Leonardo Boff, leader della Teologia della Liberazione alla brasiliana, quella con più esplicito riferimento al marxismo, dopo i contrasti con il cardinal Joseph Ratzinger e dopo i moniti di Giovanni Paolo II, dichiarò che quella Chiesa era inabitabile e irreformabile. Così, lasciò il saio francescano e andò a vivere con una compagna. Giunse però la sorpresa dell’implosione del comunismo e , come avvenuto per tanti, passò dal rosso al verde, all’ambientalismo più dogmatico, con aspetti di culto panteistico alla Madre Terra. Continua, però, a celebrare i sacramenti, con liturgie eucaristiche e battesimali da lui stesso elaborate (non mancano, si dice, le risonanze new age) nell’acquiescenza dell’episcopato brasiliano. In una intervista apparsa un anno fa su Vatican Insider ha affermato di avere non solo buoni rapporti con papa Francesco, come già in Argentina con l’allora arcivescovo, ma di collaborare con lui sui temi ambientalisti, in vista della enciclica “verde“ annunciata dal Vescovo di Roma e, pare, da lui stesso suggerita.
Diciamo questo perché, in questo convinto ammiratore di Jorge Bergoglio, sembra esserci davvero poco della tenerezza, dell’accoglienza, del rispetto dell’altro, della misericordia indulgente predicati con tanta passione da papa Francesco. Il suo commento, pubblicato ieri da questo giornale, a proposito del mio articolo del 24 dicembre, non ha nulla dei buoni modi che Bergoglio esige nei riguardi di tutti, fossero anche antagonisti. Il già padre Leonardo mi attribuisce “grossi vuoti nel pensiero“, scarsa intelligenza, ignoranza, dandomi anche del mal convertito che, giunto a un’età rispettabile, deve finalmente decidersi portare a termine la conversione. Mi lancia pure quella che per lui è una pesante accusa, ma che per me suona come un complimento, dandomi del “cristomonista“. Non so bene che voglia dire, ma quel che intuisco non mi dispiace, anzi mi lusinga.
Comunque, nessuna sorpresa: scrivendo cose che non piacciono a tutti, so bene come siano, nel concreto, quegli edificanti intellettuali (spesso religiosi) che del dialogo, appunto, vorrebbero fare una sorta di religione. Ma no, non è questo che colpisce. Ciò che potrebbe amareggiare è che Boff sembra non avere letto affatto quanto ho scritto: forse l’imperfetta conoscenza dell’italiano, forse la fretta, forse il pregiudizio ideologico, sta di fatto che la sua reazione, tanto veemente quanto confusa, poco o nulla ha a che fare con ciò che davvero ho detto. L’esempio più vistoso è l’accusa di <<quasi ignorare lo Spirito Santo>>. Per la verità, il riferimento al Paraclito è l’elemento centrale del mio discorso, dove ricordo che nulla capiremmo del papato se non riferendoci all’azione libera e imperscrutabile dello Spirito. Mi si lasci dire che, nel dibattito sconcertante suscitato da quel mio articolo, molti altri critici hanno giudicato irrilevante confrontarsi con i veri contenuti: inforcati gli occhiali dell’ideologia hanno attaccato un testo esistente solo nei loro schemi previ. Magari politici più che religiosi.
Ma, per tornare a Boff: si dà il caso che, su uno dei siti più frequentati dai cattolici, La Nuova Bussola Quotidiana, sia stato analizzato da un teologo professionista proprio il pezzo pubblicato ieri anche dal Corriere, dopo aver circolato per molti giorni nella Rete. Il teologo è mons. Antonio Livi, da molti anni docente nell’università dei papi, la Lateranense, conosciuto a livello internazionale per i suoi studi, per l’ originalità del pensiero, per le iniziative accademiche ed editoriali. Questo studioso, assai rispettato in Vaticano, non ha esitato a scrivere che << le critiche violente e dissennate a Messori di un ex religioso che si presenta come teologo rappresentano la summa di tutte le sciocchezze degli ideologi della teologia della liberazione>>. L’autorevole specialista rincara: <<Boff si arroga l’esclusiva di interpretare ciò che lo Spirito vuole dalla Chiesa e attribuisce a sé l’infallibilità che nega al Magistero>>. << L’ex francescano >> dice ancora mons, Livi <<sembra ignorare che un vero teologo non spaccia per verità divina le sue arbitrarie congetture >>. E così via.
