Aggiornamento. In un lungo articolo: Segnalazioni papali: Papa Francesco e la falsa dicotomia, The Remnant del 16 febbraio [qui], sviluppa una articolata analisi sulla fisionomia sempre più evidente che va assumendo l'attuale pontificato. E si basa sull'omelia rivolta ai cardinali nel corso dell'ultimo concistoro [qui], nella quale il papa ribadisce il suo programma. Traduco velocemente la conclusione, perché rivela inquietanti coincidenze con ciò che abbiamo visto delinearsi nel discorso al clero romano da noi commentato di seguito. Ecco lo stralcio da The Remnant :
[...] Ci ha detto ogni giorno quello che ha previsto per la Chiesa. Presentare la misericordia di Cristo come una giustificazione per infrangere la legge di Cristo, mettere la misericordia di Dio in opposizione alla sua giustizia, affermando l'assunto folle, anti-razionale che esse sono naturalmente contrarie e inconciliabili.
Se abbiamo accettato l'evidenza e vediamo che Francesco è parte di questo movimento - non possiamo chiamarlo un complotto perché è confezionato davanti alle telecamere sulla stampa mondiale - dobbiamo chiederci perché questo specifico problema.
La gravità di questa imminente crisi non può essere esagerata. Se la proposta viene accettata, avrà conseguenze di portata molto maggiore di qualunque altra manipolazione post-conciliare, come la comunione nelle mani o le chierichette. Si scuoteranno in un solo colpo i veri pilastri della fede: l'Eucaristia e il sacerdozio. L'Eucaristia, in cui la presenza è stata a malapena conservata nella Nuova Messa, verrà sistematicamente profanata. E coloro dai quali ci si aspetterà la profanazione, saranno i sacerdoti che verranno puniti se vi si rifiutano.
E sarà anche la parola fine di ogni speranza di restaurare la fede attraverso l'impegno di giovani e fedeli nuove leve di sacerdoti, dal momento che solo coloro che hanno dimostrato la loro volontà di profanare la Santa Eucaristia saranno dichiarati idonei per il seminario.
Sull'ultimo discorso di Bergoglio al clero romano [qui] mi limito a notare che – nell'affrontare il tema dell'Ars celebrandi – non c'è alcun riferimento sul sacrificio e sacerdozio di Cristo, nella passione e nella messa, mentre grande risalto è dato al mistero non meglio identificato e all'omelia, che è certo importante, ma è momento catechetico e non atto liturgico.(1)
E non manca l'ennesima rude bordata ai cosiddetti "tradizionalisti" sui quali, al solito, questo papa fa di ogni erba un fascio. mostrando la sua ignoranza sulla Tradizione e chi la ama. Se non si tratta di ignoranza, è ideologica idiosincrasia che si traduce in disprezzo e rifiuto di tutto ciò che ha a che fare con il passato (da dimenticare e non da assumere incarnandolo nel proprio tempo) e con la dottrina che contrasterebbe con il dogma dell’infallibilità del magistero della Chiesa in senso storicista e si opporrebbe all’opera dello “Spirito Santo che soffia dove vuole”. E si oblitera sempre di più il fatto che la tradizione, con la sua fedeltà alla dottrina, veicola e trasmette ad ogni generazione la verità donataci da Cristo - l'unica salvifica - presupposto della libertà e della vita eterna; il che comporta che una pastorale che non sia ancorata saldamente nella verità rivelata non conduce alla libertà e non porta alla salvezza.
Sui riferimenti alla Messa antiquior, riprendo quanto scrive Luisa. Ecco il passaggio, a proposito del Summorum Pontificum:
E non manca l'ennesima rude bordata ai cosiddetti "tradizionalisti" sui quali, al solito, questo papa fa di ogni erba un fascio. mostrando la sua ignoranza sulla Tradizione e chi la ama. Se non si tratta di ignoranza, è ideologica idiosincrasia che si traduce in disprezzo e rifiuto di tutto ciò che ha a che fare con il passato (da dimenticare e non da assumere incarnandolo nel proprio tempo) e con la dottrina che contrasterebbe con il dogma dell’infallibilità del magistero della Chiesa in senso storicista e si opporrebbe all’opera dello “Spirito Santo che soffia dove vuole”. E si oblitera sempre di più il fatto che la tradizione, con la sua fedeltà alla dottrina, veicola e trasmette ad ogni generazione la verità donataci da Cristo - l'unica salvifica - presupposto della libertà e della vita eterna; il che comporta che una pastorale che non sia ancorata saldamente nella verità rivelata non conduce alla libertà e non porta alla salvezza.
Sui riferimenti alla Messa antiquior, riprendo quanto scrive Luisa. Ecco il passaggio, a proposito del Summorum Pontificum:
" [....] Un gesto, questo, – ha spiegato oggi Francesco – che il suo predecessore, “uomo di comunione”, ha voluto compiere per tendere “una mano coraggiosa ai lefebvriani e ai tradizionalisti”, ovvero tutte quelle persone che avevano desiderio di celebrare la Messa secondo l’antico rituale. Tuttavia questo tipo di Messa cosiddetta “tridentina” – ha ribadito il Papa – è una “forma extraordinaria del rito romano”, quello cioè approvato dopo il Concilio Vaticano II. Quindi non è reputata un rito distinto, ma solamente una “diversa forma del medesimo rito”. Tuttavia – ha aggiunto Francesco – ci sono preti e vescovi che parlano di “riforma della riforma”.
Bergoglio dimentica che è Benedetto XVI ad aver parlato di "riforma della riforma", parole che non gli sono state perdonate, che è Benedetto XVI ad aver creato nel 2009 una Commissione ad hoc per quella riforma, seppellita dalle opposizioni virulente.
Un`ipoteca sulla Chiesa!"Alcuni di loro sono “santi” e ne parlano “in buona fede”. Questo però “è sbagliato”, ha detto il Santo Padre. Ha quindi riferito il caso di alcuni vescovi che hanno accettato seminaristi “tradizionalisti” mandati via dalle altre diocesi, senza prendere informazioni su di essi, perché “si presentavano molto bene, molto devoti”. Li hanno ordinati, ma questi hanno poi mostrato “problemi psicologici e morali”. Non è una prassi, ma ciò "accade spesso" in questi ambienti, ha detto il Papa, e ordinare questi tipi di seminaristi è come mettere “una ipoteca sulla Chiesa”. Il problema di fondo è che alcuni vescovi a volte sono travolti “dalla necessità di avere nuovi preti in diocesi”, pertanto non viene operato un adeguato discernimento tra i candidati, tra i quali dietro alcuni si possono nascondere degli “squilibri” che poi si manifestano proprio nelle Liturgie. La Congregazione dei Vescovi – ha riferito ancora il Pontefice – è dovuta infatti intervenire con tre vescovi su tre di questi casi, sebbene non accaduti in Italia.
Addirittura! E, invece, i sacerdoti che hanno procurato scandalo per il loro comportamento immorale e criminale, quelli che non credono più alla Presenza Reale di Cristo, quelli che da decenni deformano e manipolano la Liturgia e le coscienze?
Nulla da dire su costoro che sono legione?
Si parla di "taluni" per gettare una cattiva e cupa luce su tutti solo perché hanno una vocazione "tradizionale"? Sono, quelle del papa, parole gravissime che gettano VOLUTAMENTE il discredito sui cattolici tradizionali e la Liturgia.
Chi avesse ancora dei dubbi sui pensieri e sentimenti di papa Bergoglio verso i cattolici detti "tradizionali" e la Liturgia Antica è servito.
Aggiungo che ben si comprende - o forse ancor meglio - la stroncatura usata nei confronti dei Francescani dell'Immacolata fedeli al carìsma originario (non è neppure bastato che fossero biritualisti!). E sono purtroppo identificabili inediti segnali di intimidazione nei confronti dei vescovi, che non dovessero essere del tutto avversi alla Tradizione.
E poiché la Liturgia è culmine e fonte della vita di fede – che diventa vita ecclesiale e civile – e lex orandi lex credendi, è da qui che nasce tutto lo scempio ingravescente e la sofferenza del corpo mistico di Cristo, che è la Sua Chiesa, con ripercussioni sulla morale, che ne scaturisce come naturale conseguenza.
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1. Significativamente, prima di scendere dall'altare per l'omelia, il celebrante – nel Rito antiquior – si toglie il manipolo e la pianeta (o solo il manipolo quando indossa la càsula), proprio a sottolineare il fatto che esce dall'azione liturgica ed entra in un momento d'insegnamento e di esortazione insieme. Quando sale di nuovo sull'altare, indossa di nuovo i paramenti liturgici.
Aggiungo che ben si comprende - o forse ancor meglio - la stroncatura usata nei confronti dei Francescani dell'Immacolata fedeli al carìsma originario (non è neppure bastato che fossero biritualisti!). E sono purtroppo identificabili inediti segnali di intimidazione nei confronti dei vescovi, che non dovessero essere del tutto avversi alla Tradizione.
E poiché la Liturgia è culmine e fonte della vita di fede – che diventa vita ecclesiale e civile – e lex orandi lex credendi, è da qui che nasce tutto lo scempio ingravescente e la sofferenza del corpo mistico di Cristo, che è la Sua Chiesa, con ripercussioni sulla morale, che ne scaturisce come naturale conseguenza.
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1. Significativamente, prima di scendere dall'altare per l'omelia, il celebrante – nel Rito antiquior – si toglie il manipolo e la pianeta (o solo il manipolo quando indossa la càsula), proprio a sottolineare il fatto che esce dall'azione liturgica ed entra in un momento d'insegnamento e di esortazione insieme. Quando sale di nuovo sull'altare, indossa di nuovo i paramenti liturgici.
