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Riprendiamo, da Riscossa Cristiana, la seguente lettera aperta di Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani, che forniscono i dovuti chiarimenti a chi, per sua stessa ammissione, ignora la questione…
Lettera aperta a un uomo di Chiesa
di Patrizia Fermani e Elisabetta Frezza
di Patrizia Fermani e Elisabetta Frezza
Poiché siamo fra quelli che hanno partecipato alla conferenza della senatrice Fedeli indecorosamente organizzata nell’ambito della diocesi di Vicenza, e poiché abbiamo avuto l’onore delle Sue vibrate critiche addirittura nel corso della omelia domenicale in Duomo, non possiamo trascurare l’occasione per chiarire anche a Lei – che dice di non avere adeguate cognizioni in materia – quale fosse l’oggetto delle nostre preoccupazioni, e quindi fornirLe qualche elemento utile per colmare questa Sua lacuna.
È una critica, la Sua, che non riguarda il merito del nostro intervento – merito del quale appunto Ella confessa di non sapere granché – ma la sua forma “antidemocratica”. Tuttavia, Le facciamo osservare che, nonostante il modello dialogico sbandierato nel programma ufficiale, il pubblico è stato avvertito seduta stante che democraticamente non ci sarebbe stato contraddittorio, se non la formulazione di domande scritte selezionate dal moderatore. Ma di fronte alla enormità del tema trattato – di cui Lei dichiara di ignorare la portata – questa soppressione anticipata del contraddittorio è risultata di inaudita gravità e non rimaneva altra via, per denunciare l’abuso di buona fede che si stava consumando a danno di tutti con la complicità degli organizzatori, che quella di intervenire dalla platea. Per queste ragioni, sembra oltremodo imprudente da parte Sua – che ammette di non conoscere l’oggetto del contendere – rivestire addirittura con i panni solenni offerti dalla Chiesa la condanna di un presunto vizio di forma che pare non sia mai rientrato neppure nelle preoccupazioni di Nostro Signore quando si è trattato di difendere la verità.
Conviene pertanto definire sinteticamente, a Suo beneficio, quale sia lo status quaestionis.
Già dagli anni del dopoguerra, i movimenti omosessualisti fanno propria l’idea che, al di là del sesso biologico, ciascuno, in virtù della libertà assoluta con cui può dominare anche la natura, è in grado di scegliere il “genere” da esercitare concretamente. Questa idea – che senz’altro anche a lei risulterà oltraggiosa del buon senso oltrechè della legge creaturale di Dio, e quindi blasfema – passa al femminismo radicale, che intanto si propone di staccare la donna dalla maternità e dai ruoli famigliari per distruggere, insieme alla figura paterna, il tessuto connettivo della famiglia, instaurando la lotta tra i sessi come lotta di classe. I potentati sovranazionali, che intendono costruire il mondo nuovo di ominidi tutti uguali e sottomessi e non tollerano gli spazi di sovranità della famiglia e degli stati, incoraggiano questi movimenti e li forniscono di fiumi di denaro per campagne mediatiche prima sotto traccia e poi sempre più sfacciatamente scoperte. La libertà senza limiti assicurata a tutti di seguire i propri istinti è l’esca con cui attirare un gregge che già comincia ad essere senza guida di pastori.
Omosessualismo e femminismo vengono incrementati senza trovare ostacoli significativi, finchè negli ultimi anni si decide che è venuto il momento di appropriarsi dei più piccoli in età scolare. L’OMS prepara gli Standards per l’educazione sessuale (erotizzazione precoce e avviamento all’omosesualità) e le organizzazioni internazionali ricattano i governi per l’adozione di queste politiche “scolastiche”. Il tutto, al riparo di un repertorio di parole che, sotto l’apparenza edificante, copre ogni sopruso: un linguaggio elusivo e mendace che la politica prende a prestito anche dalla Chiesa, mentre la Chiesa assume il linguaggio e le categorie della politica e porta l’ossequio alle leggi umane sostituite alla legge naturale divina soppressa nelle omelie a favore dei valori costituzionali. Benedetto XVI alza lo scudo dei principi non negoziabili, che però saranno poi esiliati con lui in fondo ai giardini vaticani perché disturbano il legislatore ordinario.
