Durante la messa di questa mattina [6 giugno] allo stadio Kosevo di Sarajevo, papa Francesco si è presentato con il bastone pastorale aggiustato con lo scotch. Nel trambusto che ha preceduto la messa, il bastone è infatti caduto e si è rotto poco sotto il crocifisso. Il cerimoniere pontificio, monsignor Guido Marini, ha prima cercato un nuovo bastone e poi é ricorso ad una soluzione di emergenza, quella appunto di sistemare il bastone con lo scotch. Il pastorale portato da Bergoglio è quello che apparteneva a Paolo VI e che è stato poi utilizzato da Giovanni Paolo II durante tutto il suo pontificato. È la prima volta che lo si è visto tenuto insieme dallo scotch.
Riprendo il titolo dell'omelia: «C'è clima di guerra, no a chi cerca lo scontro di culture». Nulla da dire sugli sforzi necessari per garantire una civile convivenza tra culture; ma non a condizione dell'omogenizzazione delle fedi, che non corrisponde alla Verità.
Inoltre da Radio Vaticana sull'incontro inter-religioso: “Il dialogo è una scuola di umanità e un fattore di unità, che aiuta a costruire una società fondata sulla tolleranza e il mutuo rispetto”. Lo ha affermato Papa Francesco incontrando nel pomeriggio di ieri, nella sede del Centro internazionale studentesco francescano di Sarajevo, i rappresentanti delle confessioni religiose presenti in Bosnia ed Erzegovina.
L’incontro è stato scandito dalla preghiera per la pace nel Paese e in tutto il mondo, che a me pare una vera e propria obliterazione (non voglio usare un termine più forte che mi viene dall'anima) della SS. Trinità, rivelata in Gesù Cristo Signore, Verbo di Dio, incarnato morto e risorto per noi. giudicate voi:
“Noi, discendenti di Abramo secondo la fede in Te, unico Dio, ebrei, cristiani e musulmani, umilmente siamo davanti a Te e con fiducia Ti preghiamo per questo Paese, la Bosnia ed Erzegovina, affinché possano abitarvi in pace e armonia uomini e donne credenti di diverse religioni, nazioni e culture.Ti preghiamo, o Padre, perché ciò avvenga in tutti i Paesi del mondo!”
l'improponibile sincretismo immortalato nel simbolo ricevuto in dono dal papa |
Del resto la spiegazione è data in maniera limpida nel brano del Vangelo, dove Gesù stesso dice espressamente: «Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò», (Gv, 8, 56) suggellando perfino il discorso con l'affermazione «Prima che Abramo fosse, Io sono". (Gv 8,58) ed è superfluo sottolineare la valenza dirompente di quell'«Io sono»!
Insomma, possibile che non ci sia qualcuno che si alzi e lo gridi dai tetti?
Insomma, possibile che non ci sia qualcuno che si alzi e lo gridi dai tetti?
Il fatto è che il problema non nasce con Bergoglio, ma in lui trova la sua punta avanzata, senza più effetti mitiganti, che ci hanno illusi durante il pontificato precedente...
Il Dio cristiano e' Padre, Figlio e Spirito Santo. E' Essere ed Amore, come insegna l'apostolo Giovanni. E poi ricordiamoci di Atti 4,12. In nessun altro c'è salvezza; non c'è infatti sotto il cielo altro nome dato agli uomini nel quale è stabilito che siamo salvati. Ma ormai, si sa, non si ha più il coraggio di affermarlo. Ad iniziare dalla gerarchia. Non solo si è abbandonata la Tradizione ma ora si fa finta di niente anche sulla Scrittura.
RispondiEliminaC'è un imbroglione nella storia.
RispondiEliminaHa iniziato confondendo i progenitori.
Ha talmente imbestialito l'umanità da costringere al "rest" del diluvio ai tempi di Noè...
Con Abramo non mancò di mescolare le carte (Ismaele)...
Giacobbe finì in Egitto per essere sfamato da Giuseppe, il figlio venduto dai fratelli...
Con Mosè è arrivato a confondere il popolo liberato al punto da adorare il vitello d'oro.
Con Salomone è arrivato a fare dell'uomo più saggio e intelligente, che era pio, un apostata.
Con Erode è arrivato a fare di un sanguinario ebbro di potere, un costruttore di templi a Dio!
Con i sommi sacerdoti è arrivato alla crocifissione del Messia, secondo le Scritture.
Con i vari corni del potere terreno è annunciato persecutore feroce di chi adora l'Agnello.
Su di lui incombe minacciosa la profezia divina: il calcagno della stirpe della donna ti schiaccerà il capo.
C'è una donna che lo atterrisce... Una donna che non teme la serpe.
Una donna che ha detto di Gesù: "fate tutto quello che vi dirà".
Una donna che da un paio di secoli appare insistentemente. E insiste a dire sempre quelle cose. Non parla di dialogo, ma di preghiera, penitenza, conversione. Non chiede assemblee, ma digiuni. Non chiede grandi azioni, visibilità giornalistica, ma umiltà.
C'è un imbroglione. Un falsario. Un omicida.
E c'è chi lo fa tremare, essendo una creatura del sì a Dio, corredentrice, fedele sotto la croce.
Ella, insolentita da secoli, ha contro persino chi si dice cristiano.
E' snobbata persino da chi la venera dedicandole giornate e devozioni esteriori.
E' ritenuta "di troppo" da chi insegue le proprie idee su Dio.
Dio l'ha scelta. L'ha voluta immacolata. E' l'assunta in cielo, anche nel corpo.
E' lei la Regina della pace. Perchè lei schiaccerà il capo a Satana.
Un tempo, tempi, metà d'un tempo... C'è una scadenza. Forse prossima. Di certo l'uomo, anche l'uomo che della chiesa sa pensare solo l'organizzazione, persino il potere, non potrà che adeguarsi. Lo faranno Erode e Salomone, Abramo e Giacobbe, Ismaele e chiunque altro... Gesù non è geloso della Sua Mamma. Con lei parla chiaro. E l'ascolta...
Imbroglione smascherato, uomo salvato...
Tre Fontane
RispondiEliminaSono colei che sono nella Trinità divina... Sono la Vergine della Rivelazione...
Bruno Cornacchiola era un eretico protestante.
Dio converte rivelandosi, non ragionando...
Mi sono tenuto alla larga da questa kermesse propagandistica confezionata secondo i canoni del Potere globale. Dai resoconti si direbbe il tripudio della Religione Unificata Globale sotto l'egida del suddetto Potere e perfetta per esso. Lo stesso Potere che ha sulla coscienza i 300.000 morti dei Balcani e tutta la miseria conseguente; lo stesso che si spaccia per salvatore e liberatore. In ogni caso singolare: prima dividono a suon di massacri e bombardamenti e ora unificano?
RispondiEliminaMiles
Mic, leggi, se puoi, l'ANGELUS di oggi.
RispondiEliminaInquieta.
Miles,
RispondiEliminalo stesso Potere che, probabilmente (cfr Blondet e non solo) sta cercando di "rincasinare" i Balcani (già di per se stessi incasinabilissimi) .
Lo stesso Potere che 101 anni fa scatenò, prendendo a pretesto i Balcani, la I GM, il I atto della guerra civile in Europa.
Anche quei morti bisogna considerare nel computo
Sono 50 e più anni che si parla di dialogo, due generazioni. I risultati ? sono sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vederli.
Il MO più incasinato che mai, l' Europa che si sta re-incasinando (Yugoslavia prima, Ucraina ora, prossimamente forse ancora la ex Yugoslavia)... IL DIALOGO NON SERVE A NULLA, è solo FINE A SE STESSO, e a far campare sulla fuffa di bla, bla, bla, centinaia di persone (per non dire migliaia) che NON SANNO FAR ALTRO CHE PARLARE, ma in concreto non sanno neanche piantare un chiodo. Se si smette il dialogo, questi di che campano ?
RR
L' orribile pastorale che si rompe...segno dal Cielo ?
RispondiEliminaRr
Fabiola mi ha incuriosito.
RispondiEliminaDall'Angelus odierno, 7 giugno
... L’Ultima Cena rappresenta il punto di arrivo di tutta la vita di Cristo. Non è soltanto anticipazione del suo sacrificio che si compirà sulla croce, ma anche sintesi di un’esistenza offerta per la salvezza dell’intera umanità. Pertanto, non basta affermare che nell’Eucaristia è presente Gesù, ma occorre vedere in essa la presenza di una vita donata e prendervi parte. Quando prendiamo e mangiamo quel Pane, noi veniamo associati alla vita di Gesù, entriamo in comunione con Lui, ci impegniamo a realizzare la comunione tra di noi, a trasformare la nostra vita in dono, soprattutto ai più poveri.
L’odierna festa evoca questo messaggio solidale e ci spinge ad accoglierne l’intimo invito alla conversione e al servizio, all’amore e al perdono. Ci stimola a diventare, con la vita, imitatori di ciò che celebriamo nella liturgia. Il Cristo, che ci nutre sotto le specie consacrate del pane e del vino, è lo stesso che ci viene incontro negli avvenimenti quotidiani; è nel povero che tende la mano, è nel sofferente che implora aiuto, è nel fratello che domanda la nostra disponibilità e aspetta la nostra accoglienza. È nel bambino che non sa niente di Gesù, della salvezza, che non ha la fede. È in ogni essere umano, anche il più piccolo e indifeso.
