizione storica è una cosa; quella teologica ben altra.
Come storico io non propongo beatificazioni ma, nel caso di Pacelli, di cui conosco le carte della Causa e molte altre carte, posso dire che su di lui il bilancio storico e storiografico è del tutto positivo (se qualcuno fosse stato più attento, si sarebbe accorto che questo ho dichiarato tempo fa al corriere della Sera). Forse si poteva fare meglio o di più, ma questa è altra cosa. Pacelli non fu né un Papa antisemita né un Papa indifferente alla Shoah. Su questo non ci piove.
3. Dubito fortemente che alcuni di voi conoscano i nomi che ho invitato; dubito che ne ne abbiano letto la produzione storiografica. Chi ha letto i libri di Andrea Riccardi? Chi ha letto gli editoriali di Anna Foa (studiosa ebrea) sull'Osservatore Romano? Chi ha letto Andrea Tornielli? Eppure quest'ultimo ha scritto quella che al momento è la biografia più documentata di Pio XII. E non è certo un atto di accusa contro questo Papa! Lo so perché quel libro l'ho letto capitolo per capitolo vari mesi pria che uscisse.
4. Direi quindi di essere cauti e di aspettare. Consiglierei intanto di non perdervi i prossimi due numeri di Avvenir (1 e 2 ottobre), in cui si parlerà della Conferenza in modo documentato. Naturalmente chi, potendo vuole venire ad assistere alla Conferenza, è il benvenuto, dato che il simposio sarà aperto anche al pubblico.
5.La conferenza farà il punto della situazione sulle nostre conoscenze storiche. Sarà introdotta dall'ex Vicerettore della Sorbona, che m'invitò nel 2012 a un simposio analogo a Parigi sullo stesso tema. Riprenderemo da lì il racconto per dirci quali sono le nostre nuove conoscenze e che cosa potrebbe emergere dalla prossima apertura delle carte di Pio XII, che si sta preparando in Vaticano.
6. La Conferenza è stata concepita come un'occasione di confronto fra studiosi di diversa provenienza. Non è una crociata (e lo dico anche da Delegato internazionale del Vaticano). Chi temesse attacchi inconsulti a Pio XII è sulla cattiva strada, dato che l'approccio sarà scientifico e dato che il confronto fra diverse idee, che pure ci sarà, prescinderà da qualsiasi sbalzo umorale.
Matteo Luigi Napolitano
Ho letto con interesse l'intervento del prof. Napolitano. Correttamente egli afferma che in Vaticano si ha ben presente la distinzione fra ambito storico ed ambito teologico nei processi di beatificazione. E sta bene. Però a questo punto vorrei chiedere a qualche organismo che sta in Vaticano perché la causa di Pio XII e' stata ed è particolarmente rallentata. Se non ostavano motivi storici per procedere alla beatificazione, come afferma il prof. Napolitano, ne devo dedurre che l'aspetto teologico della figura di Pio XII non convinceva qualcuno, forse più di uno, al di la' delle mura leonine. Bisogna tenere presente poi che quanto descritto dal prof. Napolitano e' una sorta di mondo ideale perché purtroppo la realtà e' un po' diversa. Ricordiamoci che il processo di beatificazione di S. Roberto Bellarmino fu molto accidentato perché in Vaticano si presto ascolto' per troppo tempo (quasi tre secoli) al veto francese. Fu Pio XI che si decise a non tenerne più conto e a procedere alla beatificazione. Ho avuto l'impressione che nel passato fu la parte vaticana ad essere sensibile, troppo sensibile, (mi riferisco a S. Giovanni Paolo II), alle critiche che provenivano da una parte del mondo ebraico. Quanto al libro del dr. Tornielli, egli è e rimane un giornalista, non uno storico. E come tutti i giornalisti risente del suo mondo e del metodo che quel mondo usa, che è appunto un giornalistico. Nessuno fra gli storici si sentirebbe di dare una patente di scientificità alla storia d'Italia scritta da Montanelli, pur rimanendo Montanelli un giornalista che ha fatto scuola.
RispondiEliminaRiprendo la parola per dire che le considerazioni di Mirabelli, che ringrazio, prestano il fianco ad alcuni rilievi.