A gennaio, e veniamo al dunque, la senatrice Fedeli firma un disegno di legge con cui si propone di “instillare” negli scolari di ogni ordine e grado la ideologia di genere (che nel linguaggio originario si chiama “gender”). Si copre il programma eversivo sotto l’intento patetico di difendere le donne esposte ad ogni sorta di sopruso fisico e sociale. Donne estromesse dalla vita pubblica (come le signore Fedeli e Boldrini), perseguitate (come la signora Bonino), discriminate (come Carfagna e Marzano), costrette nel chador (come Simona Ventura). La signora non teme il ridicolo perché, definendosi donna di potere, sa che in una società allo sbando si può ammannire qualunque tipo di propaganda, secondo i dettami totalitari del marxismo sopravvissuto al muro di Berlino.
Ma ai regimi totalitari c’è ancora chi sente il dovere morale di opporsi, specie quando essi minacciano di impossessarsi dei bambini e delle famiglie, sostituite ora con grottesche caricature.
Eppure un tale personaggio, ben collocato in una galleria di altri personaggi in auge nelle istituzioni anche ecclesiastiche, non solo non viene segnalato per la sua pericolosità, ma viene addirittura invitato a illustrare un programma, nel frattempo già diventato legge dello Stato, volto a macinare le menti degli indifesi a vantaggio di una ideologia perversa.
Nella Sua intervista al Giornale di Vicenza, Lei lamenta – non avendo avuto cognizione di quanto abbiamo sopra illustrato – il “boicottaggio” della iniziativa. Poichè la parola boicottaggio presuppone un giudizio di valore positivo sul suo oggetto, presumiamo che Ella ne abbia fatto uso a causa proprio della Sua involontaria disinformazione.
Lei concede inoltre che le posizioni possano essere diverse, purché non si prescinda mai dal confronto. Come, di fronte alla soluzione finale, il popolo ebraico avrebbe dovuto dialogare col führer: non “innalzare muri di ostilità”, “fare crociate”, assumere “contrapposizioni di principio” dimostrando così un “inaccettabile atteggiamento distruttivo”, ma “accogliere”.
Lei dice poi che di fronte ai problemi della gente, “Gesù ha provato compassione” perché, come insegna il Vangelo di Marco di domenica scorsa, erano come pecore senza pastore. Ma qui Le dobbiamo chiedere un chiarimento. Forse siamo noi, che vorremmo difendere i nostri figli dai lupi, ad essere senza pastore? In effetti così pare… Oppure Ella pensa che siano i nuovi educatori ad avere bisogno della compassione di Gesù?
L’intervista si conclude con una Sua osservazione perentoria: “la parità di genere è sacrosanta”. Ora, poiché Lei ci conferma ancora una volta di non sapere nulla della questione, anche perché “non è la mia materia”, qualche dubbio sul significato che Lei attribuisce al genere può legittimamente presentarsi: intende il genere maschile, il femminile o il neutro? E la parificazione, in quale direzione si dovrebbe sviluppare?
Uomini di Chiesa che avevano ancora chiara la verità di Cristo e non i suoi succedanei socialistoidi non hanno mai temuto di mettere a repentaglio la propria vita contro un nemico che minacciava tutto il gregge. Von Galen non temette di sfidare il terzo Reich, come padre Popielusko pagò con la vita l’opposizione al regime sovietico. Oggi la difesa dei principi fondamentali che reggono ancora la società in armonia con la legge naturale divina sembra cosa non corretta politicamente perché non conveniente praticamente. Biffi – che forse Ella non mai avuto il tempo di leggere – diceva che i pastori, di ogni ordine e grado, si sono messi dietro alle pecore, e se le pecore finiranno, come stanno finendo, nell’abisso, peggio per loro. Ed è il caso di aggiungere che, mentre le pecore precipitano, si sente il suono irridente e meschino delle parole salmodiate ossessivamente a coprire il vuoto del loro significato. Il dialogo, l’accoglienza, il confronto, la misericordia, il perdono, tutto quello che serve per non assumere responsabilità, per evitare il combattimento spirituale e il coraggio di lottare per il bene, per dimenticare che senza la fortezza e la virilità, senza il senso del dovere e dell’onore, senza la fedeltà a ciò che è vero e buono per tutti, rimane solo la miseria di una catastrofica codardia.
