È nata oltre confine una iniziativa di lettori del blog che, se non è frutto diretto di questo impegno, possiamo dire si sta muovendo nella stessa linea di pensiero e di azione congiunti, sul territorio.
Condivido di seguito l'ultima segnalazione in ordine di tempo, ripromettendomi di tenervi al corrente e di registrare in un apposito archivio anche le altre.
Ovvio che la comunicazione non prescinde dai contatti personali e dall'invito a frequentare il Centro Messa Tradizionale. La propongo anche per la sua esemplarità, per chi volesse fare operazioni analoghe.
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FdS - NEWSLETTER 2015 – 10
“Uno dice una cosa, l’altro dice esattamente il contrario. Anche nella Chiesa non si sa più a chi credere!”Ciò che si è letto e sentito in questi ultimi tempi sulla famiglia e sul relativo sinodo svoltosi in ottobre è solo un esempio della confusione imperante nella Chiesa e (ancor peggio) ai suoi vertici. Come districarsene? A chi dar retta? A quale autorità dobbiamo obbedire e dare fiducia?
Diciamo subito che anche in questi tempi difficili, ai fedeli, guidati dalla retta ragione e illuminati dal sensus fidei, è data la possibilità di attingere dagli insegnamenti della Chiesa (Magistero) e dalla Tradizione cattolica, dei criteri sicuri per orientarsi nella tempesta. Infatti il problema non è nuovo e se ne è già discusso in passato, in tempi non sospetti. Quali sono dunque le autorità di cui dobbiamo fidarci? O meglio, quali sono le sorgenti a cui prestare attenzione? Gli studiosi hanno individuato 10 fonti o autorità, che chiamano luoghi teologici:Le prime due fonti, Sacra Scrittura e Tradizione, sono le più importanti e rappresentano il deposito costitutivo della Rivelazione (depositum fidei), cioè, se vogliamo, la sorgente principale delle verità di fede. I pontefici e i concili sono invece le autorità che esercitano la funzione di magistero all’interno della Chiesa; sono quindi le autorità che, oltre a trasmetterle fedelmente, sono tenute a spiegare ed eventualmente esplicitare le verità presenti nel deposito della fede. Non è quindi loro compito inventare dottrine nuove o rimuoverne altre. E questo, coi tempi che corrono, mi sembra già un criterio di capitale importanza.
- la Sacra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento)
- la Tradizione (gli insegnamenti di Cristo stesso tramandatici a voce dagli apostoli)
- la Chiesa cattolica (intesa nel suo insieme con pastori e fedeli)
- i Concili, specialmente quelli generali (ecumenici)
- la Chiesa Romana (intendendo in modo particolare il papa che la guida)
- i santi Padri
- i teologi scolastici
- la ragione naturale
- la filosofia
- la storia umana
Fra queste sorgenti la Tradizione ha un posto preminente su tutte le altre, Sacra Scrittura compresa. «Nei primi trent’anni della vita della Chiesa, non vi fu che la Tradizione, ovvero la testimonianza e l’insegnamento degli apostoli. La Tradizione cattolica non è altro che l’insegnamento di Gesù tramandato agli Apostoli e da loro ritrasmesso di generazione in generazione» (R. De Mattei). In tal senso la Tradizione precede sia cronologicamente che logicamente gli scritti del Nuovo Testamento. Melchior Cano (1509-1560) afferma infatti cheQuesti punti appartengono da tempo alla dottrina infallibile della Chiesa. A dimostrazione della supremazia della Tradizione sulla Scrittura, è utile ricordare che è stata la Chiesa stessa ad avere stabilito, dopo accurato discernimento, quali fossero tra i molti libri che circolavano nei primi secoli, quelli divinamente ispirati e che nel loro insieme formeranno il Nuovo Testamento.
- la Chiesa è più antica della Scrittura: dunque la fede e la religione esistono anche senza la Scrittura, perché la Chiesa iniziò a trasmettere la Parola di Dio prima che fosse raccolta nei Libri Sacri;
- non tutte le cose appartenenti alla dottrina cristiana, comprese quelle contenute nella Sacra Scrittura, sono state formulate con chiarezza; c) inoltre molte cose che appartengono alla dottrina e alla Fede cristiana non sono affatto contenute nella Sacra Scrittura;
- gli Apostoli, per ragioni della massima importanza, fecero conoscere alcune cose per iscritto e altre, invece, a viva voce.
