Interessante discorso pronunciato da Oriana Fallaci nel novembre 2005, in occasione dell' Annie Taylor Award, premio conferitole dal Centro Studi di cultura popolare di New York. Da riproporre perché quanto mai attuale. [Fonte]
Nella mia adolescenza e giovinezza ho letto tutti i libri di Oriana Fallaci, "Giornalista, Scrittore", come amava definirsi, ma pur sempre una donna. E questo diversi anni prima dell'ultimo periodo che ha caratterizzato la sua lotta civile e culturale nei confronti dell'Islam e i suoi ultimi scritti sul tema scottante ed attuale che oggi ci interpella con le terrificanti cronache dal M.O. e la recente strage di Parigi.
Ho sempre apprezzato di Oriana lo stile, l'anticonformismo intelligente e la sensibilità profonda, pur non essendo in sintonia con molte sue scelte determinate da diversi orientamenti. I libri più famosi nel mondo sono Lettera a un bambino mai nato e Un uomo, ma ogni romanzo è stato tradotto in varie lingue e ha raggiunto tantissimi Paesi. Da I sette Peccati di Hollywood sino a Intervista con il Potere sono milioni le copie vendute in tutto il pianeta da Oriana.
Ricordo in particolare Intervista con la storia, di cui mi ha catturata l'interesse oggettivo del testo dato non soltanto dal calibro dei personaggi di cui riporta le risposte, quanto dalla pregnanza di queste, innescata dalle domande intelligenti e centrate. Mi è rimasto particolarmente impresso il colloquio con Armstrong, l'astronauta protagonista dello sbarco sulla luna, del quale deve dire: "questo è mio fratello": così si esprime e mi ha toccata il modo in cui descrive e riporta l'incontro nella sua ambientazione con annessi e connessi e il riconoscere nell'incontro con un "altro", fino ad un istante prima estraneo, affinità elettive profonde e sorprendenti.
Nella mia adolescenza e giovinezza ho letto tutti i libri di Oriana Fallaci, "Giornalista, Scrittore", come amava definirsi, ma pur sempre una donna. E questo diversi anni prima dell'ultimo periodo che ha caratterizzato la sua lotta civile e culturale nei confronti dell'Islam e i suoi ultimi scritti sul tema scottante ed attuale che oggi ci interpella con le terrificanti cronache dal M.O. e la recente strage di Parigi.
Ho sempre apprezzato di Oriana lo stile, l'anticonformismo intelligente e la sensibilità profonda, pur non essendo in sintonia con molte sue scelte determinate da diversi orientamenti. I libri più famosi nel mondo sono Lettera a un bambino mai nato e Un uomo, ma ogni romanzo è stato tradotto in varie lingue e ha raggiunto tantissimi Paesi. Da I sette Peccati di Hollywood sino a Intervista con il Potere sono milioni le copie vendute in tutto il pianeta da Oriana.
Ricordo in particolare Intervista con la storia, di cui mi ha catturata l'interesse oggettivo del testo dato non soltanto dal calibro dei personaggi di cui riporta le risposte, quanto dalla pregnanza di queste, innescata dalle domande intelligenti e centrate. Mi è rimasto particolarmente impresso il colloquio con Armstrong, l'astronauta protagonista dello sbarco sulla luna, del quale deve dire: "questo è mio fratello": così si esprime e mi ha toccata il modo in cui descrive e riporta l'incontro nella sua ambientazione con annessi e connessi e il riconoscere nell'incontro con un "altro", fino ad un istante prima estraneo, affinità elettive profonde e sorprendenti.
Diventeremo l'Eurabia. Il nemico è in casa nostra e non vuole dialogare
Bé: un premio intitolato a una donna che saltò sopra le Cascate del Niagara, e sopravvisse, è mille volte più prezioso e prestigioso ed etico di un Oscar o di un Nobel: fino a ieri gloriose onorificenze rese a persone di valore ed oggi squallide parcelle concesse a devoti antiamericani e antioccidentali quindi filoislamici. Insomma a coloro che recitando la parte dei guru illuminati che definiscono Bush un assassino, Sharon un criminale-di-guerra, Castro un filantropo, e gli Stati Uniti «la-potenza-più-feroce, più-barbara, più-spaventosa-che-il-mondo-abbia-mai-conosciuto». Infatti se mi assegnassero simili parcelle (graziaddio un’eventualità più remota del più remoto Buco Nero dell’Universo), querelerei subito le giurie per calunnia e diffamazione. Al contrario, accetto questo «Annie Taylor» con gratitudine e orgoglio. E pazienza se sopravvaluta troppo le mie virtù.
Sì: specialmente come corrispondente di guerra, di salti ne ho fatti parecchi. In Vietnam, ad esempio, sono saltata spesso nelle trincee per evitare mitragliate e mortai. Altrettanto spesso sono saltata dagli elicotteri americani per raggiungere le zone di combattimento. In Bangladesh, anche da un elicottero russo per infilarmi dentro la battaglia di Dacca. Durante le mie interviste coi mascalzoni della Terra (i Khomeini, gli Arafat, i Gheddafi eccetera) non meno spesso sono saltata in donchisciotteschi litigi rischiando seriamente la mia incolumità. E una volta, nell’America Latina, mi sono buttata giù da una finestra per sfuggire agli sbirri che volevano arrestarmi.
Però mai, mai, sono saltata sopra le Cascate del Niagara. Né mai lo farei. Troppo rischioso, troppo pericoloso. Ancor più rischioso che palesare la propria indipendenza, essere un dissidente cioè un fuorilegge, in una società che al nemico vende la Patria. Con la patria, la sua cultura e la sua civiltà e la sua dignità. Quindi grazie David Horowitz, Daniel Pipes, Robert Spencer. E credetemi quando dico che questo premio appartiene a voi quanto a me. A tal punto che, quando ho letto che quest’anno avreste premiato la Fallaci, mi sono chiesta: «Non dovrei esser io a premiare loro?». E per contraccambiare il tributo volevo presentarmi con qualche medaglia o qualche trofeo da consegnarvi. Mi presento a mani vuote perché non sapevo, non saprei, dove comprare certa roba. Con le medaglie e i trofei ho un’esigua, davvero esigua, familiarità. E vi dico perché.
Anzitutto perché crediamo di vivere in vere democrazie, democrazie sincere e vivaci nonché governate dalla libertà di pensiero e di opinione. Invece viviamo in democrazie deboli e pigre, quindi dominate dal dispotismo e dalla paura. Paura di pensare e, pensando, di raggiungere conclusioni che non corrispondono a quelle dei lacchè del potere. Paura di parlare e, parlando, di dare un giudizio diverso dal giudizio subdolamente imposto da loro. Paura di non essere sufficientemente allineati, obbedienti, servili, e venire scomunicati attraverso l’esilio morale con cui le democrazie deboli e pigre ricattano il cittadino. Paura di essere liberi, insomma. Di prendere rischi, di avere coraggio.
«Il segreto della felicità è la libertà. E il segreto della libertà è il coraggio», diceva Pericle. Uno che di queste cose se ne intendeva. (Tolgo la massima dal secondo libro della mia trilogia: La Forza della ragione. E da questo prendo anche il chiarimento che oltre centocinquanta anni fa Alexis de Tocqueville fornì nel suo intramontabile trattato sulla democrazia in America). Nei regimi assolutisti o dittatoriali, scrive Tocqueville, il dispotismo colpisce il corpo. Lo colpisce mettendolo in catene o torturandolo o sopprimendolo in vari modi. Decapitazioni, impiccagioni, lapidazioni, fucilazioni, Inquisizioni eccetera. E così facendo risparmia l’anima che intatta si leva dalla carne straziata e trasforma la vittima in eroe. Nelle democrazie inanimate, invece, nei regimi inertamente democratici, il dispotismo risparmia il corpo e colpisce l’anima. Perché è l’anima che vuole mettere in catene. Torturare, sopprimere. Così alle sue vittime non dice mai ciò che dice nei regimi assolutisti o dittatoriali: «O la pensi come me o muori». Dice: «Scegli. Sei libero di non pensare o di pensare come la penso io. Se non la pensi come la penso io, non ti sopprimerò. Non toccherò il tuo corpo. Non confischerò le tue proprietà. Non violenterò i tuoi diritti politici. Ti permetterò addirittura di votare. Ma non sarai mai votato. Non sarai mai eletto. Non sarai mai seguito e rispettato. Perché ricorrendo alle mie leggi sulla libertà di pensiero e di opinione, io sosterrò che sei impuro. Che sei bugiardo, dissoluto, peccatore, miserabile, malato di mente. E farò di te un fuorilegge, un criminale. Ti condannerò alla Morte Civile, e la gente non ti ascolterà più. Peggio. Per non essere a sua volta puniti, quelli che la pensano come te ti diserteranno». Questo succede, spiega, in quanto nelle democrazie inanimate, nei regimi inertamente democratici, tutto si può dire fuorché la Verità. Perché la Verità ispira paura. Perché, a leggere o udire la verità, i più si arrendono alla paura. E per paura delineano intorno ad essa un cerchio che è proibito oltrepassare. Alzano intorno ad essa un’invisibile ma insormontabile barriera dentro la quale si può soltanto tacere o unirsi al coro. Se il dissidente oltrepassa quella linea, se salta sopra le Cascate del Niagara di quella barriera, la punizione si abbatte su di lui o su di lei con la velocità della luce. E a render possibile tale infamia sono proprio coloro che segretamente la pensano come lui o come lei, ma che per convenienza o viltà o stupidità non alzano la loro voce contro gli anatemi e le persecuzioni. Gli amici, spesso. O i cosiddetti amici. I partner. O i cosiddetti partner. I colleghi. O i cosiddetti colleghi. Per un poco, infatti, si nascondono dietro il cespuglio. Temporeggiano, tengono il piede in due staffe. Ma poi diventano silenziosi e, terrorizzati dai rischi che tale ambiguità comporta, se la svignano. Abbandonano il fuorilegge, il criminale, al di lui o al di lei destino e con il loro silenzio danno la loro approvazione alla Morte Civile. (Qualcosa che io ho esperimentato tutta la vita e specialmente negli ultimi anni. «Non ti posso difendere più» mi disse, due o tre Natali fa, un famoso giornalista italiano che in mia difesa aveva scritto due o tre editoriali. «Perché?» gli chiesi tutta mesta. «Perché la gente non mi parla più. Non mi invita più a cena»).
