Rorate Caeli [qui] pubblica una lunga intervista a Mons. Athanasius Schneider. Ho completato la traduzione del testo: parole forti, chiare e distinte, inequivoche, che confermano che egli è uno "dei nostri"...
La Chiesa e il mondo hanno urgente bisogno di testimoni intrepidi e candidi della verità tutta intera del comandamento e della volontà di Dio, di tutta la verità delle parole di Cristo sul matrimonio. I moderni farisei e scribi clericali, i vescovi e cardinali che gettano i grani di incenso agli idoli dell' ideologia neo-pagana del genere e del concubinato, non convinceranno nessuno a credere in Cristo o ad essere pronti ad offrire la propria vita per Cristo. Lo ha detto Athanasius Schneider Vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Santa Maria ad Astana, in Kazakistan in un'intervista ad Izabella Parowicz di Polonia Cattolica.
Eccellenza, qual è la sua opinione sul Sinodo? Qual è il suo messaggio alle famiglie?
Durante il Sinodo ci sono stati momenti di manipolazione manifesta da parte di alcuni chierici che detengono posizioni chiave nella struttura editoriale e di gestione del Sinodo. La relazione intermedia (Relatio post disceptationem) era chiaramente un testo prefabbricato senza alcun riferimento alle effettive dichiarazioni dei padri sinodali. Nelle sezioni su omosessualità, sessualità e "divorziati risposati" con la loro ammissione ai sacramenti il testo rappresenta una ideologia neo-pagana radicale. Questa è la prima volta nella storia della Chiesa che un testo eterodosso del genere è stato effettivamente pubblicato come documento di una riunione ufficiale dei vescovi cattolici, sotto la guida di un papa, anche se il testo aveva solo un carattere preliminare.
Grazie a Dio e alla preghiera dei fedeli di tutto il mondo, un consistente numero di padri sinodali ha risolutamente respinto tale documento-base; esso riflette la corrente morale egemone del nostro tempo, corrotta e pagana, che viene imposta a livello globale per mezzo della pressione politica e attraverso i quasi onnipotenti mass media ufficiali, che sono fedeli ai principi del partito mondiale sulla ideologia del genere. Tale documento sinodale, anche se solo preliminare, è un vero peccato e dà la misura di quanto lo spirito anticristiano del mondo è già penetrato a livelli così importanti della vita della Chiesa. Questo documento rimarrà per le generazioni future e per gli storici una macchia nera che ha macchiato l'onore della Sede Apostolica. Fortunatamente il Messaggio dei Padri sinodali è un vero e proprio documento cattolico che delinea la verità divina sulla famiglia senza tacere sulle radici più profonde dei problemi, vale a dire circa la realtà del peccato. Dà vero coraggio e consolazione alle famiglie cattoliche. Alcune citazioni: "Pensiamo dell'onere imposto dalla vita nella sofferenza data da un bambino con bisogni speciali, da una grave malattia, dal deterioramento della vecchiaia, o dalla morte di una persona cara. Ammiriamo la fedeltà di tante famiglie che sopportano queste prove con coraggio, fede e amore. Lo vedono non come un peso inflitto loro, ma come qualcosa in cui si danno, vedendo il Cristo sofferente nella debolezza della carne. ... L'amore coniugale, che è unico e indissolubile, resiste nonostante le molte difficoltà. Si tratta di uno dei più belli di tutti i miracoli e il più comune. Questo amore si diffonde attraverso la fertilità e la generatività, che riguarda non solo la procreazione dei figli, ma anche il dono per loro della vita divina nel battesimo, nella catechesi, nell'educazione . ... La presenza della famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe nella loro modesta casa aleggia su di voi ".
Quei gruppi di persone che erano in attesa di un cambiamento nella dottrina della Chiesa per quanto riguarda le questioni morali (ad esempio consentendo ai divorziati risposati di ricevere la Santa Comunione o concedendo qualsiasi forma di riconoscimento per le unioni omosessuali) sono stati probabilmente delusi dal contenuto della Relatio finale. Non c’è, però, il pericolo che discutere le questioni che sono fondamentali per l’insegnamento della Chiesa stessa possa aprire le porte a gravi abusi come pure ad analoghi tentativi di rivedere questo insegnamento in futuro?
