Riprendiamo a Corrispondenza romana [qui].
La nostra pubblica testimonianza ovviamente non riguarda solo il matrimonio, ma tutte le verità della nostra fede, così oscurate: la deriva morale e lo sfaldamento sociale non è che una conseguenza di quest'oscuramento, quando non è obliterazione. Ciò che non si può e non si deve accettare è una prassi sganciata dalla verità insegnata e custodita dalla dottrina. L'uomo e non Cristo posto al centro...
«Con amarezza si può affermare che nella società si sta perdendo sempre di più e in un modo spaventosamente rapido tutto il senso del matrimonio, come Dio l’ha iscritto nel cuore umano e come Egli ce l’ha insegnato nelle Sacre Scritture, soprattutto nelle parole di Cristo nel Vangelo», così ha dichiarato il Cardinale Raymond Leo Burke a Biella il 13 marzo scorso, durante la presentazione del libro Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica (Ed.Cantagalli, Siena 2014, pp. 304).
«In altre parole», ha proseguito, «si sta perdendo il senso della natura umana stessa, che ha la sua manifestazione fondamentale nella vocazione matrimoniale e la formazione della famiglia sul fondamento della promessa mutua e solenne, tra un uomo e una donna, di amore totale, totale nel senso di fedeltà e totale nel senso di definitività fino alla morte. In questo contesto dobbiamo interpretare il senso delle discussioni di questo periodo, che possiamo chiamare sinodale, tra la prima Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, tenutasi nell’ottobre scorso, e la seconda Assemblea Ordinaria che si terrà nell’ottobre prossimo».
L’incontro, accolto con un grande successo di pubblico e promosso dal CNSP (Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum), in collaborazione con diverse realtà locali, fa parte di una serie di presentazioni del volume che vede le auliche firme, oltre che del Cardinale Burke, anche dei Cardinali Brandmüller, Caffarra, De Paolis, Müller, di Monsignor Vasil’, dei professori Mankowski, Rist e Dodaro, Presidente dell’Istituto Patristico Augustinianum di Roma. Il libro, già tradotto in francese, inglese, spagnolo e tedesco, sta per uscire anche in croato, ungherese, polacco, portoghese, slovacco. Dunque l’opera, che ha una diffusione universale, è diventata un punto di riferimento. Nella sua magistrale e illuminante conferenza, il Cardinale Burke ha spiegato che questo volume è la risposta efficace alle tesi del Cardinale Kasper.
Invocando una certa interpretazione dei Padri della Chiesa e la prassi delle Chiese Ortodosse di ammettere i fedeli divorziati ad un secondo matrimonio, il Cardinale tedesco propone l’abbandono della prassi ecclesiale perenne, fondata sulle parole del Signore nel Vangelo e confermata da san Paolo, ciò sovvertirebbe la dottrina dell’indissolubilità del matrimonio, «che ha una fonte incontrovertibile nelle parole di Gesù». Secondo Kasper, che auspica di poter dare la Comunione ai risposati (civilmente) divorziati (adulteri), il cambiamento sarebbe necessario al fine di «dimostrare più misericordia verso le persone che si trovano in una situazione irregolare».
Egli ha presentato in vari luoghi e attraverso diverse interviste mediatiche le proprie tesi, pertanto la discussione sulle proposte eversive si è allargata alle persone che coabitano senza matrimonio e le persone che vivono una relazione omosessuale. Era perciò necessario ed urgente dare una risposta ampia e seria con un saggio a più mani ed ecco che è nato Permanere nella verità di Cristo, libro che ogni cattolico non solo dovrebbe limitarsi a leggere, ma anche studiare.