* * *
L’altro motivo per cui ho un’esigua familiarità con le medaglie e i trofei sta nel fatto che soprattutto dopo l’11 Settembre l’Europa è diventata una Cascata del Niagara di Maccartismo sostanzialmente identico a quello che afflisse gli Stati Uniti mezzo secolo fa. Sola differenza, il suo colore politico. Mezzo secolo fa era infatti la Sinistra ad essere vittimizzata dal Maccartismo. Oggi è la Sinistra che vittimizza gli altri col suo Maccartismo. Non meno, e a parer mio molto di più, che negli Stati Uniti. Cari miei, nell’Europa d’oggi v’è una nuova Caccia alle Streghe. E sevizia chiunque vada contro corrente. V’è una nuova Inquisizione. E gli eretici li brucia tappandogli o tentando di tappargli la bocca.
Eh, sì: anche noi abbiamo i nostri Torquemada. I nostri Ward Churchill, i nostri Noam Chomsky, i nostri Louis Farrakhan, i nostri Michael Moore eccetera. Anche noi siamo infettati dalla piaga contro la quale tutti gli antidoti sembrano inefficaci. La piaga di un risorto nazi-fascismo. Il nazismo islamico e il fascismo autoctono. Portatori di germi, gli educatori cioè i maestri e le maestre che diffondono l’infezione fin dalle scuole elementari e dagli asili dove esporre un Presepe o un Babbo Natale è considerato un «insulto-ai-bambini-Mussulmani».
I professori (o le professoresse) che tale infezione la raddoppiano nelle scuole medie e la esasperano nelle università. Attraverso l’indottrinazione quotidiana, il quotidiano lavaggio del cervello, si sa. (La storia delle Crociate, ad esempio, riscritta e falsificata come nel 1984 di Orwell. L’ossequio verso il Corano visto come una religione di pace e misericordia. La reverenza per l’Islam visto come un Faro di Luce paragonato al quale la nostra civiltà è una favilla di sigaretta). E con l’indottrinazione, le manifestazioni politiche. Ovvio. Le marce settarie, i comizi faziosi, gli eccessi fascistoidi. Sapete che fecero, lo scorso ottobre, i giovinastri della Sinistra radicale a Torino? Assaltarono la chiesa rinascimentale del Carmine e ne insozzarono la facciata scrivendoci con lo spray l’insulto «Nazi-Ratzinger» nonché l’avvertimento: «Con le budella dei preti impiccheremo Pisanu». Il nostro Ministro degli Interni. Poi su quella facciata urinarono. (Amabilità che a Firenze, la mia città, non pochi islamici amano esercitare sui sagrati delle basiliche e sui vetusti marmi del Battistero). Infine irruppero dentro la chiesa e, spaventando a morte le vecchine che recitavano il Vespro, fecero scoppiare un petardo vicino all’altare. Tutto ciò alla presenza di poliziotti che non potevano intervenire perché nella città Politically Correct tali imprese sono considerate Libertà-di-espressione. (A meno che tale libertà non venga esercitata contro le moschee: s’intende). E inutile aggiungere che gli adulti non sono migliori di questi giovinastri. La scorsa settimana, a Marano, popolosa cittadina collocata nella provincia di Napoli, il Sindaco (ex seminarista, ex membro del Partito Comunista Italiano, poi del vivente Partito di Rifondazione Comunista, ed ora membro del Partito dei Comunisti Italiani) annullò tout-court l’ordinanza emessa dal commissario prefettizio per dedicare una strada ai martiri di Nassiriya. Cioè ai diciannove militari italiani che due anni fa i kamikaze uccisero in Iraq. Lo annullò affermando che i diciannove non erano martiri bensì mercenari, e alla strada dette il nome di Arafat. «Via Arafat». Lo fece piazzando una targa che disse: «Yasser Arafat, simbolo dell’Unità (sic) e della Resistenza Palestinese». Poi l’interno del municipio lo tappezzò con gigantesche foto del medesimo, e l’esterno con bandiere palestinesi.
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La piaga si propaga anche attraverso i giornali, la Tv, la radio. Attraverso i media che per convenienza o viltà o stupidità sono in gran maggioranza islamofili e antioccidentali e antiamericani quanto i maestri, i professori, gli accademici. Che senza alcun rischio di venir criticati o beffati passano sotto silenzio episodi come quelli di Torino o Marano. E in compenso non dimenticano mai di attaccare Israele, leccare i piedi all’Islam. Si propaga anche attraverso le canzoni e le chitarre e i concerti rock e i film, quella piaga. Attraverso uno show-business dove, come i vostri ottusi e presuntuosi e ultra-miliardari giullari di Hollywood, i nostri giullari sostengono il ruolo di buonisti sempre pronti a piangere per gli assassini. Mai per le loro vittime. Si propaga anche attraverso un sistema giudiziario che ha perduto ogni senso della Giustizia, ogni rispetto della giurisdizione. Voglio dire attraverso i tribunali dove, come i vostri magistrati, i nostri magistrati assolvono i terroristi con la stessa facilità con cui assolvono i pedofili. (O li condannano a pene irrisorie). E finalmente si propaga attraverso l’intimidazione della buona gente in buona fede. Voglio dire la gente che per ignoranza o paura subisce quel dispotismo e non comprende che col suo silenzio o la sua sottomissione aiuta il risorto nazi-fascismo a fiorire. Non a caso, quando denuncio queste cose, mi sento davvero come una Cassandra che parla al vento. O come uno dei dimenticati antifascisti che settanta e ottanta anni fa mettevano i ciechi e i sordi in guardia contro una coppia chiamata Mussolini e Hitler. Ma i ciechi restavano ciechi, i sordi restavano sordi, ed entrambi finirono col portar sulla fronte ciò che ne L’Apocalisse chiamo il Marchio della Vergogna. Di conseguenza le mie vere medaglie sono gli insulti, le denigrazioni, gli abusi che ricevo dall’odierno Maccartismo. Dall’odierna Caccia alle Streghe, dall’odierna Inquisizione. I miei trofei, i processi che in Europa subisco per reato di opinione. Un reato ormai travestito coi termini «vilipendio dell’Islam, razzismo o razzismo religioso, xenofobia, istigazione all’odio eccetera».
Parentesi: può un Codice Penale processarmi per odio? Può l’odio essere proibito per Legge? L’odio è un sentimento. È una emozione, una reazione, uno stato d’animo. Non un crimine giuridico. Come l’amore, l’odio appartiene alla natura umana. Anzi, alla Vita. È l’opposto dell’amore e quindi, come l’amore, non può essere proibito da un articolo del Codice Penale. Può essere giudicato, sì. Può essere contestato, osteggiato, condannato, sì. Ma soltanto in senso morale. Ad esempio, nel giudizio delle religioni che come la religione cristiana predicano l’amore. Non nel giudizio d’un tribunale che mi garantisce il diritto di amare chi voglio. Perché, se ho il diritto di amare chi voglio, ho anche e devo avere anche il diritto di odiare chi voglio. Incominciando da coloro che odiano me. Sì, io odio i Bin Laden. Odio gli Zarkawi. Odio i kamikaze e le bestie che ci tagliano la testa e ci fanno saltare in aria e martirizzano le loro donne. Odio gli Ward Churchill, i Noam Chomsky, i Louis Farrakhan, i Michael Moore, i complici, i collaborazionisti, i traditori, che ci vendono al nemico. Li odio come odiavo Mussolini e Hitler e Stalin and Company. Li odio come ho sempre odiato ogni assalto alla Libertà, ogni martirio della Libertà. È un mio sacrosanto diritto. E se sbaglio, ditemi perché coloro che odiano me più di quanto io odi loro non sono processati col medesimo atto d’accusa. Voglio dire: ditemi perché questa faccenda dell’Istigazione all’Odio non tocca mai i professionisti dell’odio, i mussulmani che sul concetto dell’odio hanno costruito la loro ideologia. La loro filosofia. La loro teologia. Ditemi perché questa faccenda non tocca mai i loro complici occidentali. Parentesi chiusa, e torniamo ai trofei che chiamo processi.
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Si svolgono in ogni paese nel quale un figlio di Allah o un traditore nostrano voglia zittirmi e imbavagliarmi nel modo descritto da Tocqueville, quei processi. A Parigi, cioè in Francia, ad esempio. La France Eternelle, la Patrie du Laïcisme, la Bonne Mère du Liberté-Egalité-Fraternité, dove per vilipendio dell’Islam soltanto la mia amica Brigitte Bardot ha sofferto più travagli di quanti ne abbia sofferti e ne soffra io. La France Libérale, Progressiste, dove tre anni fa gli ebrei francesi della LICRA (associazione ebrea di Sinistra che ama manifestare alzando fotografie di Ariel Sharon con la svastica sulla fronte) si unì ai mussulmani francesi del MRAP (associazione islamica di Sinistra che ama manifestare levando cartelli di Bush con la svastica sugli occhi). E dove insieme chiesero al Codice Penale di chiudermi in galera, confiscare La Rage et l’Orgueil o venderla con il seguente ammonimento sulla copertina: «Attenzione! Questo librò può costituire un pericolo per la vostra salute mentale». (Insieme volevano anche intascare un grosso risarcimento danni, naturalmente).
Oppure a Berna, in Svizzera. Die wunderschöne Schweitz, la meravigliosa Svizzera di Guglielmo Tell, dove il Ministro della Giustizia osò chiedere al mio Ministro della Giustizia di estradarmi in manette. O a Bergamo, Nord Italia, dove il prossimo processo avverrà il prossimo giugno grazie a un giudice che sembra ansioso di condannarmi a qualche anno di prigione: la pena che per vilipendio dell’Islam viene impartita nel mio paese. (Un paese dove senza alcuna conseguenza legale qualsiasi mussulmano può staccare il crocifisso dai muri di un’aula scolastica o di un ospedale, gettarlo nella spazzatura, dire che il crocifisso «ritrae-un-cadaverino-nudo-inventato-per-spaventare-i-bambini-mussulmani». E sapete chi ha promosso il processo di Bergamo? Uno dei mai processati quindi mai condannati specialisti nel buttare via i crocifissi. L’autore di un sudicio libretto che per molto tempo ha venduto nelle moschee, nei Centri Islamici, nelle librerie sinistrorse d’Italia.