Questo Don Ruaro, finirà come quest'altro prete. http://iltimone.org/33549,News.html
RispondiEliminaLa sessualizzazione a tappe forzate degli innocenti: di tutte le aberrazioni, è la più chiara di derivazione satanica.
RispondiEliminaL'educazione sessuale a scuola è finalizzata soltanto ad insegnare che ognuno può scegliere il proprio 'genere': oggi maschile, domani femminile, dopodomani trans ovvero anche uomo-donna-uomo; uomo-trans; trans-bisessuale-donna e così per altri 50 generi.
E la Chiesa cosa fa?
Dov'è la Chiesa militante?
Si sentono in questi giorni i nostri bravi sacerdoti che ignorando del tutto l'introduzione fra pochi mesi delle unioni civile si occupano esclusivamente dei MIGRANTI.
A questi simpatici sacerdoti ricordo che il Kossovo all'inizio del '900 era all'80% cristiano ora, a seguito di continua immigrazione, è al 100% islamico (salvo la enclave di PEC).
Vi ricordate il Libano era cristiano? E oggi?
Passeranno meno di 50 anni e tutto sarà cambiato.
Se i sacerdoti cattolici si fossero occupati di N.S. Gesù Cristo come hanno dimostrato nella difeso l'ISLAM allora tutta l'Europa sarebbe cattolica.
Per ora ciascun vescovo ha dato il via agli apripista. Ho sentito prediche pro Castro: non dopo le arringhe comuniste di Bergoglio ma tre-quattro mesi prima. Ho sentito prediche pro sodomia due o tre mesi fa (aspettando ottobre). Sento di affermazioni pro Gender (lo sciagurato contratto Bergoglian-Galantiniano è firmato)Presto TUTTI i sacerdoti saranno selezionati. Ed entro l'anno dovranno veicolare nel gregge le ridicole porcate scientifiche di Laudato Si, l'abominio del Credo materialista socialista, la dissolubilità dl matrimonio e l'indifferenza Galantiniana nei confronti dell'aborto già acquisita e fatta propria da tutti i rappresentanti istituzionali pseudo cattolici. Sull'argomento ascoltai due mesi fa anche una predica apripista ad hoc, in cui si invitavano i fedeli ad esultare per il più grande risultato ottenuto dalla cattolicità nel dopoguerra. E cioè: Presidente del Consiglio e della Repubblica Cattolici......... l'apripista forse voleva dire cattolci rigorosamente selezionati perchè cattocomunisti,omosessualisti e silenziabortisti. Addirittura vi sono associazioni che accettano il ruolo di apriprista, infatti gli Scout fanno accettano "con coraggio" la sodomia. Preparatevi cari sacerdoti volete restare cattolici, preparatevi. Vi sarà chiesto di veicolare dagli amboni queste abominevoli porcherie e, e l'ultimo della fila, entrato per caso nella vostra chiesa, riferirà. Minacce e violenze non solo verbali saranno quotidiane. Del resto Falce e Martello e promozione planetaria della Coca fatta in veste bianca ha già azzerato il finanziamento vaticano d'oltreoceano e perfino il finanziamento simoniaco tedesco sta ballando. Non mi stupirei in un dimezzamento Galantino anche dell'8 per mille italiano. Se non si sbrigano non potranno più nemmeno minacciare.Sarà una guerra spietata casa per casa. famiglia per famiglia. recita e vuole il Clown Bianco. E il sinodo appare ormai come un bruscolino.
