Réspice, quaesumus, Domine, super hanc familiam tuam, pro qua Dominus noster Jesus Christus non dubitavit mànibus tradi nocéntium, et crucis subire tormentum. Qui tecum vivit, et regnat in unitate Spiritus sancti Deus per omnia secula seculorum. Amen. Miserére nostri, Dòmine, miserére nostri.
Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI : «La misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato, non suppone la banalizzazione del male. Cristo porta nel suo corpo e sulla sua anima tutto il peso del male, tutta la sua forza distruttiva. Egli brucia e trasforma il male nella sofferenza, nel fuoco
del suo amore sofferente. Il giorno della vendetta e l’anno della misericordia coincidono nel mistero pasquale, nel Cristo morto e risorto. Questa è la vendetta di Dio: egli stesso, nella persona del Figlio, soffre per noi. Quanto più siamo toccati dalla misericordia del Signore, tanto più entriamo in solidarietà con la sua sofferenza – diveniamo disponibili a completare nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24).» (Joseph Ratzinger, omelia Missa pro eligendo Romano Pontifice 18 aprile 2005).
Ecclesiae tuae, quaesumus, Domine, preces placatus admitte: ut, destructis adversitatibus et erroribus universis, secura tibi serviat libertate. Per Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
Stabat Mater dolorósa iuxta crucem lacrimósa, dum pendébat Fílius. Cuius ánimam geméntem, contristátam et doléntem pertransívit gládius. O quam tristis et afflícta fuit illa benedícta Mater Unigéniti! Quae moerébat et dolébat, Pia Mater dum videbat nati poenas ínclyti. Quis est homo, qui non fleret, Matrem Christi si vidéret in tanto supplício? Quis non posset contristári, Christi Matrem contemplári doléntem cum Filio? Pro peccátis suae gentis vidit Jesum in torméntis et flagéllis subditum. Vidit suum dulcem natum moriéndum desolátum, dum emísit spíritum. Eia, mater, fons amóris, me sentíre vim dolóris fac, ut tecum lúgeam. Fac, ut árdeat cor meum in amándo Christum Deum, ut sibi compláceam. Sancta Mater, istud agas, crucifíxi fige plagas cordi meo válide. Tui Nati vulneráti, tam dignáti pro me pati, poenas mecum dívide. Fac me tecum piae flere, Crucifíxo condolére donec ego víxero. Iuxta crucem tecum stare, et me tibi sociáre in planctu desídero. Virgo vírginum praeclára, mihi iam non sis amára, fac me tecum plángere. Fac, ut portem Christi mortem, passiónis fac me sortem et plagas recólere. Fac me plagis vulnerári, cruce hac inebriári et cruóre Fílii. Flammis urar ne succénsus, per te, Virgo, sim defénsus in die iudícii. Fac me cruce custodíri morte Christi praemuníri, confovéri grátia. Quando corpus moriétur, fac, ut ánimae donétur paradísi glória. Amen. |
La Madre addolorata stava in lacrime presso la Croce su cui pendeva il Figlio. Cruda spada alla gemente, contristata e dolente trapassava l'anima. Quanto triste ed affranta era quella sacrosanta Madre dell'Unigenito! Come si rattristava, e gemeva la Pia Madre che vedeva del Figlio lo strazio! Chi non piangerebbe al vedere la Madre di Cristo in tanto supplizio? Chi non si rattristerebbe al contemplare la pia Madre dolente accanto al Figlio? A causa dei peccati del suo popolo vide Gesù nei tormenti, sottoposto ai flagelli. Vide il suo dolce Figlio che moriva, abbandonato da tutti, mentre esalava lo spirito. Oh, Madre, fonte d'amore, fammi provare la stessa intensità del dolore perché possa piangere con te. Fa' che arda il cuore mio nell'amare Cristo Dio sì che grato io gli sia. Santa Madre, fai questo: che le piaghe del tuo Figlio crocifisso fortemente stiano nel mio cuore. Del tuo figlio ferito che si è degnato di patire per me, dividi con me le pene. Fammi piangere intensamente con te, condividere il dolore del Crocifisso, finché io vivrò. Accanto alla Croce con te stare, con te gemer, lacrimare, Madre mia desidero. O Vergine gloriosa fra le vergini non essere amara con me, fammi piangere con te. Fa' che io porti la morte di Cristo, avere parte alla sua passione e ricordarmi delle sue piaghe. Fa' che sia ferito delle sue ferite, e mi inebri con la Croce e del sangue del tuo Figlio. Che io non sia bruciato dalle fiamme, da te, o Vergine, io sia difeso nel giorno del giudizio. Fa' che io sia protetto dalla Croce, fortificato dalla morte di Cristo, consolato dalla grazia. E quando il mio corpo morirà fa' che all'anima sia data la gloria del Paradiso. Amen. |
Chi non puo' uscire da casa puo' seguire la Via Crucis da qui , inizio ore 15,oo
RispondiEliminahttp://www.parrocchiasanmichele.eu/
Grazie per aver postato l'immagine del Santo Padre ed aver ricordato le sue parole,che oggi ce n'è tanto bisogno in tutti i sensi ed in ogni campo.Venerdì Santo sia occasione di riflessioni amare, ma serie, per tutti noi che siamo nella prova. Lupus et Agnus.
RispondiEliminaBenedetto XVI negli anni del suo pontificato ha portato una croce pesantissima, e questa sera io la passerò a rileggere le sue meditazioni della via Crucis del 2005.
RispondiEliminaOremus. Neri
Sono circa venti anni che il Signore mi ha convertito al Tradizionalismo. Per una serie di motivi vari, non mi è mai stato possibile esserci alle celebrazioni del triduo pasquale. Oggi, per la prima volta, ho avuto questa grazia. Preci del venerdì santo nella forma lunga. Ho sentito vibrare l'animo. Non si può descrivere. Si possono leggere mille volte; si possono vedere filmati, ma quando si partecipa è tutt'altro. Nulla può neppure lontanamente essere paragonato alla presenza fisica.
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