Pagine fisse in evidenza

giovedì 23 ottobre 2014

Duri rilievi del vescovo Aillet sul Sinodo

Riprendo da MiL questa notizia che segnala un'altra voce di un vescovo non tradizionalista ma fedele al Depositum fidei cui il Sinodo sulla famiglia clamorosamente attenta. Si tratta di Mons. Marc Aillet, vescovo di Bayonne. Affermazioni, le sue, che gli fanno onore e che corrispondono al sensus fidelium di molti credenti ancora non sviati dalle derive conciliariste.
Fonte: Riposte catholique [qui]:

 - Cosa ce ne pensa del Sinodo?
 Vorrei iniziare con un aspetto negativo. Una relazione del Sinodo, piuttosto che restare uno strumento interno per guidare la riflessione dei gruppi di lavoro, è stata inopportunamente rilasciata a metà del percorso. Le sue formule, pur se potevano essere generose, erano pericolose e piene di ambiguità. Hanno logicamente prestato il fianco ad un incendio dei media che hanno creduto che la Chiesa ammettesse le coppie dello stesso sesso e l'accesso ai sacramenti ai divorziati risposati. Ognuno si è creduto obbligato a lanciare la sua strofetta sul tema. Ora sarà difficile recuperare questo pasticcio nell'opinione pubblica.

- Lei è severo con i media ...
Io sono severo con il grano da macinare regalato ai media. Si è dato a persone che mal comprendono la Chiesa, che si basano sul solo criterio dell'evoluzione dei costumi, un testo incompiuto che esse hanno preso per moneta sonante. Le lobbies hanno fatto pressione, pesato sulle nostre riflessioni e messo l'accento su due aspetti propri della cultura più che altro occidentale, edonistica e individualistica: i divorziati risposati e l'unione di persone dello stesso sesso.
La nostra comunicazione, la dobbiamo curare. Era meglio non pubblicare nulla e attendere la fine del sinodo; così è da principianti. Detto questo, il Papa ha dato atto delle vivaci discussioni che hanno attraversato l'Assemblea sinodale, affermando che esse sono sane, il che dimostra che la parola è stata libera e costruttiva.

- Nonostante questo errore di comunicazione, l'esito del Sinodo è positivo o negativo?
Sono rimasto deluso di non trovare il grande tesoro dell'insegnamento di Giovanni Paolo II sulla famiglia. Anche se è menzionato nella relazione finale, non si ha l'impressione che la teologia del corpo, risultato di una capacità intellettuale e di una esperienza pastorale straordinarie, sia messa a disposizione delle famiglie.
Questo è un peccato perché questa teologia, oggi riscoperta da giovani coppie che non provengono necessariamente dal 'serraglio', offre un potente aiuto per le relazioni interpersonali, per il linguaggio del corpo, per la relazione intima, fonte di felicità tra relazione sessuale e apertura alla vita, l'amore coniugale e la procreazione.

- Cosa pensa del discorso finale del papa che ha biasimato "tradizionalisti" come "progressista"? 
Questa opposizione dialettica in cui il mondo ci chiude funziona come una trappola. Sembra che non si possa uscire da questa contrapposizione tra dottrina e pastorale. Tra ciò che è vero e ciò che è misericordia. E' quasi come se non si potesse uscire da questa contrapposizione tra legge e libertà se non con un compromesso che conduca a "un accordo di essere in disaccordo" - per riprendere la formula del Papa rivolto ai vescovi dell'Asia.
Certo, il percorso di cresta è difficile da trovare, ma manca una terza via. Che tuttavia è stata brillantemente spiegata da Giovanni Paolo II in Veritatis Splendor, e ha servito da luce per Familiaris Consortio e Evangelium Vitae e anche al Catechismo della Chiesa cattolica nella sua parte morale. Infatti, egli dice che la verità sul matrimonio, sull'amore coniugale e sulla famiglia, non è in origine una norma esterna che viene imposta alla libertà dell'uomo come un fardello pesante da sopportare, e inserita in una cultura del peccato. Invece, essa è iscritta nel cuore dell'uomo, come un innato senso della bellezza, bontà e verità.
La verità morale che brilla nel Verbo incarnato non è solo un'idea, un ideale da raggiungere: essa è già presente nell'intenzione. L'uomo ha bisogno di principi per illuminare il suo cammino e questa strada porta molto meglio di quanto si pensi alle realtà concrete sul terreno. Si tratta di una misericordia che non mortifica la capacità di ogni uomo a raggiungere la perfezione, anche se vive situazioni difficili, e che presenta la legge come un percorso di crescita. [...]

14 commenti:

  1. Confortante Aillet.
    E invece eccone un altro, di presule apostata...
    http://www.lastampa.it/2014/10/14/italia/cronache/monsignor-mogavero-unioni-civili-fra-gay-nessun-ostacolo-VA9elGyozxGZ68c4I5hVFL/pagina.html
    Mai, dico mai, avrei pensato che si arrivasse a questo.
    humilitas

    RispondiElimina
  2. Que Mic me permette de reprendre ici le commentaire que j'ai fait sur MiL à propos de cette interview :


    La publication de la “Relatio” à mi-parcours, “erro di comunicazione” ?
    Il n’y a que Mgr Aillet à le penser.
    Ne s'agissait-il pas plutôt d'un ballon d'essai destiné à préparer l’opinion publique aux évolutions futures ?
    Évolutions déjà partiellement acquises, puisque, lui-même le reconnaît, “Ora sarà difficile recuperare questo pasticcio nell'opinione pubblica”.
    Alors, “così è da principianti”…
    Vraiment ?
    Naïf cet évêque de Bayonne qui n’a pas encore compris qu’il a affaire à des stratèges plus expérimentés que lui…

    RispondiElimina
  3. Mah, se qualcuno di voi avesse visto l'ultima puntata di Ballarò, c'era il Mogavero che propalava le sue idee e Ferrara,udite udite, che gli ha fatto delle critiche e cioè che dovrebbe diffondere il Vangelo, non queste frescacce......dove si va con questa gente, che un ateo'devoto' debba dire ad un prete di fare il prete secondo dottrina....

