Sul solito mantra del dialogo interreligioso nella sua visita in Sri Lanka.
Papa Francesco: Le religioni non vengano usate per giustificare violenza e guerra. [qui]
Papa Francesco: Le religioni non vengano usate per giustificare violenza e guerra. [qui]
Chiama in causa "Le religioni"... Ma quale altra religione oltre l'Islam sta provocando terribili falcidie di cristiani, oltre agli atti terroristici più recenti?
E che caspita ha indossato, Bergoglio, per l'occasione? Una inedita sorta di mimetica da papa in trasferta?
Viene da esclamare: "cose turche!". Non vorrei fare la drammatica; ma prima o poi ci arriveremo non solo a parole...
Dialogo? e con chi di grazia? Mentre qui da noi ci hanno imposto lo slogan "costruiamo ponti non muri" in un luogo devastato da missili si continua a costruire muraglioni e pare siano gli stessi che, abbiano imposto alla Chiesa di dialogare....
RispondiEliminaÈ iniziata con un incontro con le sofferenze e le speranze della popolazione di Gaza la visita in Palestina e Israele di 16 Vescovi organizzata dall'Holy Land Coordination (Hlc), organismo che riunisce Vescovi e rappresentanti delle Conferenze episcopali di Europa e Nord America.
“Il pomeriggio di domenica, dopo una sosta di 8 ore al valico di Erez”, riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo italiano Riccardo Fontana, alla guida della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, “siamo arrivati a Gaza, abbiamo celebrato la messa e abbiamo subito incontrato alcune famiglie. Abbiamo avuto l'impressione di trovarci in una situazione devastata. Ci hanno raccontato dei tre bambini morti nelle ultime ore per il freddo. La corrente elettrica c'è solo per alcune ore al giorno. E colpisce vedere che tutti, a cominciare dai bambini, hanno molto chiaro di essere vittime di violenza, e di sapere chi sono i responsabili di tale ingiustizia. Una bambina di terza elementare ci ha detto: hanno distrutto le nostre case, ma soprattutto hanno tolto i bimbi alle madri e le madri ai bimbi. Un ragazzo più grande ci ha ammonito: tutti vengono qui a chiederci se abbiamo bisogno di cibo e di altri aiuti materiali. Ma noi abbiamo bisogno dell'unica cosa che nessuno ci promette: essere considerati come uomini, riconosciuti nella loro dignità”.
Per entrare nella Striscia di Gaza, la delegazione dei Vescovi ha dovuto superare molte difficoltà: al valico di Erez, le autorità di Israele hanno negato alla delegazione il permesso per entrare nella Striscia. I presuli hanno allora iniziato una lunga trattativa, e alla fine hanno ottenuto il permesso di entrare a gruppi di tre. L'ingesso di tutta la delegazione si è concluso solo alle 16,30. Il programma della visita prevede anche un incontro con la popolazione di Sderot – l’insediamento israeliano raggiunto dal lancio di missili lanciati dalla Striscia di Gaza durante la campagna militare di luglio – e una puntata alla Valle di Cremisan, luogo interessato dal progetto di costruzione del Muro di Separazione voluto da Israele.
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/palestina-palestina-palestina-israele-israel-israel-38510/
La mimetica, ha messo, sì, certo, proprio così. Perché questo vuole, il vdR: mimetizzare la Chiesa nel mondo.
RispondiEliminahumilitas
"Potete seguire migliaia di corsi di catechismo, di corsi spirituali di Yoga e di Zen e tutte queste cose, ma nessuna di queste sarà in grado di darvi la libertà di un figlio di Dio, solo lo Spirito Santo renderà capace il vostro cuore di dire Padre". 9 genn.2015 il vdr a S.Marta nel suo soliloquio quotidiano che si ostinano a chiamare magistero......pare che il mantello color zafferano dei monaci buddhisti hinayana cingalesi non sia l'unica cosa strana indossata, guardare su youtube.
