Leggendo stamane Riposte catholique [qui], apprendo la vera origine dei timori nei confronti dei conservatori di cui avevamo dirette notizie dai Sacri Palazzi [qui]. Personalmente non conoscevo l'episodio narrato dalla penna di don Claude Barth. La damnatio memoriae ha ben funzionato e molti di noi, specialmente chi appartiene alla generazione successiva, non conoscono per intero le vicende sofferte e significative della prima "resistenza", silenziata e soffocata insieme gli studi e alle opere di valenti autori: basti pensare, uno per tutti, a Romano Amerio. Esattamente quel che tentano di fare anche ora. Sembra che allora sia loro meglio riuscito. Oggi, vedremo.
Un poco ci confortano le esortazioni del cardinale Burke e del Vescovo Schneider [qui] e l'esito della vicenda del blogger canadese di cui al precedente articolo.
Ed ecco il testo, di cui ho ripreso il titolo sopra, di Riposte catholique:
Nell'anniversario, don Claude Barthe ci ha inviato un interessante articolo circa l'inizio della riforma liturgica ed anche sul precoce inizio della contestazione di questa riforma...
Questo 7 marzo 2015, alle 18, Il Papa ha celebrato nella Chiesa di tutti i Santi, in via Appia Nuova a Roma, la messa celebrata nella stessa Chiesa, da Paolo VI, il 7 marzo 1965.
Il Concilio non era ancora giunto al termine, ma era stata avviata la riforma liturgica che esso aveva deciso. Il 25 gennaio 1964, Paolo VI aveva istituito un Consilium, una Commissione per l'attuazione della Costituzione sulla liturgia, di ampiezza smisurata: 250 esperti, per non parlare di cardinali e vescovi. A partire dalla sessione di ottobre 1966, cinque, e poi sei osservatori protestanti hanno partecipato alle assemblee di questo Consilium. Paolo VI aveva nominato presidente il cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, acceso progressista. Segretario. il lazzarista Annibale Bugnini.
Pertanto, dal 1964 al 1968, si è dispiegato un primo periodo di riforma, periodo di transizione, che sarà seguito, a partire dalla pubblicazione di tre nuove preghiere eucaristiche e otto nuovi prefazi, il 23 maggio 1968, dalla fase di definitiva promulgazione della nuova liturgia conciliare. Questo secondo periodo durò fino al 1984, data dell'edizione tipica del nuovo cerimoniale dei vescovi.
Dal 1964 al 1968 il Consilium emanò incessanti cambiamenti, con il susseguirsi di conferenze episcopali, dando l'abitudine delle trasformazioni permanenti. I fedeli notavano soprattutto che la messa era ora, per la maggior parte del tempo, di fronte al popolo e latino era sparito, « come presso i protestanti ».
Va anche notato che i primi cambiamenti (soprattutto la concelebrazione) erano stati sperimentati nell'aula conciliare, mentre le liturgie celebrate ogni mattina in San Pietro di Roma erano divenute un laboratorio di modernizzazione per i vescovi e per tutta la Chiesa.
Tra le altre modifiche:
- nuova formula per dare la comunione (ricevuto sempre più più generalmente in piedi);
- Prima riprogettazione delle rubriche (26 settembre 1964): è soppresso il Salmo Judica me dalle preghiere ai piedi dell'altare, il Pater può essere letto o cantato dai fedeli, viene rimosso l'ultimo Vangelo, la messa solenne è possibile con un diacono, per ipsum è recitato ad alta voce, praticamente la celebrazione di fronte al popolo diventa la norma per le messe pubbliche;
- promulgazione di un rito di concelebrazione (che implica il canone ad alta voce) e la comunione sotto entrambe le specie (7 marzo 1965);
- Messa domenicale anticipata al sabato sera.
- l'uso del volgare, esteso a qualsiasi messa, quindi per l'ufficio divino, ecc.
Alla « destra del papa», si erano amplificate le proteste a causa dell'abbandono della lingua sacra. Va detto che l'introduzione del volgare nella messa aveva cristallizzato, fin dalla preparazione del Concilio e durante il Vaticano II, una prima ondata di grande vigore di opposizione alla riforma. Paolo VI decise di metterci la sua persona, e così celebrò la prima domenica di Quaresima nella Chiesa di Ognissanti. Un altare, come ovunque era a quel tempo, era stato posto fuori dal Santuario, su un telaio di legno. Il Papa celebrò una messa letta rivolto verso il popolo.
Fu allora che si manifestò la prima opposizione alla riforma liturgica. Fu ricevuta dal Papa in piena faccia. Paolo VI, allargò le mani: Il Signore sia con voi. In mezzo alla folla, risuonò grave e potente la voce di Tito Casini, un romanziere ben noto in Italia: Et cum spiritu tuo. Disturbi da parte di chi assisteva, tra cui alcuni hanno cominciato a seguire questo "animatore" inserito nella folla. La dimostrazione è così continuata durante tutta la messa: In alto i nostri cuori, disse il Papa; Habemus ad Dominum, tuonò Casini. Era in Italia, e si trattava del Papa!