"Es tiempo de héroes, no de cobardes. Apestados en la tierra, Santos en Cielo", écrit Miguel Ángel Yáñez dans l'excellent blog espagnol Adelante la Fé :
RispondiEliminahttp://www.adelantelafe.com/tiananmen-en-la-iglesia-es-hora-de-heroes-no-de-cobardes/
Un court extrait, mais tout est à lire :
"Asistimos a un régimen de pensamiento único basado en la idolatría al líder supremo, independientemente de que lo que diga sea coherente, bueno o malo (papolatría). Si hoy dice blanco aplaudimos, si mañana dice negro aplaudimos con mayor entusiasmo. No hay principio de no contradicción, ni dignidad alguna. El que se salga de la fila puede darse por muerto y regado con un amplio catálogo de insultos: rebelde, soberbio, mal hijo, radical, extremista, cavernario…"
Questo modo di papa Bergoglio di usare il randello sempre e soltanto in un'unica direzione, e di "parlare a nuora perché suocera intenda" è davvero inaudito,e urtante. Ma la cosa più inaccettabile è il metodo della generalizzazione di un discorso o di un fatto (i tre Vescovi e qualche seminarista), ad un intero AMBITO o meglio ad un'intera "sensibilità" (che- ormai checchè Bergoglio et seguito dica, è stato definitivamente chiarito da Benedetto XVI- ha pieno titolo e legittimità all'interno della Chiesa). Non credo che questo sia il modo di parlare di Gesù, è molto semplice. Ma questa E' la nostra PROVA. Dura, ma purificatrice. Perché da catotlici, siamo costretti a pregare per questo papa, che PROPRIO "NON CI PIACE" (non ho più alcun residuo di remora a dirlo ad alta voce e coram populo). S.L.J.C.
RispondiEliminaAvevo appena postato un intervento su una altro thread che riportava il resoconto dell'incontro del vescovo di Roma con il suo clero, lo riporto ora qui poiché "on topic"
RispondiEliminaQuindi () prima i tradizionalisti erano affetti da una attrazione per una "moda" (vedi incontro con i vescovi della Boemia lo scorso anno se non ricordo male), adesso si aggiunge che, in particolare quelli ordinati al Sacerdozio sono degli squilibrati, e pure pericolosi per la Chiesa ("mettere una ipoteca sulla Chiesa") affetti da problemi anche morali.
Quale ipoteca si metterebbe: forse quella di avere sacerdoti che offrono il S. Sacrificio come è sempre stato fatto ?
Sarebbe poi da capire quale è la causa e quale l'effetto:
è la Messa "tridentina" a generare questi psicolabili oppure sono gli psicolabili ad avere attrazione per la prima ?
Nel primo caso, c'è da dedurre che fino al 1969 tutti i sacerdoti fossero psicolabili (ma allora il CVII è stato opera di questo tipo di gente ? ma ancor di più: 2000 anni di cristianesimo sarebbero il frutto di una sorta di squilibrio generalizzato condito da amoralità diffusa - oggi invece grazie alla Messa di Bugnini siamo nell'era della virtù, come no! -)
Nel secondo caso invece non si capisce dove starebbe il problema per la Messa "tridentina": se ci sono i cleptomani non è eliminando la merce che possono potenzialmente rubare che si elimina il loro problema, tali sono e tali restano se non curati.
Si aggiunge poi anche che il "rito romano" è quello approvato dopo il CVII , ma però il rito antico ne è una forma. Tutto ciò mi pare abbia qualche problema con la logica, infatti come fa qualche cosa di nato prima ad essere parte di qualche altra cosa di nato dopo se oltretutto quanto nato dopo è visto come alla pari di quanto nato prima (alla pari in senso formale, non certamente dal punto di vista morale in quanto il giudizio sulla gerarchia tra le due "forme" è implicitamente emesso nella definizione di "ordinaria" ed "extraordinaria", con la seconda intesa non come "eccelsa", ma come "caso particolare" )?
E poi, il rito della S. Messa Apostolica, come veniva chiamato prima, "rito romano" o che altro?
Questa storia delle due forme dello stesso rito andrebbe spiegata una volta per tutte, alzandosi sopra il livello della semplice definizione o dichiarazione, e procedendo attraverso una analisi approfondita.
Appare sempre evidente come il Vaticano II sia considerato lo spartiacque tra un prima ormai esaurito ed un dopo gravido di promesse e di opportunità che già si stanno dischiudendo (ridondano echi di gioachimismo), anzi d'ora in poi perché non si contano gli anni a partire dal 1962 (così ad esempio adesso siamo nel 53 DCVII)?
Papa Francesco ha fatto il discorso di natale parlando delle malatie della Curia, ma lui è più malato che la Curia Romana.
RispondiEliminaQuando si dice "dar aria alla bocca"... Ci fosse una volta che Bergoglio non accusa i tradizionalisti generalizzando casi particolari, col tipico atteggiamento qualunquista da Bar Sport. Sarebbe da chiedere ad uno psichiatra: è vero che esiste un rapporto stretto tra il tradizionalismo ed il numero di casi riscontrati nei seminaristi con turbe della personalità o comportamenti bipolari? O forse i casi sono numericamente più rappresentativi tra i seminaristi non tradizionalisti, la cui vita profanizzata rende molto più agevoli stili di vita in contraddizione con la propria scelta di vita?
RispondiEliminaBergoglio, Bergoglio, hai fatto più danni tu in due anni ed il conciliabolo in cinquant'anni alla Chiesa Cattolica Una e Santa, che le bombe atomiche di hiroshima e Nakasaki al Giappone o tutte le bombe della seconda guerra mondiale al mondo.
RispondiEliminaMaledetto quel fulmine che ha centrato la cupola che è stato una profezia di ciò che stava accandendo al vero Cristianesimo.
Se solo pochi avessero capito cosa era la teologia della liberazione........
Prego per non dannarmi l'anima; ma ricordati che prima di Roncalli (per non dire di te) ci sono stati 260 Papi che possiamo solo definire in massima parte dei Santi, e non solo Papi, ma Vescovi, sacerdoti e Martiri che hanno dato il loro sangue.
Visto che avevo ragione su un'altro articolo, quando dicevo che tu in dieci minuti cambi il senso di una frase dieci, cento, mille volte........
I segnali sono tutti inequivocabilmente nella direzione di intimidire i vescovi, persino quei pochi rimasti ancora non completamente avversi alla Messa tradizionale.
RispondiEliminaLa speranza per le nuove generazioni è riposta nei sacerdoti (e seminaristi) giovani, che non hanno vissuto il concilio. Ne hanno assorbito ed assorbono i germi nella formazione ma, se cominciano a farsi domande - com'è normale che accada - e riescono a trovare fonti autorevoli di approfondimento, insieme alle risposte ritrovano anche la retta fede.
Ne ho testimonianze ogni giorno :)
Anche se l'argomento è marginale, vorrei chiedere a chi è veramente esperto di rubriche liturgiche se è vero che il celebrante, accingendosi a fare l'omelia, si deve togliere manipolo e pianeta. Vedo che i lefebvriani abitualmente si tolgono solo il manipolo, ma, poiché non sono più giovanissimo, ricordo bene che quand'ero chierichetto prima del Vaticano II né il mio parroco, né il vescovo si sono mai tolti il manipolo per predicare, tanto meno la pianeta! Ricordo invece che il vescovo metteva il manipolo solo dopo il Confiteor, prima di salire i gradini dell'altare.
RispondiEliminaLupus et agnus di fedro -
RispondiEliminail lupo dice all'agnello: mi hai fatto l'acqua torbida;
rispose l'agnello: l'acqua scorre da te a me;
dice il lupo: sei mesi fà hai parlato male di me;
risponde l'agnello: sei mesi fà non ero ancora nato;
il lupo: tuo padre ha parlato male di me - ed afferratolo lo uccide.
Questa favola, Fedro l'ha scritta per quegli uomini che opprimono con falsità gli innocenti.
@ Michele -
RispondiEliminaServo Messa VO (ho 70 anni) alcuni sacerdoti ai quali ho servito messa, si sono tolti per l'omelia solo il manipolo e posto sul messale - altri si tolgono manipoli e pianeta.
Che dolore leggere queste parole di Bergoglio, offendono Cristo e tutta la Cristianità, tutti i martiri, i santi, i veri papi (quelli fino al 1958). Si tenesse tutti i modernisti, con tutte le loro eresie e le porcherie di cui molti di essi si sono resi responsabili, quella sì che è stata un'ipoteca sulla Chiesa, ma tra beve qualcuno passerà ad incassarla, stia sicuro (ed allora saranno lui e i suoi accoliti a pagare il conto, e salato!) Non merita la benché minima attenzione, quest'uomo. Non vale un'unghia di San Pio X, né di Pio IX, o Pio XII. quelli sì che erano papi, si sta meglio senza vederlo né ascoltarlo.
RispondiEliminaPer Michele. La scorsa Pasqua ho assistito a una messa tridentina in Germania (Heidelberg, chiesa di Sant'Anna)e il sacerdote per l'omelia si è tolto la pianeta,cosa che non ho mai visto fare qui.
RispondiEliminaChe dolore leggere queste parole di Bergoglio, offendono Cristo e tutta la Cristianità, tutti i martiri, i santi, i veri papi (quelli fino al 1958).
RispondiEliminaAttenzione al Sedevacantismo! :(
Un cattivo Papa sempre Papa è, almeno fino a prova contraria i riferimento a dimissioni e problemi conclave, che non siamo noi a poter o dover stabilire.
Cara Mic., non saremo mai sedevacantisti, perchè crediamo nelle parole di Gesù ""non vi abbandonerò mai fino all'ultimo giorno"" ed il Papa è il vicario di Cristo, dunque Cristo è sempre presente.
RispondiEliminaDobbiamo fare attenzione, molta attenzione a ciò che dice Pietro (quasi nulla di cattolico) e Simone che ha troppa voglia materiale e poca spirituale.
Diventando un emerito potrebbe diventare il capo del NWO - forse sarebbe meglio -
Se è Papa va chiamato Sua Santità Papa Francesco, non "Bergoglio". Non sono possibili due papi, nemmeno mezzo papa.