RispondiEliminaNon credo che sia corretto considerare una "religione" il Buddismo,essendo forse più una filosofia.Il sito"Buddhism.it" riporta:"La migliore spiegazione degli insegnamenti buddhisti proviene dal Buddha stesso.In sanscrito gli insegnamenti sono chiamati dharma e in tibetano ciö.Entrambi i termini significano“le cose così come sono”.Quindi il buddhismo può essere visto come un insieme di strumenti che rendono capaci di vedere le cose come sono in realtà,nel qui ed ora.Il buddhismo non ha dogmi e dà la possibilità di porre domande su ogni cosa.Gli insegnamenti del Buddha mirano al pieno sviluppo e alla libertà di corpo, parola e mente..Il buddhismo potrebbe essere ritenuto una filosofia visto che i suoi insegnamenti rappresentano una visione logica e completa,ma non è propriamente una filosofia.La filosofia può spiegare le cose su un livello formale,di parole e idee,mentre gli insegnamenti del Buddha lavorano con la nostra totalità.
RispondiEliminaSia la filosofia che la pratica buddhista portano verso una chiarezza del pensiero ma solo quest’ultima può guidare verso una trasformazione definitiva perché dà una soluzione pratica agli eventi,sia interiori che esteriori,sperimentati nel quotidiano..Il Buddha diede insegnamenti a tre principali tipi di persone.Coloro che volevano evitare la sofferenza ricevettero informazioni sulla causa ed effetto.Coloro che volevano adoperarsi per gli altri ricevettero insegnamenti su compassione e saggezza.Con quelle persone che avevano una forte fiducia nella propria e altrui natura illuminata,il Buddha condivise la visione diretta della mente,chiamata il ‘Grande Sigillo’". Come può essere chiamata religione?Pare semmai una filosofia di stampo chiaramente gnostioa.
Nella circostanza non trovo niente di indecoroso.
RispondiEliminaAll'incontro col Papa partecipavano i rappresentanti delle comunità "religiose" Buddista, Induista ed Islamica, quindi il Papa parlava a tutti: gli scontri cruenti tra etnie e aderenti a fedi diverse sono frequenti in quei luoghi.
Le foto del link mostrano chiaramente che lo scialle/sciarpa/mantellina viene posto sulle spalle del Papa dal rappresentante induista: un omaggio, un atto di cortesia.
Come può essere chiamata religione?Pare semmai una filosofia di stampo chiaramente gnostioa.
RispondiEliminaNon fare i giusti "distinguo" non può che giovare al calderone mondialista...
Ha detto P.Francesco:"sono grato per l’opportunità di partecipare a questo incontro, che riunisce insieme,tra gli altri,le quattro comunità religiose più grandi, parte integrante della vita dello SriLanka:Buddhismo,Induismo,Islam e Cristianesimo"..."Ma, come insegna l’esperienza, perché tale dialogo ed incontro sia efficace, deve fondarsi su una presentazione piena e schietta delle NOSTRE RISPETTIVE CONVINZIONI.Certamente tale dialogo farà risaltare quanto siano diverse le nostre CREDENZE, tradizioni e pratiche.E tuttavia,se siamo onesti nel presentare le NOSTRE CONVINZIONI, saremo in grado di vedere più chiaramente quanto abbiamo IN COMUNE". Io credo che il problema sia qui:nel porre la VERITA' cristiana sullo stesso piano delle "convinzioni" (o addirittura filosofie) altrui, ed anzi, chiamarla "CONVINZIONE" (TRA LE TANTE "CONVINZIONI"). Ma il concetto di "CONVINZIONE"(se non erro utilizzato anche nella "Ev.Gaudium") non richiama ineludibilmente un'essenza di SOGGETTIVITA'? Già "credenza" mi da noia..ma CONVINZIONE in relazione a Cristo (Dio definitivamente Rivelato) proprio no eh!Non è forse termine da "errore" da segnarsi di blu?!
RispondiEliminaMa appunto! Oggi LA RELIGIONE che fa danni è una sola: il maomettanesimo alias islam. Gli occidentali che fanno del complottismo e attribuiscono ai servizi segreti giudaicomassoniciplutocratici gli atti violenti dei vari isis, boko haram e compagnia ammazzando, sono dei perfetti idioti. La realtà è evidente. Chi ha avuto contatti diretti con gli islamici (così come con i rom) sa bene con cosa diavolo ha a che fare.
RispondiEliminaLe foto del link mostrano chiaramente che lo scialle/sciarpa/mantellina viene posto sulle spalle del Papa dal rappresentante induista: un omaggio, un atto di cortesia.
