Riprendo da RadioVaticana dello scorso 28 aprile:
Card. Koch: occorre documento cattolico-luterano su Chiesa e ministeri.
Non basta quanto già il falso ecumenismo ha prodotto finora.
Già mesi fa, come premessa al commento del Documento "Dal conflitto alla comunione" (con i luterani) [qui], ci eravamo soffermati sulla Chiosa essenziale e lapidaria tratta dall'ultimo lavoro di Romano Amerio, Stat Veritas, che analizza e commenta la Tertio millennio adveniente (Giovanni Paolo II, orientamenti pastorali per la Chiesa del nuovo millennio), sottolineando l'accenno alla communicatio in sacris.
Il documento - che il Vaticano ha fatto proprio avendolo reso ufficiale con la pubblicazione sul sito della Santa Sede - sancisce gli esiti del dialogo cattolico-luterano. Esso reca le firme di Karlheinz Diez, Vescovo ausiliare di Fulda co-presidente cattolico e di Eero Huovinen, Vescovo emerito di Helsinki co-presidente luterano.
Il documento - che il Vaticano ha fatto proprio avendolo reso ufficiale con la pubblicazione sul sito della Santa Sede - sancisce gli esiti del dialogo cattolico-luterano. Esso reca le firme di Karlheinz Diez, Vescovo ausiliare di Fulda co-presidente cattolico e di Eero Huovinen, Vescovo emerito di Helsinki co-presidente luterano.
Di seguito alle recenti esternazioni del cardinale Koch sotto riportate, ripropongo la riflessione, tuttora attuale, sul documento citato, per la parte relativa alla Convergenza nella comprensione del sacrificio eucaristico, perché è il nodo centrale su cui non possiamo sorvolare. Infatti non dobbiamo e non vogliamo lasciarci irretire dalle fumosità, proprie del nuovo linguaggio infarcito di slittamenti logici, che non mancano nel documento - come non mancheranno nelle iniziative preannunciate dal card. Koch riprese qui sotto - sulla scia del famigerato "spirito del concilio". E mi chiedo come mai chi continua a difendere l'indifendibile continui anche ad insultare, sottolineando quel po' di commestibile che ogni tanto viene pronunciato, indifferente e senza fornire argomenti in ordine agli ineludibili slittamenti dottrinali come questo ed altri non meno disorientanti.
Cito il card. Koch (da Radio Vaticana) in occasione del Concilio ecumenico delle Chiese finlandesi sul tema “L’anniversario della riforma come opportunità ecumenica”:
“Una commemorazione comune della Riforma nel 2017 sarà una buona opportunità se quell’anno non sarà la conclusione, ma un nuovo inizio negli sforzi per la piena comunione tra le Chiese e le comunità ecclesiali”. Così il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, che da domenica si trova in Finlandia, intervenendo all’Assemblea di primavera del Concilio ecumenico delle Chiese finlandesi sul tema “L’anniversario della riforma come opportunità ecumenica”.Cattolici e luterani chiamati a concentrarsi su questione di Dio e centralità di Cristo
“Pentimento, gratitudine e speranza” devono essere gli atteggiamenti del percorso ecumenico comune in occasione dei 500 anni della Riforma, ha sottolineato il cardinale, sollecitando “cattolici e luterani a concentrarsi oggi in modo collaborativo sulla questione di Dio e sulla centralità di Cristo”: così la commemorazione della Riforma potrà animare la consapevolezza che il cammino delle Chiese è “verso la comunione visibile”.Opportuno un documento cattolico-luterano su Chiesa, eucarestia e ministeri
Strumento importante potrà essere “un nuovo documento cattolico-luterano sulla Chiesa, l’eucarestia e ministeri”, a cui lavorare nello spirito del documento congiunto del 1999 sul tema della giustificazione [vedi anche allegate delucidazioni]. Oggi il card. Koch incontra gli studenti della facoltà di teologia dell’università di Helsinki. La visita in Finlandia del porporato prevede una celebrazione nella cattedrale di Helsinki e l’incontro con il Presidente della Repubblica Sauli Niinistö.