Quanto alle minacce contro la mia vita cioè all’irresistibile desiderio che i figli di Allah hanno di tagliarmi la gola o farmi saltare in aria o almeno liquidarmi con un colpo di pistola nella nuca, mi limiterò a dire che specialmente quando sono in Italia devo essere protetta ventiquattro ore su ventiquattro dai Carabinieri. La nostra polizia militare. E, sia pure a fin di bene, questa è una durissima limitazione alla mia libertà personale. Quanto agli insulti, agli anatemi, agli abusi con cui i media europei mi onorano per conto della trista alleanza Sinistra-Islam, ecco alcune delle qualifiche che da quattro anni mi vengono elargite: «Abominevole. Blasfema. Deleteria. Troglodita. Razzista. Retrograda. Ignobile. Degenere. Reazionaria. Abbietta». Come vedete, parole identiche o molto simili a quelle usate da Alexis de Tocqueville quando spiega il dispotismo che mira alla Morte Civile. Nel mio paese quel dispotismo si compiace anche di chiamarmi «Iena», nel distorcere il mio nome da Oriana in «Oriena» e nello sbeffeggiarmi attraverso sardoniche identificazioni con Giovanna d’Arco. «Le bestialità della neo Giovanna d’Arco». «Taci, Giovanna d’Arco». «Ora basta, Giovanna d’Arco».
Questo può apparir demagogico, semplicistico, e perfino superficiale: lo so. Ma se analizzate i fatti vedrete che la mia è pura e semplice verità. La verità del bambino che nella fiaba dei Grimm, quando i cortigiani lodano le vesti del re, grida con innocenza: Il re è nudo. Pensateci ragionando sull'attuale tragedia che ci opprime. Perbacco, nessuno può negare che l'invasione islamica dell'Europa sia stata assecondata e sia assecondata dalla Sinistra. E nessuno può negare che tale invasione non avrebbe mai raggiunto il culmine che ha raggiunto se la Destra non avesse fornito alla Sinistra la sua complicità, se la Destra non le avesse dato il imprimatur.
Diciamolo una volta per sempre: la Destra non ha mai mosso un dito per impedire o almeno trattenere la crescita dell’invasione islamica. Un solo esempio? Come in molti altri paesi europei, in Italia è il leader della Destra ufficiale che imita la Sinistra nella sua impazienza di concedere il voto agli immigrati senza cittadinanza. E questo in barba al fatto che la nostra Costituzione conceda il voto ai cittadini e basta. Non agli stranieri, agli usurpatori, ai turisti col biglietto di andata senza ritorno. Di conseguenza, non posso essere associata né con la Destra né con la Sinistra. Non posso essere arruolata né dalla Destra né dalla Sinistra. Non posso essere strumentalizzata né della Destra né della Sinistra. (E guai a chi ci prova). E sono profondamente irritata con entrambe. Qualunque sia la loro locazione e nazionalità.
Attualmente, per esempio, sono irritata con la Destra americana che spinge i leader europei ad accettare la Turchia come membro dell’Unione Europea. Esattamente ciò che la Sinistra europea vuole da sempre. Ma le vittime dell’invasione islamica, i cittadini europei, non vogliono la Turchia a casa loro. La gente come me non vuole la Turchia a casa sua. E Condoleezza Rice farebbe bene a smetterla di esercitare la sua Realpolitik a nostre spese. Condoleezza è una donna intelligente: nessuno ne dubita. Certo, più intelligente della maggioranza dei suoi colleghi maschi e femmine, sia qui in America che al di là dell’Atlantico. Ma sul paese che per secoli fu l’Impero Ottomano, sulla non-europea Turchia, sulla islamica-Turchia, sa o finge di sapere assai poco. E sulla mostruosa calamità che rappresenterebbe l’entrata della Turchia nell’Unione Europea conosce o finge di conoscere ancora meno. Così dico: Ms. Rice, Mr. Bush, signori e signore della Destra americana, se credete tanto in un paese dove le donne hanno spontaneamente rimesso il velo e dove i Diritti Umani vengono quotidianamente ridicolizzati, prendetevelo voi. Chiedete al Congresso di annetterlo agli stati Uniti come Cinquantunesimo Stato e godetevelo voi. Poi concentratevi sull’Iran. Sulla sua lasciva nucleare, sul suo ottuso ex-sequestratore di ostaggi cioè sul suo presidente, e concentratevi sulla sua nazista promessa di cancellare Israele dalle carte geografiche.
A rischio di sconfessare l’illimitato rispetto che gli americani vantano nei riguardi di tutte le religioni, devo anche chiarire ciò che segue. Come mai in un Paese dove l’85 per cento dei cittadini dicono di essere Cristiani, così pochi si ribellano all’assurda offensiva che sta avvenendo contro il Natale? Come mai così pochi si oppongono alla demagogia dei radicals che vorrebbero abolire le vacanze di Natale, gli alberi di Natale, le canzoni di Natale, e le stesse espressioni Merry Christmas e Happy Christmas, Buon Natale, eccetera?!? Come mai così pochi protestano quando quei radicals gioiscono come Talebani perché in nome dei laicismo un severo monumento a gloria dei Dieci Comandamenti viene rimosso da una piazza di Birmingham? E come mai anche qui pullulano le iniziative a favore della religione islamica? Come mai, per esempio, a Detroit (la Detroit ultra polacca e ultra cattolica le ordinanze municipali contro i rumori proibiscono il suono delle campane) la minoranza islamica ha ottenuto che i muezzin locali possano assordare il prossimo coi loro Allah-akbar dalle 6 del mattino alle 10 di sera? Come mai in un paese dove la Legge ordina di non esibire i simboli religiosi nei luoghi pubblici, non consentirvi preghiere dell’una o dell’altra religione, aziende quali la Dell Computers e la Tyson Foods concedono ai propri dipendenti islamici i loro cortili nonché il tempo per recitare le cinque preghiere? E questo a dispetto del fatto che tali preghiere interrompono quindi inceppano le catene di montaggio?
Come mai il nefando professor Ward Churchill non è stato licenziato dall’Università del Colorado per i suoi elogi a Bin Laden e all’11 Settembre, ma il conduttore della Washington radio Michael Graham è stato licenziato per aver detto che dietro il terrorismo islamico v’è la religione islamica? Ed ora lasciatemi concludere questa serata affrontando altri tre punti che considero cruciali. Punto numero uno. Sia a Destra che a Sinistra tutti si focalizzano sul terrorismo. Tutti. Perfino i radicali più radicali. (Cosa che non sorprende perché le condanne verbali del terrorismo sono il loro alibi. Il loro modo di pulire le loro coscienze non pulite). Ma nel terrorismo islamico non vedo l’arma principale della guerra che i figli di Allah ci hanno dichiarato. Nel terrorismo islamico vedo soltanto un aspetto, un volto di quella guerra. Il più visibile, sì. Il più sanguinoso e il più barbaro, ovvio. Eppure, paradossalmente, non il più pernicioso. Non il più catastrofico. Il più pernicioso e il più catastrofico è a parer mio quello religioso. Cioè quello dal quale tutti gli altri aspetti, tutti gli altri volti, derivano. Per incominciare, il volto dell’immigrazione. Cari amici: è l’immigrazione, non il terrorismo, il cavallo di Troia che ha penetrato l’Occidente e trasformato l’Europa in ciò che chiamo Eurabia. È l’immigrazione, non il terrorismo, l’arma su cui contano per conquistarci annientarci distruggerci. L’arma per cui da anni grido: «Troia brucia, Troia brucia». Un’immigrazione che in Europa-Eurabia supera di gran lunga l’allucinante sconfinamento dei messicani che col beneplacito della vostra Sinistra e l’imprimatur della vostra Destra invadono gli Stati Uniti.
Soltanto nei venticinque paesi che formano l’Unione Europea, almeno venticinque milioni di musulmani. Cifra che non include i clandestini mai espulsi. A tutt’oggi, altri quindici milioni o più. E data l’irrefrenabile e irresistibile fertilità mussulmana, si calcola che quella cifra si raddoppierà nel 2016. Si triplicherà o quadruplicherà se la Turchia diventerà membro dell’Unione Europea. Non a caso Bernard Lewis profetizza che entro il 2100 tutta l’Europa sarà anche numericamente dominata dai musulmani. E Bassan Tibi, il rappresentante ufficiale del cosiddetto Islam Moderato in Germania, aggiunge: «Il problema non è stabilire se entro il 2100 la stragrande maggioranza o la totalità degli europei sarà mussulmana. In un modo o nell’altro, lo sarà. Il problema è stabilire se l’Islam destinato a dominare l’Europa sarà un Euro-Islam o l’Islam della Sharia». Il che spiega perché non credo nel Dialogo con l’Islam. Perché sostengo che tale dialogo è un monologo. Un soliloquio inventato per calcolo dalla Realpolitik e poi tenuto in vita dalla nostra ingenuità o dalla nostra inconfessata disperazione. Infatti su questo tema dissento profondamente dalla Chiesa Cattolica e dal Papa. Più cerco di capire e meno capisco lo sgomentevole errore su cui la sua speranza si basa. Santo Padre: naturalmente anch’io vorrei un mondo dove tutti amano tutti e dove nessuno è nemico di nessuno. Ma il nemico c’è. Lo abbiamo qui, in casa nostra. E non ha nessuna intenzione di dialogare. Né con Lei né con noi.
Oriana Fallaci
OT importantissimo: e' stato nominato un vescovo coadiutore nella diocesi di Albenga, quella retta da mons. Oliveri. Sono andati a cercarlo col lanternino. E' un prete pugliese. Come non riconoscere la gelida manina di Galantino?
RispondiEliminaChiedo scusa. Non è' un prete pugliese ma un prete toscano della diocesi di Orbetello
RispondiEliminaMons. Guglielmo Borghetti, già Vescovo della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
RispondiEliminaChi si sente Charlie per la libertà di espressione, chissà se è dello stesso parere per chi non approva la legge contro la cosiddetta omofobia? E, chissà, magari è tra quelli che inveiscono contro le sentinelle in piedi....
