È morto nella notte a Bologna il cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna dal 1984 al 2003. Ne dà notizia la diocesi bolognese. Aveva 87 anni e da tempo era ricoverato in una clinica bolognese dove, attorno alle tre, è morto. Requiem aeternam...
“Vidi salire dal mare una bestia” (Ap 13,1)
L’ottimismo è di rigore.
Una delle mode culturali più curiose invalse nella cristianità in questi decenni interdice a chi si accinge a stilare un documento o proporre una riflessione sulla odierna condizione umana e sui tempi presenti di iniziare dai rilievi “negativi”: è d’obbligo partire da una rassegna dei dati improntata a un robusto ottimismo; bisogna sempre collocare in capo a tutto un esame della realtà che non tralasci di mettere in giusta luce i valori, la sostanziale santità, la “positività prevalente”.
Qualche volta mi sorprendo a immaginare, per mio personale divertimento, come sarebbe stata la lettera ai Romani se, invece che da quell’uomo difficile e sdegnoso che era l’apostolo Paolo, fosse stata stesa da qualche commissione ecclesiale o da qualche gruppo di lavoro dei nostri giorni.
L’epistola avrebbe cominciato a notare nel primo capitolo col dovuto risalto tutte le ricchezze spirituali e culturali espresse dal mondo pagano: le altezze sublimi raggiunte dalla filosofia greca; la sete del trascendente e il naturale senso religioso rivelati dalla molteplicità dei culti mediterranei; gli esempi di onestà morale, di correttezza civica, di abnegazione disinteressata, offerte dalle vicende edificanti della storia romana che una volta si insegnavano al ginnasio. Senza dubbio se la litanìa immisericorde dei vizi e delle aberrazioni mondane contenuta nell’attuale pagina ispirata, fosse suggerita oggi come contributo al testo da qualche incauto collaboratore, susciterebbe una concorde indignazione. E in realtà il giudizio di Paolo suona alle nostre orecchie insopportabilmente sgradevole: per lui gli uomini senza Cristo sono “colmi di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia” (Rm 1,29-31).
Messi in bella evidenza i pregi del paganesimo, la nuova lettera ai Romani passerebbe poi a esaltare le prerogative dell’ebraismo e la funzione già incoattivamente salvifica della Legge mosaica, della circoncisione, delle prescrizioni rituali.Infine, arrivata al capitolo quinto, chiarirebbe che l’opera di Adamo non è stata poi così nefasta come una volta si diceva, dal momento che la creazione resta in se stessa buona; anzi in quanto è uscita dalle mani di Dio non può non essere già santa e sacra, senza che siano necessarie altre sopravvenienti consacrazioni.
Certo, a questo punto il discorso su Gesù Cristo, la sua redenzione, il suo intervento indispensabile per il riscatto dell’umanità dall’ingiustizia, dal peccato, dalla morte, dalla catastrofe, diventerebbe meno incisivo e convincente di quanto non sia nella prosa scabra e drammatica di Paolo; ma non si può avere tutto.
Non è che i ragionamenti qui giocosamente ipotizzati siano del tutto erronei in se stessi. Al contrario, contengono molta verità e vanno doverosamente compiuti, ma non come primo approccio alla realtà delle cose. Da essi non si può partire; ad essi si può solo approdare al termine di un lungo pellegrinaggio ideale: soltanto dopo che la visione della spaventosa miseria dell’uomo ci avrà aperto la mente e il cuore a desiderare e a capire la sospirata salvezza di Cristo, ci sarà consentito di apprezzare tutto quanto di bello, di giusto, di vero, riluce già nella notte del mondo, come riverbero del Redentore, che è la verità, la giustizia, la bellezza rese persona e divenute percepibili in un volto d’uomo.
Ogni autore cristiano ha sempre avviato il suo canto da un’ode tragica sull’umano destino per arrivare all’inno di vittoria e di gratitudine al Figlio di Dio crocifisso e risorto, unica nostra speranza, che solo ci ha ottenuto la salvezza.