RispondiEliminaMa ci facci il piacere!
Uno che non porta la mozzetta papale per sua scelta, pauperista o non meglio identificata che sia, non può pronunciare un discorso ufficiale indossando una mantella da bonzo.
Matteo ricci non vi ha insegnato nulla, eh?
RispondiEliminaMauro
Mic,
RispondiEliminaIo comincio a pensare che, per amore del proprio cervello, cuore, fegato e stomaco, oltre che soprattutto della propria anima, dovremmo IGNORARE tutto cio' che fa, dice, compare, telefona, fa interviste, ecc., il VdR, eccetto quando si esprime, se mai lo fa, con atti magisteriali: encicliche - finora una, non sua-, lettere pastorali, sinodali - finora una, non sua- ecc. Ignorerei anche gli angelus e le " omelie" di S. marta.
Tanto, se dice qualcosa di cattolico, lo legge, se non legge e va a braccio, non dice cose cattoliche. Quelle cattoliche, che legge, non sono nuove, e sono gia' state enunciate meglio da altri, pre e post CVII.
Rr
Matteo ricci non vi ha insegnato nulla, eh?
RispondiEliminaMauro
Mauro,
ci facci il piacere anche lei!
Dimentica che Matteo Ricci era un Missionario e che ha trovato in un contesto totalmente altro la maniera più efficace di avvicinarlo.
Il Papa è il Papa e deve vivere il suo ruolo, il più Alto che esista sulla Terra, almeno per chi crede che sia il Vicario di Cristo...
... il che significa che è un ruolo che non va né
RispondiElimina1. assolutizzato nel ritenerlo infallibile ogni cosa dica o faccia per giustificare un'obbedienza cieca, che neppure il Signore pretende. Oppure
2. banalizzato, spogliandolo sia dei simboli (un conto è semplificare, altro conto è dismettere quasi abdicando) che della serietà e unicità di ordine morale e spirituale che gli appartiene.
O no?
Io comincio a pensare che, per amore del proprio cervello, cuore, fegato e stomaco, oltre che soprattutto della propria anima, dovremmo IGNORARE tutto cio' che fa, dice, compare, telefona, fa interviste, ecc., il VdR, eccetto quando si esprime, se mai lo fa, con atti magisteriali: encicliche
RispondiEliminaMe lo sono detta più volte anch'io. Ma poi:
1. se tutti facessimo così, il laisser faire non ha mai giovato a nulla e a nessuno e (ora siamo alla deformazione) ma poi si arriverebbe all'oblio delle realtà sacre e perenni, che nessuno può intaccare nella essenza, ma può modificarne la percezione nelle persone, deprivandole dei frutti che non ricevono.
2. costui modifica tutto attraverso la prassi e le rappresentazioni. Disposizioni documentate motivate e argomentate, con linguaggio veritativo e definitorio e non fumoso 'pastiche' 'tanguero' o a suon di slogan - come si dovrebbe - zero... E dunque hai voglia ad aspettare! Nel frattempo fa (o rischierà di fare) a noi tradizionali o peggio alla Chiesa quello che rappresentano (rappresentavano) da maestri i vignettisti di Charlie...
O no?
Forse in quel momento il vdr aveva un po' freddo, nonostante la vicinanza alle latitudini equatoriali. Comunque è' davvero bizzarro: non ha mai portato la mozzetta rossa, ha disdegnato le insegne papali e poi si mette quello strano scialle?