Come un memoriale dell'evento costituito da questa « messa de Paolo VI », un libro di Tito Casini diventerà il primo manifesto della resistenza, fino alla pubblicazione, due anni dopo, della breve rassegna critica del nuovo Ordo Missae, firmata dai cardinali Ottaviani e Bacci e presentata al Papa il 21 ottobre 1969. Il libro di Casini, pubblicato a Firenze nel 1967, è stato intitolato: La tunica stracciata [vedi anche], alludendo alla tunica di Cristo; libro pubblicato in Francia un anno dopo, con una prefazione del cardinale Bacci: La tunique déchirée, da Les Nouvelles Editions latines.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]Aggiungo una citazione da Antonio Casini [qui]:
Pena e sorpresa... È ciò che, dopo dieci anni, ancora e di più proviamo per lo strazio che a cominciare da tale data si è fatto e - «gradatamente», martellata dopo martellata - si va facendo della Liturgia: di quel capolavoro cui ha posto mano e cielo e terra, fatto perché gustassimo già in terra il cielo e ce ne invogliassimo: di quell'opera senza autore che s'identifica con la Chiesa, come ben vide nel suo delirio il martellatore [era recente lo scempio della Pietà di Michelangelo -ndr] volendo appunto, nella Pietà, colpire la Chiesa: la Chiesa di cui la Vergine, la Pulcherrima mulierum, è madre e per cui piange, oggi, e chiama a pianger con lei, quasi quei colpi, quelle martellate rinnovassero in lei la passione patita già sul Calvario: O vos omnes qui transitis per viam, attendite et videte... O vos omnes...
[...] Fatalmente, ed era nell'ordine della logica: di quella logica cui il celebre canonista di Magonza richiamava scrivendo, ai primi attacchi dell'eresia riformista: «Si pensa di poter difendere la rocca della Dottrina cedendo la spianata davanti, che è la Liturgia; ma è proprio sulla spianata che si deciderà la battaglia». E un pastore protestante, manifestando a un sacerdote cattolico il suo stupore per un cedimento, da parte nostra, come quello del latino: «una Chiesa che abbandona la sua lingua cultuale abbandona se stessa. Essa sottopone non solo la sua lingua ma anche la sostanza della Fede, di cui questa lingua è l'eccipiente e il veicolo, alle variazioni e ai mutamenti che di continuo implica l'evoluzione linguistica. Il contenuto della Fede non sarà per questo meglio compreso, ma, al contrario, non lo sarà più affatto». Applicando in tutt'altro campo - quello sportivo - un ragionamento del genere, un giornalista della Nazione, Sergio Maldini, scriveva, a proposito delle Olimpiadi di Monaco: «Quando una liturgia muore, anche una religione muore un po' insieme». Ed è per contribuire a salvare quanto della Liturgia non è morto, è perché la Pietà sia restaurata e difesa dai nuovi accessi della follia, è per questo, è per la Chiesa, che con la Liturgia s'identifica, che occorre resistere allo scoramento e combattere. Dentro la «rocca», ormai, l'indomani di una battaglia perduta al seguito del cedimento della «spianata», come quella contro il divorzio, rivendicato nel nome di una libertà, di un «pluralismo» nel credere, conseguente alla libertà nel pregare.
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Sintonia-tra-quotidianita-e-liturgia.aspx
RispondiEliminaRimetto qui il mio commento:
RispondiEliminaIeri rivolgendosi ai fedeli, dopo la Messa, papa Bergoglio ha detto:
"È stato un gesto coraggioso della Chiesa avvicinarsi al popolo con la riforma liturgica. Non si può andare indietro. Chi va indietro sbaglia». Con queste parole Papa Francesco ha spiegato il senso della sua visita alla parrocchia romana di Ognissanti, dove Paolo VI celebrò 50 anni fa la prima messa in italiano con il nuovo rito."
Gesto coraggioso?
Vista la crisi della fede, la vita dei cattolici lontana da quel che domanda, comanda e insegna Cristo, cosa ne deduce il papa?
Che la nuova liturgia ha avvicinato la Chiesa al popolo?
Quel gesto coraggioso ha riempito o piuttosto svuotato le chiese?
Ha riempito o svuotato i seminari?
Quel gesto coraggioso ha fatto sì che la liturgia riformata sia fonte e culmine della vita dei fedeli, li accompagni nelle loro vita di tutti i giorni, nelle gioie come nelle difficoltà, o li ha allontanati dall`Adorazione, dalla coscienza della Presenza Reale del Signore, del Suo Sacrificio, e da una vita in coerenza?
Le risposte mi sembrano evidenti,ma:
"Non si può tornare indietro!
Chi va indietro sbaglia"
Altro che nuovo dogma, il CVII, con le libere interpretazioni dei suoi testi, con il suo spirito, è una nuova rivelazione!
Mi domando come la Chiesa ha fatto per sopravvivere fino al "Concilio", come hanno fatto i Santi, i Padri, i Dottori della Chiesa, i fedeli, visto che ci voleva il "Concilio" per finlamente capire quel che Cristo voleva veramente.
Dunque, amici, gettiamo al fuoco tutto quel che ricorda che la Chiesa non è nata 50 anni fa.
Se guardiamo indietro ci fossilizziamo.
Adorazione, Sacrificio eucaristico, sacralità della Liturgia, bellezza della Liturgia, ginocchia che al Suo cospetto si piegano, se lo dici ti sbagli, sei di un altro tempo, guardi indietro.
