Si anima di ulteriori nuove pagine "la storia infinita" del Sinodo. Segue la dichiarazione di padre Joseph Fessio, gesuita fondatore della casa editrice Ignatius Press, che ha pubblicato il libro con le tesi dei cinque cardinali che smontano la relazione di apertura del card. Kasper [qui].
Roma. Ma chi mai ha attaccato il Papa! Noi abbiamo criticato le tesi di Kasper, il che è un po’ diverso, dice al Foglio padre Joseph Fessio, gesuita fondatore della casa editrice Ignatius Press, che pochi giorni prima dell’apertura del Sinodo aveva mandato in stampa un libro dal titolo Remaining in the Truth of Christ, tradotto in italiano in Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella chiesa cattolica (Cantagalli). Cinque cardinali, professori e vescovi che smontavano la relazione teologica tenuta da Walter Kasper in sede concistoriale. Il porporato tedesco se l’era presa male, aveva definito quel libro un’opera contro il Papa, che aveva sposato appieno le sue tesi. “Il libro non contiene in alcun modo tesi contro il Papa, ma contiene – ed è questo che si riprometteva di fare – una revisione scientifica completa delle proposte controverse fatte dal cardinale Kasper. Il suo discorso è durato due ore (molto tedesco!) e ha molte cose di grande valore. Tuttavia, alla fine ha fatto due proposte concrete. E c’è stata una reazione negativa molto forte in concistoro da parte di molti cardinali rispettati”, osserva padre Fessio S.I., che per la tesi di dottorato a Ratisbona ebbe l’allora professor Joseph Ratzinger come relatore. “Non è dunque una sorpresa che quando la presentazione del testo di Kasper è diventata pubblica (nonostante la segretezza richiesta ai partecipanti del concistoro), diversi cardinali e molti altri abbiano deciso che ci dovesse essere una risposta pubblica. Lo stesso Kasper – aggiunge – ha detto di non aver proposto una soluzione definitiva, ma piuttosto, dopo aver ricevuto l’approvazione del Papa, di aver posto alcune domande e aver offerto considerazioni per eventuali risposte”.
Ebbene, “in tre dei libri da noi pubblicati, abbiamo presentato risposte ben documentate e argomentate alla proposta. Precisamente ciò che aveva chiesto il cardinale Kasper. Il cardinale Carlo Caffarra, qualche giorno fa, ha detto che il Papa ha chiesto un dibattito, “e un dibattito c’è solo se non parla uno soltanto”. A giudizio del fondatore della Ignatius Press, “vi è una sproporzione tra i giudizi espressi sulla proposta di Kasper. Sono a conoscenza di almeno dieci cardinali che hanno criticato pubblicamente la proposta del presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, e solo uno (il cardinale Reinhard Marx) che l’ha pubblicamente appoggiata. Certamente la sua proposta può essere definita una ventata d’aria. Ma se l’aria sia fresca o malsana, questo è precisamente l’oggetto del dibattito in corso”.
Quel che ha teorizzato Kasper, prosegue padre Fessio, non è nulla di nuovo: “Aveva già proposto la stessa cosa in una lettera pastorale scritta in Germania nel 1993. Solo che all’epoca fu respinta con decisione dal cardinale Ratzinger, allora prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, con l’approvazione di Papa Giovanni Paolo II. Kasper – aggiunge il nostro interlocutore – ha anche preso pubblicamente le distanze da Ratzinger sulla Dominus Iesus, con Giovanni Paolo II che diede pieno appoggio al documento”. “Non trovo inusuale – spiega – che molti cattolici intelligenti, inclusi molti cardinali, trovino gli argomenti di Ratzinger più convincenti di quelli di Kasper”. E comunque, dice padre Fessio, quello del riaccostamento alla comunione dei divorziati risposati “è certamente un tema minore se si considera il numero delle famiglie cattoliche che potrebbero essere ricomprese in questa fattispecie. Il chiaro intento del Sinodo è un altro, e cioè di affrontare una più vasta, significativa e pressante questione: la difficoltà di comunicare e di vivere profondamente la bellezza dell’impegnativo insegnamento di Cristo sul matrimonio e la famiglia in una cultura ormai decristianizzata, secolarizzata, consumista, edonista e individualista che ha le radici in occidente, ma è stata esportata ovunque nel mondo”. E comunque, bisognerà aspettare cosa dirà il Papa, la sua decisione finale, che non arriverà prima della conclusione del Sinodo ordinario del prossimo anno. Proprio padre Joseph Fessio S.I. ha ipotizzato che Francesco abbia mandato Kasper in avanscoperta, tentando di “scuotere il nido di calabroni”. “La mia era sottile ironia. Io credo che il Papa voglia una discussione franca e aperta. Così ho suggerito, con un po’ d’ironia, che forse abbia intenzionalmente voluto scuotere il nido”. Poi si vedrà.