Il Cardinale Burke ha sapientemente ricordato che la Chiesa è una realtà organica, è il Corpo mistico di Cristo, che vive della stessa dottrina, degli stessi Sacramenti e della stessa disciplina dal tempo degli Apostoli, ovvero dall’istituzione degli Apostoli da parte di Gesù «quali primi Vescovi della Chiesa insieme con Pietro, il loro capo, principio della loro unità e dell’unità di tutta la Chiesa. In una tale realtà organica, non c’è posto per rivoluzione senza il danno più gravissimo all’organismo». Il compendio in questione non è polemico «anche se dimostra che la tesi del Cardinale Kasper resta su un’interpretazione falsa del Concilio di Nicea e fa un uso inaccurato dei Padri della Chiesa», inaccurato e pretestuoso nel tentativo di portare la Chiesa a contraddire se stessa.
Con grande serenità e scientificità il testo, con più saggi, illustra la bellezza della verità del matrimonio «come è stata osservata lungo i secoli cristiani, anche in presenza della pressione di chi voleva intaccare in qualche modo questa verità per permettere una prassi contraria», come sta accadendo nuovamente. La finalità della misericordia a cui tendono le considerazioni di Kasper è foriera di un pericoloso atteggiamento, quello che asseconda il sentimentalismo «che, mentre sembra essere compassionevole, è profondamente nocivo per la sua mancanza di rispetto per l’oggettiva situazione della persona. Tale sentimentalismo blocca l’incontro con Cristo da parte della persona in situazione di peccato.
Il sentimentalismo vede la verità di Cristo come qualcosa di lesivo della persona e così non pronuncia tale verità che è l’unica via per la persona di uscire, a suo tempo, dal peccato»; contemporaneamente, il sentimentalismo, vera e propria tentazione che allontana dalla verità oggettiva, non rispecchia le profonde conseguenze dello stato irregolare della persona sugli altri: «Concentrandosi esclusivamente alla situazione dolorosa dell’individuo, non vediamo la realtà nella sua integrità e procuriamo ingiustizia non solo all’individuo ma agli altri che sono legati a lui». Nell’evento Sinodo la discussione sul matrimonio e sulla famiglia è presentata in termini di evangelizzazione e di misericordia: Papa Francesco, che ha recentemente annunciato l’apertura di un Giubileo straordinario sulla misericordia (8 dicembre 2015 – 20 novembre 2016), si appella frequentemente ad una Chiesa attenta alle «periferie» e certamente il disagio familiare e gli attacchi alla famiglia sono dimensioni che rientrano nell’alveo delle «periferie».
La Chiesa può soccorrere la famiglia proprio con il Sinodo, suggerendo i modi necessari per essere fedeli alla verità insegnata dal Vangelo e dalla Tradizione sempre viva della Chiesa, dando «attenzione speciale alla santità del matrimonio, alla fedeltà, all’indissolubilità e alla procreatività dell’unione matrimoniale». Gli applausi hanno riempito il Centro congressi del Palace Hotel Agorà quando il prelato ha dichiarato con dispiacere: «Perfino nella Chiesa, ci sono quelli che oscurano la verità sull’indissolubilità del matrimonio nel nome della misericordia, che accettano la violazione della unione coniugale nel nome della comprensione pastorale e che, nel nome della tolleranza, rimangono zitti di fronte all’attacco sull’essenza del matrimonio quale unione di un uomo e una donna».
L’attuale Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, che è stato per molti anni alla Segnatura Apostolica, prima quale Difensore del Vincolo (dal 1989 al 1995) e poi come Prefetto (dal 2008 al 2014), invita alla testimonianza limpida e coraggiosa: «Dobbiamo essere pronti a soffrire, come i nostri confratelli cristiani hanno sofferto lungo i secoli, per onorare e promuovere il Santo Matrimonio», prendendo come «nostri modelli San Giovanni Battista, San Giovanni Fisher, San Tommaso More e tanti altri che hanno dato la loro vita nella testimonianza integra a Cristo e alla Sua parola.
