Il presepe non è un elemento decorativo ma l'espressione di un'antica devozione: è noto che risale a San Francesco. È in fondo una sacra rappresentazione ed è il simbolo, molto semplice ma anche efficace, dell'Incarnazione di Cristo Signore che si invera in ogni situazione e in ogni luogo della terra. Al suo valore simbolico si sono aggiunti e sedimentati nel tempo molti aspetti anche artistici e culturali, che riflettono indoli e sensibilità coinvolte a pari e pieno titolo nel rievocare un evento così centrale ed unico nella storia umana: il mistero e la concretezza della "venuta" del Salvatore, che - dal concepimento verginale - ha attraversato le tappe della gestazione ed ha visto la luce come ogni bambino, sottomettendosi ai tempi e alle condizioni di questa creazione ferita, da Lui redenta, rigenerata e ricondotta al Padre.
Il presepe è una tradizione che può essere più o meno sentita, ma che non va spenta, né tanto meno banalizzata o accantonata per un falso rispetto di altre culture e religioni, che nessuno tra l'altro ci ha chiesto e diventa un calabraghismo del tutto gratuito, inopportuno e vigliacco ed è un rinnegamento delle proprie radici. Purtroppo, è proprio anche disprezzando e banalizzando la pietà popolare - e il presepe non è solo questo - che la fede dei semplici viene minata e non riesce più ad attingere alle sorgenti.
Il presepe è una tradizione che può essere più o meno sentita, ma che non va spenta, né tanto meno banalizzata o accantonata per un falso rispetto di altre culture e religioni, che nessuno tra l'altro ci ha chiesto e diventa un calabraghismo del tutto gratuito, inopportuno e vigliacco ed è un rinnegamento delle proprie radici. Purtroppo, è proprio anche disprezzando e banalizzando la pietà popolare - e il presepe non è solo questo - che la fede dei semplici viene minata e non riesce più ad attingere alle sorgenti.
Riprendo da Corrispondenza Romana [qui] un eloquente dato di cronaca su «Quando anche il prete invita a non fare il presepe». «Libero di non fare il presepio, perché in cucina ci sono i fumi del cibo, perché nel salone fa freddo e perché nello studio non c’è posto», ma non dica ch’è «un fatto esteriore, artificioso e sfarzoso»: così una lettrice apostrofa sul quotidiano di Cremona, “La Provincia”, don Andrea Foglia, parroco di S.Abbondio e direttore dell’Archivio Storico diocesano, autore di uno sconcertante intervento ospitato lo scorso 8 dicembre sulle pagine dello stesso giornale.
Il commentatore ricorda giustamente che si dimentica totalmente quella «dimensione pubblica della fede», codificata a chiare lettere più volte da Benedetto XVI e da Giovanni Paolo II, che misero in guardia dai rischi impliciti in una fede intimistica, chiusa nelle sagrestie e ridotta a fatto esclusivamente personale e privato, privo d’incidenza confessionale, con le proprie ricadute concrete morali e sociali.
Il commentatore ricorda giustamente che si dimentica totalmente quella «dimensione pubblica della fede», codificata a chiare lettere più volte da Benedetto XVI e da Giovanni Paolo II, che misero in guardia dai rischi impliciti in una fede intimistica, chiusa nelle sagrestie e ridotta a fatto esclusivamente personale e privato, privo d’incidenza confessionale, con le proprie ricadute concrete morali e sociali.
Quest'anno, in Francia, è accaduto che il tribunale amministrativo di Nantes ha vietato la presenza di presepi negli uffici pubblici in quanto «emblemi religiosi» incompatibili con il «principio di neutralità del servizio pubblico». Da questo sono nate reazioni. in Vandea, il collettivo studentesco «Touche pas à ma crèche» (non toccatemi il presepe) ha organizzato dei presepi/flash mob in diversi luoghi pubblici. E anche la Rete ha reagito. Il blog Le Salon Beige [qui] ha lanciato, sulla scia della «Manif pour Tous», «Des crèches partout!» (presepi dappertutto!): un invito a mettere presepi e presepini nei luoghi di lavoro, di ritrovo o di passaggio. Un modo semplice per tenere viva negli occhi e nei cuori di tutti l’immagine vera del Natale, che sempre più trascolora in una vacua festa di luci, buon cibo e buoni sentimenti. [Notizie attinte da Radio Spada]
'Hanukka si unisce al simbolo del Natale, è il simbolo della luce perché riferendosi alla nascita di Gesù, gli angeli annunciavano la presenza della luce, quindi la luce è in entrambe le feste, nel caso di Hanukka,ha un significato storico molto concreto, poiché si proietta anche oltre e dà luogo a luci sue proprie' dal discorso del card. Bergoglio in visita alla comunità NCI-Emanu-El fundacion judaica. Il nuovo ambasciatore argentino presso la S.Sede E.Valdès, dopo aver presentato le credenziali, ha detto che farà erigere una 'cappella' ed auspica che venga inaugurata dal vdr, Skorka, Abboud e Goldman per favorire il dialogo interreligioso, stando a quel che riferisce Piqué. No comment.