RispondiEliminaIl dilemma è proprio questo :far finta che Francesco non esiste oppure mandare post pieni di bile e furore come io faccio tutte le volte che posso.Poi vado a confessarmi e nessuno mi ha ancora spiegato se i miei sfoghi sono peccati oppure no.Buona notte.Bobo
RispondiElimina@mic "Me lo sono detta più volte anch'io"
RispondiEliminaCara Mic, credo che bergoglio e kompagni non meritino tutta questa considerazione che spesso diamo loro, desiderosi noi di dire ciò in cui crediamo e che da questi personaggi è spesso deriso, deformato e attaccato. Rr ha ragione secondo me. Ormai abbiamo capito il personaggio: gli stiamo sulle scatole perchè ce lo ha fatto capire in diverse salse. Chi non è la sua fotocopia non gli è gradito. Io non sono proprio un tradizionalista bensì piuttosto un conservatore eppure anche quelli come me gli stanno antipatici lo stesso. Per il team bergoglio vedere che c'è un certo fastidio nei siti e nei blog fedeli alla tradizione significa concretamente: "obiettivo centrato!". Questa soddisfazione io non gliela darei così spesso. Concordo con Rr: quando parla o scrive magisterialmente (in senso cattolico del termine non certo bergogliano) trovo giusto replicare e dare giù di brutto se occorre. E' vero che il laisser faire non ha mai giovato a nessuno ma lo stare col fiato sul collo credo non lo meriti il personaggio e rischi di ottenere l'effetto opposto. Ascoltare e dare valore a tutte le bergogliate che dice o che fa può solo far ribollire il sangue inutilmente. Anche perchè spesso non ha logica il suo comportamento e si contraddice pure. Una via di mezzo tra il laisser faire e la ratifica a nastro credo sia il "dire" la nostra fede senza citare il vdr e le sue "eroiche imprese". Boh, sono considerazioni mie che forse sono sbagliate. Comunque grazie a lei Mic per questo spazio di condivisione e anche ai suoi collaboratori!
Che Jorge Bergoglio faccia un discorso con la stola gialla che gli ha messo un induista non dovrebbe sorprenderci ma solo confermarci il suo poco rispetto e la sua poca attenzione per l`abito bianco che porta, per i simboli legati al suo essere Papa, ce lo ha mostrato dai primi minuti, sappiamo e vediamo che sotto l`abito, spoglio anche nella sua fascia di simboli papali, porta i suoi pantaloni neri, spesso quell`abito non sembra essere di prima freschezza e c`è chi dice che in Santa Marta lo si può incrociare in camicia e pantaloni, in quel caso papa Bergoglio mostra una grande coerenza.
RispondiEliminaÊ vero che è una coerenza tutto salvo che banale e che non è da relativizzare, ma è anche vero che come altri han detto, se dovessi seguire ogni passo, parola e sospiro di questo papa, e poi prendere il tempo di reagire a caldo, metterei la mia salute a rischio, e non penso specialmente a quella fisica.
Ciò non significa addormentarsi, ancor meno lasciarsi andare all`indifferenza
http://old.fatima.org/it/cr74pt2ital.htm
RispondiEliminaForse è un nuovo colore liturgico...
RispondiEliminaMic,
RispondiEliminanon intendevo il " laissez faire" ( " laissez" un par di ciufoli, per il mio carattere), ma una cosa tipo: ah, e' in Sri Lanka. Bene. Ma oggi che santo e' ? Informiamoci. Oppure: oggi il Vangelo che dice ? Ah, ecco. O anche: in tempi di tutte le religioni sono uguali. Ma che dice il Magistero pre e post CVII ? non dico che il blog dev' essere cosi impostato, questo e' quanto ciascuno di noi puo' fare per conto suo. Vogliamo stare sull' attualita' ? Chi di noi, ed anche tu, conosce bene la Torah, il Corano, scritti buddhisti, e cosi via, ne parli,
ne posti, a favore dei poveri ignoranti in materia come me.
Per es. attentati " terroristici " ce ne sono stati da decenni, anche non islamici. Come si e' espressa la Chiesa in merito ? Che disse Pio X per Sarajevo, visto che siamo ancora nel centenario della Grande
Guerra? A breve saran cent' anni dal genocidio armeno. Che disse Benedetto XV allora?
Ecco, ricordiamo testi, discorsi, magisterii sicuramente cattolici, "ad aedificandas animas nostras", lasciamo perdere il " povero untorello" che sta in Vaticano. Per quanti danni faccia ed anime perda - di cui rispondera' lui a Nostro Signore, perche' quello e' il suo compito, non il nostro - " non spianterà" la S.Madre Chiesa. Anche se dobbiamo segnalare, protestare e far qualcosa quando, come al Sinodo, si cerca di cambiare la Dottrina.
Rr
Forse ha indossato la maglia da trasferta del San Lorenzo
RispondiEliminaPer Piave,
RispondiEliminadue rapide osservazioni:
1. Non vado io a cercarmi le notizie sul papa. Ne ridondano i media e molto spesso mi vengono segnalate anche via mail. Per ignorarle dovrei tagliare del tutto, mentre invece cerco di dosare e ridimensionare il bombardamento anche intervallando altri contenuti.
