ieri ho avuto il piacere di assistere alla presentazione, da parte dell'Autore, del libro di Danilo Quinto, L'Europa tra Sodoma e Gomorra. Un viaggio nel continente senza Dio, Ed. arkadia, 2014 - Euro 15.
È avvenuto presso il Priorato di Albano della FSSPX, nell'ambito di una Giornata comunitaria - iniziata con la Santa Messa del mattino, ricca di diversi momenti significativi, terminata nel pomeriggio con la Benedizione Eucaristica - che merita un discorso a parte che farò quanto prima.
Personalmente sono rimasta molto edificata dalle parole dell'Autore che, oltre ad esprimersi con parresìa sui temi caldi della realtà ecclesiale e civile del momento, ha dato anche una toccante testimonianza di fede che, a partire dalla sua nota conversione, lo ha proiettato in una dimensione e contesti nuovi e segna per forza di cose anche il suo impegno civile, che mi auguro possa trovare ulteriori sbocchi con la piena utilizzazione dei suoi indubbi talenti umani e professionali.
Non mancherà occasione per aggiungere del mio sui contenuti del libro, anche perché spero che i nostri comuni obiettivi possano portarci ad integrare le reciproche attività.
Però ora, nell'invitarvi all'acquisto e alla lettura del pregevolissimo testo, preferisco introdurlo con la splendida prefazione - che potete leggere di seguito - dell'indimenticabile Mario Palmaro, che molto manca a tutti noi e alla causa che portava avanti con grande passione e competenza. Egli è sempre "dei nostri", oltre che con la sua grande eredità di studioso e di credente, anche nella Comunione dei Santi, con la sua intercessione per noi Chiesa militante. Sì, perché mai come in questi tempi e contesti davvero oscuri e forieri di svolte decisive, la Chiesa ha bisogno di soldati per difenderla contro gli infedeli e gli eretici [qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui]. I link proposti sono numerosi, ma contengono buona parte di quanto si è imposto alla nostra attenzione riguardo a ciò che si muove intorno al problema anche oltre i confini nazionali.
Ormai la lotta è un corpo a corpo, perché gli opposti schieramenti sembrano sempre più polarizzarsi, senza più maschere o ingannevoli mimetizzazioni, che hanno consentito al "mondo" e al suo principe di penetrare dove non avrebbe mai dovuto.
E noi, sorretti dal non praevalebunt, da tutte le promesse del Signore e dalla Sua Presenza che non verrà mai meno fino alla fine dei tempi, esprimiamo la nostra consapevolezza che uno dei fronti caldi e ineludibili della battaglia è quello dell'educazione e dunque della scuola [qui].
I veri cattolici, non quelli che si definiscono tali e poi promuovono leggi contrarie ai valori non negoziabili, dovrebbero farsene carico con urgente energia e determinazione, facendo convergere tutte le forze sane ancora in campo in un forte impegno comune in questo senso. In ogni diocesi, guidata da un vero pastore, iniziative del genere dovrebbero esser promosse e supportate in uno degli ambiti di attività pastorale [qui]. Ma credo sia inutile illudersi, con l'aria che tira.
Dovremo approfondire, ma soprattutto operare. Il "come" non mancherà di delinearsi se le buone volontà in campo sapranno superare i troppi personalismi e le strane distonie che purtroppo costellano la galassia composita di coloro che amano e sostengono la Tradizione perenne.
Maria Guarini
Stralcio dal I Capitolo, pagg. 18 e 19 :Il filosofo ceco Jan Patočka: «Occorre qualcosa di fondamentalmente non tecnico, non unicamente strumentale, occorre un'etica evidente a se stessa, non dettata dalle circostanze, una morale incondizionata. la morale non esiste per far funzionare la società, ma semplicemente perché l'uomo sia uomo».
[...] Egli scrive in Platone e l'Europa: ... «Si parla continuamente dell'Europa in senso politico, ma si tralascia la questione di sapere che cosa sia esattamente e da dove sia nata. Sentiamo parlare d'integrazione dell'Europa. Ma l'Europa è dunque qualcosa che possa essere integrata? Si tratta di un concetto geografico o puramente politico? No, e se vogliamo affrontare la questione della nostra situazione presente, dobbiamo innanzitutto comprendere che l'Europa è un concetto che si basa su fondamenti spirituali».