RispondiEliminaIl povero mons Oliveri è ormai troppo cattolico per questa chiesa.No, la manina di Galantino potrebbe ben poco se non avesse delle coperture molto più in alto.Il Signore un giorno ne chiederà conto ai persecutori di questo santo vescovo.Bobo
RispondiEliminaOttimo qui il Mastino. Davvero papale papale...
RispondiEliminahttp://www.papalepapale.com/develop/io-non-sono-charlie/
Ora la solfa fallaciana...no per favore , rimettiamola in soffitta
RispondiEliminaGrazie di cuore, l'Oriana è sempre stata per me un punto forte di riferimento fin dall'adolescenza quando lessi Lettera a un bambino mai nato, l'ho sempre seguita fino all'ultimo strepitoso articolo scritto sul Corsera poco prima che l'Alieno, come lei chiamava il suo male, se la portasse via,l'Oriana si ama o si odia, ma è e resterà grande, giornalista vera e scomoda, e non pennivendola come i colleghi italioti, spiace abbia abbandonato la partita sul più bello quando il gioco si faceva duro, forse anche BXVI ne avrebbe giovato del suo supporto, spero che lei, atea, ma non accecata dalla laicità, abbia trovato quelle risposte alle domande che rimangono in sospeso nei suoi libri. Anonymous.
RispondiEliminaOT ,gent .Alessandro ,non ho parole ma non sono stupita . Evidentemente il massonico giornale "il secolo XIX "aveva entrature importanti Comunque stiano attenti a non tirare troppo la corda , il loro gioco si scopre sempre di più , i fedeli disgustati dalla persecuzione a un ottimo vescovo, già da anni nutrita di calunnie infami ,(che dimostrano il livello morale di questi personaggi ) possono disertare sempre più le loro chiese.Abbiamo a poca distanza Nizza
RispondiEliminaOra la solfa fallaciana...no per favore , rimettiamola in soffitta
RispondiEliminaCi sarà bisogno di fare qualche "distinguo"; ma non è assolutamente da mettere in soffitta.
Parliamoci chiaro. In foro esterno (che so, una discussione con estranei), sono disponibilissimo a difendere Oriana Fallaci, di cui ammiro la passione civile, il coraggio intellettuale e anche fisico, la prosa sapida e diretta, che ricorda quella di Céline, la profetica visione del nostro futuro, l'indifferenza per la political correctness. Oriana Fallaci, per il suo pensiero, è stata sottoposta a un indegno attacco politico, giudiziario, mediatico, che probabilmente generò la sua letale malattia. Processando lei, i "multiculturalisti" volevano processare la nostra storia, la nostra cultura, le nostre radici, la nostra Europa.
RispondiEliminaMa, in foro interno (e questo blog tale lo considero), occorre aver chiaro che le ragioni dell'anti-islamismo della Fallaci sono solo in parte le nostre. Oriana Fallaci era contro l'islam in nome dell'illuminismo, del "progresso", della democrazia, dei "diritti umani", del femminismo. In nome di un liberalismo "occidentalistico" che condanna il "fanatismo", cioè qualsiasi "pensiero forte" alieno dal relativismo.
Non sono queste le nostre ragioni, che sono ben altre, teologiche, religiose, storico-politiche e soprattutto valoriali.
Quindi, citiamo pure Oriana Fallaci, difendiamola, apprezziamone la passione civile e alcune argomentazioni. Ma siano ben chiare le differenze tra il pensiero "tradizionalista" e quello di una Oriana Fallaci, di una Ida Magli, di un Marco Respinti, di un Roger Scruton, di un Rodney Stark. Apprezziamo ciò che c'è di apprezzabile e di utile (e la pubblicazione, da parte di Mic, di questo scritto è certamente interessante e utile), ma, con lucida consapevolezza culturale, facciamo anche nostro, almeno in questi casi, il vecchio monito gesuita: "distingui, distingui, distingui".
Silente
Excellent, en effet. Tout est dit.
RispondiEliminaNon è un problema solo con gli islamici. Il fatto è che ci siamo create rappresentazioni stereotipate e unilaterali degli altri popoli del mondo, come ci sarebbe piaciuto che fossero, e abbiamo finito per crederci. Accanto agli islamici figli di una grande civiltà "di pace", come non pensare agli indiani figli di un'ancor più grande civiltà e spiritualità dalla quale avremmo solo da imparare? Solo negli ultimi anni, grazie a vicende come quella dei due marò, il velo di Maia (è il caso di dirlo!) comincia a dissiparsi e si intravede un paese arretrato e tribale, privo di ogni elementare senso di civiltà giuridica, asservito a una classe politica che è parecchi gradini più in basso dei nostri peggiori corrotti. Sarebbe ora che il vecchio Occidente dismettesse le sue datate elucubrazioni esoticheggianti e mitiche e ricominciasse a guardare dall'alto in basso chi occidentale non è e non vuole esserlo.
RispondiEliminaScusami , cara mic , da tempo sto in silenzio (anche perchè riconosco in chi scrive maggiore acutezza , e non voglio fare noiose ripetizioni ).Però ora devo dire che sul Corriere si legge di scarsa sensibilità ai valori conciliari , concezione della Chiesa distante da quella di Francesco...ecco che il massonico giornale scopre i reali motivi .Si parla poi di incapacità di ascolto dei fedeli .E qui posso smentire la menzogna spudorata :se c ' è un vescovo disponibile all'ascolto è proprio lui ,io avendo chiesto una udienza l'ho ottenuta dopo pochissimi giorni .Vorrei anche citare un atto di sensibilità e cortesia che ritengo impensabile da parte dei misericordiosi conciliari : l'ho visto numerare le pagine di una lunghissima , faraginosa , pasticciata lettera(fra l'altro scritta a mano ) che gli avevo portato , come a significare che l'avrebbe letta .Io queste cose , che possono apparire in questo tempo disgraziato insignificanti , le noto , ne sono grata e non le dimentico
RispondiEliminaCara murmex,
RispondiEliminati comprendo e so quanto fa male questo sovvertimento della realtà ad uso delle loro ideologie, o peggio...
Non abbiamo altri mezzi che dire la nostra, per fare da contraltare. Anche se i "fronti" avversi cominciano ad essere troppi... E continuare a pregare e resistere.
e ricominciasse a guardare dall'alto in basso chi occidentale non è e non vuole esserlo.
RispondiEliminaPiù che "ricominciare a guardare dall'alto in basso", occorre non rinnegare le ricchezze spirituali e culturali della propria identità, riaffermandola e non misconoscendola.
Non disprezzando ma rispettando le altre culture, ma esigendo reciprocità... E, poi -sì- venir fuori da tanti stereotipi esoticheggianti.
Ci sono perle di saggezza nei Veda, così come in ogni cultura. Ma non abbiamo bisogno di barattare l'Unico con altro...
Sull' India, orima dei Maro', bastavano ed avanzavano gli episodi, ripetuti, di orribili violenze a donne e soprattutto bambine.
RispondiEliminaMa comesappiamo, Rousseau ed il suo buon selvaggio sono patrimonio intrinseco agli Illuministi e loro epigoni, e quindi agli USA e Francia.
Sulla Fallaci, sto con Mic. Io ho iniziato a leggerla da " Se il suole muore".
Sugli intello' francesi, aveva perfettamente ragione.
E non credo fosse " femminista" , se x femminismo s' intendono quote rose, l' utero e' mio, o le Femen.
Rr
fa specie che Oriana subì denunce dalla Antidefamation League ebraica per avere criticato l'islam in certi suoi usi....
RispondiEliminaForse Samuel P. Huntington ha per certi versi completato alcune intuizioni della Fallaci.
@ Silente
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con Lei.
Ho letto "Lettera ad un bambino mai nato" e ciò che ne traspare è il suo pensiero decisamente lontano da ogni pur minima motivazione cristiana.
Avevo appena cominciato a leggere "Insciallah" ma, dopo un paio di pagine l'ho buttato via per non continuare a leggere le bestemmie lì riportate...
Comunque, con riferimento agli ultimi accadimenti -e non solo-, ritengo siano condivisibili le riflessioni della Fallaci postate da Mic.
Un piccolo appunto a quanto la Fallace (così la chiamava Gianna Preda nel Borghese) afferma circa i premi Nobel ricevuti, a suo dire, ormai solo da filoislamici:
nonostante la popolazione ebraica mondiale sia intorno allo 0,2%, i premi Nobel assegnati agli Ebrei sono il 26%, oltre un quarto del totale! Questo perché, a parità di merito tra due nomination, vince l'Ebreo...
BELLISSIMO:
RispondiEliminahttp://www.michaeljournal.org/LIsola2.htm
Quel che è straordinario (o forse no) è che fra chi marcerà domani con Hollande (ci sarà pure il "vostro" Renzi) e lo farà a nome dei morti di Charly Hebdo per difendere i loro valori, e dunque il diritto di essere islamofobo, di offendere il sentimento religioso dei musulmani, ci sarà chi ha proibito i presepi, i canti di Natale, a nome del rispetto per chi non è cattolici= per i musulmani!
RispondiEliminaSchizofrenia, ipocrisia, menzogne e gesticolazioni emozionali, paraventi di fumo per coprire le responsabilità di governi la cui "corta vista", pavidità, sporchi interessi e compromessi, hanno permesso che si radicassero certe situazioni che ci stanno scoppiando alla figura.
Per l'islamo-fobia non serve appellarsi a un diritto. E' praticata da più della metà degli occidentali, che davanti ai tagliatole calano si calzoni per la tremarella. Va invece rivendicato come un sacrosanto diritto il miso-islamismo. Diciamo che l'islam è una religione diabolica, una falsa religione. Offendiamo la sensibilità degli islamici? Chissenefrega!
RispondiEliminaIn India sono stati trucidati un sacco di cristiani. Anche poco tempo fa. La moda di buttare l'acido in faccia alla gente, sopra tutto alle donne che rifiutano un uomo, viene da quel paese lì. Ovvio che questo non significa automaticamente che la civiltà indiana non vale una cicca. Se in Italia la mafia gestisce un sacco di affari importanti e se Schettino ammazza cinquanta persone e poi viene invitato a tenere lezioni nelle università, questo non significa che la civiltà italiana non vale una cicca. Una roba sono i Veda o la Bagavadghita un'altra la corte di giustizia indiana di oggi.