RispondiEliminaa) In primo luogo, il bilancio positivo della "Positio" storica di Pio XII non implica, di per sé, che egli debba essere beatificato. Occorre, come dicevo, un "quid" aggiuntivo che solo i teologi, e non gli storici, possono stabilire. Per questo il mio compito è limitato a quello che, come storico, posso appurare e affermare (lo faccio anche oggi su Avvenire)
b) Quando si parla del "mondo ebraico" non si ha presente che esso non è una monade, ma è assai variegato. Fermo restando che un ebreo non può occuparsi di beatificazioni (così come un cattolico non può dire a Yad Vashem chi dichiarare Giusto tra le Nazioni), è un dato di fatto che la visione ebraica sul mondo cattolico è assai articolata. Non tutti vogliono ostacolare la causa di beatificazione di Pio XII; anzi, la maggioranza del mondo ebraico ritiene non sia affare ebraico, anche perché chi si oppone alla beatificazione lo fa sulla base di considerazioni storiche ormai superate. Poi, nella mia esperienza, mi è toccato anche vedere un mondo ebraico "beatificatore" di grandi figure cattoliche. Qundo era Rabbino Capo di Roma, Elio Toaff presiedette una riunione in Rabbinato per indurre il Vaticano ad avviare la causa di beatificazione di Giovanni Palatucci.
c) Quanto al libro di Tornielli (autore col quale io stesso ho scritto due libri), io dubito, caro Mirabelli, che Lei lo abbia letto. E lo dico sia da storico, sia da "pre-lettore" di quel volume, sia da profondo conoscitore dei giornalisti che scrivono di Storia (ho letto tutto Montanelli, per esempio). Quando non ci si sofferma solo a chiedere la patente (giornalista/accademico) a chi si legge, vengono fuori molte sorprese. Il libro di Tornielli su Pio XII per esempio, come l'altro su Paolo VI, è pieno zeppo di fonti primarie archivistiche. Peraltro, proprio la base della ricerca è la "Positio storica" della Causa di beatificazione.
E poi, caro Mirabelli, io sono pronto a presentarle della gente che, pur avendo la patente di accademico, non ha mai svolto ricerca in vita sua. Ma questa è un'altra cosa.
Il fatto non è quando arriverà il momento giusto che la Chiesa canonizzerà Papa Pacelli? ma quando arriverà un Papa (magari tra tre secoli come per San Roberto Bellarmino) che riportera allo stato naturale (cioè, rivisiterà su richiesta, la canonizzazione dei papi conciliari,) e non trovando le virtù eroiche, eliminerà dal martirologio questi papi e li ridurrà allo stato normale come tutti i Papi, eliminando l'aureola, e farà Santi i Veri Papi, perchè prima o poi arriverà un Papa Santo che ripareggerà la verità. E' stato detto in un commento, San Bellarmino ha aspettato 300 anni per essere definito santo, e magari fra trecento anni tutta la Chiesa di Cristo sarà ripulita da questa zizzania. Cristo aspetta il tempo della mietitura per dividere il buon grano dalla zizzania; il giorno e l'ora non sono ancora giunti, giungeranno, perchè il Buon Dio non lascia nessuna opera a metà. Certo noi non vedremo (forse) di nuovo la chiesa terrena splendente come nei tempi passati, così come Mosè non vide la terra promessa.
RispondiEliminaRingrazio il prof. Napolitano per i suoi interventi.
RispondiEliminaRicordo di aver ascoltato Anna Foa in interventi equilbrati sul dialogo ebraico cristiano. E anche in relazione alle vicende della comunità romana sul caso Zolli.
Su un autore ebreo e Pio XII richiamo questo link
http://www.nostreradici.it/PioXII-Dalintx.htm
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RispondiEliminaA quanto ricordo, Anna Foa, storica dell'età moderna alla «Sapienza» di Roma e autrice di un volume sugli «Ebrei e l'Europa», pur non riuscendo a parlare di perdono a proposito della shoah, sulla memoria storica dell'assurdo evento sostiene di parlare più da laica che da ebrea, e al perdono oppone con nettezza la categoria della «elaborazione del lutto.
Quanto meno è un modo per uscire dal riproporsi martellante di una colpevolizzazione inestinguibile nei confronti del "resto del mondo".
RispondiEliminaRingrazio per l'intervento ma sul punto b avrei qualche dubbio:
RispondiEliminaMa è un fatto che sia stato "impressionato" dalle pressioni che gli sono arrivate da ambienti ebraici contrari alla beatificazione. E quasi a riprova di questa sua tesi, il gesuita ricorda la "scandalosa" targa che accompagna la foto di Pio XII nel museo dello Yad Vashem.
Repubblica 2009