RispondiEliminaLuìs,
RispondiEliminaanche il suo predecessore, talvolta lo si chiamava Ratzinger anche quando era papa non ancora emerito ;)
mic sottolinea i segni di intimidazione dei vescovi. E' questo ciò che rende più grave e serio quest'ultimo "affondo".
RispondiEliminaLa mia assoluta ignoranza teologica non mi consente di comprendere come faccia ad esser Sommo Pontefice di Santa Romana Chiesa un tizio che la odia per tutto quello che è stata per il 97,5 % della sua vita. Ed in particolare, odia, come lui ha detto, il corrispondente narcisistico papato, tanto che sta quotidianamente operando per distruggerlo. Certo, alla morte di Papa Benedetto XVI un problema di sedevacantismo potrebbe aprirsi. Ma non ci arriveremo. Come è evidente Benedetto è in formissima e nel pieno delle sue facoltà fisiche e mentali. E, per ora, non ho sentito Adinolfi annunciare da Radio Padre Livio che lo Spirito Snnto, ha i rubinetti della Grazia otturati ed ha optato per la prassi del cambio del cavallo in corsa. Comunque serenità il sedecvacantismo, con Bergoglio in azione, è in questo momento l'ultimo dei problemi. Il problema si risolverà da sé. Il prossimo conclave di Santa Romana Chiesa 1.0 può aspettare.
RispondiElimina@ L'ATTUALE BIRITUALISMO
RispondiEliminaE' chiaramente una situazione anomala. Non ci possono essere due riti, nella Chiesa. Due riti profondamente diversi, voglio dire. Non e' vero che si tratta di un unico rito in due forme, una delle quali (l'Apostolica o romana antica) puo' arricchire l'altra, nel quadro di una visione evolutiva, storicistica del rito stesso. Questa e' la tesi ufficiale, del tutto inaccettabile. Non c'e' stata nessuna "evoluzione" dal rito antico al nuovo: il nuovo e' filoprotestante (tavola al posto dell'altare, volgare al posto dell'antichissima lingua liturgica, abolizione di rubriche sgradite ai protestanti, modifiche nelle formule della Consacrazione, accorciamento, semplificazione, scarnificazione del rito per renderlo piu' accetto alla mentalita' dell'uomo moderno, per entrare "in dialogo" con lui). Il nuovo fu studiato a tavolino, rappresenta una rottura netta. Se poi i cambiamenti siano stati tali da rendere a priori invalida la Consacrazione, e' difficile dirlo, ci ammoniscono i competenti. In ogni caso mi chiedo: se il celebrante del NO consacra le specie non secondo le intenzioni della Chiesa di sempre (quella Apostolica, per capirci) ma secondo quella ecumenica, sincretistica, etc. di oggi, la consacrazione deve ritenersi valida? Molti sacerdoti consacrano nel NO sicuramente secondo le intenzioni della Chiesa di sempre, ma molti altri sicuramente no, a cominciare da quelli che praticano abusi liturgici di ogni tipo. Hanno voluto restaurare la "tavola" dei primi cristiani, il pasto eucaristico che provocava sin quasi dall'inizio i sacrilegi denunciati da S. Paolo. E i sacrilegi sono puntualmente riapparsi. C'e' poi il problema, secondo me, dell'efficacia della Messa NO. Una Messa con un rito del genere, che efficacia puo' avere per la salute delle anime?
Se poi- come sembra- fra i Vescovi citati (con una metodologia davvero- è il caso secondo me di sottolinearlo- inaudita per un incontro tra Papa e clero) vi è anche Mons. Livieres del Paraguay, i dubbi e le fortissime perplessità su questa ennesima uscita lievitano (sino quasi a divenire certezza che davvero Francesco, quando parla di "certi temi", voglia scientemente colpire, avvisare,dare messaggi trasversali...il che solo pensare mi provoca un blocco a livello della bocca dello stomaco).Forse davvero gli ultimi 2 Papi (ho 38 anni) mi hanno dato un'idea troppo "ideale" del Sommo Pontefice, come persona che deve essere per forza di stato limpida, cristallina, BUONA e GIUSTA nel senso più vero e profondo del termine. Purtroppo, lo devo ammettere con me stesso, papa Bergoglio non mi da questa sensazione. Detto questo,penso che in definitiva,questa "doccia fredda" dopo anni di sonno tranquillo,non può che avvicinare i battezzati che vivano nella Grazia di Dio a Dio stesso,A cristo Capo invisibile ma effettivo della Chiesa.I tempi sono così,sono questi.Scusate la banalità dei commenti,ma è quel che penso.
RispondiEliminaIo continuerò a pregare affinché il Signore dia di nuovo alla Chiesa un Papa cattolico! Non se ne può più. Non ce la faccio più a sentire tante ipocrisie, tante offese! Che Dio lo perdoni!
RispondiEliminaMa, mic, se è papa va obbedito (e rispettato) dai cattolici, per definizione. M'immagino la bella figura che farebbe in una battaglia un esercito dove ogni soldato, prima di obbedire ad ogni ordine del generale, si domandasse se viene dal generale o dal signor X, che è, appunto, lo stesso generale.
RispondiEliminaBergoglio non è papa. Questo commento sui "problemi morali" dei seminaristi della Tradizione è criminale, assolutamente irresponsabile nella sua generalità. Il papa è una funzione definita dal Verbo, e non posso credere che Dio giocasse con le parole al chiamarlo la pietra che conferma la Fede.
Ma, mic, se è papa va obbedito (e rispettato) dai cattolici, per definizione.
RispondiEliminaLuìs,
chiunque va rispettato, tanto più il papa.
Ma abbiamo detto diecimila volte quand'è che il papa va obbedito.
Il "per definizione" lo dicono gli infallibilisti conciliaristi. Il papa non è infallibile qualunque cosa dica o faccia, soprattutto se quella cosa è in netto contrasto con la dottrina perenne.
Credevo questo fosse assodato anche per lei.
Io sono disorientata ma, pur con tutti di dubbi e gli interrogativi che sono in aria, non me la sento - né me ne riconosco la capacità tanto meno l'autorità - di affermare con certezza che non è papa.
Bergolgio es un psicópata, que habiendo alcanzado el Papado, sigue fustigando a sus antiguos enemigos.
RispondiEliminaEl caso que citó en la homilía (seminarista que entra en un seminario de orientación tradicional sin que se hayan pedido los informes) es el del hoy sacerdote G.F, de la diócesis de Ciudad del Este.
Siendo G.F. seminarista de Buenos Aires, Bergoglio hizo todo lo posible para que salga del seminario y se vuelva a su casa, con la excusa de que no tenía vocación.
Como el seminarista se mantuvo firme en su vocación, salió del seminario de Buenos Aires y fue acogido por Mons. Livieres, quien no pidió los informes de estilo.
Cuando Bergoglio se enteró de que G.F. iba a ser ordenado, comenzó a correr el rumor de que G.F. había salido del seminario por cuestiones morales, cosa de toda falsedad.
Este fue uno de los casos que motivó en el corazón perverso de Bergoglio la intervención de Ciudad del Este y la remoción de su obispo, Mons. Livieres.
También tuvo que ver otro caso similar de esa diócesis, y que también disparó las iras de Bergoglio: el caso del sacerdote A.A.C.
Este había sido abogado del Tribunal Eclesiástico de Buenos Aires, encargado de patrocinar a la gente sin recursos económicos suficientes.
Con motivo de una reforma del tribunal por razones económicas, los abogados para patrocinio gratuito (recibían un sueldo de la curia de Buenos Aires) fueron obligados a renunciar a sus empleos y trabajar "en negro" para el tribunal, cosa tan censurada por el hoy Papa.
A.A.C. se negó a tal tratamiento y por ello fue despedido.
Años después, entró al seminario de Mons. Livieres, y su ordenación provocó las iras del rencoroso Bergolgio.
En síntesis, Bergoglio es un ser patológicamente vengativo y ruin, ávido de poder, que utiliza la cátedra de Pedro para gobernar a la Iglesia según su capricho y no según la prudencia, el sano juicio y la buena doctrina.
Non e' vero che si tratta di un unico rito in due forme, una delle quali (l'Apostolica o romana antica) puo' arricchire l'altra, nel quadro di una visione evolutiva, storicistica del rito stesso. Questa e' la tesi ufficiale, del tutto inaccettabile
RispondiEliminaGrazie Paolo, condivido.
E' una delle sottigliezze, che mi viene da definire "rabbinica", attribuibili all'abilità anfibologica (per usare un termine ameriano) di Ratzinger.
I problemi che segnala il prof. Pasqualucci sono quelli che anche io sento come incombenti, gravosi sulla realtà e sul mondo impazzito in cui viviamo.
RispondiEliminaE’ certo che la voragine entro cui l’umanità sembra che stia sempre più sprofondando non può essere legata al caso, deve esserci una causa, e l’abbandono di Dio e del culto a Lui gradito può essere una spiegazione.
Sulla validità della consacrazione NO io per prudenza la considero valida, non avendo elementi oggettivi per giudicare diversamente: per quanto riguarda la formula infatti mi pare che le difficoltà derivanti da alcuni elementi (pro multis trasformato in per tutti e mysterium fidei spostato) siano non di portata tale da inficiare il Sacramento (certo poi c’è il problema anche dell’effundetur già affrontato in questo blog, che reso al presente contribuisce a sminuire il significato sacrificale proprio della S. Messa); per quanto riguarda l’ intenzione del sacerdote, il Parente ritiene che questa non sia richiesta di forma morale (fede e stato di grazia) ma almeno virtuale di agire in persona Christi, quindi deve esserci questa volontà di agire come ministro, anzi è necessaria tale volontà per attribuire un significato univoco al rito che è di per sé suscettibile di svariate interpretazioni (ed infatti questo è sotto gli occhi di tutti). Inoltre spiega che è necessario anche il rapporto di dipendenza del ministro dalla Chiesa, la sola che è fedele in maniera indefettibile al mandato del suo Divin Fondatore di amministrare i mezzi necessari alla salvezza delle anime, semper et ubique. Tale dipendenza, poiché ogni movimento vitale della Chiesa avviene tramite riti sensibili deve potersi far risalire dal ministro fino al capo visibile della Chiesa, il Papa, per tramite della Sacra Gerarchia. Mi pare che tale tipo di legame sia riscontrabile. Per quanto riguarda l’atto di libera volontà di agire in persona Christi lo devo presumere, ancorchè molti accidenti magari portino a porsi degli interrogativi.