Sarà, ma a parole vuote e nel contempo piene di giudizi senza appello, preferisco queste:
"La vostra cattedrale è un inno vivente di pietra e di luce a lode di questo atto unico della storia dell’umanità: la Parola eterna di Dio che entra nella storia degli uomini nella pienezza dei tempi per riscattarli mediante l’offerta di se stesso nel sacrificio della Croce.
Le nostre liturgie della terra, interamente volte a celebrare questo atto unico della storia, non giungeranno mai ad esprimerne totalmente l’infinita densità.
La bellezza dei riti non sarà certamente mai abbastanza ricercata, abbastanza curata, abbastanza elaborata, poiché nulla è troppo bello per Dio, che è la Bellezza infinita.
Le nostre liturgie terrene non potranno essere che un pallido riflesso della liturgia, che si celebra nella Gerusalemme del cielo, punto d’arrivo del nostro pellegrinaggio sulla terra. Possano tuttavia le nostre celebrazioni avvicinarsi ad essa il più possibile e farla pregustare!
Scusate la mia ignoranza: chi è l'autore di questo splendido testo ? Grazie. Giorgio
EliminaParole di Benedetto XVI a Parigi.
RispondiEliminahttp://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2008/documents/hf_ben-xvi_hom_20080912_parigi-vespri.html
Il problema sta nell'avere la nozione precisa e nell'intendersi bene su cosa effettivamente sia l"andare avanti o indietro....
RispondiEliminaGrazie, anonimo!
RispondiEliminaSe non fosse intervenuto lei, lo avrei precisato io, parole indimenticabili di un viaggio apostolico che lo fu parimenti.
Da Parigi a Lourdes.
Mic,
RispondiEliminaè vero o no, che quest'anniversario è stato celebrato nella chiesa titolare del Cardinale Kasper ?
Osservatore
Sì, è vero.
RispondiEliminaMic.!, le ultime generazioni davvero non sanno cosa significa andare avanti o indietro; per capire questo dilemma, avrebbero dovuto vivere anche il periodo precedente il 1960, pertanto bisogna spiegarlo bene - perchè andare avanti significa portare a compimento tutta la rivoluzione della Dottrina voluta dal vat.II; mentre tornare sulla giusta strada (andare indietro) significa ridare significato alla Dottrina ed al Vangelo lasciatoci da Cristo Nostro signore .
RispondiEliminapunto 2) che la chiesa di ieri ha la titolarità di Kasper ci spiega già cosa accadrà nel prossimo ottobre.
Purtroppo cara Maria stiamo quasi come quei Cristiani che abbiamo visto sfilare dentro le gabbie.
Il dolore è troppo grosso per non chiedere a Dio quella cosa che tu non vuoi che si chieda e che è solo di spettanza di Lui - l'anatema - speriamo che ascolti i nostri lamenti e le nostre preghiere e che l'intercessione dei Beati Apostoli Pietro e Paolo arrivi al Padre.
Andare alla casa del Signore è motivo di gioia per chi, incorporato a Cristo dal battesimo (quindi consacrato), è a propria volta offerente del proprio farsi vittima, come Nostro Signore, per la redenzione dell'umanità.
RispondiEliminaLa Santa Messa riunisce i cristiani offerenti (sposati e non , peccatori e santi, vivi e defunti penitenti), alla presenza del sacerdote (ministro ordinato nel sacramento dell'Ordine), Alter Christus, nel sacrificio di redenzione che riguarda tutta l'umanità (anche gli scomunicati, gli eretici, i diversamente credenti e gli atei): è questa la bellezza misteriosa della Santa Messa, memoriale del sacrificio salvifico di Cristo.
Il nostro "pane dell'offerta", noi stessi, consacrati dal battesimo (i catecumeni infatti escono prima della consacrazione), unisce la nostra personale croce che abbiamo accettato di portare (Cristo infatti porta gloriosamente e non "toglie" magicamente i peccati), viene unito a quello che si fa Corpo di Cristo. Pensiamo a quante sofferenze, anche semplicemente per lo stato in cui versa la Chiesa... Non si tratta di essersele cercate o meno, di giustizia/ingiustizia, di merito/non merito... La croce arriva, e la si può offrire. Questo ha chiesto di fare Gesù. Allora diventiamo vittime offerenti, pane spezzato, comunione. Il poter accedere visibilmente al sacramento, nel rispetto dei vincoli del catechismo, cessa di essere uno status symbol, un marchio o un vanto... La partecipazione al mistero è nel cuore di ogni "vittima offerente", unita alla croce di Cristo. Ci sarebbero le file fuori dalle chiese... Non ci sarebbero inutili dibattiti su "scelte pastorali" attente soprattutto a garantire i diritti e la psicologia di uomini tra gli uomini, totalmente disattenti a quel che succede davvero nella Santa Messa, ridotta a "rito" e perciò a garantire a tutti di poterne vivere i ruoli esteriori, dal momento che ciò che attiene il mistero è del tutto trascurato. Perciò la Santa Messa cessa di essere gioia, ma soprattutto cessa di essere redentiva per tutta l'umanità, capace di cristificarci, rendendoci consacrati, attenti al sacro e al sacrificio, prima che alla festa e al banchetto... Aspirando all'eterno prima che al moderno; all'oltre, prima che a dialogare con gli altri; a salvarci e a redimere, prima di sentirci operatori equo-solidali con il monte-ore di servizio... Aperti all'azione di grazia di Dio più che a ingraziarci il mondo con l'azione... Tutti corriamo, tutti lavoriamo, tutti edifichiamo”; ma è Dio soltanto che, in noi, “edifica, che esorta e incute timore, che apre l’intelletto e volge alla fede il vostro sentire” (S. Agostino). Le nostre liturgie terrene non potranno essere che un pallido riflesso della liturgia, che si celebra nella Gerusalemme del cielo, punto d’arrivo del nostro pellegrinaggio sulla terra. Possano tuttavia le nostre celebrazioni avvicinarsi ad essa il più possibile e farla pregustare!