L’Eucaristia, sorgente di amore per la vita della Chiesa, è scuola di carità e di solidarietà. Chi si nutre del Pane di Cristo non può restare indifferente dinanzi a quanti non hanno pane quotidiano. E oggi, sappiamo, è un problema sempre più grave.
La festa del Corpus Domini ispiri ed alimenti sempre più in ciascuno di noi il desiderio e l’impegno per una società accogliente e solidale...
Fin qui Francesco.
Dico, con serenità, la mia: a prima vista NON è inquietante. Però spiazza quelli come me.
continua...
... e termino
RispondiEliminaSpiego: le singole affermazioni possono essere condivisibili. A spiazzarmi è la volontà di contrapporre il "non basta affermare la presenza di Gesù" nell'Eucaristia con "il vedere la presenza di una vita donata e prenderne parte". Perchè, a ben vedere, non basterebbe il vedere la presenza di una vita donata (tanti bravi uomini e donne sono stati generosi) se non fosse realmente presente (divinamente!) Gesù. A spiazzare è un bisogno di "terra" che pare trovare di troppo un'eccessiva attenzione al "Cielo".
Mi spiazza che la comunione sia innanzitutto tra di noi, a scopo solidale, soprattutto materiale, e non meriti nemmeno un fervorino l'elevare la nostra esistenza a una divinizzazione spirituale. Convertiti "al servizio", come se "facendo" saremo comunque giustificati, comunque la si pensi su cosucce banali quali i comandamenti o la fede, l'elevazione spirituale o la verità. Il quotidiano è la liturgia in cui vivere la comunione: se questa liturgia ci vede attori di dono, saremo "sdoganati" nei nostri peccati. In sè è quasi geniale: infatti, se fossimo tutti più buoni, staremmo tutti meglio. Ma tra l'utopia e la verità c'è di mezzo la realtà: se non c'è più alcuna presenza soprannaturale, se è tutto umano, se è l'uomo a determinare la comunione con Dio, se è la quotidianità a essere sacra, che cosa insegnerò per educare un giovane? Che cosa testimonierò per rendere ragione della mia speranza? Me stesso? Una mia idea? a quel punto educherò in questo modo: fai quel che vuoi, non c'è problema. Basta che doni e che servi.
Anche a Gesù fu detto così, nel deserto: rendimi culto e sarà tutto tuo.
E poi sulla croce: scendi e ti crederemo.
Perchè non basta servire, agli uomini, alle loro idee, alla loro politica.
Bisogna dire sì a Dio. Maria, la Madre, lo fece e non organizzò nulla. Pregava.
Marta, sorella di un'altra Maria, non era male come servizio: ma la sorella fu maggiormente lodata. Questione di "servi inutili". "Senza di me non potete fare nulla". Vi lascio la pace, vi do la mia pace, NON come la dà il mondo". Etc.
Nel pane e nel vino eucaristici c'è il Signore. C'è Dio. C'è l'eterno. Inginocchiarsi non è esteriorità, ma senso della realtà. Vedervi un simbolo è utile alla carità, ma rischia, per non dire di peggio, di non servire la Verità.
Il pastorale a Sarajevo si è spezzato non in un punto a caso del bastone, ma là dove le mani del pastore lo stringono... Sarà un caso?
Eppure non cade foglia che Dio non voglia... Ho spesso criticato questo proverbio. Ci ho messo vent'anni a capirlo bene. Dovevo prima smettere di credermi "importante"...
Rr, direi malum omen......True colors, il romanzo, il sito FB, o la canzone di Cindy Lauper? Lupus et Agnus.
RispondiEliminaLa frase di Bergoglio: "“Noi, discendenti di Abramo secondo la fede in Te, unico Dio, ebrei, cristiani e musulmani, ....." oltre ad essere dottrinalmente errata non riprende anche la frase del Concilio Vaticano II secondo cui "Ebre, Musulmani e Cristiani adorano lo stesso Dio"?
RispondiElimina“Il dialogo è una scuola di umanità e un fattore di unità, che aiuta a costruire una società fondata sulla tolleranza e il mutuo rispetto” (Bergoglio).
RispondiEliminaPhrase 100% maçonnique.
Exemple : « Vatican II a enseigné aux croyants l'importance du dialogue comme méthode rendant possible la rencontre entre les hommes, au-delà de toute croyance ou appartenance; à se sentir comme partie d'une communauté en mouvement. A nous, laïcs, il a appris à reconnaître l'humanité de l'Eglise. Après cinquante ans, ce message de paix, d'harmonie et de fraternité entre tous les hommes est plus que jamais vivant et nécessaire, etc., etc. » — Gustavo Raffi, Grand Maître du Grand Orient d'Italie.
Speriamo di non rivedere mai più quell'orrenda ferula...
RispondiElimina@ Sulla frase di Bergoglio - l'errore teologico, dal Concilio in poi
RispondiEliminaNel Concilio, se non c'e' letteralmente la frase "Ebrei, Musulmani e Cristiani adorano lo stesso Dio", c'e' pero' il concetto: Lumen Gentium 16 e dichiaraz. Nostra Aetate 3 e 4. Bene ha fatto Maria Guarini a ricordare i guasti di Lumen Gentium 16, continuati dai Papi successivi, che hanno propalato tutti l'idea che le tre "grandi religioni monoteistiche" adorano lo stesso Dio unico. Non dimentichiamoci che GPII ha addirittura baciato un Corano portatogli in dono, in segno di rispetto! Sono gesti che gridano vendetta di fronte a Dio e difatti la punizione sta ora arrivando, con l'invasione mussulmana incontrollata e semprepiu' massiccia. E Benedetto XVI, dopo un iniziale tentativo di critica dell'Islam, che pero' non ne investiva i fondamenti religiosi, ha continuato sulla stessa linea. La proposizione sul Dio unico ha un evidente taglio deistico. Dal punto di vista dottrinale e' completamente falsa. Perche':
a. per gli ebrei Cristo e' un impostore, un mago, figlio di una prostituta (Talmud e/o testi correlati, mai rinnegati da alcun rabbino), giustamente fatto giustiziare come malfattore dai loro capi di allora. Essi restano chiusi nel loro monoteismo, che attende sempre la venuta del messia capo carismatico e considerano l'idea stessa della Ssma Trinita' una bestemmia. Gli ebrei hanno apostatato dalla vera rivelazione, che pur hanno avuto, rinnegando (a gran maggioranza, per colpa dei loro capi) il Messia che era venuto. I maomettani invce non hanno avuto alcuna rivelazione.
b.Il Dio di cui parla il Corano (Allah) non puo' essere il vero Dio, altrimenti l'entita' che avrebbe parlato a Maometto (l'arcangelo Gabriele) non gli avrebbe dichiarato sin dall'inizio delle "rivelazioni" che la Trinita' e' un'impostura poiche' essa consisterebbe di Dio, Gesu' e Maria (Maria madre di N.S. inserita da Maometto nella Trinita' dei Cristiani - sic - e nello stesso identificata con Maria sorella di Aronne, vissuta dodici secoli prima di Cristo!). Maria, sorella di Aronne [!], e' rispettata dai maomettani come madre di Gesu', che per loro non e' affatto il figlio di Dio, ma un profeta, benvoluto da Allah, da considerarsi precursore di Maometto: e' rispettato, ma solo come precursore di Maometto, che egli avrebbe preannunciato nei Vangeli ma i discepoli invidiosi ne avrebbero cancellato il nome! Ed infatti i mussulmani considerano Antico e Nuovo Testamento libri adulterati e si guardano bene dal leggerli.
Eppure LG 16 ha avuto il coraggio di scrivere: "Ma il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudichera' gli uomini nel giorno finale". Simile concetto ripetuto in Nostra Aetate 3.
"Adorano con noi un Dio unico" = adorano lo stesso Dio che adoriamo noi,allora, se no perche' il "con noi"? E "l'unico"? Il nostro si e' rivelato Uno e Trino, quello di Maometto e' solo Uno, non e' Padre, e' un Dominatore, che manda all'inferno per l'eternita' tutti quelli che non credono nella "rivelazione" di Maometto. Per i maomettani, invece, l'inferno e' provvisorio. Nel paradiso, per i maschi, ci sarebbero i noti godimenti carnali, con 72 vergini riservate a ciascuno, per l'eternita'! [SEGUE, PER LE FONTI]
@ Sulla frase di Bergoglio - l'errore teologico, dal Concilio in poi
RispondiEliminaNel Concilio, se non c'e' letteralmente la frase "Ebrei, Musulmani e Cristiani adorano lo stesso Dio", c'e' pero' il concetto: Lumen Gentium 16 e dichiaraz. Nostra Aetate 3 e 4. Bene ha fatto Maria Guarini a ricordare i guasti di Lumen Gentium 16, continuati dai Papi successivi, che hanno propalato tutti l'idea che le tre "grandi religioni monoteistiche" adorano lo stesso Dio unico. Non dimentichiamoci che GPII ha addirittura baciato un Corano portatogli in dono, in segno di rispetto! Sono gesti che gridano vendetta di fronte a Dio e difatti la punizione sta ora arrivando, con l'invasione mussulmana incontrollata e semprepiu' massiccia. E Benedetto XVI, dopo un iniziale tentativo di critica dell'Islam, che pero' non ne investiva i fondamenti religiosi, ha continuato sulla stessa linea. La proposizione sul Dio unico ha un evidente taglio deistico, sarebbe piaciuta a un Lessing, l'autore della "Educazione del genere umano", e di "Nathan il saggio",grande e convinto massone. Dal punto di vista dottrinale e' completamente falsa. Perche':
a. per gli ebrei Cristo e' un impostore, un mago, figlio di una prostituta (Talmud e/o testi correlati, mai rinnegati da alcun rabbino), giustamente fatto giustiziare come malfattore dai loro capi di allora. Essi restano chiusi nel loro monoteismo, che attende sempre la venuta del messia capo carismatico, per cosi' dire, dominatore delle genti, o fondatore di un nuovo millennio; considerano l'idea stessa della Ssma Trinita' una bestemmia che merita la morte, dal punto di vista strettamente "ortodosso".