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Prefazione
EUROPA: IL MALE ASSOLUTO E LA SPERANZA
Secondo il racconto biblico, Sodoma e Gomorra sono le due città simbolo di perversione morale letteralmente incenerite per volontà di Dio. La caratteristica di questi luoghi di perdizione è la diffusione totalizzante del male: non vi si trovò infatti nemmeno un piccolo numero di giusti che, da soli, avrebbero risparmiato la tremenda punizione divina. Sodoma e Gomorra sono il simbolo del male assoluto, dell'impenitenza finale, della ribellione irriducibile a Dio e alla sua legge. Anticipazione dell'Inferno in questo mondo.
Veramente l'Europa attuale può essere paragonata a qualche cosa di così spaventoso? Danilo Quinto dimostra in questo libro, con argomentazioni lucide e documentate, che il paragone è del tutto legittimo. Si tratta di un giudizio obiettivamente sconvolgente, che lascerà perplessi non pochi contemporanei, abituati al linguaggio flautato e rassicurante del politicamente corretto. E non mi sto riferendo solo a coloro che lavorano a favore di questo progetto di devastazione morale, indaffarati a costruire un mondo nuovo, nel quale i criteri di vero e di buono siano capovolti. Mi riferisco anche a tante persone sensibili ai cosiddetti valori non negoziabili, a individui o istituzioni che dovrebbero opporsi a questa dissoluzione valoriale. Proprio queste persone e queste istituzioni, sempre più spesso, assumono la posa degli struzzi: non vogliono vedere in faccia la realtà e detestano coloro che forniscono diagnosi infauste sul mondo moderno. Ne deriva uno scenario falsato, una specie di "mondo incantato", nel quale il Nemico distrugge e coloro che dovrebbero contrastarlo restano impassibili e non reagiscono.
Danilo Quinto ha il merito di infrangere questo incantesimo sciagurato. Gli strumenti che utilizza rendono questo libro prezioso e gli dovrebbero assicurare l'attenzione onesta anche dei critici o degli avversari.
In primo luogo, Quinto usa un italiano elegante e pulito. Non è poco in un panorama intossicato dall'ambiguità della parola e, di conseguenza, dalla confusione del pensiero. Inoltre, egli colloca il suo ragionamento sempre dentro una visione che definirei classica, ancorata alle più nobili radici della nostra civiltà: il mondo greco e latino, la rivelazione cristiana, la cultura medioevale, la parte più sana della filosofia occidentale. In fondo, la prima forma di distruzione di una civiltà si chiama amnesia, cioè dimenticanza del proprio passato, della propria storia, dei propri antenati. Questa Europa che oggi abbiamo davanti ai nostri occhi si è condannata a cancellare il ricordo delle sue origini e non c'è da meravigliarsi che essa si sia trasformata in un mostro irriconoscibile e senza identità.
In terzo luogo, Danilo Quinto sfugge alla banalità del già detto, proponendo una spiegazione dei fenomeni originale e assai profonda. Prendiamo il tema della dittatura del relativismo: denunciare che questa Europa sia ormai preda di questo feroce totalitarismo sarebbe, oggi, perfino banale. Chi può infatti negare che ormai l'unica verità accettata nel territorio dell'Unione Europea sia che "non ci sono verità"? Chi può negare che la Chiesa cattolica è ormai l'unica agenzia educativa che deve essere messa a tacere perché "pretende" di affermare la verità contro l'errore e la menzogna? I fatti sono sotto i nostri occhi. Ma perché siamo giunti a questo livello spaventoso di relativismo? Danilo Quinto ce lo spiega, evocando in chiave critica il ruolo giocato in senso soggettivista dal protestantesimo di Martin Lutero e ricollegandosi alla trasformazione dello Stato in senso illuminista e immanente, fenomeni che costruiscono le basi della secolarizzazione contemporanea. L'intreccio fra dimensione politica e religiosa, fra autorità mondana e autorità religiosa, fra etica pubblica e dottrina, tra mondanità e visione soprannaturale, costituisce la miglior conferma della prospettiva autenticamente cattolica, e dunque razionale, nella quale si muove l'autore. È una visione tradizionale e antimoderna, che rifiuta la comoda scorciatoia della separazione dei piani, della sterilizzazione nel campo del mondo della dimensione teologica. Danilo Quinto riprende in modo originale, attualizzandola, la felice intuizione di Carl Smith sulla inevitabile relazione fra ideologie, dottrine politiche e fede religiosa.