In realtà l’indissolubilità assoluta del matrimonio sacramentale è un comandamento divino, nel nostro caso il sesto comandamento, una regola divinamente stabilita, che comporta che coloro che sono in stato di peccato grave non possono essere ammessi alla Santa Comunione. Questo è insegnato da San Paolo nella sua lettera ispirata dallo Spirito Santo in 1 Corinzi 11, 27-30, questo non può essere messo ai voti, così come la divinità di Cristo non sarebbe mai messa ai voti. Una persona che è ancora sotto l’indissolubile vincolo matrimoniale sacramentale e che nonostante questo vive una unione di convivenza stabile con un’altra persona, per legge divina non può essere ammessa alla Santa Comunione. Farlo provocherebbe una dichiarazione pubblica da parte della Chiesa di efferata legittimazione e la negazione dell’indissolubilità del matrimonio cristiano e, allo stesso tempo, di abrogazione del sesto comandamento di Dio: «Non commettere adulterio». Nessuna istituzione umana, neanche il Papa o un Concilio Ecumenico, ha l’autorità e la competenza per invalidare anche solo in maniera minima o indiretta uno dei dieci comandamenti divini o le divine parole di Cristo: «Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi (Mt 19, 6)».
Indipendentemente da questa lucida verità, insegnata in modo costante e immutabile – perché è immutabile – dal Magistero della Chiesa attraverso tutti i secoli fino ai nostri giorni, come ad esempio nella Familiaris consortio di Giovanni Paolo II, nel Catechismo della Chiesa Cattolica e da Papa Benedetto XVI, la questione della ricevibilità della Santa Comunione da parte dei cosiddetti “divorziati risposati” è stata messa in votazione nel Sinodo. Questo fatto è di di per sé atroce e rappresenta un atteggiamento di arroganza clericale verso la verità divina della Parola di Dio. Il tentativo di mettere la verità divina e la Parola divina al voto è indegno ad opera di coloro che in qualità di rappresentanti del Magistero devono trasmettere con uno zelo fatto di buone e fedeli norme (cfr. Mt 24, 45) il deposito Divino. Ammettendo i “divorziati risposati” alla Santa Comunione, questi vescovi stabiliscono una nuova tradizione sorta dal loro velleitarismo e trasgrediscono in tal modo il comandamento di Dio, per cui Cristo una volta rimproverò i farisei e gli scribi (cfr. Mt 15, 3). E ciò che è ancora più grave, è il fatto che tali vescovi cercano di legittimare la loro infedeltà con la parola di Cristo, per mezzo di argomenti come la «necessità pastorale», «misericordia», «apertura allo Spirito Santo». Inoltre non hanno paura e non si fanno scrupoli a pervertire in modo gnostico il vero significato di queste parole etichettando al tempo stesso i loro oppositori che difendono il comandamento divino immutabile e la vera tradizione non-umana come rigidi, scrupolosi o tradizionalisti.
Durante la grande crisi ariana nel IV secolo, i difensori della divinità del Figlio di Dio sono stati etichettati come «intransigenti» e «tradizionalisti». Sant’Atanasio fu perfino scomunicato da Papa Liberio; il Papa si giustificò con l’argomento per cui Atanasio non era in comunione con i vescovi orientali, i quali erano per lo più eretici o semi-eretici. San Basilio il Grande, in quella situazione, dichiarò: «un solo peccato è oggi severamente punito: il rispetto attento delle tradizioni dei nostri padri. Per questo motivo i buoni sono scacciati dal loro posto e portati nel deserto» (Ep. 243).
In realtà i vescovi che sostengono la Santa Comunione per i “divorziati risposati” sono i nuovi farisei e scribi, perché trascurano il comandamento di Dio contribuendo al fatto che i “divorziati risposati” continuino a «commettere adulterio» (Mt 15, 19); perché vogliono una soluzione «pulita» secondo l’esteriorità e vogliono apparire puliti anche agli occhi di coloro che hanno il potere mediatico (i social media, l’opinione pubblica). Ma quando, alla fine, appariranno innanzi al tribunale di Cristo, essi sicuramente sentiranno con loro sgomento queste parole di Cristo: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che detesti la disciplina e le mie parole te le getti alle spalle …. degli adùlteri ti fai compagno» (Sal 50 (49), 16-18).