Si parla di un nuovo documento su Chiesa eucaristia e ministeri. Ma già quello sopra citato contiene una panoramica dettagliata incentrata sulle sfide politiche sociali ed economiche (le questioni dottrinali sono dunque sempre più convergenti), partendo dal presupposto che ciò che unisce cattolici e luterani è più di ciò che divide. Oltre a ricordare il documento congiunto sulla giustificazione, si sottolineano le nuove prospettive su Lutero e la Riforma e, in riferimento agli sviluppi cattolici, si cita
- il Vaticano II e la sua continua riforma,
- Giovanni Paolo II attribuendogli una valutazione nuova della sua cattolicità, che si è concretizzata nel contesto del riconoscimento che la sua intenzione era quella di riformare, e non di dividere, la Chiesa e
- Benedetto XVI nel discorso pronunciato nel 2011 a Erfurt (commentato in diretta qui).
Non tocco diversi punti su cui ci sarebbe molto da dire. Si tratta di un documento complesso e articolato, che riprende tutte le variazioni conciliari e post, sulle quali molte riflessioni si potranno ricavare da molti testi presenti sul blog, alcuni dei quali sviluppati nei miei libri: La Chiesa e la sua continuità. Ermeneutica e istanza dogmatica dopo il Vaticano II e La questione Liturgica. Il Rito Romano Antiquior e il Novus Ordo Missae a 50 anni dal Vaticano II.
Qui mi soffermo unicamente sulle conclusioni riguardanti l'Eucaristia, che è il centro e il culmine di tutto, come prioritaria e inalienabile funzione della Chiesa. Il resto non è che conseguenza.
Dal documento Dal conflitto alla comunione:
Convergenza nella comprensione del sacrificio eucaristico
[...] 157. Riguardo alla questione che per i riformatori era della massima importanza – il sacrificio eucaristico – il dialogo luterano-cattolico ha dichiarato come principio basilare: «Cattolici e luterani riconoscono insieme che Gesù Cristo nell’eucaristia “è presente come crocifisso, morto per i nostri peccati e risorto per la nostra giustificazione, come vittima offerta una volta per sempre per i peccati del mondo”. Questo sacrificio non può essere né continuato né ripetuto né sostituito né completato; ma può e deve diventare operante in modo sempre nuovo in mezzo alla comunità. Sul modo e la misura di questa efficacia esistono fra di noi diverse interpretazioni» (L’eucaristia, n.56; EO 1/1263).158. Il concetto di anamnesis ha contribuito a risolvere la controversa questione di come porre il sacrificio unico e sufficiente di Gesù Cristo nel giusto rapporto con la Cena del Signore: «Attraverso il memoriale degli atti salvifici di Dio nel culto, questi atti stessi diventano presenti nella potenza dello Spirito, e la comunità celebrante è connessa con gli uomini e le donne che in precedenza sperimentarono gli atti salvifici stessi. Questo è il senso in cui s’intende il comando espresso da Cristo nella Cena del Signore: nella proclamazione, con le sue stesse parole, della sua morte salvifica e nella ripetizione delle sue proprie azioni compiute durante la Cena, viene in essere la “memoria” in cui la parola e l’azione salvifica stesse di Gesù diventano presenti».[liv]159. Il risultato decisivo è stato il superamento della separazione del sacrificium (il sacrificio di Gesù Cristo) dal sacramentum (il sacramento). Se Gesù Cristo è realmente presente nella Cena del Signore, allora anche la sua vita, passione, morte e risurrezione sono veramente presenti insieme al suo corpo, così che la Cena del Signore è «il rendersi veramente presente dell’evento della croce».[lv] Non solo l’effetto dell’evento della croce, ma anche l’evento stesso è presente nella Cena del Signore senza che questa Cena sia una ripetizione o un completamento di esso. Questo unico evento è presente in una modalità sacramentale. La forma liturgica della santa Cena deve, comunque, escludere tutto quello che potrebbe dare l’impressione di ripetizione o completamento del sacrificio sulla croce. Se la comprensione della Cena del Signore come vero memoriale viene costantemente presa sul serio, le differenze nella comprensione del sacrificio eucaristico sono accettabili per cattolici e luterani.
Richiamo l'attenzione sul linguaggio di questo testo, che veicola, attraverso un abile uso dei termini, significati annacquati rispetto ai fondamenti cattolici, che influenzano gli atteggiamenti interiori e le prassi ecclesiali conseguenti.
Da notare il passaggio riguardante il superamento della separazione del sacrificium dal sacramentum. Riprendo dal Catechismo tridentino:
È evidente poi la confusione tra Sacrificio di lode - che l'Eucaristia è - e Sacrificio di Espiazione (termine decisamente espunto da ogni formulazione post-conciliare), che essa non è da meno1. L’offerta sacrificale di Gesù e la sua espressione sacramentale ricapitola e compie l’economia dell'Antico Testamento: è nello stesso tempo: 1) olocausto; 2) sacrificio di comunione (alleanza) e di lode 3) kippur (offerta espiatrice). Tra i due Testamenti non c'è cesura ma superamento, perché l’offerta del Figlio è perfetta, così come universale è la sua efficacia.