Per tutto quello poi che ruota viene prima e dopo la consacrazione, ivi incluse le preci eucaristiche moltiplicate mi devo rimettere ai giudizi espressi a suo tempo dai cardinali Bacci ed Ottaviani ed alle disquisizioni teologiche ad es. del P. Calmel oltre che di altri.
Per quanto riguarda l’efficacia mi allineo a quanto scritto recentemente da A. Gnocchi, ovvero che la fede si può mantenere nonostante il NO, e non grazie ad esso, e questo solo per grazia divina legata agli imperscrutabili disegni della divina Provvidenza. Tale grazia è un talento di cui sarà chiesto conto e perciò è da far fruttificare. Dico questo con grande tristezza ma basando tale considerazione su constatazioni oggettive. E’ certo, e lo dico per esperienza personale, che prendere la S. Messa Apostolica costituisce un nutrimento portentoso per la salute spirituale e se posso non vi rinuncio,
Al contrario delle solite intimidazioni pelose, oblique (ma poi non sono buoni, buonissimi, caritatevoli? caritatevolissimi? Non se lo dicono in continuazione?), se c'è una cosa chiara nella Chiesa di Bergoglio, oltre che l'odio forsennato per quella che l'ha preceduta nei millenni, è che tutto ciò che non è progressista e perfettamente allineato ai dogmi e salotti del mondo per loro è "corrotto" e da eliminare.
RispondiEliminaMa a questo punto un bel chissene... ce lo mettiamo?
Sto rivalutando perfino il mitico Don Bastiano dell'indimenticabile Marchese Del Grillo.
Miles
Il "per definizione" lo dicono gli infallibilisti conciliaristi. Il papa non è infallibile qualunque cosa dica o faccia, soprattutto se quella cosa è in netto contrasto con la dottrina perenne.
RispondiEliminaNo, l'obbedienza non è funzione dell'infallibilità. Obbedire non è credere che l'ordine è corretto, ma fare quel che chiede l'ordine. L'obbedienza è un dovere di tutti i fedeli al vicario di Cristo, capo della Chiesa visibile. Se quello che il papa ordina è errato, Dio lo punirà, ma i semplici fedeli non hanno il diritto di giudicarlo. Ci sono situazioni di eccezione, come fu il caso di Mgr. Lefebvre, che aveva grandissima autorità e una missione dentro la Chiesa (l'hanno ancora oggi i lefebvriani); ma sono eccezioni che non possono diventare regola. Mi sembra curioso vedere proclamarsi la legittimità di Bergoglio, ma agire, pensare e dire tutto il contrario di quello che vuole lui. È il caos.
“Questa Santa Sede ha sempre ritenuto che nello stesso Primato Apostolico …è contenuto anche il supremo potere di magistero. … "La salvezza consiste anzitutto nel custodire le norme della retta fede. …nella Sede Apostolica è sempre stata conservata pura la religione cattolica, e professata la santa dottrina... spetta a lei, prima di ogni altra, il compito di difendere la verità della fede, qualora sorgessero questioni in materia di fede, tocca a lei definirle con una sua sentenza..
RispondiElimina..i Nostri Predecessori .. vigilarono perché si mantenesse genuina e pura come era stata loro affidata…... Lo Spirito Santo … non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede. …Questo indefettibile carisma di verità e di fede fu .. divinamente conferito a Pietro e ai suoi successori in questa Cattedra, perché esercitassero il loro eccelso ufficio per la salvezza di tutti, perché l’intero gregge di Cristo, distolto dai velenosi pascoli dell’errore, si alimentasse con il cibo della celeste dottrina e.. e, appoggiata sul suo fondamento, resistesse incrollabile contro le porte dell’inferno.
…Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta … proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa.Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema.”(costituzione dogmatica CVI Pastor Aeternus)
“La dottrina della fede che Dio rivelò non è proposta alle menti umane come una invenzione filosofica da perfezionare, ma è stata consegnata alla Sposa di Cristo come divino deposito perché la custodisca fedelmente e la insegni con magistero infallibile. Quindi deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza. Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l'intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione [VINC. LIR. Common., n. 28”].
…” Quindi, “se qualcuno dirà che può accadere che ai dogmi della Chiesa si possa un giorno – nel continuo progresso della scienza – attribuire un senso diverso da quello che ha inteso e intende dare la Chiesa: sia anatema (costituzione dogmatica CVI Dei Filius)
Anna
A proposito di protestantizzazione: proprio ora il TG 3 Piemonte ha dato notizia che in ventidue piccole parrocchie della diocesi di Novara, estesissima, non sarà più possibile celebrare Messe NO festive per carenza di sacerdoti. La diocesi ha stabilito che in quelle parrocchie laici o diaconi o suore celebrino al posto della Messa festiva NO la sola liturgia della Parola. Come i protestanti, aggiungo io. Il vescovo di Novara e' Franco Giulio Brambilla, già ausiliare a Milano col Tetta, che nel 1989 fu firmatario con altri 62 teologi (e che teologi!) italiani di una dichiarazione fortemente corrosiva del Magistero e di Ratzinger. San Carlo Borromeo, che tanto facesti per combattere e respingere l'errore luterano, prega affinché i cattolici muoiano cattolici e non protestanti.
RispondiEliminaSempre da Benoît et moi segnalo l`articolo-analisi molto interesaante di Remnant sull`omelia di Bergoglio ai nuovi cardinali
RispondiEliminaQui in inglese:
http://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/1529-papal-signaling-pope-francis-and-the-false-dichotomy
E qui in francese:
http://benoit-et-moi.fr/2015-I/actualites/une-homelie-de-franois-decryptee.html#304418a4461316a45
Estraggo e riporto questo passaggio:
"Il (il papa) nous dit chaque jour ce qu'il a prévu pour l'Eglise.
Présenter la miséricorde du Christ comme justification pour rompre avec la loi du Christ, placer la miséricorde de Dieu en opposition avec sa justice, affirmer la proposition folle, antirationnelle qu'elles sont naturellement opposées et inconciliables."
@ Alessandro Mirabelli -
RispondiEliminaIl caso Novara, è il caso generale della chiesa post-conciliare, non hanno più preti. Ciò che hanno è solo di tipo protestante e lo stanno mettendo in pratica.
Sere fà seguivo ""Chi l'ha visto"" e parlava il Vescovo di Arezzo (credo) della questione di quella donna sparita;
il vescovo ha detto che ha novanta paesi, ma purtroppo solo preti come quel frate africano che ora è bloccato dal tribunale.
Seguite anche un poco anche le trasmissioni ed i media, ci sono cose che fanno rabbrividire sentire il vescovo che dice ho chiesto aiuto al Papa per ritrovare questa donna sparita.
Nelle ventidue parrocchie di Novara, il precetto festivo come si fà ad osservarlo secondo le Leggi bimillenarie?
RispondiEliminaOppure il concilio vat.II ha anche detto che non è più obbligatorio assistere alla Messa festiva.
Ah! i laici pensano a tutto, anche a tutti e sette i Sacramenti.
Il protestantesimo ha raggiunto ciò che si era prefisso Bugnini con i sei protestanti e C. nonchè l'ecumenismo è completato.
Bah, per quello che mi riguarda sono felicissimo del fatto che domani non lavoro e posso andare alla Messa Tridentina nella mia città (Brescia) preceduta dal Rosario.
RispondiEliminaL'ho sempre saputo di non essere tanto a posto con la testa. ;-)
Anonimo de "20 febbraio 2015 18:18"
RispondiEliminaSi desea dar su consentimiento para ser entrevistado , le pido que deje un comentario en el blog "From Rome"
(fromrome.wordpress.com).
Fuera de Argentina , estan muchos que quieren saber quién es Bergoglio , y creo que su testimonio es importante.
en el Senor...
Frà Alexis Bugnolo
Non hanno più preti, i seminari chiudono, le parrocchie sono accorpate, i monasteri vuoti e trasformati in alberghi, l' Islam, e non solo, fa proseliti, anche gli amati protestanti si riducono di numero sempre più, eccetto quei pseudo cristiani dei pentecostali( mi sembrano dei dionisiaci del III millennio) , e loro continuano a dar addosso a tutto ciò che è pre CVII.
RispondiEliminaNon c'è peggior cieco...
" Stupido è chi stupido fa" o anche" stupidità e continuare a ripetere gli stessi errori", Quando saranno letteralmente 4 gatti, capiranno che è ora di smettere l'
esperimento CVII e seguenti trials ?
Quando il " Comitato etico e scientifico" ordinerà la sospensione definitiva del trial?
Uno ci stava forse provando, e l' han fatto desistere, ma non potranno silenziare tutti quelli che, prima o poi, apriranno finalmente gli occhi.
Se già in chiesa ci vanno in pochi a sentire il prete, figuriamoci a sentire il diacono o la suora!
E non è un caso che si parta dal Piemonte!
O non sono piemontesi Sodano, Bertone, Martini, Bergoglio stesso?
Rr
Cher Raoul,
RispondiEliminaDe psychopathes il y en a beaucoup audjourd' hui, pas seulement dans le clergé et pas seulement à Rome. Peut être un peu trop de cannabis de jeunes?
Alessandro: naturalmente non offriranno MAI una chiesa ad un prete lefebvriano, o MAI ne chiameranno uno ! Ma non vorranno neanche un FSSP, un ICR o un FFI!