RispondiElimina"la luce ha un significato molto concreto" infatti solo in Cristo...
RispondiEliminabasta sincretismi idolatrici, vietati dal NT, e viva il presepe, pagina di teologia e fede pubblica ancora ortodossa.
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E c'è chi va ancora in giro a cercare: ma è eretico? e quante volte l'ha detta una cosa sbagliata? L'ha detta, ridetta, sottoscritta e proclamata come dogma o gli è solo scappata? e se sì, quante volte ogni giorno?
E secondo le procedure, a chi dobbiamo obbedire?
meglio che mi taccia....
Chi è portato a pensare ad Hanukka come simbolo della luce riferito alla nascita di Gesù è tratto subdolamente in inganno, se non conosce che si tratta della festa ebraica (ricorrente in dicembre), che non ha niente a che vedere né con Gesù né con la Sua Nascita.
RispondiEliminaLa chanukkah (la trascrizione evidenzia l'acca gutturale aspirata) è la "Festa delle Luci" che dura otto giorni: ogni giorno, al tramonto, si accende un lume al candelabro detto Channukkia. Esso ha nove bracci invece dei 7 del classico candelabro: menorah comunemente usato e rappresentato.
Dunque la Channukkia ha un braccio per ogni giorno (8 + 1 come "servitore" che contiene l'olio): gli 8 giorni in cui le luci sono rimaste miracolosamente accese nel tempio nonostante la mancanza dell'olio.
La festa infatti celebra e ricorda proprio questo miracolo avvenuto al tempo della Guerra dei Maccabei, nel II secolo avanti Cristo, e
commemora anche la riconsacrazione del Tempio dopo la vittoria dei Maccabei su Antioco IV Epifane.
Ogni altra interpretazione mostra la mala fede e l'inganno di chi ce la propina...
E' il mio secondo post e sono felice di conoscervi.
RispondiEliminaMic sei una miniera.
Sei qui per smontare anche queste cose...
Grazie!!!!!
Grazie a te :)
RispondiEliminaDavvero conforta anche avere ogni tanto dei riscontri.
Ma l'importante è 'esserci' secondo la volontà del Signore (almeno questo spero e per questo prego).
Traggo semplicemente queste cose dal mio lungo e articolato percorso che ha conosciuto anche il dialogo ebraico-cristiano e molti annessi e connessi...
"E c'è chi va ancora in giro a cercare: ma è eretico? e quante volte l'ha detta una cosa sbagliata? L'ha detta, ridetta, sottoscritta e proclamata come dogma o gli è solo scappata? e se sì, quante volte ogni giorno?
RispondiEliminaE secondo le procedure, a chi dobbiamo obbedire?"
Ormai ti azzittiscono dicendo che si tratta di cose marginali che non sono dogmi né sono nel vangelo... perciò esci dai tuoi schemi!
E, se sono nel Vangelo, è il vangelo che va letto alla luce della storia non il contrario...
MISTERIORO RITARDO
RispondiEliminaDalla fumata bianca alla sua comparsa è passato infatti un lasso di tempo doppio rispetto a Benedetto XVI. Perché? Cosa è accaduto? E quello strano episodio confidato da Bergoglio a Scalfari e da questi riportato nella sua intervista del 1° ottobre 2013 ?