Comunque nessuna di queste fonti va considerata assoluta in se stessa e una dottrina per essere ritenuta verità di fede deve possibilmente rifarsi almeno alla Scrittura o alla Tradizione, e ricevere conferma da dei concili o almeno dall’autorità del vescovo di Roma e deve possibilmente avvalersi dell’autorità dei Padri della Chiesa e non essere contraddetta dalle altre fonti veritative (ragione naturale, filosofia e teologia, nonché dalla storia) purché rettamente condotte ed intese.
San Vincenzo da Lerino riassume molto efficacemente il criterio principale che dobbiamo considerare per valutare la validità di una dottrina: «...ciò che tutti gli uomini hanno creduto in ogni tempo ed ovunque, dev'essere considerato vero».
Non è invece un criterio affidabile la diffusione e consuetudine raggiunta da una determinata dottrina per poterne dedurre la sua ortodossia. Gli scrittori cattolici così si esprimevano al riguardo: «Ben si sa che la consuetudine quando non è seguita ma contraddetta dalla parte più sana della Comunità, cioè dalle Chiese esatte ed osservanti dei S. Riti, ancorché queste siano di minor numero, non è vera consuetudine, ma corruttela ed abuso».
Vi possono quindi essere dei momenti in cui parte dei pastori e dei fedeli cadono nell’errore, ma nel suo complesso la Chiesa non può errare e sempre sussisterà almeno un piccolo resto, un piccolo gregge, che saprà custodire e trasmettere la vera fede cattolica. Ma per fare parte di questo piccolo resto non possiamo dimenticare quanto professato in 2000 anni da coloro che ci hanno preceduto su questa terra tramandandoci la fede. Dimenticare questo sarebbe interrompere il flusso delle verità Rivelate che da Cristo devono arrivare agli uomini di tutti i tempi. Sarebbe staccarsi dalle radici, dalla Chiesa da Lui fondata. (FdS)
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Mi scuso se non ho capito, ma potrei avere maggiori informazioni su FdS, dove si strova e chi la anima-gestisce? Grazie!
RispondiEliminaLuisa,
RispondiEliminapuoi scrivere a questa mail
lafededisempre@bluewin.ch
Mi consta che la Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione "Dei Verbum" (Concilio Vaticano II) abbia invece chiarito che la Tradizione e il Magistero della Chiesa non sono superiori alla Sacra Scittura, ma "ad essa servono". Quindi è palesemente errato ciò che viene scritto in questo articolo, poichè ne emrge l'idea (sbagliata) secondo cui la Tradizione, in un certo senso, avrebbe un valore superiore rispetto alla Sacra Scrittura. Inoltre, dal punto di vista cronologico, solo il Nuovo Testamento è successivo alla tradizione orale tramandata dagli apostoli, ma non l'intera Sacra Scrittura: il Vecchio Testamento è ben più antico!
RispondiEliminaNon mi pare che dallo scritto emerga l'idea che la Tradizione abbia valore superiore alla Sacra Scrittura. In realtà la Rivelazione ci viene consegnata attraverso due fonti: la Scrittura e la Tradizione, da ricevere e venerare «pari pietatis affectu ac reverentia»
RispondiEliminaLa Chiesa è la custode del sacro deposito delle verità rivelate in ordine alle quali vengono usati due termini-chiave: Salvaguardia e Trasmissione. La prima indica il dovere e la funzione della Chiesa di custodire le verità rivelate così come le ha ricevute, senza cambiamenti aggiunte o amputazioni; la seconda indica che la Chiesa ha il dovere e la funzione di trasmettere ad ogni generazione tutto ciò che ha ricevuto e solamente quello.
Vediamo qualcosa di più sulla "Dei Verbum" (Concilio Vaticano II) e la "fusione delle fonti".
La Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, la Dei Verbum, nel II Cap. paragrafi 7-10 ha per oggetto La trasmissione della Rivelazione. Il paragrafo 9 sancisce le relazioni tra Scrittura e Tradizione, il 10 quelle tra Tradizione-Scrittura e Chiesa-Magistero. È proprio qui che avviene la confusione con l'espressione “coalescunt un unum”, riferita ai tre concetti: Scrittura, Tradizione e Magistero. E quindi Scrittura Tradizione e Magistero diventano un tutt’uno così “da non poter sussistere indipendentemente”.