RispondiEliminasegnalo il seguente articolo
RispondiEliminahttp://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/509-sinodo-insiste-il-card-antonelli-luci-e-ombre-per-noi-siamo-chiesa.html
Contenuti:
- LA NUOVA UNIONE CONIUGALE E’ INCOMPATIBILE CON LA COMUNIONE EUCARISTICA
- IN CHE COSA CONSISTE LA CONVERSIONE DI UN DIVORZIATO RISPOSATO?
- INSTRUMENTUM LABORIS: LUCI E OMBRE PER “NOISIAMOCHIESA”
Si parla della necessità dell'astensione ai rapporti sessuali per i divorziati risposati al fine di poter accedere alla Comunione.
Per evitare lo scandalo pubblico, che comunque non è eliminabile, si richiede in tal caso di prendere la Comunione in un luogo diverso da dove si è conosciuti.
A me questa soluzione mi sa tanto di ipocrisia.
Per di più vorrei vedere la faccia di un sofferente coniuge tradito quando si sente dire che la relazione adulterina del marito/moglie che l'ha abbandonata/o è accettata dalla Chiesa in quanto i due affermano di vivere come fratello e sorella!
Come se il matrimonio fosse da considerare tale soltanto quando c'è unione sessuale!
I fatti della vita parlano diversamente. Infatti vi sono altri aspetti del matrimonio altrettanto importanti, come l'amicizia e il mutuo sostegno, che in determinati momento della vita diventano addirittura preponderanti.
Secondo quella logica, che attualmente sembra accettata dalla Chiesa (?), ma che io non proprio riesco a condividere, si potrebbe concludere che due persone anziane abbiano il lasciapassare per l'adulterio in quanto la relazione sessuale in quell'età è molto probabile che sia ridotta a zero.
Se questo poi fosse un criterio da ritenere davvero valido, dovrebbe essere applicabile in tutte le situazioni di convivenza extra-matrimoniali.
Nel deprecabile caso di una relazione omosessuale cosa si arriverà a dire?
Che secondo la stessa logica i due conviventi possono ricevere la Comunione perché affermano di vivere come fratello e fratello rispettivamente come sorella e sorella? Ma che è meglio che vadano a riceverla dove non sono conosciuti?
Mah...
Una cosa vorrei sapere: chi mi sa aiutare?
La Chiesa come si regolava nel preconcilio?
Egregio Mazzarino, non è un prete o un vescovo o mille vescovi ne Bergoglio che potranno fermare il corso della storia della Chiesa bimillenaria, intanto perchè noi Resistiamo, resistiamo a tutte le loro ignominie, che poi provengono fin dall'inizio del CVII, poi perchè il demonio (che dentro di loro e li fà agire in questo modo da 50 anni) ha fatto le pentole e non i coperchi; ripensiamo ogni tanto al concilio di Nicea, anche lì il demonio aveva fatto le pentole soltanto, ma il Signore gli ha mandato Atanasio che non era previsto dall'arianesimo. Oggi la Chiesa, dice Radaelli nel suo libro è ribaltata (la chiesa terrena, non quella celeste), ma ciò che ha in
RispondiEliminaserbo il Dio Trinitario, lo sà solo Lui.
Il demonio stà lavorando contro la S.Chiesa da sempre, da metà ottocento ha smosso una classe gerarchica che si è sempre dimostrata sempre più aggressiva di liberismo e di modernismo contro la tradizione, ma arriverà anche per essa la red rationem.
Tutti sappiamo che Dio è immensamente buono e misericordioso (non il misericordioso di Bergoglio) verso i Suoi figli, ma immensamente giusto.
Certo è che quando tutto sarà arrivato al culmine (anche perchè noi uomini siamo grandi peccatori e ci dimentichiamo spesso della bontà di Dio) il Signore alzerà la Sua mano, allora saranno dolore e stridore di denti - infatti l'inferno c'è, e se c'è serve per castigare chi va contro Dio e fà grandi favori a satana. Non dimentichiamo mai la profezia di Fatima ai pastorelli sull'inferno.