Preferiranno offrire le chiese agli ortodossi o ai valdesi, vedrai
Rr
Dalle dimissioni di Benedetto non mi aspettavo niente di buono e niente di buono c'è stato , qualcuno ha definito Bergoglio "il curatore fallimentare del cattolicesimo" e così si sta comportando. Benedetto XVI ha sulla coscienza questa condizione della Chiesa, . Ha promesso obbedienza al "nuovo pontefice"? Bè se è per questa aveva anche detto che si ritirava dal mondo. Mi chiedo come fa a dormire tranquillo pensando alla devastazione del Sacro recinto che Dio gli aveva affidato
RispondiEliminaDa che parte sta e con chi sta mons. Paglia (una delle nomime di Benedetto XVI che mi aveva sorpresa) lo si sapeva, lo conferma anche qui:
RispondiEliminahttp://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/famiglia-family-familia-paglia-39288/
"Povera" Dottrina ormai nelle mani di chi non ha che un solo obiettivo: vanificarla.
RispondiEliminaRiprendo e traduco questo passaggio dell`articolo del Remnant che vi ho già messo in link, anche tradotto in francese:
Il papa ci dice ogni giorno ciò che ha previsto per la Chiesa .
Presentare la Misericordia di Cristo come giustificazione per rompere con la legge di Cristo, mettere la Misericordia di Cristo in opposizione con la Sua giustizia , affermare la proposta folle, anti-razionale, che sono naturalemnte opposte e inconciliabili"
Queste parole riassumono bene, a mio avviso, lo smarrimento, se non sgomento, di sempre più cattolici, almeno di coloro che hanno ricevuto una formazione corretta, formazione non solo teorica ma concretizzata in scelte di vita.
Essere oggetto dei continui attacchi e insulti di papa Bergoglio non è facile da sopportare ma si finisce con l`abituarsi tanto è evidente dove vanno le sue simpatie e antipatie, ma a quella non benevolenza viene ad aggiungersi lo smarrimento dovuto al magistero liquido del papa, ai suoi continui segnali che indicano la direzione dove vuole portare la "sua chiesa in uscita", ai suoi messaggi che sempre più chiaramente disegnano la "chiesa a sua immagine" che vuole costruire.
http://benoit-et-moi.fr/2015-I/actualites/une-homelie-de-franois-decryptee.html
I seminaristi che amano la tradizione secondo il "diversamente papa " sono degli squilibrati, invece questi vescovi sono molto ma moltop equilibrati. Se lo dice lui.....
RispondiEliminahttp://unafides33.blogspot.it/2015/02/ma-il-carnevale-non-era-finito-ipse.html
«Sembra che qualcuno voglia farci tacere»
RispondiEliminaLo ha detto il card. Zen, oggetto di un pesante attacco da parte di Vatican Insider.
Sulla Bussola Quotidiana ne parla Riccardo Caacioli che si interroga sul ruolo di Vatican Insider, vista la sua collocazione ( e quella del suo direttore aggiungo io):
"Se un cardinale è dato in pasto ai comunisti cinesi"
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-se-un-cardinalee-dato-in-pastoai-comunisti-cinesi-11863.htm
Non e' vero che si tratta di un unico rito in due forme, una delle quali (l'Apostolica o romana antica) puo' arricchire l'altra, nel quadro di una visione evolutiva, storicistica del rito stesso. Questa e' la tesi ufficiale, del tutto inaccettabile.
RispondiEliminaE dunque il SP, che pure ha riaffermato l’altissima dignità del VO, non è da considerarsi Magistero della Chiesa cui si dovrebbe almeno un umile ossequio, ma sarebbe soltanto una ‘tesi ufficiale, del tutto inaccettabile’. Su che basi dottrinali ritenete si possa ridimensionare a mera tesi un motu proprio di un papa? Era forse Simone e non Pietro ad agire in quel caso? E come e chi stabilisce simili distinzioni? Non è forse anche questo -ossia ridurre a tesi un documento pontificio- un modo di 'vanificare la dottrina' come sembrerebbe fare la gran parte della gerarchia cattolica ivi compreso ‘Bergoglio’? Abiltà anfibologica appartiene anche a chi difende la dottrina della Chiesa mettendone poi in discussione aspetti sostanziali. Ormai quello che prima era solo un guado tra noi cattolici, figli della stessa Chiesa, si è fatto un oceano di distanze insanabili. Purtroppo è proprio vero che son cadute molte maschere.
Un saluto comunque affettuoso e un augurio.
Caro Silvano 23:32: forse lei confonde papa Ratzinger con Pio XII, o S. Pio X: quelli erano papi che custodivano il depositum fidei e lo difendevano, Ratziger no, modernista era in gioventù e tale è rimasto, anche se un poco ammorbidito. Non ricorda che, a proposito, del CV II, ha detto "indietro non si torna?" e che ha anche detto "con il CV II la Chiesa si è riconciliata con le idee illuministe, con due secoli di illuminismo?"; ci mancava poco che dicesse, con Congar ed altri, che il CV II è stato il 1789 della Chiesa Cattolica. Sembra poi che sia stato anche sospetto di eresia, era amico e collaboratore di Rahner. Cosa vogliamo di piu? si possono rimpiangere i papi di nome Pio, ma non certamente i ppi conciliari o papa Benedetto; l'unico che ricordo con simpatia è Wotyla, ma per l'aspetto pratico di opposizione ai regimi comunisti e per la devozione mariana; per le scelte dottrinali e pastorali no (vedi scomunica a Léfèbvre), quelle penso che provenissero dal suo entourage, principalmente dalo stesso Ratzinger.
RispondiEliminacara Rr 22:42 purtroppo il Piemonte, fin dall'epoca risorgimentale, è stato un covo di demoni, di massoni, di anticattolcii e antiitaliani (vedere i libri di Massimo Viglione e di Angela Pellicciari sul Risorgimento); per fortuna che c'è stato don Bosco a pareggiare i conti, ma adesso i suoi discepoli sono diventati modernisti (vedi il salesiano che, in Belgio, aveva aderito ad un comitato per la legalizzazione della pedofilia: il superiore salesiano di Belgio e Olanda commentò che non c'era niente di male, aggiungendo che la pedofilia non è un male se il bambini sono consenzienti). Don Bosco avvisò i Savoia che, se non avessero ritirato le leggi anticlericali non avrebbero tenuto a lungo il trono, e così è successo. Purtroppo anche oggigiorno il diavolo miete molte vittime in Piemonte, fa molti adepti (anche in Liguria, peraltro).
RispondiElimina@ Michele 14,20,
RispondiEliminacredo di ricordare che assistevo alla messsa solenne alla SS.ma Trinità ai Catinari, Messa in terzo è messa solenne, ed all'omelia (mi sembra ricordare che celebrava Mons. Kramer) si tolse sia il manipolo che la pianeta e rimase col camice, la stola ed il cingolo. Cerimoniere era il grande Don Marco Cuneo.
Dunque tra non molto vedremo celebrare il precetto festivo, con molta facilità in quanto non ci sono più preti, come asserisce anche il vescovo di Arezzo sulla trasmissione di RAI 3 "Chi l'ha visto"", da laici che non hanno il potere sacerdotale ne autorità, ma senza offertorio ne consacrazione.
RispondiEliminaDunque liturgia protestante pura.
....senza offertorio ne consacrazione.
RispondiEliminaDunque liturgia protestante pura.
ci avviamo così a grandi passi a quella terribile assenza di Gesù Cristo in una messa totalmente alterata -non più quella istituita da Nostro Signore- con avveramento innegabile delle profezie antiche e recenti, (AT, NT e rivelazioni a santi e mistici in 20 secoli) riguardo all'abolizione del Santo Sacrificio in tutto l'orbe cattolico, empio del Signore, che durerà per tre anni e mezzo
"di massoni, di anticattolcii e antiitaliani"
RispondiEliminaNon vedo il collegamento tra questi tre aggettivi, tanto piú che erano proprio i massoni ad avere simpatie italiane.
Infine: essere "antiitaliano" non implica essere anticattolico.
Roberto
riguardo all'abolizione del Santo Sacrificio in tutto l'orbe cattolico, empio del Signore, che durerà per tre anni e mezzo
RispondiEliminaE chi può farsi profeta che questo traguardo estremo sia così imminente e riguardi il nostro tempo?
Io ci andrei piano con certe affermazioni apodittiche, pur senza sottovalutare la gravità della situazione attuale.
@ GIOVANNA - SUL SUPPOSTO RITO BIFORME
RispondiElimina1. Un motu proprio e' un documento paragonabile al decreto di una qualsiasi autorita' legittima. Nell'ordinamento della Chiesa il Papa puo' legiferare mediante decreti. Che non sono comunque come tali documenti dogmatici, se e' questo che si vuol dire, pur potendo contenere riferimenti al dogma. Quando defini' il dogma dell'Assunzione, Pio XII si espresse in una Costituzione Apostolica (1.11.1950, DS 3900ss.). 2. Pertanto, "l'umile ossequio" si rivolge in genere a documenti dal contenuto dogmatico. 3. Che ci si trovi oggi in presenza di "un unico rito in due forme", questa non e' verita' di fede ma opinione personale di Ratzinger, frutto della sua mentalita' dialettica e storicistica, formatasi piu' su Heidegger e Buber che su S. Tommaso. 4. Che nel NO dell'antico rito apostolico siano rimaste solo delle vestigia, concorrenti ad un'anima del rito che appare diversa dalla Tradizione, cio' risulta con ogni evidenza da un esame accurato dei due riti, comparati tra loro. 5. Questa comparazione la guida la recta ratio, usando l'intelletto comune e nell'esercizio di un nostro diritto di battezzati. 6. Se si ritiene che la negazione dell'esistenza di un unico rito biforme sia errata, lo si deve dimostrare in modo razionale, discutendo il contesto e non appellandosi in modo (qui) improprio al principio d'autorita'. 6. Non si riduce affatto "a tesi" un documento del Papa. Che vuol dire? Si nega in modo argomentato che la "tesi" proposta da Ratzinger in quel motu proprio sia valida. E' ripeto, una sua interpretazione personale, che non trova nessun appoggio nella Tradizione della Chiesa, per la quale anzi il cambiamento radicale del bimillenario rito sarebbe stato un autentico sacrilegio. 7. Pertanto, non si "vanifica" nessuna "dottrina": si contesta che la tesi personale di JR sia tale da costituire valida dottrina. Cordialmente, PP
"E dunque il SP, che pure ha riaffermato l’altissima dignità del VO, non è da considerarsi Magistero della Chiesa cui si dovrebbe almeno un umile ossequio, ma sarebbe soltanto una ‘tesi ufficiale, del tutto inaccettabile’. Su che basi dottrinali ritenete si possa ridimensionare a mera tesi un motu proprio di un papa? Era forse Simone e non Pietro ad agire in quel caso?"