Insomma, tutti i critici vanno presi sul serio, ma non tutti devono essere presi sul tragico. Credo che quest’ultimo sia il caso dell’eco-teologo brasiliano.
Il ne lui manque que la pipe et la casquette pour ressembler à Popeye…
RispondiEliminaVa-t-il aussi suggérer à Bergoglio de manger des épinards ?
Plus "verts" on trouvera difficilement.
Et en plus, servis par madame !
.....
RispondiEliminaMa forse quello che smarrisce di più, in questo momento in cui tra tanti peana da fuori, si consuma una crescente lacerazione dentro la Chiesa, è vedere che persone che sino a ieri sembravano andare in perfetto accordo, oggi si collocano addirittura agli antipodi.
Il caso più eclatante, tra i tanti, non è solo lo scontro ecclesiastico Marx-Mueller, non è solo lo conflitto aspro consumatosi al Sinodo, ma anche quello, talora evidente, talora più tacito, tra tanti giornalisti laici cattolici.
Ad esempio tra Messori e Tornielli. Sì, perché il direttore di Vatican Insider, già direttore de la Bussola, già vaticanista “di destra” sul berlusconiano Il Giornale, sembrava, sino a poco tempo fa, in profonda sintonia con Messori: frequentazioni analoghe, un libro insieme a quattro mani, e numerose interviste di Tornielli al celebre giornalista torinese.
In questi giorni di attacchi scomposti a Messori – scomposti al di là di quello che si può pensare di un articolo, sempre opinabile, ma comunque mai volgare-, Tornielli non ha scritto nulla di esplicito. Ma ha rilanciato volentieri le critiche espresse a Messori da Luigi Alici e Badilla. E’ segno di un nuovo allontanamento tra cattolici?
L’articolo di Alici, molto duro, senza appello, un po’ greve, recita tra le altre cose, così: “Con Benedetto (soprattutto con la sua rinuncia, non dimentichiamolo) è iniziata un’opera provvidenziale di desacralizzazione della figura del papa, che Francesco sta continuando in modo straordinario”.
Si tratta di una frase davvero degna di essere rilanciata? Dire, per quanto con evidente lapsus freudiano, che il merito di Benedetto sta soprattutto nell’aver lasciato il soglio pontificio, sarebbe invece, da parte di Alici, un segno di rispetto verso un pontefice? Davvero il culmine del pontificato di Benedetto sta..nella sua rinuncia? Giovanni Paolo II, non rinunciando, sarebbe stato un cattivo “sacralizzatore”?
Alici spiega, con molta prosopopea, che il papa va desacralizzato. E allora perché un cattolico non ha il diritto, con l’assoluto rispetto usato da Messori, di dire che alcune cose non gli tornano?
Scrive Alici: “Ben diverso, invece, è il tentativo sistematico discreditare la persona chiamata a guidare la Chiesa, messo in atto da scrittori e giornalisti, che ritengono di avere il copyright della fede come hanno il copyright dei propri articoli, pretendendo di vedere – nonostante qualche trave… – la pagliuzza nell’occhio del papa. Una cosaè la (giusta) desacralizzazionedella figura del papa, una cosa del tutto diversa è la (illegittima) delegittimazione di un pontefice rispetto a un altro…”.
Alici si rende conto delle tortuose contraddizioni in cui cade? Contrappone evidentemente Francesco (bravo), a Benedetto (bravo, perché ha lasciato), ma fa una reprimenda durissima a Messori (accusato, ingiustamente, di “tentativo sistematico di screditare”); esalta la desacralizzazione (che bisogna poi vedere cosa significa: forse che il predecessore si sacralizzava eccessivamente?), ma non accetta che essa comporti anche qualche velata e rispettosa obiezione.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2015/01/messori-tornielli-altre-dolorose-incomprensioni-nel-mondo-cattolico-in-lacerazione/
Su la bussola quotidiana interviene anche mons. Antonio Livi
RispondiElimina.....