Mons. Gherardini dimostra che la Dei Verbum accantona la dottrina definita dal Tridentino e dal Vaticano I sulle “due Fonti” della Rivelazione (Tradizione e Scrittura), per far confluire Tradizione e Magistero nella Scrittura. Infatti, soprattutto nel punto 10 « il precedente Magistero è spazzato via all’insegna d’una radicale tanto quanto insostenibile unificazione. Unificati sono i concetti di Scrittura, Tradizione e Magistero. […]. La “reductio ad unum” della Dei Verbum, pertanto, corregge se non proprio non cancella letteralmente il dettato del Tridentino e del Vaticano I». E ciò perché la Tradizione si sarebbe travasata nella Scrittura, di cui il Magistero non sarebbe che una formulazione ed una comunicazione; e “quindi in ultima analisi una ritrasmissione, secondo la natura della Tradizione stessa”. Eppure fino al Vaticano II la teologia ha sostenuto la teoria nelle “due fonti” (Sacra Scrittura e Tradizione) e ne ha dedotto la distinzione della regula fidei in prossima e remota: il Magistero è la regola prossima della Fede, mentre Scrittura e Tradizione sono la regola remota. Infatti è il Magistero della Chiesa che interpreta la Rivelazione e ci obbliga a credere ciò che è contenuto in essa come oggetto di Fede, per la salvezza eterna.
Una serrata critica della Dei Verbum è anche reperibile in: Paolo Pasqualucci, Una Sanctam, Solfanelli, Chieti 2013, pagg. 331-381.
RispondiEliminaIl professor Pasqualucci cita estesamente Mons. Gherardini e rintuzza puntualmente le ipotesi "conciliatoriste" di don Cantoni, che assolve e giustifica tale Costituzione Conciliare.
Nonostante gli errori e le ambiguità del concilio (che, dobbiamo ricordarlo fino allo sfinimento, non è dogmatico) teniamoci ben stretto quanto da sempre affermato dalla Dottrina e dalla miglior teologia, e cioè, come affermato nell'articolo: "Fra queste sorgenti la Tradizione ha un posto preminente su tutte le altre, Sacra Scrittura compresa." Punto. Chi afferma il contrario, si pone in contrasto con una dottrina bimillenaria della Chiesa.
"Fra queste sorgenti la Tradizione ha un posto preminente su tutte le altre, Sacra Scrittura compresa."
RispondiEliminaanche perchè, la stessa Sacra Scrittura, prima di essere messa per iscritto e diventare Scrittura, era tràdita (in senso latino) cioè tramandata, la stessa radice di quel trādĕre (tramandare) che fonda la Tradizione.
Bellissima iniziativa. Per rimanere RADICATI NELLA FEDE di sempre.
RispondiElimina“Uno dice una cosa, l’altro dice esattamente il contrario. Anche nella Chiesa non si sa più a chi credere!”
RispondiEliminaKasper è un luppo,
Burke è un Pastore,
Indietro a Kasper esiste un branco di luppi,
Indietro a Burke esistono molti pastori.
Ma quando i luppi e pastori hanno gli stessi diritti e la stessa libertà, chi ha il vantaggio? Non devono i pastori attaccare i luppi?
Bravissima iniziativa dei fedeli di Fds! Buono combatte e che il Signore sia con voi!
RispondiEliminaUn caro saluto dal Brasile
nel frattempo, a Lodi "provate il velo islamico anche voi!"
RispondiEliminaSi tratta della Da’wah, un open day della cultura islamica e un appello all'islam dalle 9 alle 20 in piazza della Vittoria, proprio di fronte al Duomo.
Mettersi il velo anche noi sarebbe "una prova di ...dialogo"
http://www.ilrestodelcarlino.it/velo-islamico-lodi-1.1011721
L'articolo riportato da josh va venire il voltastomaco: soprattutto quando l'estensore scrive che questi maomettani sono tutti giovanissimi e italianissimi.
RispondiEliminaNessu extracomunitario può e deve mai essere inteso come italiano è un'offesa alla ragione e alla nostra cultura millenaria.
Attenzione a queste iniziative sono prove degli invasori che vanno rispedite al mittente e che servono a loro per tastare il terreno, ossia capire fino a che punto sono riusciti a scardinare la nostra identità.
"Nei primi trent'anni della vita della Chiesa non vi fu che la Tradizione". Non completamente. La 1 Tessalonicesi risale al 51. Il Vangelo di Marco al 50. Vedasi la questione del 7Q5 condivisa da tutti i papirologi. Certamente alcuni scritti sono posteriori al 60. La lettera ai Romani e' del 58. La 1 Corinzi e' del 53.