b. peggio ancora con i mussulmani. Gli ebrei hanno apostatato dalla vera rivelazione, che pur hanno avuto, rinnegando (a gran maggioranza, per colpa dei loro capi) il Messia che era venuto. I maomettani invece non hanno avuto alcuna rivelazione. Il Dio di cui parla il Corano (Allah) non puo' essere il vero Dio, altrimenti l'entita' che avrebbe parlato a Maometto (l'arcangelo Gabriele) non gli avrebbe dichiarato sin dall'inizio delle "rivelazioni" che la Trinita' e' un'impostura poiche' essa consisterebbe di Dio, Gesu' e Maria (Maria madre di N.S. inserita da Maometto nella Trinita' dei Cristiani - sic - e nello stesso identificata con Maria sorella di Aronne, vissuta dodici secoli prima di Cristo!). Maria, sorella di Aronne [!], e' rispettata dai maomettani come madre di Gesu', che per loro non e' affatto il figlio di Dio, ma un profeta, benvoluto da Allah, da considerarsi precursore di Maometto: e' rispettato, ma solo come precursore di Maometto, che egli avrebbe preannunciato nei Vangeli ma i discepoli invidiosi ne avrebbero cancellato il nome! Ed infatti i mussulmani considerano Antico e Nuovo Testamento libri adulterati e si guardano bene dal leggerli. Per loro ovviamente basta il Corano, che considerano addirittura un archetipo celeste disceso in terra nella forma di libro.
Il bastone rotto è un segno?
RispondiEliminaLeggiamo il Profeta Zaccaria al capitolo 11,7 segg.
"Io dunque mi misi a pascolare le pecore da macello da parte dei mercanti (!) di pecore. Presi due bastoni: uno lo chiamai Benevolenza e l'altro Unione e condussi al pascolo le pecore. Nel volgere d'un sol mese eliminai tre pastori. Ma io mi irritai contro di esse, perché anch'esse si erano tediate di me. Perciò io dissi: Non sarò più il vostro pastore. Chi vuole morire muoia,; chi vuol perire perisca; quelle che rimangono si divorino pure fra di loro! Presi il bastone chiamato Benevolenza e lo spezzai: ruppi così l'alleanza da me stabilita con tutti i popoli... "
E' da leggere tutto il capitolo: è messianico, profetico, escatologico, apocalittico.
Lupus, il libro
RispondiEliminaMa possibile mai che se non infilano la parola solidarietà, ormai non sanno fare manco un Angelus ? Ma possibile che almeno una domenica che Dio manda in terra, si possa sentir parlare solo di Nostro Ssignore, visto che e' la Sua festa, senza mettere sempre in primo piano gli uomini, malati, poceri, sofferenti, ecc?
Ed al bimbo che non sa chi e' Gesu', chi lo insegna ?
Rr
Che il Dio dei Cattolici non sia quello di Ebrei e Maomettani fino a due anni fa, a parte i gerarchi conciliari, era scontato per i fedeli cattolici. Delle due l'una. O il vdr coi suoi gerarchi vuole finire l'opera, convertendo tutti i cattolici ad un'altra religione, oppure, come si autoconvincono i normalisti, vuole prevalere, prendendo in giro tutti gli altri e credendo di essere più furbo. Questo irresponsabile invece otterrà solo, come del resto è successo finora, di esporre tutti i cristiani del pianeta alla sofferenza e al martirio. Ciò che unifica Bergoglio, Obama, i Maomettani ed ebrei è il naturalismo evoluto a materialismo storico. La Chiesa ex Cattolica dialoga, cioè partecipa a pieno titolo al Sabba massonico bosniaco avviato al suono delle bombe di Clinton e D'Alema. E così ha la sua fetta di torta. Un tizio vestito di bianco, mai papa sedicente, vende il suo gregge e si genuflette ad un faraone nero americano in nome di un unico dio. Anch'esso nero. Si chiama petrolio.
RispondiEliminaAnonimo 15:56,
RispondiEliminaSe legge lo scritto di cui al link ai termini "unico Dio" può trovare riflessioni
al riguardo.
! Grazie Don Leonardo ! W i Sacri Cuori di Gesu' e di Maria !
RispondiEliminaIgnoranza e protervia: due caratteristiche che non mancano nella Chiesa 2.0
RispondiEliminahttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/06/06/pasticci-diplomatici-sanchez-sorondo-e-la-salute-riproduttiva/
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RispondiElimina@ Rr, quanti segni dal cielo abbiamo visto; questo del pastorale di P.VI non è l'ultimo atto, ma è l'ennesimo per chi vuol capire.
RispondiEliminaCari amici, in primis alla Sig.ra Dr.ssa Mic., - dopo tutte queste indecenze dentro la Chiesa di Cristo, non mi resta che ritirarmi in buon ordine a pregare come fanno gli eremiti. Tanto vedo che di giorno in giorno è tutta e solo decadenza, arbritrio dei preti, dei vescovi, di Bergoglio e C. - dunque non resta che attendere che Nostro Signore ci dia il segno della disfatta e la dispersione di tutta questa plebaglia, e che Lui stesso rimetta in piedi la Sua Chiesa Cattolica.
Tanto noi, oltre la preghiera ed i Rosari non possiamo nulla, siamo un piccolo gregge, che non si sà in quali mani si trova, e speriamo che la Madonna ci aiuti tutti a ritrovarci un giorno nella vera Chiesa.
Non disperiamo, la preghiera ed il Rosario fanno i veri miracoli. dobbiamo solo pregare. Noi siamo dei poveracci contro un esercito di panzer; e come potremo mai abbatterli se non decide l'Onnipotente? non ci resta che pregare e chiedere ilmiracolo della fede in Lui, sempre, sperando che arrivi il giorno della pseudo/chiesa/cattolica ribaltata, come dice E.M.Radaelli.
Come uomo stò perdendo tutte le speranze che si possa con un cataclisma rovesciare tutto quest'apparato di eretici, come Cristiano e seguace di Cristo e del Vangelo, spero nel miracolo di Cristo, ma forse io alla mia avanzata età, non vedrò più la chiesa bimillenaria, ma solo tutto questo circo/spettacolo che hanno inventato dal vat.II fino ad oggi. E chissà cosa potrà accadere domani con bergoglio e chi lo succederà.
Certa è una cosa si avverano giorno dopo giorno le profezie di Fatima, della B.Emmerich e di Leone XIII. - Per ora, o a tempi brevi i rivoluzionari conciliaristi peggioreranno sempre.
@ INVIO DOPPIONE - STORIA ROMANZATA - FONTI
RispondiEliminaChiedo scusa, ho pasticciato con l'invio del precedente intervento, inizialmente non era partito perche' troppo lungo, poi nel raccorciamento ne sono partiti due. Sosia in azione in Vaticano? Cos'e' un film? La ritengo una battuta scherzosa.
Per le FONTI, eccone alcune :
Corano, sura IV, 169 (La sura delle donne): "O gente del Libro, non eccedete nella vostra religione ne' dite, riguardo a Dio, se non la verita'; certo il Messia, Gesu', figlio di Maria, e' l'apostolo di Dio, il suo verbo, che egli getto' in Maria, e un spirito, proveniente da lui; credete dunque in Dio e ne i suoi apostoli e non dite: "tre"; desistete da cio', questo sara' meglio per voi; in verita' Dio e' un dio solo; lontano sia da la sua gloria che egli abbia un figlio! A lui appartiene cio' che e' nei cieli e cio' che e' sulla terra, e Dio e' protettore sufficiente" - Sura V, 77 (della tavola imbandita): "Invero, sono miscredenti quelli che dicono: in verita' Dio e' il terzo di tre, mentre non vi e' altro Dio se non un dio unico, e se essi non desisteranno da quel che dicono, un castigo doloroso cogliera' quelli di essi che non credono" - Ivi, 116: "E quando Dio disse: ' o Gesu', figlio di Maria, hai mai detto agli uomini: prendete me e mia madre come due divinita', accanto a Dio?', 'per tua gloria, no', rispose Gesu', ' perche' dovrei dire cio' che non ho il diritto di dire?". Nella sura IV, 156, si nega la realta' della Crocifissione, accogliendo l'eresia docetista (non fu crocifisso Cristo ma un suo sosia o simulacro). Per Maria, madre di Gesu' e "sorella di Aronne", sura III (della famiglia di Imram), 31-32. (Il Corano, tr. it. con note critiche di L. Bonelli, Hoepli, rist. 1983)
Detti attribuiti al Profeta sulla guerra santa: - Il paradiso e' all'ombra delle spade - Il miscredente e colui che lo uccide non si incontreranno mai all'Inferno - La guerra e' inganno - Ammazzate i politeisti anziani ma risparmiate i giovani - Cacciate ebrei e cristiani dalla penisola arabica -Trattate bene i prigionieri - non saccheggiate, niente mutilazioni - Non uccidete le donne e i bambini (B. Lewis (a cura e tr. ingl. di), Islam, raccolta di fonti, Mac Millan, 1976). (Papa Francesco l'ha mai detto esplicitamente che il nostro Dio e' Uno e Trino?)