Ma, ripeto, non entro nel merito delle sue considerazioni sul pontificato di papa Bergoglio, perché sono dell’opinione che per le vicende della Chiesa i giornalisti dovrebbero limitarsi all’informazione, che è il loro mestiere e la loro specifica mission, senza influenzare l’opinione pubblica cattolica con le loro opinioni personali, inevitabilmente parziali, nel senso che riescono a descrivere solo una parte della realtà ecclesiale ed esprimono su di essa solo il punto di vista di una parte del popolo di Dio.
Come ho già scritto anche sulla Bussola, preferisco che l’attualità ecclesiale sia trattata e con competenza autenticamente teologica e da un punto di vista esclusivamente pastorale. Io stesso, preoccupato come sacerdote del disorientamento dottrinale che percepisco tra i fedeli, sono intervenuto più volte sulla “questione Bergoglio” invitando i cattolici a disinteressarsi di ciò che è pane quotidiano dei “vaticanisti” (le frasi e i gesti che fanno pensare ad “aperture” o a “chiusure”, le nomine e le destituzioni di alti prelati), interessandosi invece intelligentemente di ciò che è propriamente magistero della Chiesa. Lì, nei documenti del magistero della Chiesa (che è in determinati punti fondamentali immutabile e perenne, in altri procede storicamente con le opportune “riforme nella continuità”) i cattolici, oggi come sempre, trovano la guida sicura della loro coscienza, l’orientamento sicuro per professare e vivere la fede nella loro esistenza quotidiana.
Ora però intervengo sulla vicenda di Messori, non per approvare o disapprovare quello che ha scritto, ma per difenderlo (è doveroso) dalle critiche violente e dissennate di un religioso che si presenta come teologo e accusa il giornalista di malafede o di ignoranza in materia teologica. Si tratta di Leonardo Boff. La sua critica a Messori (clicca qui) rappresenta, per così dire, la summa di tutte le sciocchezze che gli ideologi della “teologia della liberazione” hanno scritto, prima e dopo la condanna da parte della Santa Sede, sul messaggio del Vangelo e sull’azione della Chiesa nel mondo.
...
il resto qui
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-difendo-messoricontro-i-falsi-dogmi-di-boff-11380.htm
Non sono d'accordo con le prime affermazioni di Mons. Livi, che non riguardano solo i giornalisti, ma in altra sede anche i blogger. E non si riferisce a quelli che amano gli scoop o le critiche sopra le righe ma anche a chi si esprime testimoniando e con argomenti che se non sono di alta teologia non sono neppure banali. Ne svilupperò i motivi, in parte già espressi in precedenti occasioni, in un prossimo articolo. Questo del silenziamento è un concetto da lui più volte ribadito....
RispondiEliminaInoltre anche l'informazione giornalistica non è mai 'asettica' e, se tutti parlano e influenzano non poco l'opinione pubblica (non a caso si è parlato di sinodo e conciliarità e sinodalità e mediatica), non si capisce perché debbano tacere i cattolici più attenti e seriamente impegnati.
Ciò che pure non si comprende (oppure lo si spiega con l'aria da tribunale del popolo nella chiesa) è la reticenza a chiamare in causa il "protagonista" se non per allusioni o circonlocuzioni tortuose. Che non giova a chi è disorientato e ha solo bisogno di chiarezza.