La Relatio finale del Sinodo contiene anche, purtroppo, il paragrafo con il voto sulla questione della Santa Comunione per “divorziati risposati”. Anche se non ha ottenuto i necessari due terzi dei voti, resta tuttavia il fatto preoccupante e sorprendente che la maggioranza assoluta dei vescovi presenti ha votato a favore della Santa Comunione per i “divorziati risposati”: una ben triste riflessione sulla qualità spirituale dell’episcopato cattolico dei nostri giorni. È triste inoltre che il paragrafo – che non ha ottenuto l’approvazione richiesta della maggioranza qualitativa – resti tuttavia nel testo finale della Relatio e verrà inviato a tutte le diocesi per ulteriori discussioni. Aumenterà sicuramente la confusione dottrinale tra i sacerdoti e i fedeli, essendo ora ventilato che i comandamenti divini e le divine parole di Cristo e quelle dell’apostolo Paolo sono messi a disposizione di gruppi decisionali umani.
Un cardinale che apertamente e con forza ha sostenuto la questione della Santa Comunione per i “divorziati risposati” – ed ha anche proferito dichiarazioni vergognose sulle «coppie» omosessuali nella Relatio preliminare – era insoddisfatto della Relatio finale, dichiarando sfacciatamente: «Il bicchiere è mezzo pieno»; analogamente ha dichiarato che si deve lavorare affinché sia pieno al Sinodo dell’anno prossimo. Dobbiamo credere fermamente che Dio dissiperà i piani di disonestà, infedeltà e tradimento. Cristo tiene infallibilmente il timone della barca della sua Chiesa in mezzo ad una simile grande tempesta. Noi crediamo e confidiamo nel vero sovrano della Chiesa, in Nostro Signore Gesù Cristo, che è la verità.
Più avanti, nel corso dell'intervista, mons Schneider non nasconde la gravità della situazione, che torna a paragonare alla crisi ariana, come in questa precedente intervista [qui].
Mi ha colpito la sua affermazione che allora la fede è stata salvata dal popolo (la chiesa docta-discente, piuttosto che da quella docente) insieme a Atanasio e pochi sacerdoti in comunità sparse... Così risponde all'intervistatrice :
Attualmente stiamo vivendo il culmine dell'aggressione contro la famiglia; questa aggressione è accompagnata da una confusione tremenda nel campo delle scienze sull'uomo e sull'identità umana. Purtroppo, ci sono alcuni membri della gerarchia della Chiesa che, discutendo questi argomenti, esprimono opinioni che contraddicono l'insegnamento di Nostro Signore. Come dovremmo parlare con quelle persone che diventano vittime di questa confusione, al fine di rafforzare la loro fede e per aiutarle verso la salvezza?
In questo momento straordinariamente difficile Cristo purifica la nostra fede cattolica, in modo che attraverso questo processo la Chiesa splenderà più luminosa per essere veramente luce e sale per l' insipido mondo neo-pagano grazie alla fedeltà e alla fede pura e semplice in primo luogo dei fedeli, dei più piccoli nella Chiesa, della "ecclesia docta" (la chiesa che apprende), che ai nostri giorni rafforzerà la "docens Ecclesia» (la Chiesa docente, vale a dire il Magistero), in maniera simile a come accadde nella grande crisi della fede nel IV secolo come il beato John Henry Newman ha dichiarato:
«Questo è un fatto molto notevole: ma c'è una morale in esso. Forse è stato permesso, al fine di imprimere alla Chiesa durante la persecuzione la grande lezione evangelica, il cui vero punto di forza non è costituito dal saggio e potente, ma dall'oscuro, l'ignorante e il debole. Il Paganesimo è stato rovesciato soprattutto dai fedeli; fu il popolo fedele, sotto la guida di Atanasio e dei vescovi egiziani, e in alcuni luoghi sostenuto dai propri Vescovi o sacerdoti, che ha resistito alle peggiori eresie che sono state espulse dal territorio sacro. ...in quel tempo di immensa confusione il dogma divino della Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo fu proclamato, imposto, mantenuto e (umanamente parlando) preservato molto più dalla Ecclesia docta che dalla Ecclesia docens; che gran parte dell'Episcopato fu infedele al suo mandato, mentre il popolo rimase fedele al suo battesimo; che a volte il Papa, a volte i Patriarchi, Metropoliti o Vescovi, a volte gli stessi Concili dichiararono ciò che non avrebbero dovuto o fecero cose che oscuravano o compromettevano la verità rivelata. Mentre, al contrario, il popolo cristiano, guidato dalla Provvidenza, fu la forza ecclesiale che sorresse Atanasio, Eusebio di Vercelli ed altri grandi solitari che non avrebbero resistito senza il loro sostegno. In un certo senso si può dire che vi fu una "sospensione temporanea" delle funzioni della Ecclesia docens. La maggior parte dell'Episcopato aveva mancato nel confessare la vera Fede». (Ariani del IV secolo, pp. 446, 466).