La Chiesa è di Cristo ed è sempre salva nelle Sue mani. Ricordiamoci di pregare il Rosario tutti i giorni,che è la nostra salvezza, in quanto la Vergine è la nostra mediatrice con il Suo Figliolo.
Adiutorium nostrum in nomine Domini. Fiat voluntas Sua.
A ottobre prossimo sapremo e conosceremo gli ulteriori passi che farà la chiesa due da Roncalli a Bergoglio. Noi siamo nelle mani del Signore.
Quello di questo sacerdote è emblematico: il problema principale non è quello dell'omosessualità, sia essa solo una tendenza o sia essa praticata.
RispondiEliminaIl problema, ma vale un po' per tutti i peccati, sono quelle persone (e in genere sono la maggioranza e quindi socialmente molto più rilevanti) che pur non peccando direttamente difendono e sostengono in tutti i modi il diritto a peccare arrivando anche a favorirlo praticamente. Si potrebbe parlare di Apologia del peccato e istigazione allo stesso!
Quel che è peggio, è che sempre più spesso tra queste persone vi sono dei sacerdoti, i quali dovrebbero pur sapere che pure questo comportamento è peccaminoso.
Ma allora perché agiscono così? Difficile rispondere, ma purtroppo sempre più persone pensano che il fuggire il peccato sia un ostacolo alla loro realizzazione. Di conseguenza anche il senso del peccato e l'idea stessa di peccato vanno combattuti.
Ecco a cosa porta l'apertura al mondo...
Cari Bernardino e Mazzarino: la vostra analisi è terrificante da un lato (Mazzarino) e consolante dall'altro (Bernardino). Ma è indubbio che bisognerà "resistere, resistere e resistere" (parafrasando il giudice Saverio Borrelli, che così si esprimeva riguardo al progetto berlusconiano di riforma della giustizia), e sarà una prova durissima, tanto più dura in quanto le minacce e la persecuzione verranno proprio dai (finti) fratelli nella fede, i sempre misericordiosi, ancor di più nell'anno giubilare della Misericordia, ma spietati ed inflessibili con chi dissente dal nuovo verbo vaticansecondista e bergogliano. Preghiamo perché esca fuori un nuovo S. Atanasio, .....
RispondiEliminaCaro Mazzarino non esageriamo col pessimismo. I preti cattolici non indottrineranno nessuno e non tutti parlano a favore del dialogo e di altre porcate. Domenica dopo la messa entrando in sacrestia ho visto il mio parroco mettere via i paramenti e la talare e ti posso garantire che era paonazzo ed i suoi indumenti erano letteralmente bagnati dal gran caldo. Le cose non vanno bene ma non tutto è da buttare.Bobo.
RispondiEliminaA proposito di preti traditori, voltagabbana, annusatori e puntatori del politicamente ed ora ecclesialmente corretto: non so voi, ma io so poco o nulla della vita interiore dei preti, non solo perchè non li frequento direttamente, ma anche perchè la letteratura su di loro ( romanzi, novelle, articoli di giornali ) è scarsissima, e quando c'è è manierata o deformata dall'osservatore secondo un taglio precostituito: esaltazione agiografica un tempo talora untuosa, oggi melensa, esaltazione politichese con gusto del tanto peggio, tanto meglio contro la gerarchia e la sacralità tradizionale.
RispondiEliminaTemo che molti preti siano stanchi e scoraggiati vedendo l'inanità dei loro sforzi in quartieri grigi e sordi, secondo la tipologia proposta da Bernanos nel suo "Diario di un parroco di campagna", in cui si trova l'espressione tremenda "la parrocchia morta". Temo che molti siano entrati in seminario partendo da una cultura abborracciata e da una religiosità basata sull'idea di compagnia, molto "esperienziale" e poco dottrinale e teologica, piuttosto che sul rapporto devozionale e mistico con Dio, rimanendo poi sopraffatti dal grigiore.