Chers amis, ne jamais désespérer. Songez à ce qu’ont dû éprouver les disciples de Jésus, les Apôtres, la Très Sainte Vierge, quelques jours seulement après l’entrée triomphale à Jérusalem…
RispondiEliminaJésus arrêté, Jésus condamné, Jésus exécuté… Mais, deux jours après, Jésus ressuscité !
Le disciple n’est pas au-dessus du maître. Nous passons, l’Église passe, elle aussi, un mauvais moment. Le monde l’a d’ores et déjà jugée et condamnée. Il cherche maintenant, par tous les moyens, à la faire disparaître. Soyons constants dans la prière, quoi qu’il advienne.
Nous avons, pour nous soutenir dans les épreuves que nous traversons, la protection de Marie, la communion des saints, l’intercession de l’Église triomphante.
Avec de tels amis pour nous soutenir, de quoi aurions-nous peur ?
"Addirittura, come ha ricordato il prof Paolo Pasqualucci, il bacio di GPII dato al Corano in realtà è stato dato dal sosia di GPII (in quell'occasione non era GPII) poichè sempre la Massoneria eccesiastica oltrre alla manipolazione mentale ha fatto di uso di sosia dei Pontefici Paolo VI e GPII."
RispondiEliminaMa per favore!
Quel bacio c`è stato, chi ha tentato di negarlo, pretendendo che la foto fosse un fotomontaggio o che quel libro non fosse il Corano, è stato smentito da chi era presente, da organi vaticani, dall`agenzia Fides che parlò di un segno di rispetto di Giovanni Paolo II per i fedeli musulmani( https://plus.google.com/+DonTullioRotondo/posts/b5ax7MkCuG6), inutile aggiungervi la bufala del sosia.
O allora che vengano fornite le prove e si esca dall`anonimato.
Che poi Benedetto XVI, libero da ogni "allégeance", obbedienza, a gruppi di pressione, tipo logge massoniche ma non solo, possa essere stato manipolato mentalmente con techniche sofisticate è semplicemente, mi sia permesso di dirlo, ridicolo.
c'era anche questo
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/12/la-questione-dell-unico-dio-delle.html
"“Il dialogo è una scuola di umanità e un fattore di unità, che aiuta a costruire una società fondata sulla tolleranza e il mutuo rispetto” (Bergoglio).
RispondiEliminaPhrase 100% maçonnique."
Caro RAOUL,
Questo è anche l'insegnamento di Martin Bubber, vede:
"Ogni vita vera è incontro"
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L'essere umano, secondo Buber, è per essenza dialogo, e non si realizza senza comunicare con l'umanità, la creazione e il Creatore. L'uomo è anche, necessariamente, homo religiosus, perché l'amore dell'umanità conduce all'amore di Dio e viceversa. È quindi impensabile parlare agli uomini senza parlare a Dio, e questo avviene secondo un rapporto di reciprocità. La Presenza divina partecipa dunque a ogni incontro autentico tra gli esseri umani e abita in quelli che realizzano il vero dialogo.
Il dialogo riposa sulla reciprocità e sulla responsabilità, che esiste unicamente là dove vi è una vera risposta alla voce umana. Dialogare con l'altro significa affrontare la sua realtà e farsene carico nella vita vissuta. Il dialogo con Dio non avviene differentemente: la Sua "parola" è una presenza reale, alla quale occorre rispondere. Per Buber, la Bibbia testimonia questo dialogo tra il Creatore e le sue creature, e Dio ascolta l'uomo che addita coloro sui quali la collera divina deve abbattersi o supplica il suo Creatore di manifestare la Sua provvidenza.
Io e Tu (Ich und Du)
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Nella sua opera più celebre, Martin Buber sottolinea la propensione duplice verso il mondo: la relazione Io-Tu e la relazione Io-esso.
Né l'Io, né il Tu vivono separatamente, ma essi esistono nel contesto Io-Tu, antecedente la sfera dell'Io e la sfera del Tu. Così, né l'Io né l'esso esistono separatamente, ma esistono unicamente nel contesto Io-esso. La relazione Io-Tu è assoluta solo rispetto a Dio - il Tu eterno - e non può essere pienamente realizzato negli altri domini dell'esistenza, comprese le relazioni umane, dove sovente Io-Tu fa posto all'Io-esso (Io-Tu o Io-esso non dipendono dalla natura dell'oggetto, ma dal rapporto che il soggetto istituisce con l'oggetto). L'essere umano non può trasfigurarsi e accedere a una dimensione di vita autentica senza entrare nella relazione Io-Tu, confermando così l'alterità dell'altro, che comporta un impegno totale: “La prima parola Io-Tu non può essere detta se non dall'essere tutto intero, invece la parola Io-esso non può mai essere detta con tutto l'essere”. Io e Tu sono due esseri sovrani, l'uno non cerca di condizionare l'altro né di utilizzarlo.
Secondo Buber l'uomo può vivere senza dialogo, ma chi non ha mai incontrato un Tu non è pienamente un essere umano. Tuttavia, chi si addentra nell'universo del dialogo assume un rischio considerevole dal momento che la relazione Io-Tu esige un'apertura totale dell'Io, esponendosi quindi anche al rischio del rifiuto e al rigetto totale.
La realtà soggettiva dell'Io-Tu si radica nel dialogo, mentre il rapporto strumentale Io-esso si realizza nel monologo, che trasforma il mondo e l'essere umano stesso in oggetto. Nel piano del monologo l'altro è reificato - è percepito e utilizzato - diversamente dal piano del dialogo, dove è incontrato, riconosciuto e nominato come essere singolare. Per qualificare il monologo Buber parla di Erfahrung (una esperienza “superficiale” degli attributi esteriori dell'altro) o di Erlebnis (una esperienza interiore significativa) che si oppone a Beziehung - la relazione autentica che interviene tra due esseri umani.
@ ANCORA SUL "NOI DISCENDENTI DA ABRAMO, SECONDO LA FEDE ETC." - COME LO INTENDONO I MUSSULMANI - FONTI
RispondiEliminaLo intendono in modo del tutto diverso dal nostro, falsificando i dati scritturali, in modo da poter dichiarare falsa la nostra religione e quella ebraica! Questa e' la verita', occultata a partire dal Vaticano II! Esposizone delle fonti, in piu' sezioni, ossia di estratti dalla "Vita di Maometto" di Carlo Alfonso Nallino, uno dei piu' grandi studiosi italiani dell'Islam, scritta nel 1916 e apparsa postuma nel 1946, Roma, Istituto per l'Oriente, pp. 38. Le frasi tra parentesi quadre sono mie.
1. Maometto nacque nel 571 AD, secondo la tradizione, a La Mecca, ricca citta' di mercanti, nel clan dei Coreisciti, di famiglia ne' ricca ne' povera. Orfano, sposo' una ricca vedova. Ad un certo punto comincio' ad avere "visioni profetiche", cosi' diceva. Non si sa nulla in realta' delle origini della sua "vocazione" religiosa. La Mecca era pagana, vi si adorava la Pietra Nera (Kaabah), oggetto di pellegrinaggi beduini, sempre pagani. Pero' gia' si stava affermando, nonostante il politeismo, l'idea generica di un Dio unico ("il Dio" = Allah), probabilmente importata da Nord, dove c'erano ebrei e cristiani" (op. cit. p. 3). Non si sa nulla, rileva Nallino, "intorno a coloro che influirono sul suo passaggio dal paganesimo meccano ad un rigido monoteismo, e che gli fornirono quelle idee e quelle leggende religiose, cristiane e giudaiche, le quali furono da lui poste a fondamento dell'islamismo.
Ma senza dubbio le sue fonti dovettero essere ben magre e ben incerte, se del Cristo egli ebbe a formarsi il concetto proprio del sistema docetico [eresia che nega la realta' corporale di NS e la sua morte in croce]; se del cristianesimo egli non riusci' ad afferrare il dogma capitale della redenzione; se le narrazioni dell'Antico e del Nuovo Testamento appaiono in lui deformate talora da confusioni gravissime [vedi la confusione di Maria madre di Gesu' con Maria sorella di Aronne] ovvero conformi alla haggadah popolare giudaica ed agli apocrifi cristiani anziche' ai testi biblici genuini; se infine, a tacer d'altro, egli pote' a lungo illudersi d'essere riconosciuto da Ebrei e da Cristiani quale un apostolo di Dio agli Arabi" (op. cit., pp. 4-5). [SEGUE]
RispondiEliminaQuando se legge questo:
"“Noi, discendenti di Abramo secondo la fede in Te, unico Dio, ebrei, cristiani e musulmani, umilmente siamo davanti a Te e con fiducia Ti preghiamo..."