Dobbiamo incoraggiare i cattolici ordinari ad essere fedeli al Catechismo che hanno imparato, ad essere fedeli alle chiare parole di Cristo nel Vangelo, ad essere fedeli alla fede che i loro padri e antenati hanno loro consegnata. Dobbiamo organizzare circoli di studio e conferenze sull’insegnamento perenne della Chiesa sulla questione del matrimonio e della castità, invitando soprattutto i giovani e le coppie sposate. Dobbiamo mostrare la grande bellezza di una vita nella castità, la grande bellezza del matrimonio cristiano e della famiglia, il grande valore della Croce e del sacrificio nella nostra vita. Dobbiamo presentare sempre più gli esempi dei santi e delle persone esemplari che hanno dimostrato che, nonostante il fatto che hanno sofferto le stesse tentazioni della carne, la stessa ostilità e derisione del mondo pagano, hanno tuttavia condotto con la grazia di Cristo una vita felice in castità, nel matrimonio e nella famiglia cristiani. La fede, la fede cattolica e apostolica pura e integra vincerà il mondo (cfr. 1 Gv 5, 4).
Dobbiamo fondare e promuovere gruppi di giovani dal cuore puro, gruppi di famiglie, gruppi di coniugi cattolici, che saranno impegnati nella fedeltà delle loro promesse matrimoniali. Dobbiamo organizzare gruppi che aiutino le famiglie moralmente e materialmente distrutte, le ragazze madri, gruppi che assistano con la preghiera e con buoni consigli le coppie separate, gruppi e persone che aiutino le persone “divorziate risposate” a incamminarsi in un processo di conversione seria, cioè riconoscendo con umiltà la proria situazione di peccato e con la grazia di Dio abbandonino i peccati che violano il comandamento di Dio e la santità del sacramento del matrimonio. Dobbiamo creare gruppi che aiutino con attenzione le persone con tendenze omosessuali ad entrare nel cammino della conversione cristiana, il percorso di una vita casta felice e bella, ed infine ad offrire loro in modo discreto una cura psicologica. Dobbiamo mostrare e predicare ai nostri contemporanei nel mondo neo-pagano la Buona Novella di liberazione della dottrina di Cristo: che il comandamento di Dio, e anche il sesto comandamento è sapienza, è bellezza: «La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi» (Sal 19 [18], 8-9).
Durante il Sinodo, l'arcivescovo Gądecki di Poznań e alcuni altri prelati illustri hanno espresso pubblicamente il proprio dissenso per il fatto che i risultati delle discussioni si sono allontanati dall'insegnamento perenne della Chiesa. C'è speranza che, in mezzo a questa confusione, ci sarà un risveglio di membri del clero e di quei fedeli che finora ignoravano che, nel seno stesso della Chiesa, ci sono persone che minano l'insegnamento di Nostro Signore?
È certamente un onore per il cattolicesimo polacco che il presidente dell'episcopato cattolico, Sua Eccellenza l'Arcivescovo Gądecki, abbia difeso con chiarezza e coraggio la verità di Cristo sul matrimonio e sulla sessualità umana, rivelando così di essere un vero figlio spirituale di san Giovanni Paolo II. Il Cardinale George Pell ha definito l'agenda sessuale liberale e il presunto sostegno misericordioso e pastorale della santa Comunione per "divorziati risposati" durante il Sinodo molto a proposito, dicendo che questa è solo la punta di un iceberg ed una sorta di cavallo di Troia nella Chiesa.