Suppongo che alcuni di loro a un certo punto avvertano dubbi di fede che è facile "risolvere" ( si fa per dire ) annacquando la dottrina. Suppongo pure che molti, per ritrovare la tensione psicologicave il consenso venuti meno, si buttino sul "sociale" in varie gradazioni : dal progressismo socialdemocratico al populismo sbracato, al comunismo più virulento : è il "complesso di don Chichì. Certo trovo inquietanti le figure di certi "preti di strada" da un lato benefattori degli emarginati, da un altro pieni di risentimento contro la tradizione e l'idea stessa di gerarchia;
risentimento e protagonismo che talora si esprimono in atteggiamenti di ostentata rottura e perfino nel turpiloquio.
Probabilmente è bastato sdoganare o dare l'impressione di aver sdoganato certi discorsi, perchè molti uscissero dal "sommerso; "molti" tanto numerosi da provocare una crisi generalizzata del tessuto ecclesiale.
Intendo proporre l'ipotesi che ciascuno individuo, molti individui avvertano una crisi in se stessi, diciamo "in foro interiore", ma non la manifestino pubblicamente per non steccare nel coro, con relative sanzioni formali e informali; questo finchè l'autorità ha il polso così fermo da mantenere saldamente la disciplina, come avveniva sotto Pio XII. Non appena il nuovo capo, vedendo che, per così dire, il trend della ditta è in calo, sia pur leggero, e pensa di rimediare con un "aggiornamento", ovvero aperturismo e un maggiore spazio alla creatività individuale, il coperchio della pentola salta: i singoli in crisi si rivelano senza ambagi e si riconoscono pubblicamente, facendo massa che pian piano si riconosce come maggioranza e impone un cambiamento delle regole fondamentali e dello stile. Così avvenne nella Rivoluzione Francese con gli Stati Generali, stoltamente concessi da Luigi XVI. A questo proposito è emblematico il caso del parroco Meslier, venuto alla luce qualche decina di anni prima. Alla morte di questo curato di paese si scoprì un suo scritto in cui affermava di non credere al Cristianesimo e di aver svolto la sua attività pastorale solo esteriormente, come palliativo consolatorio per la povera gente; ovviamente propugnava idee "progressiste", "di sinistra", rivoluzionarie come compensazione: regno dell'Uomo come surrogato del Regno di Dio.
RispondiEliminaCredo che di fronte a questa fenomenologia non basti semplicemente invocare la restaurazione della disciplina formale, pur utile di per sè; occorre andare alle radici della crisi epocale, che è di lungo periodo, qualcuno potrebbe dire perfino secolare. Nel caso della Francia, già "figlia prediletta della Chiesa", la scristianizzazione, oggi galoppante
( "in fine velocior" ) inizia già nel '700 e appare vistosa già nell'800, con la perdita progressiva degli elementi della classe dirigente colta, di borghesi e aristocratici. Rimangono zone importanti di vita devozionale e mistica, in cui spuntano ancora fiori meravigliosi come Teresa di Lisieux ( quella che voleva entrare in clausura a quindici anni ) ed Elisabetta della Trinità, ma la tendenza generale è ben riconoscibile: la campagne sono ancora parecchio religiose, ma la Parigi della Belle Epoque è già sinonimo di laicismo spinto fino alla dissolutezza del costume.
Credo che oggi in Italia, come nel resto dell'Occidente ( vedasi la già cattolicissima Spagna ) il coperchio sia saltato e gran parte del clero abbia poco o tanto gettato la spugna.
"Il dialogo, l’accoglienza, il confronto, la misericordia, il perdono, tutto quello che serve per non assumere responsabilità, per evitare il combattimento spirituale e il coraggio di lottare per il bene, per dimenticare che senza la fortezza e la virilità, senza il senso del dovere e dell’onore, senza la fedeltà a ciò che è vero e buono per tutti, rimane solo la miseria di una catastrofica codardia."
RispondiEliminaPerfetta, tragicamente perfetta e lucida sintesi della situazione.