La Santa Messa è capace di fare di ciascuno di noi un'ostia (don Divo Barsotti)... Perchè il nostro essere offerta continui anche nel resto del tempo, partecipando al mistero, quando finisce il rito.
Indietro non si torna? Lo diceva un dittatore. A chi comanda piace tenere in mano il volante, schiacciare l'acceleratore, vantarsi conoscitori della strada.
Della povera gente, che ci rende sofferenti. Perciò offerenti. Anche per loro. E' (anche) questa la croce. Per redimere il mondo e la Chiesa, così poco umile, da vantarsi nel giusto ogni oltre ragionevole dubbio... Così poco vittima, da preoccuparsi soprattutto di piacere... Così poco rivolta al Signoe, da rivolgersi preferibilmente altrove, quasi che il Signore non fosse il modo migliore di fare il bene di tutti!
chi e' attratto dalla liturgia antica non sta tornando indietro. Va avanti. Va avanti pero' non con perle finte. Va avanti portando nel futuro la ricchezza del passato. I novatori al contrario vanno avanti a mani vuote portando il nulla. J.N.L.
RispondiEliminaMa è' una casualità che della parrocchia di Ognissanti a Roma il titolare sia Kasper. Il vdr ci sarebbe andato comunque anche se il titolare fosse stato un altro cardinale.
RispondiEliminaLa cosa, a mio avviso, più paradossale nelle infelici parole pronunciate da bergoglio ad Ognissanti è che quel chi sono io per giudicare ora non vale più! ora, cioè quando si tratta di cattolici tradizionalisti, egli giudica eccome!
RispondiEliminaAltra cosa paradossale è che in sole due parole bergoglio abbia buttato al macero otto anni di pontificato del suo immediato predecessore, tutto volto al recupero, sia estetico sia concettuale, della bellezza e dell'importanza della liturgia ben celebrata, nonchè del recupero della messa tradizionale come viatico per ridonare bellezza anche alla liturgia NO. Nell'Universae Ecclesiae Benedetto XVI affermava che la messa pre-conciliare è un tesoro prezioso da offrire a tutti i fedeli! Ora bergoglio dice, esattamente all'opposto, che chi pensa di tornare indietro, cioè in pratica chi apprezza la liturgia preconciliare, sbaglia! Ma allora il cattolico si chiede: chi tra i due ha ragione posto che entrambi sono stati papi e per giunta nello stesso periodo?
E bergoglio non si rende conto, con queste affermazioni, di affermare esattamente il contrario di quanto sosteneva Ratzinger? Non teme di fare una figuraccia di fronte a lui dal momento che egli è ancora vivo e certamente verrà a sapere di queste affermazioni a lui contrarie? Non c'è che dire: bergoglio è una contraddizione vivente!
C'è uno strana casualità o scherzo del destino, Kasper titolare della chiesa di Ognissanti, stesso nome della chiesa a Wittenberg sul cui portone Lutero affisse le sue 95 proteste......l'orologio della storia ripassa sempre inesorabilmente, ma gli uomini non lo ricordano mai....
RispondiEliminaGrande latinista.
RispondiEliminaOltre che grande vernacoliere.
Gli fu chiesto di collaborare alla traduzione dei testi liturgici.
Rifiutò tra le lacrime.
Gli sembrava di offendere i tanti martiri che, nei secoli e nel mondo erano stati uniti dal LATINO.
Gli fu chiesto di collaborare alla traduzione dei testi liturgici.
RispondiEliminaRifiutò tra le lacrime.
Posso immaginare le lacrime di chi ancora prega con le molte preghiere in latino che gli sono state insegnate nella Chiesa e sono scrigno delle sue ricchezze inestinguibili e che si portano impresse nel cuore e nella memoria.
Lacrime di dolore soprattutto quando, da una delle antiche immutate cantanti parole, sprigiona improvvisamente tutta la incandescente densità di significato vivo e toccante perché lascia il segno e imprime nelle profondità dell'essere quel che porta in sé e viene accolto con stupore e commozione.... che nessuna traduzione potrà mai rendere esattamente.
Anche se credo fermamente nelle 'parole indicibili' che solo il Verbo incarnato, nello Spirito, fa comprendere al di là di ogni testo Sacro o di ogni parola pronunciata dai veri testimoni.
FYI
RispondiEliminahttp://traditioninaction.org/tiabk032_FS.htm
Romano
Socci su Bergoglio e CL
RispondiEliminahttp://www.antoniosocci.com/bergoglio-bastona-le-pecore-piu-fedeli-alla-chiesa-e-contraddice-i-predecessori/#more-3570
Eponymous flower pubblica la traduzione dell' articolo di Mic sull' anniversario dell' Horror Missae ed inoltre una notizia su un vescovo cileno.