Che nel seno stesso della Chiesa, ci siano persone che minano l'insegnamento di Nostro Signore è diventato un fatto ovvio e unico in tutto il mondo nel vedere grazie a internet e al lavoro di alcuni giornalisti cattolici che non sono rimasti indifferenti a ciò che stava accadendo alla fede cattolica, che essi ritengono essere il tesoro di Cristo. Mi ha fatto piacere vedere che alcuni giornalisti cattolici e blogger di internet si sono comportati come buoni soldati di Cristo e hanno richiamato l'attenzione su questo ordine del giorno clericale di minare il perenne insegnamento di Nostro Signore. Cardinali, Vescovi, sacerdoti, famiglie cattoliche, i giovani cattolici devono dire a se stessi: mi rifiuto di conformarmi allo spirito neo-pagano di questo mondo, anche quando questo spirito viene diffuso da alcuni vescovi e cardinali; Non accetterò il loro uso fallace e perverso della santa misericordia divina e della "nuova Pentecoste"; mi rifiuto di gettare grani di incenso davanti alla statua dell'idolo della ideologia del genere, davanti all'idolo delle seconde nozze, del concubinaggio, anche se il mio vescovo avesse fatto questo, io non voglio farlo; con la grazia di Dio io scelgo di soffrire, piuttosto che tradire la verità di Cristo sulla sessualità umana e sul matrimonio.I testimoni convinceranno il mondo, non i maestri, ha detto il Beato Paolo VI nella "Evangelii nuntiandi".1 La Chiesa e il mondo hanno urgente bisogno di testimoni intrepidi e candidi di tutta la verità del comandamento e della volontà di Dio, di tutta la verità delle parole di Cristo sul matrimonio. I Farisei e gli scribi ecclesiastici moderni, quei vescovi e cardinali che gettano i grani di incenso agli idoli dell'ideologia neo-pagana del genere e del concubinato, non convinceranno nessuno a credere in Cristo o ad essere pronti ad offrire la propria vita per Cristo. Infatti "veritas Domini manet in aeternum" (Sal 116: la verità del Signore rimane per sempre) e "Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre" (Eb 13, 8) e "la verità vi farà liberi" (Gv 8 : 32). Quest'ultima frase era una delle frasi bibliche preferite di San Giovanni Paolo II, il papa della famiglia. Possiamo aggiungere: la verità divina rivelata e immutabilmente trasmessa sulla sessualità umana e del matrimonio porterà la vera libertà alle anime dentro e fuori della Chiesa. Nel bel mezzo della crisi della Chiesa e del cattivo esempio morale e dottrinale di alcuni vescovi del suo tempo sant'Agostino ha confortato i semplici fedeli con queste parole: «Così, come ho detto spesso e ripeto insistentemente: qualunque cosa noi siamo, voi siete sicuri: voi che avete Dio per padre e la Chiesa per madre». Contra litteras Petiliani III, 9, 10).
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1. «L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» (Evangelii nuntiandi, n.41) (ndT)
Optime. Fatevi la vostra chiesetta con Schneider e Burke. Ma a Roma resterà sempre il Papa ed al massimo farete la fine dei lefebvriani. Auguri
RispondiEliminaSe questo è un cristiano...
RispondiEliminaHo pubblicato, soltanto perché non è altro che l'espressione della neo-chiesa.
ha partecipato al Sinodo?
RispondiEliminaAngelo
Dato che l'accusa di essere i nuovi scribi e farisei viene oggi volentieri rivolta a coloro che seguono la Tradizione, è eccellente che qualcuno rimarchi che al contrario i neoscribi e neofarisei sono "i vescovi e cardinali che gettano i grani di incenso agli idoli dell'ideologia neo-pagana del genere e del concubinato". Perché i suddetti personaggi contro cui Cristo si scaglia più volte non erano i seguaci di una Tradizione di cui Cristo stesso dice che non cadrà uno iota, ma coloro che si volevano fare una tradizione a proprio uso e consumo, stravolgendola. Magari rendendo intoccabili con finti voti le proprie sostanze per rifiutarsi di aiutare i propri genitori, come la Legge imponeva. Il trionfo della pastorale sulla dottrina, insomma.
RispondiEliminaOptime. Fatevi la vostra chiesetta con Schneider e Burke. Ma a Roma resterà sempre il Papa ed al massimo farete la fine dei lefebvriani. Auguri
RispondiEliminaNon dobbiamo "farci" nulla. E' la Chiesa di sempre, la Catholica, la millenaria Chiesa Romana, che non si adultera né si trasforma. Essa permarrà a dispetto delle distruzioni che state attuando, e dei fantocci che vi costruite per imporre i vostri abusi e le vostre atrocità contro la fede dei piccoli.