Sembra che la rivelazione viene totalmente attribuita a Abramo, come se questo che leggiamo "Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio Unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato" nel Prologo del Vangelo di S. Giovanni se compiesse in Abramo. Nel fondo dell'errore sta la "dottrina" della validità dell'alleanza tra Dio e Abramo sostenuta per Ratzinger per mostrare l'antica alleanza, come mai revocata.
Se la visione di Abramo di Dio era sufficiente perché inviare Gesù per morire nella croce? Quale il senso di fare due alleanze eterne?
@ CONTINUA - FONTI DEL MONOTEISMO "ABRAMITICO" DEI MAOMETTANI, DEL TUTTO INCOMPATIBILE CON IL NOSTRO, DEL DIO UNO E TRINO, FONDATO SULLA VERA RIVELAZIONE
RispondiElimina2. Pero' Maometto si ritrovo' ad un certo punto posseduto da "un entusiasmo religioso monoteistico", sempre Nallino, che "s'acqui' fino a produrgli visioni notturne, poco prima dell'alba, nelle quali ei si credette oggetto di particolari rivelazioni di Dio, trasmessegli per mezzo d'un essere sovrumano, cui i passi coranici piu' antichi chiamano "un nobile messaggero", "un possente tenuto in gran conto presso il Signore del trono", uno "spirito fidato", uno "spirito di santita'", e che solo in un periodo piu' tardo della sua vita Maometto identifichera' con l'arcangelo Gabriele. Le parole di quel messaggero celeste sono poi quelle che Maomeetto testualmente ripete; sono parole di Dio, son qur'an, ossia un testo sacro, un testo rivelato da recitare in forma solenne, salmodiato, a scopo di preghiera e di edificazione" (Nallino, pp. 5-6).
Come predicatore privato, comincio' ad avere dei seguaci. "La sua forza d'attrazione stava tutta nel suo ardente sentimento religioso, nell'entusiasmo con cui predicava dottrine semplici ma assai piu' soddisfacenti del freddo paganesimo meccano, nelle pratiche pie, quasi ascetiche, a cui egli si dava, nelle sue cure per i poveri, per gli orfani, ai quali senza dubbio elargiva parte dei suoi redditi. Colpiva soprattuto il fatto nuovo di testi sacri in prosa araba ritmica, da recitarsi in comune, con particolare cadenza di voce, mentre il rituale pagano era tutto atti e grida incomposti, e la liturgia di Ebrei e Cristiani era in lingue straniere incomprensibili agli Arabi. Solleticava inoltre l'orgoglio nazionale di taluno il fatto che per la prima volta un arabo autentico, un meccano, fosse oggetto di rivelazioni divine [il fattore nazionalistico fu assai importante nell'affermarsi dell'Islam]" (p. 6). [SEGUE]
@ CONTINUA - SUL MONOTEISMO "ABRAMITICO" DEI MAOMETTANI (FONTE: Nallino, Vita di Maometto)
RispondiEliminaNallino mette in rilievo un punto molto importante, scoperto dagli studiosi occidentali soprattutto: "Durante il periodo meccano della sua vita, Maometto non ebbe affatto l'idea di predicare una religione diversa dalle altre monoteistiche a lui vagamente note. IL suo pensiero era semplice. Per salvarsi occorre commemorare assiduamente Iddio [era ossessionato dall'idea di una catastrofe finale, dal giorno del Giudizio, nominato 90 volte nel Corano, in termini sempre spaventosi - sempre Nallino, p. 9], lasciar in disparte l'eccesso delle cure mondane; occorre fare il bene, elargire abbondanti elemosine ai poveri, proteggere gli orfani, rifuggir dall'usura. Ma come si commemora Iddio? Con la preghiera, intesa nel senso di recitazione salmodiata di testi sacri, accompagnata da prostrazioni e genuflessioni come nel rito antico dei Cristiani d'Oriente [notare bene questo punto, da dove vengono le "prostrazioni" dei mussulmani], e preceduta dalla purificazione del corpo mediante parziali lavacri. IN passato i popoli stranieri aveano avuto sacre scritture rivelate nella loro lingua; quindi i Giudei di Medina salmodiavano in ebraico nella sinagoga, ed i Cristiani recitavano i loro testi sacri in greco, in siriaco, in etiopico. Solo gli Arabi non avevano un rivelazione divina nella loro lingua; onde la difficolta' per essi di giungere alla salvezza [si notera' il formalismo di questa concezione, l'importanza eccessiva data all'elemento esteriore, al "servizio del labbro"]. Ecco dunque che Iddio finalmente ha scelto un inviato, Maometto, preso fra loro medesimi. Egli e' un "ammonitore in lingua araba chiara", "egli apporta un qur'an arabi, "un testo sacro arabo" ai suoi concittadini..."(p. 7)
Sull'escatologia maomettana, precisa Nallino, in modo assai limpido: "Abbiamo qui una piena eco della letteratura apocalittica e sibillina cristiana, con la quale il Corano ha comune anche la frequenza delle descrizioni immaginose dell'inferno e del paradiso. Senonche' per quest'ultimo cessa lo spiritualismo cristiano e vi si sostituisce un quadro di gioie materiali, quale poteva sognarle e bramarle un arabo autentico di quell'eta' anche sulla terra. La resurrezione dei corpi, con tutte le loro passioni e tutti i loro bisogni, diventa il necessario presupposto d'una vita oltremondana cosi' concepita; ed infatti su essa molto insiste nel periodo meccano il Corano, nel quale invece non troviamo mai svolto il concetto puro dell'immortalita' dell'anima" (p. 9).
Cher Gederson, on ne dialogue pas avec des gens qui posent en principe votre élimination. On les extermine.
RispondiElimina@ CONTINUA SUL MONOTEISMO "ABRAMITICO" DI MAOMETTO - FONTI
RispondiEliminaLa predicazione pubblica di Maometto incontro' forti opposizioni, soprattutto da parte dei maggiorenti, che non accettavano l'attacco alla religione tradizionale, professata dal clan, e trovavano assurda l'idea di una resurrezione dai morti (op. cit. pp. 11-14). Maometto se ne ando' con un gruppo di seguaci nella ridente cittadina agricola di Yatrib poi Medina, fondata (sembra) da Ebrei, che vi abitavano in maggioranza, con i quali Maometto strinse accordi ma poi, quando comincio' ad espanderE la sua "religione" con le armi, distrusse completamente. La separazione avvenne sembra nel settembre dell'AD 622 e fu chiamata egira (con l'accento sulla e), che, ci informa Nallino, vuol dire "emigrazione" "deliberata separazione", non "fuga" (l'era mussulmana incomincia da quell'anno).
A Medina, Maometto comincio' a concepire la sua religione (Islam o sottomissione ad Allah, il sottomesso e' "muslim") come un organismo politico di tipo teocratico, sul modello di quello di Mose' (p. 21). Emano' a Medina un editto, firmato "Maometto il profeta", che fissa una serie di principi religioso-politici, tra i quali importanti le norme per la spartizione del bottino conquistato: l'inizio in pratica dell'espansionismo politico-militare dell'Islam (p. 24 ss.).
A questo punto avvenne la completa emancipazione di Maometto dall'ebraismo e dal cristianesimo. Un ruolo chiave vi gioco' appunto la sua interpretazione della figura di Abramo. iL passaggio e' spiegato molto bene dal grande Nallino.