Bergoglio dichiarò: “quando il Conclave mi elesse Papa, prima dell’accettazione chiesi di potermi ritirare per qualche minuto nella stanza accanto a quella con il balcone sulla piazza. La mia testa era completamente vuota e una grande ansia mi aveva invaso. Per farla passare e rilassarmi chiusi gli occhi e scomparve ogni pensiero, anche quello di rifiutarmi ad accettare la carica come del resto la procedura liturgica consente. Chiusi gli occhi e non ebbi più alcuna ansia o emotività”.
Finché, proseguì Bergoglio, “io m’alzai di scatto e mi diressi nella stanza dove mi attendevano i cardinali e il tavolo su cui era l’atto di accettazione. Lo firmai, il cardinal Camerlengo lo controfirmò e poi sul balcone ci fu l’‘Habemus Papam’ ”.
Sarebbe interessante capire perché la fumata bianca fu data alle 19.06, circa un’ora prima dell’Habemus papam che avvenne alle 20.12: di certo tale fumata non poteva e non doveva precedere l’accettazione, in quanto il papa c’è solo dopo l’avvenuta accettazione ed essa deve essere libera, dunque non condizionata da una fumata anticipata.
Sarebbe interessante anche capire il perché e il come di quell’accettazione dal momento che, in quanto gesuita, Bergoglio aveva fatto il voto di non accettare.
L’intervista a Scalfari sopra citata è stata di fatto confermata dallo stesso Bergoglio che l’ha ripubblicata in volume un mese fa. Perché dunque tali circostanze non si possono chiarire serenamente, lasciando parlare i testimoni e risolvendo così tante domande? Non c’è nulla da temere dalla trasparenza.
LA VERITA’ VI FARA’ LIBERI
Abolendo – con un semplice tratto di penna – il segreto per i cardinali, papa Bergoglio darebbe un magnifico esempio di apertura, spazzando via tutti i dubbi sulla regolarità delle procedure seguite quel 13 marzo 2013.
Sarebbe la prova che non c’è nulla da passare sotto silenzio (quantomeno se tutto si è svolto secondo le norme).
Per quanto mi riguarda sarei lietissimo di dirmi soddisfatto dei chiarimenti, se ci fossero dati. Ma purtroppo sono quasi tre mesi che è uscito il mio libro “Non è Francesco” e in questi tre mesi non c’è stato un solo cardinale (fra quelli presenti al Conclave) che abbia dichiarato in pubblico o mi abbia fatto sapere in privato che i fatti del Conclave non si sono svolti nel modo descritto dal mio libro. Anzi…
Del resto mi sono basato sul libro di Elisabetta Piqué, biografa e amica di Bergoglio.
La stessa Piqué (che nei giorni scorsi ha firmato una lunga intervista al papa) ha confermato la sua versione su “La Nacion” recensendo il mio libro, dopo che già tale versione era stata confermata da “alcuni cardinali” sentiti dal “Corriere della sera”. E nemmeno è stata smentita la tesi che proprio il papa, che non è vincolato al segreto, sia stato la fonte della giornalista argentina.
Infine non c’è stato nemmeno un autorevole canonista che abbia dimostrato che le procedure seguite sono state corrette e quindi che l’elezione di papa Francesco è canonicamente ineccepibile.
Se non lo fosse non avremmo un papa, ma un “vescovo vestito di bianco” e non sarebbero validi neanche i suoi atti di governo.
Segue
RIBALTONE ?
RispondiEliminaIl problema si ripropone adesso che papa Bergoglio ha annunciato la creazione di 10 nuovi cardinali il 15 febbraio prossimo. Che si aggiungono ai 19 creati nel febbraio 2013.
Perché così tante nomine ravvicinate? Per ribaltare la tendenza “ratzingeriana” maggioritaria nel collegio cardinalizio?
C’è una certa inquietudine nel mondo ecclesiastico perché si sospetta che gli ambienti progressisti della Curia, oggi al potere, premano per avere un futuro Conclave spostato verso la sinistra modernista.
Al di là dei 78 anni del papa ci sono anche le frequenti voci di un suo ritiro. Prima che ciò avvenga forse qualcuno vuole il ribaltone progressista nel collegio cardinalizio.
Esso infatti nel 2013 non era affatto “progressista” ed elesse Bergoglio solo perché si fece credere che fosse in continuità con Benedetto XVI e Giovanni Paolo II. Non a caso poi, al recente Sinodo, Bergoglio è andato clamorosamente in minoranza.
Dunque sta arrivando il ribaltone per il futuro Conclave?