RispondiEliminaCapisco la reazione di giovanna, e continuo a non capire quella che mi permetto di definire ingratitudine di certi cattolici tradizionali che continuano a criticare in modo livoroso Benedetto XVI.
Benedetto XVI ha dedicato la sua vita alla Chiesa, essendo un essere umano, non era e non poteva essere perfetto, come ogni essere umano ha avuto il suo percorso, la sua evoluzione, Benedetto XVI ha dato alla Chiesa un Magistero luminoso, ha ripreso i fondamenti della nostra fede persi per strada dopo decenni di deformazione, ha spolverato tesori liturgici rinchiusi da chi li disprezzava, ha dato alla Chiesa il Summorum Pontificum, facendolo si è messo contro l`intelligentsia modernista della Chiesa che si è organizzata per opporgli una feroce e logorante resistenza.
Allora, quando vedo cattolici tradizionali che, malgrado le opposizioni che continuano e si fanno sempre più feroci e manifeste, possono godere della grazia della santa Messa Antica grazie a quella che Benedetto XVI ha voluto essere una Legge Universale per la Chiesa, quando li vedo criticare in modo estremo e senza sfumature colui che permette loro quella Grazia, ho ogni volta l`impressione di una grande ingratitudine.
"E chi può farsi profeta che questo traguardo estremo sia così imminente e riguardi il nostro tempo?
RispondiEliminaIo ci andrei piano con certe affermazioni apodittiche, pur senza sottovalutare la gravità della situazione attuale."
Quando uno c'ha le cataratte in testa c'è poco da fare!
@ Giovanna 21 febbraio 2015 09:04
RispondiElimina"Non e' vero che si tratta di un unico rito in due forme, una delle quali (l'Apostolica o romana antica) puo' arricchire l'altra, nel quadro di una visione evolutiva, storicistica del rito stesso. Questa e' la tesi ufficiale, del tutto inaccettabile."
Per come la vedo io, ma per carità, è una mia opinione personale che vale quel che vale,il SP ha stabilito una legge universale per la Chiesa che tutti, anche i progressisti sono tenuti a rispettare.
Per quanto riguarda l'arricchimento del NO da parte del VO, non è difficile immaginare ed accettare come normale che quanto è più ricco può arricchire quanto lo è di meno, mentre non può ovviamente avvenire l'inverso.
Che siano due forme dello stesso rito, sostenerlo come vero o no non cambia nulla nella sostanza della legge universale che tutti sono tenuti a rispettare.
Qui si tratta di pura logica: se il VO è sempre esistito e poi è arrivato il NO, che è completamente diverso, è un po' difficile sostenere la tesi per cui sarebbero due forme dello stesso rito. Diciamo che è stato uno degli escamotages di BXVI per fare digerire più facilmente la pillola ai più ostili. Ma ripeto, dal punto di vista pratico, che è poi ciò che conta, non vedo alcuna conseguenza.
Piuttosto è la definizione di "extraordinario" che può fare problema, in quanto chi è maldisposto può facilmente interpretare tale termine in modo riduttivo, come se fosse da qualcosa relegare in un ambito fuori dall'ordinarietà, quindi ad un livello di pura eccezione, come di cosa da confinare in una specie di museo dei begli oggetti antichi da mettere in mostra una tantum tanto per ricordare che esistono ancora.
Luisa,
RispondiEliminaIo distinguerei la persona di Ratzinger/Benedetto dalle sue idee.
Riscontrare un afflato heideggeriano modernista in certe sue affermazioni non è né disprezzo né ingratitudine per la sua persona, ma la realistica constatazione di proposizioni contrastanti col magistero perenne. Del resto l'infallibilità del papa è data solo a certe condizioni che non ricorrono nel caso evidenziato da Pasqualucci.
Il Summorum è e resta un miracolo ed è e resta legge della Chiesa universale in quanto sdogana dalla cattività babilonese (nella quale purtroppo rischierebbe di ricadere di fatto se non fosse per una strenua resistenza) il Rito Romano antiquior.
Cara Maria, quella distinzione non mi sento di farla perchè stimo, rispetto e voglio bene a Benedetto XVI con e malgrado certe sue posizioni che spesso vedo evocate e che potrebbero arruolarlo nei ranghi dei modernisti.
RispondiEliminaNon si può rinchiudere una vita donata alla Chiesa, decenni di anni di studi, ricerche, libri, discorsi, incontri, documenti, Magistero, dentro giudizi definitivi e monocromatici.
Vita e percorso lunghi e complessi che sfuggono, a mio umile avviso, a quel tipo di giudizio.
Il che non significa rinunciare a descivere le tappe e i risvolti di quel lungo percorso.
Io sono ritornata alla pratica della fede grazie a Benedetto XVI ( e so di non essere la sola), egli è riuscito a farmi accettare principi a cui resistevo con tenacia, non mi è mai sembrato che mi portasse fuori strada, tutto il contrario.
Ammetto che la mia fede è semplice e non è supportata da studi teologici, ammetto anche che certe parole che ha detto durante il suo discorso ai parroci romani dopo l`annuncio della sua rinuncia mi hanno fatto male, come non ho capito certi suoi silenzi o incoraggiamenti ( tu sai a chi mi riferisco), non temo di dire che sono consapevole che la sua rinuncia ha aperto la porta alla burrasca che soffia sulla Chiesa, ma questa consapevolezza nulla toglie al mio affetto e alla mia riconoscenza per Benedetto XVI, cuore e ragione vanno insieme.
La storia farà il suo bilancio, io posso solo esprimere ciò che penso e sento in questo momento molto anomalo.
E dimentico di dire che quando parlo di ingratitudine verso Benedetto XVI mi riferisco non certo a te, cara Mic, ma a coloro che sono veramente eccessivamente duri e critici con Benedetto XVI dimentichi che è grazie a lui che possono celebrare o pregare con la Santa Messa Antica.
RispondiEliminaCriticare senza ammettere quel dono, e senza riconoscere tutte le sue altre battaglie in difesa della Dottrina non mi sembra corretto.
@ SUL PIEMONTE "MASSONICO" E RISORGIMENTALE AVVERSO A S. GIOVANNI BOSCO.
RispondiEliminaPer amor di verita' e non di polemica riporto quanto ho trovato nel libro: S.Giovanni Bosco, "Memorie. Trascrizione in lingua corrente di Teresio Bosco", Ed. Elle Di Ci, Torino, 1985. Nell'inserto fotografico del volume ci sono anche le foto di Cavour e di Vitt. Em. II, poi Re d'Italia. Sotto la foto di Cavour si legge: "Il protagonista del Risorgimento italiano fu amico di don Bosco. 'Mi ripeteva sovente - disse il santo - che se avevo qualcosa da domandargli o da sollecitargli, avrei trovato sempre un posto alla sua tavola'". E sotto la foto di V. Em.: "Il primo re d'Italia stimo' sempre don Bosco. Gli mando' un prezioso regalo per la lotteria in favore della Chiesa di S.Francesco di Sales. Disse: 'Aiutiamolo, questo povero diavolo d'un prete'".
Ma anonimo di 21 febbraio 2015 09:00,
RispondiEliminaCome sappiamo se questi vescovi sono Catholici: ci sono molti vescovi falsi e scismatici in America Latina...
Romano
Caro Paolo,
RispondiEliminasono "frammenti" di storia che si intersecano con la storia di don Bosco, talmente esemplare da essere fuori da ogni parametro e dunque tale da ricevere riconoscimenti anche da politici non certo esemplari sotto altri aspetti...
Ma l'unità nazionale era anche nelle corde di molti non indifferenti né al dominio straniero né alla frammentazione della nostra bella penisola, dalla cultura e dai dialetti/lingue così variegati ma così belli e ricchi in ogni ambito ed espressione.
La massoneria si fonda e strumentalizza ai propri fini proprio le potenzialità già presenti.
Gli irredentisti sognavano (e morivano) per l'Italia libera e finalmente nazione (che oggi ancora tale non è, forse proprio per i tanti vizi di fondo. E si potrebbero risanare. Ma chi è che può farlo?). I massoni e i burattinai potenti, invece la volevano libera dalla schiavitù "della rivelazione". Se ne trova traccia in documenti ufficiali...
Anche oggi credo che sia difficile non correre il rischio di diventare degli "utili idioti". Solo la grazia, e lo sguardo ben fisso al vero obiettivo - la Verità - ce ne possono preservare.