"Com'era possibile che i seguaci del monoteismo cristiano e giudaico, l'autorita' dei quali era stata invocata da Maometto alla Mecca a proprio favore, negassero a Medina la verita' della missione del profeta arabo monoteista? E d'altro canto, dopo le sue passate affermazioni intorno a coloro che, non Arabi, avevano ricevuto in addietro Scritture sacre da Dio, come avrebbe potuto adesso Maometto dichiarar falsa la religione degli Ebrei medinesi e vera quella da lui predicata? Le nuove cognizioni bibliche, apprese al contatto con i Cristiani e sovra tutto con gli Ebrei di Medina, lo misero in grado di risolvere queste difficolta'" (op. cit., pp. 25-26). CONTINUA
@ CONTINUA - ABRAMO SECONDO MAOMETTO
RispondiElimina"Nelle parti meccane del Corano la figura del "profeta" Abramo non aveva ricevuto maggior risalto che quella degli altgri personaggi biblici; rimaneva anzi addietro rispetto a quelle di Mose' e di Gesu', ricche di miracoli. A Medina Maometto venne a conoscere che Abramo, il restauratore del monoteismo, non solo e' chiamato nella Bibbia l'amico di Dio, e dato come padre al popolo giudaico, il quale pertanto riceve il nome di "seme d'Abramo", ma anche, secondo il Genesi, e' il progenitore di varie popolazioni dell'Arabia del nord-ovest, sovrattutto attraverso la linea genealogica di suo figlio Ismaele. Apprese inoltre che Abramo era vissuto prima di Mose', ossia prima della legislazione religiosa giudaica, e cosi' pure prima di Gesu', ossia del cristianesimo. Conobbe infine che l'Antico Testamento annunzia la futura venuta d'un Messia, e che il Vangelo di san Giovanni fa predire da Gesu' ai discepoli l'invio del Paracleto, dopo la sua propria morte, per istruirli ed assisterli [si tratta dello Spirito Santo]. Da queste notizie Maometto trasse inattese consequenze"(op. cit., p. 26). ECCO LE CONSEGUENZE: "La religione ch'egli predica, afferma egli adesso, e' quella d'Abramo, capostipite del popolo arabo, prototipo degli avversari del politeismo e dell'idolatria, non ebreo ne' cristiano, ma sottomesso (muslim) ai voleri di Dio, cioe' "mussulmano". I successivi profeti hanno tutti calcato le orme di lui; quindi tutti i loro libri sacri da loro ricevuti sono veri e si corroborano l'un l'altro, cosi' come essi a loro volta sono corroborati o confermati dal Corano. V'ha di piu': l'Antico Testamento (at-Tawrah = Torah) ed il Nuovo (al-Ingil= euangelium) preannunciano la venuta d'un apostolo che sara' chiamato Ahmad cioe' "lodatissimo", sinonimo quindi di Muhammad "Maometto". Perche' dunque Ebrei e Cristiani non riconoscono ora l'apparizione dell'apostolo vaticinato nei loro testi sacri? Egli e' che i loro capi malvagiamente occultano parte di cio' che le Sacre Scritture contengono; oppure ai testi rivelati apportano alterazioni che vorrebbero far risultare inesatti o falsi i racconti ed i precetti d'origine biblica rinvenuti nel Corano e che Dio stesso direttamente rivela al nuovo apostolo arabo. Cosi' Maometto sfugge d'ora in poi alle obiezioni fastidiose di Cristiani e di Ebrei, ed al tempo stesso allarga il piano della sua missione; giacche' questa non sara' piu' rivolta semplicemente a convertire i pagani arabi al monoteismo [come all'inizio] ma anche a ristabilire nella sua primitiva purezza quella religione d'Abramo, che, predicata pure dai successivi profeti, era stata falsata dai moderni Ebrei e Cristiani. Ormai il Corano osa imputare di politeismo le dottrine giudaiche, a motivo della loro apoteosi di Ezdra, e quelle cristiane a motivo della credenza nella divinita' di Cristo "(pp. 26-27) SEGUE
@ ANCORA SULL'ABRAMO FALSIFICATO DA MAOMETTO - FONTI
RispondiEliminaDunque: Ebrei e Cristiani falsificatori dei loro Libri Sacri e "politeisti", che avrebbero stravolto il monoteismo di Abramo. Si rifanno allora i maomettani ad Abramo allo stesso modo di noi Cristiani? Quando finira' quest'impostura? Ma torniamo, al testo di Nallino.
"[A questo punto] il Corano [fase medinese] dichiara ripetutamente che Iddio ha inviato appunto il suo apostolo Maometto con la retta guida e la religione vera per far prevalere questa su ogni altra religione, a marcio dispetto d'ogni sorta di politeisti; annunzia infine che con Maometto "suggello dei profeti" si chiude la serie degli apostoli e delle rivelazioni di Dio a tutta l'umanita'. D'ora in poi nel Corano la parola islam non si contrappone piu' al solo paganesimo, ma anche ai culti giudaico e cristiano; e l'islamismo cessa cosi' di essere una religione nazionale araba per assumere automaticamente carattere di universalita" (p. 27). A questa evoluzione corrispose l'islamizzazione completa del rituale.
"Non e' da escludere che, avanti l'islamismo, qualche Arabo cristiano avesse associato le tradizioni bibliche su Abramo ed Ismaele con il santuario della Mecca [dove si adorava la Pietra Nera], e giustifiato cosi' la sua partecipazione ad un pellegrinaggio tipico del paganesimo. Tale idea bizzarra fu accolta da Maometto; ed ecco quindi il Corano proclamare, dal second'anno dell'egira in poi,che il piu' antico santuario del mondo dedicato al culto del vero Dio fu la Ka'bah, costruita da Abramo, il quale da Dio stesso apprese i riti del pellegrinaggio e a Dio chiese carattere sacro per il territorio circostante, nonche' agiatezza di vita per i suoi abitatori, malgrado la desolazione del luogo [...] Ognuno vede le grandi conseguenze scaturenti da tutto questo. Rimase ancor piu' accentuato il distacco dal giudaismo e dal cristianesimo, ai cui luoghi santi venne sostituita una citta' araba, centro fino allora di culto pagano, i cui riti quasi barbarici accompagnanti il pellegrinaggio in vari punti del territorio della Mecca ebbero l'onore di venir quasi tutti assunti in blocco nella religione islamica" (pp. 27-28).
CONCLUDERO' CON LE NORME GIURIDICHE SULLA GUERRA SANTA, SCATURENTI DAL "MONOTEISMO" MAOMETTANO, RIGOROSAMENTE APPLICATE OGGI DALL'ESERCITO TERRORISTA DEL C.D. ISIS.
Gederson, la chiave del guaio è sempre lì, come dici bene tu.
RispondiElimina"Nel fondo dell'errore sta la "dottrina" della validità dell'alleanza tra Dio e Abramo sostenuta per Ratzinger per mostrare l'antica alleanza, come mai revocata.
Se la visione di Abramo di Dio era sufficiente perché inviare Gesù per morire nella croce? Quale il senso di fare due alleanze eterne?"
E pensare che pure le letture di ieri, da sole, davano la risposta, ma c'è chi continua a non voler vedere e sentire, anche mentre le legge! Di una chiarezza cristallina!
Erano:
_Esodo 24, 3-8: il sacrificio di giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in catini che versò sul popolo, e ne versò l’altra metà sull’altare. «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
E' chiaro che è la vecchia alleanza. Insieme è una preconizzazione del Sacrifcio e della vera Redenzione che avverrà in Cristo.
_Ep. Ebrei 9, 11-15
Cristo sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa. Gesù risorgerà, attestando la validità del Nuovo Patto.
_Vangelo
Mc 14,12-16.22-26
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
nell'Eucaristia ci ha lasciato il memoriale vivo dell'alleanza compiuta nel corpo e nel sangue di Cristo:
in Cristo morto e risorto Dio ci ha lasciato il segno meraviglioso del Suo amore, e in Lui ha concluso l'alleanza definitiva con gli uomini, la Nuova ed Eterna.
Noi queste cose le sappiamo già. Ma se la Chiesa che parla a sproposito si atteneva a quelle sopraddette, se si credono vere queste,
non si possono tenere continuamente discorsi e omelie di segno opposto.
@ MAOMETTO ORGANIZZA LA GUERRA SANTA, LO STERMINIO e la SOTTOMISSIONE DEGLI INFEDELI - FONTI - fine
RispondiEliminaSempre Nallino. Maometto comincio' da Medina una guerriglia sostenuta contro i meccani e le loro ricche carovane. Erano piccole battaglie, uno stillicidio continuo, fra alti e bassi. Per finanziarsi, comincio' a colpire le comunita' agricole ebraiche della zona, confiscando i loro beni, se si arrendevano senza combattere. Da qui "la norma definitiva del diritto pubblico islamico per quanto riguarda il carattere demaniale delle terre prese senza combattere agl'infedeli" (p. 30). Quello che restava della comunita' ebraica di Medina fu massacrato. Ci fu un assedio, non particolarmente sanguinoso. "I miseri si arrendono a discrezione dopo 15 o 25 giorni; gli uomini, da 600 a 900, vengono tutti decapitati senza pieta', le donne e i bambini venduti come schiavi, l'introito della vendita e del bottino divisi secondo le solite regole, gli immobili (case e palmeti) spartiti per un quinto a Maometto e per quattro quinti tra le famiglie mussulmane [Dopo questi eventi c'erano sempre "rivelazioni coraniche" che esaltavano i fatti]. "Da qui il posteriore diritto pubblico islamico ebbe la base principale per la norma che e' legittimo al capo dello Stato di far uccidere i prigionieri di guerra non musulmani, maschi e capaci di portare le armi, siano essi combattenti o non" (p. 31). Noi imitiamo Cristo, i mussulmani Maometto. L'Isis, con le sue barbariche decapitazioni e riduzioni in schiavitu', non fa altro che imitare alla lettera il suo "profeta". Ma nei suoi "detti" (vedi sopra) Maometto non aveva affermato di "trattare bene i prigionieri", di non darsi al bottino"? Evidentemente si riferiva a prigionieri mussulmani, non a quelli tratti dagli infedeli. Nella sua lotta contro i medinesi, Maometto stipulo' una tregua, cosa che non gli impedi' alla fine di rientrare in trionfo alla Mecca, i cui maggiorenti, spaventati, si sottomisero. "Dalla tregua di dieci anni garantita da quel trattato [con i pagani di La Mecca] si ha il fondamento della posteriore norma giuridica che non ammette tregue con infedeli concluse per un periodo maggiore d'un decennio" (p. 32). Ogni pace con gli infedeli e' sempre e solo una tregua, per l'Islam, sino alla vittoria finale, la conquista di tutto il mondo. Si arrese, dopo modesti combattimenti, anche la ricca oasi giudaica di Haybar, e frutto' un enorme bottino, che costitui' la base finanziaria per le prime grandi conquiste islamiche, morto Maometto. Maometto lascio' qui in vita gli ebrei e liberta' di culto, dovevano pero' continuare a coltivare la terra e versare ai padroni musulmani la meta' del raccolto annuo. Cio' costitui' la base per il futuro regolamento della proprieta' fondiaria nei territori conquistati fuori d'Arabia e la situazione giuridica [di quasi schiavitu'] dei sudditi cristiani o ebrei dello Stato mussulmano" (pp. 32-33).
sempre per specificare, da una delle frasi:
RispondiElimina“Noi, discendenti di Abramo secondo la fede in Te, unico Dio, ebrei, cristiani e musulmani..."