Di fronte alla confusione e all’errore sul Santo Matrimonio, che Satana sta diffondendo così ampiamente nella nostra cultura, seguiamo il loro esempio e invochiamo l’aiuto della loro intercessione, cosicché il grande dono dell’amore e della vita coniugale siano sempre più onorati e promossi nella Chiesa e nella società». Il Cardinale Burke ha poi invitato i presenti, ristorati dalle sue parole piene di misericordia per la verità matrimoniale offesa e oltraggiata, a partecipare ampiamente alla quinta edizione della Marcia per la Vita del 10 maggio 2015, alla quale, anche quest’anno, Sua Eminenza prenderà parte per dire no all’aborto-morte e sì al concepimento-vita. (Cristina Siccardi)
Vorrei riallacciarmi alla frase del Card. Burke "invito alla pubblica testimonianza" -
RispondiEliminaCosa dobbiamo testimoniare? che la Chiesa si trova in una apostasia silenziosa, che dentro la Casa di Dio è entrato il fumo di satana, che la gente ha perduto la fede nel vero Dio Uno e Trino, e non crede più alle Sacre Leggi della Chiesa di sempre, cioè alle Leggi che NSGC ci ha lasciato immutabili nei secoli e fino alla fine della terra tramite i Suoi Dodici.
Ora facciamo l'esempio di una malattia abbastanza diffusa come il tumore (e la Dr.ssa Rr ne può essere testimone e dirci se è vero; noi sappiamo che il tumore produce le metastasi che distruggono piano piano o anche in poco tempo) il corpo e portano alla morte; il tumore, se non impazzisce una cellula, non si forma - su questo credo siamo d'accordo -
La Chiesa fino al 1958 era abbastanza sana e trasmetteva una fede ed una liturgia che portavano l'uomo a credere nella Dottrina Cattolica sana;
1958 G.XXIII ha voluto rinnovare pastoralmente ed aggiornare la Chiesa con un concilio pastorale, dicendo che non avrebbe (poichè non si poteva) toccato i Dogmi della Fede.
Noi oggi dovremmo testimoniare il baratro su cui siamo - in cui è la fede Cattolica e la Dottrina, cioè la Chiesa di Cristo - Poiche tutte le colpe si danno alle riforme post-conciliari, dicendo che non è stato il concilio a rivoluzionare il tutto, ma le riforme, vorrei sapere per testimoniare, ma senza il concilio, il post. che cosa poteva fare? ma la questione della libertà religiosa, che tutte le religioni hanno un pò di verità, che tutte le religioni sono salvifiche, chi l'ha messo nero su bianco?, il falso ecumenismo, chi se l'è inventato? la collegialità chi l'ha prodotta?
la NO chi l'ha scritta e formata, io?
Dunque tutte le riforme messe in atto dal post-concilio, l'ha prodotte e scritte il concilio.
E qui ritorniamo allo sconquasso a cui siamo arrivati oggi, che non ci saremmo arrivati se non ci fosse stato quel falso concilio, che non ha prodotto leggi per aggiornare la Chiesa per darle come dice il papa buono una nuova primavara, una nuova Pentecoste.
Siccome sento parlare molto spesso che il concilio tuttosommato era buono, ed i danni l'ha prodotti il post. come se i sacerdoti negli ultimi 50 anni fossero impazziti, e da soli hanno cambiato e stanno cambiando la Dottrina, non ci stò.
Il concilio era partito per fare alcune cose, e ne ha fatte altre tutte all'opposto che hanno portato al caos di oggi; dunque dobbiamo essere testimoni della Verità ma anche della verità.
Il post-concilio ha messo in atto ciò che il concilio ha emanato come Leggi nuove; poi la confusione è venuta fuori di conseguenza ed ha portato a tutto quello che vediamo ed in cui ci troviamo. Anche e soprattutto di questo dobbiamo essere testimoni, oltre che della Fede e della Dottrina di sempre.
Anch'io invito il cardinale Burke a spiegare in pubblica testemonianza la negazione formale di due dogmi da parte di quello che secondo lui è il vero papa.
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