RispondiEliminaUna sola considerazione: quando in Austria non vollero il prescelto da BXVI tutto il mondo lo seppe, e ci fu una tale canea giornalistica che il prescelto rinuncio'. Idem per un caso in Polonia. Di questo del Cile nessuno parla, nessuno sa niente, quindi nessuno critica la scelta di Roma. Eppure è un caso ghiotto per i media, si parla di pederastia...
Ma naturalmente due anni fa filo' tutto liscio e tutto
normalmente...
Rr
Se non siete allergici alla prosa di Enzo Bianchi vi propongo di leggere il suo commento ai 50 anni della Messa in italian":
RispondiEliminahttp://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/bianchi-montini-39594/
I soliti clichés e falsità, qualche piccola perla e peccato che non ci siano gli emoticon:
"Ed è proprio a un rinnovamento spirituale che abbiamo assistito in questi cinquant’anni dalla prima Messa in italiano:"
Deve essere che per Bianchi l`apostasia della fede è un rinnovamento spirituale, non vedo altra possibilità.
"Ma rinnovamento dovuto anche a una diversa comprensione dell’essere comunità locale, parrocchia, assemblea di fedeli, vero soggetto celebrante;"
Errore dottrinale, il vero soggetto celebrante è il Signore.
http://www.iltimone.org/32576,News.html
E last but not least:
" ma anche la propaganda dell’antico rito della messa che diventa addirittura concorrenza, bandiera innalzata in battaglia contro la riforma liturgica e il rito voluti dai padri conciliari e dai papi, che hanno confermato il vecchio rito solo come «straordinario»."
Propaganda!
Difendere, domandare, amare, la Messa Antica è fare propaganda, e nemmeno si vergogna.
Beh, almeno l`odio e il disprezzo per la Santa Messa Antica escono allo scoperto.
Ricordare a certi personaggi che il Summorum Pontificum è una legge unversale per la Chiesa, una delle due forme dell`Unico Rito romano, non serve a nulla, quella legge per loro non esiste, è solo degna di disprezzo.
Sì, cinquant’anni fa iniziò un’avventura straordinaria che ha dato frutti abbondanti nella vita spirituale della Chiesa,
Commento partito troppo in fretta:
RispondiElimina"Sì, cinquant’anni fa iniziò un’avventura straordinaria che ha dato frutti abbondanti nella vita spirituale della Chiesa,"
La Chiesa vive una crisi epocale, crisi della Fede, crisi delle vocazioni, scempio dottrinale e liturgico, magisteri alternativi e paralleli, falsi profeti e cattivi maestri, sono forse questi i frutti abbondanti per il signor Bianchi?
Luisa io sono allergico ad E.Bianchi.Bobo
RispondiEliminaDunque, è proprio vero che una parte della Chiesa Cattolica visibile ha subito una mutazione genetica dopo il conc. vat.II, ed è avvenuta nostro malgrado, e solo ora ne vediamo gli effetti nefasti.
RispondiEliminaNoi non possiamo rimediare in nessun modo, lo può fare solo Dio, e Lui solo sà come.
OT: Hanno tolto il nome di mons. Livieres dalla lista di vescovi del Paraguay. E ci sono tentativi di cancellare la sua opera. W la "chiesa della (falsa) misericordia"!
RispondiEliminahttp://realidadcatolica.blogspot.com.ar/2015/01/de-nuevo-la-cep-borra-mons-livieres-de.html
Ieri ha randellato i ciellini, con Carron a supporto e applausi dalla piazza.
RispondiEliminaIer l'altro invece aveva coccolato il CNC.
Oggi ha scoperto che senza le donne il mondo sarebbe sterile... Pare che sia una notizia da dare in prima pagina: l'ovvio di chi è banale nel dire il nulla...
Intanto Enzo Bianchi "giudica misericordiosamente" chi non la pensa come lui.
Chi non è nel "cerchio magico" è cancellato.
E lo chiamano "vangelo".
Gli altri sono pelagiani.
Loro sono contro il clericalismo.
Loro "escono". Loro "vanno avanti".
Chi si ferma è perduto.
Indietro non si torna.
Credere obbedire e combattere.
Eja eja, alalà...
Il cattocomunismo sfocia in dittatura, bandiera rossa la trionferà, evviva il bergoglismo e la sua ovvietà.
Povera Chiesa...
Stanno vendendo Gesù per pochi denari. Il venerdì santo è prossimo.
Il terzo giorno Gesù risusciterà.
Ma, non è una cosa condannata dal Concilio di Trento che si disprezzano i riti ricevuti?
RispondiEliminaQuindi, in quest'anniversario in cui Bergoglio dice che la forma di adorazione di Dio celebrata per 1900 anni non fu autentica, che possiamo dire oltre che Bergoglio adesso cada formalmente sotto l'anatema di Trento?
Romano
Il terzo giorno Gesù risusciterà.
RispondiEliminaIl terzo giorno Gesù è risuscitato Il venerdì Santo riguarda la Sua Chiesa...
Ho avuto la grazia di partecipare alla Santa Messa di sempre. Per poco. In periferia. In un’orrida chiesa nuova come le fanno adesso. Poi mi è stata tolta. Questa mattina mi precipito dove ho saputo si celebra “la messa in latino”. Al centro storico. Dentro un mosaico splendente d’oro. Una perla. Vado emozionata e commossa. Arrivo. Mi pietrifico, appena entro. Il sacerdote dà le spalle all’altare. Il tabernacolo è posizionato lateralmente e non disturba. La preghiera dei fedeli. L’Eucarestia oltre la balaustra (questa non l’hanno buttata via, quindi il prete l’ha dovuta oltrepassare).