Antonio Socci
Da “Libero”, 21 dicembre 2014
Scusa Mic, ho pubblicato la prima parte di Socci su un post e la seconda e la terza su un altro...
RispondiEliminaNon preoccuparti, RIC :)
RispondiEliminaAnzi, grazie. Non lo avevo ancora visto. Lo riprendo e lo pubblico per intero come nuovo articolo. Mi pare il caso...
Mi scusi, caro Ric, ma se al posto di Bergoglio avessero eletto Scola, sarebbe stato un pontificato moderato? ne dubito molto, visto le recenti esternazioni del porporato milanese. Secondo me il collegio cardinalizio è già in larga maggioranza progressista, le poche voci contrarie vengono epurate una ad una. Inutile illudersi: siamo nell'epoca profetizzata a La Salette e dalla Emmerich, inutile attendersi qualcosa di buono da questa gerarchia ecclesiastica. Siamo soli, Ric, questa è la realtà: affidiamoci a NSGC e alla Sua SS.ma Madre, e speriamo che la FSSPX tenga duro. Buon Natale
RispondiEliminaForse l'elezione di Bergoglio è stata provvidenziale perché - invece dei 'bachi' non sempre riconoscibili e riconosciuti e che provocano la cottura a fuoco lento - i suoi schiaffoni rivoluzionari suscitano abbastanza allarme da far saltar via il fedele-rana dalla pentola in cui rischiava di finire lessato a fuoco lento. Dove per "pentola" non s'intende l'Una Santa, ma la mistificazione modernista...
RispondiEliminail "nostro" gli schiaffoni rivoluzionari può darli,e sono anche graditi(!!!!),perchè la massa è stata,lentamente quanto si vuole,cotta e stracotta dai predecessori.Punto.
RispondiEliminaTrizzi
Mic,
RispondiEliminaa me risulta, ma potrei sbagliarmi, che Hannukkah e' festeggiata soprattutto dagli Ashkenazi, ma non dagli ebrei italiani o dai sefarditi, e che la sua istituzione e' recente. Cosi almeno m' han lasciato credere due miei colleghi ebrei, dicendo anche che e' un po' un' americanata, fatta per non far soffrire i bambini ebrei nei confronti di quelli americani, protestanti o cattolici, che hanno il Natale con i doni( e prima Santa Klaus). A casa loro non e' mai stat festeggiata. Loro festeggiano soprattutto Rosh Hashanah.
Rr
Come si fa a dire tali enormità dettate dall'ignoranza? Chanukkà una festa recente? Seguita solo dagli ashkenaziti? Ma che dite? Se i suoi colleghi ebrei non la festeggiavano,affari loro, si vede che sono ignoranti come chi li segue. La manifestazione esterna,con l'accensione di grandi chanukkiot in luoghi pubblici, propagandata sopratutto dal movimento dei chassidim di Lubavitch (Chabad), quelli sì che è una manifestazione recente e divulgata sempre più dallo stesso movimento. Ormai si vedono grandi chanukkiot in ogni grande città, Milano,Roma,Venezia,Firwnze ecc. I presepi vengono aboliti perchè siamo,laici,che diamine!, e potrebbero offendere i maomettani, poverini,che si offendono così spesso, ma via libera a chanukkiot e preghiere maomettane per strada,tutti a culo in aria. Cesare
RispondiElimina"Forse l'elezione di Bergoglio è stata provvidenziale perché - invece dei 'bachi' non sempre riconoscibili e riconosciuti e che provocano la cottura a fuoco lento - i suoi schiaffoni rivoluzionari suscitano abbastanza allarme da far saltar via il fedele-rana dalla pentola in cui rischiava di finire lessato a fuoco lento. Dove per "pentola" non s'intende l'Una Santa, ma la mistificazione modernista..."
RispondiEliminaCitazione di Mic da incorniciare, ho provato più volte a esprimere lo stesso concetto, ma non ci riuscivo mai. Chiedo licenza di usarla in conversazioni prossime future... :-)
Hanukkah: è vecchia come il cucco, ci mancherebbe... Altro che usanza recente. Ma non mi scandalizza che colleghi ebrei di Rr propalino cose del genere: insomma, si sa che, come ci sono i cattolici di nome e non di fede (tipo quelli che confondono Immacolata Concezione e Concepimento Verginale, per intenderci), ci sono anche gli ebrei di nascita e parimenti non di fede, che sanno poco o nulla. Normale.