RispondiEliminaLuisa,
RispondiEliminaRenzi, che non e' il " mio", e' un povero ragazzotto di paese, che pensa di essere intelligente, ed e' appena un po' furbastro, che durera' fin tanto che vorranno " la' dove si vuol, cio' che si puote", cioe' dopo aver scelto il nostro nuovo reuccio, pardon Presidente, gli daran un calcio nel sedere. La sua vergognosa sudditanza ed il suo pietoso provincialismo si sono ancora una volta confermati col suo discorsetto in pessimo francese, unico tra i capi di governi ad essersi espresso non nella sua lingua per far le condoglianze al popolo francese.
Rr
Scusami ancora una volta , mic , poi starò zitta : se leggerete su mil il comunicato del Vescovo Oliveri (con la V maiuscola ) vi renderete conto della nobiltà d'animo (l'unica vera nobiltà ) di quest'uomo . Nessuna piaggeria , nelle sue umili e cortesi parole : è verissimo che la Provvidenza dispone ogni cosa per il bene della Chiesa , anche i peggiori Papi rientrano in questo disegno arcano . E io ,come mia e solo mia postilla mi permetto di dire che Francesco I è uno dei peggiori che la Provvidenza ci ha inflitto a espiazione dei nostri peccati e per altri suoi scopi , ignoti ma adorabili .Almeno , rebus sic stantibus :spero di potermi ricredere,e , piena di rossore e confusione , fare ammenda .Non parliamo poi dei cortigiani .
RispondiEliminaConcordo con Luisa : perso l'aggancio con la Verità , la contraddizione è diventata pane quotidiano . Stessa cosa per la Liturgia : leggevo non so dove (mi pare articolo del Timone ), a proposito della pratica, di stampo protestante , di darsi la mano al Padre nostro :perso il senso della vera unità ,che si compie in Gesù Cristo presente in Corpo , Sangue , Anima e Divinità dopo la Consacrazione , bisogna surrogarla con qualcosa di fittizio , falsamente emotivo e sentimentale.L'allontanamento dalla Verità ,dalla Persona di Gesù Cristo , non può non dare frutti perversi , in ogni campo , non escluso quello della destabilizzazione mentale odierna ,che non percepisce neppure più la contraddizione
RispondiEliminaRenzi oggi al tG1 : " Dobbiamo difendere la nostra identita' ".
RispondiEliminaQuale e' la nostra identita' ??? Non l'abbiamo piu' una identita' !!! O almeno io non la vedo .
Prima , avevamo una identita' . Eravamo un paese cristiano . Ma ora ?
L'unica mia identita' e' la Croce di Cristo,se seguo le sue vie non mi servono i trattati dell'Onu .
Hollande tre gg fa' :" hanno attentato alla nostra liberta'" . Di quale liberta' parla ??? Della sua liberta' e di quelli come lui !
anonimo 19.30 concordo;
RispondiEliminain più la mia identità è sì la Croce di Cristo, e la Tradizione Cattolica che ce la consegna nella Fede Trinitaria.
e aggiungo -visto che io ci vivo in mezzo a quei 'pensatori' lì- che renzi e il suo odioso partito sono 70 anni che combattono contro la nostra Identità, e contro ogni concetto di Identità locale, nazionale oltre che spirituale.
Solo ora fonzie osa pronunciare la parola (anorchè confusamente), unicamente perchè teme che alle prossime elezioni vincano come la Le Pen là, altri partiti di destra o ultradestra qui (che io non ho alcuna vergogna di dire ho sempre votato);
ma assicuro che qui da decenni dalle scuole all'Università, ai convegni e ai quartieri si parla solo di meraviglie delle 'culture altrui' e che siamo noi a dover buttare la nostra Identità, concetto definito dalle sinistre come "fassista", in omaggio al pensiero unico del nwo adveniente.
Fassista è chi fassista fa, sì, magari si togliessero dopo 70 anni dai cosiddetti.....x Rr reuccio????? E se fosse la reuccia della morte e non il reuccio della mortadella? Sul piazzista di tovagliati fiorentini stenderei un velo pietoso, riesce perfino ad essere più ridicolo e buffone del berlusca, il che è tutto dire, personalmente me ne frego di Charlie e me ne guardo bene dall' associarmi, hanno già fatto abbastanza danni dal '68 in qua, è ora di fare basta, a'basta acsé, ch'l'è enca trop. Lupus et Agnus.
RispondiEliminaQualche anno fa avevo letto l'introduzione ad un libro di Gherardini scritta da mons. Oliveri. Chapeau al Vescovo Oliveri. Profondità intellettuale, chiarezza, fedeltà alla Tradizione. Ora faccio qualche considerazione sulla nomina del coadiutore. Non so nulla di lui ne' della situazione della diocesi ingauna ma lettere di denuncia su Oliveri hanno trovato orecchie attentissime ed apertissime in Vaticano, non mi riferisco ad Ouellet ma a Bergoglio e a Stella, suo sodale. Ora mi pare impossibile che nel giro di pochissimimanni la situazione sia degenerata in quella
RispondiEliminadiocesi. E' verosimile che gole profonde di Albenga abbiano scritto in Vaticano e la' si saranno fregati le mani, felicissimi di commissariare un vescovo fedele alla Chesa di sempre. Qualche anno fa in Piemonte c'era una diocesi, pardon, un vescovo che accoglieva in seminario le pseudo vocazioni provenienti dalle diocesi viciniori o da una regione viciniore, la Lombardia. Prevalentemente erano omosessuali ma nessuno disse niente. Quel che fu peggio e' che codesti omosessuali furono ordinati. Lascio immaginare i risultati. Nel 2007 la telenovela fini' perché arrivo' un altro vescovo. Che disse basta. Perché i risultati con i preti omosessuali speso sono disastrosi? Perché l'omosessuale vede il sacerdozio come una liberazione dalla donna. Ma il sacerdozio non e' tale.
p.s. su "Identità ed emozioni in politica"
RispondiEliminaricordo una nefasta conferenza di dicembre 2013 con Saccomanni, Prodi, Visco, e la filosofa Martha Nussbaum, prego leggere le sue parole:
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2013/12/14/996883-lettura-mulino-nussbaum-prodi-saccomanni.shtml#1
in pratica la Nussbaum volò fin qui per bacchettarci, e insegnarci che per essere bravi occidentali bisogna promuovere la carta dei "diritti" per tutti, la giustizia per le minoranze, la libertà politica e religiosa, la democrazia per tutti e la giustizia nel mondo, e rifuggire dai simboli originari che potrebbero offendere e dalla retorica, considerando ogni richiamo alle nostre emozioni pericoloso e irrazionale, (solo le nostre emozioni sia di occidentali sia di cristiani sono pericolose ovviamente), allora le persone con finalità meno nobili monopolizzeranno queste forze, a detrimento della solita "democrazzzia". Le nostre emozioni occidentali possono essere molto cattive, parola di Martha Nussbaum.
Specie se abbiamo un'emozione particolare detta patriottismo, o identità, o semplice interesse di casa propria: "Il patriottismo - ha detto - non è una cosa buona in sé e per sé. Molto spesso è una cosa pessima. E’ bifronte come il volto di Giano, richiama l’individuo ai suoi doveri verso gli altri, al sacrificio per il bene comune, ma serve anche a definire la nazione contro i suoi nemici, incitando a sentimenti bellicosi”.
segue traduzione:
_le emozioni bisogna saperle dirigere per un fantomatico "bene comune", per cui è necessario (per lorsignori) contenere le emozioni occidentali, controllare le emozioni e le menti,
finalizzarle, divide et impera, convincere la gente che il "loro" piano è il migliore.
E' tutto per il "nostro" bene, l'hanno deciso "i saggi" PD e del NWO. Roba Orwelliana, niente di meno.
"Controllare le emozioni e le menti per una società "più giusta" e più aperta alle emozioni delle culture altrui.
_se le persone/politici interessati a sconfiggere la povertà (? ne sono i creatori), alla giustizia per le minoranze, alla libertà religiosa (mi risulta che alla legge Mancino siano aggiunti comma liberticidi di giorno in giorno, siamo al reato multiplo di pensiero ormai)
non usano emozioni in politica,
allora le emozioni le useranno quelli meno "buoni".
E chi sono i meno buoni, secondo lorsignori?
eh calma, ci arriva.....
_le emozioni cattive in politica usate dai cattivi?
Una è, secondo lorsignori, il patriottismo, e l'identità, tanto nazionale quanto spirituale occidentale.
Eh sì, perchè se sei patriottico, se ami di più la bandiera italiana, quella del tuo paese, e non la bandiera dell'Europa dei Mercati, il Moloch che ti divora la proprietà, quello -dicono-
l'è un patriottismo cattivo.
Se ami più la Croce della mezzaluna o del talmud, l'è un'emozione cattiva.
Il patriottismo definisce la nazione contro i suoi nemici, incitando a perigliosi sentimenti bellicosi...
Cioè se si pensa di unirsi per difendersi, anche per sola sopravvivenza, questo ora viene visto come sempre ed intrinsecamente "cattivo".
Bisogna quindi essere APERTI e PASSIVI, alla MERCE' DI CHIUNQUE.
In soldoni l'identità per loro sarebbe cattiva sia quando riporta coesione sociale nazionale (la Nazione, altro tabù in chi distrugge ex Stati Sovrani), sia se la gente s'è rotta di farsi portar via ed espropriare case, redditi, depositi, e si oppone a questa barbarie europeista-mondialista, sia se tiene alla Croce più che alla mezzaluna o al talmud.
Sarebbe un patriottismo cattivo solo perchè tocca il loro interesse apolide, quando invece il patriottismo vorrebbe riportare l'attenzione giustamente alle cose proprie in casa propria;
consueta visione differente tra rivoluzionati permanenti-finanzieri globalisti Vs identitari sovranisti stanziali (e ordinati al Cristo RE).
Ormai non ci si nasconde più neanche dietro a un dito.