Come è già stato osservato, noi non siamo discendenti di Abramo, nè sarebbe necessario per esser salvati.
Volendolo proprio essere, ma in che termini lo si può ...quammodo sostenere?
non secondo la genealogia della carne, ma in alcuni sensi scritturali, lo stesso S. Paolo mette naturalmente Abramo come capostipite di coloro che sono salvi per fede, eredi nella promessa, nella fede (in Cristo venturo): l'atto di fede in Dio, da parte di Abramo gli fu ascritto a giustizia, è scritto.
Ma il Cristo venturo ....è già venuto, siamo infatti nel 2015 perchè Lo riconosciamo venuto nell'anno Zero, e da lì contiamo gli anni! E di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il Suo regno non avrà fine.
Ne attendiamo il ritorno.
Il citato popolo ebraico ha in onore Abramo in qualche modo, ma non crede in Cristo, non Lo riconosce venuto nell'anno zero, nè ne attende in ritorno in gloria, ma attendono il messia secondo la loro lettura, per la gloria terrena israelitica.
Il citato popolo musulmano ha in onore Abramo in qualche modo, ma non riconosce Cristo nè ne attende il ritorno. Anzi equivoca pure sua Madre per la sorella di Aronne, nata 12 secoli prima di Maria, e per la terza Persona della Trinità.
Anche secondo quest'ottica, non siamo in senso stretto "discendenti di Abramo" o non è questo il merito di essere cristiani, bensì lo è appartenere a Cristo;
ma se in qualche modo si vuole creare un parallelo tra il modo di credere di Abramo e l'oggi, i figli della promessa, della salvezza nella fede in Cristo, sarebbero solo i cristiani (nell'ottica paolina di Romani 4,9; 4,13; Galati 3,6;) ma non ebrei e musulmani, che non riconoscono Gesù.
Rimane che le cose dell'AT erano "ombra dei beni futuri" (Ebr. 10) che abbiamo pienamente, e non in figura, solo in Cristo.
Galati 3,29
"E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa."
Solo se si appartiene a Cristo, dice la S. Scrittura...ma non negli altri casi.
Caro Josh,
RispondiEliminaSembra che esiste ancora il modo Bergogliano di leggere il problema.
In questa chiave di lettura l'avvento di Cristo è letto in modo unicamente naturale. Cristo non sarebbe il portatore di una rivelazione ma di una appertura della cultura degli ebrei a tutti gli uomini. Così il problema tra cristianesimo, giudaismo e islamismo, sarebbe come il problema della relazione tra Concilio e tradizione, un problema di ermeneutica della rottura e della riforma nella continuità.
Mons. Ocariz in occasione di una polemica ha parlato, come di un principio, in "leggere il concilio alla luce della tradizione e legge la tradizione alla luce dal concilio", ma è se questo principio è applicato al Vangelo, che possiamo concludere? E nel caso di applicare questo principio nella lettura dell'Antico e del Nuovo Testamento troveremo il passaggio della Antica alla Nuova alleanza. Qui esiste un punto interessante, perché lo Antico testamento deve esse per il Nuovo e il Nuovo essere letto per l'Antico ma la relazione di ambedue è caratterizzata per una nuova rivelazione o per un approfondimento della rivelazione della Antica rivelazione?
Cristo ha strappato il velo, questo se può intravedere nell'Antico Testamento, ma l'abbattimento delle muraglie di che parla Francesco, se può leggere fuori dell'apostasia predetta per gli apostoli?
Non penso dare una risposta finale in questo commento. Ma la riduzione della relazione tra cristianesimo, giudaismo e islamismo a una lettura solamente naturale fa parte dell'affermazione che noi abbiamo lo stesso Dio. Ricordo che Giovanni XXIII al fare la distinzione tra errore e errante parla, secondo me ricordo, che non dobbiamo mai confondere l'errore con gli errante per non mancare mai gli mezzi naturale per gli errante lasciare gli errore. Beh, se non manca i mezzi naturale, perché abbiamo lo Spirito Santo per convincere l'uomo del peccato, della giustizia e dello giudizio? Secondo me è perché manca i mezzi naturali che lo Spirito Santo è stato inviato per noi cattolici. Ma ebrei e musulmani non hanno bisogno dello Spirito Santo? È abbastanza sufficiente i mezzi naturali per loro uscire del loro errori?
Per finire solo è possibile parlare che abbiamo lo stesso Dio già non accettiamo la Ss. Trinità e la facciamo alla nostra immagine e somiglianza, secondo i nostri bisogni e desideri, questo è un'altro aspetto nel fondo di questa affermazione assurda...
Temi complessi, caro Gederson...anche la mia non è una risposta, solo una chiave.
RispondiEliminaCerto che è sbagliato e in fondo impossibile leggere l'avvento di Cristo in modo unicamente naturale. Il Figlio di Dio incarnato...non è un evento solo "naturale". Dio che s'incarna, si offre, sconta, ripara, redime (l'uomo che Lo accoglie) e risorge è un atto soprannaturale, e questo atto è tuttora di scandalo proprio per ebrei e musulmani.
cito: "Cristo non sarebbe il portatore di una rivelazione ma di una appertura della cultura degli ebrei a tutti gli uomini."
Quando anche ci accostiamo all'AT, noi cattolici lo facciamo con gli occhi del Nuovo. Dire anche solo "Dio" per noi è differente, dal dire "dio" del mondo o di altre religioni senza Cristo.
La Trinità è già presente nei primi versetti di Genesi, con quel plurale Elohim. "Facciamo l'uomo a nostra immagine". Già vi sono Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Figlio è il Logos (parallelo Gn 3 e Gv 3), il Verbo, la Facoltà della Parola Creatrice di Dio che crea e ricrea la Vita, già presente fin dall'inizio della Creazione.
Il "problema" tra cristianesimo, giudaismo e islamismo, è che non hanno accolto Cristo....non si può mascherarlo da "ermeneutica di continuità", ma è vero che il tutto viene stravolto in questa direzione.
Se c'è il principio, fuorviante, "leggere il concilio alla luce della tradizione e legge la tradizione alla luce dal concilio", e se è applicato nella lettura dell'Antico e del Nuovo Testamento, ci si perde,
ma dico che se si è onesti nella lettura,
ci imbatteremo però nelle stesse parole di Cristo, che "nemmeno uno iota o apice della Legge è rinnegato", ma di più ci è chiesto di "nascere di nuovo".
Tra i 2 Testamenti, un criterio lo enuncia S. Paolo: cfr. Ebrei 9, specie
9, 16-28, dove si dice che un Testamento vale per la morte (e, nel nostro caso, anche resurrezione) del Testatore.
Quindi ciò che è dichiarato valido, è in Cristo.
E non l'ombra del passato, o la figura del passato, che solo preannunciava Cristo.
Intendo dire, non è che la Chiesa è stata lasciata senza criterio interpretativo, nè ne può inventare uno non fondato sulla dimensione trinitaria, per far piacere a qualche "collega" del momento, come invece purtroppo pare fare a più riprese e sempre secondo nuove derive.
Lo stesso Spirito Santo che convince l'uomo del peccato, della giustizia e del giudizio, è lo stesso che "tolse il velo" dalla comprensione delle S. Scritture agli stessi Apostoli, per riconoscere appieno l'opera di Cristo, preannunciato nei secoli anche dall'AT.
Oggi, i successori degli Apostoli, le vogliono "velare" di nuovo?
p.s.
RispondiEliminain relazione a quanto stiamo dicendo tutti nei commenti,
trovo illuminante 2 Corinzi cap. 3, che ...per chi vuole, invito a leggere.
C'è bisogno di franchezza...
Corinzi 2 - Capitolo 3
RispondiEliminaCominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O forse abbiamo bisogno, come altri, di lettere di raccomandazione per voi o da parte vostra? La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. E' noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori.
Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita.
Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli d'Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore pure effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se già il ministero della condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero della giustizia. Anzi sotto quest'aspetto, quello che era glorioso non lo è più a confronto della sovraeminente gloria della Nuova Alleanza. Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo. Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza e non facciamo come Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché i figli di Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero. Ma le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell'Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.
I "Il popolo cristiano ha bisogno di essere continuamente confermato nella fede, sia nel momento della catechesi che nella liturgia, ma lo stesso problema si pone quando si tratta dell’evangelizzazione, perché il mandato missionario è stato formulato dal Signore proprio in termini trinitari: « Andate e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo » (Matth., XXVIII, 19).Ecco allora che acquista grande rilevanza il riproporre in termini radicali il problema della verità su Dio: è vero soltanto il volto di Dio manifestato nel messaggio cristiano, o sono veri anche quei volti con i quali sono rappresentati dal messaggio religioso dell’ebraismo e dell’Islam? Per dirla in termini più precisi dal punto di vista formale: la nozione di Dio del cristianesimo è l’unica nozione vera, oppure sono vere, almeno in parte, le nozioni che di Dio hanno Israele e l’Islam?