Da notare, inoltre, nell'anamnesis, il rovesciamento del soggetto : piuttosto che l'Actio di Cristo che ad ogni celebrazione si fa realmente presente, viene sottolineata la compresenza della "comunità celebrante" (mentre il vero celebrante è il Signore) agli "atti salvifici del culto" (l'atto è uno solo: l'offerta al Padre, da cui derivano tutte le grazie a partire dalla Redenzione espiatrice per culminare nella Risurrezione rigenerativa) e "a tutti coloro che li hanno sperimentati". Non che i fedeli singolarmente e comunitariamente non siano resi presenti con la partecipazione, ma scopo della celebrazione non è questo, che è piuttosto la conseguenza della presenza e dell'azione di Colui che ripresenta il suo fiat al Padre (vero scopo e fulcro del culto) consegnandolo alla Sua Chiesa fino alla fine dei tempi. E non che non ci sia, nella Comunione dei Santi, la compresenza della Chiesa di ieri di oggi e di domani ad ogni atto di culto. Ma espressi in quei termini, concetti così sublimi risultano fumosi e imprecisi.
Da notare il passaggio riguardante il superamento della separazione del sacrificium dal sacramentum. Riprendo dal Catechismo tridentino:
“Tra i concetti di sacramento e di sacrificio vi è grande differenza. Il sacramento si effettua mediante la consacrazione, mentre l’essenza del sacrificio sta nell’offerta immolatrice. Perciò l’Eucaristia, finché è conservata nella pisside o è portata a un infermo, ha carattere di sacramento e non di sacrifizio. Appunto, come sacramento apporta titoli di merito a coloro che la ricevano, procurando loro i vantaggi sopra ricordati. Invece, come sacrificio, possiede oltre alla virtù di meritare, anche quella di soddisfare [la giustizia di Dio]. Pertanto come Cristo signor nostro nella sua passione meritò e soddisfece per noi, così quelli che offrono questo sacrificio, per il quale comunicano con noi, meritano di partecipare ai frutti della passione del Signore e quindi alla sua opera di soddisfazione”. (Catechismo tridentino, par. 236)Mentre la Santa Messa è la riattualizzazione incruenta del Sacrificio di Cristo, superando artatamente la separazione tra Sacrificio e Sacramento si può arrivare a dire: le differenze nella comprensione del sacrificio eucaristico sono accettabili per cattolici e luterani. Però dell'evento della croce, così come della Cena e del suo Protagonista, viene sostanzialmente ribadita una presenza in una modalità sacramentale. Se effettivamente si tratta di un evento compiuto una volta per tutte, nel sottolineare l'esclusione della ripetizione e del completamento, si esclude la ripresentazione incruenta al Padre del Sacrificio del Figlio e la funzione precipua della Chiesa fino alla fine dei tempi. Dunque il Sacrificio e la Croce, non è più l'elemento centrale e ineludibile da cui tutto scaturisce, ma semplicemente compresente: se Gesù è presente nella Cena lo è la sua vita passione morte risurrezione. Non che non sia vero; ma non è sottolineato il novum e l'unicum rappresentato da quella Cena e il mandato del Signore ai Suoi che ne perpetua l'azione divino umana anche attraverso il tempo a venire, che ha il suo fulcro ineludibile nel Sacrifico espiatorio e dunque redentivo e che sfocia nella rigenerazione della Risurrezione.
È evidente poi la confusione tra Sacrificio di lode - che l'Eucaristia è - e Sacrificio di Espiazione (termine decisamente espunto da ogni formulazione post-conciliare), che essa non è da meno1. L’offerta sacrificale di Gesù e la sua espressione sacramentale ricapitola e compie l’economia dell'Antico Testamento: è nello stesso tempo: 1) olocausto; 2) sacrificio di comunione (alleanza) e di lode 3) kippur (offerta espiatrice). Tra i due Testamenti non c'è cesura ma superamento, perché l’offerta del Figlio è perfetta, così come universale è la sua efficacia.