Due segnalazioni. La prima
RispondiEliminaDon Santoro e i preti arcobaleno contro Messori dopo l'articolo su papa Francesco: "Esecutore di un avvertimento mafioso"
Parte la raccolta di firme da parte delle comunità di base per fermare l'attacco al vescovo di Roma
http://www.ilsitodifirenze.it/content/809-don-santoro-e-i-preti-arcobaleno-contro-messori-dopo-larticolo-su-papa-francesco-esecuto
Seconda segnalazione. Socci su Facebook riferendosi all'articolo pubblicato oggi da Magister:
RispondiEliminaSUL CONCLAVE IL MISTERO S'INFITTISCE
Stamani un noto sito di informazione religiosa annunciava la confutazione – da parte di una canonista – delle domande e dei dubbi che ho sollevato sul Conclave del 2013 nel libro “Non è Francesco”.
Leggendo il titolo ho quasi tirato un sospiro di sollievo: finalmente qualcuno che risponde a tutte le domande, mi sono detto.
Già nel libro infatti avevo anticipato che aspettavo le controdeduzioni che chiarissero tutto per dirmi soddisfatto delle spiegazioni e ben lieto di riconoscere la regolarità canonica del Conclave.
Purtroppo però dopo aver letto questo testo mi trovo deluso e temo sempre di più che il Conclave abbia davvero prodotto un’elezione nulla e invalida.
Se infatti gli unici argomenti che i miei critici sanno contrappormi, dopo tre mesi di studio, sono quelli avanzati qui (e di fatto già considerati e confutati in partenza nel libro) tutti i miei dubbi restano aperti e si ingigantiscono. E tutte le mie domande restano sul tappeto. Perché sono state di fatto eluse.
Ho la sensazione che l’uscita di questo articolo rifletta un clima di crescente tensione oltretevere, dove cercano in tutti i modi di mettere una toppa alle illazioni e ai dubbi sul Conclave.
Perché - questa è una notizia che vi do - dai piani alti del Vaticano, giungono voci di conferma dei miei dubbi.
Comunque nei prossimi giorni (forse già domani) risponderò punto per punto. La ricerca della verità continua.
Papa Bergoglio avrebbe un modo molto semplice per far luce: cancellare l'obbligo di segreto per i cardinali, come trent'anni fa propose il cardinale Siri. Ma - chissà perché - né Bergoglio lo fa, né i miei critici lo chiedono con me.
Perché non si vuota far luce? Io non chiedo di meglio che ricredermi, ma occorrono ragioni serie e argomenti convincenti.
antonio socci
Il bottiglione e' scoppiato. Finché erano i siti tradizionalisti oppure Socci che ha scritto un libro oppure scrive su Libero ... i modernisti potevano far finta di niente e darci dei pezzi di m.... Ora però Messori l'ha scritto sul Corriere ... il suo e' un giudizio in totalmente negativo, va da se' che il Corriere e' letto da parecchia gente non cattolica e di certo è' sempre stato martiniano. Signori, non preoccupiamoci. Bergoglio e' sempre stato divisivo fin da quando era provinciale dei gesuiti in Argentina e lo sarà sino alla fine. E' un grande risultato che molti ora iniziano ad aprire gli occhi. Perché, molti si domanderanno, se Messori da persona equilibrata e sicuramente non tradizionalista si è espresso così, evidentemente avrà le sue fondate ragioni. Che poi il vdr venga difeso da Repubblica, dalle comunità di base, da Farinella, da Ciotti, beh... mi spiace molto per il vescovo di Roma. E' difeso dai cosiddetti avvocati delle causa perse.
RispondiEliminaRicordiamoci che Tornielli scrive per un giornale massonico fino alla giugulare. Lo stesso Tosatti, nei primi tempi di GPII, era abbastanza critico. E fino al 2005 il suo cardinale di riferimento forse era Silvestrini. Ricordiamoci che La Stampa il 31 agosto 1914 scrisse che il card. Della Chiesa non sarebbe stato eletto (perché non gli piaceva), scrisse il 2 febbraio 1888 che don Bosco in vita sua aveva solo pensato a racimolare soldi. Benedetta invidia! Tornielli fin da subito ha preso una orribile piega. Avrà forse venduto la primogenitura per un piatto di lenticchie o per un grembiulino? Ricordiamoci che viene dalla scuola di Andreotti, dalla rivista 30 giorni. Nel luglio 2013 Tornielli penso' bene in occasione del viaggio del vdr in Brasile di intervistare Boff. Non Clodovis ma Leonardo. A quel punto non fu difficile fare 2 + 2,
RispondiEliminada lutero potemo solo 'mparà a odià la Chiesa er Papa e i Sacramenti. io me consolo cor dimme: tanto morimo tutti e i conti cor Signore prima o poi li famo ogniuno.