L’uomo, che voglia celebrare veramente la propria grandezza, non può che principiare da un “epicèdio”, cioè da una lamentazione sullo stato di morte che enigmaticamente dall’inizio ha colpito l’universo e lo serra ancora in una morsa ineludibile.
Il fondamento dell’ottimismo cristiano non può essere la volontà di tener chiusi gli occhi. Bisogna per prima cosa guardare in faccia alla “Bestia” e renderci conto di quanto siano aguzzi i suoi denti e terrificanti i suoi artigli, se si vuole onorare e amare il “Cavaliere”, e si desidera capire davvero quale dono sia la nostra liberazione e la felicità che ci è stata assegnata in sorte.
(Giacomo Biffi “La Bella, la Bestia e il Cavaliere. Saggio di teologia inattuale.” JACA BOOK 1984)
mi manca già.
RispondiEliminaSit vobis terra levis, Eminentissime Jacobe!
RispondiEliminaRequiescat in pace.
RispondiEliminaCesare
Ci ha lasciati un grande uomo, un grande Principe della Chiesa Cattolica, una voce purtroppo inascoltata (ad esempio sul problema dell'immigrazione selvaggia e islamica). Le troppe chiacchiere dei prelati modernisti hanno sovrafatto la sua voce chiara e Cattolica. Onore ad uno degli ultimi veri Principi della Chiesa Cattolica. R.I.P.
RispondiEliminail cardinal Biffi aveva le idee chiare anche in proposito della religione musulmana; non ha mai creduto nell'islam moderato, diceva che i musulmani moderati sono molto più pericolosi dei musulmani fondamentalisti, perchè questi si combattono, mentre quelli penetrano alla chetichella nel tessuto sociale fino ad imporre, quando arriveranno ai vertici del potere, la loro sharia.
RispondiEliminaGiacomo Biffi: Sull'immigrazione. Intervento dell'arcivescovo di Bologna al Seminario della Fondazione Migrantes, 30 settembre 2000 - "L'Europa sarà Cristiana o sarà musulmana"
RispondiEliminaPubblicato qui:
http://www.internetica.it/Europa-Biffi.htm
Credo che riprenderò quel testo. Così conclude il cardinale:
RispondiEliminaIo penso - dicevo - che l'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la "cultura del niente", della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l'atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa "cultura del niente" (sorretta dall'edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell'avvenimento cristiano come unica salvezza per l'uomo - e quindi solo una decisa risurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto.
Purtroppo né i "laici" né i "cattolici" pare si siano finora resi conto del dramma che si sta profilando. I "laici", osteggiando in tutti i modi la Chiesa, non si accorgono di combattere l'ispiratrice più forte e la difesa più valida della civiltà occidentale [forse allora] e dei suoi valori di razionalità e di libertà: potrebbero accorgersene troppo tardi. I "cattolici", lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta e sostituendo all'ansia apostolica il puro e semplice dialogo a ogni costo, inconsciamente preparano (umanamente parlando) la propria estinzione.La speranza è che la gravità della situazione possa a un certo momento portare a un efficace risveglio sia della ragione sia dell'antica fede.
È il nostro augurio, il nostro impegno, la nostra preghiera.
E, qui, su "Multiculturalità e identità oggi"
RispondiEliminahttp://www.internetica.it/multiculturalita-identita-oggi.htm
Subvenite...
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=1L_nYwcCmbc
Con le Sorelle Figlie dell'Immacolata abbiamo pregato pubblicamente per lui una decina del Santo Rosario , alle ore 12:oo , nella trasmissione in diretta della Radio Buon Consiglio .
RispondiEliminaChe la Vergine Maria , gli Angeli e i suoi Santi protettori intercedano per lui !