Da notare, inoltre, nell'anamnesis, il rovesciamento del soggetto : piuttosto che l'Actio di Cristo che ad ogni celebrazione si fa realmente presente, viene sottolineata la compresenza della "comunità celebrante" (mentre il vero celebrante è il Signore) agli "atti salvifici del culto" (l'atto è uno solo: l'offerta al Padre, da cui derivano tutte le grazie a partire dalla Redenzione espiatrice per culminare nella Risurrezione rigenerativa) e "a tutti coloro che li hanno sperimentati". Non che i fedeli singolarmente e comunitariamente non siano resi presenti con la partecipazione, ma scopo della celebrazione non è questo, che è piuttosto la conseguenza della presenza e dell'azione di Colui che ripresenta il suo fiat al Padre (vero scopo e fulcro del culto) consegnandolo alla Sua Chiesa fino alla fine dei tempi. E non che non ci sia, nella Comunione dei Santi, la compresenza della Chiesa di ieri di oggi e di domani ad ogni atto di culto. Ma espressi in quei termini, concetti così sublimi risultano fumosi e imprecisi.
Riprendo dalla Mediator Dei:
Cristo Signore, «sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec» che, «avendo amato i suoi che erano nel mondo», «nell'ultima cena, nella notte in cui veniva tradito, per lasciare alla Chiesa sua sposa diletta un sacrificio visibile - come lo esige la natura degli uomini - che rappresentasse il sacrificio cruento, che una volta tanto doveva compiersi sulla Croce, e perché il suo ricordo restasse fino alla fine dei secoli, e ne venisse applicata la salutare virtù in remissione dei nostri quotidiani peccati, ...offrì a Dio Padre il suo Corpo e il suo Sangue sotto le specie del pane e del vino e ne diede agli Apostoli allora costituiti sacerdoti del Nuovo Testamento, perché sotto le stesse specie lo ricevessero, mentre ordinò ad essi e ai loro successori nel sacerdozio, di offrirlo».
L'augusto Sacrificio dell'altare non è, dunque, una pura e semplice commemorazione della passione e morte di Gesù Cristo, ma è un vero e proprio sacrificio, nel quale, immolandosi incruentamente, il Sommo Sacerdote fa ciò che fece una volta sulla Croce offrendo al Padre tutto se stesso, vittima graditissima. «Una... e identica è la vittima; egli medesimo, che adesso offre per ministero dei sacerdoti, si offrì allora sulla Croce; è diverso soltanto il modo di fare l'offerta».
Ed ora, si vuole abbracciare l'eresia protestante che sostituisce la riattualizzazione del Sacrificio di Cristo con un revival della Cena Pasquale. Cena e Sacrificio sono due cose diverse; così come revival e riattualizzazione sono due cose diverse. L'Eucaristia non ripete la Cena ma riattualizza il sacrificio del Calvario. Ed è solo compiuto questo e in virtù di esso che si è ammessi al 'banchetto'. Tutto il resto è eresia.
È vero che la Messa nasce nell'Ultima Cena. È lì l'istituzione dell'Eucaristia. Tuttavia essa non riproduce e non ricorda specificamente la Cena, ma ciò che il Signore ha compiuto e ci ha consegnato: è lì ch'Egli porta i Suoi direttamente sul Calvario, dove a breve si compirà il Sacrificio. Il che è desumibile anche dall'uso del futuro nella formula consacratoria: effundetur = sarà versato - e non versato al participio passato - riferito al Sangue già transustanziato da Gesù durante l'Ultima Cena, che non è solo un convivio (Cena Pasquale ebraica), ma trasporta appunto al Calvario, il luogo del Sacrificio del vero Agnello. È questo il Novum, l'inedito, che dobbiamo custodire e vivere e che rende possibile il riscatto e la risurrezione nobis e per i molti che faranno questo in Sua memoria. La nostra Pasqua è nell'Agnello senza macchia (poi gloriosamente Risorto) che si è offerto in espiazione per noi e che a noi si offre in carne sangue anima e divinità una volta compiutosi il Sacrificio, dopo averci liberati dal peccato, per assimilarci a Lui e rendere gradita al Padre, nella Sua, anche la nostra offerta.
È questo che non è più significato pienamente nella liturgia, nella quale come segno più che eloquente, persino l'Altare è sostituito da una mensa mentre quel versato, usato al passato nella traduzione in lingua volgare, sembra narrare più che compiere.
Inoltre Gesù nella Cena non proclama la sua morte salvifica, la anticipa, introducendo a ciò che sta per compiersi sul Calvario e che rimane come eterno presente in ogni presente della storia della salvezza che è la nostra storia.