RispondiEliminaPer dirla in termini sociologici ( Max Weber ) Francesco rappresenta prevalentemente il "potere carismatico", Benedetto il "potere burocratico" e il "potere tradizionale".
RispondiEliminaGrazie al "carisma" ( qualita' di capi come Napoleone, Mussolini, Hitler ) si e' in grado di radunare attorno a se' il consenso delle masse, che si sentono gratificate da un senso identitario confortante ed esaltante. Cio' non esclude l'uso della macchina legale burocratica, come fece Mussolini una volta preso il potere, ma non rappresenta l'elemento decisivo.
Il capo carismatico solitamente viene dal popolo ed e' caratterizzato da una cultura non troppo raffinata e accademica che, dandogli il senso della complessita' estrema dei grandi problemi, lo riempirebbe di dubbi teorici, dannosi per la prontezza dell'azione e la capacita' di spazzare via gli ostacoli. Mussolini era maestro elementare, Hitler, aspirante artista, non riusci' a superare l'esame di ammissione all'accademia.
Titolo di studio a medio o ad alto livello ( piu' raramente) il capo carismatico ha un temperamento altamente emotivo, che gli permette di entrare in sintonia con gli elementi del popolo, unito a una grande intelligenza pragmatica. Un esempio casareccio e' offerto a noi Italiani da Umberto Bossi negli anni d'oro.
Arrivati a questo punto della polemica, pur comprendendo certi lati emotivo-comunicativi di papa Bergoglio, che ritrovo in me stesso, devo dire che mi meraviglia molto la scelta per il Soglio Pontificio di un uomo che conosce solo lo spagnolo e l'italiano imparato in famiglia, mentre grandi poliglotti erano Ratzinger, Wojtyla, Pacelli e un raffinato francesista Montini ( presumibilmente anche padrone dell'Inglese e del Tedesco, data la sua lunga attivita' presso la Segreteria di Stato ).
C'e' da aggiungere che non si puo' essere teologi e pensatori di alto profilo se non si padroneggiano il Latino, il Greco, il Tedesco
e ovviamente il Francese, peraltro facilmente comprensibile da chi parla una lingua neolatina.
A questo punto mi chiedo "Ma chi sono io per giudicare il papa?" e ricordo la frase pronunciata da don Camillo "monsignore ma non troppo" al segretario che gli faceva notare la necessita' di migliorare il suo Inglese: "Perche', Cristo sapeva l'Inglese?". Diciamo che il discorso vale solo dal punto di vista umano, non da quello soprannaturale ( lo Spirito Santo e' poliglotta ).
Pero' qui trovo un elemento di conferma alla mia ipotesi che Bergoglio sia stato scelto in larga misura per il suo slancio affettivo e comunicativo, oltre che per la sua impostazione di gesuita populista, mentre dietro di lui muovono le fila i grandi cervelloni tedeschi.
Aggiungo che, ritenendo lo scarto fra teologia e tecnoscienza e conseguente criticismo ( vedansi i problemi dell'esegesi biblica e della bioetica-bioingegneria ) uno degli elementi principali della crisi della Chiesa, che ha perso l'egemonia culturale sull'Occidente, mi sentivo molto confortato dall'avere come pontefice un intellettuale acuto e profondo come Ratzinger.
Cara Mic, ti segnalo questo editoriale che offre una chiara immagine della situazione.
RispondiEliminahttp://www.papalepapale.com/develop/messori-che-bruci-il-soviet-supremo-dellinquisizione-rossa-contro-un-cattolico/
Grazie RIC. Riporto le conclusioni:
RispondiElimina----
E’ chiaro, insomma, che -comunque lo si voglia vedere- il film di questi nostri tempi, di questa nostra Cristianità (o della sua fine, come molti adombrano), ha ad assoluto protagonista il ruolo del Papa.