RispondiEliminaBellissimi canti. Lingua antica. Ok. Ero una furia. Era una farsa. Una questione puramente estetica. Da intenditori. Il mio Signore era in disparte. E davanti a me c’era un uomo che parlava ad uomini. Tutto era orizzontale, nonostante bellezze antiche. Era il peggio del NO in un contesto esteticamente migliore. Ho rimpianto la mia parrocchia che almeno non ha sfrattato dal centro il tabernacolo, checché il faccione del prete lo copra sempre. Però almeno non prende in giro, non me ,che non valgo niente, ma nostro Signore, coi canti in latino.
Tornerò alla mia parrocchia. Conserverò il mio ricordo, Signore, nel mio cuore e così, come ti ho conosciuto, ti adorerò.
Anna
Effettivamente Tralcio, sbalordisce il contrasto fra i due discorsi rivolti ai neocatecumenali e l`indomani ai ciellini, dolce melassa ai primi randellata ai secondi.
RispondiEliminaMa quel che più colpissce è che a distanza di un anno, sono spariti i severi ammonimenti che lo stesso papa aveva fatto al cnc, con una severità che nessun altro papa prima di lui aveva mostrato, è probabile che gli amici del cnc hanno saputo convincerlo con i loro "argomenti" di peso e poi c`era la loro assenza al Sinodo e la frase sui conigli da farsi perdonare.
C`è chi ha scritto che il papa ha confuso i due discorsi tanto quello ai ciellini sembra scritto per il cnc.
Certo è che parlare di "autoreferenzialità" ai ciellini, e non farlo con chi di quella autoreferenzialità è un campione, non farlo con chi si considera missionato dal Signore e da Maria per salvare la Chiesa del terzo millenio, con chi è oggetto di un vero e proprio culto della personalità da parte dei suoi seguaci, sorprende assai, ma forse più nulla dovrebbe sorprenderci.
RispondiEliminaMiL pubblica in esclusiva il decreto con cui Mons. Luigi Negri disciplina e riordina alcuni aspetti importanti della liturgia, e prescrive o ricorda alcune regole nella sua Diocesi e vieta diversi abusi durante la Messa:
http://blog.messainlatino.it/2015/03/mons-negri-mirabile-decreto-sulla.html
Segnalo anche un`intervista molto interessante del card. Sarah che non si smonta di fronte alle domande del giornalista ma risponde con chiarezza, fermezza e con quel che, in questi tempi, bisogna pur chiamare coraggio :
RispondiEliminahttp://www.lejdd.fr/Societe/Religion/Cardinal-Robert-Sarah-Pourquoi-l-Eglise-devrait-elle-changer-721682
Fra l`altro dice che se curare qualcuno è di competenza della pastorale, la composizione delle medicine rientra nelle comptenze della dottrina.
Aggiunge che egli fa parte di coloro, e sono molto numerosi, che non lasceranno la pastorale prendere il passo sulla dottrina.
Precisa che la dottrina è le fondamenta senza le quali la casa crolla.
E ancora:
"Quitte à creuser un peu plus un fossé entre l'Église et la société?
Si l'on ne peut pas admettre la force de la doctrine, qu'on reste païen. Il y a dans le monde des martyrs au nom de cette doctrine, des prêtres tués au Pakistan, des coptes capturés pour leur foi. La vision du mariage que l'on veut nous imposer est ahurissante. J'ai voyagé beaucoup et je suis atterré par cette volonté de légiférer et d'imposer aux autres cette vision occidentale du monde. D'ailleurs, en France, vous avez manifesté contre ce diktat."
che possiamo dire oltre che Bergoglio adesso cada formalmente sotto l'anatema di Trento
RispondiEliminaPossiamo dire tutto quello che vogliamo, ma ciò che diciamo secondo il Logos su loro non fa alcuna presa.
Infatti il nuovo impianto pastorale continua ad allargare la divaricazione dalla Tradizione bimillenaria, in quanto essa non è più fondata sull'oggetto-Rivelazione, ma storicisticamente trasformata in “vivente” e quindi mutevole a seconda dei tempi e fondata sull'unico soggetto-Chiesa che li attraversa (discorso 22 dicembre 2005).
È concepibile il rinnovamento di un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, ma che risulta sganciato dalla sua autentica vis trasformante trasferita, ma soprattutto piegata, all'impatto con i tempi nuovi e le loro suggestioni ed esigenze?
Non è detto che la Ecclesia militans nella storia, nel secolo, in quanto organismo vivente, non debba rinnovarsi. Ma è problematico e foriero di perdita di orientamento e di identità un rinnovamento basato sul soggetto-Chiesa e non sull'oggetto-Rivelazione, direttamente proveniente dal Signore che l'ha consegnata -includendovi se stesso- nel costituire la Chiesa... Inoltre l'enunciato «l'“ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa» già suona qualcosa di più e qualcosa d'altro, soprattutto se pensiamo che col concilio si sia voluta completare la "riforma" stornata da Trento. Non a caso si è già levato il rullo di tamburi per il 2017/Erfut piuttosto che Fatima...