2. Credo che questo sia l'atteggiamento giusto, sottolineando ciò che è davvero ineludibile (e già questo non è poco purtroppo). Quel che ne pensa il potere egemone francamente non mi interessa e non credo di essere più che un sassolino nella scarpa, perché il loro potere lo esercitano a prescindere dalle critiche. Mi interessa più riaffermare e difendere e diffondere, per quanto possibile con questi strumenti e sul campo, il nostro credo.
2. Il discorso di affermare la fede senza nominare il vdr è quello di Livi &C. E ho giá detto cosa ne penso: sganciare l'affermazione corretta dalla fonte erronea significa ridurne l'efficacia perché resta l'impatto immediato e forte suscitato ed esponenzialmente enfatizzato dai media. Ed è a questo livello che occorre intervenire. È più scomodo e impegnativo, certamente piú rischioso per un sacerdote. Ma ognuno fa quel che può nella sua situazione...
C'è da aggiungere che l'inedito. e l'anomalo che viviamo sta proprio nella difficoltá di interloquire col nuovo magistero liquido pragmatico sul quale i nostri argomenti agganciati ai dogmi, divenuti impropriamente obsoleti, non hanno presa. E aspettare, come molti dicono, documenti precisi cui riferirsi, rischia di fare un bel buco nell'acqua, che si sostituisce via via alle sabbie mobili del presente che ancora qualche granello di sostanza lo porta...
RispondiEliminaamici! è l'epoca delle grandi sintesi!
RispondiEliminavorrei solo far notare che il rivestire i più bizzarri costumi e copricapi era abitudine costante di Giovanni Paolo II nel corso dei suoi viaggi...
RispondiEliminaAnonimo 14:49,
RispondiEliminaCi facci il piacere anche lei!
Come confondere l'occasionale e comunicatica spontaneità di Giovanni Paolo II (peraltro ricordo anche Benedetto XVI col cappelo da Alpino e non solo).
Ma un conto è l'occasionale esibizione di copricapi per atto di cortesia e simpatica comunicatività, ben altro conto e indossare nel corso di un discorso ufficiale un manto presumibilmente buddista (o qualunque cosa fosse), da parte di uno che ha rifiutato e riciuta con ostentazione i simboli più elementari del suo status, che è quello finora (ma di fatto per sempre al di là di inedite dismissioni e/o dimissioni) moralmente e spritualmente più autorevole al mondo.
Questo non è né umiltà né semplicità. Sa tanto di abdicazione (tranne che per bastonare e distruggere la tradizione) e di rinnegamento di una investitura di origine divina.
E, se non è rinnegamento, almeno svilimento e deformazione è di sicuro!
RispondiEliminadi Dietrich von Hildebrand
RispondiElimina“Di continuo si può sentire..il monito: «Conservate la pace!»; la pace tra i Cattolici; la pace coi Protestanti.. con gli Ebrei..con gli atei .. coi comunisti; la pace tra le Nazioni....
Questo continuo insistere sulla pace, anche nelle prediche e nelle preghiere, dà l’impressione che il male peggiore..sia la mancanza di unione e la guerra. Ma … vediamo, sì, delle situazioni belliche, ma, soprattutto, vediamo progressivi passi verso la schiavitù di intere Nazioni, per opera del comunismo; … vediamo una graduale apostasia dalla Rivelazione divina all’interno stesso della Chiesa; una distruzione sistematica della vita cristiana .. e un crescente amoralismo perfino nelle nostre Università cattoliche. Per cui ci domandiamo: l’invocazione alla pace è, forse, un moratorio col demonio ?
Infatti: ai giorni nostri, non sarebbe più urgente e necessario ritornare alla battaglia? Una battaglia, cioè, contro l’errore, contro l’immoralità, contro lo spirito del mondo; una battaglia spirituale contro la mafia che infesta la Chiesa, contro la scolarizzazione e la sua desacralizzazione..?