    RispondiElimina
  4. Raoul,
    naif, o prudente, molto prudente ? Se non erro, , Monsignor Aillet e' stato consacrato vescovo da BXVI, e non da molti anni. Mi pare che operi bene, e che la sua diocesi sia una felice eccezione in Francia.
    Meglio non rischiare commissariamenti, sembrare ingenuo, e continuare una proficua missione.
    Rr

    RispondiElimina
  5. Leggete anche questo articolo su un vescovo che non le manda a dire..

    http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-37096/

    RispondiElimina
  6. La maggioranza qualificata al Sinedrio sulla Famiglia:

    http://opportuneimportune.blogspot.gr/2014/10/la-maggioranza-qualificata-sceglie.html

    RispondiElimina
  7. Humilitas,
    prendo l'ultima frase dell'intervista di Mogavero alla Stampa al tuo link

    Mog.: "Dio non discrimina nessuno e allarga il banchetto della salvezza oltre ogni limite. Nessuno può dire a un gay che è fuori dalle nostre comunità. O che la sua unione lo esclude dalla Chiesa».

    di nuovo, la falsità.
    Dio e la Chiesa hanno sempre accolto gli omosessuali. Domandando a loro come a tutti gli altri la conversione e il ravvedimento dalle opere morte, tra cui gli atti omosessuali e quindi il loro particolare di fornicazione sodomitica.
    A tutti è chiesta la santificazione.

    Oggi invece si dice cambia tutto adesso.
    In più infatti viene detto che è accolta la coppia gay. "la sua unione non lo esclude dalla Chiesa"

    Quando la coppia gay va a confessarsi dunque per accedere alla Comunione, la sodomia praticata non pare più un peccato da confessare ed emendare per accere all'Eucarestia, o a quello che ne rimane.

    Quindi bisogna postulare anche che le S. Scritture NON sono più valide.

    RispondiElimina
  8. Josh,
    vorrei capire perche' allora un paio di omosessuali possono continuare tranquillamente ad avere rapporti sessuali senza essere in peccato mortale, e due giovani eterosessuali si, se hanno rapporti extra-matrimoniali. Cioe' il sesto comndamento non esiste più per loro, o anche per gli altri ? e quando comincia ad essere sesso autorizzato perché tra "adulti" ?
    E se il sesto comandamento non esiste piu, il quinto, il settimo, ma soprattutto il primo, esistono ancora ?
    Ma perche non fanno " outing" e ci liberano della loro presenza ?
    Rr

    RispondiElimina
  9. Rosa, te lo spiegano meglio loro:-))

    http://www.famigliacristiana.it/articolo/sinodo-il-magistro-puo-cambiare.aspx

    la seguente poi è impagabile:

    http://www.papalepapale.com/develop/loracolo-di-chietibruno-forte-io-progressistacredo-la-chiesa-una-e-glocal/

    beh poi cosa pretendi, i comandamenti non esistono più, è tutta Misericordia.

    Dovrebbero andarsene Out, realmente.

    RispondiElimina
  10. Aillet è neocatecumenale

    RispondiElimina
  11. Non mi risulta sia dichiaratamente neocatecumenale. Di certo si è lasciato irretire dalle sirene della Domus Galileae. Sta di fatto che non disdegna le comunità e c'è una spiccata propensione da parte sua verso i movimenti.
    Non lo avevo sottolineato perché in questa battaglia è un alleato, che si colloca tra i "conservatori".
    Ma lo ritengo uno dei molti vescovi "double face".

    Lo stesso Muller sappiamo bene quando disprezzasse la Tradizione, mettendo in campo il concilio come superdogma...

    Qualcosa però sta cambiando. Non so fino a che punto e in che direzione. Ma credo che la "resistenza" alle innovazioni selvagge e rivoluzionarie sia più estesa di quanto pensassero. Facendo poi la "tara" tra le varie posizioni molto differenziate.

    RispondiElimina
  12. È dichiaratamente neocatecumenale, ha fatto parte di una comunità Neocat fino a dopo l'ordinazione episcopale

    RispondiElimina
  13. E' possibile che qualche alto prelato, in Curia, vedendosi scavalcato e criticato pesantemente a mezzo stampa da colleghi che magari ritiene, atorto o a ragione, meno di lui ( meno in tanti sensi, meno intelligenti o colti o educati o ricchi o signori...) si sia avvicinato a posizioni " conservatrici", se non "tradizionali" per puro spirito di rivalsa. Altri, di fronte a chissà quali comportamenti che a noi semplici mortali non e' dato conoscere, hanno forse riscoperto la sana dottrina. Altri, magari i neocat, mi sembrano preferire famiglie numerose, il che farebbe escludere che amino
    chi una famiglia sua non l' avra' mai perché ha scelto una strada " diversa".
    Le vie del Signore sono infinite e, grazie a Lui, non tutte portano a S.Marta.
    Rr
    PS: non facciamo troppo i puristi in una situazione come questa. Per altro, se dalla S.Sede non arriva una condanna esplicita dei neocat, e' magari difficile per un vescovo starne lontano

    RispondiElimina
  14. La Santa Sede, per il principio dell'inclusivismo non condanna nessuno, tranne che i FI, troppo cripto-lefebvriani.
    Poi, stranamente, sembra che per lo stesso principio, possano entrare i lefebvriani autentici...

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.