Pensando a que giorni nefasti della riforma liturgica, mi vien da pensare a le ultime cretinate dette sui tradizionalisti, cioè che i tradizionalisti sono simili ai talebani. Ebbene vorrei ricordare a costoro, che ai tempi della riforma liturgica furono i modernisti spinti dal nuovo (o vecchissimo) spirito (satanico) conciliare, a prendere a picconate e mazzate anctrichi e meravigliosi altari e a buttar giù a martellate balaustre. L'isis che vediamo oggi, che distrugge chiese e musei, è un bimbetto cattivo, in confronto ai sacerdoti armati di mazze che distrussero le nostre chiese in quei tempi veramente tremendi (ma la sovraintendenza ai beni cuklturali dovìera a quei tempi?).
RispondiEliminaSul Fatto Quotidiano, articolo apologetico di Politi su Bergoglio, sulle sue riforme e su quei cattivacci che si oppongono. Poi pero' , a denti stretti, e' costretto ad osservare che le resistenze piu' forti vengono proprio dai sacerdoti piu' giovani "imbevuti di spiritualismo, dogmatismo e ideologia del potere sacerdotale che resistono alla declericalizzazione auspicata da Francesco". La conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che i giovani sacerdoti (non tutti, certo) non si fanno abbindolare dal neuer Kurs
RispondiEliminaEffettivamente papa Francesco spesso si lascia andare a parole in libertà.
RispondiEliminaMi sembra eccessivamente rigida l'affermazione che non si può andare indietro e che chi va indietro sbaglia.
Secondo me occorre andare nella direzione giusta e andarci tutti insieme e per far questo ci vuole opera di discernimento. Quindi le rigidità non sono mai di aiuto.
Detto questo mi fa sorridere leggere commenti che attribuiscono alla riforma liturgica tutti i mali attuali della chiesa. Il processo di secolarizzazione è frutto di tanti fattori e a mio parere la riforma liturgica non è stato quello primario.
Un commento più onesto sui 50 anni dalla "prima Messa in italiano" , quello di Brambilla su V.I.
RispondiElimina"Mezzo secolo guardando negli occhi i fedeli"
Cinquant’anni fa cambiava la messa e con lei la Chiesa"
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/paolo-vi-39598/
A forza di guardarsi gli occhi negli occhi, rinchiudendosi in un cerchio, nell` orizzontalità, hanno messo ai margini il Signore,il Suo Sacrificio, non più Lui il Protagonista ma quel cerchio.
Oggettività di Brambilla nel dire che con la Messa è cambiata la Chiesa, come è cambiata lo abbiamo sotto gli occhi, non mi sembra sia uno strepitoso successo, una riuscita di cui andar fieri.
Non uno però che dica che la SACROSANCTUM CONCILIUM NON VOLEVA LA SOPPRESSIONE DEL LATINO, che al contrario ne voleva la conservazione.
"....è un bimbetto cattivo, in confronto ai sacerdoti armati di mazze che distrussero le nostre chiese in quei tempi veramente tremendi (ma la sovraintendenza ai beni cuklturali dovìera a quei tempi?)."
RispondiEliminaGuardi, anonimo, che quella strage dei nostri tesori di arte sacra non appartiene al passato, continua ancora oggi, ancora oggi tante chiese sono devastate, per metterle in ordine con la "riforma liturgica", basta andare sul sito Fides et Forma, per vedere i risultati di certi interventi per mano di vescovi impegnati a cancellare il più possibile le tracce insopportabili dei tempi ante rivoluzione liturgica.
Ma mi pare chiaro che il vdr voglia cancellare qualsiasi traccia o riferimento del diretto predecessore e degli altri, per lui esiste solo la chiesa ong pro poveri sfruttati dai ricchi, dai potenti e dalle mafie, altro non c'è, un social-peronismo marxistoide di bassa lega, argomentato in un terribile italiano-argentino porteno da far rabbrividire se confrontato con la limpida chiarezza espositiva di Ratzinger, oltretutto è una grande cafonaggine farlo mentre l'altro è ancor vivo e vegeto, tatto inesistente, si procede come i bulldozer nella foresta amazzonica. Io non so cosa potrà accadere tra 2 anni, temo che si vada in ossequioso pellegrinaggio ad Erfurt piuttosto che a Fatima, mi spiace ribadirlo e spero non procuri al blog problemi, ma questa persona è ben più di un inflitto, è una vera e propria tragedia ed una rovina per la CC, sta distruggendo tutto come i jiahidisti a Nimrud, che Dio ce la mandi buona....Anonymous.
RispondiEliminaAnna,
RispondiEliminati riferisci per caso alla Messa in latino celebrata da alcune settimane in centro a Milano ?
Non ho avuto ancora modo di andarci, ma se è come dici tu, me ne sto nella mia parrocchia NO, ma dignitosa.
Rr
Il discorso del papa a CL non è passato inosservato, ne parla Robi Ronza sulla Bussola quotidiana
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/it/articoli-cl-con-il-papaun-amorenon-corrisposto-12019.htm
ma se un credente vuole pregare in latino come i suoi bisnonni, ma chi sono io per giudicare?
RispondiEliminaDurissimo intervento del cardinale tedesco Cordes contro il cardinale Marx. Sempre piu' cardinali contro cardinali....