Grazie Sorelle FFI per questa opportunita'
Un cristiano semplice ed acuto.Certamene dal Cielo aiuterà la Chiesa e l'Italia che ha tanto amate e per le quali ha tanto pregato e lavorato.Preghiamo per lui e preghiamo lui di intercedere per noi ai quali manca e mancherà sempre più nei tempi prossimi venturi.
RispondiElimina
RispondiEliminaChe la "gravita' della situazione" stia portando ad un "risveglio sia della ragione che dell'antica fede" tuttavia non si direbbe. La situazione diventa sempre piu' grave e non si vede nessun "risveglio", ad esser realisti. Abbiamo un papa profeta del Cristo "socialista e dei poveri", cioe' di un cattolicesimo del tutto falso, dichiaratamente ostile alla Messa OV, favorevole a tutte le immigrazioni-invasioni e chi se ne importa se sono musulmane, con un atteggiamento sinora piuttosto ambiguo sulla "questione omosessuale". Quando dovrebbe avvenire questo "risveglio"? Ormai i margini di tempo si sono ristretti al massimo. Il cardinale Biffi, nonostante la notevole lucidita' di tanti suoi interventi e l'anticonformismo dimostrato nella "questione islamica", si e' tuttavia sempre bloccato di fronte al Concilio.
I mali della Chiesa, che impietosamente analizzava, derivavano per lui solo dal Postconcilio.
Tesi chiaramente inaccettabile.
"I "cattolici", lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta…" (Card. Biffi).
RispondiEliminaBergoglio, s'il lisaitt ces lignes, sourirait dans son goître de faux pélican… "la consapevolezza della verità posseduta", rien que ça !…
Dei segni e delle coincidenze non dobbiamo essere schiavi curiosi, ma a volte son belli nel loro racconto. Oggi è la festa di San Benedetto, il ricostruttore della cattolica e della civiltà europea dopo lo sfacelo degli imperi e la vaghezza incerta e violenta dei barbari. Biffi per una vita ha appasionatamente testimoniato Cristo e la fedeltà alla Chiesa. Anche lui combattendo e ricostruendo una civiltà. Mi pare che il Signore abbia voluto darci un bel giorno per la nascita al cielo di un grande uomo e di un grande cardinale. E un compito chiaro. Ubi fides, ibi libertas, era il moto (ambrosiano) di Biffi. Nulla anteporre all'amore di Cristo, con Benedetto
RispondiEliminaNella Bologna degli anni 70, zeppa di viados e casalinghe a "caccia di studenti", frutti benedetti della pastorale postconciliare, arrivai da giovane sportivo e svagato studente. Era appena morto di crepacuore Mons. Manfredini. Non aveva retto all'ambiente ostile. Arrivavo dalla Romagna dove i miasmi della Scuola Bolognese erano arrivati in ritardo, per cui la società bolognese "sazia e disperata" mi appariva come il paradigma della scristianizzazione. Conobbi là il Cardinale ed imparai ad apprezzarlo. Grazie anche alle argute sue riflessioni arrivavano sulla mia scrivania. Venti anni dopo, per ascoltare una predica cattolica o respirare qualcosa di cristiano, lo potevi fare solo a Bologna. Altri tempi, altra Chiesa. Un vero Cardinale capace di bastonare duramente Dossetti e le sue eresie. E' morto ieri, e come capita spesso ai grandi cattolici è stato a lui risparmiato il dolore più grande: quello di vedere il suo Cristo appeso ad una Falce e Martello. Per quanto ho potuto conoscerlo, credo di poter dire che non avrebbe taciuto. Ci sia vicino nei momenti che ci accingiamo ad affrontare. Requiem aeternam dona ei domine.
RispondiEliminaIn questa triste fase assistiamo alla rivincita di Pelagio su Agostino: quell'Agostino che anelava sì alla Luce di Dio, ma come da un pozzo profondo, dall'oscura valle della morte: come nel salmo "De profundis ad te, Domine, clamavi". Da un aspro paesaggio montano, con eccelse cime e abissi spaventosi, siamo passati a colline fiorite in cui basta essere "uomini di buona volontà" perchè tutto di metta a posto... ma - se sbaglio mi corriggerete - ho letto da qualche parte che quell'espressione è frutto di un equivoco. Il vero sognificato sarebbe "Pace in terra agli uomini verso cui Dio dimostra buona volontà": dunque un'accezione agostiniana, non pelagiana; effetti della grazia, non della natura.