Cara Mic
RispondiEliminaHo riportato il dato di cronaca pensando a certa pubblicistica di taglio "carismatico" che vive riciclando stereotipi pazzeschi, quali ad esempio quello di Cavour che avrebbe tentato di far uccidere Don Bosco, come pur ho letto da qualche parte (cito a memoria) o di Cavour primo massone d'Italia quando la sua appartenenza alla setta non e' mai stata dimostrata. Cavour e Mazzini si servirono della massoneria per i loro scopi politici. Nemmeno Mazzini era massone anche se vicino alla setta e affine per certi aspetti della sua ideologia. Il Risorgimento fu soprattutto anticlericale, per ragioni politiche; anticattolico nella sua componente massonica, concentrata soprattutto nel movimento garibaldino. Secondo me, i cattolici tradizionalisti (preferirei dire: fedeli alla Tradizione della Chiesa, "tradizionalismo" non mi piace, perche' include anche i "cattolici" che hanno una nozione esoterica della tradizione) dovrebbero liberarsi del fantasma della Massoneria causa di tutti i mali del mondo e del Paese e smettere di avversare l'unita' nostra a causa del ruolo che vi ha giocato un tempo la massoneria (che non fu certamente l'unica componente del movimento unitario, come ricordi anche tu - oggi schierata, la setta, col mondialismo piu' estremo). Favorire le spinte regionalistiche attuali sperando che portino al collasso dell'unita' nazionale (vedi leghe varie etc.), cio' ci farebbe suicidare come popolo. L'unico modo di resistere alla pressione disgregante dell'Unione Europea da un lato e all'assalto mussulmano dall'altro, e' quello di rinsaldare la nostra unita'. Uniamo la battaglia per la restaurazione della Verita' cattolica oscurata e anche tradita dalla Gerarchia attuale al rinnovamento dell'unita' nazionale in uno Stato cristiano, cattolico. Questo, secondo me, e' il compito storico (veramente rivoluzionario) con il quale debbono confrontarsi i cattolici italiani oggi.
vorrei fare un' errata corrige al comm. sopra (ore 10:48)
RispondiEliminariguardo all'abolizione del Santo Sacrificio in tutto l'orbe cattolico, tremenda desolazione nel Tempio del Signore, che durerà per tre anni e mezzo (cfr. Daniele)
gent. Mic, mi consenta di spiegare che i grandi e rapidi passi si vedono ormai da anni da tanti segnali, ad es. da un episodio da me vissuto già 4-5 anni orsono: un prete nella mia cittàche si accingeva ad esporre il SS.mo Sacramento all'adorazione dei fedeli, disse loro
:
"In questa esposizione adoreremo.... noi stessi!" (sic! ovvero > noi = compl. oggetto di "adoreremo") ; fatto vero, per quanto vi sembri blasfemo e incredibile. Non è forse un chiaro preludio dell'adorazione dell'uomo al posto di Dio, nel suo tempio ? e vediamo l'accelerazione del fenomeno (v. dal 2013 Bergoglio che si inginocchia davanti agli uomini -eretici, protestanti, pagani ecc.- e MAI davanti al Signore Presente alla Consacrazione, offrendo efficace didattica in tal senso!....)
Bergoglio sta preparando bene il terreno a ciò che verrà compiuto da altri dopo di lui.
Uniamo la battaglia per la restaurazione della Verita' cattolica oscurata e anche tradita dalla Gerarchia attuale al rinnovamento dell'unita' nazionale in uno Stato cristiano, cattolico. Questo, secondo me, e' il compito storico (veramente rivoluzionario) con il quale debbono confrontarsi i cattolici italiani oggi.
RispondiEliminaNe sono convinta anch'io. Purtroppo le tendenze disgregatrici (accoglienze indiscriminate degli invasori e dissoluzione dell'identità culturale e religiosa in nome dell'umanitarismo mondialista) vengono dalla gerarchia ai più alti livelli.
Se i nostri ideali non fossero così forti e radicati ci sarebbe di che scoraggiarsi. Ma non ci arrenderemo.
"In questa esposizione adoreremo.... noi stessi!" (sic! ovvero > noi = compl. oggetto di "adoreremo")....
RispondiEliminaBergoglio sta preparando bene il terreno a ciò che verrà compiuto da altri dopo di lui.
Il fatto ha davvero dell'incredibile! E lei ed altri avete taciuto?
Quanto agli "altri dopo di lui", la tendenza e la nuova fisionomia della curia potrebbero indurre a pensarlo. Ma non lo darei per scontato. Non conosciamo ancora se e come si delineerà la "resistenza", che pure c'è...
"Favorire le spinte regionalistiche attuali sperando che portino al collasso dell'unita' nazionale (vedi leghe varie etc.), cio' ci farebbe suicidare come popolo. L'unico modo di resistere alla pressione disgregante dell'Unione Europea da un lato e all'assalto mussulmano dall'altro, e' quello di rinsaldare la nostra unita'. Uniamo la battaglia per la restaurazione della Verita' cattolica oscurata e anche tradita dalla Gerarchia attuale al rinnovamento dell'unita' nazionale in uno Stato cristiano, cattolico."
RispondiEliminaNon riesco a vedere il legame tra unitá nazionale e la difesa della veritá cattolica. La prima é una reltá contingente impostasi anche contro il cattolicesimo, la seconda é qualcosa di transnazionale e immutabile. Mi chiedo inoltre se non sia il protestantesimo ad essere piú vicino al modello dello stato nazionale.
La difesa della veritá cattolica verrá assunta, a mio parere, da piccoli gruppi sparsi in tutto il mondo che si riconoscono nella comune fede.
Un ultimo punto: Ho spesso l'impressione che l'esistenza dell'Italia venga trattata (quai hgelianamente) come un immutabile destino e questo sinceramente faccio fatica ad accettarlo.
Roberto
L'Italia è già morta suicida, in più di 30 anni di aborto libero e gratuito, libertà di scelta della donna(?) circa 5.mln. di giovani italiani in meno, mettiamoci anche le stragi del sabato sera ed altro, il risultato è ogni 100 giovani ci sono 154 anziani con più di 65 anni, altro che unità nazionale, messa funebre per un paese che non è mai stato e che muore per inerzia, stoico al massimo livello più che hegeliano, fino alla sublimazione dell'eutanasia di stato.
RispondiElimina@ ROBERTO - CONTRO L'ITALIA
RispondiElimina1.L'unita' nazionale si e' imposta anche "contro il cattolicesimo", soprattutto contro il Potere Temporale, per un insieme di ragioni. Mi limito qui alla seguente riflessione. Il potere temporale fu cosa necessaria per la Chiesa, nei primi secoli e anche oltre, per sopravvivere, essendo per molto tempo l'Italia una provincia bizantina sfruttata e abbandonata a se stessa, in comproprieta' con i Longobardi (dopo la disastrosa Guerra Gotica, voluta da Giustiniano, che aveva impedito all'Italia di consolidarsi in una monarchia nazionale romano-barbarica, al modo di Spagna e Gallia). Il potere temporale fu anche un bene per l'Italia. Ma poi, con la Donazione di Pipino, il "papato politico", invece di accontentarsi del Patrimonio di S. Pietro, commise l'errore, pur non avendone le forze materiali, di volersi estendere in diagonale sino alla Romagna, con l'aiuto dell'imperatore. Ci mise secoli, esposto a tutti i ricatti del potere imperiale e immerso nelle infinite beghe della politica italiana. Tagliando l'Italia in due ne impediva a priori l'unificazione sotto un monarca. Nelle altre nazioni cattoliche la monarchia pote' unificare il proprio paese senza conflitti con la religione;in Italia non si poteva farlo, perche' si sarebbe danneggiato il Potere Temporale. Cosi' una lotta di per se'politica solo in Italia diventava una questione religiosa; si creava una contraddizione grave tra Chiesa-istituzione ed aspirazione all'unita'. 2. Lo Stato nazionale e' anteriore al protestantesimo, lo costituivano gia' le monarchie nazionali (appunto) e la Svizzera, di fatto Stato nazionale, che nel '500 assalirono l'Italia divisa e la distrussero, dividendosela. 3. Secondo la logica dei "piccoli gruppi", allora Dio non avrebbe dovuto nemmeno scegliere il popolo ebraico come destinatario della Rivelazione: un popolo, che poi fondo' un vero Stato. E non ci sarebbe mai dovuto essere uno Stato cristiano. E quali sarebbero "i piccoli gruppi" che conserverebbero la fede in mezzo alla catastrofe dilagante? 4. Dovunque uno nasca, l'esistenza del proprio Paese e' certamente il suo "immancabile destino", a meno non provi odio per il proprio Paese; sentimento che, a quanto pare, sembra abbastanza diffuso tra gli Italiani di oggi, anche in certi ambienti cattolici "tradizionalisti". Hegel non c'entra.
Tradinews riporta l'articolo del blogger francese Yves Daoudal che, riferendosi a questo stesso discorso al clero, dice che comincia a chidersi se fa parte della stessa Chiesa...
RispondiEliminahttp://tradinews.blogspot.it/2015/02/yves-daoudal-francois-et-les-tradis.html
Sono decisamente fuori tempo, e forse neppure mi leggerà, ma desidero replicare al commento del sig. Pasqualucci (ieri alle 12.25), per non sembrar scortese col mio silenzio. Brevemente col poco che so e che sono.
RispondiEliminaLei ribadisce: Che ci si trovi oggi in presenza di "un unico rito in due forme", questa non e' verita' di fede ma opinione personale di Ratzinger.
Ebbene, leggo nell’UE: Il Motu Proprio Summorum Pontificum costituisce una rilevante espressione del Magistero del Romano Pontefice e del munus a Lui proprio di regolare e ordinare la Sacra Liturgia della Chiesa .
Dunque certamente non si tratta di un dogma cui si debba incondizionata obbedienza, ma è comunque il pensiero che la Chiesa offre ai fedeli, in una materia, la liturgia, in cui solo il Papa ha il potere di legiferare. Non opinione personale, o meglio non soltanto interpretazione personale di quel papa che non gode della sua stima, ma espressione ufficiale, magistero della Chiesa. Che dunque bisognerebbe assumere con l’ossequio dovuto, come dato di fatto, come dottrina valida anche se voi non l’approvate, e da lì partire per elaborare, proporre gli utili rimedi a errori e abusi vari. Certo, sono due forme profondamente diverse, per le quali infatti la Chiesa auspicava una paziente opera di riconciliazione che non c’è stata; ma, secondo i dettami della Chiesa, si tratta di un solo rito nel quale dovremmo tutti riconoscere la fonte e il culmine della nostra, spero comune, fede. Lo so bene, siamo lontanissimi da questo sogno, ma l’alba verrà.
Mi scuso di nuovo per il ritardo nella replica e per questa incursione. Un cordiale saluto a tutti.