Tutto, incluso e per primo il ruolo dei media, inaudito in passato, si polarizza su questa figura. Per desacralizzarla, per svestirla dei segni del passato (che però volevano, con la stabilità, richiamare l’eternità), e fargli assumere gli abiti semplici ma forse volatili (e, senza smentita, sempre implicanti un’apparenza, sia pur diversa) della “semplicità”, dell’“immediatezza”, della “simpatia”. Abiti più “immediati” (eppure così pesantemente “mediati”, in quanto manipolabili dalle miriadi di mezzi di comunicazione) e più facili da leggere, più efficaci per aprire brecce nei sempre più dispersi e distratti cuori umani.
Può darsi. Potrebbe “funzionare”. Ed, in un qualche modo “vago”, “funziona”. Per ora.
Ma sembra che –secondo molti— tutto ciò debba avere bisogno di “puntelli” inediti, come un unanimismo cieco ed un clima di perenne entusiasmo che non ammettono “fughe” o neanche piccole “deviazioni”. Una “spontaneità”, insomma, un po’ troppo militante e, forse, già “militarizzata”. In ogni caso, troppo affidata all’estro ed alla fatica degli uomini del media system cattolico, così alleatosi con quello laico.
Una cosa troppo diversa dall’abbandono di Vittorio Messori; dal suo rispetto e la sua ammirazione per la storia del Papato, dalla sua fiducia – non cieca ma forgiata dalla conoscenza delle vicende della Chiesa – nello Spirito Santo.
Deve essere stato, in fondo, proprio per questo abbandono che devono averlo così pesantemente attaccato
p.s.
E per questo, forse, già domani 6 gennaio, su Avvenire Tarquinio ha previsto un’altra infornata di “critiche autorevoli” contro Messori, autorevoli per dire “cattocomuniste”, parla contro l’eresiarca Messori nientemeno che quel dottore della Chiesa del presidente delle Acli: c’è aria di vendetta intorno a San Pietro, di notte dei lunghi coltelli, verso tutto quanto ha sentore di “passato”, ossia di “ratzingeriano”. La papolatria val bene una poltrona di direttore di giornale, per il resto vacillante… e la pelle di Messori è buona come stabilizzante. E per innalzare quella di Galantino. Una danza macabra intorno al vitello d’oro, che poi sono se stessi, prima ancora che il papa. Di questo passo, tempo un mese, arrivano alla scomunica dello scrittore cattolico.
In cosa infine consista questo bergoglismo, lo stiamo toccando con mano; tutto il resto, andando per esclusione, dovrebbe essere il papato. O quel che ne resta.
Mastino
Chi cerca di dare le ragioni della fede al disorientato mondo contemporaneo è inesorabilmente bollato dai nuovi Zuavi pontifici arruolati con una “spontaneità”, un po’ troppo militante e, forse, già “militarizzata”... i nuovi lanzichenecchi di questa chiesa 2.0.
RispondiEliminaRiporto qui il commento che avevo fatto nel posto sugli amici di Bergoglio dopo aver linkato la reazione di Messori:
RispondiEliminaMessori è oggetto degli attacchi dell`intelligentsia progressista "cattolica", di ex-cattolici e di laicisti nemici della Chiesa che, dopo aver riversato palate di fango su Benedetto XVI, e averlo potuto fare in piena libettà, con Bergoglio diventano suoi ardenti difensori proibendo a chiunque il diritto di dissentire.
Eppure Messori nel suo articolo è stato corretto, moderato e rispettoso, pur essendolo, sono arrivati gli strali, compresi quelli di Tarquinio del giornale dei vescovi(...), moderato, e forse diplomatico, Messori lo è anche nella sua reazione, siccome personalmente considero che il tempo della "lingua di legno" e della diplomazia, è ormai finito, quando leggo:
"Diciamo questo perché, in questo convinto ammiratore di Jorge Bergoglio, sembra esserci davvero poco della tenerezza, dell’accoglienza, del rispetto dell’altro, della misericordia indulgente predicati con tanta passione da papa Francesco."