RispondiEliminaGentile Alessandro, non credo che cambi molto se la tradizione precede la Scrittura neotestamentaria di dieci, venti o trent'anni. Di sicuro la tradizione orale ha anticipato lo scritto, ma di poco (probabilmente da una decina a un massimo di trent'anni per i QUATTRO vangeli), essendosi sedimentata in "libro" ancora viventi la gran parte dei testimoni diretti dei fatti e a motivo delle necessità della divulgazione dei fatti a centinaia di chilometri di distanza da dove inizialmente risiedeva la gran parte dei testimoni. Anche gli Atti, le lettere paoline e le lettere cattoliche sono tutte databili a ben prima del 70 d.C. e a quell'epoca nessuno avrebbe perso tempo a distinguere tradizione e scrittura. A questo ci hanno pensato dopo... Quanto all'Antico Testamento, esso era legge, quindi prassi, per Giuseppe e per Maria e quindi per Gesù stesso e per i suoi discepoli. La Legge vigeva in quanto scritta da Mosè, che l'aveva ricevuta da Dio. I Profeti ci ricamarono sopra le rispettive rivelazioni ricevute. A quel tempo non esistevano teologi, commentari e libere interpretazioni, ma solo mistici e rivelazioni, con accadimenti straordinari, storici, pur nelle contorsioni spesso tragiche delle infedeltà del popolo nel suo percorso sociale, politico ed economico. Gesù si pose in continuità con la tradizione data da Dio e in discontinuità con gli orpelli messi da uomini che ne avevano fatto strumenti di potere. Ma sulla Legge di Mosè non ne mise in discussione nemmeno uno iota...
RispondiEliminaSbaglierò, ma l'accento eccessivo sulle Scritture e sull'Antico Testamento, più che sulla Tradizione ed il Magistero, post CVII era solo strumentale a favorire un'intesa sempre maggiore con i protestanti. GXXIII voleva riunire gli ortodossi, ma Paolo VI preferiva di sicuro i protestanti francotedeschi ed ancor più anglosassoni. The winners of History, sec. loro, ovviamente
RispondiEliminaRR
"Ma quando i luppi e pastori hanno gli stessi diritti e la stessa libertà, chi ha il vantaggio ? Non devono i pastori attaccare i luppi ?"
RispondiEliminaÇa, c'était autrefois. Aujourd'hui il faut dialoguer. Dialoguer avec les loups ? Mais oui ! Être gentil avec eux. Si Clément VII avait été gentil et compréhensif avec Henri VIII, l'Angleterre n'aurait pas fait sécession ; le roi se serait tranquillement remarié avec Anne Boleyn, Kasper leur aurait donné la communion, et tout serait rentré dans l'ordre. Un nouvel ordre. Cinq siècles de gagnés ! Même chose avec Luther. L'intransigeance ne mène à rien. De la part de moutons, c’est un signe d’arrogance et d’orgueil. Elle ne sert qu’à exaspérer les loups, qui ont des droits, eux aussi, des droits reconnus par le Parlement européen et par la Commission de Bruxelles… Alors ?
Dopo la moda indiana ( maharishi mahesh yogy ) e' subentrata quella buddista ( calciatori e attori varii ) ed
RispondiEliminaora e' il turno dell'islam . Oh sì , e' tutto così trendly , così pittoresco !
S.Luca ha letto e studiato la Settanta. La conosceva.
RispondiEliminaLa Settanta c'era. Salmi, Profeti, ad esempio, si trovano nella Settanta e quasi uguali nelle citazioni di Matteo, Luca.
Parlo da ignorante e chiedo lumi. qualcuno nei commenti qui sopra, parla di Tradizione sostanzialmente come sinonimo di "Vangelo orale", e di lì la rilevanza della datazione dei primi Vangeli scritti. Come, cioè, se la consolidazione della Tradizione si interrompesse alla completa scrittura e diffusione dei Vangeli. Personalmente ho spesso invece sentito parlare di "Tradizione" in un senso più ampio, e cioè: anche relativa alla Sacra Liturgia come "lex orandi" e dunque "credendi" (senza dubbio è Tradizione precedente al NT, perché la S. Messa fu ed è sin da subito cioè- dopo l'Ultima Cena- fu subito fatta dagli apostoli,e non "creata successivamente", come invece- lasciandomi basito- mi ha detto recentemente un sacerdote); ed anche "Tradizione" in relazione ai Padri della Chiesa. Qualcuno può aiutarmi a capire meglio, o a correggermi, anche se adattandosi al mio basso livello- elementare di conoscenza?
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