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@ Alessandro Mirabelli
RispondiEliminaSe fossi nato 170 anni fa sarei stato "austriaco". Se fossi nato 220 anni fa sarei stato veneto.
Perché l'evento dello stato-nazione Italia non puó essere superabile? In questo senso parlavo di hegelismo (un po' come se il Weltgeist si fosse acquietato in questo stato di cose. Questo era anche il senso del termine "destino").
Esiste, é vero, un patrimonio culturale comune in lingua italiana, ma mi chiedo: implica questo necessariamente l'esistenza di uno stato-nazione?
Per quanto riguarda il protestantesimo: l'esistenza degli stati nazione é precedente, ma la mia domanda era se questo modello di cristianesimo (almeno nella sua versione tradizionale) sia piú compatibile con esso e se in qualche modo abbia contribuito a plasmsarlo, tanto piú se si tiene conto dell' opposizione all'ideale imperiale vicino al cattolicesimo.
Il riferimento al popolo di Israele mi sembra non tenga, proprio per il fatto che il carattere del cattolicesimo consiste nell'universalizzare la promessa fatta originariamente ad un determinato popolo.
Infine: Il riferimento ai piccoli gruppi non si riferiva ad una situazione ideale ma a quello che mi sembra sia lo sviluppo del prossimo futuro. Non sono un profeta, provo ad interpretare quanto sta succedendo (magari sbagliando). La mia impressione é che il cattolicesimo nei prossimi anni si ridurrá sempre di piú restando in piccoli gruppi (piccole comunitá legate per esempio a sacerdoti fedeli alla tradizione). Questi gruppi, grazie agli sviluppi tecnologici e il diffondersi della lingua inglese, saranno in comunione in virtú della comune fede cattolica e a prescindere dall'apprtenenza ad un determinato stato nazionale.
Roberto
@ Giovanna - Liturgia
RispondiEliminaMia replica, anzi duplica: 1. Il munus proprio del Papa si esercitava in questo caso nell'eliminare i vincoli (autorizzazione obbligatoria dell'Ordinario del luogo) che impropriamente gravavano sulla celebrazione della mai abrogata Messa Apostolica o di rito romano antico (vulgo: "sdoganamento"). 2. Nel far cio', il Papa esercitava il suo potere di "regolare e ordinare" la liturgia e i vescovi dovevano starci. Ma "regolare e ordinare" non significa introdurre una nuova concezione della liturgia stessa. Cio' esorbita dai poteri del Papa. Gli studi di mons. Gamber, insigne liturgista, l'hanno ampiamente dimostrato, mi sembra. 3. L'idea che "due forme profondamente diverse" di Messa (come riconosce anche lei), una delle quali recentissima e fabbricata come sappiamo, possano costituire un unico rito, da evolvere nell'arricchimento reciproco delle due forme, non puo' essere accettata e pertanto non la si puo' considerare "dottrina della Chiesa". Io faccio il discorso nel merito, senza cercare di nascondermi dietro la forma. Perche' non puo' essere accettata? 4. Perche' essa fa vedere una concezione evolutiva della liturgia, cosa che comporta a sua volta una concezione evolutiva del dogma o comunque ne mette in pericolo la fissita'. Non per nulla, l'idea di una concezione evolutiva della liturgia e' stata sempre fermamente respinta dal Magistero preconciliare, che limitava al minimo gli interventi papali nella liturgia, in aspetti del tutto secondari. E proprio per via dello strettissimo collegamento tra lex orandi e lex credendi. La tesi di Ratzinger non ha pertanto alcun fondamento nella Tradizione e nell'insegnamento della Chiesa. Deve esser ritenuta sua opinione personale e per di piu' erronea,frutto degli elementi profani e non cattolici della sua formazione personale. 5. Nella corretta concezione cattolica della liturgia, consacrata dalla Tradizione della Chiesa, non c'e' posto per il sincretismo liturgico, evidente nella prospettiva del Papa "Emerito". 6. La nuova liturgia introdotta da Paolo VI (smettiamo di dar la colpa a Bugnini, che fu solo un esecutore), secondo me rappresenta un evidente abuso di potere da parte di quel Papa. Abuso, perche', secondo l'opinione costante, il Papa non puo'introdurre una liturgia del tutto nuova e per di piu' ex abrupto, che rompe con quella bimillenaria precedente. Nella storia della Chiesa, infatti, non era mai successo. 7. Le antipatie e le simpatie non c'entrano. La gravissima situazione nostra e della Chiesa tutta (per colpa di chi?) ci obbliga a ragionare e ad esporci senza guardare in faccia a nessuno, avendo in questo a modello di parresia S.Paolo. Cordialmente, PP
@ Roberto - Stato critiano, universalismo.
RispondiEliminaDuplica: 1. E' necessaria per noi italiani l'esistenza di uno Stato-nazione? Si', per non scomparire, diventanto un coacervo di protettorati e/o colonie euro-tedesche e arabo-africane. Era la fine che grosso modo avremmo fatto se non ci fosse unificati : Unita' fatta con le storture che sappiamo, ma storicamente imprescindibile, questione di vita o di morte.
2. Il protestantesimo avra' dato il suo contributo ma lo Stato moderno come Stato-nazione era gia' un fatto ben evidente nell'operare accentratore delle monarchie nazionali europee. 3. L'universalismo cristiano si e' sempre appoggiato a una forma statale che lo difendesse e ne aiutasse la diffusione: l'impero romano, (AD 313, 380), la monarchia franca; l'impero bizantino, il Sacro Romano Impero, l'Austria asburgica, tutte le monarchie europee, compresa quella inglese prima del tradimento di Enrico VIII. Cio' non ha evitato i conflitti ovviamente, anche gravi, per esempio tra Papato e Impero, che tra l'altro per l'Italia ebbero conseguenze disastrose. Ma gli uomini vivono in societa' e costruiscono Stati, non in piccole comunita' isolate, e la vera religione e' sempre attaccata da nemici interni ed esterni, anche molto potenti (arabi musulmani, turchi, protestanti eretici etc.). Pensare che possa sopravvivere in piccole comunita' isolate, grazie alla moderna tecnologia, mi sembra del tutto assurdo, me lo consenta. E il Papa, e la gerarchia cattolica? Comunita' di credenti "tradizionalisti" al di fuori di ogni comunione con la Chiesa gerarchica? Sarebbe quest'ultima allora gia' scomparsa? E ad opera di chi? Di chi, e' ovvio, avrebbe fatto anche piazza pulita con una gamba sola di simili piccole "comunita'". Creda a me, per quello che puo' valere la mia opinione: non e' questa la strada. Dobbiamo seguire e incoraggiare nella lotta per il ristabilimento del dogma i pastori che finalmente stanno prendendo posizione, anche se sono pochi, e ritrovare per l'Italia-nazione una missione storica, che, secondo me, puo esser solo quella di risorgere come Stato cristiano, unitario. Il Signore ha di nuovo bisogno di un popolo, uno Stato, un esercito che combattano per Lui contro le molteplici schiere dell'Anticristo.
Gent. Pasqualucci,
RispondiEliminarispondo intanto all'ultimo punto. Quando mi riferivo ai piccoli gruppi non intendevo gruppi al di fuori dalla Chiesa, ma, per cosí dire, ai margini.
Non si dimentichi poi che piccoli gruppi sono riusciti in siutazioni difficilissime, per esempio in Inghilterra, a mantenere viva la fede per lunghissimi periodi.
Il punto che volevo evidenziare é comunque un altro, é cioé il fatto che il "movimento tradizionale" composto di piccoli gruppi tende progressivamente ad internazionalizzarsi, questo é legato da un lato al carattere transnazionale del cattolicesimo a dall'altro al fatto che i mezzi tecnologici e la diffusione di una lingua franca (l'inglese) spingono in questa direzione.
Il suo programma "neo-giobertiano" mi sembra invece del tutto utopico e irrealizzabile. L'Italia, confessiamolo, non é, cattolicamente parlando, essenzialmente diversa dagli stati del nord-europa. Un segno in questo senso é dato dal fatto che quasi tutti i "grossi" pastori che, come dice lei, prendono posizione (Burke, Müller, Brandmüller, Sarah) non sono italiani.
Un ultimo appunto personale visto che Lei ha parlato con sprezzo del protettorato "Euro-tedesco": la Germania mi ha accolto e mi da lavoro (al contrario del mio paese) da molti anni. Danke Deutschland!
Roberto
Al di là che le riflessioni molto ponderate del prof. Pasqualucci mi trovano d'accordo anche nelle virgole...
RispondiEliminaRoberto ...mi fa piacere che la Germania l'abbia accolta e le abbia dato un futuro lavorativo mentre in Italia le cose non sono facili per nessuno,
ma è pur vero che l'Italia non sarebbe ridotta a questo scempio, a parte malcostumi locali, presenti del resto anche all'estero, se non si fosse trovata costretta ad entrare in una moneta privata strozzina, senza possibilità di scelta, ideata da finanzieri senza scrupoli, sia per coprire il rientro della Germania est pagato salatamente da tutti noi, e per una diminutio dell'Europa davanti ad Usraele; se non ci fosse stato il progetto delinquente di questa Europa di moneta privata e dei banchieri contro gli Stati nazionali ormai ex sovrani, nemmeno l'Italia sarebbe messa ora a questa maniera, e il lavoro lo darebbe ai propri cittadini, invece che sequestrare loro abitazioni, terreni ed industrie per foraggiare la troika.
credere nella Germania e nell'Europa non è ancora un dogma religioso, per fortuna, almeno per noi; anche se c'è chi ci sta lavorando.
"credere nella Germania e nell'Europa non è ancora un dogma religioso, per fortuna, almeno per noi; anche se c'è chi ci sta lavorando."
RispondiEliminaVerissimo Josh, ma non é un dogma neanche credere in un compito quasi "metastorico" per l'Italia.
Roberto
E cosa può indurre a scartare il "compito quasi metastorico" per un'entità sovranazionale strozzina?
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