...non posso non fare osservare che fra il dire e il fare di papa Bergoglio c`è di mezzo un fossato, che se "predica" con passione "tenerezza, accoglienza, rispetto dell’altro, misericordia indulgente", il papa li riserva unicamente a chi gli aggrada, per molti altri(inutile di ricordare la lista ormai troppo lunga) quelle benevole attenzioni sono assente e sostituite da bastonate, etichette e caricature insultanti.
Come poi ben fatto osservare da Rosa, Messori ha scritto" predica" e non "pratica".
RispondiElimina"Perché - questa è una notizia che vi do - dai piani alti del Vaticano, giungono voci di conferma dei miei dubbi."
Embé, se su quelle "voci" verrà messo un volto possiamo essere certi che la loro sorte sarà molto rapidamente sigillata nelle stanze dell`hotel Santa Marta!
Su Tornielli nulla deve ormai sorprenderci, nemmeno che per difendere contro Messori il suo amico e papa Jorge Bergoglio, dia la parola a Alici e a Badilla il cui "articolo" sul "cattolico medio", come ben dice Righi, non merita nessun commento.
Tutto era possibile e tollerato quando il bersaglio era Benedetto XVI, oggi i tempi son cambiati, è cambiato il papa.
"Con Benedetto (soprattutto con la sua rinuncia, non dimentichiamolo) è iniziata un’opera provvidenziale di desacralizzazione della figura del papa, che Francesco sta continuando in modo straordinario” (Alici).
RispondiEliminaSaynète à Santa Marta (trois personnages : Bergoglio, Messori et Boff-Popeye).
Bergoglio, en pantalon, bretelles et pantoufles, est affalé dans un fauteuil. Messori, venu pour l’interviewer, est debout devant lui. Boff-Popeye se cache derrière un rideau.
Bergoglio, d’un air de défi : "Well, blow me down !"
Messori se tait. Bergoglio, secouant les bras :
"I yam what I yam, and that's all what I yam !"
Messori continuant de se taire, Bergoglio se fait tout d'un coup menaçant :
"I'm strong to the finish, cause I eats me spinach !"
Puis, Messori restant toujours impassible, Bergoglio se prend soudain la tête dans les mains :
"That's all I can stands, cauz I can't stands n'more !", et il fait semblant de pleurer.
Boff-Popeye, se découvrant soudain et voulant porter secours à Bergoglio :
"I'm Popeye, the sailorman !"
Bergoglio :
"A-gah-gah-gah-gah-gah-gah !!!"
Messori s’enfuit. Le rideau tombe.
(Adapté de “Popeye the Sailor Man”.)
secondo me quello di mons. Liiv, sa pure in buona fede, è depistaggio e partigianeria occulta per il grande rottamatore dela Chiesa Cattolica E' impossibile infatti non vedere dove Bergoglio sta conducendo la Chiesa, distruggendo quel poco di cattolico che ancora le rimane; il pretendere il silenzio da chi ama la Chiesa preconciliare ed il uo magiistero proprio non o accetto, anzi, è stato detto "quello che vi dico nel segreto, gridatelo dai tetti", perciò, se vogliamo aiutare i fratelli nel dubbio, tiepidi, facilmente strumentalizzabili, dobbiamo protestare a voce alta, altro che silenzio! tanto più quando c'è chi, da posizioni di prestigio giornalistico, fa grancassa a Bergoglio presentando i tradizionalisti come inattendibili. Inutile "ciullar nel manico": siamo in guerra, come più volte detto da Papa Francesco, ma la guerra la porta lui, a Cristo ed alla Chiesa bimillenaria, lui per primo, piaccia o meno ai "normalisti", Pace e bene.