RispondiEliminaUna notazione che ritengo importante: chi si ricorda oggi di sant'Agostino, attorno al cui pensiero si sono cambattute le più aspre battaglie teologiche dell'epoca moderna? Si vede che non è abbastanza buonista ed ecumenico per i gusti attuali.
quindi,ancora nel 2000
RispondiElimina,
la chiesa sarebbe stata "l'ispiratrice più forte e la difesa più valida della civiltà occidentale e dei suoi valori di razionalità e di libertà"....
Mahh!!!!!!
Tutti conciliaristi quindi modernisti questi cardinali..
Pace all'anima sua.
R.I.P.
RispondiEliminaFaccio presente a tutti, un motivo in più per pregare per lui.
In materia di concessioni di celebrazioni di Messa Antica è sempre stato "avaro".
Sosteneva (e non aveva poi tutti i torti) che Non voleva dividere il gregge
Un grande cardinale. Proteggerà la Chiesa dal cielo
RispondiEliminaJohn
Giacomo Biffi: Sull'immigrazione. Intervento dell'arcivescovo di Bologna al Seminario della Fondazione Migrantes, 30 settembre 2000 - "L'Europa sarà Cristiana o sarà musulmana"
RispondiEliminaPubblicato qui:
http://www.internetica.it/Europa-Biffi.htm
Su tale intervento don Vitaliano della Sala baso' una denuncia nei confronti del Cardinale, per violazione della Legge Mancino contro la discriminazione. Denuncia, fortunatamente archiviata.
Più esattamente, in effetti, il cardinale, su questa sua tesi, aveva elaborato un consiglio ai politici, in materia di immigrazione. Ovvero, ammesso che davvero l'Italia abbia bisogno di immigrati e ricordando che, per africani, asiatici ed est-europei, specie quelli provenienti da contesti territoriali a religione mista, i fratelli di Fede sono se non proprio equiparati ai fratelli di sangue, ma quasi, nell'accoglienza dare, se non proprio la precedenza, quanto meno un occhio di riguardo ad immigrati Cattolici, come i negri del Capo Verde, e/o i mongolici delle Filippine e/o i Ruteni greco-cattolici un po' di tutto l'Est-Europa, ma in particolare dell'Ucraina.
In anni oscuri, in cui la Tradizione sopravviveva nelle catacombe di circoli ristretti e non viaggiava sulla rete, il cardinale rappresentò uno dei pochissimi punti di riferimento sicuri, solidi e coraggiosi per quei fedeli che non volevano cedere al progressismo! Requiem eternam...
RispondiEliminaMi piace ricordare "Contro mastro Ciliegia",godibilissima lettura della favola di Pinocchio alla luce della Dottrina Cattolica.Dalla vigliaccheria del vicino di Geppetto,che rifiuta spaventato il suo ruolo nella Creazione,alla falsa "libertà" tutta mondana del Paese dei balocchi,che può solo (ri)trasformarci in bestie.
RispondiEliminaSL
Per sottolineare come il Cardinale sapesse all'occorrenza padroneggiare anche brillantezza ed umorismo.
http://paparatzinger5blograffaella.blogspot.it/2012/04/al-conclave-del-2005-joseph-ratzinger.html
RispondiElimina....
RispondiEliminaAl termine, nel ringraziarlo per le meditazioni che aveva offerto a tutti i presenti, Benedetto XVI chioso’ su un simpatico particolare.
"Vorrei dirle grazie - affermo’ il Papa - per il suo realismo, per il suo umorismo e per la sua concretezza; fino alla teologia un po’ audace di una sua domestica: non oserei sottoporre queste parole "il Signore forse ha i suoi difetti" al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede".