Questa Europa vuole costruire un mondo senza Dio e senza legge morale e persegue il suo progetto faustiano mettendo mano a tutte le leve di cui dispone: il diritto, la politica, il costume, i mass media, l'ingegneria sociale, la finanza, i poteri occulti. Sotto un cielo che si svuota di Dio, l'umanità sazia e disperatissima diviene poco alla volta "carne da cannone" dell'unica vera religione sopravvissuta alla catastrofe valoriale: la tecno-scienza. Aborto, fecondazione artificiale, eutanasia legali, diventano la cartina di tornasole della "nuova civiltà". Al punto che una nazione acquista il diritto di aderire al club dei paesi europei non in ragione della propria storia, della propria geografia, della propria cultura identitaria, ma in base alla scelta di rendere libere per legge queste pratiche di morte, di uccisione dell'innocente. Se non legalizzi l'aborto, o i matrimoni tra persone dello stesso sesso, allora non sei parte dell'Unione Europea. Incredibile.
L'ultima offensiva in ordine di tempo - impressionante per rapidità e mezzi utilizzati - è quella che mira a distruggere una volta per tutte il matrimonio e la famiglia, in nome della lotta all'omofobia e della promozione dell'omosessualità come modello civile positivo. Danilo Quinto denuncia con coraggio e con dovizia di particolari questo processo agghiacciante, mettendoci davanti a uno scenario terribile.
Scenario reso ancor più spaventoso dalla constatazione che esso si plasma sotto la spinta di lobby spregiudicate e determinate, che orientano la volontà popolare. Il mondo cambia e si autodistrugge per volontà di élite numericamente insignificanti, ma dietro il velo giustificatore della volontà democratica. Una magia che nella storia non era mai stata tentata e realizzata con tale precisione e con tale successo.
Danilo Quinto ha scritto questo libro mosso da una passione sincera, che si è accesa in lui attraverso l'esperienza sempre sorprendente della conversione. Ha avuto il privilegio di vedere le cose dall'altra parte della barricata, di conoscere e comprendere il mondo e le idee di coloro che adesso combatte, di scoprire le strategie che stanno dietro ai progetti di ingegneria sociale in atto nel mondo per distruggere la civiltà cristiana e i suoi valori. E distruggerli una volta per sempre, nella vita delle singole persone come nelle strutture degli stati e delle agenzie educative.
Ora i suoi occhi vedono il mondo con gli occhi della fede bimillenaria della Chiesa. Riconoscono dietro uomini in carne e ossa la regia del nemico, la presa inquietante di Satana, del mistero di iniquità che sta accovacciato alla porta di ciascuno di noi per divorarci, cioè per dannarci eternamente. Ma riconoscono anche, nel drammatico scenario della storia, la presenza amorevole e misericordiosa di Maria, della Vergine figlia del suo Figlio. «Maria», si legge nelle conclusioni di questo libro, «su questa terra ci vuole forti, ostinati, credenti. Combattivi e non remissivi. Martiri, se necessario. Affidiamoci quindi alla sua intercessione, a quel suo Cuore Immacolato nel quale Dio ha depositato il suo amore per attraversare questa valle di lacrime e vivere, attraverso di lei, grazie alla consolazione e alla speranza che solo lei ci sa dare e alla sovrabbondanza di bene che sola può sconfiggere il male, la Resurrezione e la bellezza del Paradiso».
