Un Avviso, accompagnato dalla storia di chi ha fatto questa esperienza, che per grazia del Signore e la buona volontà di molti, sta proseguendo.
Sono passati ormai quasi otto anni da quando Benedetto XVI emanò il Motu Proprio “Summorum Pontificum” con il quale liberalizzava la celebrazione della S. Messa Tridentina, prima sottoposta a regole molto severe.
Da allora, in parecchie Diocesi sono sorti dei coetus di fedeli interessati alla Liturgia antica, tanto spesso quanto sorprendentemente – ma in fondo neanche più di tanto – composti da giovani nati dopo la Riforma liturgica del 1969 e sinceramente attratti da tale antica maniera di rendere lode a Dio.
È questo il caso di Arezzo, dove, grazie alla iniziativa autonoma del compianto Don Giuliano Scaletti, l’anziano parroco della chiesa di San Bernardo, di celebrare una volta al mese la S. Messa domenicale secondo il Messale del 1962, si venne formando un gruppo di persone poi congregatesi nel 2009 con il nome Associazione “Regina Sacratissimi Rosarii”.
Dal principio questa novità non fu accolta in modo particolarmente entusiasta dai fedeli, che non riuscivano a capirne il senso, ma con il passare del tempo gli iniziali pregiudizi svanirono e la partecipazione alla S. Messa crebbe in numero e in qualità: il pubblico si estese anche a persone provenienti da altre parrocchie, l'assemblea imparò a seguire attivamente la liturgia con le risposte e i gesti appropriati e si formò anche un piccolo coro che contribuiva a rendere più solenni le celebrazioni.
Questa promettente situazione subì purtroppo una brusca frenata a fine 2012, quando per il suddetto sacerdote, scaduto il mandato da parroco, giunse il momento di ritirarsi: da allora infatti nessun altro si rese disponibile a continuare l'opera già iniziata e la celebrazione venne così sospesa sine die, lasciando l’intera Diocesi priva della S. Messa in Rito Antico.
Il venir meno della celebrazione ebbe come ulteriore effetto negativo la decimazione del gruppo che nel tempo si era faticosamente formato.
L’Associazione, temendo di vedere vanificati anni di lavoro, si rivolse subito all’Ordinario del luogo, Mons. Riccardo Fontana, affinché trovasse un sacerdote in grado di raccogliere l’eredità di don Scaletti, ma, nonostante i ripetuti tentativi, non si arrivò mai ad ottenere i risultati sperati.
Nonostante tutte queste oggettive difficoltà, la parte più motivata del gruppo non ha mai smesso di cercare il modo per ricostituire il preesistente stato delle cose.
Una volta appurato che il nuovo parroco di San Bernardo, pur non avendo mai officiato more antiquo, non poneva difficoltà ad ospitare la S. Messa laddove si fosse trovato un celebrante, l’Associazione ha deliberato di rimettere la questione nelle mani della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”
In questa fase il supporto del Coordinamento Toscano "Benedetto XVI" è stato costante e prezioso. La Pontificia Commissione, consapevole del vivo desiderio di tutti i soci di veder restituita alla città il ricco patrimonio di fede e devozione rappresentato dal Rito latino-gregoriano, ha supportato le istanze dell’Associazione e, su invito di quest’ultima, ha inviato un Officiale per facilitare il ripristino della S. Messa.
Il 15 marzo 2015 infatti Padre Vincenzo Nuara O.P. ha tenuto in Arezzo una conferenza nella quale ha ricordato le tappe storiche di consolidamento del venerabile Rito di San Pio V ed ha insistito sul fatto che la Sacra Liturgia nella forma precedente alla riforma di Paolo VI, con i suoi quindici secoli di storia, è ancor oggi un formidabile mezzo di santificazione per tutto il popolo di Dio.
Subito dopo, il religioso ha celebrato la S. Messa della domenica in “Laetare” alla presenza di un nutrito gruppo di fedeli provenienti dalla città e dai paesi limitrofi, fra cui figuravano anche diversi membri della Fraternità laica di San Domenico. L'Associazione “Regina Sacratissimi Rosarii”, che ha ricevuto gli incoraggiamenti a perseverare nel suo operato da parte di molti degli intervenuti nonché dallo stesso Padre Nuara, è tutt’ora impegnata a garantire mensilmente la celebrazione della S. Messa nella Forma Extra-Ordinaria, auspicando che questo Rito possa fungere sempre più da strumento di unione e di vera manifestazione della comune fratellanza in Cristo di tutti credenti.
Lorenzo Bruni
arsr.arezzo@gmail.com
Siamo molto felici che la S.Messa nel Vetus Ordo abbia di nuovo la cittadinanza aretina. Ci farebbe molto piacere che con la Curia si avviasse finalmente un sereno dialogo da cui tutti potremmo trarre copiosi frutti, anzi speriamo che ciò presto possa accadere.
RispondiEliminaSiamo felici di poter condividere la vostra gioia. Pregate per noi.
RispondiEliminaNon è che i fratelli aretini potrebbero organizzarsi per diffondere (in futuro) in rete la celebrazione, se la cittadinanza del V.O. sarà stabile?
RispondiEliminaGrazie!
Salve,
RispondiEliminain che senso "diffondere in rete"?
Nel senso di poter seguire, tramite un sito che trasmette in live streaming, la celebrazione a beneficio di chi è anziano o disabile o non così fortunato da avere un vescovo che permette il V.O. nella sua diocesi (e io rientro nelle ultime 2 categorie).
RispondiEliminaMille grazie per l'attenzione, un fraterno abbraccio dalla provincia (e diocesi) di Treviso.
Allora avevo capito bene. Purtroppo è assai difficile poter realizzare quello che ha detto, sono spiacente.
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