Ma quando abbiamo un papa che ci dice che quel che conta è la nozione di bene e di male che ognuno ha, che ognuno deve agire secondo quel che percepisce come bene o come male e che "su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire», e che comunque sempre "Dio perdona chi segue la propria coscienza", se dalla più alta "cattedra" ci viene quell`insegnamento, nettare per chi ha già vive secondo quella "legge morale", se sono ormai le voglie, più che i bisogni, umani a dettare legge alla Chiesa e che la chiesa si allinea mascherando la sua codardia con parole convolgenti e avvolgenti come misericordia, amore, perdono, se manca il faro che indica la VIA , la sola via, quella della Verità, c`è ben poco da sperare, a livello umano.
Caro Bobo
RispondiEliminaLei non ha capito che il mio non è pessimismo. Al contrario è forse esagerato ottimismo, unito ad un certo realismo che deriva dall'esperienza di un copione già visto e sperimentato personalmente. Sono proprio i parroci come il suo che devono "scegliere" e devono farlo ora! Altrimenti. non se ne stupisca, per strane evoluzioni della mente umana si stupirà quando l'anno prossimo lo sentirà dall'ambone giustificare la rimozione del vincolo matrimoniale, l'omosessualità ed anche, per amore dei poveri la teologia della liberazione. Mi ripeto ma penso possa essere utile: pensi ad Oscar Luigi Scalfaro. Quando tutto crollava attorno non scelse, e lui anticomunista come nessun altro, che citava cinquanta volte Nostra madre celeste in ogni comizio, si ritrovò ad arringare i comunisti sui palchi adornati di falci e martelli. Proprio come quelli di Chè Francesco.
"Rimangono zone importanti di vita devozionale e mistica"
RispondiEliminaNon si può contraddire quanto detto da Franco, ma come conservare queste preziose zone o meglio isole? Sicuramente c'è il rischio che prima o poi anche queste vengano assorbite dal mondo.
Ritengo che sia importante avere la consapevolezza da parte di preti e laici della grazia ricevuta potendo disporre di un sacerdote che amministra devotamente e correttamente i sacramenti e che sappia trasmettere la vera dottrina. Questa consapevolezza è necessaria per poter sostenere con ogni mezzo questi eroici sacerdoti: economico, logistico e d'ogni genere. L'accento va infatti messo sulla difesa e aiuto dell'Alter Christus piuttosto che della chiesa, per bella e santa che sia.
Praticamente anche in queste zone finora favorite si deve essere pronti, laici e sacerdoti, a tornare alla Messa nelle case o in altri posti, e a trasmettere privatamente la fede.
Magari non ovunque si arriverà a tanto, ma è bene esser pronti, sapendo che l'unico di cui ci si può fidare è Dio!
egregio Ruaro ormai lo sappiamo che la chiesa è aperta al dialogo e non più alla conversione; al dialogo con i massoni, gli ebrei, gli islamici, con i buddisti, gli indios, insomma un pò tutti, meno che i Cattolici ed Apostolici seguaci di Cristo Trinitario,; altrimenti quella gente si arrabbia e vi allontana. Giusto la Chiesa non deve mai più condannare, ma solo e sempre perdonare incondizionatamente, anche senza pentimento, ma secondo coscenza altrui. - Gaudet Mater Ecclesia -, ma quale ecclesia? no quella di Cristo.
RispondiEliminaCristo Disse ai Suoi ""andate in tutto il mondo e convertite nel mio nome al Vangelo""; ma a voi che ve ne frega di quello che ha detto Cristo; quello che conta è quello che dite secondo la nuova chiesa due post/conciliare e sessantottina, la nuova vostra chiesa.
Prima la gente si allontana da voi prima si difende dall'essere infettata dal veleno, ma la grande massa crede ancora di essere cattolica, e ingenuamente vi segue.
Siete un pò come i giocolieri, fate i maghetti e la gente ci crede e si appassiona a voi. Ma quando poi i bambini crescono, non si sà il perchè si allontanano da voi senza un perchè; invece un perchè c'è, e noi della tradizione lo sappiamo.
Attenzione che tutti i nodi vengono al pettine e arriva anche la red rationem.