RispondiEliminahttp://www.infocatolica.com/?t=noticia&cod=23446
Domanda di un'ignorante : chi autorizzo' e ratifico' che in tutte le case di Dio si celebrasse su " tavoli da pranzo " o " tavoli da soggiorno"? Chi ha autorizzato
RispondiEliminae ratificato e pagato le nuove case di Dio ? Qualcuno avra' pur dovuto prendersi la patata bollente ! Secondo una intervista a Maria Simma molta parte hanno avuto i vescovi e i cardinali massoni . Se così e' stato Dio abbia pieta' di loro . Cosa offriamo a Dio ( Primo Comandamento , il piu' importante ) le primizie come faceva Abele oppure gli scarti come faceva Caino ?
https://www.youtube.com/watch?v=c3rch1g-sp0
Ho visto su Rorate alcune foto di quella prima Messa. Beh, come dire, l' Horror Missae era gia' tale ab initio, erano già presenti tutte le storture, le brutture, gli errori liturgici e dottrinali che tanto lamentiamo oggi. A dimostrazione che non è il singolo celebrante ignorante o arruffone o superbo o modernista a celebrare male, ma è proprio la " cosa in se' " che è mal fatta.
RispondiEliminaNonostante la faccia sorridente e tutta soddisfatta di se' del Papa.
Rr
rr: no, non mi riferisco a quella, che ti auguro sia autentico VO
RispondiEliminaAnna
OT: altra intervista del Cardinal Sarah, molto esplicito( cfr Le salon beige).
RispondiEliminaA La Crosee, Wisconsin, sua prima sede vescovile il Cardinal Burke fonda una Lega Santa( sempre da Le salon beige).
Qualcuno ne mi sa qualcosa ?
Rr
josef cordes e' stato assistente generale dei neocatecumeni, sono gli unici che senza subire ritorsioni possono criticare il apertamente il kasperismo germanico, come si evince anche dai documenti interni al movimento pubbicati da magister, come mai?
RispondiEliminauna spiegazione del significato del discorso di Bergoglio a Ognissanti
RispondiEliminahttps://fromrome.wordpress.com/2015/03/09/pope-francis-homily-at-ognissanti-an-analysis/
Osservatore
@Anna, Rr,
RispondiEliminaposso categoricamente escludere che si tratti di Milano, anche perchè la descrizione fatta dall'utente Anna non corrisponde alla realtà passata e presente della celebrazione e dei luoghi sacri in cui essa si celebra.
Buona Quaresima a tutti.
Il cardinale Sarah in Francia mette in riga alcuni vescovi
RispondiElimina"Un médecin qui a un malade, que fait-il ? S’adapte-t-il au malade ou bien essaye-t-il de lutter contre la maladie ? L’église ne peut pas dire « vous êtes malade, c’est très bien, je vais vous suivre comme cela ». Elle doit au contraire dire « je vais vous donner un idéal, une ligne de conduite ». L’Eglise n’invente rien, elle dit ce que Dieu lui a dit de dire. L’Eglise ferait du tort à l’humanité si elle abandonnait le message chrétien en s’adaptant. L’Eglise parait dure, mais quand je me fais opérer, j’ai besoin d’avoir mal pour qu’on m’enlève la maladie"
http://www.riposte-catholique.fr/perepiscopus/relativisme/le-cardinal-sarah-denonce-les-eveques
Effettivamente, Ric, il card. Sarah, durante il suo soggiorno in Francia per presentare il suo libro, ha parlato con chiarezza e fermezza, non si è lasciato intimidire dalle solite domande che il giornalista di turno pensava essere di natura a destabilizzarlo, pena persa con lui.
RispondiEliminaRimetto anche quel che già avevo sagnalato più sopra
http://www.lejdd.fr/Societe/Religion/Cardinal-Robert-Sarah-Pourquoi-l-Eglise-devrait-elle-changer-721682
Fra l`altro il card. Sarah dice che se curare qualcuno è di competenza della pastorale, la composizione delle medicine rientra nelle comptenze della dottrina.
Aggiunge che egli fa parte di coloro, e sono molto numerosi, che non lasceranno la pastorale prendere il passo sulla dottrina.
Precisa che la dottrina è le fondamenta senza le quali la casa crolla.
E ancora:
"Quitte à creuser un peu plus un fossé entre l'Église et la société?
Si l'on ne peut pas admettre la force de la doctrine, qu'on reste païen. Il y a dans le monde des martyrs au nom de cette doctrine, des prêtres tués au Pakistan, des coptes capturés pour leur foi. La vision du mariage que l'on veut nous imposer est ahurissante. J'ai voyagé beaucoup et je suis atterré par cette volonté de légiférer et d'imposer aux autres cette vision occidentale du monde. D'ailleurs, en France, vous avez manifesté contre ce diktat."
Scuola, progetto della Regione Friuli Venezia Giulia: ora di pornografia all'asilo
RispondiEliminahttp://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11765472/Scuola--progetto-della-Serracchiani-.html
"L’immanentismo della filosofia moderna ad altro non porta che
RispondiEliminaalla negazione di Dio ed alla divinizzazione dell’uomo. Esattamente il
fine supremo della Càbala"
http://www.vho.org/aaargh/fran/livres9/MEINVit.pdf
Anonimo 10 marzo, 20:44
RispondiEliminaquelle idee folli, quel progetto al link che hai postato derivano da soggetti come di seguito et similia
http://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Cohn-Bendit
cfr anche note 6 e 7