Quanto al voto di Biffi nel Conclave del 2005, Grana ricorda l’intervento che l’arcivescovo emerito di Bologna rivolse a tutti i cardinali la mattina del 15 aprile, durante la quotidiana seduta delle congregazioni generali che i porporati tengono ogni giorno nel periodo della Sede Vacante.
"Vorrei segnalare al nuovo Papa, che mi sta ascoltando - e’ il passaggio piu’ importante dell’intervento di Biffi - la vicenda incredibile della Dominus Iesus: un documento esplicitamente condiviso e pubblicamente approvato da Giovanni Paolo II; un documento per il quale mi piace esprimere al cardinal Ratzinger la mia vibrante gratitudine. Che Gesu’ sia l’unico necessario Salvatore di tutti e’ una verita’ che in venti secoli - a partire dal discorso di Pietro dopo Pentecoste - non si era mai sentito la necessita’ di richiamare.
Questa verita’ e’, per cosi’ dire, il grado minimo della fede; e’ la certezza primordiale, e’ tra i credenti il dato semplice e piu’ essenziale".
"In duemila anni - prosegui’ Biffi - non e’ mai stata posta in dubbio, neppure durante la crisi ariana e neppure in occasione del deragliamento della Riforma. L’averla dovuta ricordare ai nostri giorni ci da’ la misura della gravita’ della situazione odierna. Eppure questo documento - sottolineo’ ancora Biffi - che richiama la certezza primordiale, piu’ semplice, piu’ essenziale, e’ stato contestato. E’ stato contestato a tutti i livelli: a tutti i livelli dell’azione pastorale, dell’insegnamento teologico, della gerarchia" affermando che e’ "un documento che divide: bella scoperta! Gesu’ stesso ha detto: Io sono venuto a portare la divisione. Ma troppe parole di Gesu’ oggi - concluse Biffi - risultano censurate dalla cristianita’; almeno dalla cristianita’ nella sua pars loquacior".
Oggi, su La Nuova Bussola Quitidiana, un ricordo di mons. Negri:
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/mobile/articoli-biffi-una-vita-cristocentrica-13235.htm#.VaH05vlyzqA
Mic, cancellami. Non avrei mai voluto scrivere: ho sperato, e scritto anche qui, che sarebbe arrivato un chiarimento netto dal papa nella conferenza stampa sul volo di ritorno dall'america latina. E' arrivata una pena. La risposta alla domanda sul crocifisso comunista, su p. Espinal, e su tanto altro, è in piena linea con quanto già affermato da Lombardi nelle scorse ore. Borghesi - che non riconosco più - ne aveva anticipato le linee di giudizio. Evito i facili commenti sul gigionare del Vescovo di Roma e successore di san Pietro, alter Christus, su cocaina e droga. Sono confuso. Molto. Ho conosciuto tre papi nellla mia vita: GpII, BXVi, F. Ai primi due devo tanto, al terzo so che devo continuare a dare la mia fiducia, perché fuori della chiesa non c'è salvezza. Ci sto attaccato. Ma adesso basta. I chierichetti poi non si tengono più. E Gesù, che è l'unica roba che mi interessa, scompare dal loro dire da sinedrio. E il papa continua a gigionare...
RispondiEliminaAi primi due devo tanto, al terzo so che devo continuare a dare la mia fiducia, perché fuori della chiesa non c'è salvezza.
RispondiEliminaSei certo che Bergoglio Sia NELLA Chiesa?
Da Bologna Solenne Messa Esequiale ore 10:30 trasmessa in diretta su Telepace ( per chi la riceve ).
RispondiEliminaAnonimo T. ha detto...
RispondiEliminaDa Bologna Solenne Messa Esequiale ore 10:30 trasmessa in diretta su Telepace ( per chi la riceve ).
Ovviamente N.O.
Non dimenticate che, in campo liturgico non era pro-V.O.