Quando ci sarà il redde rationem, sarei proprio curioso di vedervi. Come vi atteggerete? Forse sbatterete in faccia Cristo che deve obbedire all' Autorità(rismo)?
Perché i suddetti personaggi contro cui Cristo si scaglia più volte non erano i seguaci di una Tradizione di cui Cristo stesso dice che non cadrà uno iota, ma coloro che si volevano fare una tradizione a proprio uso e consumo, stravolgendola.
RispondiEliminaTutto è qui. Gesù difendeva la Tradizione contro le tradizioni umane dei farisei. Questo stà nel cuore dell'Evangelio, e è ciò che rende cosi grave la situazione attuale. Il messaggio cristiano diventa il suo contrario. La madre di tutte le eresie.
tutto l'intervista è ottimo, si deve diffondere in versione italiana il più presto possibile
RispondiEliminaè veramente un testo che rimarrà per i secoli, solo un santo può parlare così chiaro e forte...
Romano
Conterei su qualche volontario che potesse darmi una mano :)
RispondiEliminaFatevi la vostra chiesetta
RispondiEliminaOggi hanno il numero. L'avevano anche sul Calvario.
Quando silenzieranno anche questo eccellentissimo?
RispondiEliminaCosa ancora bisogna aspettare perché qualcuno parli?
vescovi e cardinali cattolici date qualche segnale di vita!
ccaS. Atanasio:
RispondiElimina"Che Dio vi consoli! ... Quello che rattrista ... è il fatto che gli altri hanno occupato le chiese con violenza, mentre in questo periodo voi vi trovate fuori. E' un dato di fatto che hanno la sede, ma voi avete la fede apostolica. Possono occupare le nostre chiese, ma sono al di fuori della vera fede. Voi rimanete al di fuori dei luoghi di culto, ma la fede abita in voi. Vediamo: che cosa è più importante, il luogo o la fede? La vera fede, ovviamente: Chi ha perso e chi ha vinto in questa lotta - quella che mantiene la sede o chi osserva la fede? È vero, gli edifici sono buoni, quando vi è predicata la fede apostolica; essi sono santi, se tutto vi si svolge in modo santo ... Voi siete quelli che sono felici, voi che rimanete dentro la Chiesa per la vostra fede, che mantenete salda nei fondamenti come sono giunti fino a voi dalla tradizione apostolica, e se qualche esecrabile gelosamente cerca di scuoterla in varie occasioni, non ha successo. Essi sono quelli che si sono staccati da essa nella crisi attuale. Nessuno, mai, prevarrà contro la vostra fede, amati fratelli, e noi crediamo che Dio ci farà restituire un giorno le nostre chiese. Quanto i più violenti cercano di occupare i luoghi di culto, tanto più essi si separano dalla Chiesa. Essi sostengono che rappresentano la Chiesa, ma in realtà sono quelli che sono a loro volta espulsi da essa e vanno fuori strada. Anche se i cattolici fedeli alla tradizione sono ridotti a una manciata, sono loro che sono la vera Chiesa di Gesù Cristo."
Preghiamo intensamente per la (vera) Chiesa. Per quei pastori che conservano la fede, la proclamano e sono perseguitati. Per quelli che conservano la fede nel silenzio, paralizzati dalla paura. Preghiamo per quei pastori che hanno perso la fede, che hanno dimenticato che la Chiesa l’ha istituita Cristo, dando il compito a Pietro e agli altri apostoli di preservarla, di nutrirla e difenderla e non di modificarla per renderla gradita al mondo. E testimoniamo la Verità con semplicità, mitezza e fermezza, con e per amore, offrendo il disprezzo, lo scherno, la rabbia, l’allontanamento che spesso comporta la Verità intera, così poco politicamente corretta.
Anna
Lo Spirito Santo parla per bocca di Mons. Schneider, ed è un soffio vivificante che ridà respiro.
RispondiEliminaMa che fine ha fatto S.Em. Ranjit, che quand'era a Roma non le mandava certo a dire?
Optime, anonimo delle 9.03. Fatti la tua chiesetta con Bergoglio e Maradiaga. Ma a Roma verrà un Papa cattolico e voi al massimo farete la fine degli ariani. Auguri.
RispondiEliminaD'accordo in tutto, tranne che per il fatto che la Relatio Synodi finale sia priva di ambiguità ed abbia risolto i problemi. Le crepe nella dottrina sono evidentissime. Poi è vero che ognuno vede solo quel che vuole vedere...