A questo punto siamo già perfino oltre ciò che ho scritto qui, sull'oltrepassamento della Mediator Dei da parte della Sacrosanctum Concilium. Francamente la situazione appare grave e poco recuperabile con chi, nell'attuale gerarchia, non condivide le stesse coordinate fondamentali della Tradizione cattolica, diluite quando non obliterate dalla Chiesa post-conciliare.
È vero che la Messa nasce nell'Ultima Cena. È lì l'istituzione dell'Eucaristia. Tuttavia essa non riproduce e non ricorda specificamente la Cena, ma ciò che il Signore ha compiuto e ci ha consegnato: è lì ch'Egli porta i Suoi direttamente sul Calvario, dove a breve si compirà il Sacrificio. Il che è desumibile anche dall'uso del futuro nella formula consacratoria: effundetur = sarà versato - e non versato al participio passato - riferito al Sangue già transustanziato da Gesù durante l'Ultima Cena, che non è solo un convivio (Cena Pasquale ebraica), ma trasporta appunto al Calvario, il luogo del Sacrificio del vero Agnello. È questo il Novum, l'inedito, che dobbiamo custodire e vivere e che rende possibile il riscatto e la risurrezione nobis e per i molti che faranno questo in Sua memoria. La nostra Pasqua è nell'Agnello senza macchia (poi gloriosamente Risorto) che si è offerto in espiazione per noi e che a noi si offre in carne sangue anima e divinità una volta compiutosi il Sacrificio, dopo averci liberati dal peccato, per assimilarci a Lui e rendere gradita al Padre, nella Sua, anche la nostra offerta.
È questo che non è più significato pienamente nella liturgia, nella quale come segno più che eloquente, persino l'Altare è sostituito da una mensa mentre quel versato, usato al passato nella traduzione in lingua volgare, sembra narrare più che compiere.
Inoltre Gesù nella Cena non proclama la sua morte salvifica, la anticipa, introducendo a ciò che sta per compiersi sul Calvario e che rimane come eterno presente in ogni presente della storia della salvezza che è la nostra storia.
A questo punto siamo già perfino oltre ciò che ho scritto qui, sull'oltrepassamento della Mediator Dei da parte della Sacrosanctum Concilium. Francamente la situazione appare grave e poco recuperabile con chi, nell'attuale gerarchia, non condivide le stesse coordinate fondamentali della Tradizione cattolica, diluite quando non obliterate dalla Chiesa post-conciliare.
Maria Guarini
___________________________________1. I 4 fini della Santa Messa (adorazione, ringraziamento, propiziazione, impetrazione) sono sanciti dai Canoni di Trento che sintetizzano la dottrina perenne.
Buon memoriale di S.Giuseppe Lavoratore e Buon inizio del mese Mariano ( Sacri Sposi )
RispondiElimina^^
Pio XII istituì nel 1955 la Festa di "San Giuseppe artigiano", per dare un protettore ai lavoratori e un senso cristiano alla "festa del lavoro". Poichè non tutte le nazioni celebrano tale festa il 1° maggio, la celebrazione di questo giorno è memoria facoltativa, ossia non di precetto. Ma come sappiamo la "festa del lavoro" è diventata una festa sociale, spesso ideologica, un raduno di massa e non più di... Messa...
E' fondamentale che chi vuol dirsi cattolico, riscopra le radici della dignità del lavoro, che le riscopra per ringraziare Dio del dono del lavoro, e pregare anche per i disoccupati affinchè lo trovano, pregare per i politici perchè rispettino questo diritto del cittadino.
Se cacciamo via dalla nostra vita l'aiuto di Dio per il lavoro, non lamentiamoci poi di come vanno le cose. ^^
Inoltre tutto questo concentrare l'attenzione sulla Cena. E' vero che nella Cena si è avuta la Transustanziazione ma la S Messa non è la riattualizzazione della Cena ma del Sacrificio del Calvario in forma incruenta.
RispondiEliminaServe fiuto cattolico per fare queste distinzioni.
RispondiEliminaEcco i "frutti" della trattazione "ecumenica" dell'Eucarestia: laici che distribuiscono l'Ostia in Chiesa e fuori, distributori automatici di Ostie, Ostia ricevuta sulla mano (come fosse una caramella),"Istituzione" dei ministri straordinari dell'eucarestia,irriverenze e profanazioni varie, sparizione della Patena durante la distribuzione dell'Ostia con frammenti che cadono per terra ecc..