Transeat, lasciamo stare Hanukkah e occupiamoci dei nostri presepi: e, a proposito di guidaismo, se vogliamo essere precisi e fare un presepe filologicamente corretto, le pecore mettiamole scure o almeno a chiazze, perché se erano fuori di notte proprio candide non potevano essere, in teoria; erano solo quelle scure che non potevano tornare in città, di notte, e restavano in giro sui colli (insieme ai pastori che le vegliavano). Sono meno carine e non so se convincerete i vostri bambini, però sarebbe da fare...
humilitas
Se ci facciamo prendere dagli scrupoli filologici sarebbe tutta da discutere che la stella fosse una cometa, che i magi fossero tre, che ci fossero il bue e l'asinello... E anche la stalla era una cosa diversa da quella che si vede nei nostri presepi. Pazienza, Cristo è di ogni tempo e non solo di quella notte in Palestina.
RispondiEliminaVéni, véni, Emmánuël;
RispondiEliminaCaptívum sólve Israël,
Qui gémit in exílio
Privátus Déi Fílio.
mic capisco che RR ( Rosa) è una tua amica, ma questa di Hannukkah festa recente è solo l'ultima perla.
RispondiEliminaRosa non ha detto che Hannukkah è una festa recente. Ha detto che le risulta da testimonianze di amici ebrei che è una festa più sentita dagli ashkenaziti.
RispondiEliminaE' ovvio che è una festa antichissima. Ti dirò, però che anche a me risulta più enfatizzata pubblicamente negli ultimi tempi. Qui a Roma, ad esempio, è solo da qualche anno che se sono fatte celebrazioni in P.za Barberini a quanto ricordo...
Comunque in questa discussione è un argomento di striscio, ormai concluso.
Angelo,
RispondiEliminaSe lei non sa leggere l' Italiano, non e' colpa mia. Io riferivo, NON qffermavo:
Alcuni anni fa, era appunto Hannukkah, io augurai al mio primario di allora ed ad uno dei due aiuti Buon Hannukkah, come facevo con i miei colleghi americani e canadesi ebrei, quando ero la'. I due mi guardarono strano , e mi chiesero perche' facessi loro gli auguri.
- Per Hannuka, -risposi- Ah, ma noi non la festeggiamo, perche' non siamo ashkenaziti. Lo fanno in America, perche' li sono quasi tutti ashkenaziti, e ci
si sono molti ortodossi e hassidim ( o Chassidim).
Io ho scritto per chiedere lumi a Mic, che so esperta di ebraismo, ma della quale NOn sono un' amica intima, ma semplicemente una che la legge, la apprezza molto e in una o due occasioni le ho tradotto alcuni
brani dall' Inglese su sua gentile richiesta. Non che non le sarei volentieri amica personale, ma stando io a Milano, elei a Roma...
Per altro il rabbino De Ssegni, in occasione di Hannukkah, ha detto alla Radio( Rai 1 del giorno della festa, trasmissione " Feste e ricorrenze ebraiche" ,
ore7.30): - Hannukkah e', rispetto ad altre, una festa recente, perche' ricorda un fatto non dell' epoca dei Patriarchi, dei profeti, dei Giudici, ma dell' epoca piu' recente, quando il territorio d' Israele ear occupato dai Greci, dopo Alessandro Magno...- ecc.ecc.
Io ho sempre conosciuto La Pasqua ebraica, e poi,
durante le varie guerre israelo-arabe, il Purim, ed infine, ascoltandoo appunto la trasmissione su citata, Rosh Hashanah. H hannukkak l' ho scoperta in USA.
Rr
Nota a margine, e molto, molto soggettiva, sul S. Natale, ma consentitemela: c'è una retorica che mi ha sempre irritato, quella pauperistica della "nascita in povertà" di Nostro Signore Gesù Cristo. Con tutto quanto ne consegue da un punto di vista ideologico e "pastorale".
RispondiEliminaOrbene: Gesù Cristo nasce in una famiglia (e da qui inizio con una serie di "anacronismi semantici", di cui chiedo scusa, ma è solo per capirci meglio) che non è affatto "proletaria". Sia la famiglia di Giuseppe, sia quella di Maria appartengono a quella che potremmo definire "media borghesia". Giuseppe è un carpentiere-costruttore (oggi diremmo: piccolo-medio imprenditore), Maria è imparentata con Zaccaria, della casta sacerdotale.