« Quale e' la nostra identita' ??? »
RispondiEliminaJusqu'à la Révolution française c'était le catholicisme, déjà blessé à mort, ici et là, par le protestantisme et par la philosophie dite des Lumières (que Chesterton appelait plus justement la philosophie des Cavernes)…
Il s'agissait de chasser Dieu de la vie publique (et de l'État) et de le remplacer par les Droits de l'Homme, qui n'ont jamais été que le paravent derrière lequel une certaine secte menait (et mène toujours) ses activités subversives et totalitaires…
Devant cela le Saint Curés d'Ars constatait : « Chassez Dieu de la vie publique, et c'est le Diable qui prendra aussitôt la place… »
Et encore :
« Laissez une paroisse sans prêtre pendant vingt-cinq ans, et les gens finiront pas adorer les bêtes…»
Autrement dit, une identité chasse l'autre.
C'est un aspect de ce que certains appellent aujourd'hui le "Grand Remplacement", actuellement en cours…
Alcune considerazioni sparse:
RispondiElimina1) grazie alla potenza mediatica del "sistema per uccidere i popoli" (è il titolo di un bel libro di Guillaume Faye) sta riuscendo l'operazione volta a canalizzare l'indignazione verso un vago, ecumenico buonismo, intriso di multiculturalismo, antirazzismo, "laicità repubblicana". L'apoteosi sarà la manifestazione di domani a Parigi, che sicuramente sarà imponente, magnificata dai media e tutta "politicamente corretta". Verrà certamente definita di "unità nazionale". Peccato che, per espressa, feroce volontà degli organizzatori, non saranno graditi gli appartenenti a quel 25% (o forse ora, ben di più)dell'opinione pubblica francese che vota Front National. Cioè l'unico partito francese che si batte contro le vere cause del terrorismo islamico in Francia e in Europa. Di quale "unità nazionale" stiamo parlando?
2) "Je ne suit pas Charlie". Spiacente, con tutto il rispetto per i morti, e il più profondo disprezzo per l'ideologia degli assassini, non posso non ricordare che Charlie Hebdo è un giornale anarco-trotzkista, aduso all'irrisione non solo dell'islam, ma anche del cattolicesimo e di tutte le forme del sacro. Forse (dico forse)legittime espressione di opinioni, in un regime che tollera tutto (ma che punisce severamente la cosiddetta "omofobia", la cosiddetta "islamofobia", il cosiddetto razzismo, il cosiddetto "revisionismo storico"). Ma non chiedetemi, per favore, di considerarli nulla più di vittime di una ferocia islamista che il milieu culturale a cui appartenevano ha contribuito a creare con le narrazioni antirazziste, multiculturaliste e immigrazioniste.
3) diceva un blogger in un post precedente: "E' scontro tra civiltà. Non certo tra cristianesimo e islam, ma tra laicismo e senso sacrale della vita, tra nichilismo e visione religiosa del mondo." Sono d'accordo. Attenzione a non cadere nella trappola: il nemico principale è il relativismo, il laicismo, il liberalismo. L'islamismo è il nemico "secondario", nonostante le apparenze drammatiche degli ultimi giorni, anche perché è la "dittatura del relativismo" a spianare la strada all'islamismo.
4) Oriana Fallaci. Apprezzamento, stima, indignazione per l'aggressione mediatico-giudiziaria a cui è stata sottoposta. Ma le "sue" ragioni non sono, se non in misura modesta, le "nostre" ragioni.
5) @ Lister: grazie per aver ricordato Gianna Preda, indimenticabile giornalista del "Il Borghese". Se non fosse prematuramente mancata, sarebbe stata sicuramente l'Oriana Fallaci di destra (quella vera).
Mgr Lefebvre racontait que, lorsqu'il était délégué apostolique pour l'Afrique Occidentale Française (plus de 40 diocèses), puis archevêque de Dakar (Sénégal), les principales entraves à sa mission lui venaient, non des musulmans, qu'il s'employait, avec succès, à convertir, mais des hauts fonctionnaires français de la colonisation, la plupart d'entre eux francs-maçons.
RispondiEliminaTant d'obstacles, tant de chicanes, tant d'interminables discussions pour la construction de la moindre chapelle, de la moindre église ou école, d'une route ou d'un modeste dispensaire médical !…
Non seulement on faisait tout, en haut lieu, pour empêcher les musulmans de devenir catholiques, mais on empêchait, par tous les moyens, les catholiques d'accomplir leur mission auprès d'eux.
Tout se paie, et nos actes nous suivent.
Grazie a RAOUL DE GERRX per i suoi contributi a questo blog. Sono tra i più apprezzabili e dottrinalmente impeccabili. Invito tutti (anche chi conosce poco il francese) a leggerlo. Ne vale la pena.
RispondiEliminasicuramente in buona fede, grande giornalista ma non condivido il suo pensiero su cosa sia l'occidente e nemmeno l'islam... (non sono simpatizzante islamico ma nemmeno neocon).
RispondiEliminaAllucinati dal pericolo islamista, che pure esiste, i cattolici neocon, incapaci di fidare più in Dio che negli uomini, non vogliono riconoscere nell’egemonia mondiale degli Stati Uniti d’America il volto di quel “padrone del mondo” così ben descritto da Robert Hugh Benson nel suo omonimo romanzo. Come è stato con ironia sottolineato, il pensiero e soprattutto le risorse finanziarie del neoconservatorismo americano, giungendo fino in Europa, sono riusciti laddove hanno fallito fior fiore di trattati teologici e filosofici: ossia nell’impresa di convertire, con estrema e sospetta rapidità, ampi settori del tradizionalismo cattolico, fino a ieri refrattari a tutto ciò che sapeva di moderno e di liberale e quindi di americano, all’idea che la nuova Cristianità sia l’Occidente egemonizzato dalla superpotenza statunitense e dalle lobby multinazionali e sostenuto dall’asse atlantico della Magna Europa, un asse che avrebbe nel continente europeo la sua Grecia votata alla bellezza e alla storia e negli States la sua Roma vigile sull’ordine e sulla pace del mondo"
Copertino: "La deriva neoconservatrice della destra cattolica"
La fallaci non era credente e probabilmente le mancava tale capacità di analisi, la sua visione la ritengo superficiale.
Caro anonimo delle 22:29 sono d'accordo con lei. Grazie della sua lucida analisi.
RispondiEliminaLa fallaci non era credente e probabilmente le mancava tale capacità di analisi, la sua visione la ritengo superficiale.
RispondiEliminaLa Fallaci (maiuscolo) non era credente; ma aveva onestà intellettuale, grande sensibilità e coraggio nell'esprimere le sue idee.
Si può dissentirne per alcuni aspetti, ma ritengo giusto rispettarla, altrimenti si rischia la violenza ideologica (quella dei vignettisti divenuti vittime superava ogni limite, ma tale era) magari di segno divergente.
E l'invasione delle masse, non solo ma soprattutto islamiche che si riversano nel nostro continente e ci stanno sommergendo (basta guardarsi intorno nelle nostre città e non riconoscere più i nostri quartieri), non è un miraggio allucinatorio ma un pericolo reale, al di là delle strumentalizzazioni neocon e quant'altro, sulle quali convengo...
il rispetto era nella premessa...un f minuscola sfuggita non conta niente.
RispondiEliminaCher Silente, merci, mais vous mettez sur mes fragiles épaules une bien lourde responsabilité ! Union de prière !
RispondiEliminaCara Mic, come ho già detto, massimo rispetto, stima e apprezzamento per Oriana Fallaci che con forza, determinazione e coraggio ha sfidato la dittatura della "correttezza politica". Ha subito un ostracismo mediatico, politico e giudiziario vergognoso. Probabilmente, la sua letale malattia ebbe origine da questa persecuzione.
RispondiEliminaTuttavia ("amicus Plato sed magis amica veritas") occorre dire che le sue ragioni dell'anti-islamismo non sono e non possono essere, se non in modesta parte, le nostre.
Lei combatteva l'islam in nome dell'illuminismo, dell'occidente, dei "diritti umani".
Noi, auspicabilmente, di ben altri valori.
Ci può essere una convergenza tattica, ma non ideale.
Caro anonimo delle 22:29 sono d'accordo con lei. Grazie della sua lucida analisi.
RispondiEliminaAvete la stessa sensibilità, che diverge dalla mia ;)
Quello che è visto come "lucida analisi", a me è parso sprezzo per la Fallaci, dettato dalla divergenza di idee.
Personalmente ho già detto di non condividere diverse visuali della Fallaci; ma ne ammiro la sensibilità la profondità il coraggio e l'intelligenza.
Lei combatteva l'islam in nome dell'illuminismo, dell'occidente, dei "diritti umani".
RispondiEliminaNoi, auspicabilmente, di ben altri valori.
Ne convengo.
Ma se i "ben altri valori" che sono i nostri sono così oscurati che non c'è nessuno che li difenda, può diventare nostro alleato chi difende i diritti umani (che sono anche i nostri e non quelli dell'Islam che non li riconosce e li ha esplicitamente rifiutati) se non lo fa strumentalizzando anche questi con spirito imperialista. Cosa che alla Fallaci non appartiene.
E ciò tenendo conto - e ribadisco per l'ennesima volta - del fatto ineludibile che l'invasione delle masse, non solo ma soprattutto islamiche che si riversano nel nostro continente e ci stanno sommergendo (basta guardarsi intorno nelle nostre città e non riconoscere più i nostri quartieri), non è un miraggio allucinatorio ma un pericolo reale.
Credo che la Fallaci combattesse l' Eurabia in nome essenzialmente della Ragione.
RispondiEliminaDella quale NON bisogna fare una Dea, ma usarla come un' ala, che NON va tarpata.
Dubito che, fosse stata viva, avrebbe approvato la kermesse parigina. La massiccia aprtecipazione di politici a questa mi ricorda il dilemma : - Mi si nota di più se ci sono, o se non ci sono ? -
Ci sara' Abbas, e Netnyahu con il suo simpatico ministro Liebmann. Bibi ha invitato gli Ebrei francesi a ricordarsi che Israele e' il loro " foyer". Valls si e'
affrettato adire che la Francia senza gli Ebrei non sarebbe piu' la Francia. ( chiedo a Raoul che cosa han fatto di speciale gli Ebrei in Francia, perche' la mia conoscenza dell stori francese e' lacunosa al
Ah, a proposito di liberte d' expression: ieri un tribunale ha condannato Dieudonne' a non esibirsi più in spettacoli ritenuti razzisti ed antisemiti. Sostanzialmente, gli han stroncato la carriera.