Parole che faranno sorridere con aria di compatimento più di qualche lettore. Io invece credo che ci sia più serietà e più senso pratico in questa professione di fede nella Madonna, che in tutti i rapporti prodotti dalla Banca Centrale Europea, o nelle risoluzioni del Parlamento Europeo, testi che suggeriscono patetiche vie d'uscita alla grave crisi economica in atto nel vecchio continente. Ci vuole ben altro, per salvare Sodoma e Gomorra.
Mario Palmaro
Grazie per questa proposta.
RispondiEliminaCondivido l'interesse e l'attenzione a questo problema.
In Italia, purtroppo, quasi tutte le scuole, anche quelle private e cattoliche, sono ormai paritarie. Per questo non possono discostarsi dai programmi didattici previsti dal Ministero.
Se aggiungiamo che i cosiddetti cattolici "progressisti sembrano essere la maggioranza anche tra gli insegnanti, non vedo vie d'uscita.
E la libertà di educazione che i genitori dovrebbero rivendicare ne risulta molto limitata.
Pertanto non resta che:
1. la scuola familiare
2. una scuola cattolica che non sia paritaria ma "privata" (ammesso che possa trovarsi una formula consentita dal sistema). Chi è più addentro ai meandri delle disposizioni vigenti potrebbe essere d'aiuto.
Vangelo sine glossa. Ecco cosa manca al vdr e ai suoi corifei, che sono tanti, troppi, sia dentro che fuori la Chiesa.
RispondiEliminaGiusto per ricordarvelo... http://m.aleteia.org/it/religione/articolo/allerta-cattolici-lefebvriani-no-sacramenti-5814078815600640.
RispondiEliminaAleteia è una fonte che segue la corrente...
RispondiEliminaRicordiamo ancor meglio la secca, precisa e documentata replica della FSSPX
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/10/causa-della-notificazione-semeraro-30.html
Credo che sia ora di finirla con il decisionismo basato sull'autorità e non sulla certezza del diritto ch'è garanzia di verità e di giustizia.
anonimo delle 19.33, tanto per ricordartelo:
RispondiElimina- lo sai che esistono sanzioni canoniche illegittime (per assenza di colpa grave dell'imputato, ad esempio) e dunque completamente nulle?
- Ti dice niente la 'scomunica' illegittima e dunque nulla inflitta da Papa Liberio a Sant'Atanasio?
Altrettanto illegittima e dunque nulla, per assenza di colpa, fu quella comminata a Mons. Lefebvre nel 1988, ed oggi ai fedeli che frequentano la FSSPX ad Albano.
Ti rendi conto della bolgia infernale che è diventata la nuova 'chiesa conciliare' incistata come un cancro nella Chiesa Cattolica di sempre, cosa che giustifica il ricorso alla FSSPX, o vivi da sempre nel Paese delle Meraviglie?
Chi vuol salvare la propria anima e quella altrui non può essere soggetto a scomunica alcuna da parte di chicchessia.
Chiaro?
Spero che le Paoline non abbiano censurato anche questo. Domani ci provo....
RispondiEliminaHo letto il bel linro di Quinto quest'estate e l'ho trovato interessantissimo ed edificante.
RispondiEliminaAndrebbe regalato a un po' di "progressisti" con le fette di salame sugli occhi. Magari sarebbe la volta che si rendono conto di cosa sta succedendo...
Quanto ai "lefebvriani", ho ascoltato ieri su Radio Vobiscum l'intervista a don Petrucci: non c'è che dire, tira proprio una brutta aria. Agendo in questo modo, secondo la "Semeraro's way", dannosa oltre che idiota e financo canonicamente risibile, credo che il numero dei fedeli che si avvicineranno alla FFSPX aumenterà.
Tra parentesi, stamane in rito ambrosiano - oggi noi festeggiamo la memoria di san Carlo Borromeo, autentico eroe della Controriforma di cui sarà bene chiedere l'intercessione per attraversare questi tempi folli - c'era il Vangelo del buon pastore che darebbe la vita per sue pecore, a differenza del mercenario, che le abbandona ai lupi.
È tremendo constatare che così tanti pastori, oggi, facciano anche di peggio: perché non solo abbandonano il gregge ai lupi, ma aprono il recinto e li invitano ad accomodarsi. Compreso il pastore supremo ufficialmente in carica.
humilitas