© FOGLIO QUOTIDIANO
formalmente le proposte di Kasper sono farina del suo sacco. Formalmente. Poi che tali proposte le condivida al 100% pure il papa (che ha chiamato Kasper per questo motivo se avrebbe chiamato altri) è un altro discorso. Poveri noi.
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RispondiEliminaPadre Fessio non può ovviamente dire ciò che diplomazia richiede di tacere; né ci si aspetta che lo dica ore rotundo coinvolgendo così nelle proprie affermazioni anche altri eminenti autori del saggio testé pubblicato.
RispondiEliminaMa il lettore sa benissimo che Kasper è solo uno dei vari pupi cui la Santità di Nostro Signore il Papa si è degnata di dare preciso incarico di farle da portavoce, da megafono.
Prima Bergoglio aveva sponsorizzato Kasper dal balcone del Palazzo Apostolico in occasione di un Angelus domenicale. Poi Kasper ha affermato che quel che scrive nel suo libello è approvato dal Papa. Poi il Papa blinda il Sinodo e infine, quando si accorge che le tesi che egli voleva fossero approvate non piacciono alla maggioranza dell'Episcopato, cambia d'autorità i relatori, perché formulino l'atto finale da sottoporgli nei termini che egli vuole, o quantomeno in modo sufficientemente ambiguo da consentir poi di estrapolarne un senso coerente con quello ch'egli fortissimamente vuole.
Diciamo pure che padre Fessio confuta Kasper per buona creanza, ma il messaggio era per Bergoglio, che proprio per questo sta rivelando un autoritarismo degno di Paolo VI nel portare avanti le proprie idee con ogni mezzo.
Poi quand'è ora di apparire in pubblico o farsi il giro in Piazza San Pietro sulla campagnola bianca, è tutto un sorriso e un volemose bene.
Altro che Sodalitium Pianum: i metodi adottati oggi per l'epurazione dei refrattari ricordano quelli di Stalin.
Un appunto fuori tema ma utile a pulire la mente dinnanzi a troppo "smog teologico":
RispondiEliminahttp://traditioliturgica.blogspot.it/2014/10/la-bellezza-nella-liturgia.html
Vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire. In moltissime occasioni Gesu' si mostra estremamente partecipe delle sofferenze delle persone. Autorevole al massimo grado, ma anche pieno di misericordia, come nel caso della donna che vogliono lapidare. Anche lui si sentiva in un "ospedale da campo". Orbene, lo stesso Gesu'non si limita a dichiarare illecito il ripudio della moglie, il che appare facilmente condivisibile, ma afferma che l'unione con la ripudiata ( che potrebbe essere del tutto innocente ) costituisce adulterio. Evidentemente aveva un concetto altissimo della sacralita' del matrimonio. Mi chiedo come Kasper e gli altri possano bypassare questa precisa indicazione del Vangelo. Non penso che K. abbia motivazioni abiette; pero' vorrei capire quale risorsa di "mens subtilis" puo' accampare in proposito.
RispondiEliminaLa risorsa della mens subtilis di Kasper e' presto detta. Lui ha respirato le tossine teologiche del protestantesimo e ne è' rimasto intossicato. Per i protestanti il matrimonio, la confessione non sono neppure sacramenti.
RispondiEliminaTossine teologiche che sono dei veleni. Gira e rigira il nuovo Testamento, una sola può essere l'interpretazione che da esso si ricava circa il matrimonio. E' e rimane indissolubile, se canonicamente valido, rato e consumato. E' la durezza del cuore di tutto il mondo protestante e dell'Ortodossia che cerca di scarnificare, di svuotare, la parola di Cristo. Questa e' la stagione dei saldi e degli sconti dottrinali e teologici, dove ciò che viene chiarito dal Vangelo e' invece interpretato, ad uso e consumo dei desideri sessuali.
RispondiEliminaNon dimentichiamo che Fessio sottolinea un dato molto rivelatore e significativo dell'attuale cambiamento di rotta (pur nella continuità conciliarista che ha assunto la sua espressione più accentuata) :
RispondiEliminaKasper “Aveva già proposto la stessa cosa in una lettera pastorale scritta in Germania nel 1993. Solo che all’epoca fu respinta con decisione dal cardinale Ratzinger, allora prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, con l’approvazione di Papa Giovanni Paolo II.
Prova evidente che siamo ben oltre quanto persino i predecessori pos-conciliari hanno detto e fatto, che non viene tenuto in alcun conto. Anzi...