Rr
Cara Mic
RispondiEliminanessuno "sprezzo" della Fallaci, almeno da parte mia. Credo, nei post precedenti, a cui ti rimando, di aver espresso chiaramente ciò che apprezzo e ciò da cui dissento. Sulla sua "sensibilità, profondità, coraggio e intelligenza", nulla questio.
Semplicemente, non credo che i motivi del suo anti-islamismo (basati su illuminismo, razionalismo, ideologia dei "diritti dell'uomo") siano gli stessi dei nostri.
Tutto qua. Per quanto mi riguarda, fine della discussione.
Un anonimo nella discussione su Parigi ha postato questi
RispondiEliminadubbi irrisolti
http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/01/10/i-terroristi-e-il-blitz-tutti-i-dubbi-irrisolti-qualcuno-ci-spieghi/
http://armstrongeconomics.com/2015/01/09/italys-version-of-the-patriot-act/
https://aurorasito.wordpress.com/2015/01/09/chi-ha-ordinato-lattacco-contro-charlie-hebdo/
C'è una ridda di voci, di ipotesi e contro-ipotesi. E tuttavia, anche se si rischia di rimanere incuneati tra diverse placche tettoniche:
- sionismo+neocon da un lato,
- neopaganesimo frutto dell'illuminismo e manovre massoniche (riconducibili alla matrice giudaica) dall'altro
- islamismo, realtà disomogenea e non monolitica, ma con l'ineludibile e irreformabile elemento comune dalla politica inesorabilmente legata alla religione, dall'altro lato ancora.
non cambia nulla circa il reale pericolo (evidentemente non l'unico ma ugualmente serio) che l'Islam rappresenta per la nostra Fede e per la nostra cultura. E invasi di fatto siamo invasi nell'inerte connivenza dei nostri politici ormai anch'essi trasformati in esecutori dei tecnocrati. Umanamente sembra impossibile vedere soluzioni...
Non so a che prezzo, ma sappiamo da che parte stare, o meglio dalla parte di Chi stare... Purtroppo non abbiamo più saldo neppure il nostro Centro spirituale terreno...
http://www.tempi.it/blog/ok-charlie-hebdo-no-caro-umberto-eco-il-problema-non-e-cancellare-tutte-le-fedi-ma-se-la-nostra-fede-e-piu-forte-della-loro#.VLBHTdKG-9U
RispondiElimina
RispondiEliminaImmagino che fra chi manifesterà oggi a Parigi, e fra chi lo ha fatto e farà altrove, ci sono dei cattolici, forse anche vescovi e cardinali, è dunque logico dedurne che quei cattolici ammettono e approvano il DIRITTO DI BLAFEMIA.
Il pensiero debole, la mente atrofizzata di "cattolici" non sarà nemmeno sfiorata dal pensiero che fra quei capi di stato dietro i quali sfileranno c`è chi ha armato, e arma, la mano dei criminali che hanno assassinato e assassinano i cristiani in Africa e in Medio Oriente.
No, preferiscono ripetere come dei pappagalli "io sono Charlie" e non quardare la realtà in faccia, quella di una situazione ormai sfuggita di mano ai governi, quella di un terrorismo di individui che agiscono in nome di Allah in modo autonomo dove e come vogliono, di un`immigrazione incontrollata e ormai incontrollabile di persone prese subito in mano da imam radicali lasciati liberi di agire nelle loro moschee, di una seconda e terza generazione di immigrati musulmani che stanno radicalizzandosi e lottano contro la società che odiano.
Quanto ai musulmani che intervengono sui media per dire che quello non è l`islam, non ho ancora visto un interlocutore che dicesse loro, Corano in mano, ma nel Corano io leggo questo, citando una delle innumerevoli frasi, sura, che incitano alla violenza contro gli infedeli per sottometterli al solo e unico dio.
Che cosa mi dte, che cosa dite ai Francesi, che cosa dite ai musulmani?
È quella la volontà di Allah?
Se il Corano è parola di Dio, e come tale, da leggere alla lettera senza poterla interpretare, se le frasi che armano coloro che oggi dite non essere musulmani si trovano nel vostro libro sacro, che cosa ci dite oggi?
Lei, imam onnipresente sui media Francesi, può dire a noi e a tutti che quelle parole non possono essere di Dio, che devono essere messe da parte, soppresse, o come minimo interpretate da guide serie?
Lei, imam, può dirci che il Corano non deve essere preso alla lettera?
Purtroppo quelle parole non le ho sentite dire da nessuno, domina solo un mantra ripreso all`unisono: non confondiamo quei criminali barbari con l`islam.
Infine: comperate un Corano e leggetelo.
Luisa: comprate un corano e leggetelo.
RispondiEliminagià fatto. Infatti il problema è lì.
Ma non volendo che accada altro,
è più opportuno non proseguire.
Ottimo commento di Calo Panella:
RispondiEliminahttp://www.ilfoglio.it/articoli/v/124479/rubriche/i-mandanti-in-piazza.htm
Articolo di Alessandro Gnocchi
RispondiEliminahttp://www.ilgiornale.it/news/politica/francia-stai-attenta-stanno-sostituendo-popolo-altro-1081696.html
inquietante Umberto Eco secondo cui la soluzione è
RispondiElimina"azzerare tutte le religioni"
(non mi aspettavo altro, ma è proprio laicismo anarco-trotzkista come quello di quel giornale), e alcuni slogan dei cortei parigini odierni, tra cui:
"siamo tutti ebrei, siamo ttti musulmani, siamo tutti liberi"
>>>qualcuno noterà il Grande Assente dalle dinamiche contraddittorie del mondo, Gesù Cristo, la Pietra Angolare, ovviamente estromessa.
RispondiEliminaTrès pertinentes interrogations de “Strano ma vero”, avant-hier (9 gennaio 2015, 19:37), sur ce blog. Il citait Maurizio Blondet sur “effedieffe”, lequel écrivait (il vaut la peine de reprendre cette information) :
« Amchai Stein, vicedirettore della tv israeliana Channel 1, per combinazione si trovava sul posto ed ha catturato le immagini »: così si legge nel titolo di testa del video che segnaliamo. Sono le immagini dei due commandos in nero che hanno fatto la strage a Charlie Hebdo. Purtroppo il video è già stato tolto di mezzo ma si può ancora trovare qui. Perché Stein fosse lì, non è spiegato. Nella disgrazia, è una bella fortuna : così l’orribile fatto è stato documentato ; e una fortuna anche per il fortunato giornalista ebreo della tv ebraica di Stato, Amchai Stein, che deve anche aver guadagnato un po’ con i diritti d’autore sul video in esclusiva che ha ripreso dal tetto. L’ha fatto col telefonino ? Forse. Solo che nel video vedete che ad un certo punto (a 0.2224) la scena sembra tagliata e in dissolvenza : c’è stato un montaggio, per un motivo sconosciuto si è voluto sorvolare su una scena. Forse allora non era uno smartphone, ma una telecamera ? Piazzata su treppiede, visto come è ferma la ripresa, senza i tremolii di uno smartphone in mano. Fatto sta che il giornalista Stein si trovava sul tetto proprio mentre, sotto di lui, gli assassini uscivano e uno di loro finiva il poliziotto a terra. È una fortuna… »
Autre “curiosité” relevée par Blondet :
« Altri piccoli particolari gustosi pur nella tragedia : la catena televisiva i24 (l’equivalente israeliano di SkyNews 24), ha annunciato che i due assalitori erano francesi di origine algerina fin dalle ore 15, molto prima di tutti gli altri media. Il sito JSS, un web magazine ebraico che dà notizie in francese (JSS sta per il nome del fondatore, Jonathan Simon Sellem), dà addirittura i nomi dei due ricercati francoalgerini, prima che lo facciano i media francesi. E adesso sappiamo che sono proprio loro, i due fratelli Kouachi, francoalgerini, piccoli delinquenti ora braccati dalle preponderanti forze di polizia… È presto per dirlo, ma giurerei che non si faranno prendere vivi, gli agenti dovranno ammazzarli… »
Serions-nous, une fois de plus, en face d’une monstrueuse manipulation ?
(Continua.)
RispondiEliminaSur le site “Égalité et réconciliation”, d’Alain Soral, on trouve, ce matin, sous le titre suivant :
“Un grand média étatsunien s’autocensure après avoir suggéré une "vengeance" d’Israël contre la France”
une information tout aussi troublante que celle relevée par M. Blondet.
Le journaliste Gopi Chandra Kharel, membre de la rédaction indienne de l’”International Business Times” (IBT, média basé à New York et classé troisième journal économique en ligne – en termes d’audience mondiale), avait écrit hier (samedi) un article intitulé : « Charlie Hebdo Attack and Mossad Link : Is Israel Venting Its Fury For France’s Recognition of Palestine State ? » (Attaque de Charlie Hebdo et connexion du Mossad : est-ce qu’Israël laisse échapper sa colère pour la reconnaissance de l’État de Palestine par la France ? »
Eh bien, ledit journaliste a été obligé de retirer son article et de présenter des excuses à ses lecteurs, et plusieurs journalistes américano-sionistes, comme Ben Steil, cadre au sein de l’influent “think tank” atlantiste "Council on Foreign Relations" (CFR), ont aussitôt exigé son licenciement…
Une pièce de plus, donc, à joindre au dossier.
http://www.egaliteetreconciliation.fr/Un-grand-media-etasunien-s-autocensure-apres-avoir-suggere-une-vengeance-d-Israel-contre-la-France-30194.html
Leggo su un blog spagnolo. Per sorridere un po'...
RispondiEliminaE' successo a Siviglia, una delle città più ricche d'arte del mondo, la cui popolazione musulmana si è notevolmente incrementata; il che sta provocando che ci siano "rivendicazioni di diritti" etnico/religiosi mai visti prima
- Un taxi sivigliano è in parcheggio.
- Entra nel taxi un musulmano
- una volta seduto, chiede al tassista che spenga la radio per non ascoltar musica durante il Ramadan, così come prescrive la sua religione, e perché al tempo del profeta non c'era musica, specialmente quella occidentale che è la musica degli infedeli
- Il conduttore del taxi educatamente spegne la radio, scende dal taxi, si dirige verso lo sportello del passeggero e lo apre.