RispondiEliminaLa risposta consueta è che non si dovrebbe porre il problema in termini così drastici, di verità o falsità, e che – nel caso che si debba proprio parlare di verità – occorre attribuire alle tre religioni “monoteistiche” la prerogativa della verità “naturale” su Dio: ossia, che Dio esiste e che è l'unico Dio. Questo si intende dire, in effetti, quando si parla di “religioni monoteistiche”.
In realtà, il livello della “verità naturale” è ampiamente superato, perché quando si parla di ebraismo e di Islam non ci si riferisce a filosofie precristiane, che noi oggi diciamo “pagane” (si pensi al Dio aristotelico, concepito come “primo motore non mosso”), le quali esprimono la religiosità naturale di ogni uomo e le certezze del senso comune riguardo a Dio, concepito come Mistero; queste filosofie, in quanto vere nei limiti delle possibilità della ragione naturale, sono di per sé aperte a una eventuale Rivelazione soprannaturale, e di fatto la loro parziale ma fondamentale verità è servita e serve come un insieme di premesse razionali (“praeambula fidei”) che rendono possibile l’accoglimento della Rivelazione da parte della ragione umana sorretta dalla grazia….” (CONTINUA)
II "Ma quando si tratta della religione ebraica o di quella musulmana non siamo più nell’àmbito della “religione naturale”: in questi casi bisogna parlare piuttosto di religioni “positive” o “istituzionali”, rilevando inoltre il fatto che queste religioni oggi esistono proprio perché si sono chiuse alla Rivelazione di Cristo (così infatti avvenne che i primi cristiani, tutti ebrei, si distinsero dagli ebrei ostili al cristianesimo; e così avvenne poi che Maometto denunciasse i cristiani come blasfemi per la loro fede nella Trinità e nell’Incarnazione del Verbo eterno).
RispondiEliminaLa dottrina di ebrei e musulmani non è quindi da intendersi come sapienza religiosa che può diventare un avviamento alla fede cristiana: essa è invece una radicale contestazione di essa, nei confronti della quale ebrei e musulmani si sono posti come antagonisti.
La loro dottrina su Dio, pertanto, non è un innocuo “monoteismo” integrabile nella dottrina cristiana, ma un’alternativa radicale e assoluta.
Il dogma della Santissima Trinità è scandalo per gli ebrei e bestemmia per l’Islam, perché chi concepisce Dio secondo la dottrina ebraica o islamica non è in alcun modo disposto ad accettare la rivelazione che Cristo ha fatto della sua natura divina e del suo rapporto con Dio Padre e con Dio Spirito Santo.
Si dirà che si tratta di rilevamenti scontati, ovvii: ma riflettere seriamente su questa ovvietà, per poi metterla in rapporto critico con la prassi, è quanto ha fatto Radaelli con questo libro.
VII. A proposito di prassi, quella chiamata più direttamente in ballo è l’azione ecumenica, o, meglio, il dialogo interreligioso. Ora, è proprio il dialogo interreligioso (ossia il rapporto con le religioni non cristiane) a costituire problema, non l’ecumenismo in senso stretto (che, nel linguaggio della teologia cattolica vuol dire l’impegno per la riunificazione di tutte le confessioni cristiane nell’unica Chiesa di Cristo); da questo punto di vista, il dialogo interreligioso costituisce un problema grave se condotto in modo tale da indurre il popolo cristiano a ignorare o mettere in ombra ciò che differenzia noi fedeli cristiani dagli ebrei e dai musulmani......" (CONTINUA)
III "Il dialogo ha certamente le sue esigenze di prudenza, talvolta anche esigenze (cautele, tattica) che sono chiaramente di tipo politico, perché bisogna fare i conti con le forze che agiscono nella storia del mondo; ma ciò è comprensibile e giusto solo fino a un certo punto: non fino al punto di accantonare la logica della verità – che invece è l’unica che conta in ogni momento della vita cristiana, anche nell’apostolato “ad fidem” – per adottare solo criteri pragmatici di efficacia immediata. Il fine non giustifica i mezzi.
RispondiEliminaI disegni misericordiosi di Dio, il quale ci ha rivelato (e per questo possiamo dirlo con assoluta certezza) la sua volontà efficace « che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità », non si possono assecondare con un apostolato che mette in ombra proprio la verità che salva, proprio la buona notizia che noi siamo stati destinati fin dall’eternità a partecipare dell’amore e della gioia della Trinità beatissima.
VIII. Riaffermare i criteri di base per un fecondo apostolato tra i non cristiani serve anche e soprattutto per riaffermare nel proprio cuore l’adesione incondizionata e totale della mente e del cuore stesso alla verità rivelata, una verità che deve essere sempre oggetto di amorosa contemplazione.
Infatti, come scrisse un grande teologo del Medioevo (impegnato anche nel dialogo dottrinale con l’ebraismo e l’Islam), « la conoscenza della trinità di Dio nella sua unità è il frutto e il fine di tutta la nostra vita [cognitio trinitatis in unitate est fructus et finis totius vitae nostrae] ». 1 [Tommaso d’Aquino, Lectura libri Sententiarum, I, dist. 2. Si veda in proposito lo studio di Hans Christian, "Personarum trinitas": die trinitarische Gotteslehre des heiligen Thomas von Aquin, Eos Verlag, St. Ottilien 1995.]
E un grande santo dell’età moderna, Giovanni della Croce, dottore della Chiesa per la teologia mistica, ha incentrato la sua dottrina della vita spirituale cristiana proprio nella nozione di “inabitazione della Trinità nell’anima in grazia”. 2 [Si veda Juan Mario Faraone, La inhabitación trinitaria según San Juan de la Cruz, Pontificia Università Gregoriana, Roma 2002.]
Un teologo dei nostri giorni, buon conoscitore della Tradizione, scrive: « La Trinità non è un problema astratto, bensì ciò che sostanzia il nostro vivere umano, lo sprone a corrispondere alla vocazione di esser persona relazionata all’altro. […] La forza del monoteismo cristiano risiede in questa limpida verità: l’Unico Dio è unità originaria e scambievole di amore in cui le tre persone si donano reciprocamente, e questo si è reso vivo nella Pasqua di nostro Signore Gesù Cristo ». 3 [Nicola Ciola, L’unica mediazione cosmica e universale di Cristo e l’odierno dibattito intorno al pluralismo religioso, in Cristologia e Trinità, Borla, Roma 2002, p. 209. Vedi anche l’opera non più recente ma sempre valida di Jean Daniélou: La Trinità e il mistero dell’esistenza, trad. it., II ed., Queriniana, Brescia 1989.]
Pertanto, osserva questo teologo, nel dialogo interreligioso « la discriminante resta sempre l’unicità del Cristo in ordine alla salvezza assoluta dell’uomo e della storia. È chiaro però che ne è coinvolta una questione connessa molto importante, anzi fondativa: di che tipo di monoteismo si tratta? La sfida verte perciò sul monoteismo trinitario e il mistero dell’Incarnazione ». 4 [Ibidem, p. 207. Vedi anche, del medesimo autore, il saggio Monoteismo cristiano come monoteismo trinitario, in Lateranum, 55 (1989), pp. 208-256.]".
(Mons. prof. A. Livi- Prefaz. a "Il mistero della sinagoga bendata" di E.M. Radaelli- tratto dal sito Aurea Domus)
@ Sfida non dialogo (il foco etc. - 3)
RispondiEliminaDice bene il teologo opportunamente citato da mons. Livi: la "sfida" con le due altre religione monoteistiche, e in realta' con tutte le altre religioni, verte proprio sul mistero della Sma Trinita' e sull'Incarnazione del Verbo. S f i d a quindi, non dialogo. Dialogo solo con gli uomini, perche' bisogna pur avere rapporti, di vario tipo, mai "dialogo" sui principi. (Dialogo con il peccatore per convertirlo non con il peccato, cosi' ha fatto la Chiesa in passato). Se si dialoga sui principi non si evangelizza piu', lo dimostra l'involuzione della Chiesa di questi ultimi 50 anni. Anche perche' il "dialogo" odierno si e' dato un fine sbagliato: la costruzione della pace nel mondo, in unione con tutte le altre religioni e con i valori secolari in teoria depurati del loro mortifero veleno. Non e' questo che NS vuole dalla Chiesa da Lui fondata, vuole la conversione del maggior numero possibile di anime prima del suo ritorno come Giudice di tutta l'umanita'. Il fine intramondano e millenaristico del "dialogo" attuale non puo' riuscire perche' e' contro la volonta' del vero Dio, Uno e Trino. E difatti sta distruggendo la Chiesa dall'interno. Chi lo approva si schiera dalla parte dei falsi profeti che ci infestano da Giovanni XXIII in poi: il suo dolciastro e umanitario ottimismo sulle magnifiche e progressive sorti della Chiesa che sarebbe uscita dal Concilio, e' stato o no smentito completamente dai fatti? Siamo o no arrivati adesso a dover sentire preti, vescovi e cardinali che fanno in sostanza l'apologia dell'adulterio, del concubinaggio e del peccato contro natura, e li vogliono imporre alla dottrina della Chiesa?
Drammaticamente vero.
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