San Francisco critica il regolamento dell'arcivescovo Salvatore Cordileone: “Chi sei tu per giudicare?”
Matteo Matzuzzi su Il Foglio del 4 marzo [qui]. Uno sguardo alla realtà culturale e sociale adulterata con cui la Chiesa non può mancare di fare i conti. Quando un pastore non è un 'cane muto' e non dialoga, ma insegna, secondo il suo mandato.
Roma. “In questa città che ha contribuito a dar vita al movimento per i diritti dei gay”, come scrive il New York Times, una cosa così non si sarebbe mai potuta immaginare. L’arcivescovo Salvatore Cordileone ha firmato e promulgato un regolamento in cui si chiarisce che nelle scuole superiori cattoliche della diocesi da lui amministrata i docenti dovranno tener presente, d’ora in poi, quelli che sono ancora i princìpi della morale cattolica. Non è opportuno, quindi, che davanti al crocifisso appeso al muro si dica agli studenti che “gli atti omosessuali non sono contrari alla legge naturale”, che la contraccezione non è “intrinsecamente una cosa negativa” e che la ricerca sulle cellule staminali è una grande conquista della scienza. In pratica, è quel che fa ogni azienda che si rispetti con il codice deontologico fatto imparare ai propri dipendenti, in cui si mettono nero su bianco i limiti da non valicare. Ma a S. Francisco le rimostranze si sono presto trasformate in una quasi sommossa.
“La nostra comunità è addolorata, i nostri insegnanti sono terrorizzati”, dice quasi tra le lacrime miss Jessica Hyman, da parecchi lustri docente in una delle quattro scuole raggiunte dalle regole fissate dal vescovo. Le sigle lgbt hanno subito steso lunghi comunicati di condanna in cui tirano in ballo, ça va sans dire, Papa Francesco, accusando il capo della diocesi californiana di “chiudere la porta” anche a “professionisti qualificati, tra cui molti fedeli cattolici gay”. Altri, parlano addirittura di un regolamento che sa tanto di “test di purezza”, evocando il ritorno all’Europa degli anni Trenta. La protesta è montata, tra studenti e professori, tanto che è stata organizzata una marcia silenziosa illuminata dalle candele verso la cattedrale di St. Mary, il cui profilo moderno la fa sembrare un centro benessere. Qua e là, nel buio della sera, qualche cartello con la celeberrima frase papale “chi sono io per giudicare?”, stampata in ogni carattere disponibile su Word e declinata ormai in ogni contesto utile a mettere contro gerarchie episcopali e desiderata personali. Un docente all’istituto del Sacro Cuore, tale Gus O’Sullivan, candela alla mano ha spiegato di essere lì raccolto in preghiera “per l’arcivescovo, il cui cuore è cambiato”.
Ma quale “caccia alle streghe!”, ha reagito mons. Cordileone: “Qui nessuno vuole licenziare nessuno”. I punti del documento tanto contestato, ha spiegato, sono tutti “presi dal catechismo della chiesa cattolica, e non contengono nulla di nuovo”. Semmai, in un’epoca contrassegnata da dibattiti scottanti su fede e morale, il presule conservatore (gli viene rinfacciato dai contestatori il no ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e la partecipazione – nonostante gli appelli di vip e decine di intellettuali – alla Marcia per la vita di Washington dello scorso anno) ha detto di aver ritenuto “importante aiutare gli insegnanti a fornire ai propri studenti valide prospettive” su argomenti che potrebbero dare adito a qualche confusione di troppo: “Le nuove generazioni sono oggi sotto la forte pressione di chi li vuole conformati a certi standard contrari a ciò in cui crediamo”. Una motivazione che non ha però convinto otto legislatori locali, i quali hanno chiesto a Cordileone di ritirare immediatamente “le norme discriminatorie”. L’accusa è di “aver usato la religione come un cavallo di Troia per privare i nostri concittadini dei loro diritti fondamentali”.
Nemmeno a casa propria i cattolici possono decidere, alla faccia della libertà di espressione, siamo in una dittatura, che però non intacca di una sillaba la legge di Dio e pertanto sono questi contestatori che devono stare attenti a non irritare troppo il buon Dio, non il vescovo che fa il suo dovere.
RispondiEliminaStrano il tempo in cui bisogna congratularsi con l'Arcivescovo
RispondiEliminaSalvatore Cordileone per aver fatto il suo dovere, disatteso invece da molti.
Già che ci siamo, sarebbe il momento di estendere anche alla gerarchia del vecchio continente l'obbligo del giuramento antimodernista.
In Italia rarissimamente potrebbe esserci un vescovo come Cordileone. Da noi sono cresciuti e sono stati abituati, tranne qualche eccezione che si conta sulle dita di due mani a voler essere ottimisti, a ragionare democristianamente. Gestione del potere e nulla di più. Parlare senza scontentare nessuno - vedasi Forte e Galantino - per la paura di urtare. Da noi il cattolicesimo ormai e' senza sapore e scipito. Voltiamo pagina,che è' meglio
RispondiEliminaPiù che altro da noi sono sottomessi o succubi, fate voi, dei preti e delle loro parrocchie invase e governate da laici dispotici che si impicciano di tutto e nessuno ha il coraggio di ribellarsi all'andazzo, così si va avanti nell'inerzia, si aspetta sempre Godot.....chissà se arriverà....