La stirpe è quella di David (oggi diremmo: di origini aristocratiche).
L'episodio delle nozze di Cana e l'amicizia con Lazzaro dimostrano che le frequentazioni di Gesù erano - usualmente - di persone benestanti.
Nonostante gli sforzi di certa iconografia moderna, soprattutto filmica, nulla dimostra che Gesù vestisse poveramente e sciattamente, come un antesignano degli hippies. Anzi: i suoi vestiti avevano le nappe, simbolo di distinzione. Quando venne crocifisso, la sua tunica, notoriamente tessuta senza cuciture, aveva tanto valore che i soldati se la giocarono a dadi.
La Sua nascita: certo, avvenne in una grotta, o in una stalla (o in una stalla-grotta). Ma semplicemente perché Giuseppe e Maria non avevano trovato posto in un caravanserraglio (oggi diremmo: in un hotel).
Ecco, certamente quanto espongo non è importante ai fini della salvifica figura di Gesù Cristo (ma medesime osservazioni, se non vado errato, vennero fatte da Messori in un suo articolo su "Il Timone" di alcuni anni fa). Minimalia, certo, rispetto all'infinita grandezza dell'evento della nascita di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ma forse considerazioni utili per contrastare una certa irritante retorica - soprattutto catto-progressista - sulla necessità di un "Natale sobrio". Retorica non solo irritante, ma anche ipocrita: le feste, per definizione, non sono mai state sobrie (in tutti i sensi), soprattutto il Natale. Non c'è bisogno di scomodare Dickens, basta chiedere ai nostri nonni.
E non sopporto le esortazioni ascetiche e pauperistiche di prelati e intellettuali catto-progressisti adusi a pranzi ministeriali e a convegni in cui l'assalto al buffet è il fine ultimo.
Per cui, auguro a tutti voi un S. Natale ricco spiritualmente (soprattutto), ma anche materialmente, per quanto ci è possibile nell'amaro contesto attuale.
Sono convinto che la gioia di una tavola riccamente imbandita a Natale - secondo il proprio stato e le proprie possibilità - sia gradita anche al Signore.
Buon S. Natale a Mic e a tutti voi.
Per non parlare, Silente, del" Gesu" immigrato o profugo ...
RispondiEliminaBuon Natale anche a te, Silente, in questa Milano con poche luci ed addobbi, perche c'e' la crisi, e' vero, ma anche perche Pisapippa e company preferiscono spendere i soldi dei contribuenti in altri interventi che non siano il festeggiamento del Natale.
Eh, quanto da' fastidio questa festa...
Ho letto ieri un articolo di un intellettuale americano( lui si definisce semplice giornalista) che, nella" war on Christmas", vede molte più cose di quanto normalmente si pensa.
Rr
Buon Natale anche da parte mia.
RispondiEliminaPerchè non so quando tutt'a un tratto non potrò più collegarmi per sopravvenute necessità familiari.
E di chiesa.
Rosa: luci, addobbi?
guarda che luminarie ci sono a Bologna....vale davvero la pena
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-a-bologna-le-stelle-di-natale-sono-massoniche-11245.htm
Cara Rosa, riguardo alla nostra Milano, parlavo qualche giorno fa con il presidente dei commercianti della via dove abito - semi centrale - e dove, per la prima volta da quando mi ricordi, non si faranno luminarie natalizie. In passato erano finanziate quasi interamente dal Comune. Poi, negli ultimi anni, sempre più dai commercianti. Quest'anno, grazie alla crisi, i commercianti non ce la fanno. E su un costo complessivo di 16.000 Euri necessari, il Comune di Pisapia si è detto disponibile solo per 2.000. Ma certo i soldi per i campi zingari, per l'ANPI, per i centri sociali e altre iniziative di questo genere non mancano.
RispondiEliminaMic ci perdonerà per questo accenno civico meneghino. Ma il tema non è estraneo alla mission sito. Andiamo verso una "de-istituzionalizzazione" del Natale, una volta festa comunitaria, attraverso il suo stravolgimento consumistico, da un lato, e la negazione dei suoi aspetti religiosi, dall'altro.