RispondiEliminaCe cardinal Koch n'est plus catholique, c'est évident.
RispondiEliminaS'il l'a jamais été…
Et combien, dans le "Sacré Collège", comme lui ?
Kasper, Marx et tant d'autres…
Sans parler du patron…
Il faudrait la plume et la véhémence d'un saint Bernard pour traiter tous ces énergumènes comme ils le méritent.
Contentons-nous de noter, pour l'instant, qu'avec cette bande d'antichrists nous sommes définitivement entrés dans le post-catholicisme et que désormais, comme disait l'autre, "mille chemins sont ouverts"…
Il punto non è il documento il cui titolo è anche giusto "dal conflitto alla comunione", il problema sta nel contenuto del Documento e nelle intenzioni che vorranno porvi....
RispondiEliminaIl conflitto deve cessare, perchè il perseverare in questo è perverso e diabolico, ma si deve dire anche la verità: chi davvero genera questo conflitto!!! ed è assurdo incolpare la Chiesa (una e santa), inoltre a torto o a ragione solo il Papa nel 2000 fece il Mea Culpa pubblico degli errori compiuti da uomini e donne di Chiesa nel passato, i Protestanti non l'hanno mai fatto!
Infine, il concetto di Comunione implica il riconoscimento della Presenza reale di Gesù nell'Eucaristia.... non esistono comunioni smezzate!
Da non dimenticare che il mondo Protestante, anche luterano, non ha l'obbligo dell'obbedienza ai loro "pastori", di conseguenza quel che verrà scritto nel Documento sarà rifiutato dai Pentecostali e da molte comunità luterane, perciò.... sarà un nulla di fatto e chi ci perderà sarà la Chiesa nelle sue membra sempre più CONFUSE E GUIDATE DA CIECHI CHE GUIDANO ALTRI CIECHI...
Più che 'fiuto' cattolico, serve una fede integra, da riaffermare testimoniando e condividendo.
RispondiEliminaIl punto non è il documento il cui titolo è anche giusto "dal conflitto alla comunione", il problema sta nel contenuto del Documento e nelle intenzioni che vorranno porvi....
RispondiEliminaInfatti la riflessione verte proprio sul contenuto.
E il punto è che QUEL documento è stato fatto proprio dalla Chiesa cattolica in quanto inserito sul sito della Santa Sede ed è in sintonia con le dichiarazioni di tanti alti prelati, di cui Koch è solo un esempio.
Ad ogni buon conto, riprendo questo punto della mia introduzione, che mi pare chiarisca bene proprio l'aspetto sottolineato sopra:
RispondiEliminaInfatti non dobbiamo e non vogliamo lasciarci irretire dalle fumosità, proprie del nuovo linguaggio infarcito di slittamenti logici, che non mancano nel documento - come non mancheranno nelle iniziative preannunciate dal card. Koch riprese qui sotto - sulla scia del famigerato "spirito del concilio". E mi chiedo come mai chi continua a difendere l'indifendibile continui anche ad insultare, sottolineando quel po' di commestibile che ogni tanto viene pronunciato, indifferente e senza fornire argomenti in ordine agli ineludibili slittamenti dottrinali come questo ed altri non meno disorientanti.
C'è Sant'Agostino a smentire la solita "frase ecumenica": "cerchiamo ciò che ci unisce e non ciò che ci divide" oppure "sono più le cose che ci uniscono da ciò che ci dividono"; il quale affermava che non serve a nulla essere d'accordo con gli eretici su quasi tutti i punti dottrinali ad eccezione di un solo punto dottrinale o di pochi: eretici erano ed eretici rimangono e tali rimarranno se non "convergono" su TUTTI i punti della Dottrina Cattolica.
RispondiEliminad'accordo anche con le virgole col post!
RispondiEliminaSu questo delicato tema (la china è gravissima e non pare la Chiesa voglia aggiustare nulla o tornare in sè, quanto piuttosto protestantizzarsi del tutto) è stato scritto molto qui, in maniera precisa, piena di dottrina e fede retta;
per quel che mi riguarda il modo di intendere l'Eucarestia (ma c'è un modo solo, o non è più Eucarestia) lo ritengo un punto di svolta della fede stessa, del modo di porsi con Dio, e della vita di..Comunione, appunto.
Non scendo per oggi più in dettaglio, ma questo tema è stato motivo di scontro plurimo in parrocchie cattoliche (NO...) già protestantizzate, in cui si vuole confondere Cena e Sacrificio, Memoria e Actio, "ricordo" della Cena e non riattualizzazione incruenta del Sacrificio.