..Esiste un “adagio” ben noto: “vox temporis, vox Dei”; ma l’interpretazione che se ne fa, è errata, quando si crede che Iddio ci chiami a conformarci alle tendenze generali di un’epoca, quasi dovessimo adattare la Rivelazione divina alla mentalità di essa.
La vera interpretazione, invece, di questo motto, esige che si riconosca quale sia la situazione autentica in ogni determinata epoca, per essere in grado di scoprire i maggiori pericoli che presenta,... Invece, c’è chi dichiara.. che i termini di “anatema”, “eresia “, “scomunica”, appartengono al passato...
Se si pensasse che difendere la Rivelazione contro i falsi profeti fa parte della “raison d’étre”della Chiesa e che la Chiesa può sopravvivere solo condannandole eresie e che il termine “anatema” è stato sancito, fin dai tempi di San Paolo, in tutti i Concili, fino al Vaticano Il, allora sene vedrebbe anche la grave conseguenza di questa unilaterale enfasi data alla parola “pace”, che spinge l’attuale Chiesa verso una specie di moratorio ufficiale con il demonio.
Blaise Pascal ha scritto: «È un delitto attentare alla pace, quando la verità trionfa; ma è un non meno grave delitto mantenere la pace, quando la verità è offesa!».
Vi è, dunque, un tempo in cui la pace è giusta e c’è un tempo in cui la pace è ingiusta. Sta scritto che vi è il tempo della pace e il tempo della guerra; ed è la legge della verità che distingue l’uno dall’altro. Ma non vi è il tempo della verità e il tempo dell’errore, perché la verità di Dio esisterà in tutti i tempi.
Ecco perché Cristo ha detto che è venuto per dare la pace e, nello stesso tempo, che è venuto per portare la spada. Egli non ha mai detto di dare insieme la verità e l’errore. Il vero senso dell’adagio “vox temporis, vox Dei”,quindi, sta nel comprendere se la verità o l’errore ha il sopravvento; sta nel decidere, in conseguenza, se bisogna mantenere la pace o dichiarare la guerra…
Pace! parola santissima; parola che echeggia continuamente nelle Sacre Scritture ..L’ultima implorazione, rivolta all’Agnello di Dio, durante la santa Messa, non è, forse, il «dona nobis pacem?». Sì, ma il dono immacolato della pace non esclude lo stato di guerra, che dobbiamo mantenere per tutto il tempo del nostro esilio terreno.. contro satana.. lo spirito del mondo.. contro i peccati.. l’errore e il male. Questa guerra è, anzi, la premessa per ottenere la vera pace. ..
continua
Il termine “pace”, quindi, oggigiorno, si usa quasi come slogan: ma è una pace balorda, una pseudopace. Troppe cose vengono dette “pace”, che, in realtà, sono del tutto opposte ad essa.
RispondiEliminaC’è un certo tipo di uomini, per esempio, che esigono di essere lasciati in pace. … Per altri, invece, la pace è una maschera eufemistica della loro codardia. …. Infine, la più odiosa perversione del concetto di pace è quella che ha formato lo slogan: non voglio essere tirato in mezzo! Queste parole detestabili rivelano un’assoluta mancanza di carità, un egoistico rinchiudersi in sé, anche contro i doveri, datici da Dio; sono l’epitome dell’irresponsabilità; sono le parole del mercenario che fugge, quando il lupo assalta il gregge.
Oggi, disgraziatamente, sono molti i sacerdoti e, persino, i Vescovi che adoperano questa parola “pace” in uno dei significati elencati. ..
Sant’Agostino ha scritto: «Chi è il mercenario che si dà alla fuga, vedendo avvicinarsi il lupo? Guarda: qualcuno ha commesso un peccato, un grave peccato e dovrebbe essere ammonito dalla Chiesa. Ma colui che ricerca sé stesso e non le cose di Gesù Cristo tace e non lo ammonisce. Sei tu che taci, o mercenario, che non ammonisci!.. Il tuo silenzio è la tua fuga: la fuga dell’anima!».
…La perversione peggiore… della nozione di pace, è che la pace, nel suo senso più reale e sublime, possa raggiungersi rinunciando a battagliare contro il diavolo, ovunque si manifesti: nell’eresia, nell’immoralità, nella sonnolenza spirituale, nell’indifferenza, nell’apostasia, nel tradimento spirituale: in una parola: nel peccato.