Da anni il tradizionale Presepe in Piazza Duomo non si fa più. I Presepi sono proibiti nelle scuole pubbliche. Sono sintomi di una scristianizzazione feroce, imposta dai poteri forti, crudele nei confronti delle nostre radici, della nostra cultura, della nostra storia.
Una luminaria natalizia che non si riaccende più in una via commerciale di Milano non è solo un problema di "marketing di via". E' un segnale, sia pure indiretto, di scristianizzazione della nostra società. Per questo non dobbiamo sottovalutarlo.
Silente
L' ultimo Presepe in Piazza Duomo lo fece fare la Moratti, e fu criticatissima: il Comune, laico, non avrebbe dovuto, ecc. Girava voce che addirittura l' avesse pagato con soldi suoi proprio per evitare le polemiche che ci furono ugualmente.
RispondiEliminaPersonalmente non tiro fuori una lira che e' una per il Comune. purtroppo non riesco a non usare i mezzi pubblici, se no manco quei soldi darei.
Rr
PS: C.so B. Ayres e' illuminato, ma non mi piace troppo.Di Bologna so, ma non ho capito se siano massoniche o antimassoniche come scrivevano su Radio Spada
Da quanto ho capito, cara Rosa, quelle di Bologna sono massoniche, molto massoniche.
RispondiEliminaRavenna se la cavicchia quanto a luminarie, Cesenatico fa il presepe sulle barche.......Rimini.....ahimè, i quartieri città città hanno fatto ognuno per conto proprio essendosi il comune ritirato, quindi ci sono quartieri o borghi ben illuminati, ma il corso principale e le 2 piazze son illuminate a metà, si arriva al ponte di Tiberio nel buio più assoluto, poi a S.Giuliano un tripudio di stelle.....il presepe il comune si degna di farlo sotto l'arco di Augusto, col precedente sindaco c'erano 7/8 statue, con questo 3, il bambin Gesù è un cicciobello legato con catene alla culla perché lo fregano sempre tutti gli anni, insomma una tristezza pancosmica, sembra neanche Natale, in compenso un po' di cervello gli è venuto, invece di dare 1.500.000 euro alla rai per fare quell'indecente spettacolo dell' ultimo dell'anno che nessuno guardava, quest'anno il solerte sindaco fa il dj che è l'unica cosa che sa fare bene e quindi si risparmia.Lupus et Agnus.
RispondiEliminaLupus et Agnus, grazie del colorito reportage, per un momento m'è sembrato di esser lì presente...
RispondiEliminaRosa, Silente
RispondiEliminanon s'è capito se le luminarie di Bologna siano massoniche o meno; cioè è ovvio che è inequivocabilmente il simbolo della massoneria, dicono, messo lì per "esorcizzare" la massoneria dietro la strage di Bologna; in realtà chi passa vede un ossequio al simbolo massonico.
E' come esorcizzare il comunismo con falce e martello, o esorcizzare il nazismo con la svastica, o esorcizzare il demonio con pentacoli e croci rovesciate, capisci'ammè.....
si rifanno all'idea del "modello decontestualizzato", quindi demitizzante, ma rimane una citazione, un sigillo malefico che sembra un omaggio consenziente a dir poco improprio....
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/luminarie-p2-curia-ambigue-e-inquietanti-1.515173
Anch'io ho notato quest'anno meno luci in giro... E le luci che ci sono sono scristianizzate (sempre più da discoteca e meno da notte stellata).
RispondiEliminaNon è detto che sia un segno di scristianizzazione, visto che all'estero famose città tuttora luminosissime sono spiritualmente anoressiche da lustri.
Un "putrefatto nel cuore" come me, cultore della tradizione natalizia, tende a non confondere gli abbagli con la luce.
Dio non lo comperiamo con le pratiche... figurarsi con le bollette dell'ENEL.
Dio possiamo ignorarlo o confonderlo smettendo di tendere a Lui, confondendo sacro e profano, rivelazione e idea, spirito e psicologia, Lui e il mondo, confidando nell'uomo...
Del nostro Natale popolare, come Avvento, non restava che un vago un sentimento: la crisi spegne le luci commerciali, e si scopre che per molti c'erano solo quelle per accorgersi che c'è la festa!
Di chi? Boh... Di Babbo Natale... Jingle bells... Oh Oh Oh Oh...