Dunque non si tratta solo di rilevare un'ambiguità progressiva nei documenti,
ma di una mutazione genetica già avvenuta anche nella concezione dei Sacramenti e nella loro Celebrazione pratica nel postConcilio, in tanti, troppi casi.
Vorrei dire a Caterina63 che forse mic non ha bisogno di lezioni su quel che dice l'una santa che resta integro.
RispondiEliminaSta di fatto che quel documento non è redatto da luterani soltanto ma da sedicenti cattolici in sintonia con loro. E dice cose che sono già diffuse anche nelle parrocchie.
Stamattina messa della prima comunione, in cattedrale: il parroco ha più volte insistito sul fatto che la messa è una cena, alla quale siamo tutti invitati, cena nella quale Gesù si offre a noi come pane. Inoltre ha detto che, con la prima Comunione, i bambini "diventano Gesù", come si avvenisse una trasformazione. Questo oltre al fatto di aver cambiato le parole in evangelici (il famoso "pro multis", il canto degli Angeli sopra la grotta di Betlemme : ...e pace in terra agli uomini "che Dio ama"; ma non diceva "..agli uomini di buona volontà ? Sembra tutta una manipolazione per trasformare il Cattolicesimo in Protestantesimo, per introdurre la dottrina della giustificazione per sola fede, senza le opere (la buona volontà, appunto, e il fatto che il sangue di Cristo è stato sparso sì prt tutti, ma molti non lo hanno accolto né gradito, quindi effettivamente è stato sparso "pro multis" e non "pro omnibus".
RispondiEliminaBisogna seriamente pensare come trasmettere la retta dottrina a tutti i cattolici che cattolici vogliono essere,tornare ad essere e rimanere tali.
RispondiEliminaIl compito è immane, le forze esigue. Tra i defunti abbiamo guide a schiera da consultare e studiare. Tra i vivi, testimoni sicuri non mancano. Come fare? Come trasformare queste conversazioni,queste voci accorate in fonti salutari a cui risanarsi? Come?
Limpida e lucida analisi di Mic.
RispondiEliminaL' "effundetur" ambiguamente tradotto in "versato", come cosa del passato, è tremendo, non ci si fa mai abbastanza caso.
Come del resto si fa poco caso alla folle rivisitazione "non sono degno di partecipare alla Tua mensa", mostruosamente diverso dal "Domine non sum dignus ut intres sub tectum meum".
Condivido con voi un'esperienza personale: quando ho spiegato a una lontana che vuole avvicinarsi cosa succede sull'altare al momento della Consacrazione, insomma il Sacrificio, è rimasta di sasso, al momento, e poi, dopo la Messa successiva a cui ha partecipato, per quanto NO e un pochino sciatta, mi ha detto: "adesso ho capito: prima mi sembrava di andare come a teatro a vedere la sacra rappresentazione dell'Ultima Cena, adesso ho capito che Gesù è lì".
Il 2017 mi angoscia sul serio. Stan preparando la rete per i "pisciculi" rimasti: speriamo abbia maglie abbastanza larghe per scappare. Qualcuno deve rimanere libero, per far sopravvivere la Catholica, visto che l'ha promesso il Signore.
humilitas
Meno male che Koch e compagni sono avviati alla tomba, e gli altri, ultrasessantenni, ci sono vicini. Resistiamo, perché il fattore biologico è dalla nostra parte.
RispondiEliminaInfatti i religiosi più giovani, o si protestantizzeranno completamente, uscendo dalla Chiesa, o saranno sempre più vicini al vero Cattolicesimo.
Perché per i "GGiovani" la roba degli Anni Settanta è come fosse della preistoria, mentre il VO, che non hanno conosciuto, essendo nati post '69, sembra roba nuova, fresca e originale. Così come il Gregoriano.
rr
Sulla Prima Comunione: i bambini vengon preparati tanto bene, che mia figlia, dopo anni dalla medesima, non aveva capito che alla Consacrazione TUTTE le Ostie vengono consacrate e transustanziate , e quelle non distribuite, si conservano per altre Messe, e così via. Lei, poverina, pensava che solo l' Ostia che il celebrante innalza, diventa Corpo e Sangue di Gesù, e le altre lo diventassero per un qualche procedimento chimico. Dopo il mio 1) sbalordimento, 2) arrabbiatura, 3) spiegazione, ha capito.