Cito ancora una volta Pascal: «Vi è una mancanza di unione che è un sintomo di infermità e, quindi, un male: ma vi è anche una mancanza di unione che è segno di verità e assume, quindi, il peso di un reale valore».
A non tenerne conto, si commette un fatale errore: elevare l’unità al di sopra della verità, che, in ultima ragione significa: al di sopra di Dio!
Il porre l’unione al di sopra della verità, perciò, è uno degli errori più gravi nella Chiesa di oggi. Si dimentica che la vera unione, l’unità, non è possibile se non sulle basi della verità.
Per comprenderne ancora meglio i pericoli in cui versa la Chiesa, ripensiamo alle differenti dimensioni dell’autentica pace. Per prima, c’è la pace dell’anima con Dio. L’antitesi assoluta e insormontabile di questa pace con Dio è il peccato e qualsiasi compromesso con il diavolo. La pace con Dio prevede l’obbedienza ai suoi comandamenti, l’imitazione di Cristo, la prontezza nel lasciarsi trasformare da Lui. Ciò richiede anche un abbandono completo in Dio, un arrendersi incondizionato alla Sua Volontà, un totale darsi fiducioso nelle sue mani. “In manibus tuis tempora mea”. “In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum”! Sicché, il mormorare contro Dio, la rivolta, più o meno nascosta, contro la sua Volontà e contro le croci ch’Egli ci impone, sono pure incompatibili con la pace di Dio.
E tale pace con Dio non consiste soltanto nell’assenza di ogni disunione con Dio, ma è pure un bene positivo, un dono ripieno di un’ineffabile dolcezza. San Paolo chiama il Cristo la nostra pace e la nostra riconciliazione, in un senso del tutto positivo, quale sorgente di luce e di gioia santa.”
Dietrich von Hildebrand
Anna
Grazie di cuore, Anna:)
RispondiEliminaEcco, il testo inviatoci da Anna, e la riflessione in noi che ci spinge fare, è un esempio di quel che dicevo stamane.
RispondiEliminaRR
La Porta della Pace a Betlemme presso la Basilica della Natività
RispondiEliminaLa porta bronzea, alta 2,50 m. e larga 1,40 m. e composta da due lastre raffiguranti momenti significativi della fede cristiana è descritta così dallo scultore e maestro di arte sacra Roberto Joppolo (Viterbo): “La «Porta della Pace» è un’opera che, in sintesi estrema, intende racchiudere duemila anni di storia cristiana. Al centro la Natività, simbolo della salvezza, è posta su di un mondo simbolico E LA STELLA CHE ILLUMINA L’INTERA OPERA rappresenta la luce che duemila anni fa indicò ai pastori la via per trovare Gesù. Oggi la stessa luce indica ai fedeli la via della salvezza…La “Porta della Pace”, che apre il cammino verso la Grotta Santa, dove Cristo, autore della salvezza è nato dalla Vergine Maria, è simbolo della porta della salvezza aperta a tutti i popoli. Essa è anche un invito alla pace per i popoli che vivono in Terra Santa o giungono in pellegrinaggio in questo Luogo Santo, dove Cristo Principe della Pace si è manifestato portando al mondo la luce e la vita divina.
http://www.christusrex.org/www1/ofm/sbf/segr/ntz/foto2003/Natale.html
Per avere una chiara idea sulla “stella” che illumina l’opera ed indica ai fedeli la via della “salvezza”, attraverso la “pace” basta dare un’occhiata alla porta in questione, in calce al post linkato.
Anna
P.S. Grazie a te, Mic, per quello che fai.
Perché questa è l’epoca in cui «La grande marcia della distruzione intellettuale” é quasi completata, in cui tutto è negato. In cui tutto è diventato un credo. In cui è una posizione ragionevole negare le pietre della strada e un dogma religioso riaffermarle. In cui occorre attizzare fuochi per testimoniare che due più due fa quattro e sguainare le spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. In cui una vita normale, una vita da onest’uomo, richiede sforzi da eroe, in cui è diventato obbligatorio “essere eroi soltanto per esistere, per restare fedeli a una banale linea di vita, che i nostri antenati seguivano così naturalmente come respiravano!” (G. K. Chesterton, Eretici, 1905)