- l'arabo chiede: "Cosa sta facendo?"
- Il tassista risponde: "Al tempo del profeta non c'erano taxi. Scenda e speri che passi il prossimo cammello".
Outro bom contributo :
RispondiEliminahttp://www.egaliteetreconciliation.fr/Rappel-Qui-a-cree-et-a-quoi-sert-Charlie-Hebdo-30196.html
circa l'attentato di Parigi:
RispondiEliminaforse un altro "false flag" della Cia
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23677
Che qualche dubbio, in base a diversi elementi, sia venuto fuori è riportato da diverse fonti. Ma che la violenza sia estranea all'Islam è una baggianata colossale. Purtroppo c'è sempre chi ignora e resta in superfice che può bersela...
RispondiEliminaMic,
RispondiEliminain realtà lo sappiamo tutti che la violenza è intrinseca all'Islam. Ed infatti non è difficile trovare degli sciagurati (nel senso del Manzoni) per compire efferate stragi (cfr anche Boko Haram). Bisogna vedere chi c'è dietro le efferate stragi, chi procura loro armi, documenti, coperture, soldi, tanti soldi...
Lo sanno, della violenza, anche quelli che "pas d'amalgam". Ma se ne fregano, e la usano per metterci tutti gli uni contro gli altri (al momento la minoranza musulmana è la più numerosa in Francia, Gran Bretagna e Germania). Tanto, pensano loro, nessuno arriverà a colpirli.
Ma Dio non paga il sabato...
RR
popolazione cristiane ortodosse sono convissute pacificamente in iraq, siria etc.. prima che fossero decise determinate strategie..11 settembre (false flag).. guerre infinite.. Afghanistan (produzione di droga 40 -quaranta- volte tanto dal tempo dei talebani, ma volavano...gli aquiloni, sic...)..iraq, libia...nigeria. I moderati sarebbero arabia wahabita e quatar stretti alleati dell'occidente? Chi finanzia l'isis?
RispondiEliminaUn continente, quello africano dove imperversano le multinazionali.. sterminio.. mezzo sudamerica in mano ai cartelli della droga (i soldi vanno nelle banche occidentali...fanno bilancio...)
esiste la manipolazione delle masse.. là è stato deciso di innescare il fanatismo(stasera il capo di sraele era in marcia.. quello che è statp fatto a Gaza si dimentica? si chiamano politiche umanitarie?) In occidente le politiche contro famiglia ecc risalgono almeno agli anni 60... :
"Alla fine degli anni sessanta risultava chiara l’influenza di tre distinte ONG:
- il CFR e il suo assortimento di organizzazioni affiliate;
- il movimento spirituale mistico e occulto, “new age”;
- il crescente numero di organizzazioni affiliate al International Union for the Conservation of Nature (IUCN).."
http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=315&forum=42
pensiamo davvero di innalzare la bandiera occidentale-onu gender?
speriamo che Dio ci dia la capacità di discernimento in questi tempi...ne abbiamo davvero bisogno.
Penso comunque che ci sia una controspiritualità coi suoi sacerdoti..si affidano al nemico (e quello che vuole il nemico lo sappiamo). Poi ci sono gli esecutori, di alto, medio e basso, livello. (e la massoneria non è solo occidentale). Una torre di babele.
http://www.santaruina.it/etat-desprit (stati d'animo conflittuali)
fantasie? dovremmo domandarci come è stato possibile vedere orrori come il nazismo o il comunismo sovietico.
pike
RispondiEliminahttp://www.cartesio-episteme.net/pike.html
Non lo diciamo noi, lo dice un economista e giornalista americano molto noto, ex consigliere dell’amministrazione Reagan ed editorialista del Wall Street Journal: in un articolo sul suo sito, di cui riportiamo i brani che ci riguardano, Paul Craig Roberts ritiene altamente probabile che l’attacco a Charlie Hebdo sia un’operazione false flag orchestrata dalla CIA per stringere le fila dei paesi europei sotto l’ombrello della Nato.
RispondiEliminaPaul Craig Roberts, 8 gennaio 2015
http://vocidallestero.it/2015/01/11/roberts-cui-bono-lattacco-a-charlie-hebdo/
Certamente l'India ha prodotto i Veda, il Taj Mahal (peraltro opera di un sovrano mussulmano) e tante altre bellissime cose, chi lo nega? Anche oggi in India ci sono di certo persone di altissima levatura. La stortura è pensare che l'India media di oggi sia quello o ci si avvicini. Così come esiste di certo un Islam "dialogante" e aperto, pensiamo al sufismo per esempio: ma perché dobbiamo inventarci che l'Islam medio odierno sia quello? In questi giorni ho visto diverse interviste a un personaggio che sta a Milano, un giovane "sceicco" di origine italiana che si affannava a spiegare che l'Islam è pace, gioia, spiritualità, amore eccetera. Anni fa ho conosciuto questa persona e il suo gruppo, e so che non è una montatura, pensano davvero ciò che dicono. Ma si tratta di un gruppuscolo, poche decine di persone. Perché devono "vendercelo" come una sorta di portavoce dell'Islam?
RispondiEliminaPer il livello apocalittico attuale, da rivedersi:
RispondiEliminala folle puntata di ieri su La7 de “La gabbia” - e relative fiere, conduttore e pubblico inclusi;
e il servile Fazio che intervista l’ignorantissimo “professor” Eco e le accademiche boiate sulle “coloniali religioni del Libro” e l’inebriante purezza politeista.
(Un dubbio cretino: non ho fatto una statistica ma sbaglio o quelli con la “erre” moscia sono ovunque percepiti come geni o cripto-geni incompresi? )
La stortura è pensare che l'India media di oggi sia quello o ci si avvicini.
RispondiEliminaI nostri poveri Marò ("Marò", come vezzeggiativo di "Madonna" è usato nel dialetto napoletano. Esiste proprio l'espressione "povero MARò", inteso come, da altre parti, si usa "Povero cristo"), si trovano a fare le spese anche di una questione locale. Il Kerala è l'unica zona dell'India dove sono presenti:a) una grossa percentuale di Cristiani (e Cristiani erano anche i pescatori morti quel giorni);
b)una discreta percentuale anche di Ebrei;
c) un governo comunista, che non nasconde spinte separatiste e mal sopporta che il governo federale si interessi a ciò che capita da loro. In più, grazie a facebook, ho fatto certe scoperte sulle donne indiane, che mi hanno lasciato inorridita. Avevo, delle donne indiane, l'immagine che ne danno i film di Bollywood. Spero che quelle che usano internet non siano un campione rappresentativo della media, altrimenti, non dico che giustifico i violentatori, ma le loro gesta mi meravigliano di meno. Sarà che in un ambiente repressivo (i matrimoni tra caste diverse sono ancora combattuti)per reazione è più facile darsi alla depravazione, ma sono rimasta sbalordita. Mi sono trovata delle amiche comuni con donne indiane. Sarà che queste amiche delle mie amiche di fb, sono coinvolte in giri "particolari", ma queste donne riempivano i loro profili di dichiarazioni di bisessualità etc. Mi sono trovata in condizioni da dovermi cancellare da fb. Non me ne pento.
en passant..
RispondiElimina@Val...Eco sta dicendo cose da far accapponare la pelle in questi giorni, ma la maggior parte dei concetti non sta proprio nè in cielo nè in terra.
A proposito dello 'scenario' bolognese, poco sopra ho postato di una conferenza delirante con Martha Nussbaum. L'aria che tira è sempre quella. E pensare che Renzi è venuto qui a Bo dicendo: dobbiamo ripartire da Bologna, dopo l'attentato in Francia: più laicità, più 'sapere' inteso come più Europa, più Eco, più Prodi...roba da matti
Comunque anche io ho la r moscia eh...(Mic lo sa, l'ha sentita) e non c'è stato verso, dizione, nulla, non la dico quella roba lì. Quindi attenzione Val, guaVda! Non sono però un criptogenio (e nemmeno un genio apertamente riconosciuto:-), diciamo che la r moscia dà l'idea dello snob, e spero di non essere nemmeno quello....
@Maddalena: ho un amico italiano in trasferta in India, che lavora e vive (e aiuta) là, e mi ragguaglia ogni tanto. La situazione è anche come dici tu. In più quello è un luogo di contraddizioni assolute, sempre inconciliate. Il loro senso dell'etica e di moralità è molto diverso dal nostro. Causa caste, e sistemi di potere vari, ci sono ancora bambine povere date dai genitori alla prostituzione in età impensabili per portare a casa qualcosa da mangiare....
Peccato che un'intelligenza somma e coraggiosa come quella della Fallaci, una delle poche, coraggiose voci che hanno denunciato in modo deciso l'infiltrazione islamica nelle nostre società occidentali, abbia avuto bisogno di rifugiarsi in un filo-americanismo (che diventa automaticamente filo-sionismo) altrettanto pernicioso per la nostra civiltà mediterranea, greco-romana, cristiana. La minaccia semita è duplice: giudaica e islamica, ed è sottile e velenosa. Attenzione a non cadere nel "divide et impera" difendendo una delle due sponde (e diventando suoi burattini) per attaccare l'altra.
RispondiEliminaLa Falalci deve aver avuto una cotta giovanile per un qualche Yankee tra quelli che occuparono, pardon, liberarono Firenze.
RispondiEliminaHo dubbi anche che suo zio, al quale era affezionatissima, ed al quale si rifaceva, non fosse massone.
E gli USA, si sa, sono "geneticamente " massoni.
Lei scriveva che gli USA erano suo marito( anche dopo il Viet Nam) , ma l' Italia sua madre, ed una madre, per quanto deprecabile, si ama sempre, non la si tradisce mai. Uun marito, si. Perciò non accetto' mai al cittadinanza americana. Perché, dopo un po', avrebbe dovuto rinunciare a quella italiana.
Sul sionismo, bisogna conoscerli bene, i sionisti. Solo dopo averli conosciuti bene, si capisce come ragionano, e quanto possono essere pericolosi.
Rr
il problema dell'immigrazione e' un falso problema ma ci stanno togliendo la nostra identita' e ci dobbiamo ricordare al momento di votare .aprite gli occhi siamo in mano di politici inesperti su tutti i problemi che ci opprimono . svegliamoci e muoviamoci per riprendeci la nostra cultura millenaria .
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