RispondiEliminaPiù che grandi cervelloni tedeschi a me pare ci siano tanti grembiuloni di ogni nazionalità, ma dello stesso club che governa il NWO, chi vuole intendere in tenda gli altri vadano sulla roulotte.....lo stridente contrasto fra la raffinata cultura del predecessore e la strafalcioneria peronpopulista del tipo fa male al cuore, soprattutto nel vedere come strapazza la chiesa, la Chiesa è in buone mani, a noi restano i cocci, ostraka su cui sono scritti i nomi dei non graditi e di quelli da esiliare, Messori, Magister, Tosatti, Socci i primi 4, poi si vedrà......Nightmare 15/16 fino al 2017, chi vivrà vedrà, nel frattempo, rosari in mano e preghiere per la propria salvezza.Miserere nostri Domine!
RispondiEliminaDi nuovo Socci:
RispondiElimina...
Dunque il primo, Boff, nel suo attacco contro Vittorio Messori (Corriere della sera 4 gennaio 2014), tesse le lodi del papa argentino affermando che BERGOGLIO HA USATO “PAROLE FINORA SENTITE SOLO NELLA BOCCA DI LUTERO”.
Poi aggiunge modestamente: “e con meno forza nel mio libro del 1984 ‘Chiesa: carisma e potere’ ”.
Dunque il fan bergogliano Boff, appena arruolato dal “vescovo di Roma” come suo consulente per l’enciclica sociale, elogia papa Francesco assimilandolo a Lutero.
...
Si raccolgono firme in difesa del vdr su Micromega, Il fatto, e da parte dei nuovi preti frontliners, sia mai che il mito venga scalfito, se cala l'audience, gli sponsor si defilano...
RispondiEliminanon è che c'è un'altra raccolta firme, di segno opposto?
RispondiEliminaBlogger Josh ha detto...
RispondiEliminanon è che c'è un'altra raccolta firme, di segno opposto?
http://www.petizioni24.com/dimissioni_per_papa_francesco_bergoglio_non_e_un_vero_papa
se su Micromega di raccolgono firme per Bergoglio, ciò è la prova del 9 he Bergoglio non è cattolico, come del resto lui stesso ci tiene a sottolineare. ma allora non è papa, non il mio, almeno, e come lui non sono miei pastori Kasper, Madariaga, Marx e tanti, tanti altri neomodernisti. Il mondo ala rovescia: i mangiapreti diventano baciapile (pile odoranti di zolfo, però) e i veri cattolici debbono divenire anticlericali.
RispondiEliminaMicromega, o il giornale delle cause perse. Dai girotondi contro Berlusconi alle petizioni per il VdR !
RispondiEliminaridicoli!
Rr
RispondiEliminaUn unanimismo cieco ed un clima di perenne entusiasmo che non ammettono “fughe” o neanche piccole “deviazioni”. Una “spontaneità”, insomma, un po’ troppo militante e, forse, già “militarizzata”. In ogni caso, troppo affidata all’estro ed alla fatica degli uomini del media system cattolico, così alleatosi con quello laico. Una cosa troppo diversa dall’abbandono di Vittorio Messori; dal suo rispetto e la sua ammirazione per la storia del Papato, dalla sua fiducia – non cieca ma forgiata dalla conoscenza delle vicende della Chiesa – nello Spirito Santo. Deve essere stato, in fondo, proprio per questo abbandono che devono averlo così pesantemente attaccato.
Un duro editoriale del responsabile del sito di Vittorio Messori, www.vittoriomessori.it
L‘Editoriale
http://www.papalepapale.com/develop/messori-che-bruci-il-soviet-supremo-dellinquisizione-rossa-contro-un-cattolico/
Cara Mic,
RispondiEliminaNoto che la parola "Spirito" in Bergoglio, Boff e altri progressiste ha un problema simile al dinunciato per Mons. Brunero Gherardini nella parola "Pastorale" nel articolo "Convegno di Roma sul Vaticano II. Intervento di Mons. Brunero..." -http://chiesaepostconcilio.blogspot.com.br/2011/01/convegno-di-roma-sul-vaticano-ii.html
Che cosa lei pensa?