RispondiEliminaUn vero papa, vedendo che le su parole sono interpretate male e usate contro la morale cattolica, si sbrigherebbe a chiarire la confusione e a difendere il suo cardinale. Non lo fa. Di due, una: o non crede che le sue parole sono interpretate male o non è papa. Ma anche nel primo caso non è papa, perchè eretico (un papa eretico essendo una contraddizione). QED.
RispondiEliminaA proposito della affermazione "un papa eretico essendo una contraddizione" (@Luis Luiz), segnalo un articolo molto pertinente- ed assai tempestivo- del Prof. De Mattei.
RispondiEliminahttp://www.conciliovaticanosecondo.it/articoli/un-papa-che-cadde-nelleresia-giovanni-xxii-e-la-visione-beatifica-dei-giusti-dopo-la-morte/
Consiglio (a chi non l'avesse già fatto) di leggere anche questo altro, a proposito di papa Paolo IV, e della sua bolla "Cum ex apostolato officio" in cui affrontò il problema della possibile eresia di un Papa (o meglio della nulla ed inefficace- ex se- elezione al soglio di un eretico):
http://www.corrispondenzaromana.it/paolo-iv-e-gli-eretici-del-suo-tempo/
Piero Ostellino su Il Giornale di oggi:
RispondiEliminaQuesto Papa, terzomondista, demagogo e pauperista, non mi piace e non piace neppure a molti cattolici. Forse, conquisterà qualche nuovo credente nelle zone del mondo, come l'America Latina, da dove viene e dove più forti sono le diseguaglianze sociali. Ma temo che, col suo soggettivismo, farà più danni che apportare vantaggi alla religione. Capisco e rispetto quei credenti che vedono in lui l'autorità che la storia del cattolicesimo gli attribuisce. Ma se la forza (storica e politica) della Chiesa è sempre consistita nella sua capacità di adeguarsi alle circostanze, la sistematica rottura, da parte del Papa, di gran parte delle circostanze storiche nelle quali la cristianità vive minaccia di essere ora più un danno che un vantaggio. Quello che il papato sta attraversando non è un momento di rinnovamento, come qualcuno vuole far credere, ma di oscurantismo.
www.ilgiornale.it./news/politica/dubbio-1101794.html.
RispondiEliminaMonsignore era ausiliario a San Diego, prima di diventare vescovo di Oakland e poi arcivescovo di San Francisco. E` una persona molto amabile senza per questo minimamente compromettere la dignita` del suo stato. Ho avuto l'onore di servire per due pontificali ed il piacere di incontrarlo all'aeroporto di Atlanta dove entrambi aspettavamo lo stesso volo per San Diego. Quest'anno il Cenaculum Familiae Sancti Hieronymi si svolgera` nella sua arcidiocesi.
RispondiEliminaCordileone : nomen est omen.Bobo
RispondiEliminaSante, santissime parole quelle di Ostellino che è' tutt'altro che cattolico. Stiamone certi. Prima di eleggere un altro vdr dal sud America passeranno 500 anni.
RispondiEliminaNon credo che Francesco sarà accolto molto bene negli Stati Uniti quando ci andrà.C'è da dire che il Nostro arrivato in America potrebbe anche fare un discorso tutto incentrato sui principi non negoziabili.Tutto ed il contrario di tutto.Bobo
RispondiEliminaA far da contraltare a Monsignor Cordileone- speriamo che sia nomen o meno- c' è la nomina ad Arcivescovo di San Diego di un " progressive" che più "progressive" di così non si può .
RispondiEliminaSulle accoglienze al VdR dipenderà da quel che fara e dirà, soprattutto, nei prossimi mesi. Potrebbero essere trionfali da parte dei media non cattolici, cioè praticamente tutti, come molto fredde. Se fa Simone, i primi lo esalteranno, se no, sarà un' ignorare nel migliore dei casi.
Rr
«Io voglio aiutare i ragazzi a diventare santi». Intervista al vescovo di San Francisco, “colpevole” di essere cattolico
RispondiEliminahttp://www.tempi.it/cordileone-intervista-vescovo-san-francisco-colpevole-di-essere-cattolico#.VPl-Ly4jaxR
Il mondo comanda, il Questionario certifica. Un po' di gazzarra, Il questionario e l'intervista fatti a chi di dovere e tutto è risolto. Ed il bravo vescovo o il bravo sacerdote "per il bene della società e della chiesa" è cotto e scaricato. Da decenni è così in nord europa e da due anni è così in tutto il mondo. Quello che mi sconcerta è il perché quei bravi vescovi, e non sono pochi, che sanno perfettamente tutto ciò, restano paralizzati ed inerti ad aspettare che arrivi il loro turno. Più che martirio sembra masochismo. Boh!
RispondiEliminaSi tratta di mettersi in gioco quando è necessario e di vivere fino in fondo le proprie responsabilità. Oppure alcuni penseranno che mantenere la propria funzione, diversamente a rischio, possa servire per le anime loro affidate. C'è quel che vediamo e quel che ci resta sconosciuto.
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