RispondiEliminaRR
Se continua così, nel 2017 a celebrare Lutero ci saranno solo i "cattolici", visto che di Luterani, Anglicani, Calvinisti, Evangelici in genere, Presbiteriani, Anabattisti, ecc.ecc., ce n'è sempre meno.
RispondiEliminaChi, come me, frequenta anche "Blogs" anglofoni e germanofoni legge ogni giorno che: "io non mi riconosco più in questa Chiesa (loro chiamano così quelle che noi chiamiamo confessioni protestanti). Me ne andrò e con me tutta la mia famiglia". Anche frasi molto più sprezzanti.
RR
Sappiamo che "contra factum non vallet argumentum", ma doppo Nietzsche quello che se fa è interpretare i fatti. Questo modo di pensare è addentrato nella Chiesa e è così grave che sembra che per la maggioranza dell'autorità che i fatti non esistono più. Se per il Concilio se parla di un'ermeneutica della riforma nella continuità per l'ecumenismo quello che sta in atto è un'ermeneutica dell'unità e tutto basato sull'interpretazione o disconsiderazione di ciò che ieri erano fatti certi.
RispondiEliminaAncora sulle parole:
"Giovanni Paolo II attribuendogli una valutazione nuova della sua cattolicità, che si è concretizzata nel contesto del riconoscimento che la sua intenzione era quella di riformare, e non di dividere, la Chiesa e..."
Questo è falso, non se può avere l'intezione di riformare la Chiesa fuori della Chiesa. Inoltre a questo, Lutero a rissorto l'abito pagano di fare Dio alla'immagine e somiglianza dell'uomo. Tutti le sette protestante parlano di Gesù, ma in verità loro non hanno lo stesso Gesù, hanno solo un nome, l'essere che define Gesù nel protestantesimo è determinato soggetivamente per il libero esame delle S. Scritture fatto da qualcuno chenleggemla bibbia. Lo stesso accade con le chiesuole protestante: sono chiesuole nel fondo anonime, una volta che non hanno un'essere oggetivo al quale fare riferimento nella rivelazione, come gli dei pagano che avevano un nome senza l'essere di Dio.
Importante contrasto con il protestantesimo è la testimonianza dei Padri della Chiesa: in 7 secoli hanno diffeso una sola Chiesa della quale la definizione era un consenso unanime. I protestanti per la sua volta avevano più di 100 chiese nei primi 50 anni. E contra Luttero abbiamo la testimonianza di Don Marcel Lefebvre che è stato contro le riforme del CVII, senza uscire della Chiesa e senza volere qualcuna riforma e senza mai ha brucciare documenti e libri della Chiesa.
Per fine il P. Giovanni Perrone S.I. definisce troppo lo svillupo della riforma:
"Se premendo le orme segnate da' primi riformatori, cioè di quelli che in virtù della regola o principio da sè proclamato riformarono la chiesa, i sociniani in virtù della regola stessa riformarono la riforma, i razionalisti alla lor volta riformarono la riforma della riforma." La refola di fede del protestantesimo conducenal razionalismo - http://progettobarruel.comlu.com/novita/12/Perrone_protestantesimo_razionalismo.html
Chi volesse ulteriormente approfondire il tema
RispondiElimina" Liturgia " puo' ascoltare questa interessante conferenza del Prof.De Mattei datata 26 Settembre 2014
https://www.youtube.com/watch?v=_fO-4k6TaQM
Invece , chi volesse offrire un fragrante mazzo di rose alla Vergine Maria ( oggi e' il primo Sabato del mese ), puo' venire con me in questa Parrocchia dalle ore 23.oo alle ore 0.4 .
http://www.parrocchiasanmichele.eu/
Cristo è presente nell 'Eucarestia il fedele no, quindi il documento per me è esatto, il sacrificio è uno ed eterno il fedele no. Lo stesso avviene nella confessione il perdono di DIo è presente il pentimento però non evita una ricaduta e il fedele si presenta sempre di nuovo al confessore e alla misericordia di Dio. L'azione di Dio è concreta e sempre presente l'uomo la sperimenta in tanti modi perchè è nello spazio-tempo
RispondiEliminaCara Alba,
RispondiEliminaHo trovato un libro di S. Alfonso dal titolo "La legge incerta non può indurre uno obbligo certo", me manca ancora leggere, ma sospetto che questo sia il principale problema della liturgia conciliare.
Qualcuno conosce la considerazione che Lutero aveva per i Padri della Chiesa?
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