RispondiEliminafORTE era già famoso per le sue eresie cristologiche, per la convinzione che la coscienza messianica di Gesù si impose un po' per volta, per i tentativi di riabilitare Ario e Nestorio. Di cosa vi meravigliate?
RispondiEliminail parallelo di Amicus, rivolto all'anonimo 9.03, con l'arianesimo attuale, è azzeccatissimo e ha come sempre più soprasensi.
RispondiEliminanella teologia di moda oggi e in certo PostConcilio, si marginalizza (o si tace) l'Espiazione compiuta da Gesù Cristo, e la Redenzione (rivolta a tutti, ma non accolta da tutti, con conseguente necessità di nostri ravvedimento, pentimento, santificazione): Gesù cioè -si dice- avrebbe sacrificato se stesso solo per dare un estremo esempio di come si possa amare il prossimo fino all’estremo limite. E basta lì, Senza nulla di altro...
Quindi Gesù è di recente proposto non più come più Figlio di Dio, Salvatore oggi, Redentore e Giudice domani,
ma solo come un buon uomo, esempio di solidarietà, di misericordia, summa di umane virtù di abnegazione, ed esempio di svuotamento di sé verso l'altro (la solita kenosis riletta in maniera ereticale). E questo è di nuovo arianesimo, quando si disconosce la sua natura anche Divina e non se ne rileva più il piano soprannaturale, sorpassato arbitraiamente da una concezione naturalistica e immanente monodimensionale.
Ma se è tutto qui, si è andati fuori dal cristianesimo, questa non è nemmeno la metà della questione....Sono altri ad essersi fatta una chiesa su misura coi kasper e i forte & co.
È molto importante il richiamo all'eresia ariana del IV secolo, sconfitta grazie ad Atanasio, Ambrogio e alla "Ecclesia docta". In quanto al commento dispregiativo di molti qui: " fatevi la vostra chiesetta" aspetterei. Lo stesso commento si poteva fare nel IV secolo contro chi ariano non voleva essere e poi sappiamo com'è finita. La chiarezza dottrinale chiesta a gran voce da gran parte del Popolo di Dio, non è per forza fariseismo ma l'esigenza di un evangelico "no,no", "si, si" davanti a tanta pseudo misericordia sbandierata da molti.
RispondiEliminaLa misericordia va sempre bene solo se accompagnata dalla Verità.
D'accordo in tutto, tranne che per il fatto che la Relatio Synodi finale sia priva di ambiguità ed abbia risolto i problemi. Le crepe nella dottrina sono evidentissime. Poi è vero che ognuno vede solo quel che vuole vedere...
RispondiEliminaSono d'accordo con Texor.
Mi compiaccio delle parole forti e chiare del nostro caro Vescovo. Lo conosco personalmente e ho avuto occasione di ascoltarlo in più occasioni, ringraziando il Signore per lui e per gli altri secondo il Suo cuore.
Egli evidentemente ha voluto, insieme alla critica che non ha risparmiato, mettere in luce il positivo.
Tuttavia il documento finale, pur rettificato, resta problematico. Anche perché, come ho già avuto occasione di considerare si tratta di una vittoria di Pirro. Se è vero che il testo della relazione finale, parecchio emendato rispetto a quella post disceptationem, insieme a 470 “modi” (cioè le proposte di emendamento presentate), riporta anche i punti che non hanno ottenuto il via libera sinodale.
Infatti, su decisione di Bergoglio, la Relatio finale, nella versione attuale, sarà la base di partenza inviata alle conferenze nazionali in vista del 2015.
Dunque tutto resta ancora sul tappeto. Anche ciò che non avrebbe dovuto neppure essere oggetto di discussione.
Per questo ne ho tratto delle conclusioni, qui:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/10/se-non-ora-quando.html
Su Rorate caeli. Il card. Burke da Vienna
RispondiEliminaLa relatio di medio termine del Sinodo: "il più triste documento possibile"
http://rorate-caeli.blogspot.com/2014/11/burke-in-vienna-on-synods-midterm.html
Normalmente non mi lascio toccare dai "numeri".
RispondiEliminaMa non posso non essere stupita che sul blog, circa un'ora fa, c'erano ben 819 persone in lettura nello stesso momento...
E che le ultime pagine hanno superato in poche ore, ognuna, i 2000 visitatori.
Devo pensare che l'interesse su questi temi è ben desto, tenendo conto che siamo un settore di 'nicchia'.
Antonio Socci ha pubblicato questo articolo sulla sua pagina Facebook.
RispondiEliminaAtanasio, nomen omen.
RispondiEliminaHo aggiunto la parte conclusiva.
RispondiEliminaMons. Schneider dice:
...Che nel seno stesso della Chiesa, ci siano persone che minano l'insegnamento di Nostro Signore è diventato un fatto ovvio in tutto il mondo vedendo grazie a internet e al lavoro di alcuni giornalisti cattolici che non erano indifferenti a ciò che stava accadendo alla fede cattolica, che essi ritengono essere il tesoro di Cristo. Mi ha fatto piacere vedere che alcuni giornalisti cattolici e blogger di internet si sono comportati come buoni soldati di Cristo e hanno richiamato l'attenzione su questo ordine del giorno clericale di minare il perenne insegnamento di Nostro Signore....
:)
Mic,
RispondiEliminaTi tradurrei un testo, ma purtroppo Ho il computer rotto, e con l'iPad ci metto una vita.. E' di Antony Eleson, professore universitario, pubblicato su Crisis Magazine. Rorate ne pubblica degli excerpta. Val la pena di leggerlo tutto, ese puoi, pubblicalo. E' un articolo alla Palmaro, per intenderci.
Rr
Sempre su Rorate c'e' l' audio di Burke a Vienna
Optime. Fatevi la vostra chiesetta con Schneider e Burke. Ma a Roma resterà sempre il Papa ed al massimo farete la fine dei lefebvriani. Auguri
RispondiEliminaMa guarda , ora a Roma c'è il papa.. Per otto anni sembrava che non ci fosse nessuno..
A chi dormiva h24
EliminaAnthony Esolen http://www.crisismagazine.com/2014/will-rescue-lost-sheep-lonely-revolution
RispondiEliminaAsia Bibi: chissà cosa ne pensa lei di qs argomenti. E i due bruciati nella fornace in pakistan. Evvai con le divisioni nel condom...inio. intanto che fate verità, quanti secoli ci vuole per imparare almeno a "non scannarci"?, io continuo a vivere, imprenditrice agricola, 4 figli, non più giovane, marito stanco e triste anche per l'economia. Ieri hanno dato notizia di uno strumento eccezionale: una SUPER amniocentesi che scansione il DNA del feto. Malattie cardiache, metaboliche ecc ecc e non solo sindr Down. Se non fate presto, vi perdete lo spettacolo: altri milioni di"feti" passati x il camino.
RispondiEliminaAi tempi di Ario gli stessi soggetti avrebbero detto: Optime. Fatevi la vostra chiesetta con Atanasio, più volte cacciato, più volte arrestato, corruttore dei suoi carcerieri...
RispondiEliminaMic,
RispondiEliminaI COMMENTI FINALI DEL VESCOVO SONO UN QUASI IMPRIMATUR PER TUTTO PUBBLICATO A CHIESA E POST CONCILIO PER LUNGHI ANNI!
Sono molto grato al Signore, per il coraggio e la chiarezza del Vescovo, di Lei, e di tutti i miei fratelli Cattolici militanti sul questo blog!
Avanti!
Romano
Suvvia, non siamo così catastrofici. Chissà quanti vescovi alla don Abbondio ci sono nella Chiesa, vescovi che condividono quanto detto o scritto da Pell, Caffarra, Burke, Scneider, Negri ma che non hanno il coraggio di dirlo o di scriverlo. Per ora sono ancora pochi gli imitatori di fra' Cristoforo e del cardinale Federigo.
RispondiEliminaCondivido caro Alessandro. Anch'io non ho coraggio di parlare di questi argomenti in parrocchia e con gli amici. Mi sembra però che vada delineandosi in modo sempre più netto la presenza di due chiese. Io sono cresciuto educato dal magistero di Paolo VI, di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Con tutta la mia buona volontà non riesco a conciliare quel magistero con quello attuale. Sono sempre più confuso e non mi resta che pregare per La Chiesa, per il Papa Francesco e per il Papa Emerito Benedetto XVI. Ma comincio anche a convincermi che debbo uscire dal silenzio, schierarmi e